BASTIAN CONTRARIO: PIOVE SUL BAGNATO

La verità è che al peggio non c’è mai fine ed il GP belga, conclusosi domenica scorsa, non ha mancato nel ricordarci questo antico detto popolare. Partiamo dal fatto che il suddetto GP si è sempre svolto a fine agosto e, considerando la posizione geografica del circuito di Francorchamps, ci sarà un motivo se questo era posizionato a fine estate nel calendario del mondiale. I nuovi mercati avanzano, scalpitano per avere un posto al sole e, infatti,  il calendario della F1 di Domenicali & Co. già ora è gravido di appuntamenti, i quali pare siano destinati ad aumentare (sigh), perciò miei cari lettori, inutile lamentarsi del meteo (estivo e quindi altamente prevedibile tra le Ardenne), perché questo era inevitabile che andasse a rompere le uova nel paniere nell’organizzazione del baraccone, chiamato Circus di F1; piove sul bagnato appunto. Pioggia che, purtroppo, anche se non ce n’era proprio bisogno, è andata ad evidenziare sia l’inadempienza dello stesso organizzatore che la dabbenaggine dei piloti… nessuno escluso! Non faccio sconti a nessuno e per quale motivo dovrei farne? Come mai piloti titolati ed esperti hanno lasciato che fosse Russell il capo della GPDA? Non conosco il sistema di scelta di questo fantomatico sindacato, il quale a mio giudizio conta nel processo decisionale di tutto il carrozzone come il due di coppe nella briscola a bastoni e,  infatti, quando mai i piloti, con portavoce George, si fanno sentire? Guarda caso nel bagnato weekend belga, il “sindacalista” Russell si sbatteva per tutto il paddock invocando l’eventuale annullamento del GP perché troppo pericoloso. Ribadisco il concetto, non conosco i motivi del perché sia stato eletto proprio il buon Russell, considerando che tra i venti piloti ci sono nove titoli mondiali tra Alonso ed Hamilton, i quali, tra l’altro, ne vengono proprio dalla vecchia scuola dove sotto la pioggia si correva eccome (da qui il perché non faccio sconti a nessuno) eppure nello svolgimento della sciagurata “mini gara” (ri sigh!) tutti e venti i piloti sono partiti in fila come soldatini dietro la safety car con full wet, quando meteo, condizioni della pista e buon senso dicevano che si sarebbe potuti partire regolarmente con intermedie. Che umiliazione, che vergogna, che disfatta per noi appassionati della vecchia guardia che ci siamo fatti le ossa ammirando le migliori gesta compiute in nome del nostro sport proprio sotto la pioggia battente. Le nuove generazioni magari applaudiranno anche alla cupa iniziativa, del resto questi sono stati e vengono educati al perbenismo ad oltranza del “safety first” che per carità è giusto (Dio non voglia che ora ci sia qualcuno che inizia con la menata che voglio l’incidente per non dire altro!), solo che l’attuale F1 è entrata in un loop dal quale non se ne esce più e che essa stessa ha creato. Il sottoscritto si chiede, visto l’andazzo che ormai si è scelto di prendere, come diavolo hanno fatto i campioni del passato a gareggiare e soprattutto a partire sotto pioggia battente? Erano idioti loro o sono furbi adesso a mortificare uno spettacolo che già di suo è annichilito dallo strapotere della Red Bull di Verstappen? Piove sul bagnato dunque e, per quanto mi sforzi di vedere un lato positivo in tutto questo, ci si mette anche la sorte nell’aiutare chi di aiuto non ne ha proprio bisogno.

Mi riferisco all’imbattibile Verstappen (anche se Charles dice che è battibile… certo, tutti lo sono, quando c’è il mezzo per contrastarlo, di certo non quest’anno che corre da solo!), che dall’alto della sua sicurezza e maturità (si dia a Cesare ciò che è di Cesare) sapeva già il casino che sarebbe successo in curva uno e si è ben guardato di arrivarci a rotta di collo, considerando anche che sapeva come sarebbe finita comunque, anche se avesse perso un’altra posizione. Infatti ci pensa Carlos a facilitargli il compito, incollandosi all’inesperto e talentuoso Piastri. Il buon Carlos, superato per la gioia di tutti i tifosi di LeClerc (la guerra dei poveri), dal compagno appunto, in classifica generale non può che biasimare se stesso per quanto accorso, ed in seguito, dunque, inutile lamentarsi se in squadra si operano determinate scelte. Scelte da parte del muretto nei riguardi del monegasco durante la gara, che sono state a dir poco lineari. Quando vedevo Ferrari che rispondeva senza sbavature, colpo su colpo, ai potentissimi undercut della Mercedes, che unite alla guida di Charles sono riusciti a conquistare un benedetto terzo posto, mi sono chiesto se Ferrari sarebbe riuscita a fare lo stesso qualora lo spagnolo fosse stato ancora in gara. Eh già, perché un conto è dover dividere la strategia in due, un altro è potersi concentrare esclusivamente su una sola macchina. Guarda caso, domenica scorsa è andato tutto liscio. Sarà cosi anche a Monza, dove si presuppone che Ferrari dovrebbe (condizionale d’obbligo) andare bene, visto che in Belgio non ha sfigurato (seconda forza tra le Ardenne… che F1 altalenante e imprevedibile che c’è dietro gli scarichi della RB19) sui lunghi rettilinei ad alta velocità. A mio giudizio, il problema della gestione dei due piloti rossi si presenterà presto nuovamente e quello del GP belga è stato solo un rimandare l’appuntamento. Nel frattempo, caso mai ci fosse qualcuno che festeggia il terzo (meritato) posto del monegasco, che può fare morale alla chiusura del circo per la pausa estiva, mi permetto di ricordare che queste non sono altro che briciole, avanzi che Verstappen lascia a quelli che si alternano dietro di lui ogni domenica di GP. Per chi aspira a ben altro, non può essere di certo felice di ciò, eppure se non fosse stato per il ritiro di Sainz, adesso Ferrari avrebbe superato la Aston Martin in classifica costruttori (piove proprio sul bagnato eh?). Quella Aston che è partita come un razzo ad inizio mondiale e che con il redivivo Alonso ha fatto non poco sognare ed invece si è sciolta come neve al sole, tanto da essere ormai stata agguantata dalla disastrata Ferrari. Che poi, conti alla mano, tanto disastrata non è la macchina di Binotto, visto che con una squadra in piena rifondazione (Alpine, clamorosamente ha avuto il fegato di superare in scelleratezza la stessa Rossa!) e che Dio solo sa dove si troverà l’anno prossimo (dal punto di vista tecnico, dato che la nuova nata apparterrà esclusivamente al gruppo di Vasseur) stanno lottando apertamente per il terzo posto nei costruttori. Magra e triste consolazione certo, visto che l’anno scorso eravamo in vetta ed invece oggi si lotta per le briciole appunto, eppure queste prestazioni altalenanti (in dipendenza del circuito dove si corre, si capisce) della SF-23, ci ricordano che una base c’era sulla quale lavorare e che, se si fosse agito diversamente, ora forse parleremmo d’altro. A Sky, riportando una dichiarazione scritta da “La Repubblica” (e speriamo che sia solo del quotidiano e non di Vassaeur), si legge che l’obiettivo è il 2025 e che bisogna resistere (ripetuto più volte) in maniera partigiana fino a quella data, perché quello sarà il momento della rinascita. In quell’anno prenderà servizio Loic Serra (ex AMG), forse da qui le conclusioni raggiunte dal quotidiano… magari, visto che ora l’attuale TP (a differenza dell’altro) ha tutto il supporto necessario della dirigenza, riuscirà nell’impresa; perché no? Male che vada c’è sempre il 2026, che poi è la data fissata dal Presidente proprio l’anno scorso e, caso mai non ci riuscissero, ci sarà sempre l’anno successivo. Del resto si sa, anche se piove sul bagnato, c’è sempre l’anno che segue per rimediare

 

Vito Quaranta