Prima o poi doveva finire. E a Singapore è finita. Parliamo della striscia vincente della Red Bull e di Verstappen, che è durata a lungo, troppo a lungo.
Ma, stranamente, è finita non per un problema tecnico inaspettato, non per un incidente, ma perchè la RB19 è improvvisamente diventata una carriola, e la Red Bull una squadra alle prime armi.
Già dal venerdì si era capito che qualcosa non funzionava. Al dominio Ferrari corrispondeva un Verstappen in difficoltà (Perez lo è quasi sempre e non fa testo). La notte non ha portato consiglio, come invece spesso è accaduto, e così il campione del mondo è rimasto fuori dalla Q3, con Sainz a prendersi la pole davanti a Russell e a Leclerc.
Allo spegnimento dei semafori, Leclerc è più lesto di Russell, e si prende la seconda posizione. Le due Ferrari guadagnano un certo vantaggio sulle due Mercedes, con Hamilton che, tagliando la prima chicane, passa davanti al compagno di squadra per poi ridargli la posizione al secondo giro. La stessa cosa dovrà poi fare con Norris per non prendersi una penalità.
Charles è partito, unico fra i primi, con la mescola più morbida. Il monegasco si incolla agli scarichi del compagno di squadra, ma il suo ingegnere gli chiede di mantenere un distacco di 3 secondi da Sainz. E così il distacco fra i due ferraristi aumenta, ma Russell si avvicina a Leclerc, e il box Mercedes ha ben compreso che la Ferrari vuole sacrificarlo per far vincere Sainz.
Al giro 19, il distacco fra la numero 55 e la numero 16 è effettivamente di 3 secondi, e a Charles viene chiesto di aumentarlo di ulteriori due secondi. Cosa molto pericolosa perchè Russell è a soli 2 secondi.
Ma al giro 20 ci pensa Latifi, pardon, Sargeant a complicare un po’ la situazione, andando a muro e danneggiando l’ala, che si porta poi in giro per il circuito seminando detriti. E, ovviamente, viene fatta uscire la Safety Car.
La Ferrari reagisce immediatamente chiamando al box entrambi i biloti. Leclerc però, purtroppo, si ritrova dietro a Russell e Norris, fermatisi anche loro. Sainz è riuscito invece a mantenere la posizione su Verstappen, che era partito con la gomma più dura e non si è quindi fermato.
La gara riparte al giro 23, e Russell impiega un giro per superare Verstappen, in difficoltà con le gomme, e incollarsi agli scarichi di Sainz. Leclerc perde un’ulteriore posizione su Hamilton, andando lungo per non tamponare Norris che, a sua volta, stava cercando di non tamponare Perez, anch’egli ritrovatosi fra i primi non avendo effettuato la sosta.
Allo spagnolo viene detto di rallentare il gruppo, cosa che fa puntualmente e per 20 giri i primi 5 viaggiano separati da circa un secondo.
Al giro 43, l’Alpine abbandona Ocon in curva 1, e viene attivata la Virtual Safety Car. Sia Ferrari che Mercedes sono pronte per un pit-stop, che però viene effettuato a sorpresa solo dalle due Mercedes. Che si ritrovano, così, in quarta e quinta posizione. Per i tedeschi è una vera e propria scommessa.
La gara riparte al giro 46, e Russell si trova a 13 secondi da Leclerc, con 16 giri da percorrere. L’inglese, con gomma nuova, a suon di giri veloci raggiunge Leclerc al giro 53. Servono poche curve al giovane della Mercedes per prendersi la terza posizione. Il ferrarista viene poi passato facilmente anche da Hamilton.
Al giro 58, con Russell che incombe, Norris rompe gli indugi e si avvicina a meno di un secondo da Sainz. Ma, in realtà, è quest’ultimo che gli dà all’inglese volutamente il DRS, per tenere lontane le due Mercedes. I primi 4 sono ora racchiusi in meno di 2 secondi.
Carlos tiene sapientemente Norris in zona DRS, e la cosa funziona talmente bene che Russell, nella foga di stare il più vicino possibile al connazionale, commette un errore da principante e va a muro a poche curve dalla fine, lasciando il podio ad Hamilton.
Finisce così, con Sainz che riporta in alto la Ferrari, firmando un vero e proprio capolavoro di strategia, per la maggior parte farina del suo sacco. Completano il podio Norris ed Hamilton, quest ultimo autore di una prestazione di gran lunga migliore del suo tanto acclamato compagno di squadra. Al quarto posto, staccatissimo, Charles Leclerc, il cui morale sarà sicuramente finito sotto i tacchi. Incollato a lui sotto la bandiera a scacchi è arrivato Verstappen, autore di una rimonta dalle ultimissime posizione nelle quali era sprofondato dopo l’ultimo pit-stop. Seguono Gasly, Piastri, Perez, il giovanissimo Lawson, a punti alla terza gara, e Magnussen,
Fra una sola settimana si correrà a Suzuka. Vedremo se la Red Bull si ripresenterà con la forma di Singapore, nel qual caso ci sarà da divertirsi.
P.S. oggi abbiamo visto quello che impedirà a Leclerc di diventare un campionissimo, nonostante il suo immenso talento. I vari Prost, Senna, Hamilton e Verstappen, sentendosi chiedere di allontanarsi dal compagno davanti a loro, avrebbero insultato l’ingegnere e sarebbero andati a prenderlo per superarlo a costo di farlo fuori e di gettare un risultato buono per la squadra. Charles invece si è messo a contrattare. Ma la cosa peggiore, per lui, è che è stato meglio così, perchè oggi era nettamente inferiore al suo compagno di squadra, di prestazione e di testa.
P.S 2. la vittoria di oggi ci permette di ricordare quella 2023 non come una stagione fallimentare, e la SF-23 non come una carriola al pari della 312-T5, della F1-86, della F92A e della SF16-H e della SF1000.
P.S 3 la mancata penalità a Verstappen per 3, e dico 3, situazioni che ad altri piloti sarebbero valse almeno altrettante posizioni in griglia, non può non far pensare che ci sia la chiara disposizione di NON sanzionare il pilota olandese. Disposizione che dura dal 2021, da quando, cioè, qualcuno ha deciso che il dominio di Hamilton e della Mercedes dovesse finire. A costo di sembrare dei pagliacci. Abu Dhabi 2021 è lì a dimostrarlo.
P.S. 4 dite alla FIA che qualunque cosa abbia fatto per rallentare la Red Bull, è meglio che lo continuino a fare. Ma penso che ci arriveranno da soli, confrontando le interazioni del dopo GP di Singapore con quelle del dopo GP di Zandvoort (o di qualunque altro di questa stagione).
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