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LA VERSIONE DI SELDON: 1, X, 2 E….PEDALARE.

Ognuno di noi conserva nella memoria determinate circostanze, legandole al luogo, al momento e alle contingenze. Ciò che rimane è il fatto! Per es. che una volta la domenica si svolgesse un intero turno di partite di calcio è un fatto! Che molti di noi lo facessero con la schedina in mano, con un inizio e una fine nel giro di 2 ore compreso l’intervallo, è un altro fatto!

Spiaggia.

I fine settimana di settembre, di ottobre, pure di novembre se c’era il sole, erano “fuga dalla realtà”. Fuga dalla scuola che stava per ricominciare, o dal lavoro che per una settimana aveva oscurato le ancora calde e limpide giornate pur accompagnate da una gelida acqua a causa di maestrale e tramontana. Per ritrovarsi lì senza la scusa dell’ombrellone c’era la lettura attesa, popolare e condivisa della schedina. Si parcheggiava la macchina o la moto a bordo spiaggia e lì, o anche sulla sabbia si chiacchierava con la colonna sonora dell’orchestra diretta dal maestro Ameri.

Primo violino Sandro Ciotti, tromba Tonino Carino da Ascoli ecc. Rivedevi tutte le facce di luglio e agosto tranne quelle dei turisti. Era la domenica del villaggio, una festa privata. 13 partite seguite contemporaneamente che cambiavano continuamente l’umore.  13 che a dieci minuti dalla fine diventavano 9.  8 che diventavano 12.  11 che rimanevano 11…! Sapevi quando partivi e sapevi quando arrivavi. Non c’era niente prima e non c’era niente dopo se non i commenti del prima e del dopo. Era bello! Produceva ansia iniziale, e poi nervosismo da tic. Infine era liberatorio! Per chi vinceva e per chi perdeva.

Non c’è più motivo oggi per andare là (che non sia ovviamente “il mare d’inverno”) perché hanno da tempo fatto a pezzi quel 13. Hanno addirittura proposto ultimamente di giocare tutte le partite singolarmente senza sovrapporle, cioè in orario diverso per ciascuna.

Passato.

Molti di noi sanno, anche non avendole viste, che le prove di qualificazione in F1 un tempo si svolgevano in modo diverso dall’attuale. Siamo passati dalle prequalifiche per eliminare una quota di partecipanti (quando questi erano troppi) all’introduzione del 107% per superare le qualifiche e/o eliminare i troppo lenti, insieme a giri secchi a serbatoio scarico e poi carico per la prima parte di gara nei giorni di venerdì e sabato, e via andare. E naturalmente il warm-up, fino al 2002. Una sessione pre-gara della domenica mattina per assettare le macchine al meglio. Senza dimenticare la dimenticabilissima “sedia rovente” del 2016, diventata fredda subito. Un pilota eliminato ogni minuto e mezzo nelle tre sessioni fino agli ultimi due highlanders.

Insomma, la questione delle qualifiche non si è mai definitivamente risolta anche se lo schema attuale è in vigore con pochissime varianti dal 2006. A nessuno però era mai venuto in mente di sostituire una qualifica in senso stretto con una serie di frazioni di qualifica di cui fa parte anche una mini-gara. Fino ad oggi!

Un assaggio in tal senso lo avevamo avuto nel rocambolesco finale del gran premio di Baku. Un gp che si era messo su un binario piuttosto diritto fino a quando, prima Stroll e poi Verstappen, hanno loro malgrado azionato uno scambio. Nella prima occasione, con ripartenza dietro SC, poche variazioni se non che il ricompattamento ha messo alcuni in condizione di giocare una partita diversa. La seconda occasione però si è dimostrata una variabile potente, in grado addirittura di sovvertire quanto sembrava ormai acquisito.

E’ qui che dobbiamo analizzare cosa sarebbe e cosa non sarebbe una sessione di gara anzi che di qualifica in relazione al premio in palio.

Chiaramente nei due giri di Baku si trattava di un all-in, in cui alcuni si giocavano un risultato importante per la classifica. Abbiamo piacevolmente rivisto una vecchia conoscenza, tale Sebastian da Heppenheim, arpionare un podio in maniera vigorosa. Un giovane leone francese. Un vecchio leone spagnolo che ha azzannato un incredibile sesto posto e un altro vecchio ingordo (accezione positiva) leone inglese (insomma…) che pensava di avere ancora abbastanza denti per un cosciotto decisamente grande e appetitoso.

Ci siamo divertiti tutti. Ma non era penso lecito pensare alla futura sprint-race di qualifica come una riproposizione in grande di questo flash di spettacolo. Troppo diversa la dimensione della posta in palio, troppo grande il rischio di vanificare gli sforzi di tutto il team per arrivare al meglio alla gara vera, quella dei punti e delle posizioni importanti.

Cosa è stata?

A mio modo di vedere una blanda parata di 17 giri a cui si possono rimproverare tutti i difetti della gara in senso stretto. DRS per permettere i sorpassi, controllo della condizione e della temperatura delle gomme, ecc. A cui aggiungiamo la mancanza della presa di rischi eccessivi per i primi, per i quali conquistare il premio grosso è talmente più importante che dopo pochi giri andavano per acquisire gli spiccioli. L’unico movimento lo abbiamo avuto come prevedibile da centro gruppo in poi, con Sainz che sfortunato si è ritrovato retrocesso in undicesima posizione e Alonso che viceversa ha imperiosamente guadagnato diverse posizioni.

Tutta gente che parte per arrivare più o meno dove è partita, guadagnare zero punti sia per se che per la squadra e magari rischiare di non portare a casa in gara quei pochi punti che magari a fine stagione valgono diversi milioni. No, non mi è piaciuta! Non solo perché l’avevo messo in preventivo, ma soprattutto perché è stata piuttosto noiosa. C’è davvero qualcuno che pensa che quanto è successo tra Hamilton e Verstappen la domenica potesse succedere il sabato!? Non scherziamo! Altro che i tre giri di Baku!

Questo porterebbe a pensare che due gare vere con punti veri in palio, sarebbero meglio. Parlo di meglio rispetto al peggio, che è comunque un magro risultato.

Paure.

La mia paura, e penso non solo mia, è che succeda come per le domeniche dimenticate del calcio. Dividi l’interesse tra più giorni di gara e dividi anche il pathos. Il primo giorno anestetizzi l’ansia per il risultato finale, ed è probabile che a seconda del trend della prima gara la seconda perda attrattiva e resti addormentata. Costringi le persone, almeno gli appassionati, a dedicare all’evento l’intero weekend. E se penso a quanti hanno famiglia e già faticano a ritagliare due ore la domenica nel telo del weekend capisco che molti molleranno. E il disinteresse porterà all’abbandono, perché al contrario del calcio per il quale ogni tifoso ha uno spazio dedicato alla sua squadra e poi verifica in relazione a quanto successo alle altre, per la formula1 spezzettare significa spezzettare anche il tempo per la propria squadra, per il proprio pilota. Valido per tutti!

L’altra mia paura è che venga davvero esteso a tutti o quasi i gp, a dispetto del gradimento del pubblico. Perché il gradimento è di Sky, e Sky con LM deciderà come organizzare gli eventi futuri così come decide come organizzare il campionato di calcio (tanto DAZN o Sky cambia niente). E questa paura è dovuta anche alle sconclusionate parole pre-gara del presidente della FIA, sua Eminenza Don Menicali: “sarà sicuramente un successo. Siamo sulla strada giusta”! Non aveva visto neppure un giro…..

Nebbie.

C’è qualcuno (parlando di quelli che hanno davvero un peso nel futuro di questo sport) tra gli organizzatori, gli sponsor, i team, i network, che abbia notato anche solo di sfuggita che è bastato ridurre di 30 minuti il tempo delle fp per ravvivarle al punto che in ognuna delle tre le squadre se le danno in pista a suon di giri da qualifica? A che serviva una doppia qualifica di cui quella vera è addirittura quella dei giri meno veloci del sabato? La nebbia non si vede, mi sembra chiaro. Ma d’altronde cosa ha detto Mezzacapa? Quando c’è la nebbia non si vede niente…cit.

La paura è che butteremo l’occhio al campionato una volta ogni tre o quattro gare.

Cosa ha fatto le Ferrari?

Seconda in campionato?

Beh dai, mica male!

Che si fa il weekend? C’è Monza.

Ma quando? Venerdì, sabato o domenica?

Quanto costa?

Ahhhh…! No senti, avevamo già organizzato. Carichiamo la bici in macchina e andiamo a pedalare in montagna.

Ma non ci sarà nebbia?

No no, è tutto chiaro…

 

Antonio

 

Immagine in evidenza da: www.oasport.it

HAMILTON VINCE, LECLERC ILLUDE, VERSTAPPEN CI CASCA

Ci sono week-end che rimangono nella storia della Formula 1. A volte per più di un motivo. E quello appena terminato a SIlverstone è uno di questi.

Il sabato ha visto il debutto della discussa “Sprint Qualifying”, tentativo un po’ ingenuo di mettere una garetta anche il sabato per far divertire soprattutto gli spettatori più giovani. Abbiamo così avuto una mega pole di Hamilton il venerdì,  che però non rimarrà negli albi d’oro. Perchè è stata vanificata nella competizione di 17 giri del sabato, che ha visto l’inglese partire malissimo e perdere la prima posizione a favore di Verstappen. Qualche emozione, il sabato, l’ha data Alonso, capace di recuperare ben 4 posizioni. Ma ciò non è stato certo sufficiente a far pensare che la suddetta garetta sia una gran trovata. Giudizio sospeso, vedremo le prossime due occasioni cosa ci riserveranno.

Si arriva quindi alla domenica con le parti invertite. Verstappen in pole, e Hamilton di fianco a lui in prima fila. Per quella che potrebbe essere una sorta di ultima spiaggia per l’inglese e per la Mercedes, reduci da cinque sconfitte consecutivi.

E così quando si spengono i semafori inizia una lotta senza quartiere, con Hamilton a cercare di passare Max, e quest’ultimo procedere a zig-zag per tenersi dietro un avversario a dir poco indiavolato. E l’ultimo di questi zig-zag gli costa caro. Sul vecchio rettilineo di partenza l’inglese lo affianca, ma lui lo stringe contro il muro. Ma non lo convince a tirare su il piede e i due entrano alla Copse affiancati. Il risultato è un contatto che spedisce Verstappen contro le barriere ad alta velocità, costringendo la direzione gara ad esporre la bandiera rossa e l’olandese ad essere portato in ospedale per controlli dopo un impatto di ben 51G.

Con la gara sospesa, iniziano le comunicazioni fra la direzione gara, Horner, ovviamente infuriato, e Wolff, sicuro che il suo pilota non abbia commesso nessun errore. Ad Hamilton vengono comunque comminati 10 secondi di penalità, come sempre molto discutibili, perchè se abbiamo imparato in Austria che bisogna lasciare spazio perfino all’esterno, a lui forse Verstappen non ne aveva lasciato abbastanza all’interno. Ma, come vedremo, quei 10 secondi saranno ininfluenti sul risultato finale.

Si riparte da fermi con Leclerc in pole, ed Hamilton che non prova ad attaccarlo. Dietro, Bottas perde ancora una volta una posizione su Norris, mentre Alonso tenta di difendersi su Ricciardo ma ha la peggio.

Fino al giro 15, Leclerc tiene sorprendentemente a distanza Hamilton, poi in radio inizia a lamentarsi di problemi al motore, e l’inglese si avvicina. Ma tutto sembra risolversi, e Lewis inizia ad accusare un forte blister mentre per Charles le gomme sono perfette, e torna così un po’ di distanza fra i due.

Il primo a fermarsi del gruppo di testa è Ricciardo, al giro 21, seguito alla tornata successiva dal compagno Norris, che però è vittima di uno stop lungo 3 secondi di troppo, che gli farà perdere la posizione su Bottas, rientrato il giro dopo.

Hamilton si ferma al giro 28 e sconta i 10 secondi di penalità. Come previsto, si ritrova dietro a Norris, e ora per lui la strada per la vittoria si fa in salita. In questo momento ci sono due Ferrari in testa alla corsa, e si inizia a sperare in un’altra improbabile vittoria italiana in terra inglese.

Sainz si ferma subito per montare gomma dura, ma purtroppo un problema all’anteriore sinistra gli fa perdere un’eternità. Al giro successivo è il turno di Leclerc, per il quale tutto fila liscio. Mancano 22 giri, e ora i rivali di Charles sono Bottas che si trova a 7 secondi, e Norris a 11 secondi, con Hamilton a 2 secondi da lui. A Lewis basta un giro per sbarazzarsi del connazionale, e si mette così in caccia del compagno di squadra.

Con gomme nuove, Leclerc sembra riuscire a mantenere  costante il distacco su Bottas. Anche con la mescola più dura fra quelle a disposizione, la Ferrari va sorprendentemente bene. La conferma è Sainz, che recupera velocemente su Ricciardo e ingaggia una lotta per la quinta posizione. Ma è solo un’illusione.

A 12 giri dalla fine, Hamilton alza il ritmo. Ci sono ancora oltre 9 secondi di margine da gestire, ma la possibilità di vincere per la Mercedes è reale, e il team chiede a Bottas di far passare il compagno.

Lewis inizia a guadagnare 1 secondo al giro e a 3 giri dalla fine arriva di gran carriera dietro al ferrarista, passandolo al primo tentativo anche grazie ad un errore di Charles, che comunque non sarebbe riuscito in alcun modo a difendere la prima posizione.

Finisce così con il numerosissimo pubblico inglese in tripudio, almeno questa volta, per un raggiante Hamilton primo sul traguardo e di nuovo vicinissimo a Verstappen in campionato. Secondo un delusissimo Leclerc, e terzo il maggiordomo Bottas, autore della solita gara onesta. Quarto Norris, davanti al compagno Ricciardo e a Sainz, che ha pagato caro un incidente con Russell nella qualifica sprint. 

Settimo un fantastico Alonso, ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Tsunoda, che zitto zitto è riuscito ad arrivare davanti al compagno di squadra Gasly, oggi undicesimo.

Pessima gara per gli esperti Perez, Verstappen e Raikkonen, autori di qualche errore di troppo in una giornata nella quale poteva esserci l’occasione per far bene.

Fra due settimane si corre in Ungheria, in quella che potrebbe essere l’unica occasione della Ferrari per portare a casa una vittoria quest’anno. Nel frattempo prepariamo i pop-corn per goderci la battaglia a suon di dichiarazioni fra due squadre, la Red Bull e la Mercedes, che sono abituate ad usare anche le parole forti contro gli avversari minacciosi. Ne sa qualcosa la Ferrari.

P.S. Il paragone fra l’incidente odierno e quello di Suzuka 1990 fra Prost e Senna, tanto caro al telecronista del fucsia, del predestinato e così via, a parere di chi scrive è totalmente fuori luogo. Quella fu una vendetta, oggi invece Hamilton ha semplicemente dato un segnale all’avversario, senza commettere alcuna scorrettezza, con una manovra dura ma dentro i limiti del regolamento (anche se il commissario di turno la pensa diversamente). D’altra parte Lewis non è mai stato come il suo idolo Senna, sa dove deve mettere le ruote affinchè il suo comportamento non sia classificato come una carognata. Come ha avuto modo di dichiarare nel dopo gara, “Max ora sa che io non mi tiro indietro”. E questo vale almeno tanto quanto i 25 punti che ha recuperato.

F1 2021 – GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Passati con sommo gusto gli europei di calcio, la “perfida Albione” ospita un altro crocevia fondamentale del calendario sportivo 2021.

Magari non avrà lo stesso appeal e seguito di una finale di un europeo di calcio ma l’avvenimento è di quelli attesi, anzi attesissimi dagli appassionati di motori.

Si va a Silverstone per il Gp di Gran Bretagna, a “casa loro” ancora una volta, la casa di oltre la metà dei team impegnati in F1 e che hanno le rispettive sedi operative in Inghilterra.

Ripetitivo dire cosa rappresenti il circuito e questo GP nella storia della F1, semplicemente qualcosa che è essa stessa la storia della F1, inconcepibile una sua eventuale scomparsa dal calendario mondiale.

Due i grossi motivi di aspettativa per questo GP: un weekend di gara rivoluzionato con l’introduzione della sprint qualifying e l’attesa reazione Mercedes su una pista che dovrebbe favorirla e che l’ha sempre vista protagonista.

Andiamo con ordine…partiamo col dire che il format di gara (che si ripresenterà di sicuro a Monza e forse a Interlagos), prevede un venerdì con un’ora di FP1 al pomeriggio e qualifica dalle 19:00 alle 20:00 per determinare la griglia di partenza della SQ.

immagine da formula1.com

Al sabato altra ora di FP2 dalle 13:00 alle 14:00 e SQ dalle 17:30 della durata di 100 km (17 giri a Silverstone) e il cui ordine di arrivo determinerà la griglia di partenza della gara domenicale sulla distanza classica, oltre ad assegnare tre, due e un punto ai primi tre classificati.

Un esperimento voluto dalla Fia per “svecchiare” il format classico e per cercare di rendere più appassionanti i weekend di gara, poco attrattivi nei confronti dei potenziali nuovi appassionati che poco apprezzano i venerdì e sabato di gara di prove libere senza “vera” azione in pista.

Vedremo come andrà, ma le critiche principali degli addetti ai lavori si rivolgono al fatto che, con tutta probabilità, il gioco non vale la candela e non ha senso prendersi grossi rischi nella SQ, rischiando incidenti e danni alle monoposto per i pochi punti in palio e una posizione migliore in griglia, pensando anche al fatto che a Silverstone i sorpassi sono fattibili e che, sulla lunga distanza, il passo gara farà una grossa differenza rispetto alla posizione di partenza.

Inoltre, con solo un’ora di prova al venerdì, è molto probabile che l’assetto con cui si arriverà alla SQ non sarà quello ottimale, motivo in più per rischiare ancora meno.

Nelle qualifiche del venerdì si useranno solo mescole soft e, sacrilegio!, la pole del venerdì non sarà valida a livello statistico…

Inoltre ci sarà libertà di scelta delle gomme con cui partire nella SQ e nella gara di domenica, fatto salvo comunque l’utilizzo di due mescole diverse nella gara “lunga”. Attenzione anche alle nuove gomme posteriori Pirelli già provate in Austria.

Insomma tante novità da metabolizzare in un colpo solo e che di sicuro avranno un effetto straniante, almeno per gli appassionati di lungo corso. Ma è sbagliato dare giudizi affrettati, aspettiamo il responso della pista.

L’altro momento clou sarà verificare con quale stato di forma si presenterà Mercedes dopo i ripetuti schiaffoni presi in pista da Montecarlo e i successivi 4 GP.

immagine da f1world.it

La tappa di Silverstone diventa fondamentale quantomeno per lanciare un segnale ai rivali della Red Bull, far capire che loro ci sono ancora e che il mondiale è ancora tutto da giocare.

A supporto di tutto questo, Mercedes introdurrà sulla pista di casa un corposo pacchetto di aggiornamenti volti a migliorare le performance di una W12 veloce ma non a livello della RB16-B.

Peccato che il format di gara che prevede molto meno tempo per le prove libere possa essere un bel danno per gli uomini di Brackley, che rischiano di non poter avere tempo sufficiente per testare e affinare le novità introdotte sulla W12.

Hamilton correrà in casa e di sicuro vedrà questa tappa del mondiale come una delle ultime possibilità da cogliere per cambiare l’inerzia di questo mondiale. Lo aspettiamo e aspettano tutti al massimo delle sue possibilità.

I rivali austriaci arrivano invece con la consapevolezza della propria forza e un moderato ottimismo. La pista dovrebbe essere più a favore Mercedes ma in Red Bull sono convinti di potersela giocare alla pari, cercando di sfruttare anche le novità del format di gara.

Se Verstappen dovesse suonare la sesta di fila per la Red Bull, le speranze mondiali per Brackley sarebbero davvero ridotte all’osso, un colpo al morale difficilmente recuperabile.

immagine da mediapolitika.com

Gli altri…per Ferrari i tempi in cui di vinceva  ” a casa loro” sono lontani così come la speranza di replicare la vittoria azzurra di Wembley.

Anzi, Silverstone rappresenta invece una delle piste peggiori del mondiale per le caratteristiche della SF21H. Ergo, l’imperativo è cercare di non sfigurare, raccogliere quello che si può e aspettare piste più confacenti alle caratteristiche della monoposto. Insomma, mettendola in termini calcistici, un tradizionale catenaccio all’italiana.

McLaren invece ha una bella possibilità di allungare nel mondiale Costruttori. Norris, reduce da una disavventura di ritorno dalla finale degli europei (orologio da 40k sterline razziato) è una garanzia, Ricciardo molto meno ma ci si aspettano segnali di risveglio.

Il solito trio Alpha Tauri, Aston Martin e Alpine sarà un altro concorrente temibile per Ferrari. Ci aspettiamo un Vettel competitivo, che può far valere la sua esperienza di lungo corso. Possibili “sorprese” Gasly e Alonso.

Williams ha il suo talismano Russell che può fargli vivere qualche bel momento, soprattutto in previsione della sprint qualifying, mentre in Haas probabilmente Steiner ha già  i sudori freddi al pensiero dei suoi due giovani piloti con la tentazione di prendersi qualche rischio di troppo. Alfa Romeo arriva con un Raikkonen piuttosto falloso e invece un Giovinazzi decisamente sfortunato ma veloce e concentrato, quasi si fossero scambiati i ruoli.

In ogni caso, al termine della gara di domenica ci sarà tanto da discutere e analizzare. Forse gli inglesi avranno finalmente qualcosa da festeggiare, se così non fosse il loro mondiale rischia di essere una lenta agonia a tinte arancioni.

*immagine in evidenza da automotorinews.it

Rocco Alessandro

BASTIAN CONTRARIO: IL CIRCO

Nel “Bastian Contrario” di questa settimana non sarò politicamente corretto (mi chiedo quando mai lo sono stato), non sarò indulgente e nemmeno generoso.

Come potrei esserlo del resto dopo lo spettacolo osceno a cui abbiamo assistito domenica scorsa… un circo! Senza offendere l’arte circense e chi ci lavora, il sottoscritto si riferisce all’accezione negativa del termine. Purtroppo non ci sono parole e nemmeno perifrasi per edulcorare lo scempio e l’ingiustizia a cui tutti noi appassionati siamo stati costretti ad assistere; per non parlare dei piloti in pista.

Proprio la settimana scorsa, scrivevo del fatto che nonostante il vertice fosse diverso (ora è il momento di Verstappen), di fatto nulla era cambiato, perché il vincitore sempre solo era, privandoci dei ruota a ruota che tutti quanti stavamo aspettando; proprio tra Max e Lewis. Va bene, al vertice non cambia nulla in termini di spettacolo, ci accontentiamo almeno che non sia sempre lo stesso a vincere… ok! Eppure nel midfield, come gli anglofoni nostrani amano dire, qualcosa inizia a muoversi, qualcosa si vede. Lotte serrate iniziano ad essere sempre più vistose, in quanto i valori  per i piloti appartenenti a questo gruppo, sono molto ravvicinati. Inevitabilmente con i ruota a ruota la FIA, per mano dei suoi commissari, ha gli straordinari da fare, straordinari dettati dalle regole cervellotiche, scellerate e castra piloti che un codice della strada levate proprio!

Chi vi scrive è sempre stato per la libertà assoluta e più totale delle lotte in pista (per non parlare della parte regolamentare per quanto riguarda la progettualità e i test); salvo rispettare il minimo sindacale del comportamento in pista. Questo perché, i piloti in pista sono dei consumati professionisti (bhe certo, poi penso a Mazepin…) e soprattutto sono esseri umani coscienziosi e non degli assassini che si mettono a giocare alla “death race”. Quindi ben venga la libertà di espressione in pista (e magari anche fuori), ben vengano i corpo a corpo, quelli maschi, duri e puri come una volta. Non mi risulta che i piloti che hanno contribuito a rendere grande il nostro sport, si siano fatti del male intenzionalmente tra loro. Se perdevano la vita purtroppo, è proprio perché non c’era tutta la sicurezza che la tecnologia oggi permette di avere.

Evidentemente Masi&Co. non la pensano come il sottoscritto e a partire dal duello tra Norris e Perez (ove quest’ultimo domenica scorsa certamente era in “tiro forte”), si apre il circo austriaco. Un duello rusticano in piena curva, dove i due rimangono affiancati per tutta la lunghezza della stessa senza toccarsi e dove il messicano ha la peggio, perché si ostina a mantenere quella posizione impossibile; nonostante velocità e raggio della curva gli dicevano il contrario. Risultato? Perez si salva per il rotto della cuffia, Norris prende il largo e noi ci alziamo dal divano tutti sugli attenti per l’emozione! Poco dopo si consuma la prima porcata del GP con cinque secondi di penalità all’inglese. Ciò apre il cosi detto precedente per quello che avviene dopo: infatti il messicano fa per ben due volte di fila a LeClerc, quello che Norris ha fatto a lui con una piccola differenza… mentre l’inglese è stato pulito nella chiusura nei suoi riguardi; Sergio col ferrarista ci va giù duro. Sebbene avessi già preso il calendario in mano per l’azione di Perez nei confronti di Charles, ero pronto anche a chiudere un occhio sull’accaduto, se non altro perché il ferrarista con un manico che non vedevo da tempo, ci ha regalato l’emozione di mostrarci come tenere la sua SF21 sulla ghiaia ad una velocità pazzesca. In questo caso la direzione commina i cinque secondi (sacrosanti comunque) al messicano; del resto dopo quello che ha fatto a Norris questo era il minimo. Qui si consuma la seconda porcata del circo a cui stiamo assistendo: i secondi non vengono scontati subito! Sono anni che dico che questa è una regola oscena: se viene data una punizione, questa deve essere inflitta immediatamente (al massimo nei tre giri successivi alla comunicazione) e non ad uso e consumo della squadra, la quale ha la possibilità di farsi tutti i conti che più gli convengono e soprattutto; avendo la possibilità di condizionare la gara degli altri. Eh si, perché Perez (del resto anche Norris… le regole sono uguali per tutti) ha continuato a rimanere in pista condizionando la gara di chi gli stava dietro.

Il circo si sa, non conclude mai lo spettacolo senza lo show finale, cosa che puntualmente ci è stato gentilmente offerto alla seconda tamponata (gratuita e volontaria), sempre di Perez ai danni del solito e più veloce Leclerc. Peccato che lo show a cui la FIA ci ha fatto assistere, abbia toccato uno dei punti più bassi della sua storia recente: coerentemente con quanto fatto prima, come in una squallida raccolta punti, commina altri cinque secondi al messicano da sommare a quelli precedenti e naturalmente da scalare alla bandiera scacchi… perché Sergio nel frattempo, si è sparato il resto del GP comodamente fino alla fine, cercando di mettere al sicuro la sua posizione; proprio ai danni del suo bersaglio rosso preferito.

Signore e signori che mi leggete, ho terminato le parole per descrivere lo scempio a cui abbiamo assistito. Sia chiaro, ciò che mi scandalizza non sono gli incidenti di gara o le “forzature” alle quali Perez si è prestato… sono piloti, c’è adrenalina, sono li per lottare e questo lo comprendo.

Ciò che mi lascia perplesso è chi deve sorvegliare affinché le regole vengano rispettate. Domenica ho visto che la qualità del garante non è all’altezza di quella che è in pista e questo è un problema serio, perché a causa di ciò, è possibile condizionare il risultato di un GP; per non parlare di un mondiale intero. Che la F1 venga definita “circus”, dove porta il suo baraccone iper tecnologico in giro per il mondo; a far sognare milioni di appassionati mi sta bene. Che la F1, si trasformi in un circo inteso come baraccone che diventa una buffonata, questo non mi piace e purtroppo dopo domenica scorsa, un altro pezzo della sua credibilità è stato intaccato.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN CONCEDE IL BIS A SPIELBERG. HAMILTON SEMPRE PIU’ PREOCCUPATO.

GP d’Austria 2020, il primo della storia a porte chiuse. GP d’Austria 2021, il primo dopo la pandemia con il pubblico senza limitazioni. Spielberg è evidentemente il luogo deputato per sperimentare quella che lo scorso anno abbiamo chiamato la “nuova normalità”, e per tornare, speriamo definitivamente, alla vera normalità.

Come era prevedibile, la ripetizione sullo stesso circuito a distanza di una settimana non offre grandi sorprese nella gerarchia dei valori, a parte Norris che si issa in prima fila, con Verstappen ovviamente in pole e il compagno in terza posizione. Le due Mercedes si qualificano quarta e quinta, e, per loro, si prospetta una gara in salita.

Quando si spengono i semafori, i primi partono con relativa tranquillità, mentre dietro si scatena la lotta senza quartiere per guadagnare qualche posizione. Ne fa le spese Ocon che è vittima del sandwich di altre due monoposto e danneggia la sospensione. Esce così subito la Safety Car per consentire la rimozione dell’auto del francese, operazione che richiede solo due giri.

Verstappen riparte al rallentatore, forse per favorire il compagno di squadra. La mossa gli riesce e Perez infatti attacca Norris, ma l’inglese resiste e il messicano finisce nella ghiaia perdendo molte posizioni. Dietro i primi due, Hamilton e Bottas ingaggiano una breve lotta, ma l’inglese resta davanti.

Dietro di loro, Leclerc rovina una buona rimonta con una staccata su Vettel che rischia di finire come un anno fa. Fortunatamente per entrambi, questa volta è solo il ferrarista a rimetterci qualche posizione.

Dopo 9 giri Verstappen ha già 4 secondi su Hamilton, bloccato dietro a Norris. 

Le due Alpha Tauri, partite con gomme soft come le due Aston Martin, inaugurano la serie di pit-stop al giro 13.  Perez, dopo l’uscita di pista, è in difficoltà e si fa superare da Leclerc.

Al giro 21 arriva la tegola per Norris, che viene assurdamente penalizzato per il duello con Perez, reo, secondo la severissima direzione gara, di non avergli lasciato spazio. In quel preciso momento, Hamilton riesce a superarlo e va alla caccia di Verstappen, che ormai è a 10 secondi.

Norris e Bottas si fermano al giro 31, con il primo che sconta la sua penalità e perde ovviamente la posizione. Hamilton si ferma al giro successivo, subito imitato da Verstappen e da Perez, che così prova l’undercut su Leclerc, con il quale era in lotta. Undercut che puntualmente riesce, nonostante i meccanici Red Bull riservino al messicano un altro pit-stop lento.

A metà gara, Verstappen ha ben 13 secondi di vantaggio su Hamilton, e 18 su Bottas, seguito a 2 secondi da Norris.

Dopo il cambio gomme, Leclerc è una furia, e recupera velocemente su Perez, Il quale gli riserva lo stesso trattamento che aveva ricevuto da Norris, spedendolo sulla ghiaia nella stessa curva. E, per coerenza, si prende 5 sec. di penalità. Fortunatamente  Charles non sembra avere danneggiato la macchina, ma si ritrova ad un secondo e mezzo dal messicano.

Hamilton inizia a perdere vistosamente da Verstappen. L’inglese ha danneggiato il fondo passando sui cordoli, e si ritrova con il posteriore difficile da controllare. Bottas recupera su di lui, e, a sua volta, Norris recupera sul finlandese. A quest’ultimo viene però detto di non dare fastidio al compagno di squadra.

Leclerc ritorna su Perez e viene nuovamente mandato nella ghiaia. Inevitabili le proteste del monegasco, e l’investigazione della direzione gara, che comminerà a Checo altri 5 secondi.

L’ultimo a fermarsi al giro 50 è Sainz il quale, partito con gomme dure, è l’unico, a questo punto della gara, ad avere gomme medie, e si trova a soli 7 secondi dal trio Ricciardo-Perez-Leclerc con ancora 20 giri da percorrere.

Al giro 52, la Mercedes autorizza lo scambio di posizioni fra Bottas ed Hamilton, il quale si ritrova a fare i conti con Norris, che lo supera facilmente e si riprende il podio. Lewis si ferma immediatamente per un secondo pit-stop.

Al giro 56 Perez supera un Ricciardo in difficoltà, messo subito nel mirino anche da Leclerc. Ma la McLaren è troppo veloce in rettilineo, e il ferrarista non riesce a raggiungerlo, e deve iniziare a preoccuparsi del compagno Sainz che sta rinvenendo velocemente su di lui. 

Al giro 61 Verstappen ha quasi 30 secondi di vantaggio su Bottas, e viene fatto fermare per sicurezza per montare un treno di gomme dure nuove.

Impossibilitato a superare Ricciardo, Leclerc fa passare Sainz il quale, nonostante gomme più nuove e morbide, fatica inizialmente a raggiungere l’australiano. Riuscirà però a superarlo all’ultimo giro, giusto in tempo per evitare che Perez guadagni quei 10 secondi che gli permetterebbero di mantenere, ingiustamente, la quinta posizione nonostante le due penalità.

La gara finisce così con Verstappen primo e autore anche del giro più veloce, seguito da Bottas e da un fantastico Norris. Quarto Hamilton, che vede l’olandese allontanarsi nel mondiale. Quinto un bravissimo Sainz, seguito da Perez, Ricciardo e Leclerc. Nono Gasly e decimo un coriaceo Alonso, riuscito in extremis ad agguantare l’ultimo punto ai danni del povero Russell, autore di una gara strepitosa con una Williams per una volta affidabile,

Gara, invece, a dir poco squallida per le due Aston Martin e le due Alfa Romeo, con Vettel e Raikkonen che si sono tristemente scontrati all’ultimo giro, a causa di una manovra assurda del finlandese, che appare, ultimamente, molto distratto. Tralasciando le due inutili Haas, menzione speciale per il protegé Honda che di nome fa Tsunoda, capace di beccarsi due inutili penalità per taglio della riga bianca in ingresso box. Domani ascolteremo con piacere i suoi team radio.

Ora una settimana di pausa e poi Silverstone, con ancora pubblico pieno, e, soprattutto, con il debutto della rivoluzionaria Sprint Race, che rappresenta l’ultimo colpo d’ascia ai gloriosi 70 anni di storia della F1. Ma, si sa, le cose devono evolvere, e vedremo, con curiosità, cosa ci riserverà questa novità.

P.S. Dietro i risultati di Norris c’è anche un certo Andrea Stella, che è passato dal fenomeno Nando al fenomeno Lando. Ovviamente fuori dalla Ferrari, come tanti suoi ex-colleghi che hanno trovato da far bene in altri lidi.

P.S. 2. I ferraristi si rassegnino, Silverstone sarà pista ostica e la macchina è sempre quella del Bahrain. Tutto è puntato sul 2022. Con buona pace dei due grandi talenti che guidano la rossa, che devono farsi altre 14 gare alla caccia di quinti e sesti posti. La si può pensare come una giusta gavetta, strano farla in un macchina col cavallino sulla carrozzeria.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing