Il falò della Vanity

Sabato 17 settembre 2016. Mi appresto ad assistere alle qualifiche del Gran Premio di Singapore con rinnovato entusiasmo.

Non ho naturalmente seguito un solo minuto delle prove libere, ma una rapida ricerca su internet mi ha confermato che siamo competitivi. Il passo gara è stupefacente, e anche quando non lo è la causa è da ricercarsi nel maggior carico di benzina con cui giriamo. E poi, se non fosse per il pannello delle vanità, saremmo senza dubbio davanti noi. O era la pressione variabile delle gomme? Al momento non ricordo esattamente, ma qualcosa era di sicuro.

Finiscono le qualifiche e Kimi si piazza quinto. Vabbè, è noto che questa è una pista pro Vettel, dove il tedesco ci mette abbondantemente del suo. Non fosse dovuto uscire al termine della Q1 per la rottura di una barra anti rollio avremmo di sicuro fatto la pole. Sono così intento a sottrarre dal tempo della macchina numero 7 i due secondi abbondanti di piede teutonico che ci consegnano la pole position, virtuale ma sempre piacevole, che quasi non mi accorgo che il piede questa volta ce lo ha messo l’altro teutonico. Quello che nessuno considera, ma che, trullo trullo, ha rifilato una metaforica sberla da sette decimi abbondanti al suo più quotato compagno di squadra. Tra i due litiganti riesce a infilarsi anche Ricciardo, oltretutto con buona strategia in Q2che gli consentirà di effettuare il primo stint di gara con coperture più durature.

Comunque è andata bene. Nonostante i proclami di Button, col cavolo che la McLaren ci ha raggiunto!

Veniamo alla gara di oggi. Pronti via e neanche il tempo di terminare il primo rettilineo che, forse a causa dell’incertezza in partenza di Verstappen,  Sainz e Hulkemberg si toccano piano. Ha la peggio il tedesco (ma tutti tedeschi sono in formula 1?) e safety car in pista.

Sarà che non ero molto attento, ma mi pare che nessuno abbia approfittato dell’episodio per rientrare ai box e cambiare strategia. Scelta a quanto pare azzeccata, visto che i commissari impiegano poco meno di un giro e mezzo a pulire il tracciato.

Riparte la gara e inizia la noia.

Rosberg che guida, macchina e gara, in scioltezza.

Ricciardo, che gli sta sotto ma non troppo, è seguito da Hamilton , Räikkönen e via via tutti gli altri.

Al cambio gomme il primo colpo di scena. In barba alla scelta di una mescola più dura, non è Ricciardo il pilota che si trattiene di più in pista anzi, a memoria, mi pare proprio il primo tra i top five a effettuare la sostituzione. Seguito da Hamilton, a cui, come oramai da tradizione, montano le gomme che non vuole.

Ci sarebbe da addormentarsi, non fosse per la progressione in rimonta di Vettel che partito ultimo e con il compound più duro a disposizione, tra sorpassi e pit stop altrui si trova a un certo punto a navigare nelle posizioni che contano.

Si segnalano inoltre un duello Verstappen-Kvjat, interessante soprattutto perchè il russo spiega all’olandese cosa sia il karma, e una fermata ai box di Bottas che al posto del cambio gomme decide di fare un servizio completo. Acqua, olio, luci e controllo delle cinture di sicurezza. Lo trattano così bene che un paio di giri dopo decide di entrare addirittura nel garage.

La gara parrebbe terminata qui. Fortunatamente il buon Kimi si inventa un sorpasso su Lewis e questi, per non lasciare nulla di intentato, decide di mandare in malora la strategia sua e di tutti quelli là davanti aggiungendo una fermata ai box. Mossa che spinge sia Räikkönen che Ricciardo a fare altrettanto. L’unico che rimane dell’idea originale, non si capisce se per un’incomprensione con i box, per scelta consapevole o altro, è il buon vecchio Nico Rosberg.

Gli ultimi 15 giri sono, finalmente, da rimanere incollati al teleschermo, con l’australiano che, partendo da un distacco di 27 secondi, recupera una media di due secondi e mezzo a giro al leader della gara e taglia il traguardo con un ritardo di appena 4 decimi dal pilota Mercedes.

Che altro dire. Senza alcun sarcasmo, prestazione notevole di Vettel, che parte ultimo e arriva quinto, e peraltro con un distacco decisamente contenuto dalla vetta.

Ottima gara del finlandese e grande prestazione di Ricciardo, che quasi stava per recuperare a Singapore quello che i box Redbull gli avevano tolto a Montecarlo.

Ma soprattutto, fantastica gara di Nico Rosberg, nonostante il box ci metta del suo per rovinargliela. Guida il gran premio dal primo giro, gestisce il ritorno dell’australiano senza farsi prendere dall’ansia e si riapproppria della leadership in campionato.

Una piccola considerazione sul sistema sospensivo anteriore della mercedes di cui tanto si è parlato in questi giorni. Nel 2014 Rosberg combatteva gagliardamente con Hamilton gara per gara, fino all’abolizione del FRIC. Poi nel 2015 non ha visto palla. Da quando è stato introdotto questo nuovo dispositivo pare nuovamente il pilota da battere…