F2 IMOLA 2022 – EQUILIBRIO DI POTENZA

La F2 torna a Imola dopo sedici anni. Il rimescolamento delle carte del weekend romagnolo ha generato un grande equilibrio, in pista come in classifica. Ma procediamo con ordine.

Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal sito ufficiale della Formula 2 o dal suo profilo twitter ufficiale, salvo diversamente indicato. L’immagine di copertina è tratta da Motorsport.com.

2005 GP2 Series – Imola
Autodromo Enzo e Dino Ferrari, Italy. 21st – 24th April.
Sunday – Race 2
Preparing for the off
Photo: GP2 Series Media Service
ref: Digital Image Only.

Per la F2 si tratta di un ritorno al passato. Era il 2005 quando l’allora neonata GP2 debuttò sul circuito di Imola come serie cadetta della Formula 1, in sostituzione dell’obsoleta Formula 3000. Dopodiché ha seguito la F1 nell’abbandono di Imola, se si esclude la parentesi della Gp2 Asia nel 2011.

L’acquazzone stravolge i piani del weekend e obbliga una redistribuzione delle sessioni nella giornata di Venerdì.

Le prove libere sono state di gran lunga le più sofferte dell’anno. Tra rinvii per pioggia eccessiva, diluvio e tre bandiere rosse nessun pilota è riuscito a compiere più di cinque giri lanciati. Alla fine il più veloce è stato Ralph Boschung (Campos), ma è stata una sessione poco significativa.

Anche le qualifiche sono state travagliate. Dopo essere state rinviate in ragione della pista allagata, la combinazione di sole prossimo al tramonto e maltempo ha reso la visibilità quantomeno precaria. Il tutto con i meteorologi che avevano assicurato il sole…

In un primo momento si impone Jack Hughes (VAR), salvo essere spodestato da Vips. Poco dopo Olli Caldwell (Campos) si insabbia nel primo settore e chiama in causa la bandiera rossa. Nella seconda metà delle qualifiche la pioggia cala d’intensità e si osservano miglioramenti. A sei minuti dal termine però è sempre Vips che sigla un tempo inarrivabile per tutti gli altri. Prima pole in carriera per l’estone – finalmente.

Gli si avvicinerà solo Ayumu Iwasa (DAMS), che si ferma a un decimo e sei. Negli istanti finali Jack Doohan (Virtuosi) con una zampata si piazza in terza posizione davanti a Ralph Boschung (Campos) e Dennis Hauger (Prema), alla migliore qualificazione in carriera in F2.

Migliore qualifica in carriera anche per Roy Nissany (DAMS), segno che il team francese qui è riuscito a far funzionare le Pirelli. Seguono Theo Pourchaire (ART), Jehan Daruvala (Prema), in testacoda nelle fasi finali. Marcus Armstrong e Logan Sargeant (Carlin), che hanno effettuato tre giri in tutto nelle prove libere, completano la top ten. L’americano partirà davanti a tutti nella Sprint Race per effetto dell’inversione della griglia.

Qualifiche difficili per gli altri pretendenti al titolo. Felipe Drugovich (MP Motorsport) è stato un protagonista nella prima metà ma nel finale non è riuscito a migliorare come gli altri ed è solo dodicesimo. Anonimo per tutto il tempo Liam Lawson (Carlin), quattordicesimo.

Per la prima volta nel weekend i team trovano la pista asciutta. I piloti disputeranno la gara con delle gomme mai provate su questo circuito. Le basse temperature e l’assenza di termocoperte metteranno in crisi più di un pilota, prima ancora della gara, come accade nel giro di schieramento a Amaury Cordeel (VAR) e Roy Nissany (DAMS). In particolare il primo danneggia una ruota e si ritira prima ancora di partire.

Logan Sargeant parte in pole, frutto dell’inversione dei primi dieci, ma vanifica tutto con un avvio al rilento. Notevole invece lo scatto di Nissany, che dalla quinta posizione raggiunge la seconda piazza, prima di essere liquidato in frenata dal duo Prema Daruvala-Hauger.

Nelle retrovie si distingue la partenza di Drugovich, che trova il grip nell’esterno di curva 2 e oltrepassa varie macchine in frenata. Partiva dodicesimo, ora è settimo. Partenza simile anche per Lawson, decimo da quattordicesimo. Brutta partenza invece per Pourchaire, che da quarto scivola in ottava posizione, mentre il peggiore in assoluto è stato il poleman di ieri Juri Vips.

L’estone si ritrova su una chiazza di umido all’uscita della Villeneuve e finisce nella ghiaia. Quando emerge è penultimo. Non andrà oltre la quindicesima posizione (ma conquisterà il giro più veloce, a testimonianza del potenziale).

Nei primi chilometri sono tutti troppo impegnati a gestire le coperture per azzardare manovre. Lo stallo viene rotto al quinto giro da Lawson, che infila Iwasa alla discesa della Rivazza con una manovra di gran classe.

I primi tre scappano, con Hauger che si fa vedere negli specchietti di Daruvala, mentre il gruppo si compatta alle spalle di Nissany (quarto, sempre più lontano dai primi) e Iwasa. La DAMS si conferma il team più lento del gruppo a scaldare le gomme. I “DRS train” tuttavia rendono i sorpassi impossibili.

Boschung cede un paio di posizioni prima di ritirarsi all’undicesimo giro per la pompa della benzina, per il resto l’unica manovra che riscuote dal torpore è il sorpassone di Vesti su Doohan alle Acque Minerali al giro 19. Daruvala è minaccioso alle spalle di Armstrong ma questi può contare una maggiore velocità di punta per neutralizzare le manocre dell’indiano.

Negli ultimi giri Hauger e, a sorpresa, Nissany rinvengono sulla coppia di testa. Le DAMS faticano a mandare in temperatura le gomme ma sono anche quelli che le fanno durare di più. In ogni caso le posizioni restano stabili.

Armstrong ottiene la tanto sospirata vittoria in F2. Fa specie pensare che due anni fa era considerato un solido talento al pari di Shwartzman, Ilott, Tsunoda. Sic transit gloria mundi. Al contrario, primo podio per il campione in carica F3 Hauger, mentre Daruvala, secondo al traguardo, guadagna 8 punti che gli permettono di salire in terza posizione in classifica. Punticini anche per Lawson, Drugovich e Pourchaire, autori di qualche sorpasso.

Non lo avrei mai detto, ma è stata più spettacolare la Sprint Race della F1 che della F2. La Feature Race quantomeno è stata più interessante.

Vips e Iwasa scattano male dalla prima fila. Doohan cerca un varco in cui infilarsi ma non si accorge Hauger, partito a razzo dalla quinta posizione. I due vanno a contatto ancora sul rettilineo dei box, il norvegese carambola contro il pitwall e rimbalza in pista. I due vengono evitati dal gruppo ma la SC è un atto dovuto.

Grazia a una partenza a fionda dalla sesta piazza adesso in testa c’è Roy Nissany, che precede Boschung, Iwasa, Vips e Pourchaire. Il primo dei piloti con gomme dure è Daruvala, sesto, che a sua volta precede Armstrong, Lawson e Drugovich, anch’essi con gomme prime.

Per il poleman la gara è in salita ma Vips butta all’aria le possibilità residue quando, alla ripartenza, esce troppo largo dalla Villeneuve (di nuovo!). L’estone pizzica l’erba in accelerazione, si intraversa e infine si insabbia sulle barriere della Tosa. Bella schifezza.

Giro sei, SC di nuovo in pista. Ed è dietro la vettura di sicurezza che si arriva al fatidico ottavo giro, il giro a partire dal quale viene considerato valido il pitstop ai fini della sosta obbligatoria. Tutti i piloti partiti su morbide si fermano per montare le dure mentre gli altri continuano. Iwasa si deve accodare al teammate Nissany e perde svariate posizioni.

Ora la leadership è nelle mani di Daruvala, che precede Armstrong e la coppia mondiale Lawson Drugovich. Non ci si lasci ingannare: sono in una pessima situazione. Per finire sul podio l’indiano dovrebbe guadagnare, a parità di mescola (!), più di 30s (!!!) su piloti che calzano gomme più fresche (!!!). Senza SC l’impresa è votata al fallimento. E così sarà. La classifica virtuale vede invece Nissany davanti a Boschung e Pourchaire.

La gara prosegue piatta per una dozzina di giri. Per vedere un po’ di movimento bisogna aspettare l’effetto del degrado sulle coperture. Come di consueto la prima vittima è Boschung, più efficace in prova che in gara, che viene infilato da Pourchaire con una staccata decisa al Tamburello.

Al 21° giro Nissany, ormai vicino alla prima vittoria nella categoria  (lui che in quattro anni sarò andato a punti una decina di volte), tocca la ghiaia esterna all’uscita della Rivazza, perde il controllo della macchina e sbatte contro il muro . L’israeliano sradica la propria anteriore dx ma riesce a imboccare la corsia dei box ed evita il ricorso alla Safety Car. Ora è Pourchaire a condurre il gruppo dei piloti in regola con le soste.

Sfumata l’unica speranza di ribaltare la situazione, tra il 26° e il 29° giro vanno ai box tutti quelli che dovevano ancora fermarsi. Daruvala mantiene la posizione relativa, ma dopo le soste è solo decimo e staccato di 24s (!) dal nono. L’unico che resta fuori è Drugovich, con il manifesto obiettivo di sperare in una SC.

Per la prima volta in due gare si vede del movimento: Boschung inizia a elargire secondi su secondi e alle sue spalle si forma un trenino. Sargeant supera il tedesco, poi esce alla Gresini e nel rientrare in pista viene infilato da Fittipaldi, che all’allungo successivo avrà ragione di Boschung (il brasiliano non è un habitué della zona punti, tanto che Boschung confesserà che lo ha lasciato passare perché credeva che dovesse ancora fermarsi).

L’azione è subito inibita da Lawson, che a tre giri dalla fine perde la Carlin all’uscita della Tosa e si schianta contro le barriere. Il danno è più morale che materiale, dato che era solo undicesimo.

Sembra essere accaduto proprio quello che invocava Drugovich, ma la direzione gara gli nega il vantaggio instaurando il regime di VSC fino a quando oltrepassa i box, e lo converte in SC subito dopo. Mi viene da pensare che la direzione ha agito in modo da evitare che una SC costituisse un vantaggio esagerato per un solo pilota. In altri termini, ha arbitrariamente evitato che un pilota ricevesse un vantaggio arbitrario.

La gara si conclude sotto SC. In tutta la gara Pourchaire ha condotto solo due giri, ma i più importanti: gli ultimi due. Il francese della ART ritorna alla vittoria e pareggia il credito con la sfortuna maturato in Arabia Saudita. Con lui sul podio sale un incredulo Enzo Fittipaldi, primi punti stagionali ma soprattutto primo podio in carriera dopo essersi qualificato 15°, e Ralph Boschung, al primo podio in una Feature Race.

Con la seconda vittoria in Gara2 su tre weekend, Pourchaire balza di sei posizioni in classifica (!!) e si riporta in testa: 52 punti contro i 50 di Drugovich, oggi frust(r)ato dalla strategia e con un solo punticino. Grazie al podio di Sabato e alla nona posizione di Domenica Daruvala raggiunge la terza piazza con 36 punti. La sua Gara2, come quella di Drugovich e Lawson, è ingiudicabile a causa della strategia ma di sicuro l’indiano ha imparato a star lontano dai casini. Non mi convince ancora sulla velocità, ma sicuramente non è imbelle. Guidare per la Prema è un ulteriore vantaggio da tenere in conto.

Resta quasi a secco Lawson, un punto in tutto il weekend. 36 punti totali per lui. Dopo una brutta posizione nelle martoriate qualifica, in Gara1 ha rimontato al meglio delle possibilità mentre in Gara2 è rimasto vittima delle circostanza. Schiantandosi ci ha rimesso un solo punto. Not great, not terrible.

Pessimo Vips: può autocommiserarsi quanto vuole, resta il fatto che bastava portare la macchina al traguardo per concludere a podio. Gli manca sempre un centesimo per fare una lira. Finora più a causa della sfortuna, ma stavolta può incolpare solo sé stesso. Helmut Marko è molto severo su questi eventi.

Resta un pilota veloce e se conserva la testa si rifarà. E’ ottavo, ha 30 punti ma il primo ne ha solo 52, neanche una Feature Race di distanza. Urge però trovare un po’ di continuità di prestazione  – e anche la Hitech deve migliorare: oggi avevano un solo pit stop, senza neanche troppa pressione, e sono riusciti a sbagliarlo lo stesso.

Alcune menzioni di disonore.

Doohan è riuscito nell’impresa di conquistare tre top3 in qualifica (tra cui una pole) ed essere 17o (!!!) in classifica. Dire che deve concretizzare di più in gara è come dire che il D-Day è stato un picnic in riva al mare. Grazie anche al lavoro egregio di Marino Sato, a secco di punti malgrado il team illustre, la Virtuosi Racing è attualmente l’ultima (!!!) scuderia nella classifica costruttori.

Amaury Cordeel (BEL) Van Amersfoort Racing makes a pit stop.
24.04.2022. FIA Formula 2 Championship, Rd 3, Feature Race, Imola, Italy, Sunday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Domenica gloriosa per Amaury Cordeel: penalità di 5s per aver oltrepassato ben 4 volte i track limits, una seconda di 10s perché li ha superati  5 volte (!). Alla sesta infrazione dei track limits (!!) la direzione gara gli ha inflitto un Drive Through. Mentre lo scontava tuttavia ha superato il limite di velocità di quasi 40 km/h (!!!) e la direzione gara non ha potuto esimersi dall’assegnargliene un altro. Quando anche in questo supera la velocità consentita, stavolta di 60 km/h (!!!!), la direzione gara (ormai stremata, immagino) gli ha dato anche uno Stop&Go. In tutto questo il team ha compiuto un’infrazione nella procedura di pitstop, rimediando una multa pecuniaria e, infine, 5 posizioni di penalità nelle prossime qualifiche.

Signori, stiamo parlando del primo pilota di F2 capace di prendersi tutte le penalità previste dalla legislazione nell’arco della stessa gara.
Un po’ di curiosità statistiche: con la vittoria nella Sprint Race, Armstrong è diventato il quinto pilota diverso in cinque round a vincere una gara, dall’inizio dell’anno. Discorso analogo per la Hitech. In entrambi i casi l’ultimo precedente risale ai tempi della Gp2, nel 2016. Drugovich, dopo la gara di Sabato, era stato il primo pilota a conservare la leadership in campionato per due gare di fila ma venne subito punito da Pourchaire la Domenica, peraltro il primo pilota quest’anno a vincere più di una gara.

Tutte queste statistiche dicono una cosa sola: il campionato è apertissimo ed entusiasmante. Come sempre, qui in F2.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya