Il GP di Las Vegas, che si svolgerà fra due weekend, darà il via al trittico finale di gare che ci porterà alla conclusione di questo lunghissimo e sicuramente entusiasmante campionato del mondo di F1. Infatti senza sosta, immediatamente dopo il deserto del Nevada avremo quello del Qatar e di Abu Dhabi, che come da tradizione ormai conclude il mondiale. Tra le luci scintillanti della “città del peccato” e sotto l’occhio vigile ed inquietante della palla gigante che sovrasta il circuito, quasi sicuramente Max Verstappen concluderà ufficialmente la pratica “campionato piloti”. Titolo, mai come quest’anno, strameritato: la puntualizzazione è d’obbligo visto e considerato che il primo mondiale è stato “macchiato” dall’intervento di Masi, nel 2022 ci fu la “macchia” della DT039 che diede il via libero definitivo alla Red Bull e quindi al campione olandese stesso, nel 2023 “l’ombra più che la macchia” di Newey ha sovrastato per ventitré (23!) GP su ventiquattro sui risultati (ineccepibili) dell’attuale campione in carica, mentre in questo 2024 considerando come Red Bull era partita e considerando tutte le vicissitudini che sono successe in seno alla stessa squadra, il campione olandese si è sudato ogni singolo risultato che sommato uno ad uno, compresa e soprattutto la sua quinta sinfonia composta in Brasile, lo hanno messo nella condizione di poter vincere il mondiale già a Las Vegas. Tutt’altra cosa è il titolo costruttori il quale, a differenza di quello piloti, è ben altro che concluso. Sebbene Red Bull sia ancora della partita, in questa corsa a tre, è anche vero che le sue probabilità di riuscita sono ancora più basse di quella della Ferrari, questo sia perché l’exploit visto in Brasile non è detto che debba ripetersi (in fin dei conti in questo momento Red Bull se non è terza forza assoluta è solo grazie all’olandese) e, sia e soprattutto perché la squadra bibitara praticamente corre con un pilota solo. Ormai le voci, di una possibile sostituzione di Perez, non fanno che rincorrersi e di sicuro il messicano non si sta aiutando, come si suol dire, visto che ogni domenica per lui è un calvario. Red Bull potrebbe essere tranquillamente in lotta per il mondiale costruttori, se non addirittura davanti a Ferrari, se Perez non si fosse totalmente annullato. Il pilota messicano è entrato in quel vortice che è tipico della realtà bibitara, la quale a sua volta adotta da sempre la politica del
“one man show” ed inevitabilmente il compagno del protagonista ne paga le conseguenze. Sergio, a dire la verità, è stato anche fin troppo forte vista la durata della sua permanenza in squadra, soprattutto se paragonato a quello che è successo a chi l’ha preceduto che è appunto durato un amen. Il problema ora è che le conseguenze delle sue continue assenze agonistiche, hanno messo la sua squadra in forte imbarazzo nonché in difficoltà. Il paradosso in tutta questa storia, ammesso che Marko&Co. lo vogliano sbattere fuori, è che dovranno affrontare un danno economico (l’ennesimo) in termini di penali non indifferente. Il potere economico e quindi politico che c’è alle spalle del messicano è veramente forte e, sebbene ci sia l’entourage di Colapinto che spinge forte e che porterebbe una dote economica importante, è anche vero che allo stato attuale anche se ci sono tutti i presupposti affinché Perez abbandoni la squadra, non è detto che succeda. Inoltre è tutto da dimostrare che lo stesso Colapinto sia in grado innanzitutto di reggere il confronto col messicano (che di certo nei primi anni contro Max non ha sfigurato) che andrebbe a sostituire e, naturalmente in seguito sarebbe ancora più interessante capire se riuscisse a reggere il confronto proprio con l’attuale campione. Per Red Bull è comunque un rischio, sia che prenda Colapinto (ammesso che comunque queste indiscrezioni siano vere) e sia che tenga Perez.
Più voci autorevoli, compresa non ultima quella di Juan Pablo Montoya, sono d’accordi sul fatto che i bibitari avrebbero dovuto concentrarsi su Sainz: lo spagnolo non è mai stata un’opzione plausibile per Horner e soci, perché in questo 2024 che sta per finire, hanno dovuto fare di tutto per trattenere Verstappen (in predicato per andare in Mercedes) e, visti i trascorsi che ci sono stati con lo spagnolo e dato che lo stesso Sainz non è un pivello, ecco che la scelta è stata scartata a priori. Purtroppo chi ne fa le spese è proprio lo stesso Carlos il quale gli toccherà lasciare la Ferrari in un momento veramente buono di forma e considerando che l’anno prossimo avremo gli stessi regolamenti e, a meno che a Maranello non si bevano tutti il cervello, l’anno prossimo Ferrari avrà un’ottima chance per giocarsi il titolo. Per chi parte c’è chi arriva ed infatti la Sauber (la si potrà chiamare Audi solo nel 2026) di Binotto sta costruendo lentamente il suo futuro affiancando ad Hulkenberg il giovane Bortoleto. L’onda entusiasmante di questi nuovi ragazzi che si sono fatti largo nel Circus, ha convinto l’ex Team Principal Ferrari, a dare la possibilità al giovane talento brasiliano di potersi fare le ossa in un anno che comunque risulterà difficile per tutta la squadra. Per Bortoleto sarà una ghiotta occasione di apprendistato, perché avrà l’opportunità di poter imparare il più possibile senza l’assillo della pressione, visto che la squadra è in piena ricostruzione e, quasi sicuramente non potrà aspirare a nulla di grosso anche a partire dal 2026: Audi (quindi Binotto) ha già programmato che il risultato sarà nel lungo periodo. Sarà interessante vedere come la squadra dai quattro anelli crescerà, se crescerà e, come evolverà e cioè se sarà solamente una modesta apparizione (come alla fine è successo con BMW) oppure potrà dire la sua. Paradossalmente questa situazione di non competitività, se dura ancora per tutto il 2025, farà molto comodo al nostro Kimi Antonelli in Mercedes. Infatti seguendo il ragionamento della stabilità regolamentare, da AMG non ci dovremmo aspettare grossi salti prestazionali e questo per il nostro pilota italiano, come detto, non può che essere un bene perché lui, come Bortoleto, avrà la possibilità di crescere ed accumulare più esperienza possibile senza l’affanno di dover dimostrare subito di essere un vincente, cosa che non sarebbe cosi se AMG risultasse da titolo l’anno prossimo. Toto è ben cosciente di questo e forse l’attuale situazione gli può stare anche bene visto che lui, come i maggiori team, ha puntato molto se non tutto sul nuovo regolamento che verrà per il rilancio della sua squadra orfana di Hamilton e, se è vero che la casa di Stoccarda si presenterà puntuale ai nastri partenza del 2026, allora il volpone austriaco si ritroverà una coppia di piloti non affatto male.
Questo finale di mondiale non porta solo cambiamenti dal punto di vista dei sedili da occupare, bensì si rincorrono sempre più insistentemente le voci che, sempre dal 2026, potremmo assistere ad una rotazione dei GP a causa della grossa richiesta che c’è verso il mercato riguardante la F1. Domenicali è stato messo li solo per un motivo ed è quello di far ingrassare le casse di Liberty Media e, sono sicuro che se non ci fosse stato lui, lo avrebbe fatto comunque qualcun altro al suo posto. A mio giudizio il problema dunque, non è tanto Domenicali quanto il sistema F1, che per quanto si ammanti della retorica dell’importanza della storia della F1 (romantico vedere Hamilton sulla monoposto di Senna vero?), la priorità è solo e soltanto una: i “piccioli”! Posso anche accettare che alcuni appuntamenti possano essere rimandati, (Baku, Miami… Las Vegas!) pardon ruotati, di sicuro mal digerisco che piste come SPA Francorchamps, Imola, Giappone o Barcellona, debbano essere sostituite dall’ennesimo cittadino (Madrid su tutti), perché è il mercato che lo richiede… e buona notte ai suonatori per quanto riguarda il patrimonio storico del motor sport per eccellenza.
Vito Quaranta