FORMULA 1 GRAN PREMIO DE MÉXICO 2016

Il Circus fa ritorno a Città del Messico dopo la ripresa delle attività lo scorso anno su un circuito che, a seguito del lifting per tornare adatto alla F1, sarebbe quasi lo stato dell’Arte per gli standards attuali non fosse per il fatto che la gloriosa Peraltada è stata sostituita da un complex a bassa velocità che riconcilia con l’orchite fulminante (o una PMS di quelle pesanti per le Signore qui presenti). I bene informati mi dicono che “non sarebbe possibile ripristinarla nemmeno volendo perchè ormai là in mezzo c’è lo stadio del baseball”. Complimenti quindi ai chicani per aver seppellito una delle curve più belle al mondo in ossequio allo Sport nazionale di quelle belle personcine più a nord che han costruito un muro bello alto per impedirne l’ingresso, dato che li considerano degli scarti dell’umanità.

Esauriti i convenevoli pare che in Messico NR6 abbia il primo matchball di quest’anno. Gli serve una vittoria con LH44 fuori dai punti per chiudere la pratica. Pratica che io mi auguro invece  veda i due ad Abu Dhabi a parità di punti a prendersi a sportellate come se non esistesse un domani con Sua Santità e Totonno che finiscono in rianimazione all’unisono in mondovisione.

RBR cerca una difficile terza vittoria stagionale mentre mette al sicuro un più facile secondo posto nel WCC.

Ferrari prega che il lunghissimo rettilineo del via possa essere un balsamo per la 667 come lo fu quello di Baku.

Tutto il resto del gruppo volente o nolente fa la figura dei messicani nei confronti degli americani (ossia dei 3 top teams): quella degli straccioni che sognano un posto alla tavola che conta. Magari prostituendosi seppellendo a vita la Peraltada.

Not gonna happen, chicos. Buon GP a tutti