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IL RITORNO DEL RE

8 luglio 2020, ore 13: per citare uno scaltro Senatore semplice “first reaction: shock !”

La Renault, ora Alpine F1 Team, ha così ufficializzato il rientro di un grande Pilota (P volutamente maiuscola), Fernando Alonso.

La lunga storia d’amore tra Fernando Alonso e la Formula Uno non poteva certo finire quel 25 novembre 2018, con un insignificante undicesimo posto, doppiato dall’allora cinque volte Campione del Mondo Lewis Hamilton, guidando quella McLaren su cui aveva probabilmente riposto tutte le speranze per riscattarsi da cinque anni di matrimonio con Ferrari, caratterizzati da qualche gioia e da molti dolori.

“Lottare” per arrivare tra i primi dieci senza avere mai speranze di vittoria o di podi per Piloti come Fernando diventa una frustrazione, per questo probabilmente decise di ritirarsi nel 2018, cercando soddisfazioni altrove: ha vinto due 24h di Le Mans e il Mondiale WEC; ha vinto la 24h di Daytona; ha partecipato al Rally Dakar; ha accarezzato il sogno, per ora accantonato, della Tripla Corona correndo la 500 Miglia di Indianapolis. Tuttavia per l’Asturiano il richiamo della Formula Uno è più forte che mai.

In Fernando coesiste la capacità di scegliere il momento e il posto giusto per sorpassare e far sì che l’avversario non possa attivare il DRS per rispondergli, come con Hamilton in Canada nel 2013, e un’innata propensione a compiere le scelte più autolesioniste possibili (a differenza del caro Lewis). Per questo motivo fin dai primi rumor sono sempre stata scettica riguardo alla possibilità di un suo ritorno.

Ritornare in Formula Uno per Fernando avrebbe senso solo se nel 2022 ci fosse una reale possibilità di giocarsi vittorie e mondiali. Correre per fare il “primo degli altri” non è mai stata la sua aspirazione, mi auguro che il progetto Alpine sia tanto ambizioso quanto il Pilota che la guiderà.

Nel 2021 sarà necessario “togliere le ruggini” dopo due stagioni di pausa. Considerando che è scontato dire chi sarà il vincitore del Mondiale 2021 (Lewis non fare scherzi !) ritengo che l’interesse si sposterà proprio nella midfield: se Aston Martin e Alpine fossero più o meno allo stesso livello ? Avremo finalmente lo scontro tra i due acerrimi avversari a “pari mezzo” ?

Fra i dubbi e le incognite riguardo al binomio Nando-Alpine vi è un’assoluta certezza: anche se quasi quarantenne Fernando ha ancora la stessa motivazione, se non maggiore, di quando ha esordito nella massima categoria, sarà questo il motivo per cui gli hanno permesso di partecipare ai test dei giovani ad Abu Dhabi ? Alle critiche su  questa decisione Fernando ha risposto: “Sono felice di vedere i miei avversari tanto preoccupati. Nel test ci saranno anche Robert Kubica e Sebastien Buemi, ma nessuno ne parla. Invece su di me si è parlato tanto, ma si tratta solo di recuperare il terreno perduto. Stiano pure tranquilli, non proveremo nessuno sviluppo”. È da queste dichiarazioni che improvvisamente capisci che per Fernando il 2021 è già iniziato e farà qualunque cosa per dimostrare di essere ancora il migliore e rodere così i fegati dei suoi detrattori.

Tra questi vorrei citare Johnny Herbert, che nel lontano 2016 suggerì a Fernando di ritirarsi perché, secondo lui, non era più motivato, paragonando le sue stagioni a quelle della “seconda carriera” di Schumacher (2010-2012). Fernando irruppe durante la diretta televisiva di Sky Sport per dirgli: “I was a world champion. You ended up as a commentator because you were not a champion, mate”, Herbert rispose timidamente: “Thanks very much, no, that’s good. I wasn’t world champion … Happy man”.

È anche per questo che la carriera di Fernando non può fermarsi ad Abu Dhabi 2018 con 1800 punti conquistati, come ci ha tenuto a specificare al suo ingegnere di pista Mark Temple che lo stava spronando in quella gara ad agguantare il milleottocentounesimo punto (MT: “There are 5 laps to go, last time round you were 6 tenths quicker than Grosjean. Gap to him is currently 5.6 seconds, theres a point here for grabs mate, let’s go get him. More performance, Multi C2, position 1 please.” ALO: “I have 1800 points” MT: “Well, for me, make it 1801”).

Fernando è così, o lo ami o lo odi, e chi ha la fortuna di amarlo come me non vede l’ora che possa arrivare in fretta marzo per ritornare ad avere quelle farfalle nello stomaco prima della partenza, per riaccendere vecchie antipatie, per ritornare a sentire quelle dichiarazioni poco politicamente corrette, con la speranza che qualcuno non lo scambi più per un bus turistico ! (“I’m losing tyre temperature like crazy because Alonso is taking a bus tour around Baku”, TR Vettel Baku 2016)

Bentornato a casa, “Nano”!

 

Francesca Zaio

RACING SHOULDN’T JUST BE FOR RICH IDIOTS. RACING SHOULD BE FOR ALL IDIOTS

Abbandoniamo il paludato mondo dell’automobilismo professionale. Se il motorsport è fatto prima di tutto passione, allora niente è più serio della 24h di Lemons, un campionato americano che fa dell’ingegnerizzazione del cazzeggio la raison d’etre.

[COURTESY OF HIPS.HEARTSTAPPS.COM]

La corsa è aperta a tutti quelli che hanno una regolare patente di guida. La regola principale però è che la macchina deve essere costata al massimo 500 dollari, manodopera e modifiche comprese. Se è costata di più il Giudice dispensa giri di penalizzazione, il cosiddetto “Bullshit Factor” – ovvero potete benissimo arrivare con una Pagani Zonda, ma sappiate che 629 giri sono tosti da recuperare.

[COURTESY OF MURILEEMARTIN.COM]

Per correre basta iscriversi, avere la macchina e la patente normale; tenete presente che comunque si tratta di una corsa dove è vietato provocare incidenti o sportellate (“divieto di lamiera contro lamiera”) pena la squalifica immediata – similmente, se vi capottate venite squalificati perché non siete degni di partecipare alla corsa – quindi non sono richieste abilità da driver professionista.

[COURTESY OF CHAMBERMASTER.BLOB.CORE.WINDOWS.NET]

Le uniche cose obbligatorie sono i dispositivi di sicurezza mentre il resto è a piacere, volante, motore e ruote incluse. E’ permesso inoltre comprare una macchina per più di 500 dollari e vendere parti del mezzo così da arrivare di nuovo alla soglia limite. Come da nome, le gare durano un numero di ore a doppia cifra, ma se siete pigri potete stare in gara anche solo 12 ore, oppure svegliarvi alla mattina della domenica tardi e incominciare a correre solo allora. Di solito per ogni stagione c’è solo una gara da 24h.

[COURTESY OF SANDIEGOREADER.COM]

L’idea che anima la competizione comunque è arrivare con la macchina più strampalata, in ogni direzione: vecchie macchine con un drago sul tetto, auto trasformate in casse da morto, van rigirati su un fianco in grado di correre etc… 

Del resto alla fine della gara non è detto che chi taglia per primo il traguardo sia il vero vincitore visto che il premio più ambito è l'”Index of Effluency”, che il Giudice assegna alla macchina che ha performato meglio in relazione alle sue possibilità (e nessuno si sognerebbe mai di contestare il Giudice). Of course, il più delle volte la gara finisce con un party gigantesco e birra a fiumi. Una volta si terminava con la “People’s curse”, una votazione popolare per eleggere una macchina da distruggere (un invito a non fare i bastardi in pista), norma poi espunta vista la crescente dedizione con cui gli equipaggi costruivano le macchine.

[COURTESY OF HIPS.HEARTSTAPPS.COM]

Esempio dotato di valore generale: un signore con una vecchia Renault Espace su cui era stato montato di F1 di una Williams (del quale mi pare che ci siano solo tre esemplari al mondo e uno è nel museo della Renault); aveva solo il piccolissimo problema che ogni tre giri si doveva fermare per almeno mezz’ora per farlo raffreddare altrimenti andava a fuoco tutto. Naturalmente il tizio non ha fatto niente per modificarla e ogni 3 o 4 giri, si fermava ai box per una mezz’oretta – innaffiando l’attesa con corpose bevute con tutti quelli che erano nei paraggi.

Ultima annotazione sul nome: oltre all’ovvia presa in giro della classica francese, “lemon” in americano è lo slang per catorcio.

[COURTESY OF MURILEEMARTIN.COM]

Riflessione semiseria finale: è la classica cretinata americana (inglesi e tedeschi fanno comunque cose simili), però forse risponde ai nostri quesiti in merito alla scomparsa dei piloti italiani. La generazione dei Giacomelli, Alboreto, Patrese proveniva anche da esperienze economiche ma formative come la Formula Monza, Formula Italia o trofeo Alfa Sud. Adesso al di fuori delle categorie classiche (e costosissime) di kart, F3 e F4 mi vengono in mente solo cose come campionati come il Ferrari Challenge o il Lamborghini Super Trofeo. Non strettamente la macchine che gli italiani si possono permettere per imparare a guidare in pista.

[Immagine di copertina tratta da RacingJunk.com]

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

LE MANS 24 HOURS 2020

Il 2020 verrà certamente ricordato come un anno nero sotto moltissimi punti di vista. La pandemia globale ha messo in ginocchio letteralmente il mondo e i paesi fanno i conti con una crisi da tempo di guerra. La strada per uscirne sembra che sarà ancora molto lunga. In tutto ciò la nicchia del Motorsport ha ovviamente subito danni ingenti: molti team hanno dovuto abbandonare i programmi stagionali e ritirare le iscrizioni, e qualcuno ha dovuto pure chiudere i battenti. Le federazioni nazionali e internazionali hanno lavorato duramente per garantire calendari soddisfacenti nella seconda parte dell’anno; e si sono volute proteggere in primis le tre grandi classiche dell’endurance: Le Mans, Spa e Nurburgring.

ACO e FIA hanno trovato uno slot per fissare la 24 ore a metà settembre, in modo da non finire troppo in là coi tempi rischiando di trovare freddo e brutto tempo. La gara di quest’anno sarà tutta diversa e inedita.

Innanzitutto non c’è stato il consueto Test Day due settimane prima della corsa, ma questo tempo viene in parte recuperato dall’aumento delle ore di prove libere del giovedì. Inoltre le qualifiche saranno differenti perché non ci saranno più le lunghe sessioni notturne, ma solo un turno di 45 minuti e poi la HyperPole per assegnare i primi posti in ogni categoria. Un fattore importante da non sottovalutare è la differente distribuzione giorno/notte nell’arco delle 24 ore. Ciò sicuramente influirà sulle temperature in pista e nelle scelte di gomme dei vari team, magari prediligendo compound più soft prevedendo un clima non proprio torrido. Ovviamente la grande differenza sarà data dall’assenza totale o quasi di pubblico; in realtà c’è l’intenzione di permettere a 5.000 spettatori di assistere alla gara, ma data la situazione dei contagi in Francia non si sa ancora se sarà dato il via libera per questa iniziativa.

Le defezioni purtroppo ci sono anche in pista, soprattutto di team ufficiali/factory. Per esempio in LMP1 le Ginetta non ci saranno e il numero di partenti è solamente di 5 unità con due Toyota, due Rebellion e la Bykolles. Forse la LMP1 sarà la classe “regina” ma senza corona, nel senso che susciterà pochissimo interesse per il risultato che alla lunga sembra scontatissimo per una terza vittoria consecutiva Toyota alla 24 ore. Sembra proprio di essere tornati indietro di 15-16 anni con una marea di team privati e pochissimi team ufficiali, ma Le Mans è proprio questa: il sogno di molti uomini di poter correre con i loro mezzi la gara più famosa del mondo.

In LMP2 la griglia è nutritissima con ben 24 auto, di cui oltre a quelle WEC ce ne sono molte provenienti dall’ELMS e alcune one-off. Fare un pronostico in questa classe è veramente complicato; di certo i team iscritti al mondiale sono certamente i più esperti ed attrezzati per il successo finale. Da notare che la quasi totalità dei team è dotato della Oreca, che negli anni ha dimostrato di essere il benchmark in LMP2, mentre ci sono due Aurus del G-Drive, 3 Ligier e la sola Dallara del team Cetilar. Di sicuro questa categoria regalerà una battaglia per la vittoria fino alle ultime battute, visto che sono presenti team di livello come United Autosport, Jota, Signatech Alpine, G-Drive e molti altri.

La classe dove sono presenti le case ufficiali sarà come negli ultimi anni la GTE-Pro, che quest’anno è ridotta quasi all’osso a causa delle defezioni annunciate di Ford e BMW, a cui si aggiungono Porsche NA e Corvette a causa degli impegni del calendario IMSA compresso. Per cui in griglia rimangono solo 8 vetture di cui sei sono le consuete Aston Martin, Ferrari e Porsche che gareggiano nel WEC. Le due one-off sono due Ferrari 488 GTE: una del team Risi con una line-up tutta francese, mentre la seconda è del team statunitense Weatertech ma non si presenta con un equipaggio veramente a livello dei Pro.

La situazione di classifica vede alla vigilia l’equipaggio Thiim-Sorenesen, il “Dane Train” con la Vantage #95 saldamente al comando inseguiti dai campioni in carica Estre-Christensen con la Porsche #92; mentre il primo equipaggio AF Corse con Pierguidi-Calado è più staccato e sembra fuori dalla lotta. Le Mans è fondamentale però perché regala punteggio doppio, e quindi non sono da escludere ribaltoni clamorosi.

Nella classe GTE Am si ripete un po’ la stessa situazione già vista in LMP2, con tantissimi team provenienti dall’ELMS o i vincitori dell’Asian Le Mans Series che si sono guadagnati un posto per le la 24 ore. Qui come sempre la prestazione e il risultato finale dipenderanno dalla bravura dei “gentleman” driver categorizzati Bronze. Infatti mentre i piloti professionisti possono fare pochi decimi di differenza, un pilota Bronze a suo agio e con la giusta confidenza può far guadagnare tanti secondi al giro ed essere determinante nella performance dell’equipaggio. La griglia conta 22 auto di cui la maggior parte sono Ferrari, seguite dalle “vecchie” Porsche 911 RSR e solamente due Aston Martin.

Siamo dunque pronti a vivere una strana Le Mans, dall’atmosfera assolutamente surreale sperando rimanga l’unica edizione di questo genere. La gara sarà trasmessa come sempre live su Eurosport con anche le sessioni di prove e qualifiche. Per cui tutti incollati sul divano per seguire i nostri team preferiti in questa Le Mans deserta.

Il Gran Marshall della gara (Emanuele Pirro) darà il via alle 14.30 di sabato 19 settembre.

ENTRY LIST

https://assets.lemans.org/explorer/pdf/courses/2020/24-heures-du-mans/entry-list-24-heures-du-mans-2020.pdf

Buona gara a tutti!!

Aury

STEFAN BELLOF- THE RINGMEISTER

Non esiste curva dove non si possa sorpassare (Ayrton Senna).
Stefan lo sapeva benissimo quando scelse la curva delle curve a Spa per fare quel sorpasso……
Ogni curva ha una traiettoria ideale, quella più veloce, una sola. Ma la si può percorrere in tanti modi, con LINEE diverse che talvolta si incrociano. Il buon esito degli incroci dipende sempre dallo SPAZIO e dal TEMPO in cui si verificano. E le traiettorie delle curve somigliano in maniera impressionante alle linee della vita degli uomini e dei piloti, quando esse si incrociano più volte nello spazio e nel tempo della loro esistenza.
Le linee perfette, quelle che il biondino tedesco si mise in testa di disegnare il 28 maggio 1983.

immagine tratta dal sito grahama.net

Durante le qualifiche della 1000 Km del Nurburgring sul tracciato della Nordschleife appare il TEMPO: 6’11”13…… Al box non sembrano crederci visto il distacco impensabile dalle altre auto. Quel giorno Stefan era a bordo di una Porsche 956 dello squadrone ufficiale Rothmans schierato nel mondiale Endurance.
Quando scese dall’auto non era soddisfatto perché credeva si potesse far meglio e avrebbe voluto riprovarci ma il suo box lo trattenne. Chi meglio di lui che aveva vissuto il suo giro dall’interno della Porsche poteva dire che il tempo si sarebbe potuto migliorare? Nessuno, solo lui. Ma forse non si rendeva conto che si era già impadronito di un record che sarebbe durato per sempre, che aveva già riscritto la storia sul tracciato più difficile mai disegnato sulla Terra. Forse non si rendeva conto che si era già impadronito dello scettro del Ring che sarebbe rimasto per sempre nelle sue mani…o molto più semplicemente non gli bastava…
Il giorno dopo il suo show continuò sull’asfalto bagnato della partenza della corsa, con altre curve ed altre linee. Stefan stava dominando la gara facendo una differenza abissale nei suoi turni di guida rispetto al suo compagno di auto Bell, ma anche rispetto all’equipaggio della vettura gemella che vedeva a bordo Mass e il belga Jackie Ickx, ovvero quello che fino al giorno prima era considerato il Re del Nurburgring dall’alto delle sue vittorie. La gara era ampiamente sotto controllo quando smise di piovere e l’asfalto si asciugò.. sarebbe bastato controllare, prendersela comoda e arrivare serenamente al traguardo. Ma tutto questo non bastava a Stefan: lui non voleva la vittoria, lui voleva battere il suo record dominando ancora una volta il Ring e la sua intera foresta. E aveva ragione, perché d’improvviso al primo intertempo di un giro qualunque il box si accorse che Stefan stava facendo esattamente l’opposto rispetto al cartello “slow” che gli era stato esposto dal muretto: Stefan era sotto il suo tempo del giorno prima…aveva ragione lui…
Se è vero che capisco qualcosa della testa dei piloti quel giorno lui avrebbe voluto abbattere il muro dei sei minuti, l’ho sempre pensato. Ma il Ring è tutto un insidia, tutto un imprevisto che si ribella nel momento stesso in cui non si sente rispettato… E il biondino tedesco lo stava dominando ancora una volta. Il dosso della Sprunghugel era in agguato per farlo volare e atterrare malamente sbriciolando la sua 956 tra le lame dei suoi guard-rail. Gara buttata e vittoria regalata nelle mani di Ickx e Mass. La leggenda narra che tornò ai box a piedi da solo chiuso nei suoi pensieri attraverso il bosco. Ma ormai il Ring era conquistato e lui era già diventato il RINGMEISTER. Nonostante la gara vinta, Ickx comprese che lo scettro gli era stato strappato dalle mani da un ragazzino irriverente dotato di una classe sopraffina e di un coraggio fuori dal comune, da un ragazzino che nel box ascoltava in silenzio i consigli degli ingegneri salvo poi salire in macchina facendo l’unica cosa che sapeva fare, ovvero dare del gas meglio di chiunque altro..

immagine tratta dal sito motorsport.com

Linee della vita che si incrociano.
3 giugno 1984 Gran Premio Di Monaco di Formula Uno.
Jackie Ickx (pilota Porsche) è il direttore di corsa della famosa gara fermata al trentunesimo giro..Vince Prost su McLaren Tag-Porsche davanti ad un Senna che si sente derubato della vittoria e che segna l’inizio di una delle più celebri rivalità della storia della Formula Uno. E questo lo sanno anche i muri…ma solo gli appassionati sanno che dietro a questi due un tale tedeschino biondo stava rimontando ad un ritmo ancora migliore rispetto a quello di Senna. Il cronologico dei tempi mostrava che Stefan avrebbe potuto raggiungere il brasiliano entro fine gara se la stessa non fosse stata fermata. Ce l’avrebbe fatta a sorpassare Ayrton? Una domanda alla quale non avremo risposta mai perché Ickx decise di fermare la corsa ed anche quella rimonta privandoci dello spettacolo che sull’acqua stava mandando in mondovisione il tedeschino terribile. Poco importa la polemica sull’irregolarità della Tyrrell. Quei pochi chilogrammi in meno erano del tutto inifluenti su una corsa bagnata e soprattutto alla luce della differenza che Stefan aveva messo in mostra rispetto a chiunque altro…. Ickx e Bellof…ancora una volta un incrocio di linee….

immagine tratta dal sito motorsportretro.com

Arriviamo al 1 settembre 1985 sul circuito di Spa-Francorchamps. Altro circuito non banale, dove le linee e le traiettorie diventano poesia, dove i boschi circondano il circuito come al Ring, dove un pilota è in grado di mostrare tutto il suo talento e la sua classe.

immagine tratta dal sito f1sport.com

Stefan non è più nel team ufficiale Porsche nonostante abbia vinto il mondiale 1984. Corre per Brun che mette in pista sempre una Porsche ma dell’anno precedente confronto alla nuova 962 ufficiale su cui siede sempre lui….Jackie Ickx…
Il belga è in testa alla gara ma Stefan da dietro risale fregandosene altamente di essere alla guida di un mezzo inferiore: Il belga è un pilota navigato, con oltre vent’anni di carriera alle spalle e sa benissimo che non potrà mai contenere quella furia della natura che presto o tardi si scatenerà su di lui tentando il sorpasso…gli resta solo da capire dove e quando quel sorpasso avverrà, perché è palesemente inevitabile e lui nulla potrà. Infatti Stefan agguanta la 962 di Ickx al tornantino della Source, gli si butta in scia e prima dell’Eau Rouge ne esce affiancando il belga che non ci sta e non gli lascia ne lo SPAZIO e ne il TEMPO lanciando Stefan contro le protezioni ad oltre 200 all’ora per il suo ultimo respiro……..
Finisce il film della vita del biondino che era già entrato nei cuori della gente per il suo modo di guidare e di essere, lasciandoci orfani di un Campione che avrebbe deliziato gli occhi di tutto il mondo, lasciandoci nel cuore il pensiero di ciò che sarebbe potuto essere e che non è stato. Le linee delle curve e della vita di Stefan e di Ickx si incrociarono per l’ultima volta ed ancora una volta fu Stefan a pagare il conto.
Ickx-Mass … Su quella Porsche viaggiavano entrambi i piloti le cui linee sull’asfalto incrociarono quelle dei miei eroi giovanili Gilles e Stefan nell’ultimo istante delle loro esistenze, quando i due non avevano ancora finito di tracciare quelle della propria vita sportiva e non.

Oggi sono 34 anni da quel giorno caro Stefan, ma il ricordo dei tuoi tifosi è ancora vivo, perché la linea della tua vita ha incrociato le nostre, perché il tuo TEMPO resterà per sempre nella storia di questo sport spesso crudele e perchè il tuo SPAZIO resterà solo tuo nel cuore dei tuoi tifosi.
Ciao Stefan, ovunque tu sia…

Immagine in evidenza tratta dal dal sito theracemode.com

Salvatore Valerioti

24H LE MANS VIRTUAL

I motori reali stanno tornando a rombare, gare e campionati a breve inizieranno questa particolarissima stagione fatta di rinvii, cancellazioni, double header e tour de force mai sperimentati. Finalmente dopo circa 4 mesi di chiusura totale si torna a respirare una “quasi” normalità anche nel Motorsport, in cui comunque il Covid-19 ha sicuramente lasciato un segno indelebile e nel futuro si vedranno gli effetti anche a lungo termine. In questo periodo l’unica possibilità per “simulare” le gare è stata appunto grazie all’utilizzo massiccio dei simulatori, sia da parte degli abituali sim-racer, sia per i veri piloti che si sono voluti mettere in gioco nelle sfide virtuali. Praticamente ogni serie mondiale ah organizzato campionati e gare su diverse piattaforme, tanto da intasare letteralmente ogni week-end con eventi multipli da seguire uno via l’altro. Questa pandemia ha dato l’occasione unica al mondo virtuale di farsi vedere ed apprezzare per la sua estrema versatilità e profondità di scelta, infatti si può correre praticamente sempre e con tutto ciò che si vuole.

La “stagione” virtuale culmina con un gran finale degno di questo nome; la 24 Ore di Le Mans Virtual infatti è stata pensata per essere un evento di grande portata, sicuramente senza precedenti nel mondo virtuale. Pensandoci bene questa gara sarà l’occasione più unica che rara di apprezzare un parco piloti estremamente vario, dai campioni e le star della F1 ai più talentuosi sim-racer passando dai veri piloti del campionato Endurance che l’hanno fatta per davvero la 24 Ore. Avremo l’occasione di vedere gente come Alonso, Verstappen, Button, Leclerc, Barrichello, Montoya, Massa, Norris e tanti altri finalmente nella stessa competizione, seppur in due categorie differenti.

Vediamo come si compone la griglia. Sulla piattaforma scelta (RFactor2) sono ammesse in totale 50 vetture, divise fra LMP2 (Oreca 07) e GTE di cui è possibile scegliere fra Porsche, Ferrari, Aston Martin e Corvette. Ogni equipaggio deve schierare 4 piloti, di cui almeno 2 professionisti e gli altri in molti casi sono esperti sim-racer. Il tempo minimo di guida è di 4 ore a pilota e il massimo è di 7 ore, per cui bisogna bilanciare bene gli stint, specialmente facendo attenzione alla fase notturna che potrebbe essere più problematica per alcuni piloti in questo gioco. I vari team potranno modificare ed affinare il proprio setup da usare in gara, e le GTE anche se sono diverse sono bilanciate nelle prestazioni teoriche, per cui verrà premiato chi saprà fare il setup migliore e chi sarà più abile e costante nell’arco delle 24 ore. Per quanto riguarda le caratteristiche ambientali è ovviamente implementata la transizione giorno-notte in modo realistico, meteo random e vetture danneggiabili con possibili veloci riparazioni ai box.

Il richiamo di questo evento è riuscito a coinvolgere molti team realmente partecipanti al campionato WEC, come Rebellion e altri nomi conosciuti in LMP2. Addirittura la Toyota è presente con ben 3 vetture, nonostante non siano le consuete TS050 Hybrid, ma solo delle Oreca LMP2 con una livrea a replicare fedelmente i colori delle vere LMP1 ibride della casa giapponese. In classe GTE la presenza di costruttori e team ufficiali è ancor più massiccia, infatti sono schierate le quattro Porsche 911 RSR ufficiali, tre Ferrari 488 GTE, 3 Aston Martin Vantage e le due Corvette. Tutti questi team presentano almeno un pilota ufficiale per ogni vettura e hanno anche degli ingegneri dedicati al setup e alla comunicazione con i piloti, avvicinando questa gara più alla realtà che ad un “gioco”.

L’ACO ha deciso di trasmettere più diffusamente possibile questo evento, per cui sarà visibile integralmente sul canale YouTube della 24 Ore di Le Mans. In Italia è anche possibile seguire la diretta su Sky Sport F1, dove Vanzini e Bobbi saranno al commento della gara e promettono molto intrattenimento con gli spettatori e interviste ai piloti durante le ore di riposo dalla guida.

Quindi sembra che ci siano tutti gli ingredienti per un bellissimo week end di divertimento, di sicuro sarà un’occasione unica e non si ripeterà più. Le qualifiche saranno venerdì sera in sessioni sprint da 20 minuti, mentre il via sarà come da tradizione vera alle 15.00 di sabato.

 

SPOTTER GUIDE

 

ENTRY LIST

https://24virtual.lemansesports.com/upload/24H_Le_Mans_virtual_provisional_team_entry_list.pdf

Buona 24 Ore virtuale!!

Aury