E rieccoci qui, in un 2025 già liberatosi del buio pomeridiano, ad auspicare che il brivido inconsulto generato dalla velocità, quantomeno per interposta persona o, meglio, per interposto pilota, venga a titillare le corde del nostro folle amore per la vetta più o meno indiscussa degli sport motoristici.
“Folle” è vocabolo che trova l’etimo nel latino dell’alto medioevo, già spurio e imbastardito da coniugazioni germaniche le quali, incapaci di riconoscere il canto delle vocali, dicono Follus ciò che in bocca a Cicerone doveva essere Follis, ovvero un otre vuoto e pieno d’aria, talvolta mantice talaltra pallone per il gioco, come quello che dolci fanciulle siculo-romane si passano con gioiosa letizia nei mosaici della Villa Romana del Casale, dalle parti di Piazza Armerina.
Un pallone pieno d’aria, dunque. E, tanto naturalmente quanto inesorabilmente, vuoto come la testa del sottoscritto ogniqualvolta si appresta a ragionare sulla incipiente stagione di Formula 1 con il solo conforto delle fantasmatiche cronometrie che gli striminziti test pre-stagionali mettono a disposizione.
Che si potrà fare in queste condizioni? Predire non è possibile, prevedere mah!, pronosticare figuriamoci.
Non rimane altro che profetizzare, certi che persino gli esiti dell’esordio down-under, in quel di Melbourne il prossimo 16 Marzo, non potranno smentire gli svarioni che ne sortiranno perché, sappiatelo!, arriveremo a Monza e continueremmo a poter dire: “La stagione è ancora lunga”
Non saprei in chi immedesimarmi in questo esercizio oracolare.
Una Pizia delfica?
No, meglio di no. In troppi, leggendo qua e là sul web e ascoltando appena di striscio cronache e reportage televisivi, si son lasciati suggestionare dagli interessatissimi desideri dei committenti ed è ben noto che prima di poter accedere al talento divinatorio delle sacerdotesse di Apollo è necessario versare un contributo concreto agli amministratori delfici. Del resto, andrà pur ben manutenuto l’òmphalos, no? E avete idea di quanto costi recuperare l’incenso e le erbe allucinatorie dai mercanti asiatici? No, cari miei, no. Io di dracme non ne ho viste e quindi da questo lapis non sortirà alcuna profezia di quel tipo.
E che dire di Tiresia allora?
Per essere cieco, sono cieco perché, come detto poc’anzi, le liste cronometriche trasmesse del Bahrain assomigliano tanto ad una moneta da 3 euro. Chi è che si è nascosto? Quanta benzina c’era durante i time-attack? E perché quell’ingegnere di quel team (sì, proprio quello là, quello vestito di arancione) ha fatto l’occhiolino? E perché Charles era contento davanti ai microfoni ma nel retrobox sbuffava come una locomotiva? E come mai Verstappen ha fatto il miglior tempo che Newey se n’è ormai andato da un anno? Ma Newey è impegnato a dare a Fernando il giusto canto del cigno, no? E sarà mai possibile che Mercedes sbagli vettura per il terzo anno di fila? O non pensate che il mondo voglia vedere il favorito dei social, Landino nostro, conquistare lo stesso alloro che fu di Jim Clark, Graham Hill e Jackie Stewart? E d’altra parte non sarebbe ora di oltrepassare le veliniche pareti del mito per vedere finalmente Lewis coronare il suo sogno d’essere l’incontestabile G.O.A.T.? Si esce da Sakhir con più domande di quante ne avevamo prima di entrarci e capire cosa può riservarci l’inizio di stagione è impossibile anche per il cieco indovino.
D’altra parte, qualche “sensazione”, se così si può dire, c’è effettivamente stata.
Le retrovie, ad esempio, sembrano già definite. Sauber e Haas sembrano piuttosto indietro rispetto al resto del gruppo e Aston Martin pare abbia fatto (ancora) il passo del gambero. Ammetto di essere un po’ sorpreso da Sauber che, avendo chiuso in crescita proprio nelle ultime due gare del 24, la vedevo come una possibile sorpresa d’inizio stagione. Non mi sorprende invece Haas perché l’andamento tradizionalmente ondivago dei suoi sviluppi non si addice all’ultimo anno di questo regolamento. Naturalmente la sorpresa più grossa, in questo senso, è data da Aston Martin che, anche al netto dei risultati cronometrici, non ha dato spunti per vederla come quel possibile contender per il podio che l’arrivo di Newey poteva far pensare. C’è però da dire che Newey non è nuovo a rivoluzioni in corso d’opera e di tutte le scuderie impegnate nei test/non-test del Bahrein loro sono quelli che più ne avranno bisogno.
In positivo, invece, sorprende Williams la quale, oltre al riscontro cronometrico, ha dato la sensazione di essere già pronta per un inizio di stagione molto diverso da quello dei tristi (tristi per il blasone, ovviamente) anni passati presentando una vettura che sembra ottimamente bilanciata in tutte le condizioni e che ha dato l’impressione di rispondere estremamente bene alle diverse sollecitazioni date dai piloti. Sia Sainz (uscito con il miglior crono della tre-giorni che avrà poco significato ma intanto l’ha fatto) che Albon hanno dato la sensazione di essere in perfetto controllo in ogni fase del test. Tra l’altro il confronto tra i due piloti sarà molto interessante e anche se sappiamo benissimo che in Formula 1 la proprietà transitiva non vale, il vedere la comparazione cronometrica e di condotta gara in termini relativi tra loro due può dirla lunga sul loro rispettivo livello. Rimane il dubbio sulla capacità Williams di sviluppare la vettura nel corso della stagione quindi, se davvero partiranno bene, dovranno puntare a raccogliere quanti più punti possibili nelle prime gare.
Mercedes, tra i top team, pare quella che si sia nascosta meno. Russell, in particolare, è parso molto a suo agio in tutte le condizioni testate nei tre giorni. Giorgino ha visto i suoi crono abbassarsi considerevolmente ogni volta che ha tenuto giù il piede e lo ha fatto senza alcuna difficoltà. Mi preoccupa un po’ di più il nostro Antonelli che mi ha dato la sensazione di essere piuttosto in difficoltà in tutte le condizioni testate dove ha pagato tantissimo nei confronti di Russell, compreso il time attack ove il cronometro apparentemente simile dei due inganna perché mentre il giovane italico ha dato tutto Russell ha solo spinto un po’ di più e la sensazione è che avesse margine. La scommessa di Toto su Antonelli mi pare quindi assai azzardata (soprattutto con Sainz sul mercato a prezzi da Eurospin) e mi spiacerebbe vedere un pilota italiano, di cui si parla benissimo da anni nonostante la giovanissima età, bruciarsi l’opportunità di avere una buona, se non ottima, carriera in Formula 1 perché si crea una nomea poco lusinghiera il primo anno. Persino Max Verstappen si è fatto il suo bravo anno nel team “spalla” nel 2015 (e pure qualche gara del 2016 prima di essere promosso). Staremo a vedere.
Anche RBR mi pare si sia nascosta poco ma qui l’unica cosa che mi pare emergere con chiarezza è la difficoltà di Lawson il quale sia nei time attack che nelle simulazioni gara è parso lontanissimo da Max. Anche per RBR, come per Mercedes, non aver messo sotto contratto Sainz potrebbe tradursi in un clamoroso errore. Del resto, Lawson non aveva dato buoni segnali nel finale della scorsa stagione e ammetto di essere rimasto parecchio sorpreso dalla scelta di Horner e Marko di promuoverlo nonostante ogni evidenza contraria, quantomeno nei confronti di Tsunoda se proprio dovevano promuovere un Racing Bulls. Può essere che Marko, come sua abitudine, abbia le idee chiare sul possibile rendimento di Tsunoda e non su quello del neozelandese e voglia testarlo più a fondo. Oppure si sono lasciati attrarre dalla personalità di Liam, indubbiamente non un timidone, e vogliono verificare la sua resistenza (non mi vedrete mai scrivere la parola “resilienza”) all’interno del difficile box RBR. Tuttavia, sono dell’opinione che primum currere celeriter deinde aestimare animum, perché se il tema era avere uno “tosto” allora Perez poteva ancora dire la sua oppure bastava mettersi in casa Magnussen che in quanto a balls li mette tutti in fila. Se invece si cercava la performance e l’affidabilità allora Sainz doveva necessariamente essere la scelta più indicata. Tornando alla vettura è chiaro che, come già l’anno scorso, la magnificenza della guida di Max non consente di trarre indicazioni nette sulle sue potenzialità. Da un lato si vede Max adagiarsi senza difficoltà nella top 3 dei tempi, il che lascerebbe intuire un alto potenziale, ma dall’altro lato si vede Lawson annaspare in ogni condizione il che dovrebbe destare forti preoccupazioni a Milton Keynes se non fosse che il neozelandese, come prima indicato, è di fatto ancora un mezzo rookie con pochissimi GP all’attivo. Quindi? Quindi si torna sempre lì: avessero preso Sainz potevano avere indicazioni molto più significative sul livello della vettura senza, cioè, affidarsi ad un Max stratosferico che guida sopra i problemi e senza un quasi-rookie che non ha la minima idea di dove andare con lo sviluppo. Boh!
Ferrari si presentava a Sakhir con il favore dei media, agitatissimi dall’arrivo di Hamilton in rosso. Ed è proprio per questo che tendo a pensare che non abbiano voluto cercare tempi di rilievo. Il punto è che se si fossero buttati lancia in resta a cercare i tempi gli altri (RBR e Mercedes in primis) li avrebbero messi alla prova per portare allo scoperto la velocità della vettura. In questo senso è da leggersi il distacco tra Hamilton e Leclerc nei rispettivi time-attack. C’è anche un po’ di gioco della parti tra i piloti che evidentemente aspettano Melbourne prima di lanciarsi per davvero e toccare (finalmente!) con mano l’entità del gap che li separa: se sarà in un senso o nell’altro, lo scopriremo vivendo. Ma se sulla velocità pura il dubbio sarà sciolto solo quando si farà sul serio diverso pare il discorso sui crono di simulazione gara. E qui segnali non bellissimi si sono visti. Dal volto corrucciato di Leclerc al mero cronometro di quasi 1 secondo più lento, in media, rispetto a McLaren di domande da fare ce ne sarebbero tantissime a cominciare dalla revisione di alcune componenti che l’anno scorso non avevano dato alcun problema: le famigerate sospensioni pull-rod. Si sa che questo tipo di sospensione impone un disegno dei flussi aerodinamici estremamente preciso perché sottrae una virgola di spazio in più sull’entrata dei flussi d’aria il che un po’ sorprende visto che i musi di queste monoposto non si sono alzati rispetto all’anno scorso. M’immagino che quindi la scelta abbia poco a che vedere con l’aerodinamica quanto, forse, sul tentativo di accendere le gomme un po’ più rapidamente di quanto si riuscisse a fare l’anno scorso. Ferrari, infatti, l’anno scorso era riuscita finalmente a superare il cronico problema di surriscaldamento gomme che l’assillava da anni con il contraltare, però, di non essere più in grado di dare ai piloti una vettura performante in qualifica. Insomma: la coperta è corta e vedremo se le soluzioni introdotte, al netto della capacità performativa generale, può portare più equilibrio.
McLaren è quella che si è nascosta di più, almeno apparentemente. Il che fa pensare che possano ricominciare nella stessa posizione in cui avevano chiuso il 2024: davanti. A spingere tutti i commentatori verso questa interpretazione dei loro test sono stati i crono delle simulazioni. Ipotizzando che nessuno, nei top team, abbia spinto alla morte ma con una configurazione conservativa del motore, il divario tra McLaren e gli altri è parso sin troppo ampio per non dedurre che partiranno in netto vantaggio. Nei time-attack, poi, la sensazione che entrambi i piloti abbiano abortito tutti i giri “buoni” (evidentissimo in Piastri, ad esempio) è parsa nettissima. Rimane qualche dubbio sul setup della vettura che molti commentatori in giro per il web hanno rilevato essere adattissimo per Sakhir e che dunque spiegherebbe il divario che si è percepito. Ma questo sembra più un auspicio degli altri che un ragionamento concreto.
Alpine e Racing Bulls, in tutta onestà, non le ho analizzate al punto da poterne trarre qualche indicazione sicché mi astengo da ogni commento sulla vettura.
Ma non da quello sui piloti.
Se Gasly è parso molto a suo agio altrettanto non si può dire di Doohan che, sarà un minimo di pregiudizio o la suggestione della pessima figura rimediata quando è stato catapultato nel mondiale nell’ultima e decisiva gara del 2024, mi è parso assai incerto soprattutto nel maturare il ritmo nelle simulazioni gara. Vedremo già a Melbourne se si tratta solo di diversa programmazione nei test degli assetti rispetto a Pierre oppure se c’è davvero da preoccuparsi.
Al contrario di Doohan ho visto molto bene il rookie Hadjar su Racing Bulls che nelle rare occasioni in cui è stato inquadrato (e guardando l’andamento dei suoi tempi) mi è sembrato assolutamente in palla e ben allineato alle richieste dei suoi ingegneri. L’ho tenuto d’occhio, si fa per dire, soprattutto il primo giorno e ho avuto la sensazione che non abbia avuto alcun problema a prendere confidenza con la vettura. Tsunoda, al contrario, è parso più conservativo così che alla fine è molto difficile valutare i crono relativi dei due.
L’altro rookie, Bortoleto, anch’egli poco inquadrato non saprei giudicarlo. Nel primo giorno si vedeva nettamente che guidava con la lingua di fuori a cercare il tempo mentre non so che dire del resto dei test. Salta all’occhio che proprio il terzo giorno Hulk gli abbia rifilato mezzo secondo come a dire: ti sei sfogato, ti sei esaltato che ti sembrava di avermi messo dietro ma ora ti faccio vedere cos’è la Formula 1. Tutto un mio romanzo, per carità, ma non dovremo aspettare molto per vedere che cosa sarà in grado di fare: il confronto con Hulk sarà assai indicativo.
Tutti i piloti di punta si sono nascosti a vario titolo, a parte Sainz che ha spinto non poco per mettere alla prova il mezzo. Forse colui che più mi ha impressionato è stato Piastri, non foss’altro per il fatto che è quello in cui era più evidente l’alzata di piede ogni volta che stava per sfoderare un crono rilevante.
Di tutti mi ha divertito, si fa per dire, Ocon che ha chiaramente spinto tantissimo ma che si è sempre trovato nelle ultime posizioni: visto che siamo in tema di antica Grecia non posso non rilevare la sua espressione da Prometeo incatenato e gettato nella rupe senza fondo del Tartaro tanto era triste il suo volto in alcune inquadrature che lo vedevano attendere in vettura senza casco indosso.
Alla luce di tutte queste considerazioni fare il Tiresia è troppo comodo, troppo accondiscendente alle sue presunte capacità da veggente. Troppi se…allora, troppi if…then, costellano i suoi vaticini. Così andando, dovrei pungolarvi inutilmente con un profluvio di caveat che avranno il potere d’irritarvi.
Eccolo Tiresia: se avrai la macchina più performante allora vincerai il campionato del mondo.
Capito, Lando? Comincia a preparare capretti da sacrificare a dritta e a manca perché se sotto il sedile avrai, come sembra, il mezzo più performante allora quest’anno non avrai più scuse.
(Oscar permettendo, che di hubris, dike, ananke e altre bellissime parole greche se ne strafotterà alla grande)
Non rimane altro che Cassandra, allora. Ho preferito non immedesimarmi in questa profetessa di sventura (va a sapere…) e l’ho interrogata grazie ad un collegamento Teams molto down-under con l’Ade in un’intervista che qui di seguito trascrivo.
MIT: “buongiorno Cassandra, come sta?”
Cassandra: “ma vaff…”
MIT: “ok ok, non c’è bisogno di agitarsi, capisco che laggiù non si stia poi sto granché ma d’altra parte poteva fare a meno di…”
Cassandra: “ma vaff…”
MIT: “Ehm, davvero, guardi, cioè, non vorrei importunarla più di tanto ma sono assai curioso di come vede, lei, la stagione 2025 di Formula 1”
Cassandra: “ma vaff…”
MIT: “Suvvia, non c’è bisogno di scaldarsi tanto, già non sappiamo quanto e come si scalderanno le nuove Pirelli indossate dalla Ferrari!”
Cassandra: “ma vaff…”
MIT: “Mi sembra un’intervista un poco monotona così – visto che il suo agente mi aveva detto che era disponibile vogliamo, per favore, moderare i toni ed entrare nel tema?”
Cassandra: “ah glie l’ha detto il mio agente? Ma chi? Agamennone? Non è che mi abbia portato grandi vantaggi eh? Lo sapeva?”
MIT: “in effetti… leggendo la Gazzetta di Micene qualche sospetto mi era venuto. Ma bando alle ciance e…”
Cassandra: “ma vaff… non mi importa nulla della Formula 1!”
MIT: “e a me non importa nulla del fatto che a lei non importi nulla: ho qui un bel contrattino firmato con il suo agente che le impone di darmi la sua profezia! E ho già bonificato fior di dracme sul suo conto!”
Cassandra: “Uff… Va bene, cosa vuole sapere?”
MIT: “molto semplice: i primi tre piloti della classifica finale della stagione 2025. Chi saranno?”
Cassandra: “tutto qui? Bene eccoli: 1. Verstappen 2. Piastri 3. Leclerc – è contento adesso?”
MIT: “no, davvero? Non le credo! Lei sta dicendo nomi a caso! È proprio sicura che sarà questa la classifica? Verstappen che vince per la quinta di fila è praticamente impossibile con la macchina che si ritroverà quest’anno! e poi sta per nascergli un figlio e, come diceva Enzo Ferrari, perderà un secondo al giro, no?”
Cassandra: “E che le posso dire?! Io non so nemmeno chi siano costoro”
MIT: “Ma è sicura di aver letto bene il suo vaticinio? Magari è in difficoltà con l’alfabeto latino, magari c’è scritto qualcos’altro tipo… Leclerc primo, Norris secondo e Hamilton terzo? Non c’è scritto quello?”
Cassandra: “Se le dico che è 1. Verstappen 2. Piastri 3. Leclerc è così, punto”
MIT: “naaaaaah non le credo!”
Cassandra: “è così! Mi ascolti!”
MIT: “No, impossibile. Non le credo. Lei mi sta prendendo in giro. Basta chiudo il collegamento. Arrivederci”
Cassandra: “ma… io…. Davvero! Mi ascolti, la prego!”
MIT: “No, basta, non le credo, ho buttato via i soldi. Mi stia bene”
Mentre chiudo Teams faccio in tempo a udire l’eco della voce di Cassandra:
“… ac dona ferentes”
Kalispera a tutti e ci vediamo down-under!