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BASTIAN CONTRARIO: IL CUOCO

La levataccia australiana, che ci ha costretto per tutto il week end a stare svegli davanti la tv, ha portato le sue soddisfazioni con la doppietta Ferrari di domenica scorsa. Doppietta, diciamola tutta, inaspettata perché ormai eravamo rassegnati all’idea di avere l’ennesimo mondiale soporifero, dominato dal solito Verstappen con la solita Red Bull imbattibile e inarrestabile. A dire il vero che il colpaccio poteva avvenire, era nell’aria, soprattutto in quel di Maranello perché sapevano che la terra dei canguri (koala e dingo cosi non c’è discriminazione) era a loro congeniale e, i dati vomitati dal simulatore coincidevano dannatamente con quelli della pista. La forza della Scuderia è stata quella di aver fatto prendere un rischio ai bibitari, facendoli osare in qualifica per sacrificare cosi, qualcosa in gara. Ferrari, come un cuoco stellato, ha cucinato il piatto a fuoco lento fino a quando non è giunto l’agognato risultato. Come ogni cuoco che si rispetti, sa che le ricette devono essere seguite, solo che bisogna anche saper improvvisare caso mai qualcosa va storto.

Lo sa bene Sainz che venerdì nelle prove libere uno e due, non ha spinto più di tanto, limitandosi solo a studiare innanzi tutto se stesso e poi il comportamento della vettura su quella pista in continua evoluzione. Ed infatti è stata proprio questa la chiave di lettura di tutto il weekend cioè, saper interpretare l’evoluzione della pista, che al sabato era decisamente cambiata rispetto al giorno prima. Carlos non sarà un fulmine di guerra in qualifica come il compagno, eppure ha una propensione naturale per settare la macchina nel modo giusto, ed infatti c’ha preso in tutto. Si dia merito a questo ragazzo che è stato ignominiosamente attaccato nella sua degenza post operatoria, quasi fosse stata una lesa maestà che immediatamente dopo l’intervento, si sia presentato in pista a Jeddah. Per non parlare di quello che ho dovuto leggere riguardo al fatto che era stato reso abile per gareggiare, definendolo un pericolo pubblico, perché a causa dell’intervento che ha dovuto subire, rischiava di perdere le budella a gara in corsa! Sono del parere che i risultati parlano più di mille parole e Sainz, con dedizione e costanza ha risposto nel migliore dei modi, andandosi a prendere una vittoria che gli spettava di diritto per come ha saputo interpretare “la ricetta” australiana. Ferrari, paradossalmente, ora si trova in un bel problema etico sportivo: di fatto, da quando è arrivato monsieur Vasseur, l’unico a vincere sino ad ora è stato proprio colui il quale hanno appiedato senza troppi problemi in favore di Hamilton, cioè lo spagnolo. Nello specifico sia Charles che Carlos, da quando sono compagni, sono addirittura a parità di vittorie. Infatti Sainz ne ha conquistate tre rispettivamente nel 2022, 2023 e appunto domenica scorsa. LeClerc invece, le sue tre vittorie avendo lo spagnolo come team mate, le ha ottenute tutte nel 2022. Questo ci dice due cose.

La prima è che Ferrari ha attualmente la coppia più forte del mondiale (lo dico dal 2022), perché versatile e completa e quindi, quando manca l’uno inevitabilmente c’è l’altro e, quello che abbiamo visto nel week end australiano ne è la prova visto e considerato che Charles non c’ha capito nulla, mancando tra l’altro,  clamorosamente l’appuntamento con la vittoria a differenza del suo compagno che si è fatto trovare pronto e, caso mai qualcuno avesse dubbi a riguardo, basta vedere cosa è successo a Red Bull con il ritiro di Verstappen… Perez non è riuscito nemmeno a vedere il podio. La seconda cosa, che queste parità di vittorie tra compagni ci dice, è che quando la vettura è competitiva contro Charles non ce n’è per nessuno e nel 2022, non solo se n’è accorto Sainz, addirittura Verstappen ha dovuto fare i conti con quella realtà che poi è andata a favore dell’olandese. Quando invece c’è da “studiare”, quando evidentemente la macchina o le condizioni non sono perfette, ecco che esce l’estro dello spagnolo e la vittoria di domenica scorsa e soprattutto quella dell’anno scorso, sono la testimonianza di ciò che affermo. Fa sorridere amaro il fatto di sapere che Sainz dovrà andare via (ora è più chiaro perché LeClerc non ha sollevato casini all’arrivo di Hamilton? Ve lo scrissi tempo fa: il monegasco teme più la presenza dello spagnolo che la venuta dell’inglese), considerando quello che sta mostrando e soprattutto paragonato alle attuali scialbe prestazioni dell’epta campione del mondo, che dovrà rilevare il suo sedile. Questo significa che Sainz (c’è sempre il trucco) è stato dichiarato salvatore della patria, che Hamilton è cotto a puntino ormai e che Charles è un bluff? Assolutamente no. La logica impone sempre un ragionamento impostato da ogni punto di vista e, se guardiamo l’attuale situazione, considerando anche il potenziale della SF24, questa Ferrari attualmente è la migliore soluzione che riesce ad estrarre il massimo con entrambi i piloti, a differenza della Red Bull che è Verstappen dipendente.

A tal proposito, visto che la stessa Rossa si è praticamente legata a vita col monegasco, c’è da chiedersi come Charles possa uscire da questo momentaneo impasse, perché è innegabile che il secondo posto ottenuto dietro il compagno, che solo quindici giorni fa era in un letto di ospedale, è amaro e sa di sconfitta. Charles ci ha abituati a veri e propri miracoli in pista, soprattutto al sabato. Proprio come un cuoco stellato, che riesce a cucinarti una prelibatezza anche con qualche buccia di patata, lo stesso monegasco ha dimostrato di riuscire a cavare sangue dalle rape in ogni circostanza, ed è proprio questo aspetto che ne ha fatto il faro della squadra, l’uomo sul quale puntare, sperando che nel frattempo la squadra stessa migliori ancora di più, perché naturalmente così non basta. Intanto la sua assenza dal gradino più alto del podio, ha messo in imbarazzo (ad avercene ogni domenica di questi imbarazzi!) l’intera squadra da un lato e ha esaltato tutti gli spagnoli (che di certo non sono sobri nei loro commenti) dall’altro. Eppure, guardando la sua intervista post race, il pilota ha fatto trasparire non pochi sorrisi nonostante l’amaro risultato. Cosa bolle in pentola Charles? Perché quella serenità, che ha preso il posto del volto teso e deluso al quale eravamo abituati fino a qualche tempo fa, mi fa capire che il monegasco è sicuro di quello che sta per arrivare, è certo che il suo momento giungerà, perché la SF24 è vettura positivamente prevedibile e facilmente gestibile. Con questo sia chiaro, non sto affermando che ci giochiamo il mondiale, anche perché a mio avviso fra quindi giorni in Giappone, Max (come l’anno scorso in curva 1), metterà subito le cose in chiaro: a tal proposito singolare come la storia si ripeta, visto che proprio nel 2023 , il primo GP dopo l’unica sconfitta Red Bull avuta proprio per mano di Sainz, era proprio nella terra del sol levante… quando si dice il caso. Sto solo dicendo che evidentemente, quando Ferrari per bocca di monsieur Vasseur si era prefissata cinque vittorie di tappa, non era un obiettivo troppo distaccato dalla realtà, a maggior ragione dopo quanto visto domenica scorsa. La classifica dice che il mondiale è riaperto e, beato chi ci crede aggiungo, mentre la realtà dice che questo campionato è solo più sadico di quello dell’anno scorso, perché non farà altro che allungare l’agonia illusoria a causa di questi attuali numeri. Non starei troppo a preoccuparmene ad esseri sinceri e intanto, godiamoci questa doppietta, cucinata a dovere, dalla migliore coppia di cuochi che la casa può offrire.

Vito Quaranta

PORTIMAO GRAND PRIX- MARTIN DOMINA, BAGNAIA STENDE MARQUEZ – MOTOGP

Vince Jorge Martin, davanti a Bastianini ed un grandioso Pedro Acosta. Disastro di Bagnaia che prende in pieno Marc Marquez e lo stende. 

Secondo appuntamento stagionale in Portogallo, sul magnifico circuito di Portimao nella regione dell’Algarve. Si dalle prove velocissimi Bastianini e Marc Marquez. Lo spagnolo guadagna feeling giorno dopo giorno ed chiude in testa le FP1. In qualifica però domina la Bestia, siglando un tempo però ben lontano dalla pole 2023. Marquez si stende al primo giro lanciato, quando aveva mezzo secondo di vantaggio su Bagnaia e Miller che erano qualche metro davanti a lui. Chiude 8° le qualifiche dopo una spaventosa caduta alla 15. La prima fila vede Vinales e Martin, con Bagnaia ad aprire la seconda fila ed un grandioso Pedro Acosta ad aprire la terza. (P7 per lui). Nelle ultime 4 posizioni tutte e 4 le Honda. Il baratro.

GARA SPRINT

Tutti i Piloti con la Hard davanti e la Soft posteriore ad eccezione di Quartararo che monta due medie sulla sua Yamaha. Partenza allucinante di Marc Marquez che regala spettacolo e si riporta subito, nel primo giro, a ridosso dei primi mettendosi in seconda posizione dietro Bagnaia. Grandiosa gara di Pedro Acosta che lotta per tutta la gara a ridosso della TOP5 mentre paga la pessima partenza Enea Bastianini.

A 5 giri dalla fine Bagnaia sbaglia la staccata in curva 1 e perde ben 3 posizioni, ma l’impressione è che la sua posteriore avesse già dato tanto. Gli ultimi giri sono un uragano di emozioni con Vinales che va a prendersi la vittoria della Sprint e Marc che regola Martin con un sorpasso da paura ed un monito: I ragazzini hanno ancora da imparare. È la prima vittoria per Vinales con la Aprilia, mentre è il primo podio per Marc Marquez con una Ducati. Godetevi qui l’ultimo giro…

GARA

Una partenza al cardiopalma, con Marquez che risale subito in P5 ed ingaggia un grande duello con Bagnaia facendo perdere tempo prezioso al Campione del Mondo. Grandiosa partenza di Binder e di Pedro Acosta. Nei primi giri si sono registrate le cadute di Morbidelli, Alex Marquez e poi Raul Fernandez. Una gara che fino ai 10 giri alla fine è stata abbastanza noiosa, pochi sorpassi e una miriade di giri veloci sul 38 alto. Soltanto i primi 6 girano sugli stessi tempi con gli altri molto attardati. È nel finale di gara che si scatenano davvero i tre la davanti. Martin, Vinales e Bastianini ne hanno di più e lo hanno dimostrato. Pedro Acosta supera Bagnaia in difficoltà e Marquez gli dà la caccia. Nella bagarre successiva Marquez entra forte, sorpassa Bagnaia che però tenta un incrocio disperato e perde l’anteriore prendendo in pieno Marquez, stendendosi lui e stendendo anche Marc. Incidente di gara, sarà l’inizio della faida.

https://twitter.com/FranckyHawk29/status/1771912806545133724?t=kwnAOgnKl7W-IkHHxa3Gwg&s=19

Vinales cade all’ultimo giro e Pedro Acosta si prende un podio fantastico, con Bastianini secondo e Martin che vince una gara fenomenale. Le polemiche saranno davvero forti, perché nessuno ammetterà l’errore di Pecco. Un grave errore come fu quello di Losail 2022 su Martin. Tanti punti persi per entrambi ma una cosa è certa, Marc Marquez è tornato in tutti i sensi. Così come Pedro Acosta sarà della partita per il Mondiale, si avete letto bene. Gara opaca delle altre KTM, che prendono una sonora paga dal ragazzino e si ritrovano in TOP5 soltanto per il botto di Bagnaia ai danni di Marquez.

Siamo solo all’inizio, statene certi.

Scontro tra Bagnaia e Marquez. Fonte MotoGP.com

It’s Racing Baby.

 

F1 2024 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Il circus si sposta ancora piu’ a est per la prima di tre tappe che toccheranno Australia, Giappone e Cina. E’ arrivato il momento del GP australiano sull’ormai ”storico” circuito dell’Albert Park.

Ci si arriva da due doppiette Red Bull, schiacciasassi in pista a dispetto delle clamorose lotte intestine che hanno agitato le ultime settimane.

A dire il vero negli ultimi giorni sembra essere tornato un po’ di sereno o quanto meno non sono deflagrati altri leaks o sparate a mezzo stampa dichiarazioni bellicose da parte dei diretti interessati. Certo il futuro e’ ancora parecchio incerto e tutto da definire nei termini delle posizioni occupate dagli uomini chiave del team ma se addirittura Jos Verstappen si augura che ”il team ritrovi un po’ di calma” forse la fase acuta della crisi e’ superata. Oppure si rifiata per i fuochi di artificio finali che potrebbero far implodere quel meccanismo perfetto che al momento e’ la Red Bull targata Verstappen.

immagine da english.aawsat.com

In ogni caso, in pista c’e’ poco da stare allegri per gli altri dato che l’olandese cerchera’ la terza affermazione consecutiva, cosa tutt’altro che remota dato il fatto che Max non e’ mai stato seriamente impensierito da nessuno fino ad ora ed e’ sempre sembrato in totale controllo della situazione. Molto piu’ attaccabile invece Perez che comunque e’ riuscito ad assicurare al team due doppiette nelle prime due gare. Sui curvoni veloci dell’Albert Park il pronostico e’ tutto dalla loro parte.

Ferrari invece dovra’ cercare quella velocita’ che si e’ vista nella parte finale della gara saudita, con Leclerc al pari delle Red Bull. Il layout della pista dovrebbe favorirli, cosi’ come le gomme portate da Pirelli, le piu’ morbide a disposizione. La SF-24 sembra buona ma non ancora abbastanza da rappresentare una seria minaccia per gli austriaci, a meno che Leclerc non si inventi magie in qualifica e possa sfruttare situazioni impreviste in gara. Da risolvere in primis la difficolta’ di mandare in temperatura le gomme e utilizzarle nella finestra corretta di funzionamento, specie a serbatoio pieno, in pratica il contrario del problema dello scorso anno.

Dovrebbe essere della partita anche Sainz, ormai ristabilito dall’appendicectomia subita in Arabia Saudita. Ci piacerebbe rivedere il giovane Bearman anche perche’ e’ probabile che quella a Jeddah potrebbe essere la prima e ultima gara in Ferrari della sua carriera…

Mercedes arriva a fari spenti e deve far fronte ai problemi che le prime due gare hanno evidenziato sulla W15, soprattutto nei curvoni veloci di cui il tracciato australiano abbonda. Non sara’ un weekend facile per gli uomini di Brackley, alle prese anche con un Hamilton apparso parecchio sotto tono nelle prime di gare e regolarmente battuto dal suo compagno di team. L’appuntamento australiano non sembra proprio quello piu’ indicato per i sogni di gloria ma potrebbe servire molto nel cercare di capire come migliorare le carenze della W15 che, a detta degli esperti del settore, nelle simulazioni assicurava un livello di performance di almeno un secondo piu’ veloce.

immagine da fuoripista.net

A Brackely si consoleranno con altri due tecnici cresciuti in Ferrari che andranno a ingrossare l’organico della stella a tre punte. Un nome poi e’ piuttosto pesante, Simone Resta, uno che ha lavorato davvero bene in Ferrari per poi vivere una sorta di esilio in Haas con scarsa considerazione da parte dei vertici di Maranello. Lo scambio di tecnici tra top team e’ una prassi, non e’ il caso di preoccuparsi troppo quanto invece considerare l’ambiente in cui i tecnici possano esprimersi al meglio. Ecco questo, pensando al recente passato della Ferrari, dovrebbe preoccupare un po’ di piu’.

La McLaren sara’ invece tutta da scoprire, considerando che le curve veloci dell’Albert Park potrebbero valorizzarla. La MCL38 pero’ sembra una creatura alquanto difficile da sfruttare al meglio, in quanto necessita di un setup ottimale non facile da trovare.

In quanto agli altri team difficile capire chi potra’ esaltarsi o meno. La Aston Martin, considerando quanto visto a Jeddah, potrebbe far fatica soprattutto in gara a meno di un insperato aiuto da parte delle mescole Pirelli piu’ morbide. Alpha Tauri si gioca la carta Ricciardo, idolo di casa, che arriva gia’ avvertito da Marko in merito ai suoi scarsi risultati delle prime due gare.

immagine da motorsportweek.com

Alfa Romeo deve risolvere i problemi sul giro secco in modo da potersi giocare la buona velocita’ dimostrata in gara. Anche la Williams e’ a caccia dei primi punti in stagione ma sara’ dura considerato quanto visto in questo inizio di stagione. Possiamo dire invece che non rappresentera’ una minaccia la Alpine, ormai rassegnata a vivere questa prima meta’ di stagione come test per migliorare e fare qualcosa di buono nella seconda parte. C’e’ chi la vede gia’ assente dal mondiale del prossimo anno, ipotesi non cosi’ campata in aria nel caso dovesse replicare i pessimi risultati fino ad Abu Dhabi.

Ah, alla fine anche Ben Sulayem e’ stato scagionato dall’accusa di aver interferito con l’omologazione del Gp di Las Vegas e di aver voluto ”aggiustare” il risultato del Gp dell’Arabia Saudita 2023. Tanto rumore per nulla? Restiamo in attesa del prossimo ”scandalo” che fara’ parlare molto piu’ di quello che accade in pista.

*immagine in evidenza da autoracing1.com

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

I primi due GP del mondiale più lungo di sempre nella storia della F1 sono dunque stati disputati con i loro inevitabili verdetti, perché tutte le previsioni, tutte le simulazioni e calcoli vari, non possono tenere testa al responso impietoso della pista e dunque del cronometro. Due GP sono pochi, certo, per stabilire le gerarchie definitive eppure se questo non vale per Red Bull, la quale ha già mostrato a tutti come andranno le cose anche in questa stagione, è anche vero che un’idea di chi è partito bene e chi dovrà rimboccarsi le maniche ce la siamo fatti eccome… compresa Liberty Media con gli ascolti tv.

La nota piacevole l’abbiamo avuta da parte di Ferrari con la sua SF24, la quale, fino ad ora, è stata l’unica a dimostrarsi davvero in forma contro la RB20 piglia tutto di Verstappen. Con un distacco medio che si attesta in meno di mezzo secondo circa, aspettando circuiti più probanti e veri (avere il Giappone e la Cina già al quarto e quinto appuntamento sarà molto interessante da questo punto di vista) per avere una conferma di quanto appena visto sino ad ora, si può affermare che la SF24 è una piattaforma stabile e prevedibile (in senso positivo) sulla quale lavorare e sviluppare (quasi sicuramente vedremo il primo importante pacchetto di aggiornamenti ad Imola, anche se fino a qualche anno fa si aspettava Barcellona, solo che i tempi cambiano… sigh!) in modo efficace, cercando di agguantare i bibitari e quindi Max, perché senza il fenomeno olandese, Perez per quanto mostrato, sarebbe abbondantemente abbordabile. Del resto su queste righe lo si è sempre affermato: la vera battaglia, la sfida più importante, sono gli sviluppi nel lungo periodo che la Rossa porterà e, soprattutto, capire se funzioneranno. Questo è il vero punto di domanda che conta. Come sempre in casa Ferrari le cose non possono mai andare in modo lineare e, sebbene le prime due gare hanno dato responsi positivi, è anche vero che il bottino, in relazione al potenziale della vettura, è stato povero visto e considerato che Charles è stato azzoppato con un problema ai freni in Bahrein e addirittura Carlos si è dovuto fermare per via dell’intervento chirurgico che ha dovuto subire.

A tal proposito, i diretti avversari hanno potuto tirare il fiato come, si suol dire, altrimenti l’attuale distacco sarebbe stato maggiore. Chi veramente può ringraziare la sorte in tal senso è la deludente Mercedes in primis. Confesso il mio peccato, se così si può chiamare questo errore di valutazione: ero fermamente convinto che con Allison al comando del progetto, AMG sarebbe ritornata prepotente perché se c’è una caratteristica delle vetture di James è proprio quella di trattare con rispetto le gomme (chiedere alla Lotus, che con Kimi stavano finendo in banca rotta per i punti che stava portando a casa!). Ovvio che “l’uomo dei miracoli” non esiste, eppure, dopo ormai due anni, in molti credevamo che le frecce d’argento avrebbero risolto quanto meno i problemi di porpoising. Addirittura Mercedes si è ritrovata a confessare problemi che eravamo abituati a sentire da parte di Ferrari, ovvero che c’è discrepanza di correlazione di dati tra quelli virtuali e quelli reali. Per la casa di Stoccarda sono volatili per diabetici ora perché se gli va bene, una volta trovata la quadra correlazionale, potranno sviluppare nella giusta direzione riuscendo a tenere il passo con gli altri top team. Se invece gli dice male, gli toccherà inseguire per tutto l’anno e quasi sicuramente anche il prossimo: è stato già detto che a causa del fatto che dall’anno prossimo tutti saranno impegnati nello sviluppo delle vetture 2026, la base 2024 è fondamentale appunto anche per il 2025 e se si parte male, una squadra rischia di stare in affanno per due anni appunto. Evidentemente i problemi in casa Mercedes sono tanti, di sicuro molto di più di quanto non appaia dall’esterno e in questo, sicuramente, rientra la fuga di pedine importanti in seno alla squadra stessa. Ogni ciclo è destinato a finire e più questo ciclo è bulimico e avido di vittorie più fragorosa sarà la sua caduta. Lo stesso capiterà a Red Bull? Ciò non è dato sapere, anche se la telenovela che stanno e ci stanno obbligando a vivere, lascia presupporre proprio questo. Di sicuro, si stanno creando tutti presupposti per un nuovo ciclo che è quello di Ferrari e del suo famoso motto, per bocca dello stesso Presidente, “obiettivo 2026”. Chissà che Hamilton non l’abbia sfangata per l’ennesima volta (in termini di scelta vincente si capisce), in modo da andare a ritoccare i suoi amati record per poter riscrivere la storia… Charles LeClerc permettendo naturalmente.

I presupposti per un ciclo vincente tinto di rosso ci sono tutti, per il momento ci concentriamo su quello bibitaro il quale è così anche fin troppo scontato, che la stessa Liberty Media ne deve prendere atto facendo i conti con un altro tipo di cronometro che si chiama audience televisivo… e nemmeno questo mente mai. Ciò che è più eclatante è che il calo di telespettatori è cosi evidente che nemmeno lo possono nascondere più. Ormai l’emorragia è inarrestabile, il paziente sta morendo dissanguato lentamente e, presto o tardi, morirà se non si corre ai ripari. Di chi è la colpa di questo calo verticale degli ascolti? Di Verstappen? Il campione olandese non fa altro che fare quello per cui il suo corredo genetico è programmato a fare, nel momento in cui il suddetto pilota sotto le chiappe ha vetture che si chiamano RB19 ed RB20, nulla di più e nulla di meno. Inutile prendersela con lui perché vince sempre e vuole vincere sempre (anche perché chiunque al suo posto farebbe lo stesso… i commenti di Hamilton a tal proposito sono come minimo fuori luogo dunque). Se mai le cause di questo effetto sono da ricercare a monte e quindi nella stessa Liberty Media che, in concerto con la FIA, non solo redige regolamenti sempre più astrusi, addirittura cambia le regole in corso d’opera subendo la pressione di questa e di quella squadra, politicamente più forte di turno, in quel momento. L’esempio più eclatante è proprio l’attuale regolamento che è stato concepito per avere vetture ad effetto suolo: AMG non riusciva a cavare un ragno dal buco e venne dunque partorita la DT039 e relativo sollevamento delle vetture da terra. Ferrari, con i suoi difetti, prima della direttiva teneva vivo eccome il mondiale, mentre dopo l’attuazione della suddetta, è affondata definitivamente e Red Bull e Max hanno ringraziato arrivando a fare quello che abbiamo visto fino a fine novembre 2023. Inoltre si aggiunga l’ostinazione di continuare con il format della Sprint Race, che altro non è che uno spoiler di quello che vediamo in qualifica e gara, con l’aggravante di preparare le squadre e quindi di rendere lo spettacolo ancora più prevedibile. Tutto non si può avere e, se si crea un prodotto atto ad accontentare solamente una parte, inutile lamentarsi poi, perché è sempre la domanda che comanda l’offerta. Ora per correre ai ripari, il sistema F1 o da una spinta a Ferrari (e magari a qualche altro team) o azzoppa Red Bull, perché da qui non si scappa se vogliono salvare capra e cavoli. Cosa e se decideranno in tal senso lo sa solo chi comanda veramente, del resto “la stagione è ancora lunga”… non si dice sempre così?

Vito Quaranta

MIT’s CORNER: LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

Neanche il tempo di riprendersi dall’opener stagionale che si riparte!

La carovana della Formula 1, è proprio il caso di dirlo!, attraversa il deserto, magari a dorso di cammelli ultraveloci, e passa dalle rive del Golfo Persico a quelle Mar Rosso in quel di Gedda per mandare subito in scena il secondo atto di questa lunghissima stagione 2024.

Come le antiche corti nomadi dei persiani, la lunga carovana si è snodata per tanti chilometri lasciando nel suo centro, al posto più protetto il suo re indiscusso, non Ciro o Dario che condividevano l’appellativo de “il Grande”, non Serse o Artaserse o persino il terzo Dario, che incapace di contrastare la falange alessandrina segnò la fine di quella grandiosa e misteriosa civiltà, bensì lui! Max III (prossimo IV se continua così) con il suo codazzo di cortigiani in rigoroso litigio gli uni con gli altri per guadagnarsi il posto migliore sotto lo sguardo del Re dei Re! Chissà chi ci rimetterà la testa?

Arrivati nel “circuito cittadino più veloce del mondo” con tanta curiosità per la immediata riprova di quanto visto in Bahrain ci si apprestava ad assistere un GP con molte più emozioni considerando che gli stretti muri di Gedda hanno sempre mietuto vittime da quando è entrato nel calendario. Ma tant’è: le gomme quest’anno vanno bene con tutti e come già notato in Bahrain le strategie sono ancora più difficili da elaborare. Il risultato è stato, in termini di emozioni, sostanzialmente identico al Bahrain con l’unica SC a fare un po’ da spartiacque.

Purtroppo per lui, e in modo decisamente inaspettato, la prima vittima di Gedda è il povero Carlos Sainz che soccombe ad un decisamente improvvido attacco di appendicite acuta. Buon per lui che il pool di medici che i team hanno sempre con sé è stato lesto ad accorgersene! Tirato un sospiro di sollievo per la sua immediata risoluzione il nostro deve comunque cedere il suo posto ad esordiente del tutto inedito: Oliver Bearman.

Me lo immagino il diciottenne inglese, mentre festeggia la pole position di Formula 2 appena conquistata, dare dei gran cinque a tutta la squadra mentre si dirige verso l’albergo. Non fa in tempo ad uscire dal circuito che sente qualcuno arrabattarsi affannosamente dietro di lui e vede arrivare di corsa il visibilmente trafelato John Elkann che esclama ansimando e agitando le braccia verso di lui: “hey, Olli bello! Fermati! Non correre! Anzi no, corri, Olli bello! Cioè, no, fermati Olli bello che ti devo chiedere una cosa!” Sorpreso dalla curiosa situazione Oliver si ferma ad attendere Yaki e, immaginando che pur in questa inattesa modalità, il patron volesse complimentarsi per la pole si schermisce: “grazie presidente, non c’era bisogno, la ringrazio tanto, oggi è andata bene…”

“no, no, cioè sì, ma per cosa? Cioè, bravo! sei parte della famiglia, siamo tutti parte di una grande famiglia che lavora per lo stesso obiettivo e anche tu stai andando nella direzione giusta… cioè no, non quella dell’albergo… ecco… ma perché siete così contenti?” finisce Elkann cercando di riprendere fiato.

“be’, la pole…” risponde Oliver

“ah sì? Eh! Che bravo!”

Al che il giovane volto di Oliver comincia a piegarsi in una espressione un po’ interdetta e non gli rimane che continuare con i ringraziamenti: “grazie, grazie, non c’era bisogno le ripeto, ma grazie davvero, significa tanto per me”

“no no non è per quello, anzi sì anche per quello, bene, bravo!” Elkann cerca di riprendere il suo consueto aplomb “bravo ma no, cioè sì, siamo una grande famiglia!”

All’espressione sempre più confusa di Oliver, Elkann, si aggiusta meglio il cachemire sulle spalle, si mette le mani in tasca, accenna un sorriso studiato appositamente per sembrare un mix tra Hegel e Kant e con la voce cerca, senza successo, di scendere di un’ottava: “ecco, siccome siamo una grande famiglia ti volevo chiedere… ma solo se ti va, eh! Ecco, sì, chiedere, nella grande famiglia, sì, cioè, ti andrebbe di fare un giro sulla Ferrari?”

“quale? Enzo? Purosangue? la 296? La nuova Roma?” Oliver comincia a esaltarsi! Guidare una Ferrari! Che bello! WOW!

“no, cioè sì, se vuoi anche su quelle, no, cioè sì, intendevo quell’altra, sempre se ti va, non è che ti voglio costringere, sai com’è: siamo una grande famiglia!” Ora tra Kant ed Hegel si fa strada una stempiatura aristotelica.

“Quale altra?” interloquisce Oliver “una di quelle vecchie? Quelle di 70 anni fa?” storce un po’ il naso ma va bene lo stesso, pensa, magari è per un servizio fotografico. Poi gli chiedo se le foto le posso mettere su Instagram.

“no, quella lì di là, quella nel garage” accenna John voltandosi indietro con sguardo da consumato peripatetico.

“?”

“Ma sì, dai la SF-qualcosa che è là ferma in garage, siamo una grande famiglia!” ora l’espressione da stagirita lascia posto ad un poco di incertezza “però solo se ti va… non vorrei che ti stancassi troppo… ma ce l’hai la patente? Sì, vero? Perché mi hanno detto che… no, aspetta, siamo una grande famiglia e la licenza, no, non quella di pesca, insomma, ci siamo capiti perché Carlos è andato via, ma non a pescare, è che gli faceva male la pancia e l’hanno portato in ospedale e quindi, siamo una grande famiglia che andiamo tutti nella stessa direzione ma non quella dell’ospedale, eh, che poi si pensa male, ma dobbiamo pensare tutti al futuro, perché siamo una grande famiglia – insomma capito, no?”

“Carlos?! Che ha?”

“quindi è ok? Ti va? Se vuoi ti scrivo una giustificazione per scuola domani, no, cioè, siamo una grande famiglia ma tuo padre non sono io quindi la deve scrivere tuo padre, che non sono io anche se siamo una grande famiglia ma va bene, te la passeranno vedrai, posso dirlo a Federico? A lui va bene, tranquillo, glie l’ho chiesto poco fa e ha sorriso, quando sorride vuol dire che gli va bene, almeno credo, cioè, sì insomma, in una grande famiglia che va tutta nella stessa direzione se non si sorride si sta andando da un’altra parte e lui ha sorriso quindi va nella stessa direzione.”

Poi Elkann torna kantiano e con espressione circospetta domanda: “ma tu sei un fenomeno o un noumeno?”

L’immaginario siparietto dura ancora un po’ ma ormai sappiamo come finisce: Oliver accetta e finisce sul podio… dei più giovani esordienti della storia della Formula 1!

Ammetto di non averne sentito parlare altro che nella colpevolmente distratta lettura delle cronache delle formule propedeutiche senza mai interessarmene quindi la curiosità di vederlo all’opera era alle stelle. Anche perché non è un esordiente su una vettura di secondo o terzo piano ma sulla vettura più ricca di storia dell’intera Formula 1.

Ebbene come si è comportato il nostro? E come si sono comportati tutti gli altri piloti? Cominciamo proprio da lui, l’esordiente!

 

BEARMAN

Catapultato all’improvviso su un sedile che scotta il giovane Oliver, a quanto pare, non si è fatto per nulla intimidire. Decide saggiamente di passare le FP3 a imparare la vettura e tutte le procedure annesse e quando si trova, dopo poche ore, a disputare le qualifiche su una delle piste unanimemente giudicate più pericolose dell’intero calendario non fa una piega e passa agevolmente il primo taglio. Anche in Q2 va bene ed è eliminato per pochi millesimi. Non so voi ma credo sia stato un ottimo approccio quello velocistico anche perché immagino che abbia voluto anche stare attento a non sbattere contro i muri di Gedda, che è cosa assai facile che capiti. Dunque avere l’undicesimo tempo, consapevoli che ha “tirato” al massimo delle possibilità per evitare l’errore, è tanta roba! Bravissimo. In gara non parte benissimo anche qui probabilmente molto più attento a non combinare pasticci che non a cercare varchi a dritta e a manca. Dopodiché, tuttavia, non lesina affatto sulla prestazione e si ingaggia in un duello non facile con Tsunoda, testa notoriamente assai calda: segno di coraggio, no? Si avvantaggia della SC per l’incidente di Stroll e come quasi tutti va a pittare: anche qui niente panico e procedura perfetta. Si comporta bene alla ripartenza dopo SC e guadagna la posizione su Zhou, tra i pochi a non aver pittato. Fa un po’ più di fatica quando arriva su Hulkenberg ma ancora una volta non combina pasticci e porta a segno un sorpasso pulito al 21° giro. La sua gara continua poi un po’ più liscia nell’attesa che Norris ed Hamilton, che non avevano pittato in SC, facciano la sosta obbligatoria. Il ritmo deve essere sufficiente per uscire davanti ai due. Ed esegue benissimo perché il suo ritmo non è tanto lontano da quello di Leclerc, più avanti. Infatti, quando i due pittano tra il 37° e il 38° giro, se li ritrova dietro di circa 5-6 secondi. I due recuperano rapidamente tre secondi ma poi non recuperano più nulla perché il nostro si mette a girare sui loro tempi e si toglie anche la soddisfazione, come Leclerc, di fare il proprio fastest lap all’ultimo giro (peraltro il quinto della speciale classifica). Certo, ha fatto fatica (indicativi quanto per certi versi divertenti i camera car in cui cercava l’appoggio per la testa ad ogni curva perché non ce la faceva più), certo ha performato meno di Leclerc (ma a parte Max chi avrebbe la possibilità di far meglio?), certo è stato favorito dalle strategie a posteriori errate di Nor e Ham ma che gli si poteva chiedere di più di quanto ha fatto? Si potrebbe aprire il dibattito su quanto siano facili da guidare queste vetture o su chissà quante prove avrà fatto al simulatore ma io la vedo comunque così: visto che aveva addosso gli occhi di tutto il mondo e che una sbavatura non glie l’avrebbe perdonata nessuno (sì, è giovane ed è stato chiamato all’ultimo minuto quindi gli avrebbero perdonato tutto… sicuri?) è stato bravo, anzi bravissimo!

VERSTAPPEN

Perfetto, semplicemente perfetto. Come sempre, aggiungerei. Di questa continuità al livello assolutamente eccelso che persiste a erogare in ogni gara ci si potrebbe annoiare, magari qualcuno si annoia davvero, ma da appassionato di questo sport quale mi picco di essere non posso fare a meno, ogni volta, di meravigliarmi. Giunge addirittura notizia che nelle profondità della notte tra qualifiche e gara lui fosse su iRacing a correre come un dannato contro mezzo mondo: la magnifica ossessione che personaggi del suo calibro hanno per lo sport che praticano è allo stesso tempo esaltante e spaventosa. Viene in mente il povero Kobe Bryant di cui si diceva che facesse il primo allenamento alle 5 o alle 6 di mattina. Ogni giorno. Che gli si può dire? Avanti così? A differenza che in Baharain dove forse Leclerc avrebbe potuto stargli davanti in qualifica, qui invece stabilisce un giro monstre che tiene lontano di ben tre decimi l’alfiere ferrarista e il suo stesso team mate. Ciò è ancora più rilevante dal momento che Leclerc ammette, anche qui diversamente che in Bahrain, che più di così non poteva fare. Quindi top assoluto! In gara non ha problemi in partenza e in un solo giro si porta oltre la distanza DRS da Leclerc. Quando si riparte dopo la SC causata da Stroll si ritrova per la prima volta in stagione a non condurre la gara ma non ha che da aspettare che le gomme bianche si scaldino a dovere prima di riprendersi con facilità la prima posizione. Noto che a differenza di tutti gli altri il DRS RBR sembra tornato quello del passato: straordinariamente efficace. Da lì in avanti gestisce con agio la posizione senza strafare. Verso la fine prova a riprendersi il fastest lap ma, stranamente, non ci riesce nonostante i DRS dei doppiati. Ecco, se proprio vogliamo trovare un microscopico difetto alla sua gara è stato proprio l’aver mancato un fastest lap che invece è riuscito, proprio all’ultimo, a Leclerc. Ma si tratta di un granello di sabbia, assai minuscolo invero. Bravo? chiediamolo ai suoi competitor di iRacing!

PEREZ

Anche Checo è andato molto bene a Gedda. In qualifica non può nulla contro Max e Charles ma in gara si presenta carico: la pista gli piace assai. E infatti parte benissimo superando Leclerc in men che non si dica. Se non fosse stato per la straordinaria e assai coriacea risposta che il monegasco gli rifila alla curva successiva avremmo forse (forse!!) potuto vedere un suo tentativo di duello con Max per la supremazia in gara. Tuttavia, dovendo giocoforza accodarsi al ferrarista, per vedere questo ipotetico duello dovremo aspettare un altro GP. Quattro giri a prendere le misure di Charles e si porta a casa un bel sorpasso ma è ormai troppo lontano da Max per poterlo seriamente impensierire. La SC gli porta in dono… una penalità! Il rilascio troppo affrettato in pit lane mentre arrivava Alonso gli costa 5 secondi e il definitivo addio alla (remota) possibilità di contendere il gradino più alto del podio. Di lì in avanti sta solo attento a tenere a debita distanza Leclerc e non mostra particolari acuti. L’agio con cui RBR ha portato a casa questo GP la dice lunga sulla bontà del nuovo progetto Newey. Non siamo ai distacchi dello scorso anno in termini relativi ma non ci sono dubbi che anche quest’anno RBR è partita assai avanti agli altri. I dati raccolti in queste tre settimane sono oro un po’ per tutti ed è sicuro che all’Albert Park cominceremo a vedere qualche azzardo in più sui setup ma come lo sono stati per gli altri così sarà anche per RBR. Sarà dura!

LECLERC

Deluso dalla qualifica non tanto per non aver fatto la pole quanto, suppongo, per il distacco rimediato da Max il monegasco approccia la gara sperando che non si ripresentino i problemi ai freni che l’hanno azzoppato in Bahrain. Pronti-via e deve subito dover tirar fuori il meglio del suo repertorio tecnico e agonistico per rispondere all’eccellente scatto di Perez. La gioia per la posizione conservata dura poco perché dopo 4 giri deve arrendersi. La sua gara non è particolarmente movimentata, se si eccettua il sorpasso a coloro che eran rimasti in pista dopo la SC. Notiamo il suo ritmo che è “dinamicamente costante”, se mi passate la locuzione, nei confronti di Verstappen: 4 decimi al giro in quasi tutte le porzioni di gara. Non avendo, a quanto pare, alcun problema ai freni vediamo quindi Charles alle prese con il suo primo “vero” GP della stagione. Da questo punto di vista la performance è di altissimo livello soprattutto considerando dov’era lo scorso anno nelle medesime condizioni. Non gli farà piacere il dominio di Max e di RBR ma almeno di questo dovrà per forza essere contento. Direi che lo spunto più interessante di tutti è dato dal giro veloce che ha segnato all’ultimo giro riuscendo dove non era riuscito Max. Dopo 40 giri sulle bianche direi che si tratta di qualcosa di totalmente inedito per Ferrari che non fa soffrire le gomme così bene che si è giunti al paradossale effetto di non riuscire ad “accenderle” in tempi rapidi. Vedremo se in altre piste e con setup più “coraggiosi” si potrà ottenere qualcosa in più. Per il momento bene comunque.

PIASTRI

Risultato di prestigio per il buon Oscar che porta a casa un quarto posto poco prevedibile alla vigilia. La qualifica degli “umani” lo vede quinto, sopravanzato solo dall’eterno Alonso e, soprattutto, davanti a Lando il che ha certamente colorato di rosa il suo week end. A questo si aggiunge una buona partenza e un bel sorpasso su Alonso che sembra metterlo sulle tracce di Leclerc. La SC causata da Stroll, tuttavia, gli toglie ogni velleità. La causa sta nel fatto che alla ripartenza si ritrova dietro ad Hamilton e qui assistiamo al suo personale calvario. Infatti, nonostante miriadi di tentativi, uno quasi riuscito al 35° giro, il buon Oscar deve fare i conti con una McLaren che non riesce a far funzionare il DRS in nessun modo e deve stare sulle ruote di Hamilton per ben 30 giri senza poter nulla. Fortunatamente per lui l’obbligo della sosta cui Hamilton e Norris debbono sottostare gli regala la posizione ai piedi del podio che, vista la sofferenza patita dietro alla Mercedes, immagino abbia un sapore assai amaro. Non appena si libera dall’ingombrante presenza del campionissimo inglese il suo ritmo scende di ben 1 secondo: non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare se non si fosse trovato in questo imbuto. Bene ma non benissimo

ALONSO

Eterno e mai domo. Dopo il deludente week end del Bahrain ritroviamo un po’ a sorpresa Aston Martin ai piani alti. Ovviamente con il solo Alonso che si toglie la soddisfazione di un 4° posto in griglia a pochi millesimi da Perez e quasi nove decimi rifilati al suo compagno di squadra. In gara parte bene ma deve arrendersi a Piastri dopo pochi giri. Dopo la SC sceglie (perché con Alonso si deve sempre ipotizzare che sia lui a scegliere!) di plafonarsi a poca distanza da Piastri per tutto il resto del GP, gestendo le gomme e assicurandosi un risultato decisamente migliore del Bahrain che porta un po’ di respiro alla squadra. Sorprendente!

RUSSELL

Non c’è molto da dire su Giorgino per questo week end se non che si toglie la soddisfazione di un bis del Bahrain per quanto attiene al confronto con il suo celebrato team mate cui è davanti e in griglia e in gara. Dopo il deludente 2023 e la scoperta che con RBR per il momento non si può competere l’obiettivo di Russell non può che essere questo: arrivare davanti ad Hamilton. La qual cosa non è banale come sembra perché con la ridda di voci che freneticamente si susseguono nel paddock nessun sedile può dire di essere saldamente ancorato alla vettura. Oltre alla soddisfazione di cui sopra non c’è molto di cui essere felici in casa Mercedes perché nella seconda parte di gara Giorgino non è riuscito minimamente a impensierire Alonso. Bene ma non benissimo.

NORRIS

Dietro a Piastri per tutto il week end è il risultato finale di Lando il quale, oltre a questo smacco, mostra anche per la “emme-sima” volta che, quando il momento è saliente, il suo rendimento cala. Ora, se la “emme-sima” volta diventerà “enne-sima” ho il sincero timore che il suo valore, che da anni viene considerato come uno dei più alti potenziali in F1, si sgonfierà come un palloncino bucato. Non aver sopravanzato il suo team mate in qualifica non è una colpa in senso assoluto, sia chiaro, perché contro l’emergente Piastri ci può anche stare ma se arriva per colpa di un errore piuttosto marchiano nel suo tentativo finale in Q3 il naso si storce e non di poco. In gara va meglio, tolto il pasticcio di quasi jump-start in cui si è trovato invischiato giusto un attimo prima dello spegnimento dei semafori, e il risultato finale è dipeso più che altro dalla monetina che il box McLaren ha lanciato quando è uscita la SC: chi facciamo pittare e chi no? A lui è toccato star fuori e questo è quanto. Null’altro da aggiungere se non che è parso assai evidente quanto McLaren sia forse l’auto che meno riesce a far funzionare il DRS in questa prima fase di campionato. Qualcosa dovranno fare.

HAMILTON

Stesso discorso di Norris con l’aggravante che gli è arrivato dietro. Si fa notare solo per l’arcigna difesa su Piastri e per il secondo giro più veloce in gara fatto con le rosse nuove al 38° giro. Non sarà che il porpoising gli ha fatto male alla schiena?

HULKENBERG

Delle sue prestazioni dell’anno scorso (e della prima in Bahrain) ho sempre notato l’eccellente capacità in qualifica unità, però, ad una certa inconsistenza in gara. Ecco che invece, in Arabia, decide di scambiare l’ordine dei fattori e il risultato… cambia! Infatti il buon Hulk per una volta non brilla in qualifica ma riesce a gestire un buon ritmo di gara che, unitamente alla strenua difesa di Magnussen sul gruppo degli “altri” gli consente di entrare in zona punti. Bravo (anzi: bravi!)

NOTE DI MERITO

Tra i meritevoli va inserito Magnussen, ovviamente, che ha fatto un lavoro di difesa straordinario per favorire la strategia del suo team mate. Che Magnussen sia uno dei migliori “difensori” del circus già si sapeva ma va detto che in ciò è stato favorito dalla scarsa efficacia del DRS degli altri il che, nei lunghi rettilinei del circuito arabo, è tutto dire… Ad ogni modo, Haas ha esordito inaspettatamente bene in questo mondiale. Dai test era uscita malissimo e nessuno si aspettava questo buon livello di competitività. Vedremo se continueranno su questa linea.

Aggiungo ai meritevoli anche Albon che pur nella grande difficoltà del trenino guidato da Magnussen ha mostrato ancora una volta la sua combattività con sorpassi notevoli tra cui spicca quello su Tsunoda al giro 33 in cui esce dalla scia del giapponese proprio nel momento in cui quest’ultimo ha smesso di guardare negli specchietti sorprendendolo in modo magistrale.

NOTA DI DEMERITO

Racing Bulls continua a deludere, stavolta con entrambi i piloti, che non riescono a cavare un ragno dal buco in un GP in cui la “copia” della RB19 avrebbe dovuto fare se non sfracelli almeno una comoda entrata nei punti.

Stroll, manco a dirlo, è l’unico che in gara è andato a muro. È vero che Gedda è un circuito in cui si sono sempre visti incidenti ma stavolta lui è stato l’ujnico a farlo: il pollice verso se lo merita tutto.

Alpine conferma il disastro totale con Gasly costretto subito al ritiro e con Ocon (che si merita un +) costretto a guidare sopra le righe per tutta la gara.

Alla prossima!