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F1 2023 – GRAN PREMIO DEL MESSICO

Dal Texas al Messico il passo è breve ma il cambiamento di atmosfera sarà notevole, in tutti i sensi. Per la seconda tappa del trittico oltreoceano, che poi volendo sono quattro se ci mettiamo Las Vegas a metà Novembre, si torna ai 2300 metri di altitudine di Città del Messico, una condizione che potrebbe variare i valori in campo visti ad Austin.

Considerando la minore resistenza generata dall’aria, tutte le monoposto dovrebbero viaggiare con configurazioni aerodinamiche più cariche, e in ogni caso, saranno avvantaggiate quelle monoposto che sono capaci di generare downforce dal corpo vettura. Questo ovviamente mette in pole la Red Bull e molto meno la Ferrari ma tanto farà anche la capacità delle monoposto di viaggiare con assetti molto vicini al fondo stradale.

immagine da paddocknews24.com

Per contro dal lato PU, la rossa dovrebbe riuscire a dare qualcosa in più ma sappiamo che il turbo è una bestia strana e farlo girare a giri più elevati per compensare la minore quantità di ossigeno a disposizione potrebbe provocare dei bei fuochi d’artificio.

Si correrà quasi in corrispondenza del dia del los muertos, quasi una celebrazione di questo mondiale 2023 ammazzato praticamente nella culla dal duo Verstappen/Red Bull. Proprio l’olandese sarà l’osservato speciale del pubblico messicano che quasi sicuramente lo prenderà di mira in difesa dell’idolo locale Perez. Anche Marko farebbe bene a farsi vedere poco in giro e, ben più importante, tenere la bocca chiusa almeno per questo weekend.

Facezie a parte, per Perez potrebbe essere un’ottima occasione per tornare a lottare, se non per la vittoria, almeno per restare vicino al suo team mate. L’aria di casa e l’avere sotto le terga una RB19 dovrebbero essere un incentivo più che valido per un ottimo weekend.

immagine da sports.yahoo.com

Con tutta probabilità il triello Mercedes – McLaren – Ferrari si accapiglierà per il podio. Il circuito messicano è da sempre difficile da interpretare perchè offre grandi miglioramenti dalle prove libere a quelle ufficiali, per cui sarà complicato trovare il giusto setup che sarà necessariamente di compromesso. Vediamo quale altra grande strategia si inventerà la Ferrari per rovinare la gara dei suoi piloti, che ormai non vedono l’ora che finisca lo scempio di questo 2023.

Pirelli porterà le tre mescole più morbide a disposizione. Mescole più morbide vuol dire più degrado e potenzialmente più soste ai box nel tentativo di creare più variabili. Vedremo se funzionerà.

Gran premio che sarà occasione di rivincita per tanti: Leclerc in primis, ormai sempre più “alesizzato” per colpa di un team che mal lo supporta, Norris che ad Austin ha dato ragione a chi grida alka sua “hulkembergizzazione”, Perez che deve evitare l’ennesima batosta da parte del 33 olandese, Ricciardo reduce da un lungo stop e che in Messico è sempre andato forte.

Chiudo con Sainz. Lo spagnolo è forte e sembra avere la capacità di “massimizzare” maggiore drl suo team mate. E, cosa non secondaria, più abile dal punto di vista “politico” nel team. Ottimo elemento eppure…non posso fare a meno di storcere il naso quando Leclerc gli finisce dietro. Vero è che l’importante è che vinca la Ferrari ma non posso non pensare allo spreco in atto del talento del monegasco che tra ditini, monoposto imbarazzanti e poca protezione mediatica sta rendendo molto meno di quanto potrebbe. Al punto che sarei felice di vederlo in un’altra squadra.

*immagine in evidenza da automobilismo.it

Rocco Alessandro

NORRIS ILLUDE, HAMILTON SPRECA, VERSTAPPEN VINCE IN TEXAS

Austin, Texas. Quando, una decina di anni fa, qualcuno decise che era il momento di riportare la Formula 1 negli USA, dopo i disastri del decennio precedente, non si immaginava certamente che l’operazione avrebbe avuto un enorme riscontro di pubblico, specialmente dopo i primi anni di rodaggio, caratterizzati anche da difficoltà economiche.

E, invece, per una volta un nuovo circuito, costruito in una delle nazioni che, certamente, di autodromi nuovi non aveva bisogno, soprattutto per metterli a disposizione di una categoria “europea”, ha portato qualcosa di interessante, nonostante la presenza di Tilke. Perchè, indubbiamente, quello di Austin è un circuito che non ha nulla da invidiare alle piste classiche.

Il venerdì in pole, a sorpresa, ci va la tanto amata Ferrari dell’altrettanto amato Leclerc. Ma la garetta inutile del sabato la vince comunque Max. Che, però, la domenica deve partire in terza fila.

Allo spegnimento dei semafori, è subito lotta fra Leclerc e Norris, con l’inglese che ha la meglio. Dietro di loro, Sainz guadagna la posizione su Hamilton e si accoda al compagno di squadra. L’inglese si riprende la terza posizione al giro 4, quando lo spagnolo della Ferrari crolla di colpo, dovendo arrendersi anche a Verstappen.

Al giro 6 anche Hamilton supera Leclerc, e si butta alla caccia di Norris, che ha già un vantaggio di 3 secondi.

Al giro 11, Verstappen attacca Leclerc alla fine del lungo rettilineo, e lo accompagna gentilmente fuori pista. Per l’arbitro tutto ok, ovviamente. A questo punto, l’olandese si trova a 4 secondi da Hamilton, che segna il giro più veloce ma si trova ancora  a quasi 3 secondi da Norris.

Al giro 17 Max anticipa la propria sosta e costringe Norris a fare lo stesso al giro successivo ma, a differenza dell’olandese, monta la mescola più dura.  Anche Sainz si ferma, mentre Hamilton e Leclerc proseguono.

Con gomme nuove,  Verstappen vola e guadagna manciate di secondi su Lewis, al quale la squadra ha chiesto di allungare lo stint, probabilmente per tentare di fare un’unica sosta. Ma l’inglese non ce la fa più, ed entra quando è troppo tardi, perdendo così la posizione sull’olandese, che adesso è virtualmente secondo. In tutto, la sosta ritardata gli è costata quasi 10 secondi.

Al giro 23 si ferma Leclerc, quando ormai Norris l’ha raggiunto. Ovviamente questa sosta ritardata gli ha fatto perdere una vita rispetto ai primi, relegandolo in sesta posizione.

Al giro 25 l’inglese della McLaren commette un errore e Verstappen lo raggiunge. E due giri dopo, con una mossa a sorpresa, lo passa in fondo al lungo rettilineo e, come ampiamente previsto, si porta in testa alla gara.

Al giro 35, quando il distacco da Verstappen è salito a 3 secondi, e Hamilton gli si sta avvicinando,  Norris effettua la sua seconda ed ultima sosta. Verstappen si difende e si ferma. Ancora una volta Hamilton viene fatto fermare in ritardo, al giro 39, e questo gli costa altri secondi dai primi.

Al giro 44, dopo che tutti e tre hanno superato Leclerc, unico dei primi a tentare la carta dell’unica sosta, Verstappen ha 2 secondi di vantaggio su Norris che, a sua volta, ha 3 secondi su Hamilton. Che però evaporano velocemente, e al giro 49, dopo un breve ma intenso duello, Lewis si porta in seconda posizione.

Ma è troppo tardi, Verstappen è ad oltre 5 secondi, quelli che ha perso nella sciagurata prima sosta ritardata.

Finisce così con Verstappen che vince per la cinquantesima volta, davanti a Lewis, Lando, Sainz, Perez, Leclerc,, l’inesistente Russell, Gasly, il redivivo Stroll e Tsunoda, quest’ultimo autore anche del giro più veloce.

Fra una sola settimana il circus sarà a Città del Messico, in casa di Sergio Perez che, vista la situazione, potrebbe anche annunciare il ritiro. E questo sarà probabilmente l’unico motivo di interesse del prossimo week-end di gara.

P.S. Al sabato la Ferrari sacrifica la garetta di Sainz per provare la gomma rossa, palesemente inadatta. Alla domenica, sacrifica la gara di Leclerc per provare una improbabile strategia ad una sosta sola, che nemmeno la Pirelli consigliava. Questo dimostra che i due piloti hanno pari trattamento. 

P.S. 2 Vi consiglio di ascoltare il podcast “Beyond the grid” con Andrea Stella, pubblicato la scorsa settimana. Si capisce come mai la McLaren è cresciuta così tanto, e perchè, invece, la Ferrari non ce la può fare. 

P.S.3  Ho trovato molto bella l’idea della NASA si allestire in circuito una mostra sul progetto Artemis, con tanto di equipaggio a disposizione dei fan. Se questo è il tipo di intrattenimento a cui pensa Liberty Media per rendere più interessanti le giornate agli appassionati di corse, ben venga. Anche perchè, con le auto dal chilometraggio centellinato, qualcos’altro va trovato.

P.S. 4 Sempre a proposito di intrattenimento, ripeto per l’ennesima volta che gare come quella di oggi (come la corsetta di ieri) devono fare riflettere tanto. Le macchine sono abbastanza vicine, ma col fatto che è tutto ottimizzato, si vede sì qualche sorpasso, ma alla fin fine manca il sorpasso decisivo, quello che negli ultimi giri decide la vittoria. E l’incertezza non può derivare solo dalle gomme o dall’uso del DRS.

F1 2023 – GRAN PREMIO DEGLI USA

Arriva il primo di tre Gp nel continente Nord e Sud Americano, che vedrà in rapida successione le monoposto ad Austin, Città del Messico e Interlagos.

Con i mondiali matematicamente già decisi in tutta onestà resta ben poco da argomentare in questo finale di stagione, seppur con ancora cinque gare da disputare.

I team ormai pensano abbondantemente al 2024 e anche gli ultimi sviluppi sono ormai finiti. Ferrari ad esempio non ne porterà più, rimane solo la Mercedes e Aston Martin in pratica a introdurre un nuovo fondo sempre in ottica 2024.

Dicevamo del vuoto pneumatico che è intercorso tra l’ultimo Gp qatarino e questo di Austin. Quando non c’è più neanche Wolff a creare qualche polemicuccia allora si va dall’altra parte della barricata, in casa Red Bull. Ci sono tensioni in famiglia, tra i “grandi” Horner e Marko, con il primo che si è stancato del secondo e anche tra i “piccoli” con Perez che sembra sempre più vicino a perdere il sedile. Ma alla fin fine anche questo gossip spicciolo svanisce come una scorreggia nel vento.

immagine da gpblog.com

Approcciando il Gp di Austin rimane ben poco: gli spiegoni di Isola sull’asfalto sconnesso del circuito delle americhe, l’ennesima gara sprint di cui non si sentiva certamente il bisogno, la possibilità di McLaren di confermarsi la prima degli altri esclusa Red Bull, pardon Verstappen.

Ma francamente, a meno che la gara non si riveli imprevedibile e con una lotta reale, questo Gp degli USA passerà senza lasciare traccia se non nelle statistiche positive del 33 olandese e in quelle negative del 11 messicano. Poi se uno si appassiona alla lotta per il settimo posto nei costruttori tra Williams e Alfa Romeo liberissimo ma non mi sembra proprio un hot topic.

Spulciando tra le poche notizie degli ultii giorni da notare come il gp del Belgio, ultimamente un pò a rischio, sia stato confermato fino al 2025. Molto contento Domenicali “Spa è sinonimo di F1”. Certo, almeno finchè paga giusto?

Altre due riguardano due piloti un pò sfigatelli nell’ultimo periodo ma nel senso che si inguaiano con le proprie mani e reagiscono con la stessa capacità di attenzione di un pesce rosso.

immagine da f1enestadopuro.com

Uno è Hamilton, aka “il passeggiatore”, che forse voleva imitare il Raikkonen del Bahrein 2017 quando appiedato dalla sua Ferrari nelle FP1 si produsse in una delle sue tante e involontariamente iconiche azioni quando tornò verso i box camminando nel deserto del Sakhir. Hamilton non è risultato altrettanto “cool” attraversando la pista in pieno Gp dopo il suo incidente al primo giro, cosa proibita dal regolamento. La FIA riesaminerà il caso non tanto per imporre sanzioni più severe all’inglese ma per capire se non sia il caso in futuro di imporre sanzioni più pesanti. Hamilton non è stato di esempio per i piloti più giovani, dice la FIA. Eh insomma, è un periodo un pò così…

L’altra notizia è quella dell’indagine a carico di Stroll sempre da parte della FIA in seguito agli atteggiamenti post Q1 del Gp del Bahrain. In origine il collegio dei commissari sportivi non ha ritenuto di procedere con sanzioni ma la “spinta social” che ha stigmatizzato il comportamento del canadese, ha riacceso le luci sull’accaduto. Ora, Stroll non è stato certo un signore, ma umanamente mi sento di essere solidale con un ragazzo che da un pò di tempo a questa parte non sa più da che parte girare un volante di una F1 e era comprensibilmente scoglionato dall’ennesima figura di palta rimediata in pista. Un pò di nervosismo e frustrazione ci stanno e tutto sommato la reazione è stata si inopportuna ma neanche di una chissà qualche gravità, seguita da scuse doverose subito dopo. Insomma, la gogna social di gente che non ha neanche la patente continua a fare danni. Forse la FIA si è risentita più per i monosillabi rilasciati alla stampa dopo le suddette qualifiche. Anche quì, Raikkonen rimane unico, inimitabile.

immagine da planetf1.com

Dulcis in fundo, Ricciardo torna in pista reduce dalla frattura del polso rimediata al Gp olandese. Il suo ritorno non può che far piacere, ecco magari non a Tsunoda (e a Perez), ma è sempre una bella cosa avere un pilota di quel calibro in griglia. Meglio che torni subito in palla perchè le porte girevoli in Red Bull sono sempre in funzione e il dr.Marko potrebbe regalargli una seconda possibilità.

*immagine in evidenza da formulatours.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN TRI-CAMPIONE VINCE IN QATAR. PIASTRI DA OSCAR, FERRARI DA RAZZIE.

Un GP inutile in un posto di dubbio gusto. Questa è un’opinione diffusa, peraltro condivisibile, a proposito di una delle tante prove che la F1 corre nel deserto. E, a giudicare dal caos provocato dai cordoli colpevoli di rovinare le delicate gomme Pirelli, non è un’opinione poi così sbagliata.

E in una prova inutile c’è spazio anche per una garetta inutile, quella corsa al sabato, su una pista cambiata rispetto al venerdì, quando le qualifiche avevano premiato il solito Max, e mostrato una Ferrari in forte difficoltà.

La garetta, dicevamo. A qualcosa è servita. A far vincere a Piastri la prima competizione nella massima formula, anche se non si sa che spazio darle nell’albo d’oro, e a fare incoronare matematicamente campione del mondo per la terza volta l’ingiocabile Verstappen. E, si sa, quando le feste si fanno al sabato sera è meglio.

Ma la domenica la gara si fa comunque, e ad aspettare piloti e team c’è un’altra novità: il numero massimo di giri per mescola, atto a proteggere ulteriormente le fragilissime Pirelli. Un problema che Sainz non avrà, perchè la sua Ferrari si rompe ancora prima di cominciare, e la gara se la guarderà dai box.

Allo spegnimento dei semafori, Hamilton, unico dei primi a partire con gomme soft in seconda fila, decide che deve passare a tutti i costi primo alla prima curva. Si porta così all’esterno di Verstappen e Russell, poi chiude come se non ci fosse nessuno, col risultato di toccare il compagno di squadra e di finire insabbiato. Una gara molto promettente per la Mercedes finisce così con un replay di Barcellona 2016.

La gara viene neutralizzata per 4 giri, e alla ripartenza Max tenta di scavare subito un solco fra sè e Piastri,  il quale è seguito da Alonso e Leclerc. 

Al giro 12, Alonso è il primo dei primi a fermarsi ai box. Al giro successivo è il turno di Leclerc e Piastri, con il monegasco che riesce brevemente a stare davanti allo spagnolo. Il loro problema è che, fermandosi così presto, si ritrovano nelle retrovie in mezzo a macchine più lente. 

Al giro 17 Verstappen si deve obbligatoriamente fermare e, quando esce dai box, il suo vantaggio su Piatri è salito a 7 secondi. Al giro 19 Norris passa Leclerc, e si porta in quarta posizione virtuale.

Al giro 25 Piastri si deve obbligatoriamente ri-fermare, con Leclerc e Ocon che lo imitano. Due giri dopo è il turno di Alonso e Gasly. Nel frattempo, Russell, risalito dall’ultima alla terza posizione, vola con pista libera davanti. 

Norris ritorna in pista davanti ad Alonso dopo la sua sosta, e guadagna così virtualmente il podio. Al giro 33 Alonso commette un errore e perde diverse posizioni. 

Al giro 35 Verstappen effettua la sua seconda sosta, e il vantaggio su Piastri è ancora di 7 secondi, con Norris che sta raggiungendo il compagno di squadra a suon di giri veloci.

Al giro 43, Piastri effettua la sua ultima sosta. Rientra anche Leclerc, mentre al giro successivo rientra Norris, che esce di pochi metri dietro al suo compagno di squadra. Ma ci pensa il box McLaren a togliere ogni velleità di battaglia all’inglese, comunicandogli l’ordine di mantenere le posizioni che, ovviamente, provoca una richiesta di spiegazioni. 

L’ultima sosta per Verstappen arriva a 6 giri dalla fine. La fermata è più lenta del solito, e quando esce dai box Max ha meno di 4 secondi di vantaggio su Piastri. Ma, ovviamente, non c’è alcuna battaglia, e la gara finisce con l’ennesima vittoria dell’olandese, davanti alle ottime McLaren di Oscar e Norris. Seguono Russell, che avrà tanto da recriminare, Leclerc che ha salvato il salvabile, Alonso, e il resto della classifica ve lo leggerete fra qualche ora perchè al momento di scrivere fra le varie penalità non ci si capisce nulla.

Fra due settimane la F1 farà tappa ad Austin, Verstappen vuole continuare a vincere, difficile che non ci riesca.

P.S. sui track limit rubo il mestiere a Vito e faccio il bastian contrario. Premesso che la ghiaia non può sempre essere la soluzione, per ovvie ragioni di sicurezza, se i piloti non sanno andare al limite senza passare la riga è un problema loro, non di chi traccia le righe in terra. Del resto, anche nello sci saltando le porte si riesce ad andare più veloci, ma non si può. Il mestiere di un pilota è andare più forte possibile rispettando i vincoli della pista, in qualsiasi modo essi vengano definiti, semmai la questione è la tempestività della decisione, che in realtà è risolubile con le opportune tecnologie. Oppure con una bella bandiera nera al primo sgarro. Vedrete che i piloti tengono le ruote ben dentro la pista.

P.S. 2 permettetemi una menzione per Perez e Ocon. Quello della garetta sarà stato anche un incidente di gara, una sfortunata coincidenza, ma non è un caso che dove c’è da ridere ci sono sempre loro due. 

P.S. 3 sempre parlando di Perez, il suo rendimento continua ad essere imbarazzante. E’ chiaro che è un pilota distrutto e, se è vera la teoria di quelli della Red Bull che la RB19 sia semplicemente una buona macchina, c’è da chiedersi come possano fare a vincere, l’anno prossimo, il mondiale costruttori contro, per ipotesi, ad una McLaren che ha raggiunto le stesse prestazioni, e che è guidata da due giovani affamati che si sono dimostrati in grado di arrivare costantemente sul podio.

P.S. 4 I valori che la Pirelli trasmette (non da oggi) tramite la F1 sono:
1) Vinciamo perchè siamo da soli
2) Le nostre gomme dopo pochi giri vanno regolarmente in pappa
3) Le nostre gomme si rompono in presenza di certi tipi di cordoli. 
Suppongo che siano valori esattamente contrari a quelli che il marketing vorrebbe trasmettere, ma non ne ho la certezza.

P.S. 5 per chi non lo sapesse, i Razzie award sono il contrario del premio Oscar, che viene consegnato il giorno prima ai peggiori film della stagione.

F1 2023 – GRAN PREMIO DEL QATAR

Finisce il trittico orientale con l’approdo a Losail per il GP del Qatar. Gp che potrebbe e dovrebbe, a meno di imprevisti, vedere Max Verstappen laurearsi campione del mondo per la terza volta consecutiva. Mancano la miseria di tre punti sul compagno di squadra Perez e a Max basterebbe addirittura un sesto posto nella sprint race. Campione del mondo nella garetta del sabato, non il massimo ma questo passa il convento.

immagine da funoanalisitecnica.com

Losail si presenta come una pista in cui in tanti, a partire dalla McLaren, dovranno verificare i progressi visti a Suzuka. Pista con molti curvoni veloci in appoggio e con una media sul giro intorno ai 240 km/h sembra fatta apposta per esaltare le doti, manco a dirlo, della RB19 ma anche la MCL60, vista a suo agio a Suzuka, potrebbe beneficiare del layout della pista qatarina.

Guai in vista quindi per Ferrari che non ha avuto chance in Giappone e potrebbe opporre ben poca resistenza anche a Losail. Se a questo aggiungiamo l’asfalto nuovo appena posato, la solita sabbia onnipresente nei primi turni di prove e l’assenza di gare di contorno, il weekend di Losail rischia di essere un bel risiko per tutti i team, complice anche la gara sprint che obbligherà tutti a congelare i setup ottenuti nelle prove del venerdì, quindi con pista ancora con tanto margine di miglioramento.

immagine da alvolante.it

E’ previsto un alto degrado e Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione: C1, C2 e C3. Ferrari da questo punto di vista è quella che più dovrà gestire questo aspetto che, nonostante i recenti miglioramenti, rimane un punto debole. L’imprevedibilità della W14 invece potrebbe mettere in crisi il box Mercedes che questa volta avrà davvero poco tempo per definire il corretto setup.

Con una stagione così lunga e un mondiale che sta per essere assegnato sembra incredibile che manchino ancora sei Gp alla fine della stagione. Palese il fatto che da adesso in poi per tutti i team si tratterà di provare quante più soluzioni possibili in vista del 2024, soprattutto per quelli che dovranno recuperare terreno nei confronti della Red Bull. Il tutto sotto la spada di Damocle dei budget cap.

Sarà un problema anche per il management F1 riuscire a tenere alta l’attenzione nei confronti del pubblico. I recenti dati sull’interesse che genera il circus sono in netto calo a partire dal 2021, inizio del dominio Red Bull. Considerando la continuità dei regolamenti tecnici che dovrebbe garantire agli austriaci di dormire sogni relativamente tranquilli fino al 2026, si prospetta un bienno davvero duro per chi deve gestire la popolarità del marchio F1.

D’altronde è logico che, se la politica nei confronti degli appassionati tende a escludere sempre di più i “vecchi ” fan e ad accogliere a braccia aperte i “nuovi”, che sono in maggioranza molto giovani e abituati all’interazione social, ovvero mordi e fuggi e molto precaria in termini di fidelizzazione, in tempi in cui non c’è possibilità di una vera lotta per le gare e i campionati, l’interesse di chi guarda si sposta molto velocemente su altri lidi.

Ma se il problema principale al momento sembra essere quello di impedire l’entrata dell’undicesimo costruttore, reo di togliere 11 milioni di euro di dividendi ai team, allora si capisce chiaramente come tutto il baraccone sia diventato ancora più un’enclave chiusa e autoreferenziale. D’altronde c’è chi ancora prende il 38% degli incassi perchè ormai fa “parte dell’arredamento”…

Andretti sogna l’approdo in F1 e trattandosi di americani non lo fa certo per beneficenza, ma per vincere e cercare di guadagnare. Sarà molto difficile per lui in quanto 8 team su 10 sono contrari, in primis il paladino del “this is no right” Toto Wolff. Tra l’altro l’ingresso del più americano possibile dei team come quello della famiglia Andretti sarebbe un bel boost per l’interesse della F1 in terra USA, da sempre un pò snobbata e considerata il giusto, in ogni caso meno della Nascar per intenderci.

immagine da autoappassionati.it

L’affaire Andretti/Cadillac sembra essere l’ennesimo braccio di ferro tra F1 (Domenicali&team) e FIA dall’altra (Ben Sulayem), due controparti che sono più volte venute allo scontro recentemente. Alla fine è l’ineffabile dr.Marko a darci la spiegazione definitiva sul possibile no ad Andretti: oltre alla perdita di 11 milioni di dollari per ogni team, non c’è posto per un altro team nei già sovraffolati box degli autodromi che ospitano i GP. Semplice no?

*immagine in evidenza da givi.it

Rocco Alessandro