Formula 1 Grand Prix du Canada 2016

L’altra sera ero in redazione. Da solo. Gli altri erano già andati via. Ero lì, stanco e con il bicchiere quasi vuoto e con la testa che ciondolava un po’, quando squilla il telefono. Una voce gracchiante dall’altra parte, sicuramente una centralinista infelice, mi annuncia che in linea c’è il sig. Justin Trudeau; chiedo di attendere un attimo per consultare il mio libro del “Who’s Who in the World”, e accetto la telefonata.
Il Ministro saluta cordialmente mentre mi domando come cacchio abbia avuto il nostro numero, fa due chiacchiere e poi mi spara: “Allora, come crede che andremo qui sul Circuit Gilles Villeneuve, li ripigliamo? Funzionerà la nuova turbina? Come vede la situazione? Cosa dicono i suoi fratelli?”. E mentre penso che di fratello io ne ho uno solo e gli voglio molto bene, ma di F1 sa quel poco che basta, capisco che vuole parlare della Ferrari e della F1 in generale. Chissà perché usa il “noi”, sarà che iniziano a considerarla una squadra canado-italiana per via del Presidente? Misteri.
Comunque inizio a spiegare come vedo io la situazione: la Ferrari fin qui ha raccolto meno di quanto sia il suo potenziale. La macchina non va male, anche se ha delle reazioni anomale a livello di pneumatici, ma sono stati sfortunati nel momento in cui avrebbero potuto dire la loro. L’anno scorso la fortuna era girata meglio, anche se erano più indietro. Ma gli aggiornamenti che porteranno in Canada potrebbero migliorare le cose. Certo, ora si devono guardare le spalle dalla Red Bull dato che il Tag Heuer Renault dà l’impressione di avere impresso una bella spinta in avanti al miglior telaio in circolazione e ad un duo che, animato dalla foga di dimostrare tutto, rappresenta il futuro dopo gli attuali campioni del mondo in pista. I rettilinei di Montreal ci diranno qualcosa sul vero valore del propulsore più di quanto abbia fatto Monaco. E che ovviamente là davanti ci sarà invece da verificare se il “momentum” è oscillato dalla parte di Hamilton rispetto a Rosberg. Io ad un Lewis demotivato non ci ho mai creduto, ma le circostanze avverse nelle prime cinque gare sembravano averlo reso opaco, ma con la cattiveria di Montecarlo ha lucidato a nuovo il suo blasone: vediamo se è iniziata una nuova fase del campionato. Dall’altra parte Rosberg è sempre molto concreto, e credo che la defaillance di Monaco sia stata un episodio. Occhio, come sempre, alla prima curva.
Più dietro, le Williams potrebbero avvantaggiarsi per via di una conformazione del circuito più adatta alla loro vettura, che comunque pare plafonata, come i suoi piloti, ma potrebbe doversi guardare dalle Force India, che nonostante i vari problemi stanno facendo miracoli, o dalla McLaren, che a sua volta è chiamata ad una conferma che chiarisca se la Honda sta uscendo dal tunnel ed ha imboccato la strada giusta. Nel gruppo ci saranno anche la Toro Rosso e Haas, mentre Renault rappresenta una incognita, ma non dovrebbe trovarsi a combattere con le tristezze di Sauber e Manor.
Tutto questo a prescindere da muri dei campioni, temporali ed allagamenti, prime varianti assassine e semafori rossi che causano tamponamenti, muretti da sverniciare e freni che soffrono come da pochissime parti, che portano il Canada ad essere spesso un bel GP che può diventare imprevedibile.
Dall’altra parte del telefono il signor ministro, che forse si aspettava un’analisi più all’acqua di rose (e peggio di così era difficile), forse si aspettava un invito a cena, forse aveva sotto sua moglie, fatto sta, mi ha salutato frettolosamente: “La ringrazio e la saluto sig. ……”
Al che ho capito che aveva semplicemente sbagliato numero.
Comunque, visto che ormai ci segue, le cose migliori le potrà leggere sotto, dove voi commenterete tutto, dalle prove libere alle qualifiche al Gran Premio.
Buon lavoro e buon divertimento dalla Redazione
PS dopo un po’ ho sentito una mano sulla spalla che mi scuoteva energica. Mi ero addormentato sulla scrivania. Forse tutto ciò che ho scritto non è accaduto davvero. Forse me lo sono immaginato. Vivaddio, mica sarò il primo…