IL PUNTO DELLA REDAZIONE

I primi due GP del mondiale più lungo di sempre nella storia della F1 sono dunque stati disputati con i loro inevitabili verdetti, perché tutte le previsioni, tutte le simulazioni e calcoli vari, non possono tenere testa al responso impietoso della pista e dunque del cronometro. Due GP sono pochi, certo, per stabilire le gerarchie definitive eppure se questo non vale per Red Bull, la quale ha già mostrato a tutti come andranno le cose anche in questa stagione, è anche vero che un’idea di chi è partito bene e chi dovrà rimboccarsi le maniche ce la siamo fatti eccome… compresa Liberty Media con gli ascolti tv.

La nota piacevole l’abbiamo avuta da parte di Ferrari con la sua SF24, la quale, fino ad ora, è stata l’unica a dimostrarsi davvero in forma contro la RB20 piglia tutto di Verstappen. Con un distacco medio che si attesta in meno di mezzo secondo circa, aspettando circuiti più probanti e veri (avere il Giappone e la Cina già al quarto e quinto appuntamento sarà molto interessante da questo punto di vista) per avere una conferma di quanto appena visto sino ad ora, si può affermare che la SF24 è una piattaforma stabile e prevedibile (in senso positivo) sulla quale lavorare e sviluppare (quasi sicuramente vedremo il primo importante pacchetto di aggiornamenti ad Imola, anche se fino a qualche anno fa si aspettava Barcellona, solo che i tempi cambiano… sigh!) in modo efficace, cercando di agguantare i bibitari e quindi Max, perché senza il fenomeno olandese, Perez per quanto mostrato, sarebbe abbondantemente abbordabile. Del resto su queste righe lo si è sempre affermato: la vera battaglia, la sfida più importante, sono gli sviluppi nel lungo periodo che la Rossa porterà e, soprattutto, capire se funzioneranno. Questo è il vero punto di domanda che conta. Come sempre in casa Ferrari le cose non possono mai andare in modo lineare e, sebbene le prime due gare hanno dato responsi positivi, è anche vero che il bottino, in relazione al potenziale della vettura, è stato povero visto e considerato che Charles è stato azzoppato con un problema ai freni in Bahrein e addirittura Carlos si è dovuto fermare per via dell’intervento chirurgico che ha dovuto subire.

A tal proposito, i diretti avversari hanno potuto tirare il fiato come, si suol dire, altrimenti l’attuale distacco sarebbe stato maggiore. Chi veramente può ringraziare la sorte in tal senso è la deludente Mercedes in primis. Confesso il mio peccato, se così si può chiamare questo errore di valutazione: ero fermamente convinto che con Allison al comando del progetto, AMG sarebbe ritornata prepotente perché se c’è una caratteristica delle vetture di James è proprio quella di trattare con rispetto le gomme (chiedere alla Lotus, che con Kimi stavano finendo in banca rotta per i punti che stava portando a casa!). Ovvio che “l’uomo dei miracoli” non esiste, eppure, dopo ormai due anni, in molti credevamo che le frecce d’argento avrebbero risolto quanto meno i problemi di porpoising. Addirittura Mercedes si è ritrovata a confessare problemi che eravamo abituati a sentire da parte di Ferrari, ovvero che c’è discrepanza di correlazione di dati tra quelli virtuali e quelli reali. Per la casa di Stoccarda sono volatili per diabetici ora perché se gli va bene, una volta trovata la quadra correlazionale, potranno sviluppare nella giusta direzione riuscendo a tenere il passo con gli altri top team. Se invece gli dice male, gli toccherà inseguire per tutto l’anno e quasi sicuramente anche il prossimo: è stato già detto che a causa del fatto che dall’anno prossimo tutti saranno impegnati nello sviluppo delle vetture 2026, la base 2024 è fondamentale appunto anche per il 2025 e se si parte male, una squadra rischia di stare in affanno per due anni appunto. Evidentemente i problemi in casa Mercedes sono tanti, di sicuro molto di più di quanto non appaia dall’esterno e in questo, sicuramente, rientra la fuga di pedine importanti in seno alla squadra stessa. Ogni ciclo è destinato a finire e più questo ciclo è bulimico e avido di vittorie più fragorosa sarà la sua caduta. Lo stesso capiterà a Red Bull? Ciò non è dato sapere, anche se la telenovela che stanno e ci stanno obbligando a vivere, lascia presupporre proprio questo. Di sicuro, si stanno creando tutti presupposti per un nuovo ciclo che è quello di Ferrari e del suo famoso motto, per bocca dello stesso Presidente, “obiettivo 2026”. Chissà che Hamilton non l’abbia sfangata per l’ennesima volta (in termini di scelta vincente si capisce), in modo da andare a ritoccare i suoi amati record per poter riscrivere la storia… Charles LeClerc permettendo naturalmente.

I presupposti per un ciclo vincente tinto di rosso ci sono tutti, per il momento ci concentriamo su quello bibitaro il quale è così anche fin troppo scontato, che la stessa Liberty Media ne deve prendere atto facendo i conti con un altro tipo di cronometro che si chiama audience televisivo… e nemmeno questo mente mai. Ciò che è più eclatante è che il calo di telespettatori è cosi evidente che nemmeno lo possono nascondere più. Ormai l’emorragia è inarrestabile, il paziente sta morendo dissanguato lentamente e, presto o tardi, morirà se non si corre ai ripari. Di chi è la colpa di questo calo verticale degli ascolti? Di Verstappen? Il campione olandese non fa altro che fare quello per cui il suo corredo genetico è programmato a fare, nel momento in cui il suddetto pilota sotto le chiappe ha vetture che si chiamano RB19 ed RB20, nulla di più e nulla di meno. Inutile prendersela con lui perché vince sempre e vuole vincere sempre (anche perché chiunque al suo posto farebbe lo stesso… i commenti di Hamilton a tal proposito sono come minimo fuori luogo dunque). Se mai le cause di questo effetto sono da ricercare a monte e quindi nella stessa Liberty Media che, in concerto con la FIA, non solo redige regolamenti sempre più astrusi, addirittura cambia le regole in corso d’opera subendo la pressione di questa e di quella squadra, politicamente più forte di turno, in quel momento. L’esempio più eclatante è proprio l’attuale regolamento che è stato concepito per avere vetture ad effetto suolo: AMG non riusciva a cavare un ragno dal buco e venne dunque partorita la DT039 e relativo sollevamento delle vetture da terra. Ferrari, con i suoi difetti, prima della direttiva teneva vivo eccome il mondiale, mentre dopo l’attuazione della suddetta, è affondata definitivamente e Red Bull e Max hanno ringraziato arrivando a fare quello che abbiamo visto fino a fine novembre 2023. Inoltre si aggiunga l’ostinazione di continuare con il format della Sprint Race, che altro non è che uno spoiler di quello che vediamo in qualifica e gara, con l’aggravante di preparare le squadre e quindi di rendere lo spettacolo ancora più prevedibile. Tutto non si può avere e, se si crea un prodotto atto ad accontentare solamente una parte, inutile lamentarsi poi, perché è sempre la domanda che comanda l’offerta. Ora per correre ai ripari, il sistema F1 o da una spinta a Ferrari (e magari a qualche altro team) o azzoppa Red Bull, perché da qui non si scappa se vogliono salvare capra e cavoli. Cosa e se decideranno in tal senso lo sa solo chi comanda veramente, del resto “la stagione è ancora lunga”… non si dice sempre così?

Vito Quaranta