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MAX VINCE IL GP DI VERSTAPPENLAND. LA FERRARI GALLEGGIA.

4 (quattro) settimane di pausa sono lunghe. Se poi la ripartenza è un GP dal risultato scontato, su un circuito che è in pratica il salotto di casa di colui che ha ucciso il mondiale, passa la voglia di ricominciare.

In una moltitudine di bandiere rosse, fra prove libere e qualifica corsa sul bagnato, l’eroe nazionale conquista la pole position ridicolizzando gli avversari e, soprattutto, il suo compagno di squadra che è sempre più l’ombra di se stesso (non che prima brillasse particolarmente). Da segnalare il brutto infortunio occorso a Ricciardo, che lo costringerà a ad uno stop di diverse gare, dando l’opportunità a Lawson (Liam, non Eddie) di debuttare in Formula 1.

Le qualifiche hanno mostrato McLaren e Alonso in gran forma, e Ferrari in grande difficoltà, con Leclerc che la mette a muro in Q3 nel disperato tentativo di strappare un buon tempo (e ci stava riuscendo).

Si spengono i semafori e immediatamente inizia a piovere forte. Alla fine del primo giro si fermano Perez e Leclerc, ma per il ferrarista le gomme non sono pronte e perde oltre 10 secondi. Due dei primi tre, Verstappen e Alonso, si fermano solo alla fine del secondo giro, quanto basta per perdere la leadership della gara, a favore di Perez. Norris e Russel aspettano un altro giro, e sprofondano nelle ultime posizioni. 

Dopo il caos iniziale, al giro 6 Perez comanda con 11 secondi di vantaggio su Zhou e 12 su Verstappen. Al giro 7 Max supera il cinese e guadagna ben 4 secondi sul compagno di squadra.

Al giro 9 la pista è già asciutta, e alcuni piloti rimontano la gomma slick. Fra i primi vi sono Alonso e Sainz al giro 10, mentre al giro 11 si ferma Verstappen seguito da Leclerc, cui viene anche sostituita l’ala danneggiata al primo giro in un contatto con Piastri.

Perez viene ovviamente fermato dopo il compagno, e perde la prima posizione a favore di Max, con Alonso terzo.

Al giro 16 Latifi, pardon, Saergant va a sbattere ed esce la Safety Car. La gara riparte dopo 5 giri, e le due Red Bull si involano senza problemi.

La gara prosegue senza grandi emozioni (a parte le rimonte di Norris ed Hamilton a suon di sorpassi) fino al giro 42, quando inizia l’ultima tornata di pit-stop. Il primo a fermarsi è Sainz, seguito al giro successivo dal compagno di squadra, che, relegato nelle ultime posizioni causa danneggiamento al fondo, non riparte. Si ferma anche Norris, che era rimontato fino all’ottava posizione, ma era rimasto inchiodato dietro Tsunoda. 

Al giro 46 è il turno di Perez e Hamilton. Il pit-stop ritardato fa perdere a Gasly la quarta posizione, a favore di Sainz. Al giro 49 si ferma Alonso, che è però vittima di un pit-stop molto lento, e Carlos sale così in terza posizione. Al giro 50 è il turno di Verstappen che chiude l’ultima serie di soste.

Al giro 52 Nando si riprende imperiosamente la posizione sul podio. La differenza di velocità fra Ferrari e Aston Martin è a dir poco imbarazzante. E poco dopo anche Gasly si riprende la quarta posizione, facendo ritornare lo spagnolo della Ferrari in quinta.

Come previsto, al giro 61 ritorna la pioggia. Ancor prima che diventi battente, si fermano ai box Perez, Sainz e Gasly. Per il messicano, lo stop è molto lento, perchè i meccanici non sono pronti. Al giro successivo di fermano Verstappen e Alonso. L’ordine dei primi non è cambiato, ma piove veramente molto forte e Perez va lungo in curva 1, perdendo la prima posizione. 

Verstappen si ferma per mettere la full wet, e contemporaneamente viene attivata la virtual safety car, perchè Zhou ha messo la macchina a muro. Si ferma anche Perez ma immediatamente viene esposta la bandiera rossa, perchè la pista è diventata impraticabile e l’uscita del cinese della Sauber ha danneggiato le barriere.

La gara viene fatta ripartire per percorrere gli ultimi 7 giri, di cui i primi due dietro Safety Car. Le posizioni però non cambiano a parte la terza, che va a Gasly grazie ad una penalità comminata a Perez per eccesso di velocità al box. 

Finisce così con Verstappen vincitore in casa per la terza volta consecutiva, e in stagione per la nona, eguagliando così Sebastian Vettel. Al secondo posto un immenso Fernando Alonso, autore anche del giro più veloce, oltre che di un sorpasso incredibile al primo giro. Terzo Gasly un altrettanto bravo Gasly, rimontato dalla dodicesima posizione. Seguono Perez, Sainz, Hamilton, Norris, Albon. autore di un ottimo week-end, Piastri e Ocon.

Prossima fermata: Monza, fra solo una settimana. Risultato: scontato.

P.S. Leclerc sabato ha detto che la SF-23 passa improvvisamente dal sottosterzo al sovrasterzo. Per avere un bilanciamento accettabile hanno dovuto montare un’ala da medio carico, quando, su un circuito come quello olandese, ci vorrebbe un’ala da alto carico. E venerdì Cardile aveva affermato che la vettura ha un problema di fondo che non si può risolvere, e che tutto il lavoro in galleria è concentrato sul 2024. Da qui a fine anno ci si dovrà, quindi, accontentare. Come, del resto, è accaduto quasi ogni stagione a partire dal 2009.

P.S. 2 il povero Elio De Angelis nel 1980 definì quello di Imola un kartodromo, per via della sede stradale stretta e dei limitati spazi di fuga. Chissà cosa avrebbe detto dello Zandvoort del 21° secolo, lui che su quello del secolo scorso ci aveva corso.

P.S. 3 Alonso, oltre che avere fatto una magnifica gara, ha stabilito il record di maggiore distanza fra il primo e l’ultimo podio. 20 anni e 5 mesi. Fra tutte le occasioni perse dalla Ferrari negli ultimi 15 anni, lui è quella più grossa. Fosse rimasto, con un’altra mentalità nella dirigenza, e un team principal come si deve, sicuramente non avremmo visto 7 anni di dominio incontrastato Mercedes.

VERSTAPPEN CONTINUA A DOMINARE A SPA, AGLI ALTRI LE BRICIOLE

In uno dei pochi momenti di originalità, il telecronista della Formula 1 (nonchè nazionale di sci, meteorologo mancato, ecc.) ha definito quello di Spa “il week-end delle tre stagioni”. Mai definizione fu più azzeccata. A partire dal venerdì si è visto di tutto: sole, pioggia, nebbia freddo, caldo.

E si è pure rivista la sprint, corsa su soli 11 giri, con 4 di formazione su full-wet, il resto su intermedie e ben 2 safety car. Tutto molto bello, ma il risultato non è cambiato, Verstappen vince. E il venerdì aveva pure fatto la pole, senonchè la domenica al palo parte Leclerc, perchè l’olandese si è beccato 5 posizioni di penalità per sostituzione del cambio.

Allo spegnimento dei semafori, la pista é asciutta, ma grossi nuvoloni incombono sul circuito. Dura tre curve a leadership di Leclerc, che viene sverniciato subito da Perez. Dietro, Sainz sbaglia la frenata e per non tamponare Hamilton stringe e manda contro il muro Piastri, costretto poi al ritiro, mentre lo spagnolo rimedia un buco nella pancia che lo costringerà a sua volta al ritiro.

Max ne ha approfittato per portarsi in quarta posizione dietro ad Hamilton, che svernicerà al giro 6. Stessa sorte per Leclerc 3 giri dopo.

Al giro 11 Hamilton é il primo dei primi a fermarsi. Al giro successivo si fermano anche Perez e Leclerc. Verstappen non é contento della situazione che avvantaggia gli avversari, e si ferma al giro dopo mantenendo la seconda posizione.  Ma su di lui l’undercut non funziona, e il distacco dal compagno, che prima del pit-stop era di 3 secondi, dopo la fermata è sceso ad un secondo, e gli ci vuole solo un giro per tornare al posto che gli spetta di diritto, quello del leader incontrastato.

Al giro 18 arriva una pioggia leggera e, nonostante un grosso rischio corso all’eau rouge, Max distanzia ulteriormente Perez e Leclerc.

Al giro 28 Hamilton effettua sua seconda sosta per montare la gomma a mescola più morbida. Questo costringe Leclerc a fermarsi per mantenere la terza posizione, poco davanti a Lewis. Anche Perez si deve fermare per evitare l’undercut. Che non deve invece temere Max che al momento ha quasi 10 sec. di vantaggio. Ma di ferma comunque, a scanso di equivoci. E, per non sapere né leggere né scrivere, piazza subito il giro veloce.

La lotta per le prime posizioni finisce qui. Al penultimo giro Hamilton, ormai sicuro del quarto posto, si ferma per montare gomme nuove e strappare il giro più veloce a Max, che, c’è da giurarlo, non era stato avvisato per evitare ulteriori discussioni con il suo ingegnere di pista.

L’ultima gara prima delle 4 settimane di pausa finisce con Verstappen che coglie la sua ottava vittoria consecutiva, e la decima in stagione, mentre per la Red Bull il conto è già di 12 consecutive. Al secondo posto Perez, e, a completare il podio, Leclerc. Seguono Hamilton, Alonso, che ha chiuso degnamente il week-end del suo 42° compleanno. A punti vanno anche Russell, Norris, Ocon, Stroll e Tsunoda.

Come detto, ora c’è una pausa di 4 settimane, poi la stagione si riaprirà in casa di Verstappen, a Zandvoort, dove Max otterrà la sua nona vittoria consecutiva, eguagliando così quanto fece Vettel esattamente 10 anni fa. L’unica cosa interessante di questa stagione sarà vedere se riuscirà a vincerle tutte fino alla fine.

Buone ferie a tutti.

P.S. Se pensiamo a dove fosse il motore Honda 3 anni fa, c’é sa chiedersi come sia stato possibile che i giapponesi abbiano effettuato un recupero così clamoroso laddove altri (Ferrari e Renault) non erano riusciti nonostante fossero partiti due anni prima. Meglio, però, non farsi troppe domande.

P.S. 2 Mai si é vista in F1 una superiorità come quella espressa da Verstappen rispetto a tutti gli altri, affiancata ad una totale assenza di errori e di guasti meccanici. Per quanto ancora sarà sopportabile, per il business della Formula 1, una cosa del genere? 

P.S. 3, come i podi ottenuti dalla Ferrari nella prima parte della stagione. interessante il fatto che siano tutti arrivati in weekend sprint. Probabilmente a Maranello sono molto bravi a prepararsi a casa, ma poi non progrediscono durante il week-end perchè la macchina non lo permette. E, quando gli altri non hanno tempo di affinare il setup, se la possono giocare, altrimenti no. Vedremo se nei prossimi 3 week-end con la sprint questa tendenza sarà confermata. C’è da scommettere che alla fine della stagione il bilancio non sarà molto migliore di 6 podi, consegnando agli albi d’oro un’altra stagione deludente.

NOIA VERSTAPPEN, IMBARAZZO FERRARI ALL’HUNGARORING

“Un bel tacer non fu mai scritto”, scriveva il Sommo Poeta. “Zitti zitti, il silenzio è d’oro”, cantavano gli Aeroplanitaliani (chi?) a Sanremo, nel lontano 1992. Anno in cui la Ferrari se la passava male, con la F92A, ottima in teoria, pessima in pratica, e due piloti che non avrebbero lasciato un segno negli albi d’oro.

Ci sono molte similitudini con la situazione attuale, salvo che all’epoca si stava, appunto, zitti. Non si sentivano tanti proclami, prima dei Gran Premi, mentre oggi il prode TP francese ha il coraggio di fare affermazioni del tipo “ci aspettiamo di lottare per vincere”, con la prima guida che gli va dietro nei proclami. Salvo poi trovarsi di fronte alla triste realtà.

Che è emersa fin dal sabato, con la Mercedes di Hamilton in pole position, Verstappen a pochi millesimi e le due redivive McLaren ancora una volta davanti, a monopolizzare la seconda fila. Il povero Leclerc si accontenta della sesta piazza, fra le due Alfa (!) mentre Sainz non riesce nemmeno a qualificarsi per il Q3, e si ritrova dietro tre macchine col motore Ferrari clienti su quattro.

Ma la gara è un’altra cosa. Hamilton parte maluccio, e si pianta in curva 1, lasciando passare Max e Norris, ma soprattutto Piastri che, tenendosi all’interno si porta in seconda posizione.

Chi parte malissimo è Zhou, che vanifica uno splendido quinto posto dimenticandosi  aspettando un verde che in Formula 1 non si vede più da molti anni e, nella foga di recuperare, tamponando il rientrante Ricciardo che a sua volta fa fuori le due Alpine. Sainz, autore di una partenza clamorosa, recupera 5 posizioni e si incolla agli scarichi del compagno.

Dopo 10 giri i primi sono ancora piuttosto vicini fra loro, e l’unico sorpasso degno di nota é di Perez che si porta un settima posizione ai danni di Alonso.

Poi la migliore gestione gomme della RB19 si fa sentire, e, mentre gli altri rallentano, Verstappen porta a 6 secondi il vantaggio su Piastri, e Perez si porta in sesta posizione.

Al giro 17 si ferma Hamilton per montare la mescola più dura. Questo costringe anche Norris ad effettuare la sua fermata, imitato da Leclerc, vittima di un pit stop lunghissimo. Al giro successivo si ferma Piastri, che esce però dietro al compagno di squadra.

Hamilton si ritrova improvvisamente a 9 secondi dalle McLaren, senza capire perché. Al giro 23, Verstappen effettua la sua sosta e torna in pista con 5 secondi di vantaggio su Norris. Che diventano 12 a metà gara. Le Red Bull sulle gomme dure hanno un passo inarrivabile, e Perez vede il podio, mettendo nel mirino Hamilton. Che é un osso duro, e il messicano preferisce fermarsi per montare gomma a mescola media anzichè tentare l’attacco. Si ferma anche Piastri, che impiega un secondo intero in più, e si ritrova la seconda guida Red Bull alle calcagna. E, al giro 48, deve soccombere, seppure eroicamente, allo strapotere dell’auto austriaca.

Nel frattempo, Leclerc, che era ripassato davanti a Sainz, si becca 5 secondi di penalità per eccesso di velocità in pit-lane. Al giro 50 si ferma Hamilton per la sua ultima sosta, e, alla tornata successiva é il turno di Verstappen.

Con gomme nuove, Lewis recupera la quarta posizione ai danni di Piastri, che sembra essere costretto a risparmiare carburante. Anche il suo compagno Norris vede la seconda posizione minacciata da Perez, ma il messicano non riesce ad avvicinarsi a meno di 3 secondi.

Negli ultimi giri Russell, rimontato dalla diciottesima posizione, guadagna la sesta posizione ai danni dei due ferraristi.

La gara si chiude così con Verstappen che taglia il traguardo con quasi mezza pista di vantaggio su Norris e Perez. Quarto Hamilton, che ha rovinato tutto in partenza, quinto un comunque ottimo Piastri, sesto Russell, poi le due Ferrari di Sainz e Leclerc, e le due Aston Martin di Alonso e Stroll, ancora una volta molto lontane dalle prestazioni di inizio anno, e sarebbe interessante saper e perchè.

Appuntamento in quel di Spa fra una sola settimana. 

P.S. a proposito dello stare zitti di cui si parlava all’inizio, stiamo  certi che sentiremo dire che il passo della Ferrari nell’ultimo stint era buono. Ci ha giá provato Gené in telecronaca per rispondere ad un Vanzini insolitamente duro con la squadra che gli paga lo stipendio. Aspettiamo Vasseur. 

P.S 2 la possibilità che la RB vinca il 100% delle gare sta diventando una certezza…

P.S. 3 …e iniziano a circolare voci di tre team non conformi con il regolamento finanziario. Sembra siano quelli che hanno progetti collaterali. Uno è ovviamente proprio la Red Bull, che sosterrà che è tutto a posto, come lo scorso anno, quando si è beccata una sanzione ridicola. Sono curioso di vedere come la metteranno se, anche quest’anno, la FIA non sarà totalmente d’accordo.

P.S. 4 Perchè Andrea Stella lavora a Woking?

VERSTAPPEN CONTINUA A VINCERE A SILVERSTONE. LA MCLAREN RINASCE, LA FERRARI RITORNA MEDIOCRE.

“La nostra stagione inizierà a Silverstone”. Questo aveva detto l’ex-ferrarista Andrea Stella, che, come altri illustri colleghi, è andato a cercare fortuna altrove. E, a differenza dei proclami franco-maranellesi, questo si è rivelato corretto.

E così, in una qualifica disputata fra umido e asciutto, dietro Verstappen ci sono le due McLaren di Norris e Piastri, davanti alle due rosse. 

Al momento della partenza, nuvole scure incombono sopra il circuito. Allo spegnimento dei semafori, Versappen pattina e Norris parte a fionda e si insedia in prima posizione nel tripudio del pubblico inglese. per pochissimo Max non perde anche la seconda posizione a favore di Piastri.

Al giro 5, come ampiamente prevedibile, l’olandese si riprende la prima posizione e sembra potersene andare indisturbato. Dietro ai primi tre, già ben distanziati, ci sono Leclerc, Russell e Sainz, vicinissimi fra loro.

Al giro 17, le posizioni restano le stesse, e i distacchi non aumentano. I primi 3 sono racchiusi in 5 secondi, Leclerc e Russell seguono ad altri 5 sec.

Ed é proprio Charles a fermarsi per primo al giro 19 per montare le gomme a mescola più dura. Sembra una sosta alquanto anticipata, e, infatti, al giro 26 i primi non si sono ancora fermati e continuano a girare ad un ottimo ritmo, mentre Charles é nel traffico.

E proprio al giro26 si ferma Sainz. Al giro 29 é il turno di Russell, seguito da Piastri. L’inglese esce dietro a Leclerc, ma in 2 giri lo prende e lo passa in tromba.

Al giro 33, Magnussen si ferma con il motore in fiamme. Viene attivata la VSC, e ne approfittano Piastri e Leclerc per fare un pit stop. Viene poi mandata in pista la Safety Car e ai box ci vanno Verstappen, Norris ed Hamilton, con quest’ultimo che si ritrova in terza posizione davanti a Piastri.

Max e Lewis hanno montato la mescola più morbida, mentre le due McLaren la più dura. E questa differenza di mescola rende la ripartenza problematica per Norris, che deve difendersi dagli attacchi di Hamilton. I due ingaggiano un bel duello, ma quando le gomme di Lando vanno in temperatura, il suo connazionale deve desistere.

Al giro 44 Sainz perde 3 posizioni nel giro di poche curve. Perez lo passa, lo spagnolo va largo e perde il ritmo, e lo infilano anche Albon e Leclerc. Questa é l’ultima emozione di una gara a tratti molto noiosa.

Verstappen vince con pochi secondi su un raggiante Norris, e un soddisfatto Hamilton. Poi il bravissimo Piastri, Russell e Perez, che ha dormito per tutto il week end e si è svegliato solo negli ultimi giri.

Settimo Alonso, la cui Aston Martin sembra essere tornata nella mediocrità, ottavo un ottimo Albon, poi le due Ferrari di Leclerc e Sainz.

Ferrari che non ha confermato i miglioramenti visti in Austria, ed è ritornata ad essere anch’essa una macchina mediocre, se possibile pure peggio di quella che abbiamo visto ad inizio stagione.

Fra due settimane si va in Ungheria, su un circuito completamente diverso da Silverstone. Secondo il già citato Andrea Stella, il circuito influisce molto sulle prestazioni, e, probabilmente, non è così solo per la McLaren. Almeno avremo la curiosità di sapere chi sarà, questa volta, alle spalle dell’imbattibile Max.

P.S. all’inizio dell’articolo ho menzionato Andrea Stella, attuale team principal della McLaren, e fautore della rivoluzione organizzativa che ha contribuito ai risultati di oggi. Mi chiedo se, dopo la cacciata di Binotto, sia stato contattato anche lui per un ritorno a Maranello. Se è successo, è evidente che l’ingegnere italiano ne avesse avuto abbastanza dell’ambiente di Maranello, e questo la dice lunga sui motivi per i quali ogni anno a Maranello si rimanda l’appuntamento con il mondiale.

P.S 2
Sono curioso di leggere cosa scriveranno i vari siti e giornali che prima di ogni gara ci raccontano meraviglie degli aggiornamenti portati dalla Ferrari.

P.S 3
Da anni non si vedevano tante squadre diverse alternarsi sul podio. Ma solo sul secondo e terzo gradino, perchè il primo è e sarà costantemente occupato da Max. Se fra poche gare, quando il mondiale sarà andato in archivio, la Formula 1 emettesse una bella TD come quelle che abbiamo visto nello scorso decennio (rigorosamente a sfavore della Ferrari), potremmo sicuramente divertirci molto.

 

 

VERSTAPPEN ANNICHILISCE GLI AVVERSARI IN AUSTRIA. SI RIVEDE LA FERRARI.

Nel gran premio di casa della Red Bull cosa ci si può aspettare di diverso da un Verstappen dominante? Ovviamente nulla, e, infatti, l’olandese la piazza in pole al venerdì, seppur di poco davanti alla Ferrari di Leclerc improvvisamente rinvigorita da una ala anteriore “che la fa volare” (cit.).
Il week-end prevede gara sprint e relativo shoot-out, e questa volta Leclerc non vola, a causa delle condizioni umidicce alle quali non riesce ad adattarsi. E il dominio di Verstappen prosegue, al ritmo di 1 secondo al giro rifilato a tutti, compreso il compagno di squadra Perez sistemato fra curva 3 e 4 dopo aver mandato nell’erba il caposquadra.

La partenza non riserva troppe emozioni, e dopo solo un giro la gara è già neutralizzata a causa dei soliti detriti seminati in curva 1 conseguenti alle battaglie nelle retrovie. 

Si riparte al giro 4, e Verstappen scava subito un solco fra sè e le due Ferrari, con Leclerc davanti a Sainz che si attacca agli scarichi del compagno, facendo notare al proprio box di essere più veloce. A buon intenditor, poche parole, ma a Charles viene comunicato di stare tranquillo perchè non ci sarà battaglia.

Al giro 15 il motore della Haas di Hulkenberg esala l’ultimo respiro, e viene attivata la Virtual Safety car. Questo avviene quando i primi tre sono già transitati davanti all’entrata dei box, e non riescono ad approfittarne subito per un pit-stop a metà prezzo.  I due ferraristi lo fanno al giro successivo, con un doppio pit-stop lento. Leclerc riesce a mantenere la seconda posizione, mentre Sainz sprofonda in sesta e si lamenta con il proprio box per il trattamento ricevuto.

Lo spagnolo inizia a rimontare a suon di giri veloci, e in soli 3 giri si riporta in terza posizione, sverniciando nell’ordine Norris, Hamilton e Perez.

Al giro 21, viene data bandiera bianco-nera ad Hulkenberg, che è fuori gara da diverso tempo.

In questa fase della gara, Leclerc è più veloce di Verstappen, che, infatti, si ferma al giro 25 per montare la gomma più dura e provare ad andare fino in fondo. Leclerc si ritrova così al comando, e l’olandese esce in terza posizione subito dietro a Sainz, ma gli basta un giro per passare lo spagnolo. Che poi si becca pure 5 secondi per avere superato per più di tre volte i limiti della pista.

Al giro 35 Verstappen passa senza alcuna fatica Leclerc e si riporta al comando. Il ferrarista sembra non opporre alcuna resistenza, d’altra parte sa che non può in alcun modo tenere il ritmo, ed è inutile tentare di resistere. E, infatti, dopo il sorpasso tira i remi in barca, vittima di un degrado maggiore di quello preventivato. 

Al giro 47 viene fatto fermare Sainz, e a quello successivo è il turno di Leclerc. I ferraristi si trovano terzo e quarto dietro Verstappen e Perez. Per entrambi è prevista un’ulteriore sosta, che l’olandese compie al giro 50, e il messicano a quello successivo.

La seconda guida Red Bull si ritrova in quinta posizione a pochi secondi da Norris e Sainz, sui quali inizia velocemente a recuperare. Al giro 56 passa agevolmente l’inglese, mentre lo spagnolo gli rende la vita difficilissima e gli  servono 3 giri per guadagnare la terza posizione. Quando ci riesce, ne mancano solo 10 alla fine, e Leclerc è già troppo lontano. 

La gara sembra finita così, con Verstappen comodamente primo, ma all’olandese manca qualcosa. Il giro più veloce è infatti in mano al compagno di squadra, e la cosa non va bene. La squadra accetta di farlo fermare ai box per montare la gomma da qualifica, correndo un rischio sproporzionato rispetto al misero punticino che potrebbe guadagnare. Quando torna in pista, Leclerc è solo a 3 secondi, Max ha il tempo di preparare il giro veloce come se fosse in Q3, perdendo un altro secondo, e poi, ovviamente, piazza la tornata record proprio all’ultimo giro.

Un esempio di arroganza sportiva senza precedenti, per suggellare la 42a vittoria con la quale supera Ayrton Senna nella classifica di tutti i tempi. Al secondo posto un ritrovato Leclerc con l’altrettanto ritrovata Ferrari.  Terzo Perez, che ha raddrizzato una pessima qualifica, mentre Sainz, quarto, può recriminare per la penalità che gli ha fatto perdere il podio. Quinto un ottimo Norris, sesto Alonso, sempre in ombra per tutto il fine settimana, così come le Mercedes di Hamilton e Russell, tornate ad essere una “bad car”, per usare le parole di Toto Wolff. Chiudono la zona punti Gasly e Stroll.

Fra solo una settimana il circus sarà a Silverstone, dove Verstappen potrà continuare il suo dominio e, possibilmente, la Ferrari confermerà di essere ritornata la seconda forza, per farci sperare in una seconda parte del mondiale un po’ più divertente.

P.S. la gestione dei track limits è ridicola. Non dico altro, perchè non è, purtroppo, la cosa peggiore fatta dagli uomini FIA in questo week-end.

P.S. 2 senza Verstappen, il mondiale sarebbe combattutissimo, essendo difficile capire chi è la seconda forza. Prima abbiamo avuto l’Aston Martin, poi si è rivista la Mercedes, e, ora, sembra la Ferrari quella più in forma. E Perez sarebbe in lotta con loro, essendo chiaramente molto inferiore a Max. Ma, purtroppo per lo spettacolo, c’è Max e, forse, stiamo vivendo il dominio più importante della storia della Formula 1. A fine anno faremo i conti, ma la strada è quella.

P.S. 3 chi prevedeva che su un circuito diverso da quello canadese la Ferrari sarebbe tornata a soffrire (anche il sottoscritto) pare abbia sbagliato di grosso. O, forse, si riferiva alla Mercedes.