L’anno scorso il GP del Canada rappresentò un punto di svolta (iniziato in Spagna) in negativo per la Rossa, gettando alle ortiche tutto quello che di buono aveva conquistato e, contestualmente iniziò una furiosa rincorsa che la portò a lottare per il titolo costruttori fino all’ultima gara. Quest’anno la rincorsa è iniziata dal primo GP e, sebbene il secondo posto sia stato già raggiunto, l’amaro che questa posizione lascia è ancora più aspro della sconfitta rimediata ad Abu Dhabi nel 2024. Tante cose sono andate storte e tante sono cambiate a partire proprio dalla coppia di piloti, in luogo del quale a differenza di quella precedente, a portare punti e soprattutto risultati costantemente è solo il monegasco, mentre Hamilton che avrebbe dovuto compiere il miracolo, fino ad ora non ha fatto altro che deludere (lampo cinese a parte). Molti si chiedono quale sia il reale problema di questa attuale e, si spera momentanea, débâcle del pluri campione inglese e proprio questi molti, hanno anche terminato le giustificazioni visto e considerato che dopo nove GP, tutte le scuse alle quali ci si poteva aggrappare sono finite e, le dichiarazioni post race nel GP iberico scorso sono equivalse alla resa incondizionata dello stesso campione. Ci si chiede quale possa essere il rimedio, la soluzione a questa disfatta e, a favore dell’inglese arriva dall’altra parte del mondo un salvagente lanciato dall’inossidabile Juan Pablo Montoya, che rilascia una dichiarazione non solo opinabile, addirittura che lascia non pochi strascichi nella tifoseria del monegasco.
Solo la settimana scorsa avevo scritto che “il giorno in cui Hamilton risorgerà, contestualmente quel giorno coinciderà con la caduta di LeClerc, perché il campione inglese sarà riuscito a portare completamente la squadra dal suo lato”. Montoya in una recente intervista dichiara: “La Ferrari al momento non è concentrata su Lewis e sarà interessante vedere se, all’improvviso, con la macchina della prossima stagione terranno più in considerazione i bisogni di Hamilton rispetto a quelli di LeClerc. Secondo me, se vorranno essere competitivi nel 2026, la base della monoposto dovrà essere disegnata più per Lewis che per Charles. Perché le macchine che vanno incontro ai desideri di LeClerc sono in grado di vincere magari una o due gare all’anno, ma non il titolo”. Il fortissimo pilota colombiano, ormai senza freni inibitori continua: “Sotto la leadership di Lewis invece, quando le macchine sono veloci, allora trovano molto in fretta la direzione e lui è sempre bravissimo a indicare quello che serve per migliorare. Penso che in Ferrari l’ambiente sia molto politico e molto complesso e, questo abbia sorpreso Hamilton. Credo che Lewis si aspettasse che, considerando chi è, a Maranello avrebbero fatto tutto quello che lui desiderasse. E un po’ tutti ovviamente ci aspettavamo questo, ma l’ego delle persone è sempre una cosa complicata con cui avere a che fare”. Rispetto molto Montoya e lo considero un campione mancato (la sua unica sfiga è stata quella di capitare nello stesso periodo Schumacher), solo che quando questi grandi manici parlano, non si rendono conto evidentemente che le loro dichiarazioni possono prestare il fianco come si suol dire.
Non mi risulta che Maranello abbia concepito una monoposto solo per LeClerc, nel periodo in cui per compagno ha avuto Sainz, eppure lo spagnolo delle gare le ha vinte anzi dirò di più, nello sciagurato 2023 l’unico GP non vinto dalla Red Bull, fu conquistato proprio dallo spagnolo! Già solo questo basterebbe a zittire Montoya solo che, come lui anche io sono senza freni inibitori e, vorrei ricordare a lor signori che sin dall’annuncio della venuta di Hamilton, venne sbandierato ai quattro venti che il campione inglese aveva lo stesso stile di guida del monegasco e, quindi Charles ne avrebbe giovato ulteriormente. Sorrido inoltre al fatto che la Rossa debba andare incontro alle esigenze di Hamilton, come progettualità della monoposto, nemmeno lo stesso monegasco fosse un Perez (con tutto il rispetto per il messicano) qualunque. Ferrari non è la Red Bull e non può permettersi di lottare con un pilota solo per non parlare del fatto che, se è stato preso un campione del calibro di Hamilton, è proprio quello di avere due fuori classe per attaccare in ogni curva e fare mambassa degli avversari ad ogni GP. Siamo giunti alla vigilia del decimo appuntamento stagionale e, siamo già alla soluzione finale che è quella di castrare Charles (il quale ricordate è artefice del suo destino e quindi responsabile comunque di tutto quello che sta accadendo e soprattutto di quello che eventualmente succederà a riguardo) in favore di Lewis, al fine di salvargli la faccia e quindi la carriera. Le mie parole dunque non solo non sono state peregrine addirittura, con presunzione, sono state profetiche: sia chiaro che è tutto da dimostrare se Ferrari arriverà a realizzare ciò che Montoya auspica (ed io ne dubito) eppure è un fatto che Hamilton non può permettersi un’altra stagione come quella che attualmente sta vivendo e, soprattutto proprio perché è un fine politico, già da ora starà tessendo le sue trame per cercare di farsi venire la squadra incontro. Parliamoci chiaro, Hamilton è venuto nel paese del Lambrusco perché credeva di trovare una Rossa finalmente pronta e, soprattutto più facile da condurre al fine di tentare il colpaccio e, sono certo che non si sarebbe mai aspettato di trovare una squadra che in quattro mesi di pausa invernale ha perso un decimo al mese! Di certo ha fatto male i conti riguardo al suo giovane, incazzato e soprattutto affamato compagno di squadra. Vedremo come evolverà questa stagione per Hamilton, perché sarà già indicativa di come svilupperà (almeno dal punto di vista dei giochi di potere interni) la prossima.
Ad ogni modo se Atene piange, Sparta non ride. Infatti è notizia proprio di questi ultimi giorni che il Team Principal della Red Bull, nella persona di Christian Horner, sia stato limitato dei suoi poteri esecutivi perché pare, anche chi lo appoggiava incondizionatamente, si sia rotto le balle dei risultati ottenuti sino ad ora. Queste indiscrezioni devono essere confermate eppure se ciò fosse vero, dichiaro che è ingiusto. Ebbene si, mi ritrovo a difendere il “playboy” Horner. L’attuale Red Bull, se si ritrova ad essere il riferimento in F1 da vent’anni a questa parte, è solo grazie a lui ed al suo lavoro di mettere assieme giorno per giorno i pezzi giusti per arrivare a creare quella macchina da guerra che l’attuale squadra bibitara è. Solo che i suddetti bibitari hanno fatto della vittoria il loro principale brand e, ciò stride non poco con la “sgasata” Ferrari la quale inanella sconfitte continue dal 2009 e, in un modo o nell’altro, tutto passa mentre in Red Bull, che hanno vinto fino all’anno scorso e che comunque si stanno giocando il titolo piloti anche quest’anno (nonostante le difficoltà del caso), apparentemente stanno tirando giù il mondo. La differenza tra chi vuole vincere e, chi dichiara di volerlo fare a mio modesto parere, è tutta qui. Quasi sicuramente sarà tutto un susseguirsi di smentite, davanti ai microfoni canadesi, eppure il buon Horner di certo non potrà dormire sonni tranquilli se la sua squadra non raddrizza la stagione prima della pausa estiva, anche perché i casini fatti in squadra (litigi furiosi con Jos Verstappen e scandalo sessuale) non sono stati dimenticati evidentemente. Siamo già al capolinea per Chris dunque? Difficile dirlo e comunque ancora prematuro eppure, come disse il reverendo M. L. King “I have a dream”: e se si stessero creando i presupposti affinché l’attuale Team Principal bibitaro facesse le valigie per prendere il posto del suo collega a Maranello caso mai anche il 2026 vada a meretrici? Prendere Horner sarebbe finalmente un segnale concreto e tangibile che a Maranello veramente vogliono vincere perché, non lo si dimentichi, la maggior parte di quelli che lavorano a Mylton Keynes li ha assunti lui e credo che in tanti lo seguirebbero. Vaneggio? Forse. Eppure preferisco un intrallazziere che non guarda in faccia a nessuno pur di vincere, ad uno che mangia gelati a favore di telecamere per aver agguantato il secondo posto nei costruttori più per demerito degli altri che per merito suo.
Buon GP del Canada a tutti.
Vito Quaranta