Chi ha detto che a Singapore bisogna per forza partire davanti?

INTRODUZIONE
Come in ogni sport che si rispetti, la tappa di F1 di Singapore ha sfoderato ogni possibile variabile conosciuta in questa splendida disciplina: pioggia, crash, tante Safety car  come la storia del circuito impone. Per qualcuno è andata bene, per altri molto meno. Qualcuno dovrà pagare solo delle cene, qualcuno ha virtualmente perso il mondiale nel modo peggiore, di sicuro tutti gli appassionati di motori hanno perso il piacere di un tirato testa a testa fino alla fine. 150 metri e la gara perde 3 dei primi 4 piloti e il WDC prende uno scossone probabilmente decisivo in un annata dove finalmente contavano i millesimi.

PROLOGO
Ma cominciamo dall’inizio. Fantastiche le qualifiche a Singapore 2017!
Un’altalena di prestazioni,  piloti e macchine, asfalti che si gommano, muretti sverniciati pur di disintegrare il record della pista (Rosberg, 2016). Finalmente una tracciato che racconta le gerarchie tra piloti. Non più algide doppiette di marca, con Vettel che regola Raikkonen e le due RB staccate di 30 millesimi, Hamilton sistema 8 decimi a un Bottas che avendo già firmato guida la macchina, ma si guarda dal correre; Hulk sistema Palmer, Sainz Kvyat;
I favoriti del venerdì vedono volare via sogni e certezze, spazzati dal vortice d’aria della SF70H di un Vettel da leggenda. 3 decimi avanti, tre secondi sotto il record della pista. MB che traballano, scodano e non ne vengono a capo, nel caldo di Singapore.
Le premesse per una signora gara ci sono tutte: Vettel, le due RedBull, Raikkonen a proteggere sulle due Merceds di rincorsa in terza fila.

LA GARA
Non bastasse una griglia di partenza così anomala, le luci di Singapore illuminano le gocce di pioggia che disegnano le reti per polli che adornano il circuito; fa pure “freddo” rispetto al resto del Weekend. Ma si parte. Con la pioggia. A Singapore. Senza Safety Car. Viva l’America.
I Team si dividono anche sulla scelta gomme, metà con le intermedie, gli altri con le full-wet.. non servono nuove variabili per aumentare una tensione già alle stelle.
Basteranno appena 150 metri per trasformare i vincitori in vinti. E viceversa.
150 metri che hanno tre protagonisti principali, più una serie di comparse e vittime incolpevoli.

Proviamo ad analizzarli in soggettiva:

Sebastian Vettel
Si spengono i semafori; Gina si muove bene, ma poi pattina leggermente; una partenza non eccelsa, ma più che dignitosa, lo tiene davanti a Verstappen di più di mezza macchina. Sebastian allarga la sua traiettoria per portarlo fuori corda prima della curva, il suo vantaggio aumenta e alla fine gli passa davanti mentre alla sua destra non succede niente di rilevante. Non passano tre decimi di secondo che il muso della sorella sfigata di Gina gli si pianta nella fiancata distruggendo mezzo impianto idraulico. I liquidi finiranno sulle ruote posteriori provocandogli un testacoda e il ritiro pochi metri più avanti. Fin qui non sappiamo altro.

Max Verstappen
Max, Figlio di Jos, Terrore di tutte le partenze, Predestinato di Bernie, Cataclisma del Mercato Piloti, Volante di Dio, oggi ha un solo obiettivo, passare l’unica cosa che gli si para davanti. E meno male che ci sono ancora dei piloti con la carogna. Ma neanche lui parte granché: le simulazioni delle RBR in FP3 raccontavano di una nuova sostanza (che in un futuro commerciale avrebbe sostituito l’Attack), secernere dalle gomme del predestinato. Niente, oggi si pattina con le intermedie come un Vettel qualunque; ma non si molla, perché siamo qui a dare battaglia e poi anche quell’altro ha fatto un po’ schifo, si sa mai…
Nello specchietto di sinistra ( “ma come, ero io quello a sinistra?!£$$%” ) a Max appare una sagoma rossa guidata da uno che invece pattina benissimo fin dall’infanzia fiordica. La sagoma esce in un attimo dallo specchio e si palesa, brillante con muso e gomme anteriori davanti alla monoposto dell’olandese. Max pensa subito di estrarre il classico medio alzato, tipico delle casalinghe motorizzate. Ma non c’è tempo perché quello è puntato verso il centro pista e tocca spostarsi; Ma dove? Il crucco mi si vuole fare a destra e io dove ca@@….. buuuum…
Ora come si possa, da una situazione di corsa angelica e inappuntabile come quella appena descritta, passare così repentinamente dalla parte del torto, dovrebbe essere oggetto di seminari avanzati di comunicazione.
Verstappen con tutta l’ingenuità e la sincerità dei suoi19 anni dirà che lui doveva solo vincere la gara e che è quello che si gioca il mondiale che deve stare attento a non rimetterci… e tenersi a distanza e che quindi col cavolo che è lui che doveva frenare. Parafrasando, tra le righe c’è un “ancora non avete capito con chi avete a che fare?”… Ma comunque ci tiene a rassicurarci che è molto felice che almeno si sono ritirati tutti. Tiè.
Ciò nonostante, non importandoci in questo articolo sostanzialmente nulla dei pensieri dell’olandese al volante, chi scrive si sente piuttosto sicuro che le responsabilità di Max siano veramente scarse, comunque la si guardi.

Kimi Raikkonen
#quintodiquattro parte male al Venerdì, si becca mezzo secondo dal compagno al Sabato.
Ma parte benissimo di Domenica. Si trova Max nettamente più lento; c’è spazio a sinistra, si passa. Ma quello continua a venire verso di lui, lo vuole portare a muro? E Kimi stringe,  davanti con mezza macchina e il vantaggio che aumenta, lui frenerà pure… (“cacchio che partenza mi viene fuori…”) Ma quello non frena, non fre…
Kimi stringe la traiettoria in modo così inspiegabilmente forte che le sue ruote posteriori prendono l’olandesino e lo proiettano come un razzo nord coreano sulla fiancata del presunto compagno di squadra.
Al pari di Max anche Kimi guida gara per gara e il gioco valeva la candela.  Se non fosse che in questo gioco, in ogni situazione ci sono sempre una prima e una seconda guida; in ogni mondiale, in ogni gara, in ogni momento specifico della gara. E quando butti fuori il compagno di squadra è sempre male. Quando butti fuori il Leader della corsa compagno di scuderia è peggio di male. Quando il Leader della corsa è tuo compagno di squadra e in piena lotta per il mondiale piloti perché a causa tua il costruttori è andato, allora forse è il momento di farsi delle domande.
Ma il Finlandese è una lingua sottile e piena di sfumature.
Al 23esimo giro KR7 sembra pronto a darci la sua versione dei fatti.
“Ho preso un colpo…non ho visto”

Daniel Ricciardo
Il mio potenziale migliore amico, DR33, dimostra ancora una volta la sua capacità di stare fuori da controversie che non ha generato lui in prima persona. E quando è lui a generarle la spunta quasi sempre. Le gomme lo tradiscono, il cambio fa schifo, il motore Renault in mappatura di gara è uno troiaio, ma lui arriva secondo. Un’altro podio.

Lewis Hamilton
Che dire. E’ già così forte che un Natale anticipato non gli serviva proprio. Prima la pioggia, le basse temperature, il crash dei concorrenti e il conseguente sorpasso alla prima curva su Ricciardo. Secondo me stasera va in bianco.

Solito mostro..

Lap 5
Al termine della prima delle 3 Safety Car ci troviamo questa simpatica situazione: Ham+3, Ric +1, Hulk +4, Per +8, Pal+6, Bot 0 ,Van +2, Ocon +6, poi Sainz ,Mag, Kvy, Alo

Lap 9
Alonso non va più. NO Power. Maddai.
Ricciardo recupera un secondo a giro su Hamilton che denuncia problema alle gomme.

Lap 11
Falso allarme, Hamilton sta una favola.
Kvyat a muro. Maddai.
Siamo ancora sotto Safety e tutti vanno sulle intermedie
Bottas ora è 3, Sainz 4
Massa usa vandorne da paracarro per linsegnargli quanto è dura la vita o solo perché il suo ferro da stiro motorizzato mercedes non curva sull’asciutto, figuriamoci se piove.

Lap 14
SC Hamilton dimostra di non odiare Seb in particolare, ma che quando è sotto SC fa il bullo anche con Riccio.
Tutti passano Ocon come atto voluttuario. Massa, Magnussen. Poi i due cominciano a fare a sportellate per divertirci come fossero a una gara di monster trucks nel fango.
Intanto il mini campionato sauber vede Ericsson davanti a Wehrlein

Lap 21
Hamilton migliora i tempi un po’ infastidito da uno strano sorriso involontario che gli si disegna in volto nonostante l’imbottitura del casco lo limiti leggermente.

Lap 25
Il primo cuore impavido è magnussen che mette le viola, ma la gomma slick è già fradicia prima di finire la pit lane!

Al Lap 26  si capisce, che la RB è ancora la macchina del venerdì..

Lap 29
Dopo Bottas, anche Ricciardo che lo precede di 16 secondi va sulle slick uscendo dietro Palmer ormai secondo prima del pit che lo riporterà settimo, ma LH44 ormai con le intermedie fa tempi simili alle US

Lap 30
LH, si protegge su Ricciardo… Ultra Soft
Pirelli aveva dato le slick possibili sull’1.52, ma i team se ne fregano e cambiano le gomme sull’1.59.

Lap 38
Safety Car per un Ericsson che si intraversa in rettilineo perdendo il retrotreno e quindi l’ennesima illusione di un Ricciardo vicino ad Hamilton, ma la sua RedBull sa bene che non è venerdì.

23 minuti al termine delle due ore
La SC se ne va e Ricciardo saggia l’overboost tipico delle ripartenze Mercedes, prendendo da Hamilton 4 secondi in un giro scarso, mentre Bottas ora sembra intenzionato a lavorare per il quarto d’ora mancante così da guadagnare un secondo posto piuttosto che tenersi un terzo completamente regalato..

10 minuti dalla fine (più recupero?)
Ci lascia il primo renault (Hulkemberg) mentre Hamilton, che ormai sente la fine del GP, comincia ad avere allucinazioni vedendo qualcosa di rosso sulla sua anteriore sinistra.

Last Lap
Passerella Hamilton.
meritatissima.

EPILOGO

Sainz fa una splendida gara e finisce ai piedi del podio, primo dei normali. Perez con 8 posizioni in due curve si assicura la quinta piazza davanti  all’incredibile trittico Palmer-Vandoorme-Stroll.

Ore 20.30
La FIA dice che si è trattato di un incidente. Maddai.

Ah, il mondiale piloti è quasi chiuso.