MIT’s CORNER: LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

Neanche il tempo di riprendersi dall’opener stagionale che si riparte!

La carovana della Formula 1, è proprio il caso di dirlo!, attraversa il deserto, magari a dorso di cammelli ultraveloci, e passa dalle rive del Golfo Persico a quelle Mar Rosso in quel di Gedda per mandare subito in scena il secondo atto di questa lunghissima stagione 2024.

Come le antiche corti nomadi dei persiani, la lunga carovana si è snodata per tanti chilometri lasciando nel suo centro, al posto più protetto il suo re indiscusso, non Ciro o Dario che condividevano l’appellativo de “il Grande”, non Serse o Artaserse o persino il terzo Dario, che incapace di contrastare la falange alessandrina segnò la fine di quella grandiosa e misteriosa civiltà, bensì lui! Max III (prossimo IV se continua così) con il suo codazzo di cortigiani in rigoroso litigio gli uni con gli altri per guadagnarsi il posto migliore sotto lo sguardo del Re dei Re! Chissà chi ci rimetterà la testa?

Arrivati nel “circuito cittadino più veloce del mondo” con tanta curiosità per la immediata riprova di quanto visto in Bahrain ci si apprestava ad assistere un GP con molte più emozioni considerando che gli stretti muri di Gedda hanno sempre mietuto vittime da quando è entrato nel calendario. Ma tant’è: le gomme quest’anno vanno bene con tutti e come già notato in Bahrain le strategie sono ancora più difficili da elaborare. Il risultato è stato, in termini di emozioni, sostanzialmente identico al Bahrain con l’unica SC a fare un po’ da spartiacque.

Purtroppo per lui, e in modo decisamente inaspettato, la prima vittima di Gedda è il povero Carlos Sainz che soccombe ad un decisamente improvvido attacco di appendicite acuta. Buon per lui che il pool di medici che i team hanno sempre con sé è stato lesto ad accorgersene! Tirato un sospiro di sollievo per la sua immediata risoluzione il nostro deve comunque cedere il suo posto ad esordiente del tutto inedito: Oliver Bearman.

Me lo immagino il diciottenne inglese, mentre festeggia la pole position di Formula 2 appena conquistata, dare dei gran cinque a tutta la squadra mentre si dirige verso l’albergo. Non fa in tempo ad uscire dal circuito che sente qualcuno arrabattarsi affannosamente dietro di lui e vede arrivare di corsa il visibilmente trafelato John Elkann che esclama ansimando e agitando le braccia verso di lui: “hey, Olli bello! Fermati! Non correre! Anzi no, corri, Olli bello! Cioè, no, fermati Olli bello che ti devo chiedere una cosa!” Sorpreso dalla curiosa situazione Oliver si ferma ad attendere Yaki e, immaginando che pur in questa inattesa modalità, il patron volesse complimentarsi per la pole si schermisce: “grazie presidente, non c’era bisogno, la ringrazio tanto, oggi è andata bene…”

“no, no, cioè sì, ma per cosa? Cioè, bravo! sei parte della famiglia, siamo tutti parte di una grande famiglia che lavora per lo stesso obiettivo e anche tu stai andando nella direzione giusta… cioè no, non quella dell’albergo… ecco… ma perché siete così contenti?” finisce Elkann cercando di riprendere fiato.

“be’, la pole…” risponde Oliver

“ah sì? Eh! Che bravo!”

Al che il giovane volto di Oliver comincia a piegarsi in una espressione un po’ interdetta e non gli rimane che continuare con i ringraziamenti: “grazie, grazie, non c’era bisogno le ripeto, ma grazie davvero, significa tanto per me”

“no no non è per quello, anzi sì anche per quello, bene, bravo!” Elkann cerca di riprendere il suo consueto aplomb “bravo ma no, cioè sì, siamo una grande famiglia!”

All’espressione sempre più confusa di Oliver, Elkann, si aggiusta meglio il cachemire sulle spalle, si mette le mani in tasca, accenna un sorriso studiato appositamente per sembrare un mix tra Hegel e Kant e con la voce cerca, senza successo, di scendere di un’ottava: “ecco, siccome siamo una grande famiglia ti volevo chiedere… ma solo se ti va, eh! Ecco, sì, chiedere, nella grande famiglia, sì, cioè, ti andrebbe di fare un giro sulla Ferrari?”

“quale? Enzo? Purosangue? la 296? La nuova Roma?” Oliver comincia a esaltarsi! Guidare una Ferrari! Che bello! WOW!

“no, cioè sì, se vuoi anche su quelle, no, cioè sì, intendevo quell’altra, sempre se ti va, non è che ti voglio costringere, sai com’è: siamo una grande famiglia!” Ora tra Kant ed Hegel si fa strada una stempiatura aristotelica.

“Quale altra?” interloquisce Oliver “una di quelle vecchie? Quelle di 70 anni fa?” storce un po’ il naso ma va bene lo stesso, pensa, magari è per un servizio fotografico. Poi gli chiedo se le foto le posso mettere su Instagram.

“no, quella lì di là, quella nel garage” accenna John voltandosi indietro con sguardo da consumato peripatetico.

“?”

“Ma sì, dai la SF-qualcosa che è là ferma in garage, siamo una grande famiglia!” ora l’espressione da stagirita lascia posto ad un poco di incertezza “però solo se ti va… non vorrei che ti stancassi troppo… ma ce l’hai la patente? Sì, vero? Perché mi hanno detto che… no, aspetta, siamo una grande famiglia e la licenza, no, non quella di pesca, insomma, ci siamo capiti perché Carlos è andato via, ma non a pescare, è che gli faceva male la pancia e l’hanno portato in ospedale e quindi, siamo una grande famiglia che andiamo tutti nella stessa direzione ma non quella dell’ospedale, eh, che poi si pensa male, ma dobbiamo pensare tutti al futuro, perché siamo una grande famiglia – insomma capito, no?”

“Carlos?! Che ha?”

“quindi è ok? Ti va? Se vuoi ti scrivo una giustificazione per scuola domani, no, cioè, siamo una grande famiglia ma tuo padre non sono io quindi la deve scrivere tuo padre, che non sono io anche se siamo una grande famiglia ma va bene, te la passeranno vedrai, posso dirlo a Federico? A lui va bene, tranquillo, glie l’ho chiesto poco fa e ha sorriso, quando sorride vuol dire che gli va bene, almeno credo, cioè, sì insomma, in una grande famiglia che va tutta nella stessa direzione se non si sorride si sta andando da un’altra parte e lui ha sorriso quindi va nella stessa direzione.”

Poi Elkann torna kantiano e con espressione circospetta domanda: “ma tu sei un fenomeno o un noumeno?”

L’immaginario siparietto dura ancora un po’ ma ormai sappiamo come finisce: Oliver accetta e finisce sul podio… dei più giovani esordienti della storia della Formula 1!

Ammetto di non averne sentito parlare altro che nella colpevolmente distratta lettura delle cronache delle formule propedeutiche senza mai interessarmene quindi la curiosità di vederlo all’opera era alle stelle. Anche perché non è un esordiente su una vettura di secondo o terzo piano ma sulla vettura più ricca di storia dell’intera Formula 1.

Ebbene come si è comportato il nostro? E come si sono comportati tutti gli altri piloti? Cominciamo proprio da lui, l’esordiente!

 

BEARMAN

Catapultato all’improvviso su un sedile che scotta il giovane Oliver, a quanto pare, non si è fatto per nulla intimidire. Decide saggiamente di passare le FP3 a imparare la vettura e tutte le procedure annesse e quando si trova, dopo poche ore, a disputare le qualifiche su una delle piste unanimemente giudicate più pericolose dell’intero calendario non fa una piega e passa agevolmente il primo taglio. Anche in Q2 va bene ed è eliminato per pochi millesimi. Non so voi ma credo sia stato un ottimo approccio quello velocistico anche perché immagino che abbia voluto anche stare attento a non sbattere contro i muri di Gedda, che è cosa assai facile che capiti. Dunque avere l’undicesimo tempo, consapevoli che ha “tirato” al massimo delle possibilità per evitare l’errore, è tanta roba! Bravissimo. In gara non parte benissimo anche qui probabilmente molto più attento a non combinare pasticci che non a cercare varchi a dritta e a manca. Dopodiché, tuttavia, non lesina affatto sulla prestazione e si ingaggia in un duello non facile con Tsunoda, testa notoriamente assai calda: segno di coraggio, no? Si avvantaggia della SC per l’incidente di Stroll e come quasi tutti va a pittare: anche qui niente panico e procedura perfetta. Si comporta bene alla ripartenza dopo SC e guadagna la posizione su Zhou, tra i pochi a non aver pittato. Fa un po’ più di fatica quando arriva su Hulkenberg ma ancora una volta non combina pasticci e porta a segno un sorpasso pulito al 21° giro. La sua gara continua poi un po’ più liscia nell’attesa che Norris ed Hamilton, che non avevano pittato in SC, facciano la sosta obbligatoria. Il ritmo deve essere sufficiente per uscire davanti ai due. Ed esegue benissimo perché il suo ritmo non è tanto lontano da quello di Leclerc, più avanti. Infatti, quando i due pittano tra il 37° e il 38° giro, se li ritrova dietro di circa 5-6 secondi. I due recuperano rapidamente tre secondi ma poi non recuperano più nulla perché il nostro si mette a girare sui loro tempi e si toglie anche la soddisfazione, come Leclerc, di fare il proprio fastest lap all’ultimo giro (peraltro il quinto della speciale classifica). Certo, ha fatto fatica (indicativi quanto per certi versi divertenti i camera car in cui cercava l’appoggio per la testa ad ogni curva perché non ce la faceva più), certo ha performato meno di Leclerc (ma a parte Max chi avrebbe la possibilità di far meglio?), certo è stato favorito dalle strategie a posteriori errate di Nor e Ham ma che gli si poteva chiedere di più di quanto ha fatto? Si potrebbe aprire il dibattito su quanto siano facili da guidare queste vetture o su chissà quante prove avrà fatto al simulatore ma io la vedo comunque così: visto che aveva addosso gli occhi di tutto il mondo e che una sbavatura non glie l’avrebbe perdonata nessuno (sì, è giovane ed è stato chiamato all’ultimo minuto quindi gli avrebbero perdonato tutto… sicuri?) è stato bravo, anzi bravissimo!

VERSTAPPEN

Perfetto, semplicemente perfetto. Come sempre, aggiungerei. Di questa continuità al livello assolutamente eccelso che persiste a erogare in ogni gara ci si potrebbe annoiare, magari qualcuno si annoia davvero, ma da appassionato di questo sport quale mi picco di essere non posso fare a meno, ogni volta, di meravigliarmi. Giunge addirittura notizia che nelle profondità della notte tra qualifiche e gara lui fosse su iRacing a correre come un dannato contro mezzo mondo: la magnifica ossessione che personaggi del suo calibro hanno per lo sport che praticano è allo stesso tempo esaltante e spaventosa. Viene in mente il povero Kobe Bryant di cui si diceva che facesse il primo allenamento alle 5 o alle 6 di mattina. Ogni giorno. Che gli si può dire? Avanti così? A differenza che in Baharain dove forse Leclerc avrebbe potuto stargli davanti in qualifica, qui invece stabilisce un giro monstre che tiene lontano di ben tre decimi l’alfiere ferrarista e il suo stesso team mate. Ciò è ancora più rilevante dal momento che Leclerc ammette, anche qui diversamente che in Bahrain, che più di così non poteva fare. Quindi top assoluto! In gara non ha problemi in partenza e in un solo giro si porta oltre la distanza DRS da Leclerc. Quando si riparte dopo la SC causata da Stroll si ritrova per la prima volta in stagione a non condurre la gara ma non ha che da aspettare che le gomme bianche si scaldino a dovere prima di riprendersi con facilità la prima posizione. Noto che a differenza di tutti gli altri il DRS RBR sembra tornato quello del passato: straordinariamente efficace. Da lì in avanti gestisce con agio la posizione senza strafare. Verso la fine prova a riprendersi il fastest lap ma, stranamente, non ci riesce nonostante i DRS dei doppiati. Ecco, se proprio vogliamo trovare un microscopico difetto alla sua gara è stato proprio l’aver mancato un fastest lap che invece è riuscito, proprio all’ultimo, a Leclerc. Ma si tratta di un granello di sabbia, assai minuscolo invero. Bravo? chiediamolo ai suoi competitor di iRacing!

PEREZ

Anche Checo è andato molto bene a Gedda. In qualifica non può nulla contro Max e Charles ma in gara si presenta carico: la pista gli piace assai. E infatti parte benissimo superando Leclerc in men che non si dica. Se non fosse stato per la straordinaria e assai coriacea risposta che il monegasco gli rifila alla curva successiva avremmo forse (forse!!) potuto vedere un suo tentativo di duello con Max per la supremazia in gara. Tuttavia, dovendo giocoforza accodarsi al ferrarista, per vedere questo ipotetico duello dovremo aspettare un altro GP. Quattro giri a prendere le misure di Charles e si porta a casa un bel sorpasso ma è ormai troppo lontano da Max per poterlo seriamente impensierire. La SC gli porta in dono… una penalità! Il rilascio troppo affrettato in pit lane mentre arrivava Alonso gli costa 5 secondi e il definitivo addio alla (remota) possibilità di contendere il gradino più alto del podio. Di lì in avanti sta solo attento a tenere a debita distanza Leclerc e non mostra particolari acuti. L’agio con cui RBR ha portato a casa questo GP la dice lunga sulla bontà del nuovo progetto Newey. Non siamo ai distacchi dello scorso anno in termini relativi ma non ci sono dubbi che anche quest’anno RBR è partita assai avanti agli altri. I dati raccolti in queste tre settimane sono oro un po’ per tutti ed è sicuro che all’Albert Park cominceremo a vedere qualche azzardo in più sui setup ma come lo sono stati per gli altri così sarà anche per RBR. Sarà dura!

LECLERC

Deluso dalla qualifica non tanto per non aver fatto la pole quanto, suppongo, per il distacco rimediato da Max il monegasco approccia la gara sperando che non si ripresentino i problemi ai freni che l’hanno azzoppato in Bahrain. Pronti-via e deve subito dover tirar fuori il meglio del suo repertorio tecnico e agonistico per rispondere all’eccellente scatto di Perez. La gioia per la posizione conservata dura poco perché dopo 4 giri deve arrendersi. La sua gara non è particolarmente movimentata, se si eccettua il sorpasso a coloro che eran rimasti in pista dopo la SC. Notiamo il suo ritmo che è “dinamicamente costante”, se mi passate la locuzione, nei confronti di Verstappen: 4 decimi al giro in quasi tutte le porzioni di gara. Non avendo, a quanto pare, alcun problema ai freni vediamo quindi Charles alle prese con il suo primo “vero” GP della stagione. Da questo punto di vista la performance è di altissimo livello soprattutto considerando dov’era lo scorso anno nelle medesime condizioni. Non gli farà piacere il dominio di Max e di RBR ma almeno di questo dovrà per forza essere contento. Direi che lo spunto più interessante di tutti è dato dal giro veloce che ha segnato all’ultimo giro riuscendo dove non era riuscito Max. Dopo 40 giri sulle bianche direi che si tratta di qualcosa di totalmente inedito per Ferrari che non fa soffrire le gomme così bene che si è giunti al paradossale effetto di non riuscire ad “accenderle” in tempi rapidi. Vedremo se in altre piste e con setup più “coraggiosi” si potrà ottenere qualcosa in più. Per il momento bene comunque.

PIASTRI

Risultato di prestigio per il buon Oscar che porta a casa un quarto posto poco prevedibile alla vigilia. La qualifica degli “umani” lo vede quinto, sopravanzato solo dall’eterno Alonso e, soprattutto, davanti a Lando il che ha certamente colorato di rosa il suo week end. A questo si aggiunge una buona partenza e un bel sorpasso su Alonso che sembra metterlo sulle tracce di Leclerc. La SC causata da Stroll, tuttavia, gli toglie ogni velleità. La causa sta nel fatto che alla ripartenza si ritrova dietro ad Hamilton e qui assistiamo al suo personale calvario. Infatti, nonostante miriadi di tentativi, uno quasi riuscito al 35° giro, il buon Oscar deve fare i conti con una McLaren che non riesce a far funzionare il DRS in nessun modo e deve stare sulle ruote di Hamilton per ben 30 giri senza poter nulla. Fortunatamente per lui l’obbligo della sosta cui Hamilton e Norris debbono sottostare gli regala la posizione ai piedi del podio che, vista la sofferenza patita dietro alla Mercedes, immagino abbia un sapore assai amaro. Non appena si libera dall’ingombrante presenza del campionissimo inglese il suo ritmo scende di ben 1 secondo: non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare se non si fosse trovato in questo imbuto. Bene ma non benissimo

ALONSO

Eterno e mai domo. Dopo il deludente week end del Bahrain ritroviamo un po’ a sorpresa Aston Martin ai piani alti. Ovviamente con il solo Alonso che si toglie la soddisfazione di un 4° posto in griglia a pochi millesimi da Perez e quasi nove decimi rifilati al suo compagno di squadra. In gara parte bene ma deve arrendersi a Piastri dopo pochi giri. Dopo la SC sceglie (perché con Alonso si deve sempre ipotizzare che sia lui a scegliere!) di plafonarsi a poca distanza da Piastri per tutto il resto del GP, gestendo le gomme e assicurandosi un risultato decisamente migliore del Bahrain che porta un po’ di respiro alla squadra. Sorprendente!

RUSSELL

Non c’è molto da dire su Giorgino per questo week end se non che si toglie la soddisfazione di un bis del Bahrain per quanto attiene al confronto con il suo celebrato team mate cui è davanti e in griglia e in gara. Dopo il deludente 2023 e la scoperta che con RBR per il momento non si può competere l’obiettivo di Russell non può che essere questo: arrivare davanti ad Hamilton. La qual cosa non è banale come sembra perché con la ridda di voci che freneticamente si susseguono nel paddock nessun sedile può dire di essere saldamente ancorato alla vettura. Oltre alla soddisfazione di cui sopra non c’è molto di cui essere felici in casa Mercedes perché nella seconda parte di gara Giorgino non è riuscito minimamente a impensierire Alonso. Bene ma non benissimo.

NORRIS

Dietro a Piastri per tutto il week end è il risultato finale di Lando il quale, oltre a questo smacco, mostra anche per la “emme-sima” volta che, quando il momento è saliente, il suo rendimento cala. Ora, se la “emme-sima” volta diventerà “enne-sima” ho il sincero timore che il suo valore, che da anni viene considerato come uno dei più alti potenziali in F1, si sgonfierà come un palloncino bucato. Non aver sopravanzato il suo team mate in qualifica non è una colpa in senso assoluto, sia chiaro, perché contro l’emergente Piastri ci può anche stare ma se arriva per colpa di un errore piuttosto marchiano nel suo tentativo finale in Q3 il naso si storce e non di poco. In gara va meglio, tolto il pasticcio di quasi jump-start in cui si è trovato invischiato giusto un attimo prima dello spegnimento dei semafori, e il risultato finale è dipeso più che altro dalla monetina che il box McLaren ha lanciato quando è uscita la SC: chi facciamo pittare e chi no? A lui è toccato star fuori e questo è quanto. Null’altro da aggiungere se non che è parso assai evidente quanto McLaren sia forse l’auto che meno riesce a far funzionare il DRS in questa prima fase di campionato. Qualcosa dovranno fare.

HAMILTON

Stesso discorso di Norris con l’aggravante che gli è arrivato dietro. Si fa notare solo per l’arcigna difesa su Piastri e per il secondo giro più veloce in gara fatto con le rosse nuove al 38° giro. Non sarà che il porpoising gli ha fatto male alla schiena?

HULKENBERG

Delle sue prestazioni dell’anno scorso (e della prima in Bahrain) ho sempre notato l’eccellente capacità in qualifica unità, però, ad una certa inconsistenza in gara. Ecco che invece, in Arabia, decide di scambiare l’ordine dei fattori e il risultato… cambia! Infatti il buon Hulk per una volta non brilla in qualifica ma riesce a gestire un buon ritmo di gara che, unitamente alla strenua difesa di Magnussen sul gruppo degli “altri” gli consente di entrare in zona punti. Bravo (anzi: bravi!)

NOTE DI MERITO

Tra i meritevoli va inserito Magnussen, ovviamente, che ha fatto un lavoro di difesa straordinario per favorire la strategia del suo team mate. Che Magnussen sia uno dei migliori “difensori” del circus già si sapeva ma va detto che in ciò è stato favorito dalla scarsa efficacia del DRS degli altri il che, nei lunghi rettilinei del circuito arabo, è tutto dire… Ad ogni modo, Haas ha esordito inaspettatamente bene in questo mondiale. Dai test era uscita malissimo e nessuno si aspettava questo buon livello di competitività. Vedremo se continueranno su questa linea.

Aggiungo ai meritevoli anche Albon che pur nella grande difficoltà del trenino guidato da Magnussen ha mostrato ancora una volta la sua combattività con sorpassi notevoli tra cui spicca quello su Tsunoda al giro 33 in cui esce dalla scia del giapponese proprio nel momento in cui quest’ultimo ha smesso di guardare negli specchietti sorprendendolo in modo magistrale.

NOTA DI DEMERITO

Racing Bulls continua a deludere, stavolta con entrambi i piloti, che non riescono a cavare un ragno dal buco in un GP in cui la “copia” della RB19 avrebbe dovuto fare se non sfracelli almeno una comoda entrata nei punti.

Stroll, manco a dirlo, è l’unico che in gara è andato a muro. È vero che Gedda è un circuito in cui si sono sempre visti incidenti ma stavolta lui è stato l’ujnico a farlo: il pollice verso se lo merita tutto.

Alpine conferma il disastro totale con Gasly costretto subito al ritiro e con Ocon (che si merita un +) costretto a guidare sopra le righe per tutta la gara.

Alla prossima!