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F1 2023 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Ultimo appuntamento prima del “rompete le righe” per la consueta lunga pausa estivo sull’ultimo (?) tracciato vecchio stile che la F1 ha ancora in calendario.

Una pista che una volta era davvero da pelo sullo stomaco, oggi di sicuro molto meno causa le mostruose downforce a cui ci hanno abituato le monoposto di ultima generazione ma questa è la realtà.

Una realtà che vede, parole di Wolffone nostro, una F1 in mezzo a tante F2, ovvero Verstappen a giganteggiare dall’alto del suo talento e della competitività della sua monoposto. Ormai si disquisisce sui gran premi di anticipo con cui l’olandese porterà a casa il terzo mondiale di fila e quanto durerà il filotto di vittorie consecutivo che è arrivato a sette.

immagine da it.dayfr.com

L’altro lato della medaglia in casa Red Bull è la “latifizzazione” che ha colpito il prode Perez da un pò di tempo a questa parte. Se è vero come dice lui che ha la stessa macchina del 33, allora la galleria degli orrori a cui ci ha abituato negli ultimi tempi è davvero da strizzacervelli. Errori in prova, in gara, lento in qualifica e con Ricciardo che gli soffia sempre più sul collo, il messicano sembra avviato ad un inevitabile addio a fine anno. Colpa sua o dell’ambiente tossico che in Red Bull aleggia spesso e volentieri sulle seconde guide, soprattutto da quando spadroneggia Verstappen?

L’album dei piloti trombati in casa Red Bull è ormai molto lungo e Perez sembra essere solo l’ultima figurina del mazzo. E’ in ottima compagnia e vedremo chi sarà il prossimo a finire nel tritacarne del dr.Marko.

Non fosse per Verstappen assisteremmo ad un mondiale piloti davvero affascinante con tanti piloti in ballo e con l’ultima novità McLaren ad aggiungere motivo di interesse. Ormai tutte le “F2” restanti pensano al 2024 e cercano di fare il possibile per arrivarci il più preparati possibile.

immagine da oasport.it

Ad un passo dalla pausa estiva possiamo promuovere senza dubbio Mercedes e McLaren, con la prima che, abbandonato lo sciagurato progetto “zero sidepods” ha messo in pista una monoposto degna e in divenire per il 2024. Sorpresissima McLaren soprattutto pensando a come era partita la stagione ovvero malissimo. Bravi Stella&company a rimettere mano ai progetti e mettere in pista una monoposto che è andata a podio negli ultimi 3 GP.

Bocciati senza appello in casa Ferrari, in cui la situazione può essere sintetizzata con una massima antica ma sempre attuale che coniò il sempre compianto Niki Lauda: “grande kasino!”. Al di là della confusione di ruoli tra chi è andato, chi è sulla via di  e chi deve arrivare, di un progetto figlio di un DT che poi ha lasciato sul groppone a chi è succeduto e allo psicodramma di due piloti che osciallano tra la rabbia e la depressione, quello che preoccupa di più è la sconcertante distanza che intercorre tra le dichiarazioni di intenti del giovedì pre-Gp e i risultati acquisiti di domenica pomeriggio.

Si naviga male e a vista in casa Ferrari, in cui spesso sono più i miraggi a tracciare la rotta che i progetti. Con ombre oscure e minacciose che si allungano anche sul 2024 e più in generale fino al cambio di regolamento tecnico sulle PU del 2026. Inutile tornare su discorsi già fatti e rifatti, ma la Ferrari sembra sempre più l’utile idiota della F1. Intanto le ultime dichiarazione pre-SPA sono: “conosciamo i nostri punti deboli, osiamo!”. Mah…

Chi ha preso esempio dalla Ferrari 2022 sembra essere l’Aston Martin: partita forte con una monoposto già in ordine ha via via perso velocità e risultati a causa di un progetto tecnico già plafonato a inizio stagione. Finiti i sogni di gloria per Alonso&co? Al momento si, essendo ormai quinta forza conclamata.

immagine da funoanalisitecnica.com

Chi invece va in vacanza contenta è la Williams, vera sorpresa tra le monoposto Cenerentola. Un progetto solido e lungimirante e un Albon versione deluxe hanno regalato tanti punti, con una possibile ultima gioia sulla pista belga definita adatta alle caratteristiche della monoposto di Grove.

In casa Alpha Tauri ci sarà un verifica ben più probante per Ricciardo e forse l’inizio della fine per Tsunoda. Il giapponese è stato già regolato in prova all’hungaroring e dovrà impegnarsi per spuntarla sui 6 km e passa di Spa, compito non facile quando vedi come è messo Perez e cosa potenzialmente ti può succedere se Marko si stufa di un pilota.

In casa Alfa e Haas ci deve essere invece una scommessa a chi fa più vaccate nell’arco di un weekend di gara, con in palio un premio piuttosto allettante considerando l’impegno che ci mettono ad autosabotarsi. Vediamo chi dei due la spunterà a Spa.

E arriviamo  all’Alpine, che sembrava essere la McLaren prima della McLaren e poi è sprofondata in un anonimato che ha dell’incredibile. Ora addirittura si vocifera di un “aiuto di stato” della FIA nei confronti della PU Renault che sembra essere di gran lunga la più spompata del circus. Quando anche Horner si dice d’accordo con una proposta del genere capisci quanto è fondo il fondo che hai toccato.

Dulcis in fundo una rapida considerazione sulle “nuove” Pirelli introdotte a partire da Silverstone e che sembrano essere state un fattore nella rinascita McLaren e nella discesa di Ferrari e Aston Martin. Mario Isola ovviamente dice che non c’è nessun nesso, Alonso e Vasseur hanno fatto dichiarazioni in senso opposto.

Premesso che è come discutere del sesso degli angeli, cambiare le regole a partita in corso non è mai una bella cosa. Già in passato questi cambiamenti hanno prodotto una variazione anche significativa dei valori in campo e non ci stupisce il fatto che anche questa volta sia successo lo stesso. Alla fine in un campionato dominato da Verstappen e in cui ci sono almeno 5 team che potenzialmente lottano per il podio va bene così ma che tristezza constatare che si fanno sempre più passi verso il puro intrattenimento e ci si allontana sempre più da quella che dovrebbe essere una competizione ad armi (quasi) pari.

P.S: mi sono imbattuto in una dichiarazione di Danika Patrick, forse la migliore esponente donna del motorsport degli ultimi 30 anni, che ha definito la natura, il modo di emergere nel motorsport come aggressivo e con un certo “killer instinct”, una componente più prettamente maschile e che non è altrettanto usuale da trovare nelle donne, spiegando così come mai si faccia così fatica a trovare piloti donna che possano competere allo stesso livello degli uomini. Penso che abbia fatto un’analisi molto intelligente della situazione. Ovviamente si è attirata le critiche social di chi predica la parità dei sessi in tutto e per tutto ma, se avesse torto, non si spiega allora come non ci sia ancora un pilota donna di livello in una delle massime serie del motorsport, a due e quattro ruote. Alla fine una Michèle Mouton non nasce tutti i giorni…

immagine da rallyssimo.it

*immagine in evidenza da funoanalisitecnica.com

Rocco Alessandro

 

F1 2023 – GRAN PREMIO D’UNGHERIA

La formula Red Bull/Verstappen…pardon la F1 fa tappa nell’ormai iconico Hungaroring per il penultimo appuntamento prima della pausa estiva.

Si perchè ormai ogni nuovo Gp non sembra essere altro che un “counting” al pallottoliere del dinamico duo che fa scempio in primis del suo compagno di squadra e poi del resto della griglia che assomiglia sempre più a quella di un barbecue.

Verstappen sembra avviato verso la settima vittoria di fila, cosa piuttosto probabile visto il pietoso stato di forma del suo compagno di team Perez. Quest’ultimo, oltre ai problemi in pista, avrà anche un altro problema: quello di tenersi stretto il sedile dall’assalto del figliol prodigo Ricciardo, tornato prima al simulatore Red Bull e ora tornato in griglia di partenza al posto dell’ennesima pilota scartato da Marko, il povero De Vries.

immagine da twitter.com/CanalplusF1

Ecco questo forse è il vero motivo di interesse del weekend, il ritorno in pista di Ricciardo sulla Alpha Tauri. Horner si è già speso in belle parole per lui commentando positivamente il test Pirelli fatto dall’australiano a Silverstone e quindi l’operazione comeback è ufficialmente iniziata. Tutti contenti quindi a parte de Vries ovviamente.

Per gli altri la tappa ungherese sarà l’ennesimo test in pista in ottica 2024. Tutti si presenteranno con qualche aggiornamento e per valutare meglio quelli già implementati per verificarne la bontà su una pista toboga come quella ungherese. Giustamente, considerando lo strapotere di Verstappen, in molti puntano al 2024 per cercare di farsi trovare pronti.

In Ferrari saranno ansiosi (o ansiogeni?) di verificare quale delle due SF23 si presenterà in pista, quella austriaca o quella di Silverstone. Sembra che la rossa sia diventata imprevedibile come la McLaren di qualche tempo fa. Hai voglia a dire come Genè che ormai non ha “veri punti deboli”… Forse a Silverstone si sarà confuso con qualche altra monoposto.

immagine da autotecnica.org

Mercedes dal canto suo continua l’opera di studio in previsione 2024 cercando di raccogliere nel frattempo tutto quello che cade dalla tavola imbandita di Verstappen e soci. Considerando il livello dei suoi competitor non dovrebbe avere vita difficile nel battagliare per i posti dal secondo in giù.

Anche l’Aston Martin vive un periodo di appannamento . Alonso e soci non vedono il podio da un paio di Gp e complice anche una McLaren rediviva, questa striscia negativa rischia di allungarsi. Alonso fa il pompiere della situazione ma il suo ottimismo, vero o falso che sia, non potrà avere effetto ancora per molto se i risultati saranno quelli delle ultime 3 settimane.

Per la Mclaren invece la possibile conferma di un ritrovato posto nelle posizioni che contano, cosa davvero imprevedibile pensando all’inizio di stagione.  Anche in Mercedes hanno allungato l’occhio agli aggiornamenti portati da Woking, segno che forse sono davvero sulla strada giusta.

La Williams invece sembra che invece correrà di rimessa in Ungheria, complice una pista non proprio adatta alle sue caratteristiche.

immagine da media.stellantis.com

Finalmente (?!) capiremo quale sarà il vero livello della Alpha Tauri con Ricciardo alla guida e di conseguenza il livello di Tsunoda. L’altra Alfa invece ha propositi bellicosi nei confronti di Williams e Haas che prevede di superare prima della pausa estiva. Considerando il livello medio dell’Alfa romeo visto fino ad ora mi sembrano delle dichiarazioni un pò azzardate.

E continuando nella tradizione del “cambiare tutto purchè nulla cambi”, in Ungheria debutterà il nuovo regolamento delle tyre allocations in qualifica. In pratica in Q1 tutti utilizzeranno le mescole hard, in Q2 le medium e in Q3 le soft, con una riduzione dei treni di gomme a disposizione che passa da 13 a 11. Alcuni team hanno già storto il naso in quanto viene ridotta la possibilità di scelta nel format di qualifica ma ormai il dado è tratto e la prova verrà ripetuta a Monza prima di una eventuale adozione per tutta la stagione 2024.

In definitiva, non pensiamo che questa novità possa preoccupare più di tanto Il primo della classe. Più incerta la situazione per quei team che fanno fatica ad utilizzare una delle tre mescole a disposizione e viene in mente sempre la Ferrari. Vedremo cosa succederà e se eventualemente ci sarà un nuovo capitolo della lotta tra poveri in casa Leclerc-Sainz.

*immagine in evidenza da itinari.com

Rocco Alessandro

TSUNODA E LA FORMULA 1 VINCONO NELLA CATASTROFE DELL’EMILIA-ROMAGNA

C’è stato un tempo in cui lo show doveva proseguire a tutti i costi. Non importava se la morte avesse già gettato la sua ombra sul week-end, o se, addirittura, fosse presente a bordo pista. Si doveva semplicemente andare avanti. Altrettanto semplicemente, perchè essa fa parte dello sport, visto che, notoriamente, “motorsport is dangerous”.

Poi é arrivato quel week-end del 1994, e si è scoperto che la Formula 1 non può essere insensibile alla tragedia. Almeno a quella che colpisce i suoi massimi protagonisti, e cioè i piloti. E, così, i rischi sono enormemente diminuiti, ma ha continuato a prevalere la logica del non fermarsi mai, qualche volta con esiti comici (come ad esempio a SPA nel 2021) qualche altra con esiti nefasti (Suzuka 2014).

La settimana passata, la catastrofe che ha colpito la parte centro-orientale dell’Emilia Romagna ha messo di fronte il circus ad una scelta difficilissima: quella di rimanere fedele al paradigma del “the show must go on”,  oppure quella di avere rispetto per quello che stava succedendo a costo di fronteggiare una cospicua perdita economica.

E ha saggiamente scelto la seconda strada, l’unica francamente accettabile, a maggior ragione se si fa della “sostenibilità” la propria bandiera. Ha fermato tutto, fatto i bagagli e preso la direzione di Montecarlo. Non prima di avere doverosamente espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite da un evento che resterà nella storia della regione, anche concretamente con una donazione e la promozione di una raccolta fondi.

Mi piace pensare che questa scelta abbia in parte riscattato l’ignominia del 1994, quando venne nascosta una terribile realtà pur di continuare il week-end, e questo, come ben sappiamo, portò ad un’altra tragedia.

Ma nel week-end in cui non si è corso, e che quindi non rimarrà negli albi d’oro, c’è comunque stato un vincitore indiscusso, anche se non in pista. Uno che è spesso oggetto di ironie varie, per la sua incostanza, per i suoi errori e per i suoi team radio spesso infantili. Uno che, solo fra i suoi colleghi, ha preso in mano il badile e se ne è andato in giro per le vie di Faenza a dare una mano, assieme agli uomini della sua squadra. E, ne sono sicuro, non l’ha fatto per farsi vedere sui social, probabilmente se qualcuno non l’avesse notato e fotografato manco l’avremmo saputo. Non sembra infatti essere nelle corde del personaggio il volere apparire a tutti i costi. Molto probabilmente di lui non rimarrà grande traccia nei sopra citati albi d’oro, ma quelle foto in mezzo al fango gli faranno onore per sempre. Perchè vincere non è tutto

PS
Mentre il circus della Formula 1 decideva di portare rispetto rimettendoci dei soldi, e cercando di dare una mano, qualcuno di altrettanto seguito e adorato a livello mondiale prendeva una decisione contraria, quella di andare avanti come se niente fosse, ad una ventina di km di distanza dalle zone alluvionate. Ho letto tante giustificazioni in proposito, come ad esempio il fatto che la zona non fosse ufficialmente a rischio (neanche l’autodromo di Imola lo era), il fatto che si fosse lavorato tanto per preparare l’evento (pure il gran premio), il fatto che fosse tutto in sicurezza (idem) oppure, infine, il fatto che non si sarebbero tolte risorse per i soccorsi. Ecco, quest’ultima è una gravissima menzogna, perchè ovunque ci siano 50000 persone assiepate, ci sono forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici, paramedici, infermieri, mezzi di soccorso, ecc., in grande quantità. Lo prevedono le normative. E non mi si venga a raccontare che se non ci fosse stato quell’evento, questi non sarebbero comunque andati a pochi km da lì a dare una mano.
Questa situazione mette in risalto ancora di più la scelta del management della Formula 1, che noi qui spessissimo critichiamo pesantemente, d’essere andati oltre gli interessi del proprio business.

PS 2
Quella sopra è ovviamente solo una mia opinione, e preciso che non conosco il contesto in cui si è svolto il concerto se non per ciò che ho letto sui mezzi di informazione. Potrebbe quindi trattarsi di un giudizio parzialmente o totalmente ingeneroso nei confronti degli organizzatori e del boss. 

VERSTAPPEN DOMINA A MIAMI E IPOTECA IL MONDIALE

Con un trasferimento all’insegna della sostenibilità ambientale, il circo della Formula 1 si sposta in una sola settimana da Baku a Miami, per il primo dei tre gran premi in terra americana previsti dal calendario 2023.

Il circuito è stato appena riasfaltato, e questa non è una buona notizia per i piloti, che devono anche fare i conti con un accorciamento delle zone DRS che, a loro dire, renderà i sorpassi impossibili su un circuito che è già abbastanza insulso di suo e, nella sua assurdità, ricorda Dallas 1984, riasfaltatura tardiva compresa.

Si prospetta un week-end complicato per Leclerc, che sbatte sia nelle FP2 che nel Q3, quando pareva avere la pole a portata di mano. Chi ne fa le spese, a livello di posizione di partenza, oltre a lui, è Verstappen, che non riesce a marcare il giro veloce e si deve accontentare della nona posizione. In prima fila partono Perez e Alonso, con Sainz subito dietro.

Partenza tranquilla, con i primi che mantengono le posizioni. Al giro 4 inizia il calvario di Leclerc, che si fa superare da Magnussen e nel tentativo di ripassarlo si fa superare pure da Verstappen.

Il ritmo davanti é lento, e Perez mantiene 1 secondo di vantaggio su Alonso che ha un analoga distanza da Sainz. Al giro 9, Verstappen supera Russell e si porta in quinta posizione. Alla tornata successiva é la volta di Gasly.

Mentre Leclerc lotta con Magnussen (!), al giro 14 Sainz si fa sverniciare da Verstappen, che al giro successivo passa anche Alonso e si porta così in seconda posizione a 4 secondi da Perez.
Ma Max ha la gomma più dura, che non soffre il graining.

Al giro 18 Russell e Leclerc si fermano per montare gomme dure. Al giro successivo é la volta di Sainz, che era incollato ad Alonso. Ma il ferrarista entra troppo forte in pit lane e si becca 5 secondi di penalitá.

Al giro 20 la Red Bull ferma Perez, che aveva il compagno ormai attaccato agli scarichi. Al giro 25 è il turno di Alonso, che rientra subito dietro Sainz, ma impiega un solo giro a passarlo.

Al giro 33 Verstappen segna il giro più veloce, con gomme vecchie, appunto, di 33 giri. Nel frattempo, Leclerc viaggia in undicesima posizione lottando con il solito Magnussen. E Sainz si fa passare da Russell.

Al giro 40 Verstappen, che non si é ancora fermato, inizia a guadagnare su Perez. che sta tentando di tenere un po’ di gomma per il finale di gara e lottare con il compagno. Il quale al giro 46 effettua la sua sosta, e gli rientra dietro. Ma gli basta un giro solo per riprendere il comando, e la lotta per la vittoria finisce lì.

Al giro 54, Leclerc supera Gasly e ai porta in sesta posizione. Che peró Hamilton gli soffia il giro dopo.

Finisce così con l’ennesima doppietta Red Bull e l’ennesimo terzo posto di Alonso. Seguono Russell, Sainz, Hamilton, rimontato dalla tredicesima posizione, Lecler, Gasly, Ocon e Magnussen.

Fra due settimane la prima di tre gare distanziate di una sola settimana: Imola, Montecarlo e Barcellona. Il mondiale è già finito, i podi sono già scritti, non resta che sperare nella pioggia. Forse.

P.S.
Vasseur che parla di stesso passo di Aston Martin e Mercedes, fa più tenerezza che rabbia. Aveva ragione chi, dopo Baku, diceva che in realtà non c’era stato alcun miglioramento evidente. A Miami la Ferrari ha portato aggiornamenti, ma non è cambiato nulla, e Aston e Mercedes sono tornate davanti. Con l’aggravante che il suo pilota migliore, nel tentativo di tirare fuori dalla SF23 qualcosa di decente, l’ha sbattuta violentemente due volte, e si è preso le critiche, per questo. L’altro è riuscito a beccarsi l’ennesima penalità di 5 secondi, anche lui, probabilmente, nel tentativo di fare l’impossibile per mantenere il podio. Ad Imola, più che il sostegno dei tifosi, ci vuole un miracolo. Perchè gli aggiornamenti non funzioneranno, come non hanno mai funzionato negli ultimi 15 anni.

P.S. 2
Giova ricordare che la Haas viene progettata da un gruppo di tecnici ubicato dentro lo stabilimento di Maranello, e costruita qualche decina di km più in là. La speranza di chi ha organizzato l’operazione era quella di far andare un po’ più forte la macchina americana, non quella di fare andare più lenta quella italiana.

P.S. 3
Non ci sono più parole da spendere per Alonso, al quarto podio su cinque gare con la ex Force India. Uno che si guarda la gara del compagno sui maxischermi nei momenti di tranquillità. A Danica Patrick ieri ha detto  che alcuni team in passato non hanno avuto fiducia in lui. Uno di quei team se lo sta mettendo dietro costantemente, e di sicuro fa felice qualcuno che una decina di anni fa sosteneva che non fosse lui il problema della Ferrari. Una sua vittoria, a distanza di 10 anni dall’ultima, è solo questione di tempo. E sarà l’unica non Red Bull di questa stagione.

P.S. 4 (oggi razione doppia di p.s.)
Detesto dire “si stava meglio quando si stava peggio”, ma oggi vedere la presentazione dei 20 driver (che a 20 minuti dalla partenza avrebbero altro a cui pensare) e Wil.i.am (chi?) dirigere un’orchestra finta suonare quel ridicolo motivetto che dovrebbe sostituire l’unica cosa buona rimasta alla F1, la sigla iniziale, mi ha fatto rimpiangere i bei tempi nei quali a 5 minuti dalla partenza il buon Zermiani tormentava Piquet e compagni.

 

F1 2023 – GRAN PREMIO DI MIAMI

Pronti via dai muretti di Baku a quelli molto più glamour di Miami, sede del quinto GP stagionale sull’altisonante Miami International Autodrome (esticaxxi…)

Da un circuito cittadino all’altro il passo non è proprio brevissimo, dato che da quello di Baku a quello di Miami serve coprire circa 11mila chilometri ma se questo serve a soddisfare le masse adoranti del prodotto F1 si fa questo ed altro.

Considerando la tipologia di tracciato forse quello più felice di tutti è Checo Perez, che ha fatto doppietta a Baku nella sprint e nella gara domenicale e che conferma la sua predilizione per i tracciati cittadini, dato che 5 delle sue 6 vittorie in carriera sono state ottenute proprio su tracciati di questo tipo.

immagine da planetf1.com

Il “messicano che si godeva la vita, ma che ora lavora sodo” (Herr Marko dixit), ci sta provando gusto ad essere un reale pericolo per Verstappen e vorrebbe confermare questo ruolo a Miami. Qualcuno, forse preso dalla disperazione di un mondiale che sembra praticamente già avere un vincitore designato, gli dà più di qualche chance di poter combattere per il titolo. Difficile, molto difficile, di occasioni “alla Rosberg” ne capitano rarissimamente e in più temo che il 33 olandese voglia quanto prima rimettere le cose in chiaro.

Proprio l’olandese, sfortunato a Baku e che si è ritrovato nell’insolito per lui ruolo di “moralizzatore” delle entrate assassine altrui, proprio lui che della guida alla ‘ndo cojo cojo ne aveva fatto un motivo di orgoglio, dovrà rimettere i puntini sulle i e relegare il suo compagno di scuderia al ruolo di seconda guida che, volente o nolente, tutti nel team gli attribuiscono.

immagine da express.co.uk

Per Ferrari invece è il momento della riconferma dopo il parziale successo della tappa azera. Urge confermare i passi in avanti che si sono palesati soprattutto guardando alla monoposto numero 16 e proprio quì viene il dubbio che sì, la macchina è migliorata, ma il doppio podio di Baku va ad ascriversi in maniera preponderante ai piedi di Leclerc.

Sappiamo già che il grosso degli aggiornamenti arriverà a Imola ma sarà fondamentale fare una buona gara a Miami, fosse solo per far tornare nella lotta per le posizioni che contano anche Sainz, che in questo inizio di campionato è davvero “desaparecidos”. Intendiamoci, “the smooth operator” è un bel pilota quando le cose vanno tutte al posto giusto ed è un bell’asset. Pensare però che possa salire sullo stesso gradino dove si trova il suo team mate e Verstappen, francamente è utopia.

La novità introdotta da Mercedes a Baku è stata invece il lato oscuro di Russell. Non che Hamilton non lo conoscesse già, ma a farne le spese questa volta è stato l’ex principe degli stronxi Verstappen, costretto ad un remake in tono minore della famosa ramanzina di Senna a Schumi del lontano 1992. Ben venga tutto ciò sia chiaro, nel mondo sempre più platinato e politically correct del circus, ma la Mercedes così tanto annoiata di questo periodo (vero Toto?) ha bisogno di una velocità in pista ben più consistente di quella vista a Baku per contrastare il ritorno Ferrari e il green hornet Alonso.

Solo errori di setup per la W14 secondo Wolff a Baku, piuttosto convinto che a Miami con più sessioni di prova possano tornare ad essere più competitivi.

immagine da racingnews365.com

Anche in Aston Martin la trasferta asiatica è stata indigesta, con la verdona che ha dovuto cedere il passo a Ferrari, cosa impensabile fino a qualche settimana fa. La loro monoposto non si è adattata molto bene alle caratteristiche del tracciato e ne è venuta fuori una gara così così, buona solo per limitare i danni. L’obbiettivo è sempre cercare la prima vittoria in F1 e su un tracciato come quello di Miami le chance potrebbero essere più alte che altrove.

Il resto della truppa si barcamena tra problemi e prestazioni incolori, così se Alpine ha mostrato tutto ciò che per loro non va a Baku, Alfa Romeo che è partita col freno a mano tirato e aspetta Imola per un possibile step in avanti.

Una rediviva Mclaren a Baku cerca qualche punto pesante anche a Miami complice nuovi aggiornamenti mentre la Williams cercherà di tornare a punti. Alpha Tauri ha artigliato un punticino a Baku, siamo sicuri che Marko non sarà soddisfatto e comincerà a pensare che il team è pieno di messicani scansafatiche…

Sorpresa sorpresa Kevin Magnussen si ritrova nel ruolo scomodissimo che l’anno scorso aveva il suo team mate Mick Schumacher ovvero la zavorra del team. Se l’anno scorso era stato magico per il danese, questo 2023 invece è partito davvero male, tra incidenti e prestazioni incolori che hanno già spazientito il già poco sereno Steiner. Urge un cambio di rotta per non rischiare il posto.

Pirelli porterà a Miami le mescole C2, C3 e C4, quindi niente di azzardato per una pista che avrà come incognita la nuova riasfaltatura che contringerà le squadre a valutare bene il comportamento delle gomme nel proseguio del weekend di gara. Posto il fatto che al 99% la Red Bull non sarà minimamente toccata da questo aspetto, il grosso della battaglia per il podio tra Aston Martin, Ferrari e Mercedes si giocherà proprio sul fattore degrado. Personalmente vedo una Ferrari sfavorita ma chissà che Leclerc non si inventi qualcosa si analogo a quanto visto a Baku.

*immagine in evidenza da f1miamigp.com

Rocco Alessandro