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86° 24 HEURES DU MANS

Quest’anno la situazione è anomala in quanto dopo solo una gara di campionato si va direttamente a Le Mans per l’evento clou dell’anno. La sfida per i team è ancora più grande, poiché dovranno far debuttare nel migliore dei modi le macchine, alcune delle quali completamente nuove, nella gara più lunga e impegnativa di tutte.

Nella pre-season si è discusso molto su come l’ACO avrebbe concesso ai team privati la possibilità di lottare o quanto meno tenere botta alle Toyota ibride. In questi mesi ci sono stati già diversi cambiamenti di EOT, sia dopo il prologo, sia dopo la 6 Ore di Spa; ora si attendono i parametri con cui si andrà in gara, dopo aver valutato i dati del Test Day a Le Mans. Ora come ora le P1 non-ibride hanno un fuel flow massimo di 108 kg/h, contro le Toyota che sono fisse a 80 kg/h; per quanto riguarda la lunghezza massima di ogni stint è stato deciso che le vetture giapponesi potranno fare un giro in più della pista della Sarthe rispetto ai privati. Da un certo punto di vista questo “vantaggio” può essere considerato antisportivo, ma bisogna ricordarsi che l’ibrido va premiato perché consuma in realtà quasi la metà di carburante di un motore endotermico delle LMP1 private, perciò potrebbe essere anche sensato garantire una percorrenza maggiore a chi consuma meno, considerando poi che in caso contrario la gente che guarda la gara e vede le Toyota fermarsi nello stesso momento delle endotermiche, può pensare legittimamente che i sistemi di propulsione elettrica abbinati ad un motore a scoppio non servono a niente. Comunque sia i tempi dei test, che sono da prendere con le pinze, ci hanno detto che il gruppo davanti sembra essersi impacchettato un po’. Ovviamente le Toyota sono davanti con un 3:19.0, ma le Rebellion è lì a 6 decimi, un po’ più staccate le BR1-Dallara del SMP Racing e la Bykolles, mentre ha ancora tanto da fare la Ginetta, che ha anche saltato la gara di Spa per problemi economici. Quindi è vero che la Toyota corre in un certo senso “da sola”, ma occhio che gli altri sono lì pronti, soprattutto le Oreca R13 del Rebellion sono quelle con i piloti veloci e la squadra più organizzata. Quindi quelli che dicono che Alonso ha già in tasca la vittoria dovrebbero guardare un po’ più a fondo le cose e sicuramente non hanno visto manco un 24 Ore di Le Mans.

Per esempio nel 2010 la Peugeot aveva 3 908-HDI ufficiali e una privata del team Matmut….dominò le qualifiche con il team ufficiale staccando le Audi R15 di 2 secondi. La domenica mattina però mentre conduceva la gara in 1°, 2° e 4° posizione, nel giro di un’oretta tutte e 3 le macchine si ritirarono per problemi tecnici, consegnando all’Audi una tripletta umiliante per i francesi in casa propria. Le Mans sceglie il suo vincitore, e anche Toyota ne sa qualcosa…fidatevi.

In questi giorni la FIA-ACO ha rivelato alcune linee guida del regolamento LMP1 a partire dal 2020, aprendo la porta a delle specie di GTP, in pratica prototipi sulla base delle Hypercar prodotte dai costruttori. Si va verso quello che i costruttori volevano da tempo: un collegamento molto solido con le auto da produzione. Secondo i rumors le case presenti alle riunioni di definizione del regolamento sono almeno Aston Martin, Ferrari, McLaren, Toyota, Ford e Porsche….ma ce ne potrebbero essere altre. Inoltre la FIA dice di essere a favore dell’ibrido e di ogni tecnologia innovativa riguardante la mobilità (si è parlato tanto di motori a idrogeno); in tutto ciò si pone il difficile obiettivo di ridurre sensibilmente i costi stagionali per un programma LMP1 del genere. Ne sapremo di più dopo la consueta conferenza stampa del venerdì di Le Mans.

La guerra vera di questa edizione sarà però in classe GTE Pro, con uno schieramento record di 17 vetture divise su 6 differenti costruttori. Sarà una sfida mai vista in precedenza, mai state così tante le macchine per la vittoria della classe GT. Dal test day emerge quello che si era visto nella gara di Spa: Ford e Porsche almeno una spanna sopra gli altri. Sia la compagine tedesca si quella americana arrivano con delle armate da 4 auto ciascuna, sfruttando le macchine della serie IMSA che hanno attraversato l’Atlantico per aggiungersi all’assalto di Le Mans. Inoltre le Porsche iscritte al WEC gestiste dal Manthey Racing, avranno delle livree inedite, celebranti la storia Porsche nel 70° anniversario della casa di Stoccarda. Infatti la #91 di Bruni-Lietz-Makowiecki indosserà una colorazione che richiama i colori Rothmans delle 956 e 962 degli anni ’80; invece la #92 di Estre-Christensen-Vanthoor è colorata con la vistosa livrea “Pink Pig” come la 917/20 degli anni ’70. Questa iniziativa è stata accolta in modo favorevole dai fan dai media. Le altre 2 vetture “americane” del team Core vestono invece la livrea classica. Le Ford GT invece come da tradizione sono tutte uguali e vengono dalla vittoria a Daytona e alla prima gara del WEC a Spa. Dietro c’è una bella lotta fra le due immancabili Corvette C7R, le 3 Ferrari 488 GTE EVO di AF Corse e le nuove BMW M8 GTE al debutto a Le Mans. Un po’ più staccate e molto lente in rettilineo ci sono le nuovissime Vantage GTE dell’AMR, ancora molto acerbe. Per l’Aston Martin il Test Day è stato un disastro ance a causa di un violento incidente occorso alla #95 di Sorensen nei pressi di Indianapolis dopo un contatto con ad alta velocità con una LMP2. Il pilota non ha avuto conseguenze, ma la macchina è stata in buona parte distrutta, costringendo gli uomini della Prodrive ad allestire in fretta una nuova scocca e la ricostruzione della vettura, prima di spedirla di nuovo in Francia.

Ovviamente nessuno ha spinto al massimo in questo Test, però sembra che delle fratture nelle prestazioni ci siano ed anche evidenti. Vedremo l’ultima revisione del BOP prima di iniziare la settimana di gara come sarà, dato che il BOP rilasciato per il test day è sembrato molto strano dopo quello che è accaduto in pista a Spa. Di sicuro Ferrari, BMW e soprattutto Aston (che ha inspiegabilmente il boost minore di tutti) dovranno ricevere un bonus per stare con gli altri. Vedremo. In ogni caso, con così tante auto è praticamente impossibile dire chi la spunterà, ora come ora le favorite sono Porsche e Ford, ma non si sa mai a Le Mans.

La categoria LMP2 è quella che più incarna lo spirito avventuriero e rende realtà il sogno dei gentlemen di partecipare con un proprio team o addirittura far parte dell’equipaggio. Inoltre nei vari equipaggi ci sono piloti velocissimi come Vergne, Maldonado, Albuquerque……

Per quello che riguarda le prestazioni delle diverse auto, nei test si è visto il solito dominio delle Oreca 07 anche se c’è da dire che i nuovi pacchetti aerodinamici a basso carico di Dallara e Ligier sembrano aver giovato molto alle vetture. Comunque in questa categoria la differenza la fanno i piloti e il lavoro in team…è molto più importante fare un assetto con cui il gentleman driver guadagni 1 secondo piuttosto che andare a ricercare il decimo di performance per il pilota professionista. Per cui è fondamentale una gara fuori dai guai e con un ritmo costante per tutta la line up. Ci sono ben 19 vetture a contendersi la vittoria…fra i favoriti ci sono sicuramente i vincitori dell’anno passato del Jackie Chan Racing, il team G-Drive che ha iniziato benissimo questa stagione, e il Signatech Alpine.

Infine c’è la classe GTE Am che prevede l’utilizzo di vetture con almeno un anno di omologazione alle spalle. Quest’anno c’è lo sbarco in massa della nuova Porsche 911 mid-engined che sta avendo molto successo nelle vendite, saranno infatti ben 6 le vetture portate in pista dai clienti della casa tedesca, fra cui il team italiano Ebimotors che ritorna a Le Mans dopo tanto tempo. Nei test sono andate molto bene le Porsche che hanno occupato le prime posizioni, inseguite da Ferrari e Aston Martin Vantage vecchio modello. Nonostante la gara di Spa abbia visto alla fine una doppietta Aston Martin, il passo delle Porsche è sempre stato leggermente migliore, e sembra che sui lunghi rettilinei della Sarthe abbia ancora un vantaggio. In questa classe più di tutte conta quanto costante e veloce riesce a guidare il Bronze driver, è questo che fa la differenza, non tanto il Pro driver che comunque si equivale fra tutti gli equipaggi.

ENTRY LIST/SPOTTER GUIDE: http://www.spotterguides.com/wp-content/uploads/2018/06/18_LM24_V1.pdf

TIMETABLE

Mercoledì 13 Giugno:

-16:00-20:00  PROVE LIBERE

-22:00-00:00 QUALIFICA 1

Giovedì 14 Giugno:

-19:00-21:00 QUALIFICA 2

-22:00-00:00 QUALIFICA 3

Sabato 16 Giugno:

-9:00-9:45 WARM UP

-15:00 START 24H LE MANS

LIVE TIMING: http://www.sportscarglobal.com/LiveTiming.html

Dopo tanti anni di Le Mans seguita da casa fra TV e Pc quest’anno si è finalmente creata l’opportunità di assistere dal vivo alla gara più famosa del mondo. E’ un sogno che si avvera perché è da tanto che volevo andare…spero di vivere un’esperienza fantastica e che non sarà l’ultima volta!

Cercherò di tenervi compagnia anche da là, provo a postare qualche foto e video per condividere questa avventura anche con voi. Il bello è che non c’è solo la 24 Ore, ma dal vivo si riescono a vedere anche le altre gare…le LMP3, la Michelin Le Mans Cup, la Carrera Cup francese e quest’anno l’Aston Martin Festival che per uno come me vale da solo il prezzo del biglietto!!

Commentate e sostenete questa gara che ha sempre bisogno di nuovi fan!

Grazie e buona Le Mans a tutti!!

Aury

Vettel onora Gilles e domina in Canada

In Formula 1 ci sono, fortunatamente, ancora dei luoghi magici, legati ad un pilota e ad una scuderia, nonostante le vittorie siano state merce rara, o, anzi, proprio grazie a questo.
E Montreal vuol dire numero 27 rosso. La prima vittoria di Villeneuve esattamente 40 anni fa, l’impresa di Gilles con l’alettone anteriore smontato 3 anni dopo, la doppietta del 1985 ad opera del grande Michele e di Johansson, e, 10 anni dopo, la prima e unica vittoria di Alesi. Sempre il 27. Poi l’indigestione dell’era Schumacher, l’ultima vittoria nel 2004, l’ultima pole nel 2001 e a seguire più niente. Perchè sul circuito canadese ha imposto il suo dominio Lewis Hamilton.

Fino a ieri, quando il suo grande rivale di questo periodo, che di nome fa Sebastian e di cognome Vettel, ha di nuovo piazzato la rossa in pole, lasciando Lewis nervoso alle prese con i suoi problemi. E in gara ci regala un dominio come, per la Ferrari, non se ne vedeva da tempo.

Pronti, via, e Vettel saluta subito la compagnia, portandosi dietro, a debita distanza, la Mercedes sbagliata per i tedeschi e giusta per lui, quella di Bottas, che in questo week-end si è mostrato molto più forte del compagno, a parità di motore spompato (da segnalare l’ottimo controllo sull’arrembante Max). Probabilmente Lewis è incappato in uno di quei fine settimana che ogni tanto ci regala, dove avrebbe bisogno di girare per una settimana per capirci qualcosa. E stranamente in queste occasioni il compagno, meno forte per definizione, viaggia che è un piacere. E così i primi due si fanno metà gara con le gomme viola, girando su ottimi tempi, e l’altra metà con quelle rosse, arrivando in fondo indisturbati e in totale gestione della situazione. L’unico ad utilizzare una strategia simile è Raikkonen, il quale però ha navigato per tutta la gara in un’anonima sesta posizione, senza mai essere in grado di attaccare quello davanti. E, citando Forrest Gump, su questa faccenda non ho nulla da aggiungere.

Dietro ai primi due, in fila dall’inizio alla fine, o quasi, Verstappen, Ricciardo ed Hamilton. L’unico sorpasso si è visto ai box, con Daniel autore di un insolito overcut su Lewis. Strano, perchè il venerdì si diceva che le Red Bull avessero un passo gara strepitoso, e fossero pronte a sverniciare tutti in partenza con le loro gomme hyper-soft. Ma il passo gara, si sa, è buono giusto per scrivere qualcosa sulle FP1 e FP2, ma poi la domenica è un’altra cosa.

Poco divertimento, insomma. Anche dietro i primi 6 non si è visto molto movimento in più. A parte i primi giri, con il botto iniziale fra Stroll e Hartley che ha tolto di mezzo subito e in una volta sola due dei maggiori candidati a dare lavoro a Maylander. Una ruotata di Sainz a Perez a alla ripartenza e poi la solita processione, con le due Renault “best of the rest” ad un intero giro di distacco, poi Ocon che questa volta non ha avuto bisogno di cedere il passo alle Mercedes, e il solito immenso Leclerc,

Fuori dai punti, di pochissimo, Gasly con il motore Honda aggiornato, poi le due Haas molto al di sotto delle aspettative, Perez,  penalizzato dalla citata ruotata, e poi, a 2 giri di distacco, i casi disperati: Ericsson, col quale il compagno ha ristabilito le distanze, Vandoorne con una McLaren assurdamente lenta, e Sirotkin con una Williams in versione “cosa ci siamo venuti a fare qui”.

Ritirati i già citati Stroll e Hartley, e il povero Alonso, al quale gli dei della meccanica sono amici più o meno quanto lo erano con Patrese ai bei tempi (in Toyota pare abbiano già assunto uno stregone, memori degli eventi di due anni fa).

La Ferrari riparte dal Canada con Vettel là dove è giusto che sia, e cioè in cima alla classifica mondiale. E si sposta su un circuito storico, il Paul Ricard, un nome che a chi, come chi scrive, è stato testimone di diversi decenni di Formula 1, riporta alla mente un’epoca con macchine e piloti straordinari. Anche se, ovviamente, non è più quello di una volta, con quel fantastico rettilineo di 1800 metri terminato da una velocissima curva a destra. Troppo pericoloso, meglio metterci una chicane in mezzo.

La prima gara disputata al Ricard che ho avuto l’occasione di vedere alla TV fu quella del 1978, e mi colpì il fatto che dall’inizio alla fine la classifica che appariva in sovrimpressione sul piccolo schermo in bianco e nero cambiò pochissime volte. Anche all’epoca c’erano gare noiose, ma erano un’eccezione, oggi sono diventate la regola, con piloti che devono fare durare i motori per 7 GP e le gomme per qualche giro in più. Altrimenti gli ingegneri si arrabbiano. Le ultime due gare che abbiamo visto devono suonare come un campanone d’allarme per i signori che governano la Formula 1. Esiste già un campionato Endurance e si corre con macchine a ruote coperte. Di sicuro sabato e domenica prossimi ci divertiremo molto di più.

BLANCPAIN GT ENDURANCE CUP – 1000 KM PAUL RICARD

Siamo giunti al terzo appuntamento del Blancpain Endurance Cup, dopo la gara inaugurale di Monza e quella di Silverstone.

Facciamo un po’ il punto su quanto accaduto in terra inglese. Al termine delle 3 ore di gara la vittoria è andata all’Aston Martin Vantage GT3 del R-Motorsport con Vaxiviere-Dennis-Thiim, ma è un risultato ancora sub-judice poiché il team ha fatto appello dopo che i commissari SRO hanno riscontrato un’irregolarità nel data-logger al termine delle qualifiche, che appunto hanno visto l’Aston in pole. La Vantage #76 è stata praticamente sempre in testa tranne dopo il primo pit stop quando la Mercedes #88 del team AKKA era passata al comando, resistendo soltanto pochi passaggi al ritorno furioso della vettura inglese. Sul secondo gradino del podio è salita appunto la Mercedes con Christodoulou-Vautier-Marciello, mentre al terzo posto ha concluso la nuova Lexus RCF GT3 del Team Emil Frey con Klien-Ortelli-Seefreid. La gara è stata assolutamente lineare senza nessuna Safety Car o FCY, solo qualche bandiera gialla. Quarta è arrivata l’Audi vincitrice a Monza e leader del campionato con Vanthoor-Mies-Ribeiras. La Ferrari del SMP Racing è giunta in settima posizione dopo un’ottima rimonta da centro-gruppo soprattutto grazie agli stint di Molina e Rigon. Solo decima piazza per la Lamborghini Huracan dei campioni in carica del Grasser RT, mentre le nuove Bentley hanno avuto problemi in qualifica e sono dovute scattare dal fondo dello schieramento, non avendo di fatto chance di rientrare in lotta per dei punti.

https://www.youtube.com/watch?v=br2dF0g7lms&t=109s

Ora siamo a Le Castellet sullo storico tracciato francese… Qui la gara sarà una piccola anticipazione della 24 Ore di Spa, perché innanzitutto si corre su 6 ore e in più si comincia sabato pomeriggio per finire quasi a mezzanotte con la pista avvolta nel buio. Come ogni anno questo format permette di godere di immagini stupende…il tramonto sul lunghissimo Mistral…..i fari delle vetture che disegnano scie di luce e si inseguono nella notte…

Quest’anno ci sarà il ritorno della F1 al Paul Ricard, perciò sono stati effettuati molti lavori di ammodernamento dei box e del paddock, oltre ad una riasfaltatura completa della pista. Già nei test di Marzo si è osservato che i tempi sono molto più veloci, circa 4 secondi per le GT3. L’entry list non riserva grandi sorprese rispetto a quella di Silverstone, solo qualche sostituzione di pilota non particolarmente significante.

 

ENTRY LIST

https://www.blancpain-gt-series.com/entry-list?filter_meeting_id=100

 

A causa del clash con il campionato IMSA a Detroit alcuni piloti, ad esempio Vautier, non saranno in gara; inoltre Domenica c’è il Test Day a Le Mans per la 24 Ore…the BIG ONE. Molti piloti arriveranno direttamente dagli States, mentre quelli del Blancpain dovranno viaggiare verso Nord in nottata per raggiungere La Sarthe.

LIVE STREAMING/TIMING

https://www.blancpain-gt-series.com/live

 

La Gara parte alle 17.45 di Sabato 2 Giugno.

Buon divertimento!!

Aury

Ricciardo vince la processione per Santa Devota

Come è ben noto, ci sono eccezioni che confermano le regole. Nel caso di oggi la regola era “il Gran Premio di Montecarlo è una roulette”. E in data odierna c’è stata l’eccezione, perché abbiamo assistito ad una vera e propria processione. Tutti dietro ad un grandissimo Ricciardo il quale, nella solitudine del suo abitacolo, ha dato molto più spettacolo di quanto si sia visto da fuori.

Già dalle prove si era capito che su questa pista la RedBull volava, con Ricciardo costantemente il più veloce, e il compagno vicinissimo. Ma, soprattutto, i diretti avversari, e in particolare la Mercedes, erano in forte difficoltà con le mescole portate dalla Pirelli. Era lecito prevedere battaglia fra i due galletti nel pollaio anglo-austriaco, ma evidentemente Verstappen è più abituato alla realtà virtuale che a quella reale, dove se tocchi un rail qualcosa si rompe, e nel finale delle FP3 ci dona un replay dell’incidente del 2016, il che lo costringe a saltare le qualifiche, a partire dal fondo e a prendersi una ramanzina sia dal padre Jos che da nonno Helmut.

Il tutto con Ricciardo che domina le qualifiche stabilendo il record della pista con un incredibile 1’10″810, lasciando Vettel ed Hamilton a debita distanza.

Ma la grande incognita per la gara sono, come detto, le gomme. Interrogato in proposito, Hamilton dichiara di non avere la minima idea di cosa aspettarsi. E in effetti l’impressione è che nessuno, a parte forse Red Bull, abbia delle certezze sulla strategia, perchè le 3 mescole portate dalla Pirelli (le 3 più morbide) hanno dimostrato di essere tutt’altro che affidabili, con diffusi problemi di graining aggravati, oggi, dall’abbassamento delle temperature

Ricciardo, Vettel, Hamilton, Raikkonen, Bottas, Ocon si qualificano in quest’ordine, sfilano a Santa Devota in quest’ordine e arrivano in quest’ordine. In mezzo il nulla, o quasi. 78 giri giri di tempi altalenanti, un po’ piano, un po’ veloce, con le macchine in fila e a debita distanza. Prima parte di gara in 1’16”-1’15” alto, poi dopo il cambio gomme 1’18”, 1’19”, 1’20”. E Verstappen, in virtù di una macchina nettamente più forte, unico ad effettuare qualche sorpasso e qualche giro un po’ più veloce, ma solo in completa sicurezza, perchè un altro incidente sarebbe stato intollerabile.

Qualche considerazione di un certo rilievo la si può comunque fare. Cominciando proprio dal vincitore, il quale era evidentemente predestinato a salire sul gradino più alto del podio, ma non ha avuto vita facile a causa di un problema elettronico manifestatosi dopo i primi giri, e che lui, a detta della squadra, ha gestito in un modo che ha fatto ricordare Schumacher a Barcellona nel 1994, quando vinse facendo buona parte della gara con il cambio bloccato in quinta (oggi, va detto, Daniel di marce ne aveva 6). Ma più del trofeo del vincitore, e del proprio nome nell’albo d’oro del GP di Monaco, questa gara per Ricciardo significa chiudere definitivamente la bocca a tutti coloro che, anche nella sua squadra, lo ritengono inferiore (a prescindere) rispetto a Verstappen. Tutti i grandi campioni del passato hanno vinto a Montecarlo. Lui l’ha fatto, Max invece ha fatto esperienza con il rail 4 volte in 4 edizioni disputate. Chi vuol capire, capisca, gli altri continuino pure a sostenere che il giovanotto è più forte, ma sappiano che lo fanno a dispetto di ciò che hanno detto, fino ad ora, le classifiche mondiali. Forse in Red Bull se ne stanno rendendo conto, a giudicare dai festeggiamenti che gli hanno riservato prima del podio.

Seconda considerazione: la Ferrari anche oggi non ha portato a casa il risultato che era lecito aspettarsi. Lo scorso anno fu una doppietta, oggi un secondo e un quarto posto, soli 3 punti guadagnati su Hamilton che è diventato maestro nell’arte di limitare i danni.

Sorvoliamo sui finlandesi, e arriviamo ad ottimo Ocon, primo degli altri ma molto vicino a loro, e a Gasly, autore di una prestazione che potremmo definire favolosa, considerando che guida una Toro Rosso motorizzata Honda, e che era al suo primo GP di Monaco su una F1.

Le due Renault sono sempre una costante, ma più di così non fanno, di Verstappen abbiamo già anticipato, un nono posto partendo ventesimo a Montecarlo non è da buttare via, ma lui non doveva partire in fondo, ovviamente.

Gli altri non sopra citati hanno semplicemente provato ad arrivare in fondo o non ci sono arrivati. Come Alonso e Vandoorne con una McLaren non all’altezza. Come Magnussen e Grosjean, per i quali è lecito pensare che il team avesse dimenticato a casa il setup corretto della monoposto per Monaco. O come i due della Williams, inguardabili come la macchina che guidano, e assolutamente fuori posto in teatro prestigioso come quello monegasco.

Ora si va in Canada, circuito all’opposto di quello del principato, e ci si arriverà con 2 gare vinte a testa per i 3 piloti di punta dei 3 team più forti. Non male per il campionato, ed è sperabile che la particolare configurazione aerodinamica che sarà necessaria, con un carico molto più basso, consenta di vedere qualche sorpasso in più rispetto alla processione a Santa Devota che abbiamo visto oggi.

P.S. la Pirelli si vanta di portare gomme “imprevedibili” per aumentare lo spettacolo. Oggi le gomme erano effettivamente imprevedibili ma di spettacolo non se ne è visto. Anzi, abbiamo visto per quasi 2 ore macchine estremamente performanti, guidate dai migliori piloti al mondo, andare in giro come dei taxi. Se questo è soddisfacente per la Pirelli stessa, anche da un punto di vista del ritorno di immagine, meglio per loro.

 

 

 

2018 F1 Monaco GP: An Introduction

Giunge ineluttabile anche quest’anno il momento del GP del glitz and glamour, con quel misto tra l’odore di gomma bruciata e di bollicine vintage riconducibile ad un solo appuntamento del calendario: Monaco. Data la particolare natura della gara, la consueta presentazione viene sostituita dai consigli turistici del BRing per passare il miglior weekend possibile nel principato.

COME ARRIVARE

La maggior parte dei lettori di questo ameno luogo è certamente dotata di natante personale. Ci appelliamo però alla coscienza ecologica dei suddetti, e suggeriamo di presentarsi con un mezzo a quattro ruote. Quest’anno si consiglia di dotarsi di una Ferrari, auto agile favorita dal layout delle stradine monegasche. Non è consigliato allungarsi a prendere le chiavi del vostro bolide Made in Stuttgart-Brackley, a causa delle eccessive dimensioni. Importante abbinare pneumatici dal giusto cromatismo, e nel 2018 il colore dominante pare sarà il rosa confetto. È consigliabile decorare il suddetto pneumatico con nomi degni di un film Marvel, o in alternativa di una catena di supermercati.

LO CHAFFEUR

Si sa, l’auto non andrebbe mai guidata da soli, ma affidata alle capaci mani di uno chaffeur professionista. Le strade monegasche hanno colto impreparati moltissimi autisti, e dunque il processo di selezione è fondamentale. Meglio evitare chaffeur transalpini, che già hanno problemi con i guardrail lontani, figuriamoci in un cittadino. Detto ciò, è generalmente consigliabile affidarsi a professionisti di lungo corso, basta che non sia troppo tardi la sera. In quel caso, vi consigliamo di camminare, che è preferibile.

DOVE PARCHEGGIARE

Veniamo ora alla vera problematica del principato, ovvero dove lasciare la macchina quando si va a giocare al casinò. Ci scrivono molti lettori con suggerimenti di vario tipo, e noi li riportiamo. Un utente dall’Olanda ci spiega che i parcheggi alla Santa Devota sono generalmente comodi e larghi, l’importante è posteggiare velocemente, senza aver paura di rigare leggermente la vettura. Un locale ci fa sapere che il sabato pomeriggio si può tranquillamente parcheggiare dalle parti del Mirabeau, e che i vigili sono molto permissivi da questo punto di vista. Meglio evitare, invece, la stessa manovra vicino alla Rascasse. Infine, sappiamo tutti che la domenica è il momento più caotico del weekend, ed è perciò necessario inventarsi qualcosa di diverso. Per esempio, il parcheggio su due ruote, possibilmente con l’aiuto di qualche amico da usare come leva.

COSA FARE

L’attrazione principale di Montecarlo è sicuramente il casinò. Consigliamo di partecipare ad un gioco relativamente nuovo ma già popolarissimo. Si tratta di estrarre da un sacchetto un numero, corrispondente alla vettura che dovrà effettuare un pit stop durante un giro a vostra scelta. C’è anche la possibilità di giocare il fil rouge e decidere quante gomme saranno presenti quando il pilota estratto si presenterà sulla piazzola di sosta. Non vorrete mica dirmi che negli ultimi 3 anni le strategie sono state fatte dai muretti vero?

SU CHI  PUNTARE

A questo punto dovreste averlo capito.