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…A 300 METRI DALLA STORIA

Ogni pilota ha avuto un giorno fortunato e uno sfortunato, ma in qualche caso è persino riduttivo parlare di fortuna, quando in ballo c’è la tua salute e questa, sicuramente vale il prezzo di una sventura, anche se distrugge un sogno…

Correva l’anno 1998, di una stagione del mondiale WRC con il maggior numero di case agguerrite alla ricerca del titolo mondiale. A bordo dei loro mezzi, ogni casa aveva dei gran pezzi da 90 come piloti, di quelli che ancor oggi riecheggiano nelle orecchie dei più appassionati.

  • LE AUTO E I PILOTI

Mitsubuishi

La Ralliart schierava il bicampione del mondo Tommi Makinen, sulla sua Lancer Evo 4, (diventerà la Evo 5 durante la stagione) con accanto il coriaceo Richard Burs.

Subaru

Il team 555, schierava la Impreza WRC 22b e aveva nelle sue fila l’amatissimo campione del mondo 1995, ossia Colin McRae, con al fianco il nostro Piero Liatti, due bei piloti veloci e vincenti.

Ford

La casa Americana supporta ufficialmente il nuovo team M-Sport di Malcom Wilson, che seguirà gli sviluppi delle Escort WRC, schierando come pilota di punta il 4 volte campione del mondo e leggenda, Juha Kankkunen, con al suo fianco Bruno Thiry. Il belga in qualche gara sarà sostituito da “un certo” Ari Vatanen.

Toyota

La casa Giapponese schiera le Corolla WRC e cerca la riscossa da quella squalifica di due anni e nella stagione 1998 il team punta tutto, schierando nelle sue fila due campioni del mondo quali Carlos Sainz e Didier Auriol.

Seat

Durante la stagione, farà la sua comparsa nel mondiale anche il marchio Spagnolo Seat con la Cordoba WRC, avendo come uomo di punta il finlandese Harri Rovanpera.

  • LA STAGIONE

I favoriti di questa stagione rimanevano Mitsubishi e Subaru, che nella stagione ’97 si erano giocate il titolo fino all’ultima corsa, con Makinen che ha sopravanzato McRae di un solo punto. Toyota, però non è li per guardare, la stagione precedente l’aveva usata per ricreare la struttura del mondiale, dopo i due anni di squalifica (la famosa questione delle flange mobili sul turbo) e per lo sviluppo della sua macchina, quindi questa è la stagione del riscatto. Ford, sempre sul pezzo, ma è la vettura più anziana del lotto partenti.

La stagione comincia in maniera molto equilibrata, tanto che ci saranno 5 vincitori diversi in 6 corse, con il campione del mondo in carica, artefice di vari errori e colpito da qualche sventura tecnica, che lo porteranno ad accumulare 4 ritiri in 6 corse, ottenendo però una vittoria e un terzo posto

Sainz, al ritorno in Toyota, nelle prime sei gare ottiene una vittoria e due secondi posti, ma meglio di lui fa McRae, con due vittorie e un terzo posto. Buono e costante il ruolino di Kankkunen. Le altre due vittorie vanno, una a Burns e una a Auriol.

A metà stagione la situazione è la seguente;

  • Colin McRae -24 punti
  • Sainz – 22 punti
  • Richard Burns – 18 punti.

la classifica fino a quel momento è abbastanza aperta a più possibili vincitori finali, ma da li in poi, inizia una sfida a tre, con il pilota della Mitsubishi (Makinen),  che ottiene 4 vittorie e un terzo posto nelle successive 6 gare.

Sainz si difende come può, giocando sulla costanza di risultato, non ottenendo alcun ritiro, portando a casa una vittoria, tre secondi posti e due quarti posti. McRae raccoglie le briciole e ottiene una vittoria, un terzo, due quarti e un quinto posto. Dietro di loro, a spartirsi il podio con frequenza, dei costanti Kankkunen e Auriol.

La classifica ora vede;

  • Makkinen – 58 punti
  • Sainz – 56 punti
  • McRae – 45 punti
  • L’ULTIMA GARA 

Si arriva all’ultima corsa con in lotta per il titolo solamente Makkinen e Sainz, distaccati da solamente 2 punti. Tutto è ancora aperto e tutto è da scrivere, con pochi tatticismi, perchè il risultato dell’altro conta poco, visto che difficilmente assisteremo a due campioni che si contenderanno le posizioni fra il quarto al sesto posto.

Il duello inizia con un Makinen che parte a tutta, sembra imprendibile a tutti, Sainz è già molto distaccato e si sta giocando il secondo posto con Kankkunen. Pare che il mondiale stia già assegnando il vincitore…

…ma come nella più classica delle corse, arriva l’incredibile…

TOMI MAKKINEN – OUT OF THE RACE

l’incredibile è successo, sottoforma di macchia d’olio lasciata in una curva da una delle delle vetture storiche, passate poco prima delle WRC. Makinen perde il controllo della vettura e finisce per sbattere e staccare la sospensione posteriore della sua Lancer.

Prova a tornare al parco assistenza, ma la polizia gli intimerà l’alt, visto che nei trasferimento la vettura non poteva circolare in quelle condizioni. è ritiro.

Per Sainz è una manna dal cielo, tanto da non crederci quando glielo raccontano e ora gli basta anche solo arrivare quarto, per avere il titolo in tasca. Lo Spagnolo si mette tranquillo, tiene un ritmo molto sicuro, che gli permetta d’arrivare alla fine del rally, lasciando che a giocarsi podio e gara siano Burns, Mcrae e Kankkunen.

Ultima speciale, scoppia il motore della Subaru di McRae, ormai praticamente è solo pura formalità per Carlos Sainz, il titolo non può sfuggirgli.

Km dopo km la speciale sta finendo, i tifosi son li festanti, Makinen viene intervistato in albergo, in attesa di consegnare l’alloro iridato al rivale Spagnolo.

Manca un Km, quella distanza che a un pilota fa percepire qualsiasi rumore come un dramma, ma siamo su una Toyota, dai non può succedere nulla…

Un rumorino diventa un rumorone…un rumorone diventa fumo…il fumo diventa la vettura che rallenta….una vettura che rallenta, diventa una vettura che…

  • ….300 METRI DAL TRAGUARDO

…si ferma…un rumorino diventa un incubo!!!

La Corolla WRC si ferma a lato della speciale, è incredibile e pazzesco!!! Sainz e Moya escono dall’auto, aprono il cofano, cercano di capire. Prendono l’estintore, provano a raffreddare il motore lanciando mille improperi vari.

Le telecamere si avvicinano, nessuno ci crede, Carlos sale in auto, prova a riavviarla, ma il motore non ne vuole sapere…

I suoi occhi sono quelli di un uomo arreso, sconfortato, distrutto, scende dall’auto, con il suo navigatore incazzato come una bestia, con quella vettura che li aveva traditi, tanto da sbattere il portellone, prendere il casco e lanciarlo contro la vettura, sfondando il lunotto.

Rabbia e disperazione, il mondiale è veramente andato in fumo.

(Questo video spiega più di mille parole)

  • E Tommi Makinen ?

Anche in questo caso vi lascio alla reazione che ebbe in diretta, durante l’intervista che citavo poco sopra…

Nessuno poteva credere a quello a cui si era appena assistito, va oltre alla peggior sconfitta, essere arrivato li, quasi a prendere quel trofeo e vederlo fuggire via…

Makinen è campione del mondo per la terza volta consecutiva.

  • LA FORTUNA

Avevo iniziato citando la fortuna che chiese il suo tributo? Beh, forse questo fu solo il tributo che la dea bendata chiese a Sainz, dopo il terribile incidente in cui uscii illeso nel 1991 in Australia.

La sua vettura si capotto una miriade di volte, cedette quasi tutto dell’auto, tetto, sedile, roll bar e cinture, con la testa di Carlos che uscii dal finestrino durante le giravolte. Fu un vero miracolo che sia uscito praticamente indenne.

…se quello fu il tributo richiesto, meglio sia andata così…

Storia e passione #Blogdelring

Saluti

Davide_QV

WRC – TANAK E JARVEOJA PONGONO FINE AL REGNO FRANCESE

Il 2003 era stata l’ultima stagione che aveva visto un non Francese vincere il titolo iridato, ed a farlo fu Solberg su Subaru, che trionfò proprio davanti a Sebastien Loeb.

In quella stagione, il debuttante pilota della Citroen era arrivato all’ultima rally con un punto di vantaggio sul Norvegese, quindi si dovevano giocare la vittoria assoluta tutta in una corsa. Dopo poche speciali, con il ritiro di Sainz, e con un Solberg davvero in palla, il team chiese a Loeb di non prendersi rischi, sacrificando il suo possibile titolo mondiale piloti, per far trionfare la casa in quello costruttori.

Sebastien accettò, conscio che avessero la vettura e il potenziale per dominare le stagioni a seguire e così fu, per NOVE lunghissime stagioni di fila, sempre a bordo della Citroen (prima Xsara, poi C4 e infine DS3).

Nel 2011 gli arriva come compagno di team l’altro Sebastien, ossia l’Ogier che ben conosciamo, il futuro Re Francese. La stagione fu combattutissima e sofferta, una lotta a 3 fra Loeb, Ogier e Hirvonen. Il giovane pilota di Citroen mostra bene il suo valore e con le sue prestazioni porta all’errore il campionissimo. Il portacolori Ford approfitta di questa “faida” massimizzando i risultati.

Due galli nel pollaio è difficile tenerli assieme e ben presto scattano le accuse di entrambi i piloti verso il team Citroen, accusato di favorire il rivale di box. A spuntarla sarà Loeb, che porta a casa il titolo, ma i rapporti fra Ogier e il marchio Francese si interromperanno, facendolo accasare nel team Volkswagen alla guida di una Skoda S2000 e come tester di sviluppo ufficiale della Polo WRC.

Anno 2012, arriva l’ultimo titolo di Loeb/Elena e il ritiro dai rally, il campione sapeva bene il valore del rivale e a fine stagione aveva capito pure il potenziale del marchio Tedesco, decidendo che era il caso di lasciare da vincente, per dedicarsi ad altre discipline, tranne fare qualche sporadico ritorno, sempre alla grandissima, con qualche vittoria o il 4 posto ottenuto proprio nell’ultima gara 2019 in Spagna.

Il cannibale, parteciperà come wild card anche a qualche gara nel 2013, tanto da trionfare subito al Montecarlo e far secondo in Svezia proprio dietro a Ogier, per poi ripetersi in Argentina, mentre era iniziata l’era del nuovo re, che aveva già colto un filotto di successi in gara.

La stagione di Ogier sarà un dominio praticamente inarrivabile per tutti, con 9 vittorie e 2 secondi posti, priva di qualsiasi errore, che rendono la coppia Ogier/Ingrassia quasi perfetta, capaci di prendersi rischi solo quando serve. Sarà praticamente identica pure la stagione successiva, che lo vedrà nuovamente trionfatore.

il 2016 è l’ultima stagione delle WRC, in attesa di passare alle Plus del 2017. Citroen corre in maniera non ufficiale, ma restano tutti schierati per battere il campione Francese. Ma anche in questa stagione, quando i giochi si fan difficili, lui se ne sta calmo e massimizza i risultati, giocandola sulla costanza, lasciando che i rivali vincano e commettano errori. A fine stagione inanella un filotto di 4 vittorie e consegna a VW il quarto e ultimo titolo (il dieselgate poterà il marchio a salutare il mondiale WRC)

2017-2018 le due stagioni che lo portano a diventare forse il più grande di sempre, accettando la sfida di Wilson e correndo con la Ford Fiesta, in maniera non ufficiale, visto che la casa non supporta in maniera economica il progetto ed M-Sport è una struttura di proprietà di Malcon Wilson, che si regge in piedi dall’avere l’esclusiva Ford, come sviluppatore di tutte le auto da rally del loro marchio.

Nel team c’era già un pilota, che farà squadra con Ogier, un certo Tanak. Già proprio lui, quando si dice sliding doors. La stagione non è delle più semplici, con Ogier che trionfa subito, ma poi deve ricominciare a fare il ragioniere e massimizzare, cosa che gli riesce alla perfezione, tanto quanto sono le gare buttate al vento da chi deve sottrargli lo scettro. Ad un certo punto Neuville ed Ottanak inziano ad ottenere risultati migliori di lui, che per la prima volta si trova a dover osare per portare a casa dei risultati e inizia a commettere qualche errore, ma quando conterrà davvero, trova la quadra e porta a casa l’incredibile titolo con Ford, marchio che non vinceva dal 1981 il titolo piloti (Vatanen) e dal 2007 il titolo costruttori (era sempre M-Sport, ma aveva un appoggio praticamente ufficiale).

Tanak in questa stagione porta a casa i suoi primi due trionfi nel mondiale e la sua stella inzia a brillare, con gare davvero di spessore, tanto da esser scelto da Toyota per essere il pilota di punta, affianco a Latvala e Lappi nella stagione 2018.

Nel 2018 l’Estone di Toyota inizia un pò in sordina, afflitto da qualche noia tecnica e qualche suo errore, Neuville alterna le sue solite gare incredibili, mescolate ad errori incredibili, con Ogier che vince tutto quello che poteva, ma nella fase centrale della stagione, pare cominciata l’era di Tanak e Toyota.

Sembra che nulla possa portargli via il titolo, con un Ogier che arranca, a causa di una vettura che paga la mancanza d’investimenti ufficiali, al contrario di Hyundai e Toyota.  Ma come nelle migliori tradizioni, quando si deve fare l’ultimo step, il re tira fuori la sua classe, trionfando quando i rivali patiscono noie tecniche o commettono errori, arrivando a 6 titolo iridati.

Per il 2019, Wilson ha svuotato le casse di M-Sport e non può più permettersi di mantenere fra le sue fila Ogier, oltre a non poter garantire una vettura di livello mondiale vincente, con Citroen che fa ponti d’oro al campione del mondo, certa di riuscire a tornare a vincere dopo anni di digiuno, ben lontana dai periodi d’oro con Loeb.

Pronti via e in Montecarlo è subito Ogier, Neuville e Tanak. Quando pensi che siamo alle solite, alla gara successiva, per una volta le noie tecniche affliggono anche il Francese, assistendo al trionfo di Tanak, davanti a Lappi e Neuville. L’alfiere Citroen riprende lo scettro in Messico, ma Tanak è sempre alle sue calcagna. Francia ed Argentina sono terreno del pilota Belga di Hyundai, con l’Estone che soffre una foratura in Corsica e una pesante noia tecnica in Argentina, che lo tirano fuori dalla lotta per la vittoria.

Cile e Portogallo saranno terreno di riscatto per Ott e la Toyota, con due vittorie di prepotenza, mentre Ogier salva il salvabile arrivando a podio, con una vettura non performante come le rivali. A metà stagione la situazione di classifica vede;

  • Ogier – 142 punti
  • Tanak – 140 punti
  • Neuville 130 punti

Tutto è ancora apertissimo!

La Sardegna è una mazzata per tutti e 3, ma a pagare maggiormente le spese è Ogier, che commette un errore nella prima prova spettacolo, staccando una ruota alla sua auto. Tanak domina la corsa, ma nella power stage ha un problema all’idroguida e perde tutto il vantaggio accumulato, finendo la corsa quinto. Pazzesco!! In tutto questo Neuville non ne approfitta, sbagliando strada nell’ascoltare  una nota, picchiando e sfondando il radiatore e chiudendo sesto la corsa.

Finlandia e Germania son terra di conquista per Tanak, mentre i due rivali incappano in gare molto difficili, passate fra problemi di setting e scelte di gomme, tanto da rendere necessarie delle penalizzazioni dei loro compagni di team, per far avere più punti ai contendenti al titolo.

In Turchia i 3 si mettono a correre in modalità power stage tutte le prove, ormai non c’è più tempo per fare conteggi se si vuol vincere, ed è così che Neuville sbaglia e finisce fuori strada e chiude la gara ottavo, Tanak fa delle scelte errate di gomme, non portando dietro gomme di scorta, per essere più leggero e va in difficoltà, oltre ad essere afflitto da un problema tecnico. Ogier vince e riapre il mondiale.

In Gran Bretagna i 3 non si risparmiano di una virgola, con una gara magistrale, che porterà nuovamente sul gradino più alto Tanak, davanti a Ogier e Neuville.

Mancano due corse, il pilota di Hyundai è matematicamente fuori dai giochi, ma quando meno te lo aspetti, arriva la noia tecnica anche per Ogier, con l’idroguida che gli rende impossibile la guida. Vince Neuville e Tanak fa secondo, portandosi a casa la power stage…

IL TITOLO è MATEMATICAMENTE DI TANAK E JARVEOJA

Di Jarveoja forse abbiam parlato poco, forse per questa è una coppia molto diversa da quella Loeb/Elena (sono cognati) e Ogier Ingrassia sono una coppia che ha sempre lavorato assieme, legati da un bel rapporto d’amicizia.

I campioni del mondo 2019 hanno un rapporto più professionale che d’amicizia e condividono lo stesso abitacolo dal 2017, ma attualmente paiono la coppia più affiatata e destinata a non vedere solamente questo titolo, nel loro palmares.

Dopo 15 anni finisce l’era dei Re di Francia!

Non potevamo non celebrare questo evento senza un articolo dedicato a qualcosa che pareva ormai un’impresa impossibile.

Saluti

Davide_QV

 

La situazione del motorsport nel 2017

La stagione 2017 delle varie categorie del motorsport è ormai alle porte, ma alcune dense nubi non sono presagio di buone nuove, ma bensì fonte di seri dubbi, sulle future strade che dovranno intraprendere alcune categorie a causa di, crisi, mancanza di ritorno d’immagine, danni provocati da casi di truffa al danno dei clienti e costi eccessivi.

In almeno due casi, parte del problema è da associare al dieselgate che ha investito il gruppo VAG, artefice di un imbroglio nelle emissioni dei gas di scarico, portando il gruppo Tedesco a vedersi comminare dagli States, una della sanzioni più elevate di sempre, per inquinamento ambientale e truffa ai danni dei clienti.

Ed è così che si è arrivati al WEC che ha visto Audi alzare bandiera bianca, lasciando Toyota e Porsche a giocarsi la categoria delle LMP1, con la FIA che sta considerando di rinviare le modifiche regolamentari previste per il 2020, modifiche che avrebbero alzato ulteriormente i costi di sviluppo dell’ibrido. La classe LMP2 invece gode di forte consenso, visti i costi decisamente contenuti delle auto e l’assenza di parte ibrida. Già, costi e complessità, quell’insieme di problemi che stan attanagliando altri competitors a mettere il naso nelle LMP1, che come per la F1, son troppo complesse e costose da gestire.

Anche nel WRC, si è visto dare l’addio alla categoria da parte di Volkswagen, che pare non darà appoggio nemmeno a team privati per l’utilizzo della sua auto già praticamente completa. Il campionato vedrà sfidarsi per l’iride i team di Ford, che si è accaparrata il campione mondiale Ogier, Citroen, Toyota e Hyundai, forse un campionato quanto mai aperto. Ricordo a coloro che seguno in maniera meno interessata la categoria, che le vetture 2017 saranno completamente diverse da quelle 2016, con soluzioni tecniche ed aerodinamiche, che ricordano molto i mosti dell’era dei GRUPPI B, ma con prestazioni nettamente superiori in curva e trazione. Toyota già si fa trovare ad utilizzare il sistema di aria condizionata dell’abitacolo, come incremento prestazionale, per mandare aria più fredda al motore. I giappo, non perdono il vizio di fare i furbi nel mondiale rally (vennero squalificati per due anni nel 1998 per il giochetto delle flange variabili sul turbo).

il WTCC par essere diventato una categoria che non coglie più interesse nel pubblico, oltre a non fornire ritorno d’immagine per le case, tanto che Citroen e Lada han deciso di salutare e andarse, lasciando solo Honda e Volvo (semi privata) a giocarsela. Infatti il campionato sta vedendo una riduzione del numero di eventi da 10 a 8, con la durata dei weekend di gara portato a solo a 2 giorni. In oltre si sta valutando di inserire nella griglia partenti anche le vetture del nuovo campionato TCR, chiamandole WTCC2, per poter avere una griglia di partenza meno striminzita. In questo campionato, pare che le politiche di permettere pesanti modifiche alle vetture, che finiscono per rendere competitivi anche modelli penosi sul mercato, non stia funzionando affatto.

Restando sulle ruote coperte in pista, anche il DTM non par godere di ottima salute, con le tre case, Audi, Mercedes e Bmw che hanno ridotto a 6 le vetture schierate da ognuna di loro, ma la cosa che lascia più preoccupati è che i vertici della categoria hanno deciso di andarsene, si vocifera che la direzione della serie venga affidata a Berger. L’abbandono dei tre vertici, pare sia legato a una manovra da parte della FIA, che vuole creare un campionato mondiale, con regole simili a quelle del DTM. Il problema sorge dal fatto che qualcuno si dev’essere scordato cosa successe con l’ITC (International Touring car Championship) dopo una sola stagione nel 1996 e che sono da almeno 5 anni che si cerca di unire il DTM e il SUPER GT, ma senza riuscirci.

Nelle ruote scoperte, c’è qualche problema anche per la GP2, categoria che nel 2017 doveva vedere l’introduzione della nuova vettura, la quale invece viene fatta slittare al 2018, il tutto a causa di un problema di costi, visto che è previsto anche il cambio d’architettura dei motori, passando anch’essa al V6 turbo, ma senza parte ibrida. Il buon numero dei partecipanti non è attualmente a rischio.

Arriviamo anche alla nostra amata F1, dove è di questi giorni il possibile addio della Manor, finita in amministrazione controllata, dopo aver perso i proventi che avrebbe potuto avere dalla decima posizione nel mondiale, oltre che alla assenza di sponsor. Pare ormai abbastanza chiaro, che non siano il tanto citato team jr Mercedes visto che anche Wehrlein ha abbandonato la baracca, per accasarsi in Sauber, team che tuttavia non gode di perfetta salute manco lei.

Ci sarebbero ore e ore da discutere sulla redistribuzione dei proventi, con i top team troppo ingordi che se ne fregano dei comprimari, pensando che ci sarà sempre qualcuno che prenderà il posto vacante, ma se la suddivisione fosse più equa, anche i team di seconda fascia potrebbe avere maggior respiro e non vivere in perenne agonia.

Per il resto, il mondo del turismo gode di buona salute, come pure gli eventi legati al Blancpain e i vari campionati Americani, che riscuotono sempre più successo. Insomma, stiamo tranquilli, anche in questo 2017 ci sarà da divertirsi.

Saluti Davide_QV