MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI JEDDAH

La seconda gara del mondiale 2023 va in archivio senza che siano state granché soddisfatte le promesse di emozioni che la vigilia sembrava aver preparato.

Il guaio di Verstappen in qualifica, infatti, sembrava offrire alla gara molti temi d’interesse perché si poteva pensare che i risultati non sarebbero stati affatto scontati.

Invece, purtroppo, abbiamo assistito ad una gara abbastanza piatta in cui nemmeno le strategie di gara (risorsa di intima spettacolarità delle gare di F1) hanno inciso al punto da rendere quantomeno incerti gli esiti finali.

Peccato, perché le prime due edizioni avevano riservato molte emozioni (nel bene e nel male) e molta tensione, anche al netto delle riserve che un circuito siffatto può determinare nell’appassionato. Quest’anno, con l’intento di evitare i curiosi giochi col DRS visti in passato, sono stati cambiati un paio di detection point e accorciata leggermente la DRS zone sul rettilineo d’arrivo. Mal glie ne incolga agli organizzatori: erano proprio questi che hanno reso spettacolari quelle gare e così facendo è stato tolto un po’ di pepe ad una corsa per correre la quale occorre (tanto) pelo sullo stomaco ma non offre molto su cui speculare quanto a tecnica di guida (forse solo il passaggio delle curve 22-23-24 richiedeva attenta valutazione). Va precisato che quei giochi erano semplici schermaglie tra i piloti in cui non era in gioco la sicurezza oggettiva del circuito ma solo quella relativa tra i piloti. Quand’è così, cioè quando si toglie al pilota anche la possibilità di fare questi giochetti, poi non ci si deve lamentare se si vedono tanti robottini andare avanti indietro per la pista, no?

Nemmeno le strategie, come detto poc’anzi, hanno giocato un ruolo di rilievo in questa gara perché le caratteristiche della pista hanno imposto una ed una sola strategia valida (al netto delle SC) che tutti hanno pedissequamente seguito, senza quindi che l’appassionato potesse essere intrigato dal mistero che l’uno o l’altro pilota avesse in serbo qualche carta da giocarsi diversa da quelle degli altri.

Verstappen che partiva così indietro poteva essere un tema ma la facilità con cui si è portato nelle posizioni che contano, compito portato a termine senza che si sia preso il benché minimo rischio, ha lasciato parecchio amaro in bocca.

Insomma, se ne esce tutti un po’ delusi contando che gli unici brandelli di emozione si sono visti in qualche blando duello nelle retrovie e nel pasticcio delle penalità di Alonso. Ma ne parliamo qui di seguito più in specifico nelle consuete NON PAGELLE. Come sempre vado per ordine d’arrivo dei primi 10 per poi aggiungere qualche nota sull’altra metà dell’ordine di arrivo.

PEREZ

Dopo la tutto sommato opaca prova in Bahrain il buon Checo si regala un week end quasi perfetto. Il “quasi” è dovuto al bastardissimo uccellamento del giro veloce subito all’ultimo giro da un Max in versione venditore di stereo all’autogrill. Non fosse stato per questo la perfezione era alla sua portata. Il guaio di Max in qualifica l’ha issato senza particolari problemi in pole position con un tempo monstre che forse pure Max avrebbe fatto fatica a matchare. Anche in partenza non è male e l’essersi trovato alle spalle di Alonso va più a merito di quest’ultimo che non a suo demerito. Impiega comunque solo 4 giri per liberarsi dell’asturiano e imporre un ritmo che gli altri manco si sognano. Prosegue indisturbato per tutta la gara, conscio anche che la residua quanto improbabilissima ipotesi che Alonso possa rappresentare un problema viene definitivamente cassata dalla penalità presa da quest’ultimo. Fa una ripartenza da manuale alla SC e poi va in controllo fino a che non si ritrova il teammate a rincorrerlo. Da lì in avanti si prende a mazzate con Max a suon di giri veloci su giri veloci, millesimo su millesimo che fanno sì che Max non si avvicini mai a meno di 4.5 secondi. Proprio in questa fase sta il suo maggior merito: quando sembrava giunto il momento di fare la solita vittima sacrificale risponde come si deve alla furiosa rincorsa del campionissimo, ossia affilando il cronometro il più possibile senza commettere errori. Conclude meritatamente sul gradino più alto del podio con quel piccolo amaro in bocca dell’ultimo giro che, forse, avrebbe potuto contrastare se si fosse fidato meno delle chiacchiere del muretto. Comunque bravo.

VERSTAPPEN

Come accennato nelle considerazioni iniziali il suo problema in qualifica e la rimonta in gara non hanno generato le emozioni e l’incertezza che ci si poteva aspettare dalla gara. Max mostra la maturità raggiunta negli ultimi due anni correndo una gara priva di rischi e ottenendo il massimo risultato possibile considerando che Checo, oggi, ha sfruttato perfettamente l’occasione che gli è capitata. Impiega (ben) 17 giri per arrivare nelle posizioni che contano e viene pure aiutato dalla SC che gli permette di superare le Ferrari senza colpo ferire. Giusto il tempo di aspettare il DRS e si libera facilmente di Russell (anche qui segno di maturità: il “vecchio” Verstappen si sarebbe dannato pur di passarlo subito) per poi liberarsi facilmente anche di Alonso al 25 giro, esattamente a metà gara. Da lì in avanti ha fatto di tutto per provare a vincerla ma oggi con Checo non c’era niente da fare. Ho il sospetto che i team radio in cui lamentava qualche fantasmatico problema fossero più frutto della frustrazione di non potersi mangiare Checo come un plumcake più che un timore fondato che qualche problema ci fosse davvero. Si è quindi limitato al colpaccio del fastest lap finale che gli porta quel punto in più necessario per stare davanti in classifica mondiale. Bravo anche lui, per carità, ma la facilità con cui sia lui che Checo hanno condotto la rispettiva gara mostra che RBR è non una, come già si evinceva in Bahrain, ma due spanne sopra tutti in gara.

ALONSO

Il vecchio leone non demorde e vuole far vedere che Aston Martin non è un bluff. Però… Però, come già accaduto in Bahrain in qualifica, anche stavolta commette imprecisioni non da lui. L’errato posizionamento sulla piazzola di partenza che gli ha fruttato la penalità è un errore che nel 2012 (tanto per fare un esempio) non avrebbe commesso. Ma poco male, perché sfodera una partenza eccezionale che lo issa al primo posto: come detto sopra non è che Perez abbia sbagliato qualcosa e lui ne abbia approfittato, anzi!. L’illusione che la gara possa dire qualcosa di diverso rispetto alle attese dura pochi giri ma Fernando non si perde d’animo e sfrutta il treno di Perez per staccare gli inseguitori e pregustare un secondo posto forse alla sua portata se non ci fosse stata la SC a favorire ulteriormente il rientro di Max. Alla ripartenza non è perfetto ed è costretto a guardarsi da uno scintillante Russell. Quando arriva Max non può nulla e con gesto elegante alla “si accomodi, prego” lo fa passare per poi mettersi a velocità di crociera per il resto della gara. Si risveglia  solo alla fine quando si moltiplicano le voci di una seconda penalità e fa capire che aveva più di mezzo secondo di margine di ritmo. Il giallo sulla sua posizione finale mi ha destato non poche perplessità. Inizialmente si pensava che la seconda penalità fosse stata data perché non poteva scontare la prima penalità in regime di SC e già la cosa sembrava strana. Poi è stato chiarito che è stata data perché la sua vettura è stata toccata mentre scontava la prima penalità – e qui invece sembra tutto giusto. Poi il giorno dopo scopro che hanno tolto la seconda penalità e restituito il terzo posto con ragioni che, onestamente fatico a capire. Il regolamento dice che durante la penalità sulla macchina non si può lavorare e l’unica interpretazione sensata a questa locuzione è che durante la penalità la macchina non si possa toccare in alcun modo, neanche con un grissino aggiungerei! Sicché mi pare strano che alla fine abbiano tolto la penalità e per quanto Fernando non avrebbe meritato di scendere giù dal podio per questo cavillo (ma non dimentichiamo che tutto nasce da un suo errore) era quello che sarebbe dovuto succedere. Nel campo dei commissari di gara sembra che in FIA continuino a scegliere dei campioni mondiali nella disciplina olimpica del lancio della ca***ta ma tant’è. Bravo Fernando, e ci mancherebbe!, ma con riserva.

RUSSELL

Dopo la insufficiente prova in Bahrain Giorgino nostro ritorna a fare quel che tutti ci aspettiamo da lui, cioè andare come una scheggia e mostrare che fa parte dell’elite! Eccezionale, assolutamente eccezionale in qualifica perché rifila la bellezza di 4 decimi al celebrato team mate. A mia memoria mai Hamilton aveva subito, in condizioni regolari, un distacco così ampio da un suo compagno di squadra. In gara si comporta splendidamente tenendo per tutta la gara il miglior ritmo che la Mercedes di oggi può ottenere. A questo si aggiunge che ad un certo punto della gara, dopo la SC (anche qui eccellente ripartenza che lo porta a duellare con Alonso), si ritrova Hamilton con le gialle alle sue spalle che contava su un ritmo potenzialmente migliore e un team order pronto per essere eseguito. Ebbene cosa fa il nostro? Accelera e Hamilton non riesce a rispondere. Bravo bravissimo. E la penalità finale di Alonso ci stava tutta quindi si può perfino dire che il podio gli apparteneva di diritto.

HAMILTON

Sarò breve. Male in qualifica dove si prende 4 decimi dal teammate come mai gli era accaduto senza particolari condizioni a contorno. Decisamente incolore in gara, a parte il buon sorpasso su Sainz dopo la SC (ma aveva gialle nuove), in cui non riesce a reggere il ritmo di Russell e solo la SC gli consente di stare davanti alle Ferrari. C’è molto da rivedere, e non mi riferisco solo alla vettura…

SAINZ

Ancora un week end incolore per il buon Carlos. E non è giustificato dalla vettura al di sotto delle aspettative. Non regge Stroll in partenza e non da mai la sensazione di poterlo impensierire. Ciononostante congegna insieme al muretto una bella finta di andare ai box per poi sopravanzarlo in overcut ma poi non ha ritmo. La SC non l’aiuta ma nemmeno lui si aiuta non riuscendo a opporre resistenza ad un Hamilton già di suo incolore. Con le bianche si ritrova impantanato allo stesso modo di Leclerc in un limbo in cui non è minimamente in grado di recuperare su Hamilton né di offrire la sensazione che la Ferrari sia poi così meglio della Alpine che seguono. Apprezzabile solo il gioco di detti e non detti sui potenziali team order a favore di Leclerc: “fatelo venire sotto DRS e ne parliamo”. Mah!

LECLERC

Week end ambivalente nei risultati ma non per colpa sua. Infatti, il buon Charles sfodera l’ennesima strepitosa qualifica che, non fosse stato per la penalità in griglia, avrebbe poi potuto sortire una gara ben diversa. La gara stessa parte come da lui ci si aspettava: in pochi giri si libera da par suo dei contendenti che lo separavano da Sainz, sfoderando qualche bel sorpasso dei suoi. Poi la SC non l’aiuta perché si ritrova (quasi) inaspettatamente dietro ad Hamilton. Quel che accade in seguito è un mistero. Con le bianche non va. Chiede di far spostare Sainz da davanti ma non riesce minimamente ad avvicinarlo per dar fondatezza a tale richiesta e si ritrova infine in quello stesso limbo di cui parlavo prima per Sainz a portare stancamente a casa una gara che non verrà certo celebrata per le imprese della rossa. La sensazione è che in Ferrari o non hanno ancora capito la vettura oppure che questo progetto è davvero fallimentare rispetto alle ambizioni della vigilia. Un vero peccato per il nostro eroe.

OCON E GASLY

Li metto insieme perché hanno fatto una gara fotocopia e perché confermano il deciso passo avanti di Alpine dopo la incerta gara disputata in Bahrain. Bene tutti e due in qualifica (con Gasly comunque leggermente più dietro di Ocon) e bene tutti e due in gara. Questo “bene” applicato al giudizio sulla loro  gara deriva dal fatto che, a differenza del Bahrain, non si sono trovati in bagarre col resto del centro gruppo e hanno potuto portare a casa il (loro) massimo risultato possibile senza particolari affanni. Sulle bianche non avevano un ritmo così diverso da Ferrari e se quest’ultima continua a passo di gambero…

MAGNUSSEN

Un bravo bravissimo al buon Kevin non glie lo nega nessuno. Eppure le premesse non erano buone. Per la seconda volta consecutiva ha dovuto subire, e non poco,  in qualifica da Hulk ma almeno passa il Q1. In gara ancora una volta mostra le sue qualità sia strategiche che di combattività. Infatti tiene bene in partenza e nei primi giri (rende anche un po’ difficile la vita a Max quando se lo ritrova negli specchietti) e poi passo dopo passo riesce a costruire una eccellente gara che lo porta a ritrovarsi a battagliare con Tsunoda per il decimo posto che, a questi livelli, vuol dire tanto. E ci riesce non mollando mai, anche quando sembrava che l’altrettanto combattivo Tsunoda potesse farcela. Questa qualità di Magnussen me l’ha sempre fatto essere un beniamino tra i piloti di seconda fascia e mi fa piacere vedere che è ancora ben presente.

NOTE DI MERITO:

Tsunoda è costretto a soccombere a Magnussen ma ha comunque fatto una signora gara.

Piastri ha fatto una qualifica eccezionale e pure in gara ha mostrato dei bei numeri, nonostante una McLaren allo sbando.

Bene anche Zhou che risponde al Bahrain di Bottas con una eccellente qualifica ed una buona gara.

NOTE DI DEMERITO:

male male male Bottas, nullo sia in qualifica che in gara (peraltro unico doppiato), male anche Hulkenberg ancora una volta evanescente in gara dopo una buona qualifica e male pure DeVries ancora una volta oscurato da Tsunoda sia in qualifica che in gara. Malissimo Norris che fa un errore da principiante in qualifica: da lui non ci si aspettano queste cose.

Male anche Williams che fa un passo indietro rispetto al Bahrain.

Come dite? Mi sono dimenticato Stroll? Ah perché c’era anche lui? Sono ancora dell’idea che doveva stare a casa e tornare solo con polsi e piede a posto. La splendente Aston Martin di quest’inizio di stagione si meriterebbe ben altro.

 

Spero proprio che Melbourne sarà molto più interessante.

Ad maiora

 

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