Vettel domina ad Interlagos, Hamilton non completa la rimonta

What if. Cosa sarebbe successo se… Nel motorsport il senno di poi non funziona, ma molti vedendo Lewis finire contro il cartellone Rolex nel primo giro della Q1 si saranno chiesti quale occasione sarebbe stata, oggi, per la Ferrari, se al rientro dalle ferie non avessimo visto una realtà totalmente diversa da quella che si poteva immaginare ai primi di agosto.

E il rimpianto è ancora più forte considerando che Vettel ha approfittato al meglio dell’errore del rivale, dominando il gran premio con una partenza finalmente perfetta, senza l’incubo Verstappen a rompere le uova nel paniere, e con un compagno di squadra che una volta tanto è riuscito a difendere una posizione sul podio dal rimontante Hamilton, con questo guadagnandosi, probabilmente, il rinnovo per altri 10 anni.

Partenza perfetta di Vettel, dicevamo, e gara virtualmente finita lì, almeno per quanto riguarda il podio, visto che dietro a Seb si sono incolonnati Bottas e Kimi, rimasti per per tutta la corsa a distacchi attorno ai 2 secondi, tranne al momento del pit stop quando, grazie all’undercut, Valtteri si è ritrovato attaccato agli scarichi del ferrarista il quale ha impiegato però solo poche curve a ristabilire le distanze.

Hamilton, partito dai box dopo che la sua macchina è stata ricostruita (e preparata a puntino per le condizioni di gara), è stato autore di una rimonta strepitosa, con innumerevoli sorpassi all’apparenza molto facili grazie alla grande differenza di prestazione rispetto alle macchine di seconda categoria. Pareva destinato, Lewis, ad arrivare a podio, ma, come detto, una volta arrivato dietro a Kimi, non ha avuto lo spunto per superarlo, un po’ per le gomme ormai finite e un po’ perchè, con queste auto, quando le prestazioni sono vicine è virtualmente impossibile superare.

Dietro i primi quattro sono arrivate le due Red Bull con Verstappen, mai realmente in grado di essere pericoloso, davanti a Ricciardo autore di una buona rimonta dall’ultima posizione nella quale era sprofondato dopo un incidente in partenza, con sorpassi bellissimi caratterizzati dalla solita staccata oltre l’ultimo momento. Il calo di prestazioni rispetto ad Austin e Messico è difficile da spiegare, a meno di non pensare che siano stati costretti a risparmiare la power unit dopo le innumerevoli rotture accusate dai motorizzati Renault nelle ultime 3 gare, che hanno portato la casa francese ad avere scarsità di ricambi (e il dr. Helmuth Marko ad arrabbiarsi parecchio).

Il gran premio della seconda categoria è stato vinto da Felipe Massa, che ha battuto in volata Alonso e Perez. E’ necessario fare due considerazioni, a questo proposito. Massa meritava un saluto al popolo di casa sua migliore rispetto a quello di un anno fa, e oggi l’ha avuto. A fine gara è stato fatto salire sul gradino più alto di quel podio che aveva visitato per l’ultima volta 9 anni fa, dopo l’immensa delusione di un mondiale perso nelle ultime due curve. Dopo quella giornata ci sono state stagioni avare di soddisfazioni, forse il tanto bistrattato Felipe avrebbe meritato ben di più. Ma, come lui stesso ha avuto modo di dire, può essere orgoglioso di quello che ha ottenuto nella sua lunga carriera.

La seconda considerazione riguarda Alonso e la McLaren, che oggi è apparsa in uno stato di forma che non aveva mai avuto in questi tre anni. Considerando le difficoltà degli altri motorizzati Renault, c’è da chiedersi se per Nando non ci sia in vista l’ennesima delusione della sua carriera, quando la decisione che sembra giusta si rivela in realtà sbagliatissima.

A completare gli arrivati a punti non c’è come al solito Ocon, ritirato al primo giro a causa di una collisione provocata da un errore di Grosjean, bensì Hulkenberg, che ha regolato Sainz arrivato subito dietro di lui. Gara orribile per le due Toro Rosso, con Gasly dodicesimo e Hartley ritirato. Probabilmente anche loro sono stati fortemente penalizzati dalla necessità di risparmiare la power unit, ma di sicuro a Faenza non hanno i piloti migliori per mantenere la sesta posizione nel campionato costruttori, che detengono con un risicato margine di 4 punti rispetto proprio alla Renault. Potrebbe paradossalmente accadere che ciò che Sainz gli ha dato, Sainz gli tolga fra due settimane.

Sorvolando sulle due Sauber sempre in fondo, menzione speciale va fatta per tre piloti che non mancano mai di movimentare i gran premi, e cioè Grosjean, Magnussen e Stroll. I primi due hanno fatto danni nel primo giro, e ci si chiede se per la Haas siano più convenienti i punti che portano quando riescono a tenersi fuori dai guai o costosi i danni che fanno quando non sono in palla. Per il canadese, invece, c’è da chiedersi se sia accettabile, per il padre e per la Williams, continuare a spendere soldi per uno che continua a prendere bastonate dall’anziano compagno di squadra, prendendo distacchi ingiustificabili.

Ora si va ad Abu Dhabi per l’ultima gara della stagione. La Ferrari ha un po’ risollevato il morale portando a casa almeno una ulteriore vittoria, il che non ripaga di sicuro delle delusioni precedenti, ma almeno dà la conferma che la SF70H è una buonissima macchina. Anche se la velocità di Lewis oggi è sembrata incredibile, bisogna tenere presente che probabilmente Seb ha gestito la gara in totale tranquillità. Come detto all’inizio, senza tutte le traversie della seconda parte della stagione, dovute anche al fatto che il team non è abituato a vincere, avremmo assistito, molto probabilmente, ad uno scontro finale elettrizzante.

GRAZIE LO STESSO DOVI!!!

Davide Dovi non è riuscito a sconfiggere Golia Marc, non è bastato il tanto cuore che ci ha messo, ma quando hai davanti un Marquez,  che nonostante debba fare solo il compitino e per l’ennesima volta si salva da una caduta e successivo passaggio in via di fuga, per difendersi da un attacco di Zarco, capisci che manco se gli spari lo batti. L’alieno Spagnolo è troppo il più forte in pista e stramerita ogni cosa che sta ottenendo nella sua carriera. ONORI AL CAMPIONE DEL MONDO 2017!!!

Peccato subito quel salvataggio del 93, veder finire la corsa del Forlivese nella ghiaia, sarebbe stato più giusto il tributo di salire almeno sul podio, ma il cuore messo anche oggi, correndo sopra i problemi di una moto difficile su questo tracciato, rende già merito all’impresa di averci provato.

Poi, l’umanità del Dovi la si vede appena rientrato al box, con la frase: “Bravo Marquez, ha fatto la differenza. Noi un anno esagerato”

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE ancora DESMODOVI, per il bel mondiale che ci hai regalato!!! Ora la testa del vincente ce l’hai, riprovaci alla grande nel 2018.

E poi c’è lui, il solito che anche se vince, nessuno si ricorda di lui, il solito Pedrosa, che lotta come un leone con Zarcò, portandosi a casa il meritato trionfo. Zarcò penso stia avendo gli incubi per il 2018 che lo vedrà correre con le M1 del 2017, penso che in Tech3 chiederanno di continuare con la 2016 piuttosto, anche visto il weekend di gara davvero pessimo avuto dai due ufficiali.

What’s a race in moto3!!!!

Pronti via e subito Martin, Rodrigo e Mir che prendono il largo, ma Rodrigo al secondo giro esagera, va in terra, Mir lo deve schivare andando in ghiaia e rientra 19esimo. Gara ormai alle ortiche per il campione del mondo, ma lui non molla, e con un ritmo da vittoria, nonostante i sorpassi da fare, in 12 tornate, riesce ad essere nuovamente secondo e andare a chiudere in quella posizione la gara.

Semplicemente pazzesco, un modo ulteriore per far capire quanto si sia meritato il titolo e quanto forte sia questo pilota, ha fatto una cosa stile Marquez nel 2012 alla sua ultima corsa di moto2 (MM93 vinse quella corsa)

Gara fantastica anche per i duelli per il terzo gradino del podio, preso da Ramirez, che diventa la miglior Ktm stagionale, mentre Martin centra la sua prima vittoria in questa classe. Gran rischio per Digiannantonio, che cade in rettifilo agganciandosi in scia, fortunatamente schivato da tutti.

In Moto2 cosa dire? la Ktm pare aver trovato la formula per rendere la sua moto quasi imbattibile, con i suoi due alfieri nuovamente sul podio in prima e terza posizione. Oliveira pare il candidato alla corsa al titolo 2018, ma Binder non starà li a guardare. Ottimo secono il campione del mondo 2017 e il nosto Bagnaia che conquista il titolo di rookie of the year, chissà che il prossimo anno non se la giochi con le Ktm.

Ed ora aspettiamo i test 2018 di martedì 😉

Saluti

Davide_#GRAZIELOSTESSODESMODOVI_QV

MOTOGP 2017 – GRAN PREMIO MOTUL DE LA COMUNITAT VALENCIANA

6 a 6, due numeri che indicano che qualunque dei due si porti a casa il titolo, lo farà in maniera meritata, perchè entrambi han lottato alla grande, credendo nell’obiettivo finale. Un finale di stagione, su cui mai avremmo scommesso nell’inverno e men che meno dopo le prime gare, che facevano presagire un dominio di Vinales. Ma il mondo delle corse è strano e spesso incerto.

Incerto, già, una parola che forse mal si abbina alla gara di domenica, perchè tutto pare già scritto a favore di Marquez, grazie al suo vantaggio di 21 punti. Dovizioso infatti è obbligato a fare il bottino grosso, con lo Spagnolo che non deve arrivare oltre al 12esimo posto, per portarsi a casa il titolo.

Ma Valencia è la pista del mai dire mai, perchè basta tornare indietro al 2006, per veder vincere il titolo al pilota sfavorito, a quello che era dietro in classifica, a quello che non aveva il talento e la classe del campionissimo, a quello che aveva centrato anche meno vittorie in quella stagione, ossia il compianto Nicky Hayden. In quella gara tutto pareva girare male per Rossi, che non trovò feeling con le gomme, finendo per cadere a metà gara, non riuscendo a centrare nemmeno l’obiettivo minimo, che gli permettesse la conquista del mondiale, finito meritatamente nelle mani del Kentucky kid.

Il tracciato è comunque uno di quelli che vedono Marquez andare sempre alla grande, come accade ogni volta che un circuito gira a sinistra, ma il buon Dovizioso di questa stagione, ci ha stupiti più volte e chissà che domenica non arrivi il risultato meno probabile, ma più sperato da tutti noi Italiani, peccato solo non sia un duello da decidere in una lotta diretta fra i due.

Potremmo star qui ad elencare tutte le sfighe o risultati altalenanti stagionali, le decisioni magari sbagliate, ma lasciamole al dopo gara.

Cosa possiamo dire se non,  FORZA DOVI FACCI SOGNARE!!!!

Saluti

Davide_#tuttiperDesmoDovi_QV

2017 F1 Brazilian GP: An Introduction.

It ain’t over till it’s over“, ammoniva un tautologico Yogi Berra. Alla vigilia del penultimo appuntamento di un infinito 2017, pare però che la matematica ci rassicuri sull’esito di entrambi i campionati, e quindi apra la porta ad un potenziale free-for-all sul circuito sudamericano.

IL CREPUSCOLO DEGLI DEI

La celebre donna dalla forma fisica non eccelsa (no, non stiamo parlando della ex-TP di una scuderia svizzera a vostra scelta) s’è infatti incamminata sul palcoscenico messicano e, nonostante i ripetuti sgambetti di un elemento del pubblico (scortato fuori da teatro mentre urlava “honestly”), è riuscita ad intonare la sua aria. Tutte le posizioni principali sono cristallizzate ai fini della classifica finale, e addirittura i primi quattro costruttori sono già decisi. Rimane solo quell’inezia del secondo posto nel mondiale piloti, che immagino interessi a Vettel quasi quanto l’autobiografia di Charlie Whiting. Dove correte, non è ancora uscita.

L’OLANDESE VOLANTE

Nel 2016 in Brasile si manifestó, cristallino e puro, il talento di Verstappen, con una furiosissima rimonta sul bagnato; visto l’attuale stato di forma, accompagnato da una RB dotata di sospensioni anteriori palesemente illegali (e della quale forniamo rilievo fotografico più in basso), ci sono buone possibilità che l’ottima prestazione possa essere ripetuta. Detto ciò, io non vi do più dritte sulle scommesse perché i maggiori bookmaker britannici mi hanno gentilmente chiesto di smettere dopo aver indovinato l’accoppiata pole-vincitore in Messico.
Se è vero che la RB è cresciuta moltissimo, c’è da ricordare che quest’anno cercare di determinare un pattern tra auto, piste e prestazione è pressoché impossibile. La pista di Interlagos dovrebbe essere in teoria leggermente più favorevole a Mercedes dato il layout molto veloce; d’altro canto si può immaginare che la Ferrari, fallito il bersaglio importante, possa liberarsi di quella poca prudenza rimasta, e tentare di chiudere l’annata in crescendo. Il gioco potrebbe valere la candela.
Per la pura statistica, ricordiamo che si corre sulla pista modificata l’ultima volta nel lontano 1990, nonostante i recenti tentativi di Raikkonen di ritagliarsi una carriera come successore di Tilke.

LE FATE

Veniamo ora al consueto appuntamento con il riempitivo della griglia, il corrispondente automobilistico di Pomeriggio 5 per capirci.
Paragrafo ovviamente dedicato a cromatismo, petulanza ed aggressività dei due piloti Force India, ai quali potrebbe essere permesso di distribuire coriandoli di carbonio rosa in giro per la pista brasiliana, dato che un inaspettato quarto posto è stato finalmente raggiunto. Menzione d’onore per Fernando Alonso, che ringalluzzito dal weekend messicano, si ritroverà invece a venire sorpassato sul lungo rettilineo da: nonna di Barrichello in carrozzina che torna dalla spesa, la celebre sedia del 2015 spinta da una leggero grecale, e infine da Felipinho Massa sul suo Crazy Kart (che peraltro è anche il volante più prestigioso a cui Daniel Ricciardo può aspirare oggi, nonostante sia già stato battuto dallo stesso Felipinho).
E a proposito di Massa, sarà questo infine il suo ultimo GP di casa, o è affetto anche lui dalla sindrome dei Rolling Stones, per cui l’ultimo tour non è mai veramente l’ultimo? Nell’attesa di scoprire la risposta, e di conseguenza chi si affiancherà a Stroll nel 2018, possiamo sicuramente goderci il sobrio saluto che la Torcida gli tributerà.
Coraggio, è quasi finita.

 

E venne il giorno delle tigelle.

 

Prologo.

E’ l’alba, mi sveglio e mi preparo come un Howard Cunningham qualsiasi che si appresta a partire per raggiungere i compagni della Loggia del leopardo nella loro riunione annuale. E’ una giornata uggiosissima, e l’idea di fare 300 Km sotto la pioggia non è esaltante. Nonostante l’anatema di Braccio (non riproponibile) decidiamo di percorrere la comoda e sicura Variante di Valico. Con sorpresa il nostro Fidel ci recapita il messaggio di “un’alba radiosa…” chi si è svegliato due ore dopo e deve fare pochi km può considerare radiosa questa giornata? Non saprei….

Se ho fatto bene i miei calcoli, partendo alle 6:40 posso lasciarmi la perturbazione..ah no, quello è un’altro film. Diciamo che calcolo di trovarmi, dopo circa 120 Km, al punto di ristoro stabilito con i compari toscani. Se, appunto! Nonostante però i calcoli mi portino in linea d’aria col punto stabilito all’ora stabilita, buco di brutto la stazione di servizio che nel frattempo ha cambiato gestione, prezzi e colori, e per recuperare faccio il giro di due o tre quartieri satellite di Firenze prima di accorgermi che se continuo così alla loggia del leopardo ci arrivano gli altri, mentre io al massimo vado all’Ikea che è lì vicino. Così esco e ci ribecchiamo alla successiva. Scambio di chiacchere, cappuccino e via. Il resto è normale amministrazione. Arriviamo alla meta con un mezzo diluvio. Morok, Andras, Davide e Roc ci sono già, assieme ad altre centinaia di visitatori, in gran parte stranieri. In pochi minuti ci siamo tutti e comincia il tour del Bring.

Museo.

Bisogna ammettere che la Ferrari ha fatto le cose in grande. Tre piani di esposizione, filmati, disegni, modellini in scala, motori, macchine di ieri e di oggi (sia stradali che sportive) e trofei, tanti trofei. E’ l’esposizione dell’argenteria di una nobile famiglia. E’ l’ostentazione dei capolavori e dei risultati raggiunti in 70 anni di storia. C’è tutto. La 250 GTO da gara, le prime auto degli anni 40 e 50, la 308 GTB, la Dino Ferrari, la F40…….! Ovviamente le vetture da F1 che hanno fatto la storia, e non solo in positivo. La 640 di Mansell. La F1 87. Naturalmente le mitiche F2002 e F2004. C’è anche la F2003GA, su cui ci intratteniamo un po’. E a bilanciare l’enfasi e il godimento che questi esemplari procurano ad ogni  ferrarista, ecco che si stagliano, sparse nel mezzo, alcune delle vetture che regalano tra i più brutti ricordi ai ferraristi tutti. A cominciare dalla 641, anzi la 641/2 del 90, quella a cui si appiccicò Senna a Suzuka spegnendo i sogni di vittoria dopo 11 anni di digiuno. Che se li spegni il pomeriggio è un conto, alle quattro di mattina è un’altra storia…La Ferrari del 2008, quella che i più considerano come la migliore dal 2004. E qui apro una parentesi…..alcuni di noi sostengono che nel 2007 la McLaren pagò una cambiale, facendo inceppare il cambio nella macchina di Hamilton in Brasile. Vi immaginerete infiammate discussioni. Neanche per sogno. Con la lucidità e la flemma dei veri ferraristi, dopo un’attenta riflessione, si è imputato alla squadra di non aver puntato su Massa nel 2007 (che giusto con un debito poteva vincere un mondiale) e su Raikkonen nel 2008, che giustamente motivato con quella macchina avrebbe vinto facile. Un Mondiale perso per una corta visione…:-)

E chiudiamo il trittico delle tristezze con la F10 del 2010. Sì proprio quella di Alonso, quella di Abu Dhabi, quella del Dom e delle entrate ai box tanto per entrare, quella di Petrov…. All’occhio sempre attento dei bringers non è sfuggito l’insolito stato dell’alettone. Sudicio in confronto a tutti gli altri splendenti….erano i residui dell’olio perso per più e più giri da Petrov!

Alla fine di un giro entusiasmante e stimolante tutti, divisi in due gruppi, ci fermiamo a discutere animatamente davanti alla FXX K n. 14, il numero di Alonso. Cominciamo a vociare così alto che succede…ci sbattono gentilmente fuori!

Decidiamo di anticipare la seduta al desco, e sempre sotto una pioggia insistente ci muoviamo in carovana fino al ristorante.

Dalle 13:00 alle 17:00 è stato un tripudio di tigelle e gnocchi, accompagnati da affettati, salsicce e lardo. Il tutto innaffiato da prestigiose bottiglie di un rosso frizzantino che da quelle parti chiamano Lambrusco. Conoscete? In verità una metà del tavolo dimostrava una strana predilezione per un barbaro prodotto teutonico. Una sostanza chiamata birra. (che però mi dicono abbia visto la luce in MediOriente alcuni millenni fa). Non vi so dire quante bottiglie dell’uno e quanti boccali dell’altra abbiano transitato sul tavolo…ma parecchie! Così come la quantità di tigelle e gnocchi ha superato ogni più rosea aspettativa dei gestori. La cosa più bella è però stata la compagnia. Empatia pura. Nel gruppo c’era chi tifava per la Ferrari e chi no. Chi per i suoi piloti e chi no, chi per entrambi, chi per nessuno dei due. Per questo, nonostante il boss mi abbia intasato la memoria del telefono con meravigliose foto di splendide vetture di Maranello, l’unica foto che voglio mostrare è quella dell’introduzione, quella di un gruppo unito dalla stessa passione. Quella che pone questo blog su un piano diverso, migliore.

Conclusione.

Cos’è l’amicizia? Se l’amicizia è abbracciarsi sia nella gioia che nel dolore, allora domenica abbiamo compiuto almeno la metà del percorso, perchè ci siamo divertiti, e non poco.

Che dire…Landerio, Grumpy, Tornadorosso, Davide, Lattughiz, Morok, Alessandro Rocco, Rocinante, Pier Alberto e infine Andras. Ringrazio per esserci incontrati, per averlo voluto fare. Tutte persone che hanno una memoria e una cultura nel motorsport che io non ho, e mai avrò. Per questo è ancora più bello frequentarle. Sono dei neorealisti nel campo, precisi oltremodo. Io sono più un macchiaiolo, le butto lì a estro. Avrei voluto vedere ieri tanti altri di voi, e spero che succederà. So per certo che nella vita sarebbe stato un bene incontrare più persone come loro…..meglio ora che mai!

Grazie, il vostro Nivola.

 

Life is racing, all the rest is waiting