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IL CAMPIONE DEL MONDO SONO IO- SBK CZECH POST GP

Il Mondiale Superbike fa tappa in Repubblica Ceca, sullo splendido tracciato di Most, dove lo scorso anno a farla da padrone fu Razgatioglu.  Anche quest’anno vince due gare ed accorcia nel Mondiale.

Si impone Razgatioglu che in questo weekend la fa da padrone sugli altri Piloti di punta. Nel Mondiale cambia sostanzialmente poco, con Toprak che accorcia su Jonnhy. Bautista rimane leader del Mondiale.

GARA 1

Partenza a razzo di Toprak che stacca fortissimo davanti a Jonnhy ed Alvaro. I primi tre scappano subito via. Andrea Locatelli ne combina una ogni metro nei primi 500 metri…A cominciare dal giro di ricognizione.

Jonnhy e Toprak scappano subito via, lasciando dietro Bautista. Toprak comincia a giocare subito sporco con un block pass clamoroso alla curva 2 del 2° giro con Jonnhy che quasi lo tampona. Parte malissimo anche Rinaldi, la cui prima parte di gara è davvero disastrosa a differenza del “privato” Bassani che è sempre più vicino al team Factory.

Poderoso attacco alla 15 di Rea su Toprak che lo ripassa alla 20, ma Rea ritorna davanti all’ingresso dell’ultima curva. Sul rettilineo sono appaiati e Toprak ne supera due. Un giro ed una lotta fenomenale che si replica al giro successivo dove Jonnhy riesce a mettersi in testa, quando cominciano a vedersi alcune goccioline sulle telecamere delle moto.

Difatti segnalano pioggia in pista e Rea ripassa nuovamente Toprak, con Bautista che infila il turco ed anche Rea e si porta in testa alla gara. Con 12 giri alla fine girano in 34 davanti mentre dietro girano in 33, quindi il gruppo si compatta. Nel settore 3 piove praticamente ed i Piloti possono cambiare la moto, con Redding e Bassani che rientrano sui primi. Praticamente a 10 giri dalla fine sono 5 piloti racchiusi in un fazzoletto.

Redding gira mezzo secondo più veloce di Bautista. Nella bagarre Toprak ripassa Rea e si riporta alle spalle di Bautista, ma alla 15 viene ripassato da Jonnhy.

La lotta tra Rea e Razgatioglu è furiosa, si stanno menando dal giro di riscaldamento praticamente. Nel frattempo anche Redding passa Razgatioglu e si porta in P3. La BMW sembra davvero in palla su questa pista finalmente tanto che Redding attacca anche Rea in fondo al rettilineo e si porta in P2 a soli 7 giri dalla fine.

Ad occhio Alvaro ne ha di più ed infatti con un piccolo strappo crea un gap importante girando in 31.998 mentre gli altri tre lotteranno per il podio con Jonnhy che sembra averne meno di Toprak e Scott.

Ultimo giro capolavoro di Bautista con Toprak, Scott e Jonnhy che se le danno di santissima ragione. Vince Alvaro davanti a Razgatioglu e Redding.

Per Ducati si tratta del podio numero 1000 nel Mondiale Superbike dal 1988 ad oggi. 

GARA SUPERPOLE

Magistrale partenza a fionda di Razgatioglu con Rea e Bautista che seguono a ruota. Rinaldi perde la posizione a favore di Bautista, ancora una volta non concretizza la partenza dalla prima fila. Toprak sembra averne di più, con le posizioni un po’ congelate. Pochi sorpassi durante la gara.

Cade Alex Lowes, perdendo l’anteriore mentre Scott Redding è nelle retrovie a differenza di gara 1.

Entrambe le Ducati sembrano non avere lo smalto di ieri. A 4 giri dalla fine Rea si fa sotto Razgatioglu ed ha inizio la battaglia. Rea lo passa alla 15 a tre giri dalla fine, ma Toprak ripassa in fondo al rettilineo. Con due giri alla fine la battaglia è cruenta.

Jonnhy lo ripassa in fondo al rettilineo e Toprak ripassa alla 5, battaglia che toglie il fiato visto che siamo all’ultimo giro. Tentativo disperato di Rea nel curvone, quasi si toccano e Jonnhy va lungo percorrendo nella ghiaia un po’ di metri. BATTAGLIA SPETTACOLARE.

Vince Toprak, davanti a Rea e Bautista. Entrambi gli inseguitori accorciano un pelino su Bautista.

GARA 2

Partenza a razzo di Toprak con Bautista alle calcagne e Rea che parte male. Bassani sembra indemoniato mentre Rea recupera posizioni e si trova subito dietro Rinaldi. Nella bagarre con Jonnhy, al giro successivo Rinaldi perde l’anteriore alla fine del rettilineo e finisce in terra. Non un buon GP, la pressione di Bassani si fa sentire.

Bautista attacca in fondo al rettilineo, cercando di avanzare Toprak, ma va lungo e si salva soltanto per la via di fuga perdendo oltre 1 secondo da Rea e Razgatioglu, con Jonnhy che al giro successivo gli rifila una carenata in fondo al rettilineo e si mette in testa alla gara. SARÀ GUERRA.

È guerra sia. Alvaro rientra in gioco ed a 10 giri dalla fine sono tutti e tre in un fazzoletto. Incredibile. A 4 giri dalla fine Toprak piazza un giro fenomenale con 31.7 ed allunga su Bautista e Rea, un colpo di reni grandioso da parte di Toprak che sembra destinato a vincere questa gara 2.

Toprak va via, si scrolla di dosso gli altri due facendo due giri record della gara e gridando forte “Il Campione del Mondo sono IO”. Chiude secondo Bautista ed al terzo posto Jonathan Rea.

Classifica Mondiale

31 punti separano Rea da Bautista, con Razgatioglu che si fa sotto al Pilota Kawasaki. Mondiale apertissimo per tutti e tre i Piloti.

 

Francky

F1 2022 – GRAN PREMIO D’UNGHERIA

Ultimo appuntamento del circus prima della lunga pausa estiva di Agosto. Si va in Ungheria sul circuito del Hungaroring, ormai iconico per numero di presenze in calendario.

Potevano essere tre di fila e così non è stato a causa della più improbabile delle ragioni, un errore clamoroso del pilota più atteso, Leclerc in una fase di gara che non sembrava delle più complicate.

Il ragazzo è al secondo errore pesante di quest’anno e sommando i problemi di affidabilità (tra cui quelli del muretto) fanno -63 da Verstappen. In pratica una condanna in termini di speranze di vittoria del mondiale.

immagine da rossomotori.it

Peccato perchè da Silverstone sembra sempre più evidente che la SF-75 sia la monoposto migliore in pista e pensare ad un filotto di vittorie fino alla pausa estiva non era poi un’ipotesi così campata per aria.

Invece nuovo stop e nuova ripartenza con Binotto in testa a chiamare alla lotta e alla ricerca di una doppietta inUngheria, senza troppi giri di parole.

Il tracciato ungherese dovrebbe essere molto favorevole alla rossa di Maranello, a maggior ragione considerando gli ottimi aggiornamenti portati in Francia. Quindi si va in Ungheria per comandare ma sappiamo che non sarà così semplice.

Un potenziale problema sarà capire chi dei due piloti “scontentare” in ottica strategia di gara: Leclerc arriverà carico e voglioso di riscattare il botto del Paul Ricard ma il suo errore ha inevitabilmente riaperto la questione leadership con Sainz che sembrava archiviata dopo Zeltweg. Considerando anche che Sainz è stato autore di una gara…alla Leclerc in Francia.

Altra questione sarà confermare lo standard di affidabilità visto in Francia, cosa non scontata dato che anche in Ungheria farà parecchio caldo, con tutto ciò che comporta.

In Red Bull invece siamo alla fase del massimo risultato con il minimo sforzo. Non si fa la pole? No problem. Perez è alquanto appannato? Nessun problema neanche lì. Ci pensa Verstappen a seminare il terrore e raccogliere quello che merita e che, spesso, gli viene gentilemente offerto.

immagine da eurosport.com

La via per il suo secondo mondiale sembra quasi spianata, deve solo evitare di imitare il suo avversario storico dai tempi dei kart.

Mercedes continua la sua marcia di lento avvicinamento ai migliori, quanto meno in termini di prestazione. In Francia la gara è andata piuttosto bene, con un passo non troppo lontano dai migliori, anche se, a onor del vero, dopo l’uscita di Leclerc e la safety car, Verstappen si è messo in modalità “partenza per le vacanze” e ha fatto il minimo indispensabile per vincere la gara.

Molto più veloci e bravi a lavorare dietro le quinte e apparecchiarsi le migliori condizioni possibili per tornare al vertice nel 2023. La famigerata TD039 non ha più oggettivamente senso considerando che il porpoising è stato molto attenuato e il tutto sembra fatto apposta per modificare il regolamento in vista dell’anno prossimo e recuperare più velocemente il disastro combinato in questo 2022.

Vero che Mr.Wolff è uno famoso per risolvere problemi (i suoi a scapito degli altri) ma speriamo che Ferrari/Red Bull e compagnia bella facciano fronte comune per evitare l’ennesima pagliacciata regolamentare a vantaggio di pochi (uno in realtà…)

Per gli altri le cose all’Hungaroring potrebbero cambiare e di molto rispetto al Paul Ricard. Curiosità nel vedere quale McLaren si presenterà, quella Hyde o quella Jekyll, considerando la facilità con cui ciò avviene. Norris rimane una garanzia, e Ricciardo è sempre andato forte sul tracciato ungherese quindi tutto fa ben sperare.

immagine da planetf1.com

Stesso discorso vale per Alonso, autore di gare fantastiche in Ungheria. Il dilemma sarà capire se la sua Alpine sarà ugualmente a suo agio come visto in Francia.

Le deluse del Paul Ricard potrebbero esserlo anche in Ungheria. Per Haas e Alfa Romeo il tortuoso tracciato del Hungaroring potrebbe rivelarsi indigesto. Meglio vediamo la Alpha Tauri, quest’anno sempre stata più a suo agio sui tracciati medio/lenti.

In Ungheria la Williams potrebbe sfruttare il più classico dei falli da confusione: una macedonia di carbonio alla staccata di curva 1 dopo lo start e l’obbiettivo zona punti si avvicina di molto.

Pirelli porterà le stesse mescole viste in Francia, C2 C3 C4, ma sarà il caldo a decidere le strategie in vista della gara. Presumibile, dato il gran caldo atteso, che le mescole buone per la gara saranno C2 e C3.

Con quella francese le potenziali vittorie “buttate” via da Ferrari diventano cinque (considerando che in Canada un Leclerc senza penalità in griglia se la sarebbe giocata alla grande). C’è da capire se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, monoposto al top e grande prospettiva sul 2023, o quello vuoto, piloti molto fallosi, afidabilità ancora carente e un potenziale mondiale buttato via.

Ragionando sul lungo periodo tutto sta dalla parte della Ferrari, che sta facendo le mosse giuste per aprire quel famigerato ciclo di vittorie che manca da un pò. Il problema è che la vittoria manca così da tanto che ogni occasione persa sembra una pugnalata al cuore degli appassionati, oltre a gettare sconforto su una squadra ancora non abituata a lottare constantemente per la vittoria.

Un Binotto solitamente molto prudente ha affermato senza mezzi termini che si aspetta di lottare concretamente per la vittoria in tutte le gare che restano. Ne arrivassero un pò più della metà sarebbe già un enorme successo.

*immagine in evidenza da eurosport.com

Rocco Alessandro

 

BUONA VITA, SEBASTIAN

Il nostro Sebestemmio lascia il Circus a fine 2022. Mi sembrava giusto dedicargli due righe sulle nostre pagine. A mio parere quello che ha fatto vedere nei suoi quattro anni iridati 2010/2014 è stato superiore a quello che ha fatto vedere Hamilton dal 2014/2020. Non fosse altro che durante il quadriennio d’oro in Redbull il suo compagno di squadra non si è mai classificato secondo nel WDC. Contrariamente a quanto accaduto in ogni Mondiale dal 2014 al 2020 con l’eccezione del 2017/2018 anni in cui, curiosamente, fu proprio Vettel ad essere vicecampione del Mondo.

 

Buona vita, Sebastian

WSBK 2022 – ROUND DELLA REPUBBLICA CECA

Il Re è tornato, o per meglio dire, forse ora è solo un pò meno distratto.

Razgatlioglu ha realizzato il primo hat-trick della sua carriera in SBK vincendo tutte le gare del weekend inglese di Donington, rilanciando prepotentemente le sue ambizioni al titolo.

Ora che il capitolo MotoGP sembra momentaneamente (definitivamente?) chiuso, Toprak è di nuovo focalizzato al 100% sulla superbike con i risultati che si sono visti a Donington.

immagine da sport.virgilio.it

Il distacco da Bautista continua ad essere ampio ma il segnale che il turco ha dato vale molto di più, ne vedremo delle belle da questo momento in poi.

Bautista è invece incappato nel primo vero errore della stagione, uno zero pesante in gara 1 mentre era davanti a Rea. Peccato per lui in quanto senza quello zero avrebbe limitato parecchio i danni nei confronti di Toprak e aumentato il vantaggio nei confronti di Rea, oltretutto su una pista storicamente ostica per Ducati.

Diciamo che alla luce delle tre gare il bicchiere è mezzo pieno, la performance c’è stata e la situazione è ancora in controllo, vedremo per quanto.

immagine da sport.iltabloid.it

Rea è quello che forse esce con le ossa più rotte da Donington. Nonostante abbia ridotto lo svantaggio da Bautista, in pratica è stato salvato solo dalla scivolata dello spagnolo in gara 1. Gara 1 e gara 2 sono state un piccolo calvario per Rea, in affanno rispetto ai due rivali e con la consapevolezza che sarebbe arrivato dietro, senza appello. Di sicuro si aspettava un altro epilogo dalla sua gara di casa.

Ora si va a Most, altra pista che in teoria dovrebbe essere favorevole alla Kawasaki. L’anno scorso la fecero da padrone Toprak e Redding, alternadosi sui due gradini più alti del podio, quindi è presumibiule aspettarsi i due alfieri Yamaha e Ducati molto forti.

Rea spera che la maneggevolezza della sua “verdona” lo aiuti ma al momento sembra che il suo limite sia un pò meno estremo rispetto a quello dei due contendenti. Magari questa volta proverà a non intestardirsi a voler superare a tutti i costi Toprak, osso durissimo che gli in pratica distrutto le gomme e costretto ad arrancare nella seconda parte di gara 2 a Donington.

Quarto incomodo del weekend e considerando le belle gare inglesi è Redding, molto più a suo agio sulla sua BMW con l’introduzione del nuovo forcellone posteriore, che a Most ha fatto davvero una gran figura nel 2021.

immagine da sasatimes.com

Per quanto riguarda gli altri, continua la stagione a fase alternata di Rinaldi, sempre più in bilico e insidiato da Bassani per quanto riguarda il sellino della moto ufficiale del prossimo anno.

Anche Alex Lowes ha dato segnale di rinascita a Donington con un podio in gara 1. Serve anche lui alla causa Kawasaki, ora più che mai.

Van der Mark ha appena rinnovato con BMW anche per il 2023 ma non tornerà a correre nel WSBK almeno fino a Settembre causa la frattura alla gamba rimediata all’Estoril. Al suo posto ci sarà Peter Hickman, il road racer più forte del momento e già impegnato nel BSB. Una bella occasione per Hickman che avrà a disposizione la moto ufficiale con cui cercare ben altri risultati rispetto alla gara di Donington corsa su una BMW1000RR presa dal BSB e adattata all’ultimo minuto.

*immagine in evidenza da corsedimoto.com

Rocco Alessandro

 

F2 2022 – AUSTRIA E FRANCIA, DRUGOVICH GESTISCE

Benritrovati e scusate per aver saltato l’appuntamento nelle ultime settimane, ma ho trovato difficile coniugare gli impegni universitari con la vita normale. Recupero ora, riassumendo entrambi i weekend in un unico articolo.

Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dall’account twitter della F2 o dal sito ufficiale fiaformula2.com.

AUSTRIA

Le qualifiche sono state carnevalesche. Il tracciato corto e poco tecnico, i distacchi minimi, il gioco delle scie e soprattutto la quantità di tempi cancellati per track limits hanno stravolto la griglia, mandando alle stelle piloti quasi sconosciuti e spedendo all’inferno piloti di chiara fama.

Frederik Vesti (ART) conquista la pole (aveva solo una top 5 prima di queste qualifiche) precedendo Juri Vips (Hitech) e Logan Sargeant (Carlin). Drugovich è quinto, mentre Pourchaire è solo nono. Per far capire che razza di qualifiche sono state, Amaury Cordeel (VAR), uno dei piloti più scarsi al volante della macchina peggiore, al rientro da un race ban per aver accumulato 12 punti di penalità, è settimo.

SPIELBERG, AUSTRIA – JULY 09: Marcus Armstrong of New Zealand and Hitech Grand Prix (7) leads Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) during the Round 8:Spielberg Sprint race of the Formula 2 Championship at Red Bull Ring on July 09, 2022 in Spielberg, Austria. (Photo by Rudy Carezzevoli – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Nella Sprint Race si sono visti tanti trenini ma l’azione è stata poca. Tanto sono partiti, tali sono arrivati. Vince dalla pole Marcus Armstrong (Hitech), maggior beneficiario dell’inversione della griglia. Più animato è stato il post gara, con i commissari che hanno elargito svariate penalità, sempre per questioni di track limits. Anche Pourchaire venne condannato a 5s di penalità, salvo poi scoprire che si trattava di errore giudiziario. Mantiene quindi la seconda posizione; Drugovich invece è quarto, con giro più veloce.

Tanto lineare è stata la gara del Sabato quanto folle la Feature Race di Domenica. La pista è bagnata ma non piove. I primi calzano tutti rain ma dalle file centrali in poi sono molti optano per le slick. Gli ingredienti per un pandemonio ci sono tutti.

Al via Vips prende la testa della corsa, ma a metà gruppo Armstrong (slick) viene mandato in testacoda e chiama la SC. Pochi chilometri dopo la ripartenza i piloti con le rain vanno in sofferenza, ma dal momento che il pitstop, per essere validato, deve essere effettuato dopo il settimo giro, devono aspettare e stringere i denti. Vips scala così dalla prima all’ottava posizione, Drugovich crolla addirittura in quindicesima.

Anche dopo aver il pit stop restano in inferiorità strategica: la pista è umida e fredda e fanno fatica a mandare in temperatura le gomme e allo stesso tempo devono trattarle con attenzione per farle durare per tutto il resto della gara.

In questa fase si mettono in luce Richard Verschoor (Trident), che al via era il primo dei piloti su slick e ora è il leader della gara; Roberto Merhi (Campos – sì, quello della Manor del 2015), al ritorno nella serie dopo 4 anni, partito penultimo e, grazie alla giusta strategia, ora in zona podio.

Ma la gara più impressionante è quella di Logan Sargeant. Come tutti quelli partiti con le wet si è trovato in fondo al gruppo dopo aver pittato per le slick, ma stacca tempi di 1s inferiori a tutti, sorpassa una decina di vetture e si insedia in quarta posizione.

Verschoor estende il vantaggio mentre si scalda la lotta per il podio. Daruvala, a lungo secondo, va in crisi di gomme e compatta un gruppetto costituito da Merhi, Sargeant, Fittipaldi e Lawson (questi si autoelimina a furia di penalità per aver violato troppe volte i track limits). L’indiano resiste fino all’ultimo giro, quando Merhi riesce a trovare uno spiraglio in curva 1. E’ una bella favola, ma si teme per una penalità, dal momento che per errore è finito fuori dai bordi di curva 1.

Apparentemente vince Verschoor, seguito da Merhi e Daruvala, ma il post gara, con una delle sequenze più folli che ricordi, stravolge il risultato. Sulla vettura di Verschoor non si trova la quantità minima di carburante per effettuare i controlli, pertanto viene squalificato. Il secondo, Merhi, rimedia all’ultimo giro una penalità di 5s per aver sorpassato Daruvala uscendo dai confini della pista. In realtà non ha neanche tratto vantaggio, come poi riconosciuto dai giudici, ma la decisione era inappellabile. La vittoria passa al terzo classificato, Daruvala, ma anche lui viene penalizzato dopo che i giudici hanno scoperto che i meccanici avevano asciugato la sua casella di partenza.

In una squenza veramente incredibile, ecco che la vittoria passa al quarto classificato, ovvero Logan Sargeant! Ha beneficiato di una buona dose di fortuna nel post-gara, ma comunque è riuscito a raddrizzare una corsa iniziata molto male grazie a un’intuizione strategica di un certo acume. Mentre, dopo la sosta, tutti i suoi colleghi cercavano di non stressare le gomme (incontrando però problemi a farle entrare nella finestra di funzionamento), lui decide di dare tutto nei primi giri per giocare sulla difensiva poi, confidando nella difficoltà a sorpassare osservata nella sprint race.

SPIELBERG, AUSTRIA – JULY 10: Calan Williams of Australia and Trident (21) leads Juri Vips of Estonia and Hitech Grand Prix (8) during the Round 8:Spielberg Feature race of the Formula 2 Championship at Red Bull Ring on July 10, 2022 in Spielberg, Austria. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Dopo tutte le penalità, il podio è composto da Sargeant, Enzo Fittipaldi (Charouz), al secondo podio in Feature Race, e Roberto Merhi, che comunque conserva il podio. In tutto questo casino Drugovich e Pourchaire hanno concluso ben al di fuori della zona punti, sicché anche questa gara è assimilabile a un pareggio.

Al termine della roulette austriaca, in classifica Sargeant scavalca Pourchaire, 115 a 114, e si candida a primo inseguitore di Drugovich, saldamente in testa con 154 punti.

FRANCIA

Nella prima parte delle qualifiche si impone Sargeant, salvo arretrare nei minuti finali. Ayumu Iwasa (DAMS) passa a condurre nei minuti finali, ma manca per pochi secondi la finestra per effettuare l’ultimo tentativo. Sargeant non spreca l’occasione e riconquista la pole per appena 6 millesimi (!).

Seconda pole in tre round per lo statunitense, che ora sembra lo sfidante più credibile di Drugovich (quarto). Le quotazioni di Pourchaire invece sono in ribasso, soprattutto dopo essere stato battuto dal teammate Vesti per la quarta gara di fila (quinta nelle ultime sei). Il risultato è reso ancora più umiliante dal fatto che Vesti aveva compiuto ben 0 giri nelle prove libere a causa di un componente montato male. Il francese è comunque sesto e non gli è preclusa nessuna possibilità.

La sprint race è vissuta tutta sulla lotta per scalzare dal podio il poleman Daruvala. Lawson prima si sbarazza di Armstrong dopo averci duellato per tutto il primo settore, poi erode progressivamente il gap dal leader. Una SC a metà gara permette all’indiano di conservare la testa per qualche chilometro in più, ma alla fine il sorpasso giunge perentorio al sedicesimo giro.

I piloti sono tutti vicini e due giri dopo Armstrong cerca di replicare la manovra ma sbaglia, costringe Daruvala a tagliare, e si ritrova esposto agli attacchi. Pourchaire lo accompagna fuori pista alla Beausset e anche Drugovich si infila. Pochi chilometri dopo Vips si butta all’interno all’ultima curva, si scompone e costringe Armstrong ad uscire dal tracciato. Anche stavolta il neozelandese della Hitech perde un paio di posizioni; è passato dalla lotta per la vittoria a non prendere neanche un punto.

Lawson vince davanti a Pourchaire e Daruvala, ma lo scambio di posizione degli ultimi giri finisce sotto la lente dei commissari. Il giudizio è salomonico: tutti e tre, Armstrong, Pourchaire e Vips, sono penalizzati per aver forzato un collega ad uscire di pista. Daruvala torna secondo, mentre il francese scala settimo. L’ultimo posto sul podio viene ereditato proprio dal rivale Drugovich, che ringrazia del regalo.

Sargeant scatta male ma anche Iwasa si fa sorprendere da un incredibile Doohan, che partiva quarto, salvo riprendersi la testa della corsa già nel corso del primo giro. Da qui in poi il rookie giapponese impone il suo dominio sul resto dello schieramento e andrà a vincere con quasi 10s di vantaggio. La lotta per il podio invece è più animata.

Dopo la partenza Sargeant si tiene alle spalle il duo ART di Vesti e Pourchaire, mentre Drugovich (primo dei piloti su hard) era stato scavalcato anche da Vips e Lawson. Lo statunitense è in leggera difficoltà, ma la gara prende una piega disastrosa quando la vettura si spegne ai box durante la sosta. Malgrado vari i tentativi, non riesce a far entrare le marce e quindi si deve ritirare. Anche Doohan subisce una sosta lenta (seppur non così disastrosa), sicché, grazie a una buona strategia e a un ritmo convincente su gomme consumate, Pourchaire scavalca sia lui che Vesti.

L’australiano non ci sta e dopo aver raggiunto il rivale tenta una manovra azzardata alla chicane, con l’unico risultato di girarsi e  perdere la posizione anche su Vesti. Nel frattempo Drugovich ha montato le soft (prima del tempo, ma le hard non andavano proprio) e grazie al vantaggio di prestazione rimonta sul trio. Vips nel frattempo era stato eliminato dal consueto pitstop problematico.

Il brasiliano infila Doohan a quattro giri dalla fine e arriva in volata con Vesti. Manca il sorpasso ma conquista il giro più veloce. Iwasa vince per la prima volta in carriera nella categoria e regala alla DAMS la prima vittoria dalla nuova gestione di Charles Pic (sì, l’ex pilota della Marussia), nonché la prima dalla morte del fondatore Jean Paul Driot.

Anche in Francia il copione è lo stesso: Drugovich corre da ragioniere, senza per questo compromettere la prestazione. La MP ha perso il vantaggio prestazionale di cui ha goduto per qualche gara ma nessuno dei rivali per ora è riuscito ad approfittarne. Tra Silverstone, Spielberg e Le Castellet Pourchaire gli ha guadagnato il gran totale di 10 punti. Sembra più pericolosa la cavalcata di Sargeant, autore di due pole, due vittorie e un secondo posto nelle ultime quattro Feature Race, ma in tutto gli ha guadagnato solo venti punti. Non è poco, ma se il trend restasse tale il brasiliano dovrebbe vincere il campionato.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya