WEC 6HR DI IMOLA 2024

Come anticipato quest’anno niente Monza per il WEC, ma Imola.

E per l’ennesima volta (e spero molte altre a seguire) metto in moto l’avventura per andare a vedere un campionato che, pur con i suoi limiti (vedi BoP alla René Ferretti), sta anno per anno attirando sempre più pubblico.

Quest’anno c’è stato l’ingresso di nuovo case nella classe Hyper. Lamborghini, Isotta Fraschini, BMW e il ritorno di Alpine con un auto sua.

E anche in Gt, dove siamo passati alla classe GT3, c’è stato l’ingresso delle nuove case; BMW, McLaren, Lamborghini, Ford (proprio USA 5,4L V8 dal rumore unico tipico delle muscle car) e Lexus.

Sabato mattina parto dalle Acque minerali e arrivo fino alla variante alta per le FP3

Il circuito del Santerno crea un piccolo problema, rende difficile il sorpasso delle Hyper sulle GT e mi accorgo che dalla Piratella a tutte le Acque minerali si passa difficilmente (cose che era ampiamente prevista dai piloti), quindi l’unico punto della pista dove sorpassare è la salita che porta alla variante alta. Questo fattore sembra aver giocato qualche ruolo durante la corsa, soprattutto nel finale.

Grande pensata dell’organizzazione di mettere i cartelloni pubblicitari a oscurare la vista di tutta la chicane da interno pista, bravi davvero.

Scendo giù dietro la collinetta della Rivazza fino alla ex variante bassa.

Mi avventuro verso la pit walk e qui incontro un grande problema organizzativo, fanno entrare da sotto la torre Ferrari e non riescono a creare una fila perché effettivamente di lì ci passa la strada che porta al paddock.

Sono riuscito a scambiare qualche battuta con i piloti, Alessio Rovera sempre disponibilissimo e anche gli Iron (uomini e donne) Schiavoni “deve esse’ un personaggio da nulla”.

Mi dirigo esterno variante alta per vedere le qualifiche, formato hyperpole (hyperpole, superpole,Q2 chiamatele come vi pare) per i primi 10.

In GT avanti Porsche con dietro Aston e poi BMW n°46.

Per le Hyper tripletta Ferrari, tutte e tre le auto come uniche sotto 1:30, la prima (con Fuoco) rifila più di 6 decimi alla prima delle Porsche (vincitrici della prima gara) quarta, dietro alle Porsche c’è Toyota, che danno con un buon passo gara. Ma sembra che la cura dimagrante (sempre da BoP) abbia reso le Ferrari favorite. Non male BMW e Cadillac anche se distanti dai primi, Peugeot e Alpine indietro con Lamborghini e Isotta (ultima).

Nel paddock riesco a scambiare due parole con i ragazzi dell’Isotta Fraschini, disponibilissimi. Chiedo delucidazioni su come venga applicato il BoP ad un nuovo entrante, visto che loro già al primo appuntamento sembravano molto penalizzati. Spiegazione: “Auto finita in galleria del vento, raccolgono i dati, misurano la posizione del baricentro e decidono” sono partito più in confusione di quando sono arrivato. Comunque grande merito a loro.

Domenica mattina arrivo all’autodromo e vado in direzione pit, c’è strapieno. Gente in fila un ora e mezzo prima che apra il pit walk, desisto. Dopo aver dato un’occhiata un paio di volte alla gara F1 e aver raccattato un paio di commenti dai piloti la mattina mentre entravano ai box (devo dire che qualcuno è veramente una merda, senza far nomi) aspetto la fine della gara per contattare PA che so in autodromo. Ci incontriamo sulla tribuna centrale, dopo una chiaccherata di una mezz’oretta sentiamo le auto che iniziano ad uscire, lo saluto e proseguo in direzione Tosa per la partenza.

Devo dire la verità, l’ho trovato mentre era intento a scrivere il post Gp, e non gli ho neanche detto grazie per tutto il lavoro fatto in questi anni. Dimenticanza, ma scrivendolo ora mi son salvato in calcio d’angolo.

Non faccio a tempo ad arrivare al Tamburello che già la Lamborghini si è girata, e penso :”si comincia bene!”

Pronti via e le auto arrivano alla staccata del Tamburello, sembra che la Alpine n°36 abbia fatto strike, coinvolgendo BMW le due Peugeot e la gemella (primo travaso di know how da F1 a WEC – cit.). Le rosse sfilano davanti il gruppo alla Tosa

In Gt la lotta davanti è per le due BMW una Porsche e una Ferrari, queste sembrano lottare per la vittoria dopo che le Dames hanno perso giri ai box per un guasto o un incidente. Ford e Lexus non sembrano all’altezza, si difende bene Aston, McLaren e Corvette nel limbo.

Nel secondo stint monta Rossi sulla BMW, sono in tanti i suoi tifosi, e devo dire che non ha sfigurato, ha anche recuperato un po’ di terreno. Devo dire che è della categoria.

Dopo un paio di ore mi sposto verso le Acque minerali con un ragazzo che ho conosciuto alla Tosa, ci mettiamo in tribuna e dopo un paio di ore mentre la corsa sembra andare in direzione Ferrari inizia la tragedia. Gocce d’acqua. A due ore dalla fine inizia a piovere.

Come ben noto comincia la disfatta. Già avevo detto che dalle Acque minerali alla variante alta è un punto per il sorpasso delle Hyper sulle GT, qui già comincio a sentire slittare le gomme quando le auto escono dalla traiettoria asciutta per il sorpasso, poi alla Rivazza una Ferrari va lunga. Le Ferrari non pittano per il cambio gomme da slick a wet (secondo travaso di know how da F1 a WEC – cit.) Porsche e Toyota sì. Quando le Ferrari si ferma ormai è tardi. Intanto assisto più a una gara di drifting che di Endurance.

Sul bagnato con la classifica che vede Toyota-Porsche-Porsche-Toyota-Ferrari con una BMW che ad un certo punto si attesta terza. In GT le BMW davanti (Farfus davanti Martin con quest’ultimo afflitto da penalità mentre lottavano per la prima posizione) con terza la Porsche ormai fuori dai giochi come le altre. Degna di nota dal mio punto di vista la prestazione di Bamber con Cadillac sul bagnato, alle Acque minerali passava forte.

Nel finale torna l’asciutto e Porsche si avvicina a Toyota per la prima posizione.

Ma come detto il traffico è un problema, pur avendone di più, Estre non riesce a passare Kobayashi oltretutto dovendo scontare 5 secondi di penalità.

Finisce cosi, con Toyota-Porsche-Porsche con quarta la Ferrari n°50 con Fuoco che recupera a suon di giri veloci (per la felicità della proprietà presente ai box) la seconda Toyota.

In Gt finisce BMW-BMW-Porsche anche qui con Ferrari quarta.

Ci si vede il prossim’anno Monza o Imola che sia.

 

Landerio

VERSTAPPEN 4 DI 23 IN CINA. FERRARI PREPARA LA GARA.

La Formula 1 torna in Cina dopo 5 anni, e, all’entusiasmo del pubblico non è corrisposta una gara memorabile, anzi.

Pertanto, visto che chi scrive ha di meglio da vedere, dal vivo, scusandomi con gli affezionati lettori questa volta passo direttamente ai P.S.

P.S. l’impressione è che Verstappen, se volesse, sarebbe in grado di doppiare tutti.

P.S. 2 non è solo un’impressione, è la realtà, e mi immagino che i grandi capi stiano già trattando le gare in cui è possibile dare spazio a qualcun altro. Una è già passata.

P.S. 3 urgono aggiornamenti. Urge anche spiegare ai piloti che va bene che il primo avversario è il compagno di squadra, ma, almeno, bisogna stare attenti a non far passare gli altri, di avversari.

P.S. 4 quando Toto Wolff si beava del fatto che la struttura che ha messo in piedi è in grado di gestire senza problemi il turnover, probabilmente non ci credeva nemmeno lui.

P.S. 5 la gestione della SC è stata affidata all’intelligenza artificiale.

P.S. 6 il rigido protocollo non si può rompere, tranne per i piloti cinesi che corrono in Cina, ai quali è concesso di prendersi il bagno di folla dietro ai primi tre anche se arrivano quindicesimi o giù di lì.

P.S. 7 Alpine come al solito insignificanti in F1, Alpine fuori al primo giro nel WEC, vive la France.

 

F1 2024 – GRAN PREMIO DI CINA

Dopo cinque anni si torna a Shanghai per il GP di Cina che mancava in calendario dal 2019 prima dell’avvento della pandemia covid-19.

E’ una bell’avvenimento questo del ritorno su uno dei ”tilkodromi” meglio riusciti di sempre, una pista che ha sempre offerto delle gare spettacolari e sfide tecniche non banali.

Molti degli attuali piloti hanno gia’ corso in Cina ma in realta’ per tutti sara’ come affrontare un nuovo circuito dato che le attuali monoposto non hanno molto a che fare con quelle del 2019 con un possibile rimescolamento dei valori in campo.

immagine da formulacritica.it

Ad aggiungere ancora piu’ incertezza e imprevedibilita’ il fatto che ci sara’ la prima prova sprint dell’anno con conseguente rivoluzione del format di gara del weekend. In molti piloti, Verstappen in primis da sempre avverso alla ‘garetta’ del sabato, hanno storto il naso poiche’ non ci sara’ il tempo necessario nelle libere per ottimizzare il setup delle monoposto e si correra’ un po’ al ”buio”.

Aiutera’ di certo il fatto che tra sprint e gara non ci sara’ piu’ il parco chiuso, con possibilita’ di modificare il setup tra i due eventi. Ovviamente e’ tutto di guadagnato per lo spettacolo e l’esito imprevedibile (o almeno meno scontato) del weekend di gara.

Oltre a questo si paventa anche la possibilita’ di pioggia nell’arco del weekend che non aiutera’ certo a trovare i giusti riferimenti di setup. Inutile dire che la pista, in pratica inutilizzata per cinque anni, avra’ una grossa evoluzione da venerdi’ a domenica e i team e piloti saranno chiamati ad un continuo adattamento alle condizioni in cui si troveranno a girare in pista. Un grande bonus per lo spettacolo e chi guarda da casa e una inutile serie di ostacoli per gli addetti al settore, un qualcosa che avvicina il circus ad un vero e proprio baraccone piuttosto che ad una competizione sportiva ma questo passa il convento ormai da tempo.

I valori in campo potrebbero mutare ma di sicuro non essere stravolti per cui Red Bull sempre favorita per la vittoria con Ferrari e Mclaren/Mercedes ad inseguire. Quanto da vicino sara’ la pista a dirlo ma i team hanno gia’ iniziato a rimpallarsi il ruolo di favorita, con Red Bull che vede Ferrari al top e Sainz che vede questo Gp piu’ simile a Suzuka che non a Melbourne.

immagine da rossomotori.it

Di sicuro chi deve cercare di approfittare della situazione e’ Leclerc, messo piuttosto in ombra dal team mate e che deve ritrovare il tocco magico in qualifica. Come lui anche il suo futuro compagno di squadra Hamilton che da inizio anno e’ stato regolarmente battuto da Russell. Per entrambi una bella occasione per tornare il pilota di riferimento del proprio team.

Per contro Perez e Sainz sono piu’ preoccupati di cio’che accade fuori della pista essendo al centro di un mercato piloti che si e’ improvvisamente calmato da quando Alonso ha annunciato il rinnovo con Aston Martin. Per loro rimane in piedi l’ipotesi Red Bull o Audi mentre in Mercedes prende sempre piu’ corpo l’ipotesi Antonelli nel 2025. Tutte illazioni ma qualcosa si dovra’ definire e, nel caso di Sainz, anche piuttosto in fretta.

Dal punto di vista tecnico Ferrari ancora senza novita’ tecniche di rilievo attese per Imola cosi’ come gran parte dei team ad eccezione di Alpine che fara’ debuttare un nuovo fondo che possa aiutarla a rendere meno tragicomica la situazione in cui versano.

Pirelli portera’ le mescole C2, C3 e C4 con grossi punti interrogativi in merito alla durata con un minor numero di set a disposizione, da 13 a 12. Insomma un’altra variabile che si somma a quelle gia’ descritte.

I team si avvicinano al ritorno sui circuiti europei dove saranno introdotti il grosso degli aggiornamenti tecnici che potrebbero cambiare la fisionomia del mondiale. Per il momento la sfida principale e’ quella di arrivare al weekend di gara piu’ preparati possibile in modo da avere piu’ tempo per il setup ”fine” delle monoposto e questo varra’ ancora di piu’ a Shanghai dove di tempo per provare ce ne sara’ ben poco. Ferrari ha dimostrato in passato di essere capace di arrivare preparata all’appuntamento in pista, fa ben sperare in ottica gara ma potrebbe non essere sufficiente per risolvere la variabile Verstappen, vero ago della bilancia di questo inizio di mondiale.

Sara’ un Gp divertente? Speriamo innazitutto che non sia in versione wrestling e quanto meno i tifosi locali saranno contenti, avranno l’opportunita’ per la prima volta dall’introduzione del Gp di Cina nel 2004 di vedere un loro connazionale battersi in pista. Ci e’ voluto piu’ tempo del previsto ma alla fine ce l’hanno fatta.

*immagine in evidenza da motorimagazine.it

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Il 2024 verrà ricordato non tanto per l’ennesimo dominio Red Bull (anche se Red Bull stessa e, soprattutto i loro tifosi, non vogliono che questo mondiale sia definito così perché quest’anno è più combattuto… più sofferto sic!) quanto per il putiferio che è successo e che sta succedendo a riguardo del mercato piloti. Il primo pezzo da novanta, che ha creato un vero e proprio tsunami, è stato l’annuncio di Hamilton in Ferrari tant’è vero che questa stagione, complice anche il dominio (eccolo che ritorna!) bibitaro, viene considerato come un anno di passaggio, perché tutti (me compreso naturalmente) aspettano solo l’anno che verrà per vedere Lewis di rosso vestito prima e, soprattutto, in pista dopo con una Rossa, assieme ad un compagno tosto (di certo non è Bottas e in quanto a talento ne ha molto più da vendere rispetto a Rosberg) come LeClerc. Con l’accasamento di Hamilton, tutta l’attenzione si concentrata naturalmente su Sainz in primis e Verstappen in secundis. Per quanto riguarda lo spagnolo, le speculazioni si sono sprecate e tutt’ora si sprecano, visto che sino ad ora non c’è nulla di concreto all’orizzonte se non solo illazioni, salvo per quanto riguarda il termine dell’annuncio di qualcosa di ufficiale e cioè tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Non è un segreto che Audi voglia, per non dire brami, firmare Sainz il quale, appena saputo che era stato fatto fuori, aveva due strade: abbattersi e demoralizzarsi oppure trarre forza da quello che gli è capitato per essere ancora più forte. Che grande lezione che ci ha insegnato Carlito e le sue azioni, il suo modo di agire mi hanno ricordato Jack Nicholson in “The Departed”, quando si riferisce nei riguardi di Leonardo Di Caprio: “Come fai a fidarti di uno che non ha nulla da perdere?”. Uno come Sainz appunto, non ha nulla da perdere quindi, di fatto, è pericolosissimo. Egli sapeva che era spacciato e l’unica cosa che poteva fare era quella di “vendere il prodotto”, di mettere in mostra il più possibile tutta la mercanzia (leggi velocità, consistenza e professionalità) e di fatto così sta facendo. Ovvio che l’approdo in Sauber sarebbe la destinazione naturale, considerando che Verstappen vuole la riconferma di Perez e Toto spinge nel futuro immediato per Kimi Antonelli. Povero Carlos, che destino infame che gli tocca vivere: purtroppo si trova ad avere talento e consistenza da vendere in un momento in cui le Scuderie che possono ambire ad una vittoria o, sono già piene o, comunque hanno altri progetti. La soluzione più logica per lo spagnolo sarebbe quella di firmare per AMG per un solo anno, in questo modo non sarebbe costretto a navigare per una stagione intera nelle retrovie o, se vi piace di più il paragone calcistico in serie C, per poi andare appunto in Sauber con un pluriennale per lasciare libero il sedile ad Antonelli che verrebbe al suo posto. In questo modo sarebbero tutti contenti, e aggiungo che sarebbe un bel confronto quello con Russell, solo che i rumors dicono che lo spagnolo vuole un pluriennale e questo, a mio avviso, cozza anche con l’idea di andare in Sauber perché, caso mai Sainz firmasse almeno due anni con Mercedes, il progetto Audi salterebbe. Indubbiamente è una bella gatta da pelare per l’entourage Sainz. Di sicuro le porte Red Bull sono chiuse, visto che, come ho già anticipato, il campione del mondo ha posto il suo veto sul compagno messicano e, quando il campione olandese parla, di fatto è come una bolla papale quindi possiamo stare sicuri che al 90% Perez rimarrà dov’è anche per il 2025 e, quindi, fino a fine ciclo di questo regolamento e ovviamente di questa Red Bull che vince tutto. Cosa farà Verstappen? Confesso che questa domanda ci ha ossessionato soprattutto in questi ultimi giorni e, soprattutto, è stata un’ottima distrazione da i veri problemi che ci sono in casa Red Bull… mi riferisco alla soap opera che va avanti da mesi tra Horner, il padre del campione del mondo, e la “compagna” di quest’ultimo… sic!!

Come ha già detto Matteo Bobbi, nella trasmissione degli amici di FORMU1A.UNO, e col quale mi trovo d’accordo, è impensabile che allo stato attuale Verstappen vada via dalla sua attuale squadra per regalare, praticamente, un mondiale su un piatto d’argento ad un eventuale suo sostituto, solo perché all’interno del team si stanno scornando. Al di là di quello che si possa pensare di Red Bull, è un dato di fatto che, con questo attuale regolamento, la squadra dei bibitari ha un vantaggio tale che vinceranno tutto (salvo miracoli) fino a fine ciclo e quindi fino all’anno prossimo. Con Mercedes fuori gioco e con una Ferrari che, sebbene sia in ottima forma, è comunque all’inseguimento, nulla lascia presupporre che le cose non andranno come appena affermato. Quindi, per quale motivo Max dovrebbe cedere un potenziale mondiale solo perché all’interno ci sono sì delle lotte di potere e anche (che tristezza!) delle beghe dovute a delle questioni personali, considerando che le continue vittorie non fanno altro che continuare a tenere coeso il gruppo, sebbene questa non sia altro che una pace armata. Certo, il buon Max, volendo, non ha che l’imbarazzo della scelta nel dove andare… o meglio, fino a qualche tempo fa, non aveva questo imbarazzo, visto e considerato che un’altra bomba nel frattempo è scoppiata e, sebbene questa fosse già annunciata, la vera deflagrazione (passatemi il termine pirotecnico) è nella durata di questo rinnovo.

Mi riferisco al rinnovo pluriennale di Alonso con Aston Martin e alla fedeltà incondizionata di quest’ultimo nei confronti della squadra di Stroll sr. Volutamente di Alonso evito di parlare, perché sebbene il mio autocontrollo nell’analizzare ogni circostanza della F1 prevalga sempre, a cominciare proprio dalla mia amata Ferrari, con l’asturiano mi lascio andare all’emotività e quindi all’amore che nutro per lui. Solo che in questo caso sarò costretto a fare un eccezione, visto e considerato che il campione spagnolo, all’alba dei suoi quarantatré anni, sia ancora oggetto di contesa tra le diverse squadre, a cominciare proprio da quella che gli ha donato una seconda giovinezza che è proprio la Aston Martin, la quale addirittura lo vorrebbe in sella anche quando dovrà appendere il casco al chiodo e lui già si vede nel ricoprire un ruolo alla Niki Lauda. Nel frattempo Fernando si gode l’attimo e, con un semplice “Sono qui per restare”, perculo che solo il campione del mondo spagnolo può permettersi, ha freddato tutti i detrattori, annunciando così al mondo il suo rinnovo in attesa della venuta del nuovo regolamento nell’anno di nostro Signore 2026 e, soprattutto, con il ritorno di Honda a spingere il suo sedere. Ciò che fa capire la forza dello spagnolo e della considerazione che l’ambiente della F1 ha nei suoi riguardi, nonostante la sua età, è proprio la “reunion” Alonso Honda: tutti ricordiamo lo sputtanamento in mondo visione di Fernando nei riguardi del motorista giapponese con quel “GP2 engine” ripetuto per due volte, eppure, nonostante ciò, Honda ha detto e fatto capire che non solo non è un problema, addirittura che non vedono l’ora di collaborare con lui e naturalmente lo stesso campione spagnolo non ha fatto altro che tessere le loro lodi, adducendo al dominio che stanno perpetrando grazie a Red Bull. Aggiungo che la stessa Honda sembra che sia a buon punto con le nuove motorizzazioni che vedremo nel 2026 (siamo già a due squadre, assieme a Mercedes, che si rumoreggia che siano in vantaggio sulla concorrenza!), quindi non resta che aspettare per capire se Alo si è avventurato nell’ennesima cattiva scelta della sua carriera oppure questa volta l’ha “sfangata”, soffiando a Verstappen l’opportunità di continuare il suo dominio. Pensiamo prima al GP cinese, comunque, che è ormai prossimo, altrimenti la (mia) mente inizia a volare e mi illudo solamente.

Buon GP della Cina a tutti.

Vito Quaranta

 

VINALES NELLA STORIA – AMERICAS GP

Parto così, perché io e qualcun’altro quassù ci abbiamo sempre creduto. Grazie TopGun!

Maverick Vinales vince il GP di Austin in sella alla Aprilia RS-GP e diventa il primo Pilota nell’era MotoGP a vincere con tre marchi differenti (Suzuki, Yamaha ed Aprilia). Un splendido Pedro Acosta si piazza 2° davanti ad un grande Enea Bastianini. Cade Marquez quando era in testa alla gara, solo 5° Bagnaia.

È il terzo appuntamento del Mondiale MotoGP, non essendoci l’Argentina sarà anche l’ultimo prima del “ritorno” in Europa come si suol dire, nonostante abbiano corso a Portimao. Si può dire tranquillamente che finisce la pre-season ed inizieranno a fare sul serio, non che abbiano giocato finora… È stato un inizio di GP davvero incandescente, con l’attesa tutta rivolta al Pilota da corsa col numero 93. Marc Marquez è il Pilota che ha dominato su questo circuito, quasi quanto al Sachsenring. È un po’ come Imatra per Agostini, il Mugello per Valentino o Phillip Island per Stoner… Vincere già al terzo GP è letteralmente impossibile vista la concorrenza, ma parliamo pur sempre di uno talmente fenomenale che si è adattato dopo poche gare ad una MotoGP diversa. Potremmo dire che “è lo stesso per Pedro Acosta” (incredibile il fenomeno della Gas Gas) ma lui non ha un background di “un’altra moto della categoria” quindi non ha meccanismi da adattare alla sua guida. Per lui paradossalmente è più facile adesso, rispetto ad un Marquez o un Morbidelli ad esempio. Nelle prove libere sono sempre i soliti a dettar legge con Vinales e Martin in gran spolvero. Il Pilota Aprilia si prende una fantastica pole position davanti ad Acosta e Marc Marquez. Seconda fila tutta Ducati con Bagnaia, Bastianini e Martin.

GARA SPRINT

Partenza bruttissima di Bagnaia che perde tantissime posizioni mentre Marquez tira subito la staccata a Pedro Acosta portandosi alla caccia di Vinales. Al secondo giro il motore della GP23 di Diggia esplode in pieno rettilineo per fortuna alla fine della staccata, senza conseguenze. Acosta in staccata è letteralmente indemoniato, vuole vincerla e non gli interessa rischiare. Sembra una scena già vista, proprio con il Pilota col numero 93 nell’anno 2013.

Tratto del “serpentone di Austin”. Partenza perfetta di Vinales, seguito da Marquez e Pedro Acosta. Fonte MotoGP.com

Ritmo indemoniato di Vinales sin dalla partenza, le uniche emozioni le regalano Marquez, Acosta e Martin che in un giro si danno battaglia per il 2° posto. Marc sembra in difficoltà ma in realtà ne ha più di Martin e gli guadagna subito un secondo non appena sente il suo “odore” alle spalle. Posizioni invariate fino alla fine. Resta da capire cosa sia successo a Pecco Bagnaia, autore di una gara davvero opaca nella Sprint. Dalle prime indicazioni poco grip durante la gara, lui stesso ha dichiarato che “la gomma posteriore non funzionasse” e che in gara domenica sarebbe stata un altra storia. Intanto Luca Marini è la prima delle Honda…

GARA

Una partenza al cardiopalma con Bastianini che tocca Marquez e rischia di stenderlo, Martin prende subito il comando della gara ma brucia troppo presto la posteriore. Marquez ed Acosta danno vita ad un’altra battaglia epica. Dopo aver superato Pedro ed essersi messo in testa, Marquez probabilmente prende una buca sul rettilineo principale (Vinales post gara lo ha ribadito) e perde via capra e cavoli. Bruttissimo errore ma Marc c’è.

Vinales in gara con la RS-GP. Fonte MotoGP.com

Vinales è partito male a causa di uno spunto non eccezionale e si ritrova 11° a causa del contatto tra Martin e Bagnaia alla prima curva. Risale e costruisce una rimonta furiosa andandosi a prendere una grandissima vittoria. Delude oggi Jorge Martin, partito in maniera Garibaldina e con la gomma praticamente finita dopo metà gara. Delude Ancora Pecco Bagnaia, che dopo la drammatica Sprint non riesce a trasformare le parole del post gara ai fatti. Soltanto 5° dietro Martin e soprattutto un grande Enea Bastianini che manda un segnale importantissimo sia a Ducati che ad Aprilia.

Su Pedro Acosta non altro da aggiungere. Puó vincere il Mondiale, la vittoria è molto vicina. In KTM due domande dovrebbero farsele, anche se lascio uno spiraglio per i GP prossimi. Le Giapponesi non sono pervenute, inutile girare il coltello nella piaga. Luca Marini comunque la porta sempre al traguardo, anche oggi ultimo e migliore Honda.

È tutto, la pre-season è finita. Adesso si torna ai Europa e comincerà il Mondiale vero, anche se già abbiamo degli ottimi spunti.

Francky

 

P.S. Il dato interessante è che nelle Sprint Race il pilota più in forma della Ducati è Marc Marquez. 31 anni, tanta fame.

Life is racing, all the rest is waiting