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F1 2021 – GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Passati con sommo gusto gli europei di calcio, la “perfida Albione” ospita un altro crocevia fondamentale del calendario sportivo 2021.

Magari non avrà lo stesso appeal e seguito di una finale di un europeo di calcio ma l’avvenimento è di quelli attesi, anzi attesissimi dagli appassionati di motori.

Si va a Silverstone per il Gp di Gran Bretagna, a “casa loro” ancora una volta, la casa di oltre la metà dei team impegnati in F1 e che hanno le rispettive sedi operative in Inghilterra.

Ripetitivo dire cosa rappresenti il circuito e questo GP nella storia della F1, semplicemente qualcosa che è essa stessa la storia della F1, inconcepibile una sua eventuale scomparsa dal calendario mondiale.

Due i grossi motivi di aspettativa per questo GP: un weekend di gara rivoluzionato con l’introduzione della sprint qualifying e l’attesa reazione Mercedes su una pista che dovrebbe favorirla e che l’ha sempre vista protagonista.

Andiamo con ordine…partiamo col dire che il format di gara (che si ripresenterà di sicuro a Monza e forse a Interlagos), prevede un venerdì con un’ora di FP1 al pomeriggio e qualifica dalle 19:00 alle 20:00 per determinare la griglia di partenza della SQ.

immagine da formula1.com

Al sabato altra ora di FP2 dalle 13:00 alle 14:00 e SQ dalle 17:30 della durata di 100 km (17 giri a Silverstone) e il cui ordine di arrivo determinerà la griglia di partenza della gara domenicale sulla distanza classica, oltre ad assegnare tre, due e un punto ai primi tre classificati.

Un esperimento voluto dalla Fia per “svecchiare” il format classico e per cercare di rendere più appassionanti i weekend di gara, poco attrattivi nei confronti dei potenziali nuovi appassionati che poco apprezzano i venerdì e sabato di gara di prove libere senza “vera” azione in pista.

Vedremo come andrà, ma le critiche principali degli addetti ai lavori si rivolgono al fatto che, con tutta probabilità, il gioco non vale la candela e non ha senso prendersi grossi rischi nella SQ, rischiando incidenti e danni alle monoposto per i pochi punti in palio e una posizione migliore in griglia, pensando anche al fatto che a Silverstone i sorpassi sono fattibili e che, sulla lunga distanza, il passo gara farà una grossa differenza rispetto alla posizione di partenza.

Inoltre, con solo un’ora di prova al venerdì, è molto probabile che l’assetto con cui si arriverà alla SQ non sarà quello ottimale, motivo in più per rischiare ancora meno.

Nelle qualifiche del venerdì si useranno solo mescole soft e, sacrilegio!, la pole del venerdì non sarà valida a livello statistico…

Inoltre ci sarà libertà di scelta delle gomme con cui partire nella SQ e nella gara di domenica, fatto salvo comunque l’utilizzo di due mescole diverse nella gara “lunga”. Attenzione anche alle nuove gomme posteriori Pirelli già provate in Austria.

Insomma tante novità da metabolizzare in un colpo solo e che di sicuro avranno un effetto straniante, almeno per gli appassionati di lungo corso. Ma è sbagliato dare giudizi affrettati, aspettiamo il responso della pista.

L’altro momento clou sarà verificare con quale stato di forma si presenterà Mercedes dopo i ripetuti schiaffoni presi in pista da Montecarlo e i successivi 4 GP.

immagine da f1world.it

La tappa di Silverstone diventa fondamentale quantomeno per lanciare un segnale ai rivali della Red Bull, far capire che loro ci sono ancora e che il mondiale è ancora tutto da giocare.

A supporto di tutto questo, Mercedes introdurrà sulla pista di casa un corposo pacchetto di aggiornamenti volti a migliorare le performance di una W12 veloce ma non a livello della RB16-B.

Peccato che il format di gara che prevede molto meno tempo per le prove libere possa essere un bel danno per gli uomini di Brackley, che rischiano di non poter avere tempo sufficiente per testare e affinare le novità introdotte sulla W12.

Hamilton correrà in casa e di sicuro vedrà questa tappa del mondiale come una delle ultime possibilità da cogliere per cambiare l’inerzia di questo mondiale. Lo aspettiamo e aspettano tutti al massimo delle sue possibilità.

I rivali austriaci arrivano invece con la consapevolezza della propria forza e un moderato ottimismo. La pista dovrebbe essere più a favore Mercedes ma in Red Bull sono convinti di potersela giocare alla pari, cercando di sfruttare anche le novità del format di gara.

Se Verstappen dovesse suonare la sesta di fila per la Red Bull, le speranze mondiali per Brackley sarebbero davvero ridotte all’osso, un colpo al morale difficilmente recuperabile.

immagine da mediapolitika.com

Gli altri…per Ferrari i tempi in cui di vinceva  ” a casa loro” sono lontani così come la speranza di replicare la vittoria azzurra di Wembley.

Anzi, Silverstone rappresenta invece una delle piste peggiori del mondiale per le caratteristiche della SF21H. Ergo, l’imperativo è cercare di non sfigurare, raccogliere quello che si può e aspettare piste più confacenti alle caratteristiche della monoposto. Insomma, mettendola in termini calcistici, un tradizionale catenaccio all’italiana.

McLaren invece ha una bella possibilità di allungare nel mondiale Costruttori. Norris, reduce da una disavventura di ritorno dalla finale degli europei (orologio da 40k sterline razziato) è una garanzia, Ricciardo molto meno ma ci si aspettano segnali di risveglio.

Il solito trio Alpha Tauri, Aston Martin e Alpine sarà un altro concorrente temibile per Ferrari. Ci aspettiamo un Vettel competitivo, che può far valere la sua esperienza di lungo corso. Possibili “sorprese” Gasly e Alonso.

Williams ha il suo talismano Russell che può fargli vivere qualche bel momento, soprattutto in previsione della sprint qualifying, mentre in Haas probabilmente Steiner ha già  i sudori freddi al pensiero dei suoi due giovani piloti con la tentazione di prendersi qualche rischio di troppo. Alfa Romeo arriva con un Raikkonen piuttosto falloso e invece un Giovinazzi decisamente sfortunato ma veloce e concentrato, quasi si fossero scambiati i ruoli.

In ogni caso, al termine della gara di domenica ci sarà tanto da discutere e analizzare. Forse gli inglesi avranno finalmente qualcosa da festeggiare, se così non fosse il loro mondiale rischia di essere una lenta agonia a tinte arancioni.

*immagine in evidenza da automotorinews.it

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN CONCEDE IL BIS A SPIELBERG. HAMILTON SEMPRE PIU’ PREOCCUPATO.

GP d’Austria 2020, il primo della storia a porte chiuse. GP d’Austria 2021, il primo dopo la pandemia con il pubblico senza limitazioni. Spielberg è evidentemente il luogo deputato per sperimentare quella che lo scorso anno abbiamo chiamato la “nuova normalità”, e per tornare, speriamo definitivamente, alla vera normalità.

Come era prevedibile, la ripetizione sullo stesso circuito a distanza di una settimana non offre grandi sorprese nella gerarchia dei valori, a parte Norris che si issa in prima fila, con Verstappen ovviamente in pole e il compagno in terza posizione. Le due Mercedes si qualificano quarta e quinta, e, per loro, si prospetta una gara in salita.

Quando si spengono i semafori, i primi partono con relativa tranquillità, mentre dietro si scatena la lotta senza quartiere per guadagnare qualche posizione. Ne fa le spese Ocon che è vittima del sandwich di altre due monoposto e danneggia la sospensione. Esce così subito la Safety Car per consentire la rimozione dell’auto del francese, operazione che richiede solo due giri.

Verstappen riparte al rallentatore, forse per favorire il compagno di squadra. La mossa gli riesce e Perez infatti attacca Norris, ma l’inglese resiste e il messicano finisce nella ghiaia perdendo molte posizioni. Dietro i primi due, Hamilton e Bottas ingaggiano una breve lotta, ma l’inglese resta davanti.

Dietro di loro, Leclerc rovina una buona rimonta con una staccata su Vettel che rischia di finire come un anno fa. Fortunatamente per entrambi, questa volta è solo il ferrarista a rimetterci qualche posizione.

Dopo 9 giri Verstappen ha già 4 secondi su Hamilton, bloccato dietro a Norris. 

Le due Alpha Tauri, partite con gomme soft come le due Aston Martin, inaugurano la serie di pit-stop al giro 13.  Perez, dopo l’uscita di pista, è in difficoltà e si fa superare da Leclerc.

Al giro 21 arriva la tegola per Norris, che viene assurdamente penalizzato per il duello con Perez, reo, secondo la severissima direzione gara, di non avergli lasciato spazio. In quel preciso momento, Hamilton riesce a superarlo e va alla caccia di Verstappen, che ormai è a 10 secondi.

Norris e Bottas si fermano al giro 31, con il primo che sconta la sua penalità e perde ovviamente la posizione. Hamilton si ferma al giro successivo, subito imitato da Verstappen e da Perez, che così prova l’undercut su Leclerc, con il quale era in lotta. Undercut che puntualmente riesce, nonostante i meccanici Red Bull riservino al messicano un altro pit-stop lento.

A metà gara, Verstappen ha ben 13 secondi di vantaggio su Hamilton, e 18 su Bottas, seguito a 2 secondi da Norris.

Dopo il cambio gomme, Leclerc è una furia, e recupera velocemente su Perez, Il quale gli riserva lo stesso trattamento che aveva ricevuto da Norris, spedendolo sulla ghiaia nella stessa curva. E, per coerenza, si prende 5 sec. di penalità. Fortunatamente  Charles non sembra avere danneggiato la macchina, ma si ritrova ad un secondo e mezzo dal messicano.

Hamilton inizia a perdere vistosamente da Verstappen. L’inglese ha danneggiato il fondo passando sui cordoli, e si ritrova con il posteriore difficile da controllare. Bottas recupera su di lui, e, a sua volta, Norris recupera sul finlandese. A quest’ultimo viene però detto di non dare fastidio al compagno di squadra.

Leclerc ritorna su Perez e viene nuovamente mandato nella ghiaia. Inevitabili le proteste del monegasco, e l’investigazione della direzione gara, che comminerà a Checo altri 5 secondi.

L’ultimo a fermarsi al giro 50 è Sainz il quale, partito con gomme dure, è l’unico, a questo punto della gara, ad avere gomme medie, e si trova a soli 7 secondi dal trio Ricciardo-Perez-Leclerc con ancora 20 giri da percorrere.

Al giro 52, la Mercedes autorizza lo scambio di posizioni fra Bottas ed Hamilton, il quale si ritrova a fare i conti con Norris, che lo supera facilmente e si riprende il podio. Lewis si ferma immediatamente per un secondo pit-stop.

Al giro 56 Perez supera un Ricciardo in difficoltà, messo subito nel mirino anche da Leclerc. Ma la McLaren è troppo veloce in rettilineo, e il ferrarista non riesce a raggiungerlo, e deve iniziare a preoccuparsi del compagno Sainz che sta rinvenendo velocemente su di lui. 

Al giro 61 Verstappen ha quasi 30 secondi di vantaggio su Bottas, e viene fatto fermare per sicurezza per montare un treno di gomme dure nuove.

Impossibilitato a superare Ricciardo, Leclerc fa passare Sainz il quale, nonostante gomme più nuove e morbide, fatica inizialmente a raggiungere l’australiano. Riuscirà però a superarlo all’ultimo giro, giusto in tempo per evitare che Perez guadagni quei 10 secondi che gli permetterebbero di mantenere, ingiustamente, la quinta posizione nonostante le due penalità.

La gara finisce così con Verstappen primo e autore anche del giro più veloce, seguito da Bottas e da un fantastico Norris. Quarto Hamilton, che vede l’olandese allontanarsi nel mondiale. Quinto un bravissimo Sainz, seguito da Perez, Ricciardo e Leclerc. Nono Gasly e decimo un coriaceo Alonso, riuscito in extremis ad agguantare l’ultimo punto ai danni del povero Russell, autore di una gara strepitosa con una Williams per una volta affidabile,

Gara, invece, a dir poco squallida per le due Aston Martin e le due Alfa Romeo, con Vettel e Raikkonen che si sono tristemente scontrati all’ultimo giro, a causa di una manovra assurda del finlandese, che appare, ultimamente, molto distratto. Tralasciando le due inutili Haas, menzione speciale per il protegé Honda che di nome fa Tsunoda, capace di beccarsi due inutili penalità per taglio della riga bianca in ingresso box. Domani ascolteremo con piacere i suoi team radio.

Ora una settimana di pausa e poi Silverstone, con ancora pubblico pieno, e, soprattutto, con il debutto della rivoluzionaria Sprint Race, che rappresenta l’ultimo colpo d’ascia ai gloriosi 70 anni di storia della F1. Ma, si sa, le cose devono evolvere, e vedremo, con curiosità, cosa ci riserverà questa novità.

P.S. Dietro i risultati di Norris c’è anche un certo Andrea Stella, che è passato dal fenomeno Nando al fenomeno Lando. Ovviamente fuori dalla Ferrari, come tanti suoi ex-colleghi che hanno trovato da far bene in altri lidi.

P.S. 2. I ferraristi si rassegnino, Silverstone sarà pista ostica e la macchina è sempre quella del Bahrain. Tutto è puntato sul 2022. Con buona pace dei due grandi talenti che guidano la rossa, che devono farsi altre 14 gare alla caccia di quinti e sesti posti. La si può pensare come una giusta gavetta, strano farla in un macchina col cavallino sulla carrozzeria.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO D’AUSTRIA

Terzo appuntamento del trittico di Giugno sempre sul tracciato del Red Bull Ring. Avevamo detto che questa serie di gare così ravvicinate avrebbero dato un’impronta decisiva a questa prima metà di mondiale e così si sta dimostrando.

Occasione d’oro per la Red Bull di infilare la quinta vittoria consecutiva e mettere definitivamente alle corde una Mercedes che si ritrova senza armi per poter ribattere agli assalti del team austriaco.

Ingiocabile in qualifica e molto competitiva in gara, la Red Bull e Verstappen stanno abbattendo a spallate il feudo Mercedes che dura dal 2014.

immagine da formula1.it

Nella rivincita della gara di una settimana fa le uniche vere variabili saranno le differenti mescole portate da Pirelli, di uno step più morbido quindi C3, C4 e C5 e le temperature previste per il weekend di gara.

Queste sembrano le uniche vere “armi” con cui Hamilton e Bottas possono sperare di ribaltare l’esito di un GP che alla luce di quello appena disputato, appare scontato nell’esito.

A parziale sollievo dell’inglese viene in soccorso Allison che prevede qualche (piccolo) step evolutivo per la W12, anche se contro questa Red Bull potrebbe essere non abbastanza.

Ferrari ha aggiustato il tiro dopo la controprestazione di Francia e ha deliberatamente sacrificato la qualifica per una migliore resa in gara.

Osservando le rimonte di Sainz e Leclerc viene da dire che questa è la strada giusta da seguire, a maggior ragione in questo weekend in cui si useranno le gomme più morbide fornite da Pirelli.

immagine da modenaindiretta.it

Con un pò di fortuna in più in qualifica e più accortezza nelle prime fasi di gara (Leclerc ha rischiato anche nel sorpasso su Raikkonen. toccandogli l’ala anteriore…) è possibile guadagnare ancora terreno sulla McLaren, che ormai corre praticamente solo con Norris, mentre Ricciardo è ancora disperso senza apparente possibilità di recupero.

Nella lotta per i punti rientreranno di sicuro Alpha Tauri e Alpine, in particolare con Gasly che avrà una gran voglia di rivincita dopo il ritiro nelle prime fasi di fasi di domenica scorsa.

Gara senza grosse speranze di punti per le tre ultime squadre del lotto, a meno che Russell non si inventi qualcosa di particolare e la sua Williams riesca a portarlo fino al traguardo.

immagine da motorbox.com

Alla luce delle ultime 4 vittorie Red Bull, l’aspetto che risalta maggiormente non è tanto il fatto che la RB16-B sia attualmente la vettura più performante della griglia ma il fatto che, forse per la prima volta dal 2014, la Mercedes non sembra avere la capacità, e probabilmente neanche le volontà, di reagire ad una inferiorità tecnica di tale portata.

Ricordiamo tutti le ingenti risorse messe in campo dai tedeschi nel corso delle due stagioni in cui la lotta con Ferrari era serrata, soprattutto nel 2018. Ecco, niente di tutto ciò è previsto quest’anno, con una rivoluzione tecnica alle porte e la necessità di focalizzare tutte le risorse a disposizione per la nuova vettura.

Quindi Verstappen avviato facilmente verso il suo primo titolo? Questo no, anche se ormai l’inerzia del campionato va in quella direzione. In F1 basta poco, episodi a favore o contro per ribaltare gare e classifiche che sembrano già scritte.

Certo è che non rimane molto tempo al team di Brackley per cercare di restituire qualche sberla ad una Red Bull che invece non vede l’ora di affondare sempre più il colpo.

Intanto la Pirelli farà provare ad ogni team delle nuove gomme posteriori “rinforzate” nella struttura per ovviare definitivamente ai problemi di Baku e in vista del GP sulla pista di Silverstone che è storicamente un tracciato molto esigente nei confronti degli pneumatici.

Sarà interessante capire se questa nuova variabile modificherà e quanto i valori in campo.

*immagine in evidenza da projekt-spielberg.com

Rocco Alessandro

 

 

BASTIAN CONTRARIO: LA SOLITUDINE DEI MIGLIORI

Al primo appuntamento austriaco, in casa Red Bull, i bibitari segnano (in questo periodo di campionato europeo passatemi il termine calcistico) l’uno a zero a loro favore; aumentando cosi il vantaggio sia in classifica costruttori che piloti. Chi l’avrebbe detto che avremmo avuto uno stravolgimento cosi marcato delle gerarchie in campo? Proprio guardando la classifica e soprattutto la condotta della gara e distacchi all’arrivo, mi sono reso conto di una cosa: tutti noi aspettavamo con ansia questo momento, tutti noi bramavamo una lotta in pista che da troppo tempo mancava. Invece? Invece Max ha condotto in solitaria il suo trionfale GP in casa Red Bull, proprio come ci ha abituati l’attuale campione del mondo in questi ultimi anni. Evidentemente è destino che se vinci, se sei il migliore; sei anche solo.

La solitudine dei migliori è contraddistinta da cavalcate incessanti verso la vittoria, da inquadrature sterili e monotematiche, perché tanto sono da soli e c’è ben poco da inventarsi dal punto di vista dello show televisivo. Ne sanno qualcosa gli sponsor di Hamilton che hanno dovuto spingere sulla visibilità; visto che il campione non offriva spunto televisivo. Allo stesso modo, sta accadendo a Max; come giusto che sia.

Eppure la delusione resta: dai primi GP si era capito che non sarebbe stata la solita cavalcata in solitaria di Lewis e di conseguenza ci saremmo aspettati dei ruota a ruota intensi e soprattutto frequenti. Per un po’ abbiamo accarezzato il sogno, poi Red Bull ha iniziato a dilagare, AMG ad affondare lentamente e siamo arrivati alla situazione di sempre; e cioè alla solitudine dei migliori. Red Bull ha sviluppato la macchina e sebbene all’inizio alcuni dati non tornavano, hanno fatto quadrato e sono riusciti ad esplodere tecnicamente; poi uno come Verstappen ha fatto il resto. AMG si è letteralmente plafonata e le stilettate di Hamilton a riguardo nemmeno si contano più. Lewis sa benissimo che questo può essere il suo ultimo anno per superare “quota Schumacher”, perché il prossimo è un’incognita per tutti. Non è detto che AMG parta già con un progetto competitivo, non è detto che AMG riesca a dominare da subito (Dio non voglia!)… quindi il campione inglese ha fretta. Per contro Mercedes ha fatto intendere, per bocca del solito Toto, che presto dovranno prendere una decisione per quanto riguarda gli sviluppi della vettura 2022. Brutte notizie quindi per il campione inglese, specie che ora sta definendo anche i termini del rinnovo del contratto. Rinnovo che personalmente mi lascia stupito ed allo stesso tempo perplesso. Infatti credevo (non solo io che conto poco ad essere sinceri) che la star inglese avesse lasciato quest’anno. È anche vero che non ci aspettavamo una Red Bull cosi competitiva e forse nemmeno lo stesso Hamilton, il quale dopo la scorpacciata dell’anno scorso (complice la castrazione della PU Ferrari) forse pensava di poter replicare anche quest’anno in beata solitudine. Un esempio su tutti sono state le amare lacrime nel principato di Monaco… quella vittoria spettava a lui di diritto, perché palcoscenico migliore per sfoggiare l’orgoglio nero (tanto caro a Lewis) con Serena Williams; proprio non c’era. Invece quella solitudine gli è stata tolta, rubata e con molta probabilità non gli verrà restituita.

Chi invece non ci pensa proprio a fermarsi negli sviluppi, a costo di essere anche impopolare è proprio la Red Bull, la quale proprio per le motivazioni di incertezza dell’anno prossimo, preferirebbe abbonarsi alla quarta fila con l’inizio del nuovo mondiale e non abbandonare questa opportunità cosi ghiotta. I bibitari con Helmut Marko in testa, hanno la possibilità di far vincere dopo Vettel, il secondo pupillo della loro breve storia, che da tanto tempo allevano ed hanno spinto fino a quasi bruciarlo. Ne è passata di acqua sotto i ponti ed ora Max è pronto per il suo sogno. Se c’è una cosa che vincere sempre comporta, oltre a quella di essere solo; è quella della fiducia. Vincere è come una droga certo e la fiducia che da essa ne deriva è ineguagliabile: in Francia Max sbaglia la partenza…era nervoso era evidente. La sua personale cavalcata solitaria, fino al sorpasso di Hamilton e al conseguente trionfo, gli hanno dato un carica non indifferente. Lo si è visto domenica scorsa, dove il pupillo olandese della Red Bull non solo non ha ricommesso lo stesso errore; addirittura la vicinanza di uno come Hamilton nemmeno lo ha scalfito.

Cosa accadrà nel momento in cui la FIA delibererà l’utilizzo delle nuove mescole posteriori in nome della sempre invocata sicurezza? La Red Bull di Verstappen continuerà ad essere imbattibile lasciando l’olandese solo davanti a tutti, oppure il campione inglese riprenderà a dominare?

Se la prima ipotesi, allora AMG riceverà un duro colpo dal quale dubito che si possa riprendere. A tal proposito, considerando l’incetta di titoli fatta in questi ultimi lunghi sette anni, la scelta di concentrarsi sul 2022 sarà conseguenza logica; con buona pace di Hamilton.

Se la seconda invece, non solo potremmo assistere ad un capovolgimento della classifica; inevitabilmente saremo investiti tutti da una ridda di polemiche senza fine, perché la F1 avrà consumato l’ennesima porcata della sua storia. Del resto la sicurezza è l’arma perfetta, l’alibi indistruttibile per poter attuare i veri piani dell’una o dell’altra squadra che attualmente comandano in F1. Una cosa è certa: comunque vada, avremo uno solo che vincerà, uno solo che dominerà e che condurrà quasi nell’anonimato il GP di turno… questo è il destino di chi deve vincere; questa è la solitudine dei migliori.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN DOMINA IN STIRIA. HAMILTON E LA MERCEDES INIZIANO A PREOCCUPARSI.

Prima o poi tutte le epoche finiscono. E, oggi, qualcuno abituato a vincere e stravincere sta iniziando a chiedersi se la sua epoca non sia arrivata al capolinea.

Già dalle prove si capisce che la musica non cambierà rispetto alla settimana scorsa, con la Red Bull superiore alla Mercedes e Hamilton dietro anche a Bottas, il quale però vanifica l’ottima seconda posizione guadagnata nelle qualifiche con una penalità presa per uno strano testacoda in corsia box, dopo un tentativo di partenza in seconda.

Quando si spengono i semafori, Max parte alla perfezione, mentre Hamilton fatica a prendere il ritmo e deve difendersi da Norris e Perez. 

Leclerc si ferma subito per cambiare l’ala, rovinata da un contatto con Gasly, il quale fora e deve ritirarsi con la sospensione divelta.
Al giro 10 Norris va lungo e Perez lo infila insediandosi in terza posizione. Poco dopo anche Bottas lo supera e si porta in quarta.

Verstappen mette rapidamente una distanza di sicurezza fra sé e Hamilton, mentre Perez e Bottas perdono circa un secondo al giro. Tutti gli altri sono ancora più distanti.

Mentre Leclerc recupera posizioni su posizioni, al giro 27 Perez apre la serie di pit-stop dei primi. Purtroppo il suo box non è così pronto, questa volta, e Bottas, fermatosi al giro successivo, riesce a rubargli la terza posizione. Al giro successivo è il turno di Hamilton, e a quello ancora dopo tocca a Verstappen. Stavolta i meccanici Red Bull non sbagliano, e Max mantiene comodamente la prima posizione. Tutti i primi quattro hanno montato gomma dura, e andranno quindi comodamente fino alla fine.

A metà gara il quinto, Norris, è quasi doppiato. Sainz è l’ultimo degli altri a fermarsi. La strategia Ferrari questa volta asseconda una SF21 molto a più agio in gara, e grazie al pit-stop ritardato lo spagnolo recupera fino alla sesta posizione. Anche Leclerc, dopo la sua seconda sosta, recupera posizioni su posizioni, rientrando in zona punti.

Davanti non c’è lotta. Verstappen guida con sei secondi di vantaggio su Hamilton, e Bottas si trova ad oltre 20 secondi dal compagno, tallonato da Perez che prova ad avvicinarlo senza riuscirci. E così a 16 giri dalla fine il messicano si ferma per montare gomme soft e tentare l’attacco al giro veloce, fino a questo momento in mano ad Hamilton. Puntualmente riesce nell’intento, ma, soprattutto, inizia a guadagnare oltre due secondi al giro su Bottas.

L’inseguimento, però, si conclude solo all’ultimo giro, senza alcunaà possibilità di sorpasso. E pure il giro più veloce tornerà nelle mani di Hamilton proprio all’ultima tornata, dopo che l’inglese si è a sua volta fermato per montare gomma soft.

Finisce così con Verstappen assoluto dominatore, davanti alle due Mercedes e a Perez. Quinto e doppiato Norris, autore di una gara solida e tranquilla, davanti a Sainz e Leclerc, con una Ferrari molto più buona in gara rispetto a quanto non lo sia stata nelle qualifiche.

Ottavo Stroll, ben davanti al suo più titolato compagno di squadra, nono Alonso, ben davanti al suo ben più giovane compagno di squadra, e decimo un discreto Tsunoda, capace, per una volta, di fare un week-end senza errori e senza lamenti.

Fuori dai punti Raikkonen e Vettel, molto in ombra in una giornata dove qualche occasione per andare a punti ci sarebbe potuta essere. Notte fonda per Ricciardo, tredicesimo, seguito da Ocon e Giovinazzi, giovani di non bellissime speranze.

Da segnalare l’ottima gara di Russell, ottavo vicinissimo ad Alonso fino a quando problemi al circuito dell’aria delle valvole pneumatiche non lo costringono ad un pit-stop molto lungo per la ricarica, e ad una successiva ulteriore fermata, e infine al ritiro.

Senza la foratura di Baku, sarebbero state 4 vittorie di fila per Max. Ma lo sono state per la Red Bull, visto che in Azerbaijan ha vinto Perez. Un dominio senza precedenti nell’era ibrida. Fra una settimana si corre di nuovo a Spielberg, ed è logico pensare che il risultato sarà il medesimo. Confermando la fine di un’epoca. Finalmente.

P.S.
Nel 2017 e 2018, quando la Ferrari impensieriva la Mercedes, a metà stagione puntualmente iniziavano le dichiarazioni di Wolff e di Hamilton a proposito di “strane velocità in rettilineo”, seguite poi puntualmente da indagini FIA e dal crollo delle prestazioni dopo l’estate, fino ad arrivare all’annullamento totale della Scuderia in nome di una irregolarità mai dimostrata.
Oggi la storia si ripete. Quello che si è sentito in questi giorni sono cose del tipo “sono molto veloci in rettilineo, sarà merito dell’ala”, oppure “non si possono portare aggiornamenti se non per l’affidabilità, ma il loro motore è cresciuto”. Cose così. 
Senza volere parafrasare un ingegnere molto noto che dal 2014 grida al complotto FIA-Mercedes, faccio umilmente notare che nessuno degli avversari ha mai chiesto a gran voce una verifica quando i tedeschi avevano 60 cavalli più degli altri e bruciavano 6 kg d’olio a gran premio contravvenendo, evidentemente, allo “spirito” di un regolamento che mira alla sostenibilità.
Comunque possiamo stare tranquilli: questa volta non ci sarà nessuna indagine FIA, un po’ perchè in Red Bull sono meno ingenui rispetto ai nostri connazionali e corregionali, un po’ perchè sarebbe brutto colpire la Honda proprio all’ultimo anno di una presenza iniziata malissimo ma, soprattutto, perchè la F1 ha bisogno di vedere vincere qualcun altro.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing