BACK IN ACTION – SUPERBIKE TEST DI CATALUNYA- LIVE

FINE TEST. Rea si conferma il migliore ancora una volta, oltre a Scott Redding ottima impressione per Garrett Gerloff e Jonas Folger. Entrambi hanno tirato al limite la Yamaha e la BMW segno che le moto sono pronte alla guerra contro Ducati e Kawasaki. Malissimo le Honda (Bautista non parliamone proprio) ad oltre 1 secondo dalla vetta, e Michael Van Der Mark (13°) su BMW che si prende 1 secondo da Sykes ().

E gli 🇮🇹⁉️ Ci si aspettava qualcosina in più. Michael Rinaldi è il più veloce è chiude in 5^ posizione ad oltre 3 decimi da Redding ma la sensazione è che non ne abbia per star dietro al Campione Britannico. Il Campione Supersport 2020 Locatelli invece chiude 8° in sella all’altra Yamaha ufficiale. Vince il confronto con Razgatioglu ma il turno ha l’attenuante di non aver praticamente corso questa giornata di test causa influenza. 12° invece Axel Bassani. Ultimo invece Cavalieri.

 

Ultimi dieci minuti di fuoco. Gerloff piazza un 1:40.497. Rea risponde in 1:40.264É guerra tra il Nordirlandese ed il Texano. Alla fine anche Redding con 1:40.443 si inserisce nella Top3. Scendono sotto al 1:41 anche un ottimo Jonas Folger in 1:40.699 e Michael Rinaldi in 1:40.756. 

17:30 Dopo la pausa “pranzo” il ritorno in pista è stato molto blando per tutti. Negli ultimi 30 minuti fuoco alle polveri. Jonathan Rea abbassa il crono e si porta al comando: 1.40.519, subito dopo 3° tempo per Michael Rinaldi in 1.40.877, tre decimi più lento di Rea. Poi è la volta del texano Gerloff che ferma il cronometro in 1.40.689 e si porta in 2^ posizione. Test finiti anzitempo per Bautista (problemi alla spalla) e Razgatioglu.

13:15 A metà giornata soltanto due i Piloti scesi sotto al 1:41. Sono Jonathan Rea e Garrett Gerloff. Se per il nordirlandese non c’erano dubbi, il texano è una bellissima sorpresa; chiaro segno che la scuola 🇺🇲 è ancora molto valida.

Ottimo il crono di Locatelli 🇮🇹 che bassa il tempo di 7 decimi e sembra in gran controllo della sua R1. Interessante sarà il confronto, in pista, con l’altro italiano in sella alla V4R del Team Aruba Michael Rinaldi, attardato di un solo centesimo rispetto a Locatelli.

Ancora in ritardo invece Alvaro Bautista e la sua CBR1000. Da segnalare anche l’ottima impressione di Jonas Folger. L’ex tester Yamaha sarà interessante da valutare.

DAY2 ORE 13:00 I tempi 👆

FINE DAY1 : Il 6 volte Campione del Mondo SBK, Jonnhy Rea, mette le cose in chiaro sin da subito, finendo in test davanti a tutti. Ottime impressioni anche per quella vecchia volpe di Leon Haslam che chiude 2°. Miglior Pilota Yamaha è il texano Gerloff che chiude 3° davanti a Redding. Questi 4 gli unici a scendere sotto il muro del 1:41

In ombra Alvaro Bautista (1 secondo da Haslam) e Tito Rabat (2 secondi da Redding). Entrambi gli ex MotoGP sembrano non brillare particolarmente.

Allucinante quello che è accaduto a Laverty. Il Pilota e la moto erano regolarmente ai box però mancava qualcun’altro. Aspettiamo comunicazioni ufficiali in merito.

Soltanto 4 i Piloti che, dopo il time Attack, scendono sotto al muro del 1:41. 👆

https://twitter.com/AngyFra89/status/1377287964921888769?s=19

ULTIMA ORA DI TEST👇

17.00 Prima Jonnhy Rea, poi Gerloff abbassano il tempo di Scott Redding. Adesso i tre Piloti sono appaiati in meno di un centesimo di secondo.

16:30 Il tempo di Scott Redding sembra inavvicinabile. Mancano 90 minuti alla fine di questo Day1, ecco la classifica aggiornata.👆

Scott Redding in azione al Montmeló. Immagine tratta dal profilo Twitter del Catalunya Circuit.

14.30 Le moto sono tutte ferme ai box, al comando della giornata c’è Scott Redding👆

TEMPI ALLE 12.30👆

11.00 Tutti e 5 i costruttori sono nei primi 5 posti della Classifica. Comanda Redding davanti alla Yamaha R1 di Gerloff e la Honda Fireblade di Haslam. Chiudono la top5 la BMWM 1000RR di Folger e la Ninja di Rea.

TEMPI ALLE ORE 11.00👆 Scott Redding in testa.

https://twitter.com/Circuitcat_eng/status/1377170781558337541?s=19

Yamaha già in pista.

Immagine Catalunya Circuit

AGGIORNAMENTI LIVE TEST SBK👆

È il gran giorno dei Test della Superbike, prima dell’inizio del Campionato del Mondo di velocitá delle motociclette derivate dalla produzione di serie. Oggi e domani si terranno due giorni di test importantissimi, in quanto gli ultimi, disputati a Jerez, erano stati cancellati a causa del maltempo e da lì le squadre non si erano più ritrovate a confrontarsi direttamente in pista. Il Mondiale avrà inizio a fine maggio da Aragon.

Vediamo la entry list 2021 del Mondiale SBK👇

Ecco le livree dei Team Ufficiali ed alcuni team clienti che prenderanno parte al Mondiale👇

Kawasaki Racing Team World SBK – Il Team Campione del Mondo con Jonathan Rea e Alex Lowes. Chiamati a difendere, Pilota e Moto, il Titolo Mondiale 2020.
Il Team Aruba.it Racing Ducati con Michael Rinaldi (Miglior Indipendente 2020) e Scott Redding (Campione BSB 2019)
Pata Yamaha WorldSBK Team con Andrea Locatelli (Campione Mondo Supersport 2020) e Toprak Razgatioglu.
La nuova BMW M 1000 RR del Team Motorrad WorldSBK, con Tom Sykes e Michael Van der Mark
Il team GRT Yamaha WorldSBK Team con Garrett Gerloff e Kohta Nozane
Il Barni Racing Team con Tito Rabat
Il Team GoEleven con Chaz Davies
La CBR1000RR-R del Team Midori Moriwaki che sarà condotta da Leandro Mercado

“QUEL GIORNO CHE…” TROY BAYLISS – EROE DEI DUE MONDI – VALENCIA 2006

Era sempre rossa, era una Ducati ma aveva il numero al contrario. Aveva molti più cavalli di quella normalmente utilizzata da lui. Era nata dalle sue mani e da quelle di Vittoriano Guareschi nel lontano 2002 ma lui se n’è sentito sempre il papà di quella moto.

Aveva dominato il Campionato Mondiale SBK del 2006, dopo anni di assenza ed aveva regolato tutti gli avversari.

Il 20 ottobre le agenzie di stampa battono il comunicato ufficiale: “Troy Bayliss sostituirà l’infortunato Sete Gibernau nell’ultimo GP di Valencia”.

Il Campione del Mondo della SBK venne catapultato nel giro di una settimana a competere nuovamente con dei prototipi. Alcune settimane prima aveva vinto, in sella alla Ducati 999 F06, l’ultima manche SBK sul circuito di Magny Cours.

Passare dalla 999 alla Desmosedici GP6 non è una passeggiata ma Troy Bayliss risponde alla grande. Chiude le FP1 in 8^ posizione col tempo di 1:33.699 a poco più di 2 decimi dal compagno di team Capirossi, le FP2 in 10^ col tempo di  1:33.433 e le FP3 in 6^ col tempo di 1:32.557 a soli 7 decimi Campione del Mondo MotoGP in carica, Valentino Rossi.

Tutti nel paddock avevano capito che sarebbe stata una qualifica “diversa” ed infatti poco dopo Troy stupì Team, paddock ed appassionati 👇

Ditemi una gara in cui i Campioni in Carica dei Mondiali velocità partono appaiati dalla prima fila. Valencia 2006 entrò nella storia anche per quello.

Ma Troy non era sazio. Troy voleva di più, voleva dimostrare al Mondo che “quelli” della SBK non avevano nulla in meno alla MotoGP. Ancora si respirava una intensa rivalità tra i due Mondi.

In gara partì a bomba, chiuse il primo giro (partenza da fermo) in 1:38.865 dando 8 decimi a Daniel Pedrosa ed addirittura più di 1 secondo a Valentino Rossi nel solo primo giro. Martelló tutti i 30 giri sul 33″alto con eccezione dei giri 20, 25 e 27 (34″ basso) mantenendo sempre un distacco di almeno mezzo secondo su Loris Capirossi che gli stava incollato da 22 giri. Ma Valencia è una pista particolare in cui è difficilissimo sorpassare e se in testa mantieni mezzo secondo è quasi impossibile prenderti, diventa stremante per chi ti insegue.

Quel giorno Troy Bayliss vinse una gara strabiliante condotta dal primo all’ultimo giro, vincendo in MotoGP da Campione del Mondo SBK. Il resto è storia.

Buon Compleanno Troy, il Blog del Ring vuole omaggiarti così.

 

WELCOME TO THE JUNGLE – MOTO3 QATAR POSTGP

É stata la solita gara di Moto3. Una giungla con tanti cuccioli scatenati. L’immagine di copertina è iconica, quella era una delle tante staccate del circuito di Losail. 

Nel deserto del Qatar vince, di forza e di esperienza, Jaume Masia. Il pilota di Ajo riesce a battere la concorrenza di tutti gli altri grazie ad una tattica di gara perfetta. Nulla ha potuto il poleman Darryn Binder giunto 3°. Un Binder che spesso ha fatto parlare di sé per la sua “irruenza” in pista ma che sembra aver raggiunto una maturità non indifferente sia nella gestione della gara che nel giro secco.

In gara il rookie Artigas si ricorda di quanto fatto da Jorge Lorenzo in Catalunya 2019 e lo imita👇mettendo KO due sicuri protagonisti del Mondiale quali Jonh McPhee e Jeremy Alcoba, oltre al veterano Andrea Migno.

https://twitter.com/MotoGP/status/1376174802797522949?s=19

Poi è la volta di Carlos Tatay che quando vede Dennis Foggia sembra vedere rosso come i tori. Cade e travolge il Pilota Italiano.

Tatay travolge Foggia nel GP di Spagna 2020. Inizia malissimo il suo anno.

La squadra Leopard perde i suoi Piloti nel giro di pochi minuti. Artigas (2 long Lap penalty) e Tatay (1 long Lap penalty) sconteranno la penalità nel prossimo GP.

Nel mucchio selvaggio svettano due rookie d’eccezione. Il Campione della RedBull Rookies Cup 2020 Pedro Acosta ed il Campione del Mondo Junior 2020 Izan Guevara.

Pedro Acosta in azione a Losail.

Entrambi classe 2004 hanno stupito tutti. Acosta ha chiuso 2° dietro al compagno di team, quello che più ha colpito è stata la sua gestione di gara, degna di un veterano. Era sempre nella posizione giusta al momento giusto e soltanto uno strepitoso Masia gli ha negato la vittoria.

Izan Guevara in azione a Losail.

Anche Guevara ha condotto una gara FENOMENALE dopo un sabato in cui ha preso la prima fila in qualifica. In gara è stato sempre nel gruppo di testa non commettendo mai una sbavatura chiudendo 7° a solo mezzo secondo dal compagno di team Sergio Garcia (4°), ed incollato ai più esperti Gabriel Rodrigo (5°) e Nicolò Antonelli (6°). Chiudono la Top10 i giapponesi Suzuki (8°) e Toba (9°) mentre chiude 10° lo svizzero Dupasquier.

Chiudono a punti Fenati (11°), Tatay (12°), Salac (13°), Yamanaka (14°) e Kofler (15°).

Quello che fa pensare molto è che il ricambio generazionale Italiano si è completamente fermato. In pista a difendere il Tricolore abbiamo tanti veterani e zero rookie, a dispetto della Spagna che vanta invece ben 4 Rookie ed il cui veterano (Masia) è un classe 2000 a differenza dei nostri (Fenati, Antonelli e Migno) che sono dei 1996. Piú che veterani i nostri sono dei “fuoricorso” 👇

Appuntamento a domenica per il Doha GP con Masia che dovrà guardarsi le spalle già dal proprio box. A buon intenditore….

 

 

 

 

 

ADESSO COMANDO IO, LA YAMAHA C’È – QATAR 2021 POST GP

La location era la stessa. L’anno era il 2017. Avemmo tutti l’impressione che Yamaha fece la scelta giusta nel prendere il prodigio della Suzuki, quel Maverick Vinales che aveva sempre bruciato le tappe in carriera. Quell’anno qualcosa andò storto, anche i successivi purtroppo. La fine del 2020 però portò una “ventata di aria fresca” all’interno del box. Losail 2021 potrebbe essere soltanto l’inizio.

Si apre nel migliore dei modi la nuova vita di Maverick Vinales come leader della Yamaha dopo la “retrocessione” di Valentino Rossi nel team satellite Petronas. Vince e convince “Top Gun” mentre il rovescio della medaglia è proprio il Pilota di Tavullia che non conferma quanto di buono fatto vedere in qualifica. In verità il suo passo nelle prove non era il massimo, anzi per dirla tutta oscillava ai limiti della 10^ posizione. Ma tanti hanno i paraocchi e faticano ad ammetterlo.

Il GP del Qatar inizia con la benedizione di Marc Marquez che mangia pop corn e guarda la gara in TV. Immagine non casuale che potrebbe essere rispolverata a fine anno con un messaggio potentissimo.

https://twitter.com/marcmarquez93/status/1376217543174717444?s=19

In Qatar doveva essere una parata trionfale Ducati ed invece la moto più vincente del 2020, con un ottimo Vinales li ha fregati. Aveva ritmo da vendere al kg e nulla ha potuto il motore desmosupermegadromico di Borgo Panigale.

Bagnaia partiva dalla pole ed è partito subito a bomba, ripensando alle vittorie di Dovizioso si capiva subito che qualcosa non andava. Dovizioso raramente tirava come un dannato ad inizio gara, così facendo preservava la gomma per il finale. Pecco ha spinto dal primo giro non avendo più un grip ottimale nel finale.

Negli ultimi 7 giri ho fatto fatica con la gomma dietro, pensavo di poter tenere il ritmo fino alla fine, invece la gomma dietro a destra era stra-ferita. cit. Bagnaia

Zarco ha chiuso 2° mettendosi dietro entrambi gli Ufficiali. Sarà a mio avviso il leitmotiv della stagione poiché ritengo il Francese superiore agli alfieri del Team ufficiale. Delusione per Miller che chiude soltanto 9° dietro ai fratelli Espargaró, ad oltre 6 secondi da Zarco.

Mir superato da Zarco e Bagnaia. Immagine MotoGP.com

Il Campione del Mondo in carica Mir ha chiuso ai piedi del podio superato soltanto sul rettilineo finale da Zarco e Bagnaia. Gara di sostanza ed una conferma imprescindibile: la Suzuki sarà la moto da battere perché preserva al meglio le Michelin. Mir batte ancora una volta Rins, che a questo punto già dalla prossima gara dovrà riscattarsi pena la leadership del box.

Soltanto 6″ separano il vincitore dalla Aprilia RS-GP di Aleix Espargaró, che chiude 7° davanti al fratello Pol che alla prima gara con Honda arriva 8°.

Enea Bastianini chiude in TOP10 la sua prima gara in MotoGP. Immagine MotoGP.com

Chiude in Top10 il Campione del Mondo Moto2 del 2020 Bastianini. Gara di sostanza per il Pilota romagnolo che, con una vecchia Ducati privata, si mette dietro fior fior di Piloti più blasonati come Bradl (Honda ufficiale) e Rossi (Yamaha ufficiale) ad esempio.

Problemi per Franco Morbidelli che è praticamente sparito da inizio gara ed ha guidato ad un ritmo che non era neanche lontanamente paragonabile a quello fatto vedere in prova e nei test.

“La moto ha smesso di girare e il posteriore inizia a sentirsi vuoto, come se non avessi smorzamento nell’ammortizzatore” Morbidelli

Potrebbe essere il sistema holeshot che non ha funzionato⁉️ È un mistero che svelerà presto, già domenica potrà rifarsi.

https://twitter.com/MotoGP/status/1376218217090256898?s=19

Chiude a punti anche l’altro rookie Jorge Martin che regala agli appassionati una partenza spaziale (sopra il video) e compie alcune tornate nelle primissime posizioni del gruppo. Perderà efficacia nel corso della gara ma il suo apprendistato è davvero importante. Guidare la davanti, in MotoGP è importantissimo per un rookie. Quel forcing iniziale gli è costato tanto poiché si è beccato più di 7 secondi da Bastianini.

Delusione anche per Luca Marini che chiude ad oltre 10 secondi da Bastianini e quasi 5 da Martin. Non un bel biglietto da visita. 

Classifica finale👇

Fonte MotoGP.com

Appuntamento a domenica prossima per il 2° appuntamento del GP di Doha.

Nell’attesa 👇

https://twitter.com/AngyFra89/status/1376272248722624513?s=19

Non ci resta che scoprire se sarà, come lo scorso anno, un Mondiale pazzo in cui un Pilota domina su una pista e dopo una settimana arriva 36°. Stay Tuned

Francky

 

(Immagine di copertina MotoGP.com)

HAMILTON SENZA LIMITI IN BAHRAIN. E VERSTAPPEN PRENDE UNA LEZIONE.

Test dominati. Prove libere dominate. Qualifica dominata. GP dominato.
Così il pilota più pronosticato come futuro campione del mondo che la Formula 1 abbia mai conosciuto si è presentato alla stagione 2021. La sua settima. Quella che lo deve consacrare, altrimenti rischia di passare alla storia come una delle tante promesse non mantenute. E questo non è possibile se il tuo nome è Max Verstappen.

Il taglio dei costi ha portato a mantenere i telai del 2020, ma c’è stato anche un taglio del fondo. Che ha costretto le squadre a presentare macchine di fatto nuove, con buona pace del sistema a gettoni e del budget cap. E così, come sempre succede quando si cambia qualcosa nelle regole che disciplinano l’aerodinamica, qualcuno capisce meglio degli altri. E qualcun altro si perde. O, almeno, così sembra.

Dai test era parso evidente che fra quelli che avevano capito qualcosa di più c’erano Red Bull e, udite udite, Ferrari, mentre la Mercedes era parsa in difficoltà, con Hamilton stranamente autore di un numero elevato di testacoda.

E le qualifiche hanno confermato che le ex frecce d’argento non sono più su un altro pianeta, venendo staccate di quasi mezzo secondo dall’olandese volante. Ma sono sempre 2 contro 1, perchè al quarto posto anzichè Perez si presenta Leclerc, autore della solita qualifica monstre  a pochi centesimi dalla seconda Mercedes.

E la gara di Perez si complica ancora prima di cominciare, con l’auto che si spegne durante il giro di ricognizione. La partenza viene fermata, e il messicano riesce a ripartire ma si piazza per prendere lo start dai box, mentre i colleghi fanno un altro giro di formazione.

Quando finalmente si parte, Verstappen tiene la posizione su Hamilton, mentre Leclerc supera Bottas. Nel frattempo in curva 3 c’è la ormai rituale demolizione di una Haas, questa volta ad opera di Mazepin e, per fortuna, con esiti molto meno nefasti per auto e pilota. Inevitabile l’uscita della Safety Car.

Si riparte con i primi tre ingaggiati in lotta fra loro. Dietro Gasly rompe l’ala, ed esce la VSC per pulire la pista. Si riparte dopo un altro giro lento, con Bottas che approfitta del DRS per superare Leclerc, il quale riesce a tenere il passo del finandese per qualche curva, ma poi deve arrendersi alla superiorità della Mercedes.

Qualche giro dopo è il turno di Norris superare Charles, che è già in evidente difficoltà con le gomme.

Alonso è il primo a fermarsi al giro 12 per montare le medie. Al giro successivo è la volta di Norris e Leclerc, che rientrano poco davanti a Nando.

Hamilton spiazza la Red Bull anticipando il pit-stop per montare gomme dure. Verstappen decide di non imitarlo, perchè diversamente avrebbe perso la posizione sull’inglese, che con gomma nuova vola. Si fermerà al giro 18, e rientrerà ben dietro a Lewis, e, montando nuovamente gomma media, dovrà rientrare ai box un’altra volta. 

A metà gara, l’olandese si riporta sotto ad Hamilton, con quest’ultimo che si lamenta via radio di non riuscire ad andare più veloce. Per questo, decide di fermarsi per prevenire un possibile undercut, e montare ancora gomme dure. Si ferma anche Bottas, che perde 8 secondi per una gomma rimasta. incastrata.

Verstappen non segue la strategia di Hamilton, il quale, nel frattempo, sceglie traiettorie tutte sue in curva 4, esibendosi in tagli magistrali, che sollevano le ovvie proteste di Max. La direzione gara prima fa sapere che i “track limits” non valgono per la domenica, poi si ricrede e richiama l’inglese, il quale ovviamente protesta a sua volta.

L’olandese si ferma poi al giro 40 per montare, con un pit-stop velocissimo, gomme dure nuove. Con 16 giri da fare, inizia la caccia, che si concluderà a 5 giri dalla fine quando Lewis va largo in una curva e si troverà Max a meno di 1 sec. Il quale, con una manovra aggressiva, lo supera in curva 4, ma esce largo, e il box gli chiede di restituire la posizione per prevenire un’eventuale (possibile, non certa) penalità. Ma non ci sarà un’altra occasione, e Hamilton si porta a casa la prima vittoria dell’anno.

Il podio è ovviamente completato dal solito Bottas, mai in gara, seguito a distanza da Norris, con una Mc Laren che si conferma terza forza del mondiale. Al quinto posto Perez, rimontato dall’ultima posizione, cosa ormai abituale per lui in Bahrain. Sesto Leclerc, il massimo possibile con questa Ferrari, ma comunque sempre meglio dello scorso anno. Seguono Ricciardo e Sainz, entrambi interessati a conoscere le loro nuove auto, più che al risultato finale. Nono il debuttante Tsunoda, che conferma così tutto il buono che si dice di lui. Decimo Stroll con un’Aston Martin che è l’ombra della Racing Point della fine della scorsa stagione.

Risultato sotto le aspettative per l’Alfa Romeo, fuori dai punti dopo che Raikkonen aveva navigato nei primi 10 per buona parte della gara. 

Notte fonda per Alpine, dopo un buon inizio di Alonso, ritiratosi a metà gara quando era già precipitato in classifica, e, come ampiamente previsto, per Williams e Haas.

Infine, un pensiero per Sebastian Vettel. Peggio di così la sua avventura post-Ferrari non poteva cominciare. Fuori in Q1, penalizzato per mancato rispetto delle bandiere gialle, sempre nelle retrovie in gara e, dulcis in fundo, una tamponata da principiante ad Ocon per la quale ha chiamato in causa un inesistente cambio di linea da parte del francese. L’idea di rimanere a casa con la famiglia, se mai l’avesse avuta, non sarebbe stata sbagliata.

La prima gara è solo la prima gara. Ma se tanto ci dà tanto, a giudicare dal recupero fatto dalla Mercedes fra i test e la gara vera, c’è da credere che assisteremo ad una ripetizione delle stagioni 2017 e 2018 con una macchina blu al posto di quella rossa. Ma con una importante differenza, che potrebbe farci divertire un po’ di più: il pilota che la guida.

Appuntamento nella nostra Imola fra 3 settimane.

P.S. abbiamo visto Hamilton tagliare molto di più di quanto abbia fatto Max in occasione del sorpasso. La scelta di Red Bull di non rischiare una penalità, per poi avere una seconda occasione, è stata molto intelligente, così come la scelta di Max di ubbidire. Resta il fatto che l’interpretazione dei track limits per come è stata fatta oggi equivale più o meno a posizionare, in una gara di sci, i pali in modo diverso a seconda di chi scende, o, meglio, del momento in cui scende. E’, ovviamente, inaccettabile.

P.S. 2. Vorrei che fosse chiaro che quella del P.S. precedente non è un’adombrare un qualche favoritismo nei confronti di Lewis, ma semplicemente il rimarcare il fatto che i limiti della pista sono limiti della pista e vanno rispettati sempre, non a seconda del giorno o, ancora peggio, del momento della gara. Poi ognuno la legga come vuole e si faccia la propria idea.

* Immagine in evidenza da Twitter