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F1 2023 – GRAN PREMIO DEGLI USA

Arriva il primo di tre Gp nel continente Nord e Sud Americano, che vedrà in rapida successione le monoposto ad Austin, Città del Messico e Interlagos.

Con i mondiali matematicamente già decisi in tutta onestà resta ben poco da argomentare in questo finale di stagione, seppur con ancora cinque gare da disputare.

I team ormai pensano abbondantemente al 2024 e anche gli ultimi sviluppi sono ormai finiti. Ferrari ad esempio non ne porterà più, rimane solo la Mercedes e Aston Martin in pratica a introdurre un nuovo fondo sempre in ottica 2024.

Dicevamo del vuoto pneumatico che è intercorso tra l’ultimo Gp qatarino e questo di Austin. Quando non c’è più neanche Wolff a creare qualche polemicuccia allora si va dall’altra parte della barricata, in casa Red Bull. Ci sono tensioni in famiglia, tra i “grandi” Horner e Marko, con il primo che si è stancato del secondo e anche tra i “piccoli” con Perez che sembra sempre più vicino a perdere il sedile. Ma alla fin fine anche questo gossip spicciolo svanisce come una scorreggia nel vento.

immagine da gpblog.com

Approcciando il Gp di Austin rimane ben poco: gli spiegoni di Isola sull’asfalto sconnesso del circuito delle americhe, l’ennesima gara sprint di cui non si sentiva certamente il bisogno, la possibilità di McLaren di confermarsi la prima degli altri esclusa Red Bull, pardon Verstappen.

Ma francamente, a meno che la gara non si riveli imprevedibile e con una lotta reale, questo Gp degli USA passerà senza lasciare traccia se non nelle statistiche positive del 33 olandese e in quelle negative del 11 messicano. Poi se uno si appassiona alla lotta per il settimo posto nei costruttori tra Williams e Alfa Romeo liberissimo ma non mi sembra proprio un hot topic.

Spulciando tra le poche notizie degli ultii giorni da notare come il gp del Belgio, ultimamente un pò a rischio, sia stato confermato fino al 2025. Molto contento Domenicali “Spa è sinonimo di F1”. Certo, almeno finchè paga giusto?

Altre due riguardano due piloti un pò sfigatelli nell’ultimo periodo ma nel senso che si inguaiano con le proprie mani e reagiscono con la stessa capacità di attenzione di un pesce rosso.

immagine da f1enestadopuro.com

Uno è Hamilton, aka “il passeggiatore”, che forse voleva imitare il Raikkonen del Bahrein 2017 quando appiedato dalla sua Ferrari nelle FP1 si produsse in una delle sue tante e involontariamente iconiche azioni quando tornò verso i box camminando nel deserto del Sakhir. Hamilton non è risultato altrettanto “cool” attraversando la pista in pieno Gp dopo il suo incidente al primo giro, cosa proibita dal regolamento. La FIA riesaminerà il caso non tanto per imporre sanzioni più severe all’inglese ma per capire se non sia il caso in futuro di imporre sanzioni più pesanti. Hamilton non è stato di esempio per i piloti più giovani, dice la FIA. Eh insomma, è un periodo un pò così…

L’altra notizia è quella dell’indagine a carico di Stroll sempre da parte della FIA in seguito agli atteggiamenti post Q1 del Gp del Bahrain. In origine il collegio dei commissari sportivi non ha ritenuto di procedere con sanzioni ma la “spinta social” che ha stigmatizzato il comportamento del canadese, ha riacceso le luci sull’accaduto. Ora, Stroll non è stato certo un signore, ma umanamente mi sento di essere solidale con un ragazzo che da un pò di tempo a questa parte non sa più da che parte girare un volante di una F1 e era comprensibilmente scoglionato dall’ennesima figura di palta rimediata in pista. Un pò di nervosismo e frustrazione ci stanno e tutto sommato la reazione è stata si inopportuna ma neanche di una chissà qualche gravità, seguita da scuse doverose subito dopo. Insomma, la gogna social di gente che non ha neanche la patente continua a fare danni. Forse la FIA si è risentita più per i monosillabi rilasciati alla stampa dopo le suddette qualifiche. Anche quì, Raikkonen rimane unico, inimitabile.

immagine da planetf1.com

Dulcis in fundo, Ricciardo torna in pista reduce dalla frattura del polso rimediata al Gp olandese. Il suo ritorno non può che far piacere, ecco magari non a Tsunoda (e a Perez), ma è sempre una bella cosa avere un pilota di quel calibro in griglia. Meglio che torni subito in palla perchè le porte girevoli in Red Bull sono sempre in funzione e il dr.Marko potrebbe regalargli una seconda possibilità.

*immagine in evidenza da formulatours.com

Rocco Alessandro

F1 2023 – GRAN PREMIO DEL QATAR

Finisce il trittico orientale con l’approdo a Losail per il GP del Qatar. Gp che potrebbe e dovrebbe, a meno di imprevisti, vedere Max Verstappen laurearsi campione del mondo per la terza volta consecutiva. Mancano la miseria di tre punti sul compagno di squadra Perez e a Max basterebbe addirittura un sesto posto nella sprint race. Campione del mondo nella garetta del sabato, non il massimo ma questo passa il convento.

immagine da funoanalisitecnica.com

Losail si presenta come una pista in cui in tanti, a partire dalla McLaren, dovranno verificare i progressi visti a Suzuka. Pista con molti curvoni veloci in appoggio e con una media sul giro intorno ai 240 km/h sembra fatta apposta per esaltare le doti, manco a dirlo, della RB19 ma anche la MCL60, vista a suo agio a Suzuka, potrebbe beneficiare del layout della pista qatarina.

Guai in vista quindi per Ferrari che non ha avuto chance in Giappone e potrebbe opporre ben poca resistenza anche a Losail. Se a questo aggiungiamo l’asfalto nuovo appena posato, la solita sabbia onnipresente nei primi turni di prove e l’assenza di gare di contorno, il weekend di Losail rischia di essere un bel risiko per tutti i team, complice anche la gara sprint che obbligherà tutti a congelare i setup ottenuti nelle prove del venerdì, quindi con pista ancora con tanto margine di miglioramento.

immagine da alvolante.it

E’ previsto un alto degrado e Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione: C1, C2 e C3. Ferrari da questo punto di vista è quella che più dovrà gestire questo aspetto che, nonostante i recenti miglioramenti, rimane un punto debole. L’imprevedibilità della W14 invece potrebbe mettere in crisi il box Mercedes che questa volta avrà davvero poco tempo per definire il corretto setup.

Con una stagione così lunga e un mondiale che sta per essere assegnato sembra incredibile che manchino ancora sei Gp alla fine della stagione. Palese il fatto che da adesso in poi per tutti i team si tratterà di provare quante più soluzioni possibili in vista del 2024, soprattutto per quelli che dovranno recuperare terreno nei confronti della Red Bull. Il tutto sotto la spada di Damocle dei budget cap.

Sarà un problema anche per il management F1 riuscire a tenere alta l’attenzione nei confronti del pubblico. I recenti dati sull’interesse che genera il circus sono in netto calo a partire dal 2021, inizio del dominio Red Bull. Considerando la continuità dei regolamenti tecnici che dovrebbe garantire agli austriaci di dormire sogni relativamente tranquilli fino al 2026, si prospetta un bienno davvero duro per chi deve gestire la popolarità del marchio F1.

D’altronde è logico che, se la politica nei confronti degli appassionati tende a escludere sempre di più i “vecchi ” fan e ad accogliere a braccia aperte i “nuovi”, che sono in maggioranza molto giovani e abituati all’interazione social, ovvero mordi e fuggi e molto precaria in termini di fidelizzazione, in tempi in cui non c’è possibilità di una vera lotta per le gare e i campionati, l’interesse di chi guarda si sposta molto velocemente su altri lidi.

Ma se il problema principale al momento sembra essere quello di impedire l’entrata dell’undicesimo costruttore, reo di togliere 11 milioni di euro di dividendi ai team, allora si capisce chiaramente come tutto il baraccone sia diventato ancora più un’enclave chiusa e autoreferenziale. D’altronde c’è chi ancora prende il 38% degli incassi perchè ormai fa “parte dell’arredamento”…

Andretti sogna l’approdo in F1 e trattandosi di americani non lo fa certo per beneficenza, ma per vincere e cercare di guadagnare. Sarà molto difficile per lui in quanto 8 team su 10 sono contrari, in primis il paladino del “this is no right” Toto Wolff. Tra l’altro l’ingresso del più americano possibile dei team come quello della famiglia Andretti sarebbe un bel boost per l’interesse della F1 in terra USA, da sempre un pò snobbata e considerata il giusto, in ogni caso meno della Nascar per intenderci.

immagine da autoappassionati.it

L’affaire Andretti/Cadillac sembra essere l’ennesimo braccio di ferro tra F1 (Domenicali&team) e FIA dall’altra (Ben Sulayem), due controparti che sono più volte venute allo scontro recentemente. Alla fine è l’ineffabile dr.Marko a darci la spiegazione definitiva sul possibile no ad Andretti: oltre alla perdita di 11 milioni di dollari per ogni team, non c’è posto per un altro team nei già sovraffolati box degli autodromi che ospitano i GP. Semplice no?

*immagine in evidenza da givi.it

Rocco Alessandro

CAPOLAVORO DI SAINZ A SINGAPORE. LA STAGIONE DELLA FERRARI E’ SALVA.

Prima o poi doveva finire. E a Singapore è finita. Parliamo della striscia vincente della Red Bull e di Verstappen, che è durata a lungo, troppo a lungo.
Ma, stranamente, è finita non per un problema tecnico inaspettato, non per un incidente, ma perchè la RB19 è improvvisamente diventata una carriola, e la Red Bull una squadra alle prime armi.

Già dal venerdì si era capito che qualcosa non funzionava. Al dominio Ferrari corrispondeva un Verstappen in difficoltà (Perez lo è quasi sempre e non fa testo). La notte non ha portato consiglio, come invece spesso è accaduto, e così il campione del mondo è rimasto fuori dalla Q3, con Sainz a prendersi la pole davanti a Russell e a Leclerc.

Allo spegnimento dei semafori, Leclerc è più lesto di Russell, e si prende la seconda posizione. Le due Ferrari guadagnano un certo vantaggio sulle due Mercedes, con Hamilton che, tagliando la prima chicane, passa davanti al compagno di squadra per poi ridargli la posizione al secondo giro. La stessa cosa dovrà poi fare con Norris per non prendersi una penalità.

Charles è partito, unico fra i primi, con la mescola più morbida. Il monegasco si incolla agli scarichi del compagno di squadra, ma il suo ingegnere gli chiede di mantenere un distacco di 3 secondi da Sainz. E così il distacco fra i due ferraristi aumenta, ma Russell si avvicina a Leclerc, e il box Mercedes ha ben compreso che la Ferrari vuole sacrificarlo per far vincere Sainz.

Al giro 19, il distacco fra la numero 55 e la numero 16 è effettivamente di 3 secondi, e a Charles viene chiesto di aumentarlo di ulteriori due secondi. Cosa molto pericolosa perchè Russell è a soli 2 secondi.

Ma al giro 20 ci pensa Latifi, pardon, Sargeant a complicare un po’ la situazione, andando a muro e danneggiando l’ala, che si porta poi in giro per il circuito seminando detriti. E, ovviamente, viene fatta uscire la Safety Car.

La Ferrari reagisce immediatamente chiamando al box entrambi i biloti. Leclerc però, purtroppo, si ritrova dietro a Russell e Norris, fermatisi anche loro. Sainz è riuscito invece a mantenere la posizione su Verstappen, che era partito con la gomma più dura e non si è quindi fermato. 

La gara riparte al giro 23, e Russell impiega un giro per superare Verstappen, in difficoltà con le gomme, e incollarsi agli scarichi di Sainz. Leclerc perde un’ulteriore posizione su Hamilton, andando lungo per non tamponare Norris che, a sua volta, stava cercando di non tamponare Perez, anch’egli ritrovatosi fra i primi non avendo effettuato la sosta.

Allo spagnolo viene detto di rallentare il gruppo, cosa che fa puntualmente e per 20 giri i primi 5  viaggiano separati da circa un secondo.

Al giro 43, l’Alpine abbandona Ocon in curva 1, e viene attivata la Virtual Safety Car. Sia Ferrari che Mercedes sono pronte per un pit-stop, che però viene effettuato a sorpresa solo dalle due Mercedes. Che si ritrovano, così, in quarta e quinta posizione. Per i tedeschi è una vera e propria scommessa. 

La gara riparte al giro 46, e Russell si trova a 13 secondi da Leclerc, con 16 giri da percorrere. L’inglese, con gomma nuova, a suon di giri veloci raggiunge Leclerc al giro 53. Servono poche curve al giovane della Mercedes per prendersi la terza posizione. Il ferrarista viene poi passato facilmente anche da Hamilton. 

Al giro 58, con Russell che incombe, Norris rompe gli indugi e si avvicina a meno di un secondo da Sainz. Ma, in realtà, è quest’ultimo che gli dà all’inglese volutamente il DRS, per tenere lontane le due Mercedes. I primi 4 sono ora racchiusi in meno di 2 secondi.

Carlos tiene sapientemente Norris in zona DRS, e la cosa funziona talmente bene che Russell, nella foga di stare il più vicino possibile al connazionale, commette un errore da principante e va a muro a poche curve dalla fine, lasciando il podio ad Hamilton.

Finisce così, con Sainz che riporta in alto la Ferrari, firmando un vero e proprio capolavoro di strategia, per la maggior parte farina del suo sacco. Completano il podio Norris ed Hamilton, quest ultimo autore di una prestazione di gran lunga migliore del suo tanto acclamato compagno di squadra. Al quarto posto, staccatissimo, Charles Leclerc, il cui morale sarà sicuramente finito sotto i tacchi. Incollato a lui sotto la bandiera a scacchi è arrivato Verstappen, autore di una rimonta dalle ultimissime posizione nelle quali era sprofondato dopo l’ultimo pit-stop. Seguono Gasly, Piastri, Perez, il giovanissimo Lawson, a punti alla terza gara, e Magnussen, 

Fra una sola settimana si correrà a Suzuka. Vedremo se la Red Bull si ripresenterà con la forma di Singapore, nel qual caso ci sarà da divertirsi.

P.S. oggi abbiamo visto quello che impedirà a Leclerc di diventare un campionissimo, nonostante il suo immenso talento. I vari Prost, Senna, Hamilton e Verstappen, sentendosi chiedere di allontanarsi dal compagno davanti a loro, avrebbero insultato l’ingegnere e sarebbero andati a prenderlo per superarlo a costo di farlo fuori e di gettare un risultato buono per la squadra. Charles invece si è messo a contrattare. Ma la cosa peggiore, per lui, è che è stato meglio così, perchè oggi era nettamente inferiore al suo compagno di squadra, di prestazione e di testa.

P.S 2. la vittoria di oggi ci permette di ricordare quella 2023 non come una stagione fallimentare, e la SF-23 non come una carriola al pari della 312-T5, della F1-86, della F92A e della SF16-H e della SF1000.

P.S 3 la mancata penalità a Verstappen per 3, e dico 3, situazioni che ad altri piloti sarebbero valse almeno altrettante posizioni in griglia, non può non far pensare che ci sia la chiara disposizione di NON sanzionare il pilota olandese. Disposizione che dura dal 2021, da quando, cioè, qualcuno ha deciso che il dominio di Hamilton e della Mercedes dovesse finire. A costo di sembrare dei pagliacci. Abu Dhabi 2021 è lì a dimostrarlo.

P.S. 4 dite alla FIA che qualunque cosa abbia fatto per rallentare la Red Bull, è meglio che lo continuino a fare. Ma penso che ci arriveranno da soli, confrontando le interazioni del dopo GP di Singapore con quelle del dopo GP di Zandvoort (o di qualunque altro di questa stagione).

F1 2023 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Dopo la lunga parentesi europea, il circus si sposta in Asia per la prima tappa di un trittico che prevede in serie il Gp di Singapore, quello del Giappone e quello del Qatar.

Si torna sul Singapore street circuit che quest’anno vedrà un’importante modifica, l’introduzione di un rettilineo al posto della sezione con le curve dalla 16 alla 19, in pratica un raccordo tra la curva 15 e le ex curva 20. Scopo della modifica ovviamente favorire i sorpassi su una pista su cui e’ (era?) quasi impossibile sorpassare. Di conseguenza diminuirà il degrado e l’usura a carico dell’impianto frenante, con un guadagno stimato sul giro tra gli otto e i dieci secondi. Vedremo quanto questa modifica potrà aumentare lo spettacolo in pista.

immagine da infomotori.com

Il circuito di Marina Bay potrebbe rappresentare il nemico più pericoloso per lo squadrone Red Bull e Max Verstappen, intenzionato ad allungare la striscia di gare vinte appena portata a 10. E’ vero che in assenza di avversari uno se li deve inventare per non sminuire i propri successi ma in effetti il cittadino di Singapore è il circuito in cui le variabili imprevedibili potrebbero giocare contro i tori austriaci. Marko si dice anche molto spaventato dalla Ferrari mentre Mercedes annuncia battaglia, insomma anche gli avversari hanno cerchiato questo GP sul calendario per sferrare il primo vero agguato alla corazzata Red Bull.

Forse questo può valere per Perez, che però ricordiamo che ha un ottimo storico sui tracciati cittadini, ma non per Verstappen che sembra davvero essere su un altro livello per tutti.

immagine da modenaindiretta.it

Ferrari, più realisticamente, cercherà di puntare al podio, aiutata anche dal nuovo layout della pista. Difficile pensare a qualcosa di meglio a meno di sfruttare (almeno per una volta!) le variabili impazzite che potrebbero verificarsi a gara in corso. Sarà interessante vedere se Leclerc ritroverà quella velocità persa a Monza nei confronti di Sainz oppure se mentalmente è già al 2024 aggrappato alla solita flebile speranza di un futuro migliore.

In casa Mercedes la fa da padrone il gran capo Wolff che si è lasciato andare ad alcune affermazioni tra il lapalissiano ,lo iettatorio e quello che lo confermano come il principe delle faccia di tolla della F1. La prima è quella che riguarda il cambio di regolamento del 2021 (riduzione della lunghezza del fondo vettura) che è stato fatto apposta per cercare di fermare il loro dominio. Quando mai in Formula 1 non è stato così? Chiedere alla Ferrari del 2005.

La seconda invece riguarda la nuova direttiva Fia sulle ali flessibili che, stando a radio paddock, dovrebbe sfavorire in primis Aston Martin e Red Bull. Wolff, tra il serio e il faceto, si “augura” che gli austriaci perdano almeno mezzo secondo e che comunque non vorrebbe un cambio di regolamento per fermare l’attuale dominio Red Bull. Ma la TD039???

Barzellette a parte, non si prevedono chissà quali sconvolgimenti nei valori in campo in seguito a questa nuova direttiva, men che meno che la Red Bull possa all’improvviso trasformarsi in un bidone, più o meno quello che successe alla SF-22 dopo l’introduzione della TD039.

immagine da formulapassion.it

Per il resto l’attenzione degli addetti ai lavori è calamitata dalla possibile azione legale di Massa contro la FIA per il famigerato crashgate di Singapore 2008. Secondo Massa, la recente ammissione di Ecclestone che ammette l’irregolarità della gara certifica l’esito del campionato falsato e ci sarebbero gli estremi per ottenere in un’aula di tribunale quel titolo che Massa assaporò per pochi secondi al termine della gara di Interlagos. Addirittura chiederebbe l’aiuto di Hamilton, per il quale quel titolo fu il primo dei suoi attuali sette, in qualità di cittadino brasiliano onorario.

Non sappiamo dove si arriverà ma onestamente appare molto utopistico che Massa possa fregiarsi del titolo di campione del mondo 15 anni dopo quei fatti. Fa bene a provarci, in primis come dice lui “per amore del Brasile e dei tifosi della Scuderia”, ma la momento sembra solo una boutade in attesa che magari salti fuori qualcosa di concreto al quale aggrapparsi. E poi ce lo vedete voi Hamilton passare da sette a sei mondiali perdendo lo scettro del primato condiviso al momento con Schumacher e con la certezza di non poter arrivare all’ottavo titolo che ne farebbe il più vincente di sempre? Mi dispiace per Massa ma ha troppi follower in meno rispetto all’epta (?) campione per pensare di poterla avere vinta.

*immagine in evidenza da racer.com

Rocco Alessandro

 

MAX PASSEGGIA NEL PARCO, LA FERRARI SI ACCONTENTA

A Monza la Ferrari si risveglia. Sempre. Anche, se necessario, con l’aiutino. Nonostante la mediocre prova di Zandvoort solo una settimana fa, e a dispetto della definizione di “macchina sbagliata” che ne ha dato chi l’ha progettata, la SF-23 si rivela macchina adatta ai circuiti a basso carico, e infatti Sainz, dopo avere primeggiato in tutte le sessioni di prove libere, la piazza in pole davanti a Verstappen e ad un deluso Leclerc.

Dopo un rinvio di 20 minuti causato da Tsunoda il cui motore l’ha lasciato a piedi sul rettilineo verso la parabolica, la partenza non riserva alcuna emozione, e i primi 3 se ne vanno, con Sainz, Verstappen e Leclerc racchiusi in un secondo e mezzo.

Al giro 6 Max ci prova alla prima variante, ma Carlos tiene duro. Questo permette a Leclerc di avvicinarsi ai primi due. Il DRS a Monza non consente di fare la differenza, e questo rende i sorpassi molto difficili.

Dietro di loro, Russell cerca di tenere a bada Perez. Al giro 14 entrambi tagliano la prima variante, il messicano passa ma deve fare ripassare l’inglese.

Al giro 15 Sainz blocca alla prima variante, ed esce lentissimo dalla seconda curva. Max lo affianca al curvone e lo passa alla Roggia.
Subito dopo, Perez passa Russell.

L’ olandese dà 1 secondo al giro alle due rosse, e il suo compagno si avvicina a loro allo stesso ritmo.

Con le gomme finite, Sainz si ferma a montare la mescola più dura al giro 20. Al giro successivo entrano Verstappen e Leclerc. Charles esce di fianco a Sainz e i due iniziano a battagliare. Perez esce subito dietro di loro.

Al giro 31 Charles perde il DRS da Sainz, il messicano ci prova alla Roggia ma viene portato sull’erba. Al successivo passaggio sul traguardo non c’é però nulla da fare e il messicano guadagna la terza posizione.

Il vantaggio di Sainz sulla seconda guida Red Bull é tale da non consentirgli l’uso del DRS e Leclerc gli rimane incollato agli scarichi.

Al giro 41 però Sainz crolla, e Perez prova ripetutamente ad attaccarlo alla prima variante ma gli ci vogliono diversi giri per prendersi la seconda posizione.

Inizia poi una lotta senza quartiere fra i due ferraristi, con Leclerc che riesce a superare Sainz alla prima variante, ma ne esce molto lentamente, e i due quasi si toccano alla Roggia, con lo spagnolo che si riprende la terza posizione.

Carlos chiede di congelare le posizioni, ma Charles non ci sta. All’ultimo tentativo, il monegasco blocca tutte e 4 le gomme alla prima variante e dà addio alle speranze di podio.

Finisce così con Verstappen a prendersi tranquillamente la decima vittoria consecutiva, davanti a Perez, Sainz, Leclerc, Russell, Hamilton, un sempre ottimo Albon, Norris, Alonso, oggi in ombra con una Aston Martin inadatta ai circuiti veloci, e, a chiudere la zona punti, Bottas.

Monza chiude la stagione europea, e fra due settimane il circus riprenderà in oriente, nella notte di Singapore, per una gara che, si spera, sia un po’ più imprevedibile delle ultime che abbiamo visto.

P.S. Vasseur ha definito la pole di Sainz “una pietra miliare nella storia della Ferrari”. Se qualcuno ha capito perchè, è pregato di scriverlo nei commenti, perchè a me francamente sfugge il motivo. L’asticella del francese deve essere posta molto in basso, se si dichiara entusiasta per un terzo e quarto posto a Monza che nessuno già domani ricorderà più.

P.S. 2 in Mercedes chi ha ha coordinato il progetto di una macchina sbagliata per due anni di fila è stato cambiato di ruolo (nota bene, non licenziato) ed è stato richiamato chi precedentemente si era occupato di un progetto vincente. Se in Ferrari si dovesse fare la stessa cosa, bisognerebbe andare a cercare in quel di Varano, ovviamente senza alcuna speranza che la proposta venga accettata.

P.S. 3 10 vittorie consecutive di un pilota, 15 di una macchina. Chi ha permesso tutto questo deve riflettere a lungo, perchè se è vero che è giusto che a vincere siano i migliori, in uno sport così complesso come la F1 non è nè normale nè ammissibile che si arrivi a questo. Dominare va bene, ma monopolizzare no. E se in 14 stagioni si passa senza soluzione di continuità (a parte il 2021) da un dominio (Red Bull) ad un altro dominio (Mercedes) e, infine, ad un monopolio (di nuovo Red Bull), la cosa è ancora più inaccettabile.