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F1 2023 – GRAN PREMIO D’UNGHERIA

La formula Red Bull/Verstappen…pardon la F1 fa tappa nell’ormai iconico Hungaroring per il penultimo appuntamento prima della pausa estiva.

Si perchè ormai ogni nuovo Gp non sembra essere altro che un “counting” al pallottoliere del dinamico duo che fa scempio in primis del suo compagno di squadra e poi del resto della griglia che assomiglia sempre più a quella di un barbecue.

Verstappen sembra avviato verso la settima vittoria di fila, cosa piuttosto probabile visto il pietoso stato di forma del suo compagno di team Perez. Quest’ultimo, oltre ai problemi in pista, avrà anche un altro problema: quello di tenersi stretto il sedile dall’assalto del figliol prodigo Ricciardo, tornato prima al simulatore Red Bull e ora tornato in griglia di partenza al posto dell’ennesima pilota scartato da Marko, il povero De Vries.

immagine da twitter.com/CanalplusF1

Ecco questo forse è il vero motivo di interesse del weekend, il ritorno in pista di Ricciardo sulla Alpha Tauri. Horner si è già speso in belle parole per lui commentando positivamente il test Pirelli fatto dall’australiano a Silverstone e quindi l’operazione comeback è ufficialmente iniziata. Tutti contenti quindi a parte de Vries ovviamente.

Per gli altri la tappa ungherese sarà l’ennesimo test in pista in ottica 2024. Tutti si presenteranno con qualche aggiornamento e per valutare meglio quelli già implementati per verificarne la bontà su una pista toboga come quella ungherese. Giustamente, considerando lo strapotere di Verstappen, in molti puntano al 2024 per cercare di farsi trovare pronti.

In Ferrari saranno ansiosi (o ansiogeni?) di verificare quale delle due SF23 si presenterà in pista, quella austriaca o quella di Silverstone. Sembra che la rossa sia diventata imprevedibile come la McLaren di qualche tempo fa. Hai voglia a dire come Genè che ormai non ha “veri punti deboli”… Forse a Silverstone si sarà confuso con qualche altra monoposto.

immagine da autotecnica.org

Mercedes dal canto suo continua l’opera di studio in previsione 2024 cercando di raccogliere nel frattempo tutto quello che cade dalla tavola imbandita di Verstappen e soci. Considerando il livello dei suoi competitor non dovrebbe avere vita difficile nel battagliare per i posti dal secondo in giù.

Anche l’Aston Martin vive un periodo di appannamento . Alonso e soci non vedono il podio da un paio di Gp e complice anche una McLaren rediviva, questa striscia negativa rischia di allungarsi. Alonso fa il pompiere della situazione ma il suo ottimismo, vero o falso che sia, non potrà avere effetto ancora per molto se i risultati saranno quelli delle ultime 3 settimane.

Per la Mclaren invece la possibile conferma di un ritrovato posto nelle posizioni che contano, cosa davvero imprevedibile pensando all’inizio di stagione.  Anche in Mercedes hanno allungato l’occhio agli aggiornamenti portati da Woking, segno che forse sono davvero sulla strada giusta.

La Williams invece sembra che invece correrà di rimessa in Ungheria, complice una pista non proprio adatta alle sue caratteristiche.

immagine da media.stellantis.com

Finalmente (?!) capiremo quale sarà il vero livello della Alpha Tauri con Ricciardo alla guida e di conseguenza il livello di Tsunoda. L’altra Alfa invece ha propositi bellicosi nei confronti di Williams e Haas che prevede di superare prima della pausa estiva. Considerando il livello medio dell’Alfa romeo visto fino ad ora mi sembrano delle dichiarazioni un pò azzardate.

E continuando nella tradizione del “cambiare tutto purchè nulla cambi”, in Ungheria debutterà il nuovo regolamento delle tyre allocations in qualifica. In pratica in Q1 tutti utilizzeranno le mescole hard, in Q2 le medium e in Q3 le soft, con una riduzione dei treni di gomme a disposizione che passa da 13 a 11. Alcuni team hanno già storto il naso in quanto viene ridotta la possibilità di scelta nel format di qualifica ma ormai il dado è tratto e la prova verrà ripetuta a Monza prima di una eventuale adozione per tutta la stagione 2024.

In definitiva, non pensiamo che questa novità possa preoccupare più di tanto Il primo della classe. Più incerta la situazione per quei team che fanno fatica ad utilizzare una delle tre mescole a disposizione e viene in mente sempre la Ferrari. Vedremo cosa succederà e se eventualemente ci sarà un nuovo capitolo della lotta tra poveri in casa Leclerc-Sainz.

*immagine in evidenza da itinari.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN SBANCA LA ROULETTE DI MONTECARLO

La settimana intercorsa dall’annullato GP dell’Emilia Romagna al turno più glamour dell’intero campionato è trascorsa all’insegna delle voci, messe in giro come al solito ad arte, di una offerta da 46M€ fatta dalla Ferrari, nella persona nientepopodimeno che di John Elkann, al quasi 8 volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Questa volta, il mezzo non sono state le solitamente ben informate fonti nostrane, bensì il Daily Mail, con le fonti stesse che si sono affrettate a smentire. Il che significa che è tutto vero. Ma su questo torneremo nel proverbiale PS.

Le qualifiche confermano i valori visti nelle cinque gare precedenti, con Verstappen che agguanta la pole grazie ad un terzo settore incredibile, davanti ad Alonso che dimostra, come sempre, la metà degli anni che ha. Per il poleman dei due anni precedenti, Leclerc, c’è solo un terzo posto, comunque vicino ai primi due, che diventa però un sesto a causa di una distrazione imperdonabile sua e del suo team, che non l’ha avvisato del sopraggiungere di Norris, al quale ha rovinato il giro veloce.

Partenza senza alcuna emozione, nessuno si prende rischi inutili a parte Stroll che prova due volte a superare un avversario passando sul marcapiede.

Perez, partito ultimo a causa di un incidente in qualifica, si ferma immediatamente per montare la gomma più dura e andare fino in fondo. E inizia a segnare tempi di due secondi più veloci rispetto al compagno di squadra in testa alla gara, il quale sta adottando la strategia più adeguata per chi comanda la gara a Monaco, quella di fare il tappo.

Alonso riesce a stare attaccato all’olandese, mentre Ocon, terzo, dopo 7 giri è già staccato di altrettanti secondi dal leader. Incollato al francese c’è Sainz, che è a sua volta seguito da vicino da Hamilton e Leclerc.

Al giro 11, Sainz tampona Ocon alla chicane del porto, danneggiando una bandella dell’ala anteriore. La cosa però non sembra creargli particolari problemi, e lo spagnolo continua. Subito dopo, il suo connazionale Alonso inizia a lamentarsi di qualcosa che non va sulla sua macchina, e perde diversi secondi da Verstappen. Ma poi ritorna su tempi accettabili, e l’allarme rientra.

Al giro 20 il graining si fa sentire per tutti quelli che montano gomma a mescola media, tranne, ovviamente, Verstappen, che comanda indisturbato con 8 secondi di vantaggio su Alonso.

Il primo dei primi a fermarsi è Hamilton al giro 32. Nel frattempo, Verstappen doppia Perez e si trova bloccato in un gruppo di altri doppiati. 

Subito dopo si fermano Ocon e Sainz, per proteggersi dall’undercut da parte di Lewis, e la strategia funziona perchè le posizioni non cambiano.

Al giro 45 si ferma Leclerc, che stava per essere raggiunto da Gasly. Il monegasco aveva le gomme praticamente finite. Il francese si ferma subito dopo e rimane dietro al ferrarista. 

La pioggia si avvicina, ed è per questo che i primi due, oltre a Russell, al momento terzo, attendono ad effettuare il loro pit-stop. 

E al giro 52 la pioggia arriva sul serio, e di colpo, nella zona del Mirabeau.  Ma piove solo in quel punto, e le condizioni sono quindi difficilissime. Alonso si ferma, ma incredibilmente gli montano gomma media e si deve tornare a fermare al giro successivo. Le due Ferrari non hanno approfittato della situazione, e si ritrovano anche dietro alle due Mercedes. Sainz, autore di un lungo al Mirabeau, è scivolato dietro a Leclerc e a Gasly.

Alonso è infuriato con il suo team, che gli ha voluto montare gomma slick quando lui aveva in realtà chiesto due volte l’intermedia. E sfoga tutta la sua furia in pista, recuperando secondi su secondi a Verstappen, e distanziando velocemente Ocon che si era avvicinato molto.

Ma Max riprende velocemente il ritmo e mette 20 secondi fra se e Nando. E li porta fino alla fine, vincendo un GP di Montecarlo comandato con classe dall’inizio alla fine. Lo seguono Alonso, che può giustamente recriminare per quell’inutile pit-stop, Ocon, parso in grande forma fin dalle qualifiche, Hamilton, Russell, Leclerc, Gasly, Sainz e le due McLaren di Norris e Piastri.

Incredibilmente, nonostante le condizioni difficilissime, non c’è stata alcuna safety car, e nemmeno virtual safety car, il che la dice lunga sulla prudenza che ormai tutti i piloti adottano, vuoi per non rischiare di erodere il budget cap, vuoi per non rischiare punti sulla licenza.

Il mondiale si era già chiuso a Miami, quindi la vittoria di Verstappen cambia poco, mentre prende vita la lotta per il secondo posto, con Perez rimasto a secco e Alonso al quinto podio su cinque gare.

Fra una sola settimana si correrà a Barcellona, la pista più indicativa per misurare il valore delle monoposto, e anche la prima pista “normale” di questo campionato. Là misureremo il vero valore degli aggiornamenti portati nel Principato dalla Mercedes, e anche quanto c’è di vero nei proclami di recupero della Ferrari, che hanno ormai assunto la dimensione della barzelletta.

P.S.
E’ abbastanza chiaro che le voci citate in premessa fanno comodo a tutti i convolti. Alla Ferrari, che fa vedere che è disposta ad impegnarsi anche economicamente per cambiare qualcosa e uscire dalla tristissima situazione attuale (ma è bene ricordare che nel 1996 oltre al campionissimo servì portare in blocco tutto il team). Sempre alla Ferrari, che così spiega al suo giovane campione monegasco che non è indispensabile. E ad Hamilton che può alzare il prezzo per il rinnovo con la Mercedes, la quale, avendo Russell in squadra, e potendo mettere le mani su Leclerc o Norris, non è probabilmente molto propensa a spendere un sacco di soldi per un campione ormai a fine carriera.

P.S. 2
E’ altrettanto abbastanza chiaro che la Ferrari è nel caos più completo. Oltre ad essere totalmente fuori luogo i proclami del giovedì (“siamo in grado di correre per pole e vittoria”), visto che la Ferrari oggi è stata non la terza, nemmeno la quarta, bensì la quinta monoposto in pista, quando si è presentata l’occasione di azzardare qualcosa, il box ha dormito clamorosamente, come già ieri in qualifica, e ci si è messo pure Sainz allungando la lunga lista di errori commessi da quando è in Ferrari. E’ evidente che così non si va da nessuna parte, e quella che si prospetta è una stagione forse ancora peggiore del disastroso 2020. Se Hamilton vuol fare la fine che fece Prost ad inizio anni novanta, sicuramente quella di trasferirsi alla Ferrari è la scelta giusta.

F1 2023 – GRAN PREMIO DI MONACO

Con ancora le terribili immagini delle inondazioni nelle terre romagnole che purtroppo ci accompagnano, è già ora per il Gp più mondano (e tecnicamente inutile) del calendario F1, il Gp di Monaco.

Ogni anno sempre la stessa litania: passerella per i ricchi e famosi, inutile carosello di monoposto, ormai un pezzo di antiquariato ecc ecc ma alla fine è sempre uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, fosse anche solo per il perverso piacere di vedere il o i piloti della scuderia che ci stanno sul gozzo andare eventualmente a muro e fare la figura dei pirla.

In ogni caso questo GP porta una serie di notizie non banali, alcune reali, altre fuffa da clickbait.

Cominciamo con la Mercedes che si presenterà a Monaco con una nuova W14, abbandonando per sempre il concetto delle “pance zero” che sulla carta garantiva miracoli, in pista invece risate da parte dei loro competitor.

Una monoposto ampiamente rivista che dovrà essere la base per un nuovo attacco all’iride nel 2024, prendendo questo 2023 in pratica come una lunga serie di test.

immagine da planetf1.com

Come mai portare così tante novità su una pista “inutile” come il cittadino di Monte Carlo? In effetti sarebbe stato più logico rimandare tutto al prossimo Gp, sulla pista da test per eccellenza, il circuito del Montmelò. Invece Wolff e soci, non potendo contare sul circuito di Imola, hanno deciso comunque di svelare la W14b.

Come ha fatto notare già qualcuno potrebbe essere la mossa di chi è arciconvinto di avere una monoposto più veloce della precedente (non si era detto lo stesso per la W13/14 zero sidepod?!) oppure la mossa disperata di chi è arrivato all’ultima spiaggia.

Più banalmente viene da pensare che a Brackley abbiano pensato di iniziare da subito a testare le nuove soluzioni anche se su un tracciato poco rappresentativo. Guadagnare tempo, dati e comparazioni per farsi trovare più pronti possibili al 2024. Bene, io non lo glielo auguro.

Altra notiziona che però sà molto di fumo e ben poco di arrosto sono le trattative in corso tra Hamilton e Ferrari per l’approdo dell’epta a Maranello nel 2024. Cifre in ballo? La miseria di 40 milioni di pound per il quasi quarantenne Hamilton.

immagine da formula1.it

Anche in questo caso la logica imporrebbe due ragionamenti banali:

1. è il caso di investire una cifra monstre su un pilota certamente veloce ma che ormai si avvia al crepuscolo della sua carriera e che per di più quest’anno e quello appena trascorso ha fatto una gran fatica con il suo team mate Russell?

2. non sarebbe in caso di investire quei dindini in risorse umane in grado di saper fare di conto e cercare di migliorare una platea di tecnici di cui la GES sembra avere un gran bisogno?

Ora, capisco che in Ferrari la logica è un concetto alquanto aleatorio e flessibile e che la mission conclamata dei suoi vertici è fare i giri veloci in pista (semicit.) ma questa di Hamilton in rosso assomiglia molto al giudizio fantozziano della famigerata corazzata. Sono sicuro che in Ferrari sapranno stupirci anche questa volta.

Terza notizia dai risvolti ben più importanti è l’accordo Honda-Aston Martin a partire dal 2026. Gran colpo per il più capace della famiglia Stroll che si assicura la partnership con chi ha la migliore PU della F1 attuale. A questo punto sognare il grande obbiettivo non è più un miraggio.

immagine da formula1.it

In Honda si ritroveranno l’uomo del “GP2 engine” ma hanno già dichiarato che non hanno nessun problema con Alonso, il tutto mentre lucidavano meticolosamente una katana…

Battute a parte è una gran notizia anche per l’asturiano che dovrà cercare di mantenersi atleticamente giovane fino a tale scadenza. Al momento non sembra essere un grosso problema.

Per il resto, poco da dire sul Gp se non che la gara, al solito si deciderà al 99% con la Q3 del sabato. Chi fa la pole ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio, a meno di trovare la pioggia che renderà il tutto un pò più incerto e di sicuro il serpentone di auto molto più lento.

In Ferrari hanno rimandato il corposo pacchetto di aggiornamenti al GP di Spagna, in modo da posticipare di almeno una settimana la possibile delusione. All in su Leclerc e i suoi giri di qualifica sempre che non esageri e la picchi a muro malamente come già successo. Sappiamo bene che anche in caso di pole non è detto che la Domenica si riesca a schierarsi normalmente in griglia quindi vedremo cosa riuscirà a tirare fuori il monegasco che, a dire il vero, sulle strade di casa è piuttosto sfigatello.

Per Red Bull invece la prima seria possibilità di perdere un Gp. Basta una bandiera in Q3 al momento sbaglaito , una minchiata varia ed eventuale ed ecco che ti ritrovi a guardare gli scarichi di quello davanti per 78 giri. Non riusciranno a sfruttare appieno la magia del loro DRS ma in ogni caso restano i favoriti per la gara.

immagine da astonmartinf1.com

Aston Martin ha una grande possibilità, considerando le caratteristiche della sua monoposto. Per Alonso potrebbe trattarsi di una occasione unica in questo 2023 per cercare di rivincere dopo ben 10 anni, una cosa che ha del fantascientifico. Di sicuro si tratterà della qualifica potenzialmente più emozionante dell’anno.

Nel caso dovesse succedere sarebbe una gran bella storia, di sicuro una storia che agli “ammerigani”, così affezionati alla retorica dei ritorni vincenti a dispetto delle avversità e dei pronostici non favorevoli, piacerebbe molto. E onestamente anche a noi.

*immagine in evidenza da gascommunity.com

Rocco Alessandro

TSUNODA E LA FORMULA 1 VINCONO NELLA CATASTROFE DELL’EMILIA-ROMAGNA

C’è stato un tempo in cui lo show doveva proseguire a tutti i costi. Non importava se la morte avesse già gettato la sua ombra sul week-end, o se, addirittura, fosse presente a bordo pista. Si doveva semplicemente andare avanti. Altrettanto semplicemente, perchè essa fa parte dello sport, visto che, notoriamente, “motorsport is dangerous”.

Poi é arrivato quel week-end del 1994, e si è scoperto che la Formula 1 non può essere insensibile alla tragedia. Almeno a quella che colpisce i suoi massimi protagonisti, e cioè i piloti. E, così, i rischi sono enormemente diminuiti, ma ha continuato a prevalere la logica del non fermarsi mai, qualche volta con esiti comici (come ad esempio a SPA nel 2021) qualche altra con esiti nefasti (Suzuka 2014).

La settimana passata, la catastrofe che ha colpito la parte centro-orientale dell’Emilia Romagna ha messo di fronte il circus ad una scelta difficilissima: quella di rimanere fedele al paradigma del “the show must go on”,  oppure quella di avere rispetto per quello che stava succedendo a costo di fronteggiare una cospicua perdita economica.

E ha saggiamente scelto la seconda strada, l’unica francamente accettabile, a maggior ragione se si fa della “sostenibilità” la propria bandiera. Ha fermato tutto, fatto i bagagli e preso la direzione di Montecarlo. Non prima di avere doverosamente espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite da un evento che resterà nella storia della regione, anche concretamente con una donazione e la promozione di una raccolta fondi.

Mi piace pensare che questa scelta abbia in parte riscattato l’ignominia del 1994, quando venne nascosta una terribile realtà pur di continuare il week-end, e questo, come ben sappiamo, portò ad un’altra tragedia.

Ma nel week-end in cui non si è corso, e che quindi non rimarrà negli albi d’oro, c’è comunque stato un vincitore indiscusso, anche se non in pista. Uno che è spesso oggetto di ironie varie, per la sua incostanza, per i suoi errori e per i suoi team radio spesso infantili. Uno che, solo fra i suoi colleghi, ha preso in mano il badile e se ne è andato in giro per le vie di Faenza a dare una mano, assieme agli uomini della sua squadra. E, ne sono sicuro, non l’ha fatto per farsi vedere sui social, probabilmente se qualcuno non l’avesse notato e fotografato manco l’avremmo saputo. Non sembra infatti essere nelle corde del personaggio il volere apparire a tutti i costi. Molto probabilmente di lui non rimarrà grande traccia nei sopra citati albi d’oro, ma quelle foto in mezzo al fango gli faranno onore per sempre. Perchè vincere non è tutto

PS
Mentre il circus della Formula 1 decideva di portare rispetto rimettendoci dei soldi, e cercando di dare una mano, qualcuno di altrettanto seguito e adorato a livello mondiale prendeva una decisione contraria, quella di andare avanti come se niente fosse, ad una ventina di km di distanza dalle zone alluvionate. Ho letto tante giustificazioni in proposito, come ad esempio il fatto che la zona non fosse ufficialmente a rischio (neanche l’autodromo di Imola lo era), il fatto che si fosse lavorato tanto per preparare l’evento (pure il gran premio), il fatto che fosse tutto in sicurezza (idem) oppure, infine, il fatto che non si sarebbero tolte risorse per i soccorsi. Ecco, quest’ultima è una gravissima menzogna, perchè ovunque ci siano 50000 persone assiepate, ci sono forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici, paramedici, infermieri, mezzi di soccorso, ecc., in grande quantità. Lo prevedono le normative. E non mi si venga a raccontare che se non ci fosse stato quell’evento, questi non sarebbero comunque andati a pochi km da lì a dare una mano.
Questa situazione mette in risalto ancora di più la scelta del management della Formula 1, che noi qui spessissimo critichiamo pesantemente, d’essere andati oltre gli interessi del proprio business.

PS 2
Quella sopra è ovviamente solo una mia opinione, e preciso che non conosco il contesto in cui si è svolto il concerto se non per ciò che ho letto sui mezzi di informazione. Potrebbe quindi trattarsi di un giudizio parzialmente o totalmente ingeneroso nei confronti degli organizzatori e del boss. 

VERSTAPPEN DOMINA A MIAMI E IPOTECA IL MONDIALE

Con un trasferimento all’insegna della sostenibilità ambientale, il circo della Formula 1 si sposta in una sola settimana da Baku a Miami, per il primo dei tre gran premi in terra americana previsti dal calendario 2023.

Il circuito è stato appena riasfaltato, e questa non è una buona notizia per i piloti, che devono anche fare i conti con un accorciamento delle zone DRS che, a loro dire, renderà i sorpassi impossibili su un circuito che è già abbastanza insulso di suo e, nella sua assurdità, ricorda Dallas 1984, riasfaltatura tardiva compresa.

Si prospetta un week-end complicato per Leclerc, che sbatte sia nelle FP2 che nel Q3, quando pareva avere la pole a portata di mano. Chi ne fa le spese, a livello di posizione di partenza, oltre a lui, è Verstappen, che non riesce a marcare il giro veloce e si deve accontentare della nona posizione. In prima fila partono Perez e Alonso, con Sainz subito dietro.

Partenza tranquilla, con i primi che mantengono le posizioni. Al giro 4 inizia il calvario di Leclerc, che si fa superare da Magnussen e nel tentativo di ripassarlo si fa superare pure da Verstappen.

Il ritmo davanti é lento, e Perez mantiene 1 secondo di vantaggio su Alonso che ha un analoga distanza da Sainz. Al giro 9, Verstappen supera Russell e si porta in quinta posizione. Alla tornata successiva é la volta di Gasly.

Mentre Leclerc lotta con Magnussen (!), al giro 14 Sainz si fa sverniciare da Verstappen, che al giro successivo passa anche Alonso e si porta così in seconda posizione a 4 secondi da Perez.
Ma Max ha la gomma più dura, che non soffre il graining.

Al giro 18 Russell e Leclerc si fermano per montare gomme dure. Al giro successivo é la volta di Sainz, che era incollato ad Alonso. Ma il ferrarista entra troppo forte in pit lane e si becca 5 secondi di penalitá.

Al giro 20 la Red Bull ferma Perez, che aveva il compagno ormai attaccato agli scarichi. Al giro 25 è il turno di Alonso, che rientra subito dietro Sainz, ma impiega un solo giro a passarlo.

Al giro 33 Verstappen segna il giro più veloce, con gomme vecchie, appunto, di 33 giri. Nel frattempo, Leclerc viaggia in undicesima posizione lottando con il solito Magnussen. E Sainz si fa passare da Russell.

Al giro 40 Verstappen, che non si é ancora fermato, inizia a guadagnare su Perez. che sta tentando di tenere un po’ di gomma per il finale di gara e lottare con il compagno. Il quale al giro 46 effettua la sua sosta, e gli rientra dietro. Ma gli basta un giro solo per riprendere il comando, e la lotta per la vittoria finisce lì.

Al giro 54, Leclerc supera Gasly e ai porta in sesta posizione. Che peró Hamilton gli soffia il giro dopo.

Finisce così con l’ennesima doppietta Red Bull e l’ennesimo terzo posto di Alonso. Seguono Russell, Sainz, Hamilton, rimontato dalla tredicesima posizione, Lecler, Gasly, Ocon e Magnussen.

Fra due settimane la prima di tre gare distanziate di una sola settimana: Imola, Montecarlo e Barcellona. Il mondiale è già finito, i podi sono già scritti, non resta che sperare nella pioggia. Forse.

P.S.
Vasseur che parla di stesso passo di Aston Martin e Mercedes, fa più tenerezza che rabbia. Aveva ragione chi, dopo Baku, diceva che in realtà non c’era stato alcun miglioramento evidente. A Miami la Ferrari ha portato aggiornamenti, ma non è cambiato nulla, e Aston e Mercedes sono tornate davanti. Con l’aggravante che il suo pilota migliore, nel tentativo di tirare fuori dalla SF23 qualcosa di decente, l’ha sbattuta violentemente due volte, e si è preso le critiche, per questo. L’altro è riuscito a beccarsi l’ennesima penalità di 5 secondi, anche lui, probabilmente, nel tentativo di fare l’impossibile per mantenere il podio. Ad Imola, più che il sostegno dei tifosi, ci vuole un miracolo. Perchè gli aggiornamenti non funzioneranno, come non hanno mai funzionato negli ultimi 15 anni.

P.S. 2
Giova ricordare che la Haas viene progettata da un gruppo di tecnici ubicato dentro lo stabilimento di Maranello, e costruita qualche decina di km più in là. La speranza di chi ha organizzato l’operazione era quella di far andare un po’ più forte la macchina americana, non quella di fare andare più lenta quella italiana.

P.S. 3
Non ci sono più parole da spendere per Alonso, al quarto podio su cinque gare con la ex Force India. Uno che si guarda la gara del compagno sui maxischermi nei momenti di tranquillità. A Danica Patrick ieri ha detto  che alcuni team in passato non hanno avuto fiducia in lui. Uno di quei team se lo sta mettendo dietro costantemente, e di sicuro fa felice qualcuno che una decina di anni fa sosteneva che non fosse lui il problema della Ferrari. Una sua vittoria, a distanza di 10 anni dall’ultima, è solo questione di tempo. E sarà l’unica non Red Bull di questa stagione.

P.S. 4 (oggi razione doppia di p.s.)
Detesto dire “si stava meglio quando si stava peggio”, ma oggi vedere la presentazione dei 20 driver (che a 20 minuti dalla partenza avrebbero altro a cui pensare) e Wil.i.am (chi?) dirigere un’orchestra finta suonare quel ridicolo motivetto che dovrebbe sostituire l’unica cosa buona rimasta alla F1, la sigla iniziale, mi ha fatto rimpiangere i bei tempi nei quali a 5 minuti dalla partenza il buon Zermiani tormentava Piquet e compagni.