UNA DOMENICA CHE E’ GIA STORIA

Signori e signore,

anche per noi amanti dei motori (che per una volta tacciono) questa domenica è già da ricordare. I nostri ragazzi che ci hanno portato a poter vivere questa giornata.

Matteo Berrettini ha già realizzato un sogno bellissimo che potrebbe diventare sublime se  quella coppa inglese finisse mai nelle sue mani. E’ vero, si trova davanti ad un gigante del tennis di nome Nole, ma non si sa mai. Nel tennis non sei mai “morto” fino all’ultima palata di terra, quindi “FORZA MATTEO IL BRING E’ CON TE”

E poi ci sono i nostri azzurri, belli, forti e baldanzosi pronti a regalarci un altra perla da incastonare nell’albo d’oro di una delle Nazionali di calcio con il palmares più prestigioso del Mondo.

Il Mancio è stato quasi perfetto sino ad oggi e manca solo un ultimo passo per poter cacciare in cielo un urlo che stiamo soffocando da troppo tempo. Farlo in uno dei templi mondiali del calcio contro chi l’ha inventato questo sport sarebbe poesia.

Comunque vada grazie ragazzi, grazie Mancio, grazie Matteo per essere riusciti a portarci a vivere questo giorno.

FORZA ITALIA.

 

(immagine in evidenza tratta dal sito di eurosport)

 

 

BUON VIAGGIO LOLE

“Tormentato e tormentoso” come lo definì il Drake. Il “nessuno dei due” della risposta di Niki alla domanda “consideri Reutemann più un amico o un rivale?”. La chioccia che svezzò Gilles. L’uomo che domò la Nordschleife su una Formula 1 nel 1975 salvo poi perdersi in un parcheggio di Las Vegas quando c’era solo da “spingere la palla in rete” nell’ultima  gara del Mondiale 1981 condotto in testa dal secondo GP in avanti (in barba a Jones ed al suo contratto di prima guida con la Williams). Il Pilota che non salì sulla T4 da titolo convinto che Chapman con la sua 80 gli avrebbe consentito di dominare il Mondiale come e meglio di Andretti sulla 79 l’anno prima.

Ciao Lole, ti abbiamo voluto bene davvero. Buon viaggio

BASTIAN CONTRARIO: IL CIRCO

Nel “Bastian Contrario” di questa settimana non sarò politicamente corretto (mi chiedo quando mai lo sono stato), non sarò indulgente e nemmeno generoso.

Come potrei esserlo del resto dopo lo spettacolo osceno a cui abbiamo assistito domenica scorsa… un circo! Senza offendere l’arte circense e chi ci lavora, il sottoscritto si riferisce all’accezione negativa del termine. Purtroppo non ci sono parole e nemmeno perifrasi per edulcorare lo scempio e l’ingiustizia a cui tutti noi appassionati siamo stati costretti ad assistere; per non parlare dei piloti in pista.

Proprio la settimana scorsa, scrivevo del fatto che nonostante il vertice fosse diverso (ora è il momento di Verstappen), di fatto nulla era cambiato, perché il vincitore sempre solo era, privandoci dei ruota a ruota che tutti quanti stavamo aspettando; proprio tra Max e Lewis. Va bene, al vertice non cambia nulla in termini di spettacolo, ci accontentiamo almeno che non sia sempre lo stesso a vincere… ok! Eppure nel midfield, come gli anglofoni nostrani amano dire, qualcosa inizia a muoversi, qualcosa si vede. Lotte serrate iniziano ad essere sempre più vistose, in quanto i valori  per i piloti appartenenti a questo gruppo, sono molto ravvicinati. Inevitabilmente con i ruota a ruota la FIA, per mano dei suoi commissari, ha gli straordinari da fare, straordinari dettati dalle regole cervellotiche, scellerate e castra piloti che un codice della strada levate proprio!

Chi vi scrive è sempre stato per la libertà assoluta e più totale delle lotte in pista (per non parlare della parte regolamentare per quanto riguarda la progettualità e i test); salvo rispettare il minimo sindacale del comportamento in pista. Questo perché, i piloti in pista sono dei consumati professionisti (bhe certo, poi penso a Mazepin…) e soprattutto sono esseri umani coscienziosi e non degli assassini che si mettono a giocare alla “death race”. Quindi ben venga la libertà di espressione in pista (e magari anche fuori), ben vengano i corpo a corpo, quelli maschi, duri e puri come una volta. Non mi risulta che i piloti che hanno contribuito a rendere grande il nostro sport, si siano fatti del male intenzionalmente tra loro. Se perdevano la vita purtroppo, è proprio perché non c’era tutta la sicurezza che la tecnologia oggi permette di avere.

Evidentemente Masi&Co. non la pensano come il sottoscritto e a partire dal duello tra Norris e Perez (ove quest’ultimo domenica scorsa certamente era in “tiro forte”), si apre il circo austriaco. Un duello rusticano in piena curva, dove i due rimangono affiancati per tutta la lunghezza della stessa senza toccarsi e dove il messicano ha la peggio, perché si ostina a mantenere quella posizione impossibile; nonostante velocità e raggio della curva gli dicevano il contrario. Risultato? Perez si salva per il rotto della cuffia, Norris prende il largo e noi ci alziamo dal divano tutti sugli attenti per l’emozione! Poco dopo si consuma la prima porcata del GP con cinque secondi di penalità all’inglese. Ciò apre il cosi detto precedente per quello che avviene dopo: infatti il messicano fa per ben due volte di fila a LeClerc, quello che Norris ha fatto a lui con una piccola differenza… mentre l’inglese è stato pulito nella chiusura nei suoi riguardi; Sergio col ferrarista ci va giù duro. Sebbene avessi già preso il calendario in mano per l’azione di Perez nei confronti di Charles, ero pronto anche a chiudere un occhio sull’accaduto, se non altro perché il ferrarista con un manico che non vedevo da tempo, ci ha regalato l’emozione di mostrarci come tenere la sua SF21 sulla ghiaia ad una velocità pazzesca. In questo caso la direzione commina i cinque secondi (sacrosanti comunque) al messicano; del resto dopo quello che ha fatto a Norris questo era il minimo. Qui si consuma la seconda porcata del circo a cui stiamo assistendo: i secondi non vengono scontati subito! Sono anni che dico che questa è una regola oscena: se viene data una punizione, questa deve essere inflitta immediatamente (al massimo nei tre giri successivi alla comunicazione) e non ad uso e consumo della squadra, la quale ha la possibilità di farsi tutti i conti che più gli convengono e soprattutto; avendo la possibilità di condizionare la gara degli altri. Eh si, perché Perez (del resto anche Norris… le regole sono uguali per tutti) ha continuato a rimanere in pista condizionando la gara di chi gli stava dietro.

Il circo si sa, non conclude mai lo spettacolo senza lo show finale, cosa che puntualmente ci è stato gentilmente offerto alla seconda tamponata (gratuita e volontaria), sempre di Perez ai danni del solito e più veloce Leclerc. Peccato che lo show a cui la FIA ci ha fatto assistere, abbia toccato uno dei punti più bassi della sua storia recente: coerentemente con quanto fatto prima, come in una squallida raccolta punti, commina altri cinque secondi al messicano da sommare a quelli precedenti e naturalmente da scalare alla bandiera scacchi… perché Sergio nel frattempo, si è sparato il resto del GP comodamente fino alla fine, cercando di mettere al sicuro la sua posizione; proprio ai danni del suo bersaglio rosso preferito.

Signore e signori che mi leggete, ho terminato le parole per descrivere lo scempio a cui abbiamo assistito. Sia chiaro, ciò che mi scandalizza non sono gli incidenti di gara o le “forzature” alle quali Perez si è prestato… sono piloti, c’è adrenalina, sono li per lottare e questo lo comprendo.

Ciò che mi lascia perplesso è chi deve sorvegliare affinché le regole vengano rispettate. Domenica ho visto che la qualità del garante non è all’altezza di quella che è in pista e questo è un problema serio, perché a causa di ciò, è possibile condizionare il risultato di un GP; per non parlare di un mondiale intero. Che la F1 venga definita “circus”, dove porta il suo baraccone iper tecnologico in giro per il mondo; a far sognare milioni di appassionati mi sta bene. Che la F1, si trasformi in un circo inteso come baraccone che diventa una buffonata, questo non mi piace e purtroppo dopo domenica scorsa, un altro pezzo della sua credibilità è stato intaccato.

Vito Quaranta

SORPASSO IN VETTA – DONINGTON PARK WORLD SBK

Possiamo dirlo forte, questa Superbike ci piace ed anche tanto. Sarà stata la magnifica cornice di Donington Park, una cattedrale insieme ad Imola ed Assen delle derivate di serie, ma questo Round è stato pazzesco.

Donington Park, foto WorldSBK

La Superspole si è svolta con pista bagnata, con condizioni al limite in cui Rea ha dato una lezione di guida a tutti con distacchi abissali (Toprak ne sa qualcosa…) ma le gare si sono svolte in condizioni miste al sabato ed asciutte la domenica.

Chi ne esce vincitore è Toprak Razgatioglu. L’alfiere Yamaha riscatta una pessima qualifica e si impone in gara 1 e gara 2, cedendo a Rea soltanto nella Superspole Race. Il vero miracolo Toprak lo compie in gara 1, dove parte 13° e si ritrova 1° nel corso di un paio di giri creando il suo vantaggio in condizioni di pista davvero difficili, rifilando “3 secondi” nel 3° giro a Jonnhy…

Nella Superpole Race vince facilmente il Campione in carica ma il risultato davvero bello è la doppietta BMW sul podio con Sykes e Van Der Mark che occupano 2° e 3° posto. Oltretutto Sykes si riconferma sul podio anche in gara 2, confermando la bontà del progetto BMW.

In gara 2 il turco compie un altro capolavoro, “giocando” con Rea per tutto il tempo (IMHO). Prova ad andare in fuga, non ci riesce e si fa superare mettendosi alle spalle del Nordirlandese.

Risultato? Rea commette il primo errore, non andando a punti, dopo 33 gare scivolando alla curva 8. Prima di allora ne aveva passate altre 48 andando sempre a punti, questo è il suo secondo “zero” in 83 gare. Un errore che porta al cambio in vetta nel Mondiale ma che non cambia assolutamente i valori delle carte in tavola.

Gara di grande spessore anche per Garrett Gerloff, la vera sorpresa del Mondiale Superbike. Il Texano non aveva mai corso a Donington ed i saliscendi della pista Britannica esaltano le sue doti di guida. Il risultato è 5° posto assoluto nel Mondiale ad una sola lunghezza da Michael Rinaldi, che corre nel Team Ufficiale Ducati. Tanta roba.

Chi delude certamente sono le Ducati e le Honda. Se dalla casa Giapponese potevamo aspettarci questo risultato, non si direbbe lo stesso della Ducati che passa dalle stelle di Misano alle stalle britanniche. Mai incisivi entrambi i Piloti con miglior piazzamento il 4° posto di gara 2 per Scott Redding. La vetta è a 66 punti, molto lontana per adesso.

Immagine WordlSBK.com

Il Mondiale è giunto al completamento del 4° di 13 Round. Rea per la prima volta in stagione non va a punti, ma ha vinto 5 gare su 12, contro le 3 di Toprak. Razgatioglu però finora è sempre andato a punti mostrando una costanza impressionante.

Classifica Mondiale 👇

1️⃣ Razgatioglu 183 YAMAHA

2️⃣ Rea 181 KAWASAKI

3️⃣ Redding 117 DUCATI

4️⃣ Lowes 114 KAWASAKI

5️⃣ Rinaldi 94 DUCATI

6️⃣ Gerloff 93 YAMAHA

7️⃣ Sykes 89 BMW

8️⃣ Van Der Mark 81 BMW

Cosa succederà ⁉️ Attenzione a parlare di "pressione psicologica" su Rea... È lo stesso che resse le 11 vittorie consecutive nei primi 4 round di Bautista e Ducati nel 2019 e sappiamo tutti come andò a finire...

“Godiamoci questo Mondiale senza troppe seghe mentali e che vinca il più forte”.   

✍️ Francky

 

 

VERSTAPPEN CONCEDE IL BIS A SPIELBERG. HAMILTON SEMPRE PIU’ PREOCCUPATO.

GP d’Austria 2020, il primo della storia a porte chiuse. GP d’Austria 2021, il primo dopo la pandemia con il pubblico senza limitazioni. Spielberg è evidentemente il luogo deputato per sperimentare quella che lo scorso anno abbiamo chiamato la “nuova normalità”, e per tornare, speriamo definitivamente, alla vera normalità.

Come era prevedibile, la ripetizione sullo stesso circuito a distanza di una settimana non offre grandi sorprese nella gerarchia dei valori, a parte Norris che si issa in prima fila, con Verstappen ovviamente in pole e il compagno in terza posizione. Le due Mercedes si qualificano quarta e quinta, e, per loro, si prospetta una gara in salita.

Quando si spengono i semafori, i primi partono con relativa tranquillità, mentre dietro si scatena la lotta senza quartiere per guadagnare qualche posizione. Ne fa le spese Ocon che è vittima del sandwich di altre due monoposto e danneggia la sospensione. Esce così subito la Safety Car per consentire la rimozione dell’auto del francese, operazione che richiede solo due giri.

Verstappen riparte al rallentatore, forse per favorire il compagno di squadra. La mossa gli riesce e Perez infatti attacca Norris, ma l’inglese resiste e il messicano finisce nella ghiaia perdendo molte posizioni. Dietro i primi due, Hamilton e Bottas ingaggiano una breve lotta, ma l’inglese resta davanti.

Dietro di loro, Leclerc rovina una buona rimonta con una staccata su Vettel che rischia di finire come un anno fa. Fortunatamente per entrambi, questa volta è solo il ferrarista a rimetterci qualche posizione.

Dopo 9 giri Verstappen ha già 4 secondi su Hamilton, bloccato dietro a Norris. 

Le due Alpha Tauri, partite con gomme soft come le due Aston Martin, inaugurano la serie di pit-stop al giro 13.  Perez, dopo l’uscita di pista, è in difficoltà e si fa superare da Leclerc.

Al giro 21 arriva la tegola per Norris, che viene assurdamente penalizzato per il duello con Perez, reo, secondo la severissima direzione gara, di non avergli lasciato spazio. In quel preciso momento, Hamilton riesce a superarlo e va alla caccia di Verstappen, che ormai è a 10 secondi.

Norris e Bottas si fermano al giro 31, con il primo che sconta la sua penalità e perde ovviamente la posizione. Hamilton si ferma al giro successivo, subito imitato da Verstappen e da Perez, che così prova l’undercut su Leclerc, con il quale era in lotta. Undercut che puntualmente riesce, nonostante i meccanici Red Bull riservino al messicano un altro pit-stop lento.

A metà gara, Verstappen ha ben 13 secondi di vantaggio su Hamilton, e 18 su Bottas, seguito a 2 secondi da Norris.

Dopo il cambio gomme, Leclerc è una furia, e recupera velocemente su Perez, Il quale gli riserva lo stesso trattamento che aveva ricevuto da Norris, spedendolo sulla ghiaia nella stessa curva. E, per coerenza, si prende 5 sec. di penalità. Fortunatamente  Charles non sembra avere danneggiato la macchina, ma si ritrova ad un secondo e mezzo dal messicano.

Hamilton inizia a perdere vistosamente da Verstappen. L’inglese ha danneggiato il fondo passando sui cordoli, e si ritrova con il posteriore difficile da controllare. Bottas recupera su di lui, e, a sua volta, Norris recupera sul finlandese. A quest’ultimo viene però detto di non dare fastidio al compagno di squadra.

Leclerc ritorna su Perez e viene nuovamente mandato nella ghiaia. Inevitabili le proteste del monegasco, e l’investigazione della direzione gara, che comminerà a Checo altri 5 secondi.

L’ultimo a fermarsi al giro 50 è Sainz il quale, partito con gomme dure, è l’unico, a questo punto della gara, ad avere gomme medie, e si trova a soli 7 secondi dal trio Ricciardo-Perez-Leclerc con ancora 20 giri da percorrere.

Al giro 52, la Mercedes autorizza lo scambio di posizioni fra Bottas ed Hamilton, il quale si ritrova a fare i conti con Norris, che lo supera facilmente e si riprende il podio. Lewis si ferma immediatamente per un secondo pit-stop.

Al giro 56 Perez supera un Ricciardo in difficoltà, messo subito nel mirino anche da Leclerc. Ma la McLaren è troppo veloce in rettilineo, e il ferrarista non riesce a raggiungerlo, e deve iniziare a preoccuparsi del compagno Sainz che sta rinvenendo velocemente su di lui. 

Al giro 61 Verstappen ha quasi 30 secondi di vantaggio su Bottas, e viene fatto fermare per sicurezza per montare un treno di gomme dure nuove.

Impossibilitato a superare Ricciardo, Leclerc fa passare Sainz il quale, nonostante gomme più nuove e morbide, fatica inizialmente a raggiungere l’australiano. Riuscirà però a superarlo all’ultimo giro, giusto in tempo per evitare che Perez guadagni quei 10 secondi che gli permetterebbero di mantenere, ingiustamente, la quinta posizione nonostante le due penalità.

La gara finisce così con Verstappen primo e autore anche del giro più veloce, seguito da Bottas e da un fantastico Norris. Quarto Hamilton, che vede l’olandese allontanarsi nel mondiale. Quinto un bravissimo Sainz, seguito da Perez, Ricciardo e Leclerc. Nono Gasly e decimo un coriaceo Alonso, riuscito in extremis ad agguantare l’ultimo punto ai danni del povero Russell, autore di una gara strepitosa con una Williams per una volta affidabile,

Gara, invece, a dir poco squallida per le due Aston Martin e le due Alfa Romeo, con Vettel e Raikkonen che si sono tristemente scontrati all’ultimo giro, a causa di una manovra assurda del finlandese, che appare, ultimamente, molto distratto. Tralasciando le due inutili Haas, menzione speciale per il protegé Honda che di nome fa Tsunoda, capace di beccarsi due inutili penalità per taglio della riga bianca in ingresso box. Domani ascolteremo con piacere i suoi team radio.

Ora una settimana di pausa e poi Silverstone, con ancora pubblico pieno, e, soprattutto, con il debutto della rivoluzionaria Sprint Race, che rappresenta l’ultimo colpo d’ascia ai gloriosi 70 anni di storia della F1. Ma, si sa, le cose devono evolvere, e vedremo, con curiosità, cosa ci riserverà questa novità.

P.S. Dietro i risultati di Norris c’è anche un certo Andrea Stella, che è passato dal fenomeno Nando al fenomeno Lando. Ovviamente fuori dalla Ferrari, come tanti suoi ex-colleghi che hanno trovato da far bene in altri lidi.

P.S. 2. I ferraristi si rassegnino, Silverstone sarà pista ostica e la macchina è sempre quella del Bahrain. Tutto è puntato sul 2022. Con buona pace dei due grandi talenti che guidano la rossa, che devono farsi altre 14 gare alla caccia di quinti e sesti posti. La si può pensare come una giusta gavetta, strano farla in un macchina col cavallino sulla carrozzeria.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing