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WSBK 2021 – ROUND D’INDONESIA

Finalmente.

Finalmente.

Finalmente? Si perchè dopo una pausa lunga, lunghissima di un mese pieno dall’ultimo round argentino di Villicum torna la superbike per il suo ultimo showdown, la resa dei conti per il mondiale piloti tra Razgatlioglu e Rea.

Il punto di domanda non è a caso e deriva dal fatto che se nelle settimane precedenti c’era qualche timore in merito alla conclusione dei lavori della neonata pista di Mandalika, ora quei timori sono diventati qualcosa in più, a maggior ragione dopo il rinvio delle gare “test” previste per il weekend appena trascorso.

In pratica i primi a girare sul nuovo tracciato saranno i ragazzi della supebike e supersport, non proprio il massimo dato che sarebbe stato meglio verificare prima che tutti i presupposti per una gara sicura e regolare fossero rispettati.

Ma tant’è e i due contendenti dovranno cercare in poco tempo di imparare tutto il possibile sul circuito indonesiano.

immagine da livegp.it

Il turco parte con un bel vantaggio di 30 punti. In pratica gli basta arrivare quarto in tutte le gare in programma per vincere il titolo, anche se Rea dovesse vincerle tutte.

Considerando la “garra” con cui Razgatlioglu ha affrontato tutte le tappe del mondiale è uno scenario che sentiamo di escludere a priori. Anzi è molto proababile che partirà a tutta già in gara 1 in modo da cercare di chiudere la pratica il più in fretta possibile.

Rea dal canto suo arriva “tranquillo”, niente calcoli, niente tattica, solo cercare di fare un filotto di vittorie e sperare che il turco lasci tanti punti per strada. Difficile, molto difficile, ma non impossibile.

I terzi incomodi sono tanti e partiamo da Redding alla sua ultima gara in Ducati. Qualche black out di troppo nelle prima parte di stagione gli ha fatto perdere troppi punti ma l’inglese resta un avversario temibile che potrebbe essere la variabile impazzita nella lotta al titolo.

immagine da tuttomotoriweb.it

Avrà di sicuro voglia di chiudere in bellezza e cercherà di mettere il suo sigillo prima di andare in vacanza. Stessa cosa per Rinaldi che dovrebbe avere anche più motivazioni dell’inglese, deve farsi perdonare una stagione con tanti bassi e pochi alti e finire bene l’anno come volano per il 2022 in cui sarà affiancato da Bautista.

Anche lo spagnolo è ai saluti finali con Honda, al termine di un sodalizio che non ha per niente rispettato le premesse iniziali. Troppo deludente la moto e un pilota che più che condurre si è lasciato portare a spasso dalla moto.

I miglioramenti visti nelle ultime gare potrebbero rivedersi in Indonesia. Certo sarebbe una sorpresona ma considerando la pista nuova per tutti, è una ipotesi non così remota.

Come lui anche Haslam saluterà il team Honda che ha già annunciato Lecuona e Vierge come piloti titolari per il 2022.

BMW ritroverà Sykes per l’ultima gara prima dei saluti finali. Sarebbe bello vederlo nelle prime posizioni a lottare per il podio ma ci rendiamo conto che sarà improbabile. Peccato perchè l’inglese avrebbe meritato molto di più dalla sua avventura con i tedeschi.

Intanto il team Bonovo-BMW ufficializza Baz e Laverty per il 2022, un bel colpo per un team che quest’anno ha avuto non poche difficoltà.

immagine da fuoritraiettoria.com

Ultima gara della carriera per Davies, che farà di tutto per lasciare un ultimo bel ricordo. Onore ad un pilota che è stato uno dei pochissimi a cercare di insidiare negli ultimi anni il dominio di Rea.

In Indonesia ci sarà anche il debutto di un ex-pilota MotoGP con Honda Moriwaki, Hafizh Syahrin. Siamo curiosi di vederlo confrontarsi anche perchè non era proprio un “fermo” nella classe regina per cui potrebbe regalare qualche sorpresa.

E rimanendo in tema di debutti eccellenti ma per il 2022, Oli Bayliss, il figlio del mitologico Troy sarà al via del campionato venuto della supersport che aprirà alle moto con cilindrata fino a 995cc.

Il figlio d’arte correrà con una V2 Panigale del team Barni e immaginiamo che avrà un supporto totale, dato che in Ducati credono molto in Oli. Una bella montagna da scalare per lui, che inevitabilmente dovrà sopportare la pressione e le aspettative di essere il figlio di un campionissmo delle due ruote.

Eccoci quindi all’atto finale che seppur indirizzato sulla via di Instanbul porta con se una bella quantità di incertezze e possibili sorprese. La parola alla pista (sperando che riescano a finirla in tempo…)

*immagine in evidenza da worldsbk.com

Rocco Alessandro

WSBK 2021 – ROUND DEL PORTOGALLO

Ultimo appuntamento del trittico iberico e sulla pista che, a mio parere, è una delle più belle del panorama mondiale, il circuito di Portimao.

Si arriva con il sultano Toprak saldamente in testa al mondiale, con una dimostrazione di forza disarmante a Jerez. Doppietta, leadership rafforzata e la consapevolezza che gran parte dell’esito finale di questo mondiale è nelle sue mani.

Dal punto di vista tecnico potrebbe soffrire il non avere più a disposizione la gomma più morbida che la Pirelli può fornire, almeno per questo round,  ma il turco quest’anno ha vinto e convinto anche in quelle piste in cui negli anni passati soffriva e in cui Rea faceva manbassa.

immagine da moto.it

Proprio Portimao è uno dei territori di caccia preferiti dal norirlandese che ha sempre lasciato ben poco ai suoi avversari.

Un Rea apparso in netta difficoltà a Jerez e che solo con la sua esperienza e tenacia ha evitato un tracollo verticale in gara 2. Anche per lui vale il discorso tecnico sulle gomme fatto prima ma con previsioni opposte: per lui è una bella notizia  il non avere più a disposizione la gomma più morbida, che rende la sua moto più difficile da gestire in ingresso curva.

Vedremo chi dei due si adatterà meglio, buttando sempre un occhio a quelli che potrebbero essere i veri arbitri del mondiale, i terzi incomodi quali Redding, Rinaldi e Locatelli.

Gli alfieri del team ufficiale Ducati hanno vissuto una stagione incostante tra alti e bassi, soprattutto Rinaldi. Portimao è una pista difficile per la durata delle gomme e questo potrebbe non essere il massimo per loro ma abbiamo visto come, soprattutto Redding sia capace di elevare il suo livello di guida nel corso del weekend.

immagine da motosprint.corrieredellosport.it

L’inglese sembra tagliato fuori dal poter vincere il titolo ma con più di 180 punti in palio è prematura darlo completamente per sconfitto.

Chi potrebbe fare davvero un bel gioco di squadra è Locatelli, ormai stabilmente ai vertici della categoria. Il team mate di Razgatlioglu ha dimostrato di potersela giocare e già qualche volta quest’anno ha fatto perdere punti preziosi a Rea.

Certo Portimao sembra la pista meno adatta, per difficoltà e per lo storico di Rea,  a mettersi in mezzo alla lotta tra lui e il turco ma è una possibile variabile della quale tenere conto.

Chi ci ha già vinto e sta andando sempre più forte è Bautista, splendido terzo in gara 2 a Jerez e sempre più nel vivo della lotta. Chissà che non si possa inserire anche lui nella lotta la podio andando a dare fastidio chi si sta giocando il titolo…

BMW dovrà ancora fare a meno di Sykes, alle prese con i postumi del botto del Montmelò, sostituito da Laverty. Anche Jerez è stata piuttosto mesta per la casa bavarese, con un settimo e un ottavo di Van der Mark. Verrebbe proprio da dire che la BMW si sta trasformando nella Honda di inizio stagione.

Inoltre ci sarà anche una BMW in meno in griglia dato che il team Bonovo non parteciperà alle trasferte in Argentina e Indonesia. Ultima gara del 2021 e forse per più tempo per Folger nel WSBK.

Chiudiamo con due belle e due brutte soprese di questa ultima parte di mondiale: Bassani e Baz, Gerloff e Haslam. Il primo , all’esordio e con team privato ha battagliato nelle prime posizioni anche a Jerez, pista a lui sconosciuta.

immagine da motosprint.corrieredellosport.it

Il secondo, vecchia conoscenza del WSBK e all’esordio nel 2021, ci ha messo pochissimo ad adattarsi alla sua nuova moto, chiudendo gara 1 al sesto posto. Mica male…

Nessun segnale di ripresa invece da parte di Gerloff, impantanato nei sui dubbi e sempre fuori dalla top10. A fargli compagnia Haslam, ancora meno giustificabile date le recenti prestazioni del suo compagno di squadra.

Tito Rabat rientra nel mondiale dalla porta di servizio, in sostituzione di Mahais con la kawasaki del team Puccetti.

*immagine in evidenza da promoracing.it

Rocco Alessandro

 

WSBK 2021 – ROUND DI SPAGNA

Seconda tappa del trittico iberico e un punto, un solo punto a dividere Rea e Razgatlioglu. Ce l’avessero detto a inizio stagione non ci avremmo mai creduto ma finalmente, dopo tanto tempo, abbiamo una vera lotta al vertice.

Si va a Jerez ancora con tutto in bilico, pronto a pendere da una parte all’altra, anche se a guardare bene, verrebbe da dire che l’inerzia del campionato è tutta a favore del turco.

Non fosse stato per il fuoco amico di Gerloff e per il guasto elettrico che ha ammutolito al sua R1 in gara 1 del Montmelò, con tutta probabilità Razgatlioglu si troverebbe in saccoccia almeno una quarantina di punti in più, un bel cuscinetto di punti sul quale, purtroppo per lui, non può contare.

immagine da insella.it

Al di là della questione “sfortuna”, il turco ormai va forte dappertutto e spesso più di Rea che invece deve lottare con una Kawasaki che non è più la spada degli anni addietro.

Una Kawasaki meno maneggevole e precisa rispetto a quelle passate che  non riesce ad essere del tutto gestita da Rea, che spesso ha rischiato di cadere e si ritrova di frequente a doversi accontentare di prendere punti (pesanti) piuttosto che attaccare per cercare la vittoria.

E, cosa più importante, ha trovato un avversario che lo mette sempre, sempre, sempre in difficoltà. Al confronto il 2019 contro Bautista fu una passeggiata…

Il vecchio leone in verde venderà carissima la pelle ma, non me ne vogliano i tifosi di Rea, sarebbe bello vedere Razgatlioglu mettere il sigillo su una stagione che lo sta consacrando come il nuovo che avanza.E poi, francamente, è il pilota più bello da vedere in pista, con uno stile di guida spettacolare eppure molto redditizio.

Chi proverà a inserirsi, a maggior ragione dopo l’exploit catalano, saranno i piloti Ducati e non solo quelli del team Aruba.

immagine da insella.it

Redding, Rinaldi e Bassani hanno dato spettacolo al Montmelò prendendosi vittorie e podi e, in pratica consentendo a Razgatlioglu di riportarsi in vetta al mondiale.

Considerando che l’anno scorso Redding vinse gara 1 e gara 2 c’è da aspettarsi una Ducati come vera mina vagante nel decidere le sorti del mondiale piloti.

A ben vedere, anche a Redding mancano una decina di punti complice l’uscita involontaria in superpole race al Montmelò, altrimenti sarebbe ancora della partita. Sessanta punti sono tanti ma sperare è lecito.

Le altre due cenerentole del mondiale arrivano un pò con le ossa rotte. In BMW dovranno fare a meno di Sykes, uscito ammaccato da una brutta caduta con conseguente investimento da parte di Mahias. A conti fatti è andata di lusso all’ex campione del mondo. Con tutta probabilità sarà sostituito da Laverty.

immagine da motorcyclesports.net

In casa Honda si è festeggiato il terzo posto di Bautista in superpole race, una goccia di gioia in un mare di problemi in questo 2021. Spiace dirlo ma uno di questi è Haslam che è sempre più l’ombra del pilota che abbiamo ammirato non troppo tempo fa.

Comprensibile che la moto è quella che è e le motivazioni scarseggiano ma il weekend catalano è stato davvero sottotono, non proprio una bella notizia in vista di un rinnovo che non è ancora stato siglato.

Purtroppo anche Davies, al pari di Sykes, è uscito in barella dal Montmelò e con due costole rotte. Vedrà il round di Jerez in tv, sostituito da Loris Baz,  sperando di essere nuovamente “fit” per il round argentino.

E quelle di Argentina e (forse) Indonesia saranno anche le ultime gare di Davies in sbk e forse della carriera. Il pilota inglese ha annunciato ufficialmente il ritiro alla fine di questa stagione.

Se ne va quindi un grande protagonista degli ultimi 10 anni che ha avuto tante gioie e una sola grande “sfortuna”, quella di incontrare Rea sulla sua strada che gli ha precluso la conquista di un mondiale che sarebbe stato meritato.

Pilota veloce e generoso, con l’unica pecca di una costanza di rendimento non proprio eccezionale, lascia un vivido ricordo nel cuore degli appassionati e di quelli Ducati in particolare. In bocca al lupo Chaz!

immagine da livegp.it

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

WSBK SEASON 2020 – ROUND D’AUSTRALIA

Il mondiale 2020 della classe Superbike si annuncia come di gran lunga più appassionante e ricco di colpi di scena degli ultimi anni,con un unico grande interrogativo: chi sarà in grado di mettere in discussione il dominio di Johnny Rea?

Bisogna dire che gli avversari si sono moltiplicati in questo 2020 per il fenomeno inglese, con tanti cambiamenti in sella alle moto e addirittura Honda che si impegna con l’equivalente della V4 R Ducati in salsa giapponese, ansiosa di rincorrere un iride che le manca da fin troppo tempo. Proprio queste novità aumentano l’attesa per la prima gara stagionale a Philipp Island.

Dicevamo di Honda, che ha portato in pista la nuova Fireblade CBR 1000 RR-R, una moto specificatamente progettata per vincere nelle competizioni, affidata nelle mani di Alvaro Bautista e di Leon Haslam. A sorpresa, quello più a suo agio nei test su una moto oggettivamente ancora da sgrossare non è lo spagnolo reduce da una grande stagione nel 2019 ma l’inglese, che sembra poter dire la sua già per il podio al Philipp Island.

immagine da moto.it

In casa Yamaha invece si è deciso di puntare sul nome nuovo del mondo superbike, Toprak Razgatlioglu. Il funambolo turco ha fatto vedere nella passata stagione di avere la velocità per giocarsela con tutti ma non ancora la costanza e la gestione delle gomme in gara per poter puntare al bersaglio grosso. Ma ha tutto per poter imparare in fretta, aiutato anche dalla sua nuova squadra che punta molto su di lui, reduce dalle stagioni in sella ad una Kawasaki clienti. Van der Mark ovviamente non va dimenticato ma è indubbio che i fari saranno puntati sul giovane re dei “stoppie”.

immagine da moto.it

In casa Ducati si è scelto ancora una volta, e non senza grossi dubbi da parte dei loro tifosi, di cambiare una squadra che si stava rivelando vincente. Via Bautista, dentro Scott Redding, reduce dal titolo del BSB 2019 e ansioso di riproporsi su un palcoscenico importante dopo le amarezze della motoGP. Una cosa è certa, se l’inglese andrà forte in pista anche solo la metà di quanto faccia correre  la lingua nelle dichiarazioni alla stampa (Il problema di Ducati nel 2019? Bautista!), allora ci divertiremo un bel pò. Al momento tante buone intenzioni, vedremo che fine faranno. Il suo compagno di squadra Davies è partito male anche in questo 2020, sempre più lento di Redding nei test. Urge un decisivo cambio di passo.

immagine da corsedimoto.com

E alla fine, seppur ancora sottovalutata, arriva la BMW, forse la vera sorpresa dei test prestagionali. Sykes si è detto entusiasta e lo ha mostrato con ottimi tempi nell’ultimo test in Australia. Il suo compagno di squadra Laverty sta prendendo confidenza con la nuova moto e si spera di vederlo in piena efficienza fisica, cosa che gli manca da diverso tempo.

immagine da worldsbk.com

Kawasaki e Rea sono ripartiti così come hanno finito il 2019, in testa. Rea addirittura ha dichiarato di non aver voluto scoprire troppo le carte, mostrando comunque delle simulazioni gara già da primo posto. Difficilmente si faranno soprendere come nel 2019 dal filotto di vittorie Ducati e per gli altri sarà una sfida davvero dura cercare di arginare un binomio così ben collaudato.

immagine da motorbox.com

Rea non vince a Phillip Island dal 2017. Sembra assurdo ma è così. Per gli avversari sarebbe importante cominciare con il piede giusto allungando il suo digiuno di vittorie nella gara inaugurale. Redding scalpita, anzi si considera il migliore pretendente alla vittoria, Bautista invece ha fatto capire che non sarà della partita alemno nelle prime gare. Razgatlioglu ha velocità ma non ancora l’abilità di sfidare Rea sulla distanza di gara per tutto l’arco del weekend. Sykes possibile sorpresa? Oppure Van der Mark, Haslam e il neo acquisto kawasaki Lowes saranno le sorprese del campionato. Occhio anche a Loris Baz che inaspettatamente ha chiuso al secondo posto negli ultimi test pre-stagionali.

Spazio ora alla tecnica e nello specifico analizziamo il circuito di Phillip Island dal punto di vista dei freni, grazie alle preziose informazioni ottenute in collaborazione con Brembo.

Disco per la WSBK di Brembo, che ringraziamo per la concessione

I 4.445 metri della pista si snodano su 12 curve, metà delle quali sono posizionate nella sezione che arriva a lambire le gelide acque dell’Oceano Pacifico con vista sullo stretto di Bass. La scelta, però, di correre a fine febbraio e inizio marzo, in piena estate, garantisce ai piloti temperature superiori a quelle che toccheranno in MotoGP, con punte negli anni di 30 e 31 gradi (temperatura dell’aria) e 45 gradi per la temperatura dell’asfalto, mai sotto i 29 gradi centigradi.

È in assoluto il circuito meno impegnativo per i freni: in una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 1, eguagliato solo dalla pista di Assen. I piloti fanno ricorso ai freni 7 volte ogni giro, numero che fa segnare anche il Donington Park Circuit, ma in Australia il tempo complessivo di frenata è di quasi 16 secondi al giro, a fronte degli oltre 28 secondi e mezzo della pista inglese. ​ Dall’inizio alla fine della gara i freni sono usati per poco meno di 6 minuti e ciò evita il rischio di surriscaldamenti indesiderati. Delle 7 frenate del Circuit Phillip Island Grand Prix nessuna è considerata altamente impegnativa, tranne la prima curva, nonostante il ricorso ai freni sia contenuto a soli 3 secondi. Le moto, tuttavia, vi arrivano dopo aver toccato una delle punte di velocità massima del Mondiale Superbike, ben 312 km/h. Per scendere a 191 km/h hanno bisogno di 200 metri.​

Ogni pilota può scegliere tra dischi Brembo da 338,5 mm di diametro e da 336 mm di diametro. Il diametro maggiore permette di esercitare una maggiore pressione, ma pesa di più. Per ciascuna di queste opzioni i piloti possono scegliere tra 4 diversi spessori che vanno da un minimo di 6,5 mm a 7,1 mm. Il carbonio, inoltre, è bandito in Superbike dal 1994 per il contenimento dei costi. Per questa ragione i dischi sono in acciaio, anche se il regolamento consente di utilizzare una percentuale di carbonio non superiore al 2,1 per cento del peso totale del disco. Sono vietate le leghe contenenti il berillio.

Disco per la WSBK di Brembo, che ringraziamo per la concessione

 

Tutto pronto, quindi, per il 28 Febbraio quando non ci si potrà più nascondere e per capire quanto sarà reale la minaccia al tiranno Johnny Rea.

*immagine in evidenza da logosolusa.com

Rocco Alessandro

2019 WSBK – ROUND DI SPAGNA

Dopo una lunghissima pausa di quattro settimane tornano le gare del mondiale superbike sulla pista di Jerez, per il round spagnolo del calendario 2019.

Si arriva dal primo serio stop per Ducati, sconfitta piuttosto nettamente ad Imola da una rediviva Kawasaki e soprattutto da Johnny Rea, capace di fare doppietta e tenere accese le speranze di mondiale.

Parziale attenuante per Bautista il fatto di non conoscere e non avere feeling con il tracciato imolese ma resta il dato di fatto di una sconfitta piuttosto bruciante proprio perché inizia a instillare il dubbio che da Imola in poi sarà molto più dura per la casa di Borgo Panigale.

immagine da livegp.it

Jerez è pista di casa per lo spagnolo ed è l’occasione ideale per riprendere le fila di un discorso che parlava di 11 vittorie su 11 fino al weekend imolese.

Si potrebbe dire lo stesso anche per Rea e la Kawasaki dato che proprio a Jerez le “verdone” hanno brillato nei test pre-stagionali, motivo in più per approcciare il weekend con la giusta attitudine positiva.

I due “scudieri” Davies e Haslam arrivano con differenti stati d’animo: il primo con la consapevolezza che il rendimento in sella alla V4 migliora costantemente, il secondo invece vede addensarsi il dubbio di non riuscire ad arrivare al livello prestativo del compagno di squadra. Anche per loro Jerez sarà il momento di conferme o smentite.

Gli “altri” restano alla finestra, sperando che qualcosa cada dalla tavola dei “ricchi” per poter rimpinguare un bottino che sarebbe altrimenti piuttosto magro.

BMW dovrebbe finalmente far debuttare il nuovo motore con qualche cavallo in più, che alla luce delle discrete prove offerte ad Imola, è un ottimo auspicio.

Yamaha si arricchisce con l’esordio del team Ten Kate e di Loris Baz che vorranno subito essere della partita. Difficile ma di sicuro saranno un motivo di interesse. Il team ufficiale e quello GRT continueranno la loro “lotta” interna e la conformazione del tracciato potrebbe aiutarli ad essere competitivi anche nei confronti di Kawasaki e Ducati.

immagine da gpone.it

Honda rimane l’oggetto misterioso di questo mondiale e fa parlare di se più per quello che sarà in divenire che per quello che può attualmente offrire in pista. Si parla addirittura di un interesse per Bautista per la prossima stagione, oltre ad uno per Zarco che sembra però già essere sfumato…

Sul fronte dei piloti reduci da infortuni troviamo Bridewell che sostituirà il convalescente Laverty e Takahashi al posto di Camier, ancora dolorante alla spalla.

Sarà di sicuro un round tiratissimo tra i due soli vincitori di questo 2019. Bautista vorrà, come ha dichiarato, “tornare alla normalità” mentre Rea cercherà di scardinare ancora di più il castello di certezze Ducati. Ne vedremo delle belle.

*immagine in evidenza da asphaltandrubber.com

Rocco Alessandro