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VERSTAPPEN SBAGLIA, RECUPERA E VINCE IN FRANCIA

Dopo due anni si torna al Paul Ricard, circuito storico rientrato nel mondiale nel 2018. E, come a Montecarlo, si vede un bel pubblico sulle tribune e anche nel paddock.

Le ultime due settimane sono state contraddistinte da forti polemiche sul presunto uso di pressioni irregolari durante la gara, che sarebbero state all’origine delle gomme esplose a Baku sulle vetture di Verstappen e Stroll. Un Toto Wolff estremamente combattivo (e, probabilmente, preoccupato), si è battuto per avere chiarezza su questo tema, così come sulle ali flessibili. E la FIA gli ha risposto, con una nuova direttiva tecnica e nuovi controlli sulle pressioni, e l’aumento dei carichi statici per il controllo delle ali.

In teoria la Red Bull avrebbe dovuto essere il bersaglio di queste restrizioni, ma così non è stato. Il sabato, infatti, Verstappen coglie una  pole magistrale, con le due Mercedes a debita distanza e alle prese con problemi nel far funzionare le gomme nella giusta finestra di temperatura.

La pioggia caduta nella mattinata di domenica scombussola i parametri acquisiti dai team durante le prove relativamente alla durata delle gomme. Quando si spengono i semafori, Max spreca la pole del sabato con un errore alla prima curva. L’olandese perde il posteriore in uscita e va largo, lasciando passare Hamilton. Dietro di loro Bottas, Perez e Sainz mantengono la posizione, mentre Leclerc deve difendersi da un Alonso indiavolato.

I primi 15 giri vivono sulle lamentele di tutti per il graining e il degrado, molto maggiore di quanto ci si aspettasse, e sulla caccia ad Alonso, trasformatosi da predatore a preda, che viene superato da Ricciardo, Norris e Vettel nell’arco di pochi giri.

Anche le due Ferrari soffrono come lo spagnolo, ed è Leclerc ad aprire il valzer dei pit-stop al giro 14. E con gomma dura nuova, il monegasco inizia a volare.

I primi 4 hanno scavato un solco fra sé ed il resto del gruppo, Bottas viene incitato a prendere Verstappen, ma non riesce ad avvicinare l’olandese.

Il secondo dei primi a fermarsi è Ricciardo, che tenta l’undercut su Gasly, ma perde la posizione su Leclerc.

E’ poi il turno di Bottas, che tenta a sua volta l’undercut su Verstappen. Subito dietro si fermano Sainz e Gasly. Entrambi perdono la posizione su Leclerc e Ricciardo.

Max si ferma subito, e riesce per pochissimo a stare davanti a Bottas. Si ferma anche Hamilton, e quando esce dai box si materializza incredibilmente al suo fianco l’avversario olandese, che riesce a stargli davanti.

In testa alla corsa c’è a questo punto Perez, che viene rapidamente ripreso dagli altri tre, ma viene fermato per il pit-stop prima di essere raggiunto e potere dare fastidio alle due Mercedes.

Hamilton segue come un’ombra Verstappen, ma nemmeno con il DRS aperto riesce ad avere l’occasione per superare l’olandese. Al giro 30, il ritmo dei primi tre è troppo elevato, e a questo punto non è certo che riescano ad evitare un’ulteriore sosta.

Chi è già in crisi con le gomme è Leclerc, che viene rapidamente passato da Ricciardo, Sainz, Gasly e Norris. Per Sainz le cose non vanno molto meglio. Anche lui viene passato in tromba dalle due McLaren.

Al giro 33, la Red Bull decide di non rischiare l’undercut e ferma Verstappen per montare gomma media. A questo punto per Hamilton l’unica possibilità di vittoria è andare fino in fondo con lo stesso set di gomme, ma non sarà così facile, visto che è già vittima di un forte graining sull’anteriore sinistra.

Al giro 44 Max passa Bottas e si mette a caccia di Lewis. Con 7 giri e 5 secondi da recuperare si profila l’ennesimo miracolo di Hamilton, e l’ennesima delusione per Verstappen. Ma ormai le gomme dell’inglese sono finite, e a due giri dalla fine, alla staccata della chicane posticcia sul rettilineo del Mistral, l’olandese infila l’avversario, il quale non oppone nemmeno troppa resistenza, finendo così per vincere un gran premio iniziato con un errore clamoroso.

Nel frattempo, Perez aveva superato Bottas, salendo così ancora una volta sul podio e confermando l’ottima scelta fatta dalla Red Bull puntando su di lui anzichè su un giovane da passare al frullatore. 

In quinta e sesta posizione concludono le due McLaren, con Ricciardo dietro a Norris ma, per una volta, in grado di stargli vicino. Settimo Gasly e ottavo Alonso, entrambi autori di un’ottima gara. Nono Vettel, ancora a punti, e a chiudere la zona punti Stroll, rimontato dall’ultima posizione.

Pessima gara per le due Ferrari, con Sainz undicesimo e Leclerc addirittura sedicesimo. Lo sviluppo della SF21 è stato sospeso, e questo rischia di essere lo standard che vedremo da qui in avanti, con buona pace del terzo posto in classifica.

Ora si va in Austria, in casa Red Bull, per una doppia gara. Le cose iniziano a mettersi male per la Mercedes, per la prima volta nell’era ibrida. La RB16B è chiaramente superiore alla W12, e Verstappen sembra essere arrivato al punto giusto di maturazione per diventare campione del mondo. Mancano ancora tante gare, e si profila una lotta entusiasmante, giocata sul filo dei secondi.

P.S.
Nel dopogara, ai microfoni di Sky, Toto Wolff è parso piuttosto abbacchiato. L’abitudine a stravincere avendo come avversario la Ferrari, le cui furberie erano evidentemente più facili da smascherare, gli ha fatto evidentemente perdere la capacità di gestire la sconfitta. Non sono bastate le proteste per le ali flessibili e le pressioni, prontamente raccolte dalla FIA, per mettere dietro la Red Bull. Per la prima volta in otto anni, hanno di fronte un avversario tosto almeno quanto loro, da un punto di vista dell’astuzia, oltre che del patrimonio tecnico. Il team tedesco ha l’occasione di chiudere una volta per tutte la bocca a chi sostiene che negli ultimi 7 anni ha vinto facile grazie al vantaggio iniziale, vedremo se sapranno mantenere la calma o se assisteremo al declino della armata più invincibile che la storia della F1 abbia mai conosciuto.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO DI FRANCIA

Inizia un Giugno letteralmente di fuoco per la F1, tre gare una in fila all’altra e con una variabile in più che potrebbe dare fastidio a molti team: le alte temperature atmosferiche.

Il primo Gp del trittico di Giugno è il GP di Francia sul circuito Paul Ricard.

Il circuito in sè sarebbe anche bello e divertente se non fosse che lo hanno trasformato in una sorta di parcheggio fieristico per gente sotto effetto di LSD.

Ergo, vie di fughe ampissime, tutte asfaltate e dalle improbabili colorazioni a linee blu, chicane a spezzare rettilinei infiniti e addio a quel fascino che il Paul Ricard originale possedeva.

Circuito veloce, con lunghi rettilinei e curvoni ad alta velocità,non proprio il massimo per una monoposto come la SF21H. Vero è che i miglioramenti dalle prime gare dell’anno sono stati tanti ma, in teoria, in Francia la Ferrari dovrebbe essere costretta a giocare in difesa.

Considerando la gestione gomme (soprattutto con il pieno di carburante) e il caldo che farà in gara, la domenica della Ferrari potrebbe essere davvero difficile, proprio quando c’è da difendere il terzo posto nei costruttori appena conquistato.

Molto più “serena” dovrebbe essere l’approccio della McLaren, che troverà nei lunghi rettilinei un valido alleato.

immagine da mclarenf1nation.com

Se Norris continua ad essere la roccia alla quale tutto il team si aggrappa, Ricciardo invece continua ad essere una barca in balia della onde. Anche il GP azero è stato avaro di soddisfazioni e l’australiano non arriva in Francia in una bella situazione.

Chi arriva in gran forma invece è Vettel, reduce da un gran secondo posto a Baku, come ai tempi belli. La Aston Martin continua ad essere una monoposto ostica e non ancora compresa a fondo ma evidentemente l’esperienza di un quattro volte campione del mondo comincia a dare risultati.

Per l’ex Racing Point ci sarà da valutare anche il caso delle pressioni gomme che impatterà un pò su tutti i team. L’incidente di Stroll a Baku (come quello di Verstappen) potrebbe essere dovuto alla troppa disinvoltura con cui i team giocano con le pressioni e i metodi di gonfiaggio degli pneumatici.

immagine da f1ingenerale.com

In tal senso è già arrivata una direttiva FIA che dovrebbe dipanare l’ennesima matassa di una delle aree grigie del regolamento tecnico. Intanto sembra già accertato che almeno 5 team su 10 hanno giocato con le pressioni delle gomme. Tra queste non ci sarebbe la Ferrari ma il condizionale è d’obbligo.

Alpine arriva alla gara di casa dopo una serie di buone prestazioni, non ultimo il sesto posto di Alonso a Baku. Essendo il GP di casa ci tengono a fare bene, vedremo come si adatteranno ad un tracciato “tradizionale” dopo due “cittadini” di fila.

Per Alpha Tauri un Gp in cui avere la prova del nove sul “nuovo” Tsunoda, che sembra cominciare a capire che i risultati ottenuti in pista sono direttamente proporzionali al suo tenere a freno il suo carattere e una lingua fin troppo lunga. Per Gasly, reduce dal podio azero, un’altra bella occasione di portare a casa punti pesanti.

Mercedes dovrà necessariamente battere un colpo al Paul Ricard dopo due GP piuttosto deludenti. La squadra e i piloti ne hanno combinate un pò di tutti i colori tra Montecarlo e Baku e il risultato è una Red Bull in fuga nel mondiale costruttori e in testa in quello piloti. Servirà tutto il talento di Hamilton per cercare di ribaltare la situazione.

immagine da planetf1.com

Quello che davvero manca in questo momento è Bottas, che dà sempre più l’impressione di essere con un piede fuori dalla squadra e anche dalla F1.

Verstappen deve ringraziare Perez (e le dita maldestre di Hamilton) se ancora conserva la testa del mondiale. In Francia è presumibile aspettarsi una Mercedes di nuovo in palla per cui l’imperativo è quello di replicare la prestazione di Baku, gomme permettendo.

Williams, Alfa Romeo, Haas in rigoroso ordine. Chissà che la fortuna non premi nuovamente uno di questi team con qualche punticino dopo il decimo posto di Raikkonen a Baku.

Tre gare e 75 e più punti in palio. Più che vincere sarà fondamentale sbagliare pochissimo, andare sempre a podio ed essere fortunati. Il caldo tornerà ad essere una variabile importante, potrebbero esserci grosse sorprese. Non sarebbe male tornare almeno per un pò ad una F1 più imprevedibile in termini di problemi di affidabilità.

Da valutare anche l’effetto della direttiva Fia in merito alla pressione delle gomme. Probabile che l’allineamento alle indicazioni della Pirelli non provocherà enormi variazioni in termini di competitività ma darà sicuramente fastidio a qualche team sulla gestione delle gomme in gara.

Qualcuno perderà qualche posizione e qualche punto molto importante, la Red Bull è avvisata.

*immagine in evidenza da F1i.com

Rocco Alessandro

 

 

F1 2021 – GRAN PREMIO D’AZERBAIGIAN

Il GP di Montecarlo, come da copione, ha offerto poco spettacolo in pista ma ha reso nuovamente incertissima la lotta per il titolo mondiale.

Complice il tragicomico ritiro di Leclerc, quello altrettanto fantozziano di Bottas e una gara davvero incolore del leader Hamilton, Verstappen si è portato a casa vittoria e primo posto nella classifica mondiale.

Quattro miseri punti dividono i due unici contendenti al titolo 2021 dopo che le prime quattro gare avevano dato la netta impressione che il pacchetto Hamilton/Mercedes fosse ben più attrezzato di quello Verstappen/Red Bull.

Adesso è il turno di Baku e del suo tracciato cittadino a metà strada tra la velocità di Monza e le stradine del Principato.

Ecco, diciamo subito che la palma del “maniavantismo” questa volta se la becca la Ferrari, che ha già dichiarato che correrà in difesa sul circuito azero.

immagine da quotidiano.net

Le simulazioni hanno dato poche speranze ai rossi di condurre una gara da protagonisti, principalmente per la presenza dei lunghi rettilinei che dovrebbero penalizzare non poco la SF21H.

Certo potrebbero esserci delle sorprese, in primis la gestione delle gomme di uno step più morbido rispetto al GP del 2019, ma in Ferrari sembrano pronti a vivere un weekend in cui dovranno cercare di mettersi alla spalle il triello Aston Martin/Alpine/Alpha Tauri piuttosto che combattere con McLaren.

Proprio la McLaren viene data come grande protagonista a Baku grazie alle velocità di punta elevate mostrate in questo inizio di stagione. Norris è gran forma e reduce dal podio monegasco, qualche dubbio in più su Ricciardo che non ha un gran feeling con la pista azera: due ritiri nelle ultime due edizioni e il famoso autoscontro con l’allora team-mate Verstappen.

Uno che di scontri a Baku se ne intende è Vettel che arriva ringalluzzito dall’ottimo weekend di Montecarlo che probabilmente (anche se lui non lo ammetterà mai) gli ha fatto capire di avere ancora qualcosa da dare al mondo della F1. Non è da meno il suo compagno Stroll che a Baku ha conquistato il suo primo podio in carriera e si è sempre fatto valere.

immagine da motorbox.com

Paradossalmente proprio la Aston Martin è l’incognita del weekend, una monoposto che nelle intenzioni doveva ricalcare le prestazioni della W11 Mercedes ma che si sta rivelando peggiore delle aspettative.

In Alpine e Alpha Tauri al momento il problema più grande sono i piloti. Se per Tsunoda, dopo gli exploit iniziali e le tante (troppe?) lodi c’è stata una netta involuzione anche caratteriale che lo ha messo nel mirino di Marko, sorprendente invece pensare ad un Alonso come l’attuale anello debole della Alpine.

Lo stesso Alonso ha più volte ammesso che al momento fa fatica a “copiare” le prestazioni di Ocon ed è in difficoltà soprattutto per un calendario che lo hanno visto correre su piste sulle quali non correva da un bel pò di tempo, guardando al GP di Francia come ad un nuovo inizio di campionato.

immagine da motorbox.com

Il GP di Monaco è stato sorprendente anche nel dualismo Schumacher/Mazepin, con il primo che ha inanellato una serie di errori che ci si sarebbe aspettati dal secondo. Baku sarà l’ennesima tappa di un campionato corso nelle ultime posizioni e valido esclusivamente come apprendistato, con l’imperativo di portare a casa un weekend con le macchine integre per entrambi.

Tra Williams e Alfa Romeo puntiamo decisamente più sulla prima che sulla seconda ma difficilmente porteranno a casa qualche punto alla fine della gara di domenica.

Dulcis in fundo, i due litiganti Mercedes e Red Bull. Come per gli ultimi appuntamenti continua il teatrino delle accuse reciproche, risposte piccate e provocazioni: ali flessibili, track limits, guerre psicologiche e tecnici “rubati”.

Non ci si fa mancare neanche il vecchio adagio del “ci aspettiamo un GP difficile” oppure “vedo i nostri avversari forti su questa pista”, niente di nuovo anche se molto noioso.

immagine da motorbox.com

Di sicuro entrambi i team dovranno elevare il loro livello di attenzione ed efficienza in gara dato che a Baku spesso e volentieri ci sono state gare “pazze” in cui cogliere l’attimo e fare le scelte giuste al momento giusto.

Probabilmente più che in altri circuiti saranno fondamentali Bottas e Perez, con il finlandese che è sempre andato molto forte in Azerbaigian.

Pirelli, come già accennato, porterà delle mescole di uno step più morbide rispetto all’ultima edizione datata 2019, questo dovrebbe far considerare ai team una strategia alternativa a quella dell’unica sosta.

Curiosità soprattutto nel capire se Hamilton ha resettato il cervello dopo lo sfacelo monegasco e se Verstappen è davvero entrato in modalità “prostiana”, ovvero quando non si può vincere, non strafare e accontentarsi di quello che viene.

*immagine in evidenza da alvolante.it

Rocco Alessandro

 

 

BASTIAN CONTRARIO: LA COLPA DI OSARE

Esattamente quindici giorni fa, su questa rubrica, il sottoscritto senza perifrasi (e peli sulla lingua) affermava che Ferrari aveva imboccato la strada giusta. Il GP di Montecarlo è stata una piacevole conferma a quanto detto. Persino il Team Principal Binotto ha affermato che non si sarebbero aspettati di poter essere in condizioni di vincere. In tempi di fake news (e con Toto che fa da maestro nel trollare l’intero paddock) quanto c’è da credere veramente al buon Mattia? Pretattica o meno va da se che è proprio vero il vecchio adagio del:“chi va bene  a Barcellona va bene ovunque”. I token spesi per il retrotreno si sono rivelati un ottimo investimento e là dove la trazione conta Ferrari può dire la sua. Ciò che veramente è importante (non finirò mai di ripeterlo) è che il lavoro speso in GeS porta (finalmente!) i suoi frutti. Questa è la vera notizia su cui ci si deve concentrare, perché questa metodologia di lavoro è la stessa che verrà utilizzata per affrontare il regolamento prossimo venturo.

Non finirò mai di ripetermi in merito a questo argomento: la ricerca della vittoria in questo mondiale da parte della Ferrari, sebbene sia sacrosanta, è allo stesso tempo fine a se stessa considerando che l’obiettivo dichiarato è un altro. Tuttavia, se questa agognata vittoria si presentasse come dono dell’Altissimo, di certo non lo disdegnamo. Ed è proprio quello che è successo nel weekend monegasco dove tutta la squadra rossa ha capito che poteva e doveva osare nell’inseguire questo sogno, e se osare è una colpa allora Ferrari è colpevole. Non a caso parlo di colpa visto che dopo il botto di Charles, come sempre, polemiche e speculazioni non sono mancate. Speculazioni che sono divenute sentenze dopo aver visto Leclerc arrivare ai box zoppo, subito dopo aver messo la macchina in pista, ed aver capito che anche quest’anno la maledizione “del DNF nel GP di casa” si sarebbe rinnovata.

Il tifo come sempre deve essere accantonato e bisogna analizzare con lucidità quanto successo. Se esiste un colpevole per quanto visto domenica allora il beniamino monegasco è l’indiziato numero uno. Charles è colpevole di aver osato di conquistare la pole a tutti i costi? No! Semplicemente egli è reo di aver mancato di lucidità nel momento che più serviva. Al secondo tentativo della Q3 era lui in vantaggio e, su una pista come Montecarlo, due decimi e rotti di margine non sono affatto pochi. Chi avrebbe dovuto attaccare, chi avrebbe dovuto  accollarsi dei rischi sarebbero dovuti essere gli altri ossia i suoi diretti avversari.

Non Hamilton,il quale, insieme alla sua squadra, non c’ha capito nulla per tutto il weekend. Squadra che, quando è sotto pressione, si scioglie come neve al sole. Squadra (inoltre) che il campione inglese dovrebbe idolatrare se non altro per tutto quello che gli ha dato, non sputtanarla appena le cose vanno male. Vincere sempre è una droga e può anche far perdere il senso della realtà.

Chi sono stati dunque i diretti avversari di Leclerc? Naturalmente il suo team mate Carlos Sainz e l’onnipresente Verstappen, al quale bisogna dare merito del fatto che non molla mai! Probabilmente è vero che lo spagnolo aveva nel piede la pole (come da lui affermato). Forse Max sarebbe riuscito a superarlo (anche se per sua stessa ammissione è rimasto stupito dal potenziale espresso dalla rossa). Il punto è che il ferrarista monegasco era in una posizione di controllo e purtroppo ha finito per passare da cacciatore a preda. Capire l’episodio della qualifica di sabato è fondamentale in questa storia perché tutto parte da lì e tutto quello che abbiamo visto è stata una diretta conseguenza di quello stesso episodio.

Nel male bisogna vedere il bene e Ferrari ha dimostrato al mondo (il mondo che veramente vuole vedere) il cambio di passo che ha ottenuto non solo tecnicamente (chi avrebbe mai detto qualche mese fa che ci saremmo giocati almeno una vittoria?) soprattutto nella mentalità. Ferrari ha osato perché voleva vincere. Per quale motivo dovrebbe essere una colpa? La Scuderia avrebbe potuto accontentare i tifosi dal giudizio facile e sostituire il cambio? Certo! Per fare cosa? Per partire dalla terza fila e lì rimanere, perché tanto a Montecarlo con queste macchine non passi neanche col bazooka! Sostituzione tra l’altro che sarebbe risultata inutile visto che il guasto è avvenuto su un altro componente mentre il cambio era ok. I controlli ai raggi X inoltre non saranno mai accurati in trasferta, questo per ovvi motivi di tempo e logistici. Ciò detto dunque, Leclerc si sarebbe comunque fermato nonostante la sostituzione. Ebbene lì Ferrari avrebbe avuto colpa… colpa di non osare e di non credere di poter vincere a qualunque costo. Ci si concentra sul famoso terzo posto nei costruttori quando alla beneamata Scuderia quella posizione sta stretta tanto quanto un paio di scarpe più piccole di un paio di misure. L’atteggiamento dei Rossi è stato un segnale forte, prepotente, di quelli che ti fanno capire che c’è volontà nel voler ottenere il solo risultato possibile: vincere! Guai se non fosse cosi.

L’errore di Charles palesa la sua non ancora completa maturazione che non gli permette di leggere la situazione. Non ci si dimentichi infatti che il monegasco è in Ferrari solo dal 2019 mentre Verstappen è in Red Bull già dal 2016: tre anni almeno di vantaggio (in un top team) che fanno la differenza. Non dimentichiamo i botti dell’olandese proprio tra le stradine del principato tra l’altro. Questo errore non è da condannare, semmai è da custodire gelosamente al fine di imparare la giusta lezione che fa parte dell’insegnamento di Leclerc. Inoltre ben vengano ora questi sbagli, invece di quando si fa sul serio… tipo giocarsi il titolo! Perché quando arriverà quel momento si dovrà sempre essere colpevoli di osare.

 

Vito Quaranta

(immagine in evidenza da Eurosport.it)

 

VERSTAPPEN DOMINA A MONTECARLO. SAINZ SECONDO, HAMILTON NON PERVENUTO.

Si torna a Montecarlo. Dopo due anni, e una terribile pandemia che ha fermato il mondo intero. E si rivede il rosso. Dopo avere trascorso tre sessioni di prove libere in cima alla lista dei tempi, Leclerc riporta la Ferrari in pole proprio sotto casa sua. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e una disattenzione all’uscita della variante delle piscine lo fa andando a sbattere. Ci sono dubbi sul cambio, la squadra rassicura dicendo che “non ci sono danni apparenti”, ma durante il giro di formazione qualcosa si rompe (sembra un semiasse, ma dall’altra parte rispetto a quella danneggiata nell’incidente). E così i sogni di gloria di Charles svaniscono prima ancora che la gara abbia inizio. 

E Verstappen si ritrova in pole. Quando si spengono i semafori, l’olandese riesce a mantenere la prima posizione davanti a Bottas, Sainz e Norris.

I primi 30 giri trascorrono senza emozioni, poi Hamilton, fino a quel momento anonimo sesto, prova a fare qualcosa di diverso e si ferma in anticipo per montare gomma bianca. Subito dopo si ferma Bottas, che da qualche giro si lamentava delle gomme. Ma, purtroppo per lui, la gomma anteriore destra non ne vuole sapere di uscire e la sua gara finisce qui. Le cose non vanno meglio per Lewis, che si ritrova ancora dietro  a Gasly ma, quel che è peggio, dietro a Vettel che li supera entrambi con un gran giro prima di fermarsi ai box.

Si ferma anche Sainz che prova l’undercut, ma Verstappen copre la mossa ed effettua la sua sosta il giro dopo. In testa alla gara si ritrova così Perez, che si ferma però immediatamente, e torna in pista in quarta posizione, avendo così recuperato diverse posizioni.

Carlos inizia a recuperare a suon di 1 secondo al giro fino a stabilizzare il distacco sui 3 secondi, illudendo di potere impensierire Verstappen.

Al giro 58 l’olandese inizia a lamentarsi di fantomatici cali di motore, ma il vantaggio sullo spagnolo inizia ad aumentare, grazie anche al graining di cui è vittima il ferrarista. Dietro i primi due, Norris naviga tranquillo in terza posizione, davanti a Perez e a Vettel, autore di un’ottima gara.

Al giro 64, Sainz sembra avere abbandonato le velleità di vittoria, mentre Perez raggiunge Norris e, con gomme di qualche giro più nuove, sembra poterlo attaccare.

Al giro 68 si ferma Hamilton per montare gomme rosse e tentare l’attacco al giro veloce, che puntualmente riesce ad ottenere.

Poi non succede più nulla, e un GP di Montecarlo stranamente senza Safety Car si conclude con Verstappen in trionfo e, per la prima volta nella sua vita, leader del mondiale, Sainz meritatamente secondo, e Norris altrettanto meritatamente terzo. 

Quarto Perez, quinto il redivivo Vettel, sesto un ottimo Gasly e settimo un imbufalito Hamilton, il quale probabilmente avrà di che strigliare la sua squadra. Ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Giovinazzi.

Subito fuori dai punti tre piloti il cui rendimento lascia a dir poco perplessi, se comparato a quello dei molto meno titolati compagni: Raikkonen, Ricciardo e Alonso.

Inesistenti come al solito Williams e Haas, nonchè l’ex fenomeno Tsunoda, del quale i vertici Red Bull e Alphatauri hanno smesso di parlare.

Dopo 5 gare la Red Bull è in testa ad entrambi i campionati, per la prima volta nell’era ibrida. La Mercedes è sembrata, nel Principato, molto al di sotto dei suoi standard. La prossima gara sarà in quel di Baku. Di nuovo un circuito cittadino, ma con caratteristiche totalmente diverse. Vedremo se per le frecce d’argento Montecarlo sarà stata solo l’annuale battuta d’arresto, o qualcosa di più serio.

P.S. in questo week-end è sembrato che il mondo, o, almeno, una parte di esso, sia tornato alla normalità. Al di là del risultato sportivo, le cose più belle sono state il ritorno sulle stradine del Principato e quello del pubblico, anche se solo al 40% della capienza. Il fatto che la gara non sia stata eccitante come al solito può, per una volta, passare in secondo piano

P.S. 2 La gara di Sainz è stata a dir poco solida. La Ferrari può contare sulla coppia di piloti più forte di tutti, e, probabilmente, anche una delle più interessanti di tutta la sua storia. Ora c’è di nuovo una macchina onesta, lontanissima parente della sciagurata SF1000. Qualche soddisfazione potrà arrivare, da qui alla fine dell’anno. Sempre che si eviti di commettere leggerezze come quella che ha escluso Leclerc dalla lotta odierna.

* Immagine in evidenza dal sito formula.com