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F1 2023 – GRAN PREMIO D’OLANDA

Olanda, terra d’emozioni! Quasi tutte a pagamento come insegna chiunque sia stato ad Amsterdam. Contrariamente a suddette emozioni l’unico interesse ancora vivo del Campionato in corso non riguarda chi vincerà WDC e WCC quanto piuttosto se Redbull riuscirà o meno a vincere tutte le gare stagionali. Sinceramente non so cosa augurare loro: se vinceranno tutte le gare per il semplice motivo di aver lavorato meglio di tutti (mi spiace per l’amico Seldon e la sua fisima per il budget cap violato nel 2022 ma se per essere “legalisti” Ferrari intende farsi beccare col sorcio in bocca dalla Federazione e non accennare uno straccio di difesa quando viola il regolamento non è colpa di Milton Keynes) son ragionevolmente certo che la già citata Federazione si inventerà qualche deroga al regolamento tecnico 2024 (su spinta di Liberty Media) affinchè non accada mai più. Ricordiamoci sempre che il DRS è magicamente apparso dopo che Alonso non riuscì a passar Petrov nonostante un passo gara migliore di quasi due secondi (a pista libera). Messe  da parte le ovvietà visto il chiaro intento di non annoiarvi oltremisura data l’oltremodo emozionante (sic, ma è colpa degli avversari della RB) stagione in corso fedele al mio stile vi regalo un altro bel tour di……..Memory Lane

Prima vittoria di James Hunt (ed unica della Hesketh) in F1 che doma l’arrembanza di Sua Santità sulla sua 312T. Sul podio è festa grande col secondo che festeggia sinceramente il primo per il suo battesimo dello champagne. Altri tempi, altri uomini, altri piloti

Sua Santità è nel bel mezzo della convalescenza dopo l’incidente del Nurburgring e Ferrari torna alle gare dopo l’insana decisione di non  partecipare al Gp d’Austria per polemica con la Federazione. Decisione che con ogni probabilità costò a Maranello il titolo Piloti visto l’andamento di quel GP a Zeltweg e la forma della 312T2. In Olanda vince Hunt per il secondo anno di fila

Il capolavoro di Furia: dopo le Qualifiche gli viene comunicato che Goodyear ha assegnato un treno di gomme nuove ad Andretti al che la prende con calma/dignità/classe ossia si dirige a passo di corsa presso il Motorhome Goodyear invellandoli di bestemmie alla vecchia maniera. Risultato: il treno di gomme nuove finisce a disposizione della 312T2 di Sua Santità che la domenica vince gara e, di fatto, Titolo. Pensare che per veder di nuovo quella grinta si è dovuto aspettare Binotto con la sua difesa del motore Ferrari 2019 e le sue barricate contro la TD039 nel 2022. Ah no, aspettate……..(sic)

Del giro su 3 ruote di Gilles si è parlato fin troppo. Di come abbia di fatto buttato via il Titolo 1979 perchè coi secondi posti (come quello che sarebbe tranquillamente arrivato quella domenica a Zandvoort se non sfasciava tutto per provare a tenersi dietro Jones) ci si sciacquava giusto le sue enormi gonadi québécoises pure. Di come abbia corso una vita intera senza mai alzare il piede ma pure senza mai commettere la minima scorrettezza non se ne parla abbastanza invece. Peccato

Furia a Gilles prima del via:”oh Gilles mi raccomando, hai su il motore nuovo abbiamo bisogno di fare km fai il bravo eh!”. Gilles dopo quanto accaduto al via (o, pure meglio, quanto ha combinato) la prende talmente lunga per tornare ai box che vi fa capolino solo a gara terminata. Ad occhio e croce ha fatto un giro di pista intero a piedi oltre le protezioni solo per evitare l’ira funesta di Forghieri

L’ultima vittoria di Didì in F1. Schiacciante come la superiorità tecnica della 126C2 a cambio longitudinale che si beve le due Renault manco fossero due vetture aspirate. Il giro di rientro senza casco come amava fare. Tre gare dopo la sua carriera si sarebbe interrotta mentre era in testa ad un Mondiale già vinto. Annus horribilis

Formel 1, Grand Prix Niederlande 1983, Zandvoort, 28.08.1983 Kollision Alain Prost – Nelson Piquet Nelson Piquet, Brabham-BMW BT52B Alain Prost, Renault RE40 www.hoch-zwei.net , copyright: HOCH ZWEI / Ronco (Photo by Hoch Zwei/Corbis via Getty Images)

L’edizione 1983 passa alla storia per l’epico trappolone tirato da Piquet a Prost alla Tarzan. Il Carioca ha problemi tecnici e si sarebbe dovuto ritirare a breve ma sfrutta un attacco troppo di foga del francese per agganciarsi alla Renault e causare un doppio ritiro senza che nessuno abbia da dire sulla sua condotta già che è stato speronato. Vince Arnoux alla sua ultima vittoria su Ferrari ed in carriera, cosa che nessuno avrebbe mai immaginato quel giorno visto lo stato di forma del transalpino e della 126C3

L’edizione 1985, che poi fu l’ultima sul vecchio tracciato, vede l’ultima vittoria in F1 di Sua Santità il quale non solo rintuzza gli attacchi di Prost nel finale ma se ne frega allegramente degli ordini di scuderia. Giustamente peraltro, già che Dennis aveva deciso con largo anticipo che sarebbe stato il primo Team Principal della Storia a vincere due Mondiali Piloti consecutivamente con due piloti diversi e quindi gli rifilò materiale di terz’ordine per tutto l’anno (mentre curava amorevolmente il lato box del Nasone). Nota ilare (sic): qualcun altro provò a fare altrettanto nel 2008 come TP, fu fottuto dalla porcheria di Singapore made in Briatore ed oggi ci va tranquillamente a cena mentre quel poveraccio del suo pilota (allora trombato) si è finalmente deciso a far causa legale per quanto successo. E’ un mondo così: fluido, inclusivo e molto frou frou del tabarin

Buon GP a tutti

 

MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI SPA

Durante una delle sue mirabolanti lezioni, Umberto Eco disse: “non serve essere campioni di ermeneutica per dirsi interpreti” e poi si zittì guardando gli studenti uno ad uno nel fondo delle palle degli occhi. Di fronte allo sbigottimento degli studenti che non capirono la battuta (tra cui il sottoscritto) allora disse “bene ora vi spiego: you don’t need to be champion in hermeneutics to call yourself an interpreter. E di nuovo gli studenti con lo sguardo perso nel vuoto (tra cui ancora il sottoscritto) mostrarono ampie perplessità, indecisi se il gioco di parole riguardasse la traduzione o qualcos’altro. Di fronte al reiterato silenzio del suo uditorio, a parte i soliti due-tre che ridono per compiacere il prof (tra cui NON il sottoscritto) anche se non capiscono la famosa beatissima, mise un lucido sul proiettore (ve li ricordate i lucidi?!) e sulla parete comparve un rebus da Settimana Enigmistica, ovviamente difficilissimo, e passò i restanti tre quarti d’ora a spiegare come si risolveva.

Quasi trent’anni dopo sono ancora qui a chiedermi se devo ridere oppure no a quella battuta: ogni volta che mi sembra di aver capito sento il mio cervello soffrire di sovrasterzo e mi tocca correggere un poco con il volante.  Forse è così che si sentono i piloti di Formula 1 quando ogni anno arrivano in Belgio. Infatti, se c’è una pista, un gran premio o un intero week end di gara in cui per quanto ci si applichi nel gioco dell’interpretazione si rimane sempre perplessi, questo è proprio lo storico tracciato di Spa-Francorshamps.

E perplessi, i piloti, lo sono stati per tutto il week end del Gran Premio del Belgio 2023! Sole, pioggia, sole con pioggia e pioggia con il sole. Metti le Rain e dopo tre giri le Slick ma poi ti ribalti a Stavelot quindi vai sulle intermedie tanto poi il break even point ce lo dice la Pirelli e mettiamo di nuovo le Slick, giusto? No! Lo dice Giove Pluvio quando cambiare le gomme!

Quindi, a meno di non chiamarsi Kimi Raikkonen, nessun pilota sarebbe stato sicuro di come sarebbero andate le cose. Di fronte al rebus, ça va sans dire, di Spa tutti i piloti, insieme ai loro ingegneri, hanno dovuto improvvisarsi interpreti. Con risultati, assai ondivaghi.

Cominciamo dalla McLaren che ha puntato tutto sul “settordici” con un assetto da bagnato spinto: li freghiamo tutti no?

PIASTRI

Se non altro, la scommessa di McLaren sull’assetto ci ha consentito di ammirare il giovane Oscar che fa un sabato da favola sfiorando per pochi millesimi la shootout pole e concludendo la successiva garetta alle spalle di Max. “Podietto” meritatissimo che non da la sufficiente misura della prestazione del nostro, capace di rifilare ben 3 decimi nella shootout al quotatissimo teammate e guidando alla grande nel muro di acqua sollevato da Max senza farsi intimidire dai mitici Eau Rouge, Kemmel, Stavelot e compagnia. Bravissimo. Praticamente un Robert De Niro sotto mentite spoglie. Poi? Poi succede che nella gara, quella vera, commette un’ingenuità che ci fa vedere, oltre alla sua gioventù, anche che non aveva fatto tutti i compiti a casa. Suvvia, Oscar!, non lo sai che a Spa non ci si butta all’interno della prima curva in partenza? Niente Oscar per Oscar, dunque, almeno a Spa. Ma le luci della ribalta lo attendono: deve solo abituarsi ai piani alti.

NORRIS

Con la scommessa della pioggia in tasca, convinti in McLaren di sbaragliare il campo, Lando sale sul palco della Scala preparando tutti i do di petto di cui è capace. Ma al sabato stecca, battuto sonoramente dal rookie compagno di squadra quindi gli tocca sorbirsi i buuuuu di prammatica del loggione che piovono su di lui come le gocce di pioggia delle Ardenne: pesanti. Il loggione poi si scatena anche contro il suo coro di supporto, cioè la McLaren tutta, perché la scommessa sul settordici si rivela la boiata dell’anno il giorno della gara, con sole pallido ma pista asciutta. L’assetto non paga e Landino nostro si ritrova a guardare tutta la gara le altre macchine che lo sorpassano come se fosse fermo – da paura vera il doppio sorpasso subito da Albon da una parte e Ocon dall’altra all’ottavo giro. Si salva dal linciaggio del pubblico solo grazie ad una strategia azzeccata, con cambi anticipati scommettendo, stavolta bene, sulle lotte che gli altri avrebbero fatto tra loro, e per la caparbietà di ritmo mostrata nei momenti in cui aveva pista libera. Punti d’oro, quelli del settimo posto finale, per come s’erano messe le cose.

VERSTAPPEN

Chi è andato vicino alla perfezione, ancora una volta, è stato Max che oltre alla doppia pole fatta nelle doppie qualifiche conduce garetta e gara con la prudenza che ha imparato ad avere già da di tempo. Mi disinteresso della garetta, come sempre, ma senza esimermi dal notare che sulla pista bagnata sembrava fare un altro sport rispetto agli altri. Alla domenica, complice il sesto posto in griglia per cambio del cambio del cambio del cambio (what balls! Non voglio più il parco chiuso!), sta fuori dai guai in partenza, approfitta del guaio Sainz-Piastri e aspetta comodamente il momento in cui Hamilton perda DRS da Leclerc per superarlo con facilità al giro 6. Cosa che fa con lo stesso Leclerc un paio di giri dopo. Non si danna per andare addosso a Perez e decide di aspettare i pit. Subito dopo mette il turbo, come si diceva una volta, supera Checo e se ne va. Giusto un brivido al giro 21 quando la sua RBR sta per fargli un brutto scherzetto sbandando pericolosamente a Eau Rouge ma controlla alla grande e torna a velocità di crociera come fosse niente che, per inciso, è stata praticamente di 1 sec al giro più veloce degli altri. Niente altro da dire. Che stia su un piano superiore ormai non è più una sorpresa.

PEREZ

Qualifica pessima, dove si prende 1 secondo da Max…, che lo relega al secondo posto in griglia dietro a Leclerc. Pessima anche la shootout, 9 decimi presi da max ma stavolta la griglia lo vede addirittura ottavo. Nella Sprint è protagonista di un bel duello, senza esclusione di colpi, con Hamilton (di cui diremo dopo) conclusosi malamente e che lo costringe al ritiro. Nella gara della domenica, rinfrancato dal sole, stacca decentemente, abbastanza per poter stare negli scarichi di Leclerc e superarlo al primo colpo sul Kemmel. Bene. Poi tira alla morte per cercare di rendere difficile la rimonta di Max. Però non c’è niente da fare. Max è di un altro pianeta e deve arrendersi come al solito. Diciamo che ha fatto quel che deve fare: secondo. Ma la facilità con cui Max se lo mangia e i distacchi che prende…

LECLERC

Se McLaren aveva scommesso sulla pioggia pare evidente che Ferrari ha scommesso sul sole. Ma non solo col sole vediamo riaffiorare il sorriso sul volto di Charles perché anche nelle varie sessioni del venerdì e del sabato fa vedere di che pasta è fatto. Nelle qualifiche mette tutti in fila tranne l’alieno il che però, complice l’arretramento in griglia di Max, è sufficiente per metterlo in Pole. Nelle shootout strafà e si ritrova dietro a Sainz ma è conscio di averne di più. Sta quindi calmo nella Sprint per non fare casini e si allena per la gara. Gara, quella vera, in cui parte bene anche se nulla può al ritorno di Perez nel Kemmel. Dopo però fa una gara ammirevole, con ritmo ottimo, sfruttando la velocità in primo e terzo settore che Ferrari, con sorpresa di tutti, mostra e alla grande. In Ungheria dovevano andare forti e sono andati piano. In Belgio dovevano andare piano e sono andati forte. Si ritrova sul podio, con merito, a soli 10 secondi da Perez e tenendo a bada il pur ottimo Hamilton. Bijoux nelle interviste a fine gara: “se Hamilton non avesse sorprendentemente pittato per fare il giro veloce pensavi ti avrebbe potuto soffiare il terzo posto?” “No”. E’ proprio un campionato pazzo! E se non ci fosse Max staremmo assistendo ad un mondiale meraviglioso. Vai Charles! Vai!

OCON-GASLY

Nel week end in cui Alpine è stata decapita nei suoi vertici amministrativi e tecnici i due piloti decidono di prendersi il palcoscenico garantedosi… gli oscar! Gasly scippa il trofeo di MVP al pur straordinario Piastri nella garetta del sabato con un terzo posto eccezionale a cui aggiunge la speciale dedica ad Hubert che mi ha fatto venire i lacrimoni agli occhi (e non solo a me, suppongo) – peccato la domenica non abbia fatto altrettanto ma poco male. Ocon si prende il trofeo di MVP alla domenica perché parte dalla 15esima posizione e poi sfodera una gara memorabile con sorpassi, ritmo, strategia e poi ancora sorpassi ritmo e ancora sorpassi strepitosi. Tra tutti spiccano quello doppio su Albon e Norris all’8° giro e quello su Tsunoda al 38° giro in cui si era trovato all’esterno alla fine del Kemmel, frutto di una difesa eccezionale del giapponesino ma poi fa scivolare in avanti la vettura in staccata e riesce a tenere l’esterno in modo magistrale per trovarsi in favore di traiettoria nella doppia curva successiva: WOW! Sto ragazzo è forse l’unico pilota per cui non provo simpatia. Non lo capisco e continuo a non capirlo: come può fare prestazioni ridicole (in stile Mazzacane per intenderci) come in Austria e poi fare una gara così strepitosa? Mah!

HAMILTON

Ottimo ottimo il buon Lewis. In palla per tutto il week end, si mostra in missione per demolire il compagno di team. Le malelingue dicono che la verve che ha ritrovato negli ultimi GP dipenda più dalla voglia di strappare l’ennesimo ingaggio monstre che non dalla nuova impostazione della vettura da Barcellona in avanti. Certamente il vil danaro non gli dispiace ma credo sia più il l’istinto da killer che è tornato a far capolino da dietro la sua visiera: ha visto il sangue di Giorgino e ora lo vuole distruggere. Nelle due qualifiche, infatti, gli ha rifilato distacchi irreali: 8 decimi sia nella qualifica del venerdì che nella shootout del sabato. Più o meno come Max-Checo: sarà questo il messaggio poco velato che manda a Toto per il rinnovo del contratto? Sta dicendo che lui è ancora al top? Be’, di certo in Belgio non è stato a guardare il bel panorama delle foreste. La forma straordinaria mostrata, peraltro, dà ancora più valore alla gara di Leclerc. Solo una nota sulla penalità ricevuta nella Sprint per il duello con Perez. Onestamente, di tante cose che accadono da anni sui circuiti di F1 e penalizzate più o meno giustamente dai commissari l’episodio che ha coinvolto Lewis e Checo non era certo tra quelli peggiori. Anzi. Duello tosto, anzi tostissimo ma assolutamente dentro i limiti della competizione. La penalità, secondo me, non solo è stata eccessiva ma non doveva proprio essere comminata e il sospetto che sia stata inflitta a causa del danno subito da Checo è alto. Non si danno penalità in funzione degli esiti delle manovre, no! Si danno se le manovre sono scorrette indipendentemente dagli esiti. L’esito per Checo è semplicemente stato una questione di sfortuna. Un po’ come poi la domenica è capitato a Sainz. Ma lì non hanno penalizzato né Sainz né Piastri: incidente di gara, giustamente. MAH!

ALONSO

Pure lui, da old fox, trova una domenica bestiale sul circuito che più di tutti deve essere interpretato al melgio e zitto zitto quatto quatto, ritrova una quinta posizione che non sembrava affatto alla portata della Aston Martin vista negli ultimi GP. Nelle qualifiche ha dato distacchi irreali a Stroll (rispettivamente 1 secondo e 1.4 sec): peccato per l’incidente nella Sprint. Poi, in realtà non c’è molto da dire sulla sua gara della domenica, nel senso che non si è ritrovato a battagliare in continuazione con questo e quello (praticamente mai inquadrato) ma ha saputo tenersi fuori dai guai, da old fox per l’appunto e un ritmo evidentemente molto efficace tant’è che il quinto posto finale è giunto un po’ a sorpresa. Ma questo è Fernando! Oscar a miglior attore non protagonista.

TSUNODA

Non ci fosse stato lo strepitoso Ocon che s’è visto domenica l’MVP della gara l’avrei dato a lui. Chiamato a non ridursi al ruolo di comparsa per il ritorno di Ricciardo il piccolo Yuki non solo non si è perso d’animo ma ha portato pure un punto insperato visto che la AT è la peggior vettura del lotto in questo momento. Qualifiche “vere” davanti a Ricciardo, quelle “false” dietro così come nella Sprint. Ma è stato alla domenica che ha mostrato di avere gli attributi. Nonostante una strategia non ottimale riesce comunque a battagliare alla grande per tutta la gara e con chiunque: ne ha prese e ne ha date. Deve rinunciare proprio nel finale a due punti in più per via del ritorno strepitoso di Ocon e del sorpasso all’ultimo giro da uno Stroll redivivo. Bravissimo.

 

Note di Merito

Stroll, per l’appunto, che dopo qualifiche pessime e una Sprint un po’ anonima, si ritrova però alla domenica a battagliare per tutto il tempo e a disputare una gara decisamente gagliarda.

Sargeant non è che abbia meritato granché ma in gara domenica ha fatto vedere che almeno è parte del gruppo. Si è pure trovato per un discreto numero di giri in zona punti e non ha commesso grossolani errori. Le tre soste provate da Williams l’hanno relegato in fondo ma poco male.

Note di Demerito

Sainz stava facendo un buon week end, con ottime qualifiche e ottima sprint conclusa davanti al compagno di squadra. Quell’errore in partenza però poteva evitarlo. Vero che l’ingenuità più grossa l’ha commessa Piastri ma tecnicamente parlando, e bilancina alla mano, la responsabilità del contatto che l’ha poi costretto al ritiro (non ha calcolato bene gli spazi) è sua.

Russell è stato combattivo in gara ma ha subito in modo clamoroso da Lewis sia in qualifica che sul ritmo. Non ci siamo.

Ricciardo dopo la buona prova in Ungheria e dopo un sabato decente è sparito in gara, surclassato da Tsunoda. Uhm…

Note di anonimato per tutti gli altri, compreso un Hulkenberg da cui mi aspettavo decisamente di più in un circuito come questo.

Nota finale sulla ricomparsa del porpoising che ha riportato alla mente l’inizio del 2022. Anche in questo caso a subirne maggiormente gli effetti è parsa Mercedes. Come giustamente è stato fatto notare dai telecronisti non c’è stato alcun doppiaggio segno che tutti i team stanno comunque trovando un po’ di prestazione. Per farlo stanno coraggiosamente, è il caso di dirlo, trovando il modo di abbassare le vetture quel che basta per stare nel regolamento e trovare comunque qualche decimo ma anche a costo, per l’appunto, di far ricomparire il porpoising. E’ stato detto che i doppiati non ci sono stati per via della lunghezza del circuito (7km, il più lungo del mondiale) ma l’anno scorso di doppiati ce n’erano stati tre e comunque quelli dal decimo posto in giù avevano chiuso la gara appena davanti a Max. Quindi la nota è corretta: non ci sono stati doppiati perché tutte le scuderie di rincalzo, per così dire, hanno davvero migliorato, e non di poco, le loro performance. Ma del resto è stato già ampiamente notato: senza la clamorosa superiorità che Max sta mostrando questo mondiale sarebbe bellissimo.

Ci vediamo a Zandvoort!

 

Metrodoro il Teorematico

 

BASTIAN CONTRARIO: PIOVE SUL BAGNATO

La verità è che al peggio non c’è mai fine ed il GP belga, conclusosi domenica scorsa, non ha mancato nel ricordarci questo antico detto popolare. Partiamo dal fatto che il suddetto GP si è sempre svolto a fine agosto e, considerando la posizione geografica del circuito di Francorchamps, ci sarà un motivo se questo era posizionato a fine estate nel calendario del mondiale. I nuovi mercati avanzano, scalpitano per avere un posto al sole e, infatti,  il calendario della F1 di Domenicali & Co. già ora è gravido di appuntamenti, i quali pare siano destinati ad aumentare (sigh), perciò miei cari lettori, inutile lamentarsi del meteo (estivo e quindi altamente prevedibile tra le Ardenne), perché questo era inevitabile che andasse a rompere le uova nel paniere nell’organizzazione del baraccone, chiamato Circus di F1; piove sul bagnato appunto. Pioggia che, purtroppo, anche se non ce n’era proprio bisogno, è andata ad evidenziare sia l’inadempienza dello stesso organizzatore che la dabbenaggine dei piloti… nessuno escluso! Non faccio sconti a nessuno e per quale motivo dovrei farne? Come mai piloti titolati ed esperti hanno lasciato che fosse Russell il capo della GPDA? Non conosco il sistema di scelta di questo fantomatico sindacato, il quale a mio giudizio conta nel processo decisionale di tutto il carrozzone come il due di coppe nella briscola a bastoni e,  infatti, quando mai i piloti, con portavoce George, si fanno sentire? Guarda caso nel bagnato weekend belga, il “sindacalista” Russell si sbatteva per tutto il paddock invocando l’eventuale annullamento del GP perché troppo pericoloso. Ribadisco il concetto, non conosco i motivi del perché sia stato eletto proprio il buon Russell, considerando che tra i venti piloti ci sono nove titoli mondiali tra Alonso ed Hamilton, i quali, tra l’altro, ne vengono proprio dalla vecchia scuola dove sotto la pioggia si correva eccome (da qui il perché non faccio sconti a nessuno) eppure nello svolgimento della sciagurata “mini gara” (ri sigh!) tutti e venti i piloti sono partiti in fila come soldatini dietro la safety car con full wet, quando meteo, condizioni della pista e buon senso dicevano che si sarebbe potuti partire regolarmente con intermedie. Che umiliazione, che vergogna, che disfatta per noi appassionati della vecchia guardia che ci siamo fatti le ossa ammirando le migliori gesta compiute in nome del nostro sport proprio sotto la pioggia battente. Le nuove generazioni magari applaudiranno anche alla cupa iniziativa, del resto questi sono stati e vengono educati al perbenismo ad oltranza del “safety first” che per carità è giusto (Dio non voglia che ora ci sia qualcuno che inizia con la menata che voglio l’incidente per non dire altro!), solo che l’attuale F1 è entrata in un loop dal quale non se ne esce più e che essa stessa ha creato. Il sottoscritto si chiede, visto l’andazzo che ormai si è scelto di prendere, come diavolo hanno fatto i campioni del passato a gareggiare e soprattutto a partire sotto pioggia battente? Erano idioti loro o sono furbi adesso a mortificare uno spettacolo che già di suo è annichilito dallo strapotere della Red Bull di Verstappen? Piove sul bagnato dunque e, per quanto mi sforzi di vedere un lato positivo in tutto questo, ci si mette anche la sorte nell’aiutare chi di aiuto non ne ha proprio bisogno.

Mi riferisco all’imbattibile Verstappen (anche se Charles dice che è battibile… certo, tutti lo sono, quando c’è il mezzo per contrastarlo, di certo non quest’anno che corre da solo!), che dall’alto della sua sicurezza e maturità (si dia a Cesare ciò che è di Cesare) sapeva già il casino che sarebbe successo in curva uno e si è ben guardato di arrivarci a rotta di collo, considerando anche che sapeva come sarebbe finita comunque, anche se avesse perso un’altra posizione. Infatti ci pensa Carlos a facilitargli il compito, incollandosi all’inesperto e talentuoso Piastri. Il buon Carlos, superato per la gioia di tutti i tifosi di LeClerc (la guerra dei poveri), dal compagno appunto, in classifica generale non può che biasimare se stesso per quanto accorso, ed in seguito, dunque, inutile lamentarsi se in squadra si operano determinate scelte. Scelte da parte del muretto nei riguardi del monegasco durante la gara, che sono state a dir poco lineari. Quando vedevo Ferrari che rispondeva senza sbavature, colpo su colpo, ai potentissimi undercut della Mercedes, che unite alla guida di Charles sono riusciti a conquistare un benedetto terzo posto, mi sono chiesto se Ferrari sarebbe riuscita a fare lo stesso qualora lo spagnolo fosse stato ancora in gara. Eh già, perché un conto è dover dividere la strategia in due, un altro è potersi concentrare esclusivamente su una sola macchina. Guarda caso, domenica scorsa è andato tutto liscio. Sarà cosi anche a Monza, dove si presuppone che Ferrari dovrebbe (condizionale d’obbligo) andare bene, visto che in Belgio non ha sfigurato (seconda forza tra le Ardenne… che F1 altalenante e imprevedibile che c’è dietro gli scarichi della RB19) sui lunghi rettilinei ad alta velocità. A mio giudizio, il problema della gestione dei due piloti rossi si presenterà presto nuovamente e quello del GP belga è stato solo un rimandare l’appuntamento. Nel frattempo, caso mai ci fosse qualcuno che festeggia il terzo (meritato) posto del monegasco, che può fare morale alla chiusura del circo per la pausa estiva, mi permetto di ricordare che queste non sono altro che briciole, avanzi che Verstappen lascia a quelli che si alternano dietro di lui ogni domenica di GP. Per chi aspira a ben altro, non può essere di certo felice di ciò, eppure se non fosse stato per il ritiro di Sainz, adesso Ferrari avrebbe superato la Aston Martin in classifica costruttori (piove proprio sul bagnato eh?). Quella Aston che è partita come un razzo ad inizio mondiale e che con il redivivo Alonso ha fatto non poco sognare ed invece si è sciolta come neve al sole, tanto da essere ormai stata agguantata dalla disastrata Ferrari. Che poi, conti alla mano, tanto disastrata non è la macchina di Binotto, visto che con una squadra in piena rifondazione (Alpine, clamorosamente ha avuto il fegato di superare in scelleratezza la stessa Rossa!) e che Dio solo sa dove si troverà l’anno prossimo (dal punto di vista tecnico, dato che la nuova nata apparterrà esclusivamente al gruppo di Vasseur) stanno lottando apertamente per il terzo posto nei costruttori. Magra e triste consolazione certo, visto che l’anno scorso eravamo in vetta ed invece oggi si lotta per le briciole appunto, eppure queste prestazioni altalenanti (in dipendenza del circuito dove si corre, si capisce) della SF-23, ci ricordano che una base c’era sulla quale lavorare e che, se si fosse agito diversamente, ora forse parleremmo d’altro. A Sky, riportando una dichiarazione scritta da “La Repubblica” (e speriamo che sia solo del quotidiano e non di Vassaeur), si legge che l’obiettivo è il 2025 e che bisogna resistere (ripetuto più volte) in maniera partigiana fino a quella data, perché quello sarà il momento della rinascita. In quell’anno prenderà servizio Loic Serra (ex AMG), forse da qui le conclusioni raggiunte dal quotidiano… magari, visto che ora l’attuale TP (a differenza dell’altro) ha tutto il supporto necessario della dirigenza, riuscirà nell’impresa; perché no? Male che vada c’è sempre il 2026, che poi è la data fissata dal Presidente proprio l’anno scorso e, caso mai non ci riuscissero, ci sarà sempre l’anno successivo. Del resto si sa, anche se piove sul bagnato, c’è sempre l’anno che segue per rimediare

 

Vito Quaranta

VERSTAPPEN CONTINUA A DOMINARE A SPA, AGLI ALTRI LE BRICIOLE

In uno dei pochi momenti di originalità, il telecronista della Formula 1 (nonchè nazionale di sci, meteorologo mancato, ecc.) ha definito quello di Spa “il week-end delle tre stagioni”. Mai definizione fu più azzeccata. A partire dal venerdì si è visto di tutto: sole, pioggia, nebbia freddo, caldo.

E si è pure rivista la sprint, corsa su soli 11 giri, con 4 di formazione su full-wet, il resto su intermedie e ben 2 safety car. Tutto molto bello, ma il risultato non è cambiato, Verstappen vince. E il venerdì aveva pure fatto la pole, senonchè la domenica al palo parte Leclerc, perchè l’olandese si è beccato 5 posizioni di penalità per sostituzione del cambio.

Allo spegnimento dei semafori, la pista é asciutta, ma grossi nuvoloni incombono sul circuito. Dura tre curve a leadership di Leclerc, che viene sverniciato subito da Perez. Dietro, Sainz sbaglia la frenata e per non tamponare Hamilton stringe e manda contro il muro Piastri, costretto poi al ritiro, mentre lo spagnolo rimedia un buco nella pancia che lo costringerà a sua volta al ritiro.

Max ne ha approfittato per portarsi in quarta posizione dietro ad Hamilton, che svernicerà al giro 6. Stessa sorte per Leclerc 3 giri dopo.

Al giro 11 Hamilton é il primo dei primi a fermarsi. Al giro successivo si fermano anche Perez e Leclerc. Verstappen non é contento della situazione che avvantaggia gli avversari, e si ferma al giro dopo mantenendo la seconda posizione.  Ma su di lui l’undercut non funziona, e il distacco dal compagno, che prima del pit-stop era di 3 secondi, dopo la fermata è sceso ad un secondo, e gli ci vuole solo un giro per tornare al posto che gli spetta di diritto, quello del leader incontrastato.

Al giro 18 arriva una pioggia leggera e, nonostante un grosso rischio corso all’eau rouge, Max distanzia ulteriormente Perez e Leclerc.

Al giro 28 Hamilton effettua sua seconda sosta per montare la gomma a mescola più morbida. Questo costringe Leclerc a fermarsi per mantenere la terza posizione, poco davanti a Lewis. Anche Perez si deve fermare per evitare l’undercut. Che non deve invece temere Max che al momento ha quasi 10 sec. di vantaggio. Ma di ferma comunque, a scanso di equivoci. E, per non sapere né leggere né scrivere, piazza subito il giro veloce.

La lotta per le prime posizioni finisce qui. Al penultimo giro Hamilton, ormai sicuro del quarto posto, si ferma per montare gomme nuove e strappare il giro più veloce a Max, che, c’è da giurarlo, non era stato avvisato per evitare ulteriori discussioni con il suo ingegnere di pista.

L’ultima gara prima delle 4 settimane di pausa finisce con Verstappen che coglie la sua ottava vittoria consecutiva, e la decima in stagione, mentre per la Red Bull il conto è già di 12 consecutive. Al secondo posto Perez, e, a completare il podio, Leclerc. Seguono Hamilton, Alonso, che ha chiuso degnamente il week-end del suo 42° compleanno. A punti vanno anche Russell, Norris, Ocon, Stroll e Tsunoda.

Come detto, ora c’è una pausa di 4 settimane, poi la stagione si riaprirà in casa di Verstappen, a Zandvoort, dove Max otterrà la sua nona vittoria consecutiva, eguagliando così quanto fece Vettel esattamente 10 anni fa. L’unica cosa interessante di questa stagione sarà vedere se riuscirà a vincerle tutte fino alla fine.

Buone ferie a tutti.

P.S. Se pensiamo a dove fosse il motore Honda 3 anni fa, c’é sa chiedersi come sia stato possibile che i giapponesi abbiano effettuato un recupero così clamoroso laddove altri (Ferrari e Renault) non erano riusciti nonostante fossero partiti due anni prima. Meglio, però, non farsi troppe domande.

P.S. 2 Mai si é vista in F1 una superiorità come quella espressa da Verstappen rispetto a tutti gli altri, affiancata ad una totale assenza di errori e di guasti meccanici. Per quanto ancora sarà sopportabile, per il business della Formula 1, una cosa del genere? 

P.S. 3, come i podi ottenuti dalla Ferrari nella prima parte della stagione. interessante il fatto che siano tutti arrivati in weekend sprint. Probabilmente a Maranello sono molto bravi a prepararsi a casa, ma poi non progrediscono durante il week-end perchè la macchina non lo permette. E, quando gli altri non hanno tempo di affinare il setup, se la possono giocare, altrimenti no. Vedremo se nei prossimi 3 week-end con la sprint questa tendenza sarà confermata. C’è da scommettere che alla fine della stagione il bilancio non sarà molto migliore di 6 podi, consegnando agli albi d’oro un’altra stagione deludente.

F1 2023 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Ultimo appuntamento prima del “rompete le righe” per la consueta lunga pausa estivo sull’ultimo (?) tracciato vecchio stile che la F1 ha ancora in calendario.

Una pista che una volta era davvero da pelo sullo stomaco, oggi di sicuro molto meno causa le mostruose downforce a cui ci hanno abituato le monoposto di ultima generazione ma questa è la realtà.

Una realtà che vede, parole di Wolffone nostro, una F1 in mezzo a tante F2, ovvero Verstappen a giganteggiare dall’alto del suo talento e della competitività della sua monoposto. Ormai si disquisisce sui gran premi di anticipo con cui l’olandese porterà a casa il terzo mondiale di fila e quanto durerà il filotto di vittorie consecutivo che è arrivato a sette.

immagine da it.dayfr.com

L’altro lato della medaglia in casa Red Bull è la “latifizzazione” che ha colpito il prode Perez da un pò di tempo a questa parte. Se è vero come dice lui che ha la stessa macchina del 33, allora la galleria degli orrori a cui ci ha abituato negli ultimi tempi è davvero da strizzacervelli. Errori in prova, in gara, lento in qualifica e con Ricciardo che gli soffia sempre più sul collo, il messicano sembra avviato ad un inevitabile addio a fine anno. Colpa sua o dell’ambiente tossico che in Red Bull aleggia spesso e volentieri sulle seconde guide, soprattutto da quando spadroneggia Verstappen?

L’album dei piloti trombati in casa Red Bull è ormai molto lungo e Perez sembra essere solo l’ultima figurina del mazzo. E’ in ottima compagnia e vedremo chi sarà il prossimo a finire nel tritacarne del dr.Marko.

Non fosse per Verstappen assisteremmo ad un mondiale piloti davvero affascinante con tanti piloti in ballo e con l’ultima novità McLaren ad aggiungere motivo di interesse. Ormai tutte le “F2” restanti pensano al 2024 e cercano di fare il possibile per arrivarci il più preparati possibile.

immagine da oasport.it

Ad un passo dalla pausa estiva possiamo promuovere senza dubbio Mercedes e McLaren, con la prima che, abbandonato lo sciagurato progetto “zero sidepods” ha messo in pista una monoposto degna e in divenire per il 2024. Sorpresissima McLaren soprattutto pensando a come era partita la stagione ovvero malissimo. Bravi Stella&company a rimettere mano ai progetti e mettere in pista una monoposto che è andata a podio negli ultimi 3 GP.

Bocciati senza appello in casa Ferrari, in cui la situazione può essere sintetizzata con una massima antica ma sempre attuale che coniò il sempre compianto Niki Lauda: “grande kasino!”. Al di là della confusione di ruoli tra chi è andato, chi è sulla via di  e chi deve arrivare, di un progetto figlio di un DT che poi ha lasciato sul groppone a chi è succeduto e allo psicodramma di due piloti che osciallano tra la rabbia e la depressione, quello che preoccupa di più è la sconcertante distanza che intercorre tra le dichiarazioni di intenti del giovedì pre-Gp e i risultati acquisiti di domenica pomeriggio.

Si naviga male e a vista in casa Ferrari, in cui spesso sono più i miraggi a tracciare la rotta che i progetti. Con ombre oscure e minacciose che si allungano anche sul 2024 e più in generale fino al cambio di regolamento tecnico sulle PU del 2026. Inutile tornare su discorsi già fatti e rifatti, ma la Ferrari sembra sempre più l’utile idiota della F1. Intanto le ultime dichiarazione pre-SPA sono: “conosciamo i nostri punti deboli, osiamo!”. Mah…

Chi ha preso esempio dalla Ferrari 2022 sembra essere l’Aston Martin: partita forte con una monoposto già in ordine ha via via perso velocità e risultati a causa di un progetto tecnico già plafonato a inizio stagione. Finiti i sogni di gloria per Alonso&co? Al momento si, essendo ormai quinta forza conclamata.

immagine da funoanalisitecnica.com

Chi invece va in vacanza contenta è la Williams, vera sorpresa tra le monoposto Cenerentola. Un progetto solido e lungimirante e un Albon versione deluxe hanno regalato tanti punti, con una possibile ultima gioia sulla pista belga definita adatta alle caratteristiche della monoposto di Grove.

In casa Alpha Tauri ci sarà un verifica ben più probante per Ricciardo e forse l’inizio della fine per Tsunoda. Il giapponese è stato già regolato in prova all’hungaroring e dovrà impegnarsi per spuntarla sui 6 km e passa di Spa, compito non facile quando vedi come è messo Perez e cosa potenzialmente ti può succedere se Marko si stufa di un pilota.

In casa Alfa e Haas ci deve essere invece una scommessa a chi fa più vaccate nell’arco di un weekend di gara, con in palio un premio piuttosto allettante considerando l’impegno che ci mettono ad autosabotarsi. Vediamo chi dei due la spunterà a Spa.

E arriviamo  all’Alpine, che sembrava essere la McLaren prima della McLaren e poi è sprofondata in un anonimato che ha dell’incredibile. Ora addirittura si vocifera di un “aiuto di stato” della FIA nei confronti della PU Renault che sembra essere di gran lunga la più spompata del circus. Quando anche Horner si dice d’accordo con una proposta del genere capisci quanto è fondo il fondo che hai toccato.

Dulcis in fundo una rapida considerazione sulle “nuove” Pirelli introdotte a partire da Silverstone e che sembrano essere state un fattore nella rinascita McLaren e nella discesa di Ferrari e Aston Martin. Mario Isola ovviamente dice che non c’è nessun nesso, Alonso e Vasseur hanno fatto dichiarazioni in senso opposto.

Premesso che è come discutere del sesso degli angeli, cambiare le regole a partita in corso non è mai una bella cosa. Già in passato questi cambiamenti hanno prodotto una variazione anche significativa dei valori in campo e non ci stupisce il fatto che anche questa volta sia successo lo stesso. Alla fine in un campionato dominato da Verstappen e in cui ci sono almeno 5 team che potenzialmente lottano per il podio va bene così ma che tristezza constatare che si fanno sempre più passi verso il puro intrattenimento e ci si allontana sempre più da quella che dovrebbe essere una competizione ad armi (quasi) pari.

P.S: mi sono imbattuto in una dichiarazione di Danika Patrick, forse la migliore esponente donna del motorsport degli ultimi 30 anni, che ha definito la natura, il modo di emergere nel motorsport come aggressivo e con un certo “killer instinct”, una componente più prettamente maschile e che non è altrettanto usuale da trovare nelle donne, spiegando così come mai si faccia così fatica a trovare piloti donna che possano competere allo stesso livello degli uomini. Penso che abbia fatto un’analisi molto intelligente della situazione. Ovviamente si è attirata le critiche social di chi predica la parità dei sessi in tutto e per tutto ma, se avesse torto, non si spiega allora come non ci sia ancora un pilota donna di livello in una delle massime serie del motorsport, a due e quattro ruote. Alla fine una Michèle Mouton non nasce tutti i giorni…

immagine da rallyssimo.it

*immagine in evidenza da funoanalisitecnica.com

Rocco Alessandro