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F1 2022 – GRAN PREMIO DI SPAGNA

Da un pò di anni a questa parte è sempre stato definito il “GP della verità”, quello che ” se una macchina va bene quì va bene dappertutto”, dove si capiva se i tecnici  avevano fatto un buon lavoro sugli aggiornamenti oppure si certificava ufficiosamente un proseguio di campionato in sofferenza.

In un anno di rivoluzione regolamentare e di budget cap e considerato quello che è successo nei primi cinque Gp stagionali, Il GP di Spagna sul circuito del Montmelò riveste, se possibile, con maggiore evidenza il ruolo di giudice sulle ambizioni di ogni team per i GP a venire.

Praticamente tutti i team porteranno la gran parte degli aggiornamenti aerodinamici e di PU previsti fino almeno alla pausa estiva se non oltre, per cui si capisce bene che la posta in palio è alta per due motivi: capire se funzionano o meno e sperare di non aver sprecato risorse del budget cap per modifiche inutili.

Tutti in attesa dei verdetti che la pista catalana imporrà ai team e ai loro ingegneri, tracciato che tutti conoscono molto bene e che rivela moltissimo della bontà e dell’efficienza aerodinamica e meccanica delle monoposto.

immagine da tuttomotoriweb.it

Fino ad ora è stato un testa a testa deciso da episodi, setup azzeccati e problemi di affidabilità inaspettati tra Ferrari e Red Bull. Il confronto recita un 3 a 2 per Red Bull, tutte vittorie molto risicate (esclusa Melbourne a favore della Ferrari).

Red Bull ha fatto valere soprattutto la facilità di sorpasso in rettilineo, figlia di un’ottima efficienza aerodinamica mentre la SF-75 si fa preferire nel conportamento nelle curve medio-veloci e in qualifica, segno che la PU Ferrari si può scatenare appieno sul giro secco ma deve essere molto più conservativa sul passo gara.

Binotto ha più volte annunciato che il grosso degli aggiornamenti sarebbe arrivato in Spagna e infatti sono previsti una nuova ala posteriore con drag ridotto, un nuovo fondo anti-porpoising, delle fiancate più strette e braccetti dello sterzo modificati in funzione aerodinamica. Oltre a sperare di poter liberare qualche cavallo in più in ottica gara dal motore endotermico della PU.

Red Bull è sembrata avere un margine su Ferrari dopo le modifiche introdotte negli ultimi 2 gp e alla cura dimagrante della RBR-18, per cui urge una pronta risposta degli uomini di Maranello.

La pista catalana dovrebbe sposarsi bene con le caratteristiche della SF-75, a suo agio sui curvoni veloci e anche la scelta delle gomme operata da Pirelli, C1 C2 e C3 le più dure a disposizione, dovrebbe sorridere alla Ferrari, in difficoltà rispetto ai rivali nella gestione delle gomme medie e soft sul passo gara.

Ovviamente questa è tutta teoria, solo la pista dirà effettivamente se gli equilibri saranno stati modificati o meno. Anche Red Bull porterà aggiornamenti anche se meno significativi rispetto a Ferrari e alla fine potrebbero ritrovarsi in una situazione di parità sul piano prestazionale in cui i dettagli e gli errori dei piloti potranno fare una grande differenza.

Ferrari è consapevole che i prossimi due Gp sono fondamentali per il proseguio di stagione: sia il Gp di Spagna che quello di Montecarlo dovrebbero vederla favorita rispetto a Red Bull e con l’obbiettivo non dichiarato ma necessario di portare a casa due vittorie.

Il vantaggio in entrambe le classifiche del mondiale si è eroso negli ultimi due GP e serve dare una dimostrazione di forza e compattezza. Di sicuro in Ferrari hanno dato prova di essere piuttosto scaltri approfittando dei test Pirelli di Imola e di un filming day a Monza per provare alcune soluzioni aerodinamiche definite promettenti in fase di simulazione.

Anche il richiamo continuo che Binotto pone sul tema del controllo da parte della FIA del budget cap relativi agli aggiornamenti è indice di una ritrovata attenzione a 360° che il team di Maranello ha su ogni aspetto della competizione che si svolge inevitabilmente anche sul piano politico e di relativo “peso” da spendere nei confronti dei commissari.

Chi invece vede il GP di Spagna come il primo e ultimo crocevia fondamentale per la stagione è la Mercedes. La W13 è una monoposto con tanti problemi e le modifiche che verranno introdotte in Spagna faranno capire se vale la pena continuare nel progetto oppure tirare una riga e i remi in barca e pensare già al 2023.

immagine da tuttomotoriweb.it

Un weekend ad alta tensione e aspettativa per il team anglo-tedesco che potrebbe certificare la loro definitiva uscita di scena nella lotta alla vittoria, anche solo di qualche Gp, per il 2022.

Un altro protagonista sulla graticola è Mick Schumacher. Il figlio d’arte non ha per il momento rispettato le aspettative in quella che è la sua seconda stagione in F1. Magnussen lo ha costantemente messo sotto e, a parte pochi lampi, la prestazioni di Mick non sono state memorabili ma anzi, sono state condite da qualche botto ed errore di troppo sia in qualifica che in gara. Si fanno insistenti le voci di un suo possibile appiedamento a fine stagione se non riuscirà a dare una svolta alla sua stagione.

Chi invece ha svoltato quest’anno sembra l’Alfa Romeo, monoposto che sta dando buoni risultati in pista soprattutto con Bottas. Non fosse stato per qualche errore nelle fasi finali di gara di Bottas il bottino di punti sarebbe potuto essere anche migliore. Il Montmelò è il giusto banco di prova per capire se si può ulteriormente innalzare l’asticella.

immagine da chepoker.it

Tante squadre vedono nell’inizio della campagna europea l’occasione per una svolta decisiva alla propria stagione. Tra queste ci sono di sicuro Alpine, Alpha Tauri e Aston Martin per differenti ragioni. Lo junior team Red Bull ha pagato qualche problema di affidabilità di troppo alla PU che ne ha minato la buona velocità di base, mentre per Alpine si è accanita la sfortuna soprattutto con Alonso, costretto al ritiro spesso per colpe non sue. Aston Martin rientra nel novero di quelli che hanno sbagliato qualcosa in fase di progettazione e hanno cambiato tanto in vista del Gp di Spagna.

McLaren continua ad essere un oggetto misterioso. Posto il fatto che non hanno più i grossi problemi di inizio stagione, resta l’imprevedibilità di una monoposto che non lascia capire appieno perchè a volte è competitiva e altre volte no. Potenzialmente sembra molto veloce ma il problema è che non si sa esattamente perchè e quando questo possa verificarsi.

La Williams invece deve ringraziare tanto Albon, capace di portarla a punti già due volte. Non male per una vettura nata non proprio bene e che sconta soprattutto in qualifica la sua scarsa competitività.

La FIA ha intanto dichiarato che il GP di Sochi non verrà sostituito, pertanto il mondiale sarà su 22 GP e non 23 come preventivato.

immagine da sport.sky.it

Il circuito del Montmelò provvederà a separare, magari poco evangelicamente, il grano dal loglio. Sarà interessante capire chi avrà fatto bene e chi no con conseguenze che andranno ben al di là dell’appuntamento spagnolo.

Conseguenze che si vedranno in pista ma anche dal punto di vista psicologico negli organici dei team, che potrebbero ricevere una bella mazzata in caso di esito nefasto. Prospettiva che infesta soprattutto l’immaginario del tifoso ferrarista, più volte frustrato da possibili migliorie che poi non si sono rivelate tali. Si spera che questi fantasmi siano ben lontani dalla mente di Binotto e della sua squadra, pena un mondiale che prenderà inevitabilmente e nuovamente le via dell’Olanda.

*immagine in evidenza da skysports.com

Rocco Alessandro

 

AMERICAN VERSTAPPEN VINCE A MIAMI. LECLERC LO PEDINA.

Una americanata. Questo è ciò che il circus della F1 ha, senza sorpresa, trovato in quel di Miami. Barche senza mare, cabinovia senza montagna, pubblico senza passione. Ma tanti, tanti soldi, e questo è più che sufficiente.

E poi la pista: un mix dei peggiori circuiti della storia del motorsport, includendo anche Indycar e Formula E, che motorsport non è ma va bene lo stesso. E i piloti ad affermare, a denti stretti, che la pista a loro piace, a parte il fatto che fuori traiettoria è peggio che se piovesse, e che in una curva si sono dimenticati di mettere le tech-pro, con Ocon e Sainz a prendere botte terribili.

Ma alla F1-75 la pista piace, eccome. E la prima fila è tutta rossa, con la seconda tutta blu.

Si spengono i semafori e la fila dispari scatta meglio di quella pari, e così Verstappen si ritrova secondo dietro a Leclerc. Per quest’ultimo l’obiettivo è sempre il solito: tenere il missile blu sopra il secondo di distacco, per evitare di dargli anche il vantaggio del DRS, dal quale, come si è visto nelle gare precedenti, non sarebbe in grado di difendersi.

Al giro 8 Charles inizia a soffrire con la gomma anteriore destra, e Max si avvicina e lo passa senza che il ferrarista opponga resistenza. Dietro di loro Sainz e Perez tengono bene il ritmo. I primi 4 corrono in un’altra categoria, e a guidare il gruppo degli altri c’è Bottas, seguito da Hamilton.

Al giro 13 Leclerc va lungo e perde in un colpo solo 1 secondo ma, quel che è peggio, rovina ulteriormente la gomma anteriore destra. Il distacco sale progressivamente fino ai 4 secondi, e una buona notizia per la Ferrari arriva da Perez, che si ritrova per due giri senza potenza, e vede il distacco da Sainz aumentare da meno di 1 secondo fino a 7 secondi.

Al giro 23 Max continua a macinare giri veloci, mentre Hamilton, fino a questo momento sesto, si ferma ai box per montare la mescola più dura. Al giro 25 è il turno di Leclerc, che dopo avere segnato il giro più veloce inizia a lamentarsi dell’auto, e viene fatto fermare. Il monegasco rientra con pista libera davanti. Max effettua la sua sosta 2 giri dopo, e rientra subito davanti a Perez. In testa alla gara ora c’è Sainz, che però si ferma a sua volta, seguito dal messicano. La sosta dello spagnolo è però molto lenta.

Dopo le soste, Leclerc si ritrova ad oltre 7 secondi da Verstappen, e con metà gara da percorrere la strada verso la vittoria si fa oltremodo in salita. Anche perchè dopo avere guadagnato 2 secondi nel solo giro d’uscita, l’olandese inizia a marcare giri veloci a raffica. Ma Charles risponde e aumenta il suo ritmo, riprendendosi il record della pista al giro 34. Sembra che la sua Ferrari vada meglio con le gomme più dure, ma ormai l’avversario è lontano.

Fra i primi 4 i distacchi sono congelati, con Sainz ben lontano dal compagno di squadra, e Perez a distanza di sicurezza. Dietro di loro c’è Russell, che non ha ancora effettuato la sua sosta. Virtualmente quinto è quindi Bottas, davanti all’ex compagno di squadra Hamilton.

Tutti aspettano la Safety Car, e puntualmente arriva al giro 41 quando Norris e Gasly entrano in contatto in modo un po’ stupido, e la macchina dell’inglese rimane ferma in mezzo alla pista. Dopo un primo periodo di Virtual Safety Car, la direzione gara attiva la vettura di sicurezza. La Red Bull fa fermare Perez, che riesce a stare davanti a Bottas, mentre i primi 3 restano in pista. Chi beneficia più di tutti dalla situazione è Russell, che effettua la sua fermata perdendo solo due posizioni e rientrando in pista dietro ad Hamilton.

La Safety Car rientra quando mancano 11 giri. Come previsto, Perez si fa molto aggressivo con Sainz, che riesce miracolosamente a tenere la posizione. Davanti, Leclerc si è incollato agli scarichi di Verstappen, in attesa di potere usare il DRS. 

Al giro 52 Perez attacca Sainz, ma lo fa con una staccata troppo profonda, va lungo e si ritrova a più di un secondo dallo spagnolo, perdendo definitivamente l’opportunità di arrivare sul podio. Contemporaneamente, Leclerc tenta l’attacco a Verstappen, ma anche col DRS aperto non riesce ad avvicinarsi. Al giro 54 Max segna la tornata più veloce, e Charles capisce che contro la velocità di punta della Red Bull non c’è niente da fare. Finisce così con l’olandese a cogliere la terza vittoria su tre gare terminate (quarta se si tiene conto anche della sprint race di Imola), e il ferrarista a prendersi il quarto podio in cinque gare. Terzo un ottimo Sainz, capace di raddrizzare un week-end cominciato malissimo con una capocciata e poi con l’ennesimo appuntamento con il muro. Quarto Perez, che può recriminare per il problema di affidabilità patito prima di metà gara e, soprattutto, per avere gestito male l’attacco a Sainz. Al quinto posto Russell, ancora davanti al lamentoso compagno di squadra Hamilton, sesto. Settimo Bottas, che ha vanificato con un errore il titolo di migliore degli altri. Ottavo Ocon, rimontato dall’ultima posizione conseguenza del duro botto in qualifica. Nono il suo compagno Alonso e decimo Albon, nuovamente autore di un’ottima gara con una Williams tutt’altro che competitiva.

Da segnalare la buona gara di Mick Schumacher, a punti fino a pochi giri dalla fine e poi autore di uno speronamento allo zio Vettel, anch’egli destinato ad arrivare a punti dopo esser partito dai box.

Ora si va a Barcellona, dove tutte le squadre porteranno il tanto atteso “pacchetto di aggiornamenti”, mirato soprattutto ad eliminare il porpoising, per chi ce l’ha. In questo momento il vento sembra girato a favore della Red Bull, che può oltremodo recriminare sui problemi di affidabilità patiti nelle prime gare. Ma le due classifiche vedono ancora la Ferrari in testa, e c’è da credere che la lotta continuerà ad essere serrata perchè la RB18 e la F1-75, seppur concettualmente molto diverse, sembrano avere prestazioni globalmente molto simili. 

P.S. un’americanata all’inizio, un’americanata durante, e un’americanata alla fine, con i piloti sul podio ad indossare il caschetto da footbal americano marchiato Pirelli. C’è da chiedersi cosa inventeranno quando, l’anno prossimo, si correrà a Las Vegas. E pensare che ci lamentavamo degli improbabili circuiti cittadini che la F1 frequentava negli States negli anni Ottanta e Novanta…

F1 2022 – GRAN PREMIO DI MIAMI

Uno dei propositi della F1 recente è sostenibilità, soprattutto a livello ambientale, con l’intenzione di ridurre emissioni mediante l’utilizzo della tecnologia ibrida, di nuovi carburanti bio-compatibili e l’impegno di ridurre le emissioni anche in termini di logistica che il circus necessita ogni volta che si sposta da un paese all’altro.

Bene. Ecco quindi che a sconfessare il tutto c’è la neonata trasferta in Florida per il primo GP di Miami, incastrato tra il GP dell’Emilia Romagna e quello di Spagna. Una trasferta trans-atlantica che fa a pugni con i propositi sopra elencati.

Motivo? Gli organizzatori del gp di Miami volevano avere “l’esclusiva” in questo periodo dell’anno per un Gp nel continente nordamericano non associato ad altri gp che più avanti avranno luogo in Canada, Texas, Messico, Brasile. E quindi avanti con aerei cargo da e per l’Europa per accontentare i nuovi arrivati che, immaginiamo, avranno pagato profumatamente il disturbo.

immagine da sport.sky.it

Speriamo almeno che ne valga la pena in termini di spettacolo in pista. Il circuito di Miami è un cittadino in stile Jeddah (senza missili a corredo, si spera) con due rettilinei molto lunghi intervallati da sezioni che rimandano alle “S curves” di Suzuka ad altre più lente.

Tracciato da medio-basso carico in cui ci saranno molteplici incognite per team e piloti, alcune ovvie come il conoscere una pista nuova ed altre più subdole come l’evoluzione del grip del manto stradale durante il weekend e un meteo che in questo periodo dell’anno non è nè caldo (per gli standard della Florida), intorno ai 25 °C e tantomeno prevedibile, con possibilità di improvvisi scrosci di pioggia attesi per le qualifiche del sabato.

Pirelli porterà le mescole centrali della gamma a disposizione: C2, C3 e C4. Scelta assolutamente prudenziale dato che gli unici dati a disposizione sono quelli ottenuti al simulatore.

Ci sarà presumibilmente l’ennesimo capitolo della sfida tra Ferrari e Red Bull. Dopo la batosta (parzialmente autoinflitta) di Imola, in Ferrari devono cercare di ritrovare quella velocità che sembrava scontata in ogni condizione dopo il gp australe.

A spingere il Cavallino ci saranno dei piccoli aggiornamenti che si spera producano grossi risultati. Saranno introdotti un nuovo fondo anti-porpoising, una nuova ala posteriore che offrirà meno drag e una evoluzione dell’ibrido della PU, che dovrebbe trovare qualche cv in più anche da un utilizzo più spinto del motore endotermico.

immagine da oasport.it

Spinta del motore e migliore efficienza aerodinamica sul dritto che saranno fondamentali in attacco e difesa sui lunghi rettilinei in cui si potrà usare DRS, addirittura tre le zone previste, forse l’arma più efficace della RBR-18 che le consente di attaccare con facilità e difendersi da monoposto con un passo migliore, come visto nel duello Perez-Leclerc ad Imola.

La scoppola presa in casa ha probabilmente accellerato l’introduzione di novità in casa Ferrari, che comunque riserverà il grosso degli aggiornamenti di questa prima parte di stagione nel successivo appuntamento europeo al Montmelò.

Importante che tutta la Scuderia abbia resettato il weekend imolese, andato male tra aspettative molto alte e condizioni ambientali che non esaltano la competitività della F1-75. Importante che anche i piloti abbiano resettato il cervello dopo gli errori compiuti a Imola, con Sainz ancora falloso e sfortunato e un Leclerc che ha cercato di sopperire in maniera eccessiva ai limiti della sua monoposto.

Dall’altra parte della barricata Red Bull arriva bella carica dalla doppietta imolese in cui ha ricucito quasi del tutto lo strappo in classifica costruttori. Gli aggiornamenti e la cura dimagrante che la RBR-18 ha beneficiato a Imola hanno portato grossi dividendi e hanno fatto capire che in condizioni di freddo e pista umida la “lattina” ha una marcia in più rispetto a Ferrari.

Un circuito simil-Jeddah dovrebbe sorridere più a loro che a Ferrari ma, come al solito, sarà fondamentale capire l’evoluzione della pista e azzeccare il giusto setup per qualifica e gara.

immagine da mclaren.com

Chi cerca una conferma dei propri miglioramenti dopo un avvio di campionato horror è la McLaren che cercherà di ripetere il podio ottenuto a Imola. Molto difficile che ciò avvenga ma ben più importante per loro sarà fare un ulteriore passo verso quelle prestazione che consentano di poter ambire al podio in condizioni più “normali” rispetto a quelle viste a Imola, in attesa sempre che Ricciardo si porti al livello di un Norris che è, dopo il duo Verstappen-Leclerc, il pilota che più ha impressionato in questo avvio di campionato.

Per Mercedes il gp di Miami sarà l’ennesima incognita in termini di prestazioni, in attesa del momento della verità del Montmelò, quando capiranno se davvero la W13 può essere migliorata per arrivare a vincere oppure avranno la certezza di aver toppato clamorosamente il progetto.

L’unica nota lieta per loro è il rendimento di Russell che sta facendo l’Hamilton della situazione, cavando il massimo possibile da una W13 che proprio non va. Sembra evidente come gli anni difficili in Williams con monoposto poco competitive abbiano lasciato all’inglese una gran capacità di adattamento alla monoposto che si trova a guidare.

immagine da motorbox.com

Aspetto che forse ad Hamilton, reduce da una lunga sequenza di monoposto quasi perfette, non riesce a replicare. Mettiamoci anche che il suo sogno dell’ottavo titolo, complice anagrafe e attuale potenzialità della freccia d’argento , si allontana sempre più e si capisce bene come possa essere meno pronto mentalmente del compagno di squadra ad affrontare le attuali difficoltà.

Nel pacchetto di mischia Alpine-Alfa Romeo-Alpha Tauri-Haas la lotta è sempre piuttosto serrata e anche in questo caso sarà tutta decisa da come e quanto velocemente i team riusciranno ad esaltare i rispettivi punti di forza alla pista di Miami.

Alfa Romeo può contare su una PU di alto livello, chissà se anche lei beneficerà dello sblocco di potenza deciso da Ferrari, mentre per Alpine sarebbe già tanto allontanare un pò di quella sfortuna che tanto ha penalizzato Alonso da qualche settimana a questa parte.

immagine da funoanalisitecnica.com

Haas e Alfa Tauri arrivano da un GP con luci e ombre e probabilmente hanno pagato in gara le mutevoli condizioni dell’asfalto. Potranno togliersi maggiori soddisfazioni a Miami in caso di weekend senza troppe variabili meteo.

Tra le cenerentole Williams e ormai Aston Martin è una gara a chi fa meno peggio ma mentre per Williams ci si poteva aspettare un avvio di campionato difficile, molto più sorprendente il flop della Aston Martin che al pari di Mercedes al momento vince il poco ambito premio di macchina meno riuscita del lotto.

Vettel ci ha messo una pezza ad Imola ma le cose potrebbero rifarsi difficili sul cittadino di Miami dove il porpoising potrebbe far piangere più di qualche scuderia.

Come si è già detto questo mondiale è una lunga maratona in ci contano le vittorie di tappa ma ancora più importante è limitare al minimo le clamorose battute d’arresto.

 

Ferrari pensava di poter fare man bassa ad Imola ma ha ottenuto l’opposto, rischiando di vanificare in un solo weekend il vantaggio accumulato su Red Bull, che invece ha messo in mostra per la prima volta quest’anno quella efficienza globale come team che si è vista più volte nel 2021.

Serve che il team lavori meglio e che Sainz eviti errori inutili come Leclerc quelli dettati da frustrazione o foga eccessiva. I tifosi del Cavallino contano che entrambi abbiano imparato la lezione di due settimane fa.

Intanto godiamoci il duello Leclerc-Verstappen, rimasto insolitamente ancora super corretto nonostante sia palese il fatto che saranno loro due a giocarsi il titolo. E vediamo quanto durerà questa correttezza reciproca e chi perderà per primo il suo aplomb quando si comincerà ad arrivare al punto in cui ogni GP sarà “l’ultima spiaggia”. Leclerc ne ha dato un assaggio alla variante alta ad Imola, vediamo di chi sarà il prossimo passo falso.

*immagine in evidenza da sportface.it

Rocco Alessandro

 

 

 

RED BULL FA DOPPIETTA IN CASA ALTRUI. FERRARI PRENDE LEZIONI A DOMICILIO.

Torna il pubblico ad Imola. E che pubblico. L’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” aveva chiuso la prima parte della sua storia con la Formula 1 con una Ferrari vincente e il tutto esaurito. Erano i tempi in cui la rossa dominava e i biglietti si vendevano da soli.
Poi la quasi dismissione del circuito, la faticosa rinascita con ristrutturazioni a singhiozzo, e gestori falliti, fino a quando, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato perchè le istituzioni hanno ricominciato a credere che, forse, un territorio come il nostro merita un GP e, soprattutto, può fare buoni affari con esso.

Due edizioni senza pubblico hanno dimostrato la qualità di impianto e organizzazione, e col ritorno del pubblico è tornata anche la Ferrari dominante (e viceversa). Risultato: quasi il tutto esaurito, nonostante il tempo abbia remato contro per l’intero week-end.

Week-end che si è aperto venerdì con una sessione di prove libere e, nel pomeriggio, subito le qualifiche. Tempo da lupi, e dominio Ferrari, la mattina, pioggia ad intermittenza al pomeriggio, per la soddisfazione di Verstappen che ha potuto giocarsi la pole grazie ad una maggiore abilità nel leggere le condizioni di pista mutevoli e, soprattutto, le continue interruzioni per bandiera rossa (ben 5). A fianco a lui Leclerc, mentre l’altro ferrarista Sainz ha pensato bene di festeggiare il rinnovo del contratto fino al 2024 sbattendo la macchina alla seconda curva della Rivazza.

Al sabato gara sprint, 100 km che quest’anno non assegnano la pole ma un buon bottino di punti. La pista è asciutta e la temperatura è più alta, e c’è quindi un grande punto interrogativo su quale sia la mescola più adatta per non incorrere nel famigerato graining e arrivare fino in fondo tranquilli. Quando i semafori si spengono, Leclerc parte a fionda, mentre Verstappen si avvia lentamente e perde la prima posizione. Il monegasco cerca subito di tenere a distanza l’olandese, che, grazie alla proverbiale velocità di punta della sua Red Bull, nell’unico tratto in cui è consentito il DRS, dalla Rivazza al Tamburello, guadagna quasi tre decimi sulla Ferrari, la quale li riprende poi con gli interessi nel resto del circuito.

Tutta la garetta vive quindi con l’occhio sul distacco fra i primi due, che si mantiene attorno ad 1.5 sec., fino a quando, a cinque giri dalla fine, complice il graining che ha colpito la gomma anteriore destra di Leclerc, Verstappen si avvicina sotto il secondo, e nell’arco di tre tornate, potendo usare il DRS, riesce a passare in testa per poi concludere primo sul traguardo, ristabilendo l’ordine delle qualifiche.

Chi invece ha potuto, grazie alla garetta, rimediare parzialmente all’errore del venerdì è Sainz, risalito dalla decima alla quarta posizione, per una griglia di partenza che la domenica vedrà le due Red Bull e le due Ferrari nelle prime due file.

Ma la domenica il tempo è nuovamente da lupi. A partire dalle 11 della mattina un vero e proprio diluvio ha allagato la pista. La pioggia cessa verso le 14, ma la temperatura molto bassa non consente al tracciato di asciugarsi. Tutti partiranno con le gomme intermedie.

Si spengono i semafori e le cose per la Ferrari si mettono subito male. Entrambe le macchine pattinano moltissimo. Charles perde due posizioni, mentre Sainz si fa buttare fuori da Ricciardo e rimane spiaggiato al Tamburello. Inevitabile l’uscita della Safety Car.

Servono i proverbiali 5 giri per spostare la Ferrari dello spagnolo, e quando si riparte le due Red Bull se ne vanno indisturbate davanti a Norris e a Leclerc che fatica a mettere in temperatura le gomme, ma ha le spalle coperte da Magnussen. Sesto Russell che è riuscito a guadagnare ben 5 posizioni in partenza.

Al giro 8 Charles supera abbastanza agevolmente Norris alla staccata del Tamburello, e si mette alla caccia di Perez, dal quale è staccato di 3 secondi.

La pista si asciuga lentamente ma inesorabilmente, ma è attesa altra pioggia e tutti attendono a montare le slick. Al giro 17 Ricciardo è il primo a fermarsi per montare gomme a mescola media. Nel frattempo Leclerc si è incollato agli scarichi di Perez, il quale però rientra per montare anch’egli gomme slick. In questo momento sembra essere la scelta giusta, perchè l’australiano della McLaren gira più di un secondo più veloce.

E infatti ance Verstappen e Leclerc si fermano immediatamente. Il monegasco esce davanti a Perez, ma ha le gomme fredde e, molto intelligentemente, non oppone alcuna resistenza all’attacco del messicano, che si riporta in seconda posizione. A questo punto, il ferrarista si trova a 9 secondi da Verstappen.

Charles, una volta riscaldata la gomma, sembra essere in grado di attaccare Perez, ma la mancanza del DRS non gli consente nemmeno di provarci. Deve quindi rassegnarsi a seguire la seconda guida della Red Bull, che inizia a segnare giri veloci ed avvicinarsi un po’ al compagno. Al giro 28 va lungo alla variante Gresini, ma anche in questo caso Leclerc non riesce ad approfittarne. Davanti Verstappen, a suon di giri veloci, ha portato il suo vantaggio ad oltre 10 secondi dal rivale per il titolo. 

A metà gara, con la pista già in larga parte asciutta, finalmente il  direttore di gara autorizza l’uso del DRS. Ma questo non sembra aiutare nessuno. I primi otto sono ben distanziati fra loro, mentre dal nono, Tsunoda, al quattordicesimo, Hamilton (sì, proprio lui), sono tutti in fila ma anche a DRS aperto nessuno riesce a provare l’attacco.

E al giro 41, Lewis deve subire l’onta del doppiaggio da parte di Verstappen, il cui vantaggio su Perez si è stabilizzato sui 12 secondi.

Al giro 50, mentre si avvicina il gruppetto di doppiati, la Ferrari prova l’azzardo di montare gomma rossa. Ma Norris è troppo vicino, e, infatti, il monegasco si ritrova dietro all’inglese, perdendo la terza posizione. La Red Bull risponde subito con Perez, il quale riesce a stare comodamente davanti ad entrambi, con il ferrarista che recupera subito la terza posizione. Anche Verstappen si ferma.

Ma nel tentativo di avvicinarsi a Perez, Charles esagera alla variante Gresini e si gira, urtando il muro, danneggiando l’ala e completando così un week-end disastroso per la Ferrari. Inevitabile la fermata ai box e il rientro al nono posto, con una macchina che è però danneggiata. Con degli ultimi giri indiavolati, Charles rimedia parzialmente all’errore riportandosi fino ad una comunque deludente sesta posizione.

Finisce così col peggior risultato possibile per i tifosi Ferrari, accorsi in massa ad Imola con la non utopistica speranza di assistere ad una doppietta rossa, e dovendo assistere, invece ad una doppietta Red Bull, con Norris terzo con una Mc Laren tornata definitivamente laddove era lo scorso anno. Al quarto posto un ottimo Russell che ha massimizzato il risultato col mezzo scadente che ha a disposizione. Quinto Bottas, che per poco non si toglie la soddisfazione di stare davanti a colui che l’ha sostituito in Mercedes. Sesto, come detto, Leclerc, settimo un bravissimo Tsunoda, ottavo Vettel, nono Magnussen e decimo Stroll.

La prima gara europea, seppur corsa in condizioni a dir poco anomale, ha confermato che la lotta al vertice sarà piuttosto tirata, e che in Ferrari, soprattutto i piloti, devono imparare a gestire le situazioni non proprio favorevoli perchè la Red Bull non lascerà più per strada i punti come ha fatto nelle prime 3 gare. Vista la situazione, ad Imola sarebbe stato giusto accontentarsi, e invece uno è finito a muro in qualifica, e l’altro in gara. Una lezione dura ma probabilmente importante per il prosieguo del campionato. Mancano ancora 19 gare, e non potrà piovere sempre.

Ora si va a Miami, una pista nuova per tutti, dove non esistono riferimenti. Ci sarà, ancora una volta, da divertirsi. Per tutti tranne che, probabilmente, per Hamilton.

P.S. riguardo a quanto ho scritto nel penultimo paragrafo, so bene che sono i piloti Ferrari sono giovani, che in passato anche altri campioni hanno fatto errori, che non si può passare da fenomeni a cretini nel giro di un GP, ecc. ecc. Tutto vero, ma se poi si perde un campionato per, putacaso, 7 punti, diventa difficile non pensare che forse, in qualche occasione si sarebbe potuti stare più attenti. L’asticella negli ultimi anni è stata posta molto molto in alto, da squadre come Mercedes e Red Bull e piloti come Hamilton e Verstappen. Bisogna arrivare al loro livello, e piantare la macchina nei muri, per di più quelli di casa, può essere scusabile una volta, poi più. 

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @ScuderiaFerrari

F1 2022 – GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA

Strano ma vero, la più inaspettata novità di un GP sull’Enzo e Dino Ferrari non è l’aver ritrovato in pianta stabile il tracciato del Santerno nel mondiale F1 quanto una Ferrari che per la prima volta dopo almeno 15 anni abbondanti si presenta con il ruolo di assoluta favorita.

Era dai tempi di Schumacher e del lontano 2006 che una monoposto del cavallino rampante non viene additata come la grande protagonista annunciata del weekend di gara e lo testimoniano, oltre alle opinioni degli addetti ai lavori, il tutto esaurito da venerdì a domenica, con i biglietti introvabili già da tempo.

Davvero un’ottima viatico per il mondiale F1 che, tornato in Europa, riscopre su uno dei circuiti storici la vera passione per il Motorsport per eccellenza, quella fatta dagli appassionati che riempiono tribune e prato in attesa di rivedere vincere una Rossa.

Immagine da it.f1-facts.com

Al di là delle note di folclore c’è molto di vero nel fatto che la Ferrari si presenta con il ruolo di favorita. Lo dicono le prestazioni offerte nei primi tre appuntamenti e nei test di Barcellona: due vittorie, un secondo posto, due gp con entrambe le vetture a podio, in testa per distacco in entrambe le classifiche mondiali.

La F1-75 si è dimostrata fino ad ora essere la vettura più equilibrata, veloce e facile da mettere a punto, con una affidabilità invidiabile. Basterà per vincere a Imola?
Non è detto perché questo weekend presenta tante variabili.

Una è la prima sprint race del mondiale 2022 con solo una sessione di libere prima della qualifica (che torna ad assegnare statisticamente la pole dopo l’osceno cambio di regolamento dello scorso anno) e un’altra sessione di libere prima della gara corta del Sabato.

Poco tempo per tutti i team per settare a dovere le monoposto e ancora meno per provare eventuali aggiornamenti. I big three hanno già annunciato che non porteranno novità ma c’è da aspettarsi comunque qualche piccola modifica soprattutto in chiavi anti-porpoising. Fondamentale sarà il lavoro fatto al simulatore per avere un assetto già buono nelle prime libere del venerdì, aspetto che ha aiutato non poco la Ferrari nella trasferta di Melbourne.

immagine da thelastcorner.it

La sprint race quest’anno assegnerà punti dal primo all’ottavo posto, da 8 a 1 punto per cui diventa ancora più un fattore in termini di classifica piloti.

Altra novità sarà il meteo, al momento indecifrabile ma che promette pioggia almeno nella giornata di venerdì. Quasi certa quindi una qualifica sul bagnato, vero primo test per le nuove monoposto ad effetto suolo e potrebbero esserci grosse sorprese. Al momento la giornata migliore sembra essere il Sabato mentre più incerta Domenica con probabilità di pioggia in aumento.

Sarà complicato per tutti mettere insieme una performance costante e scegliere il giusto assetto in vista della gara.

L’ultima novità è data proprio dalla pista, un tracciato vecchia scuola con un asfalto non così liscio come sperimentato nei primi tre appuntamenti. I numerosi saliscendi e le curve veloci in appoggio associate alle asperità dell’asfalto potrebbero causare grossi problemi in termini di stabilità aerodinamica e altezza da terra delle monoposto, con conseguente ricaduta in termini di porpoising e instabilità nelle curve ad alta velocità.

Il circuito è a medio carico ma sarà difficile trovare un compromesso tra le sezioni più lente e il lungo rettilineo tra la variante bassa e il Tamburello, unica zona DRS prevista. Sezione stradale stretta in alcuni punti, cordoli alti, staccate in discesa e ingressi ciechi in curva saranno una bella sfida per i piloti con la possibilità per i più bravi di metterci quel qualcosa in più che farà la differenza.

immagine da planetf1.com

Pirelli porterà le mescole C2, C3 e C4 e anche a Imola potrebbero ripresentarsi problemi di graining se le temperature saranno basse causa maltempo.
A prima vista il tracciato sembra essere più adatto alla F1-75 piuttosto che alla RBR-18 ma tutte queste variabili non danno grandi certezze per nessuno. Di sicuro i piloti potranno sbagliare poco perché ghiaia ed erba sono in agguato.

Tutti aspettano Leclerc,è il grande favorito in virtù della monoposto e della grande solidità dimostrata nei primi tre GP. In realtà chi si gioca tanto è Sainz, reduce da una brutta gara a Melbourne e che deve dare un segnale per non essere relegato al ruolo di scudiero già al quarto appuntamento stagionale, a maggior ragione dopo il fresco prolungamento di contratto fino al 2024.

Ferrari dovrà cercare di aumentare il gap in termini di punti ora che il vantaggio prestazionale sembra acclarato, dato che già a partire dal GP di Spagna i numerosi aggiornamenti potrebbero variare non poco i valori in campo.

Anche Red Bull si gioca molto, non può più sbagliare dopo i problemi di affidabilità e la difficoltà di messa a punto della monoposto dimostrata. Verstappen ha tanti punti di distacco, deve fermare l’emorragia se vuole sperare di avere chance nella seconda parte del mondiale.

immagine da motorsportweek.com

Mercedes è ancora un cantiere aperto i grossi problemi di porpoising e l’impossibilità di portare aggiornamenti corposi almeno fino al GP di Spagna la costringono a cercare di salvare il salvabile per almeno altri due GP. Dalla sua ha una buona affidabilità che la vede vincere il duello con Red Bull ma di sicuro non basta per lottare per la vittoria. Hamilton dovrà cercare di far valere il suo talento su una monoposto che non lo asseconda, cosa a cui non è abituato da un po’ di anni.

Per quanto riguarda gli altri, vedremo se Alpine sarà ancora la prima del pacchetto di mischia o se Alfa Romeo, McLaren e Alpha Tauri potranno inserirsi nella lotta per i piazzamenti nobili. In Alfa sono piuttosto sicuri di poter essere della partita mentre per Aston Martin potrebbe essere un altro weekend difficile, altro team che avrebbe bisogno di aggiornamenti corposi ed efficaci.

immagine da motorbox.com

La Haas è un po’ un mistero ma potrebbe beneficiare della potenza del motore Ferrari su una pista in cui la spinta ai medi regimi è fondamentale. Williams viene dal rocambolesco punto conquistato in Australia, la confusione portata dal meteo potrebbe essere il loro più grande alleato.

Tutti aspettano la Rossa è questo potrebbe essere il più grande problema per gli uomini della Scuderia: la pressione mediatica. La squadra sembra avere i mezzi per resistere anche a questa nuova condizione di primi della classe ma ogni volta c’è da dimostrarlo, farlo in casa sarebbe il definitivo volano per una stagione da ricordare.

*immagine in evidenza da motorimagazine.it

Rocco Alessandro