F2 BAHRAIN 2022: POURCHAIRE, LAWSON E VIPS AL TOP

Con la F1 ripartono anche la F2. Anche quest’anno il mio compito sarà quello di riportarvi le cronache, ma anche il carico di sogni, speranze e illusioni che queste serie portano con sé.

Avrei voluto scrivere un articolo introduttivo alla stagione 2022 ma ho fatto male i conti il calendario mi ha colto alla sprovvista. Sbrigherò la faccenda nei prossimi paragrafi.

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Si ritorna al formato di due gare dopo le tre dell’anno scorso. Sia lodato il Signore (Bruno Michael). A differenza del passato però si trovano disposte in un altro ordine: dopo la qualifica si passa direttamente alla Sprint race, la cui griglia è determinata invertendo i primi dieci dell’ordine ottenuto dalle qualifiche. La Domenica invece si disputa la Feature Race, la cui griglia è sempre quella definita dalle qualifiche. Insomma, le due gare non sono più legate da un rapporto tra ordine di arrivo e griglia di partenza. I punti sono anche distribuiti in modo diverso: pole, gpv e sprint race assegnano meno punti. La ratio della scelta risiede nel fatto che la stagione 2022 di F2 sarà la più lunga di sempre (13 appuntamenti, in origine 14 con Sochi). Incredibile dictu, in un campionato FIA hanno imparato dal passato e hanno cambiato le regole in meglio!

Non si osservano cambiamenti tecnici significativi, mentre a livello di squadre si registra l’abbandono della HWA in favore della Van Amersfoort Racing. Per le ragioni note ormai anche ai sassi Uralkali rescinde il contratto con Hitech.

In termini di piloti c’è stato un certo rinnovamento. I primi 4 sono emigrati: Oscar Piastri e Robert Shwartzman sono entrati nei ranghi di Renault e Ferrari mentre Guanyu Zhou ha esordito in F1.  Christian Lundgaard si è spostato in Indycar (dove peraltro ritrova Callum Ilott) mentre Dan Ticktum in Formula E.

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Insomma, del plotone di piloti del quale ho raccontato l’epopea a partire del 2020 sono rimasti Felipe Drugovich, che ritorna in MP dopo un anno pessimo in Virtuosi, Jehan Daruvala, in Prema dopo due anni in Carlin (ritengo l’indiano una sorta di Irvine della F2 ma chissà che non mostri qualche qualità) e Marcus Armstrong, che passa alla Hitech per provare a deludere le aspettative per il terzo anno di fila. Ok, sono stato cattivo.

Bisogna menzionare anche Ralph Boschung, il gatekeeper della serie (esordì nel 2018). Il tedesco non è stellare ma grazie all’esperienza riesce a tener testa ai giovani.

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I sophomore  più quotati per la vittoria finale sono il talento francese Theo Pourchaire (ART), il neozelandese Liam Lawson (passato in Virtuosi; nel giro è reputato il favorito) e l’estone Juri Vips (Hitech), veloce sempre ma fortunato mai. A pelle reputo Vips il più veloce, oltre ad essere il più esperto, ma finora è stato sfortunato come pochi. Lawson è il mio favorito personale ma se dovessi scommettere dei soldi punterei su Pourchaire.

Si ritrovano in F2 i piloti migliori della F3 dell’anno scorso. Il dominatore Dennis Hauger guiderà la Prema, candidandosi a imitare i percorsi di Shwartzman e Piastri (spero per lui più il secondo del primo). Il secondo classificato Jack Doohan esordisce in Virtuosi. L’australiano figlio d’arte aveva già stupito tutti quando l’anno scorso ad Abu Dhabi, quando salendo in una F2 per la prima volta in assoluto si era qualificato in seconda posizione appena alle spalle di Piastri (!!!).

Altri rookie che terrei d’occhio: l’americano Logan Sargeant (che solo per sfortuna non ha vinto il titolo F3 nel 2020 contro Piastri, dato che venne tamponato senza colpe all’ultima gara) e Frederik Vesti, academy Mercedes, che mi sembra uno intelligente (ma è il secondo pilota ART, ormai sappiamo che è una condanna). Sarà da seguire anche la storia di Cem Bolukbasi: il turco infatti è il sim racer ad arrivare in F2.

Le prime prove libere dell’anno sono state lineari, con la pista che è migliorata notevolmente nell’arco dei 45 minuti. In un circuito dove si è sempre esaltato, Drugovich si riconferma alla testa della classifica. Seguono le DAMS di Ayumu Iwasa (debuttante, ma ha beneficiato di un tentativo con gomme nuove in più degli altri) e Roy Nissany. Indietro i migliori F3 2021: Dennis Hauger è 11° e Jack Doohan 14°, che precede il duo ART. I tempi ottenuti sono di circa 3s più lenti dei test quindi c’è ampio margine di miglioramento.

La prima emozione delle qualifiche arriva dopo pochi secondi, quando Iwasa perde il controllo della macchina in curva 2 e si impantana nell’unica via di fuga in ghiaia della pista. Un avvio degno di Raghunathan.

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La Virtuosi ripete la strategia vittoriosa dell’anno scorso: Doohan effettua il secondo tentativo prima di tutti ed effettua il giro senza traffico. L’australiano ferma i cronometri su 1:40:542. Il tempo si rivela irraggiungibile per i rivali pertanto l’alfiere Virtuosi firma la prima pole dell’anno.

L’ART di Pourchaire contiene il distacco sotto i due decimi, sufficienti per qualificarsi accanto a lui. Terzo è Vips, che durante la sessione per poco non si è scontrato con Hauger, quando questi ha rallentato all’improvviso per rientrare ai box. Completa la seconda fila l’altro rookie, Logan Sargeant.

Dopo Boschung, quinto, si piazzano i delusi di giornata: Lawson è sesto, un po’ poco per il dominatore dei test, Daruvala è settimo con la Prema, Drugovich è solo decimo.

La Sprint Race ha avuto uno sviluppo lineare ma è stata divertente da seguire.

L’inversione della griglia premia l’Olanda, con la MP Motorsport di Drugovich in pole e la Trident di Verschoor accanto a lui. Dato il ritmo mostrato dal brasiliano è corretto vederlo come uno dei pretendenti alla vittoria di tappa…

…ma la sensazione dura poco: tempo di arrivare alla frenata di curva 1 ed è già sesto. Verschoor gli usurpa la prima posizione mentre alle sue spalle si posizionano un Boschung partito a razzo, Daruvala e un rapido Lawson.

Il brasiliano reagisce e passa Hughes per la P5 ma Pourchaire ne approfitta per infilare entrambi. La lotta si propaga come un’onda nella pancia del gruppo e si conclude quando Huges arriva lungo in curva 8 e tampona Marcus Armstrong. Ritiro per il mai fortunato neozelandese e SC in pista per rimuovere la Hitech dalla traiettoria.

Sotto la SC Drugovich segnala che la vettura di Pourchaire perde olio. Ci ha visto giusto: durante la ripartenza, avvenuta nel sesto giro, il francese rompe il cambio e si deve ritirare dalla corsa. Nei primi giri di gara Vips si mostra vivace nei primi giri e sorpassa le Virtuosi di Sargeant e Doohan.

Le posizioni si stabilizzano ma il duello resta vivo: Se il podio è stabile (Verschoor Boschung Daruvala) alle spalle Lawson è insidiato da Drugovich , Vips e Sargeant. Il brasiliano si fa vedere negli specchietti di Lawson per buona parte della gara ma non organizza mai un vero attacco. La differenza con la guida scoordinata e pasticciona dell’anno scorso è lampante, anzi mi è sembrato anche eccessivamente cauto. Posso capire che dopo i recenti disastri non può permettersi nessuna manovra sopra le righe.

Nel finale Boschung subisce il calo delle gomme. Viene sorpassato da Daruvala e Lawson e perde il podio. L’indiano ha dato l’impressione di poter andare a caccia anche di Verschoor, salvo rinunciarci dopo un paio di giri. Drugovich resta cautoloso e conclude alle spalle della Campos. Anche Vips molla un po’ e subisce il sorpasso di Sargeant. Dopo la gara l’estone racconterà che gli si era rotto un laccio dell’HANS, quindi ad ogni frenata la sua testa tirava a sinistra.

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Verschoor riporta la Trident sul gradino più alto del podio dopo una vita: era il 2016 e la serie si chiamava ancora Gp2, il vincitore era stato Luca Ghiotto in Malesia, mentre con il terzo posto Giovinazzi si lanciava verso la conquista del titolo al debutto eeeh, volevi!

Iwasa conclude la zona punti. Sul giapponese bisogna spendere due parole. Le telecamere lo hanno inquadrato poco ma nelle retrovie ha dato vita a una rimonta spettacolare: partito ultimo in seguito allo spin in qualifiche, ha sorpassato tutti di puro passo (senza eventi fortunosi) allo stesso modo conservando le gomme. Alla fine aveva addirittura raggiunto Vips! Nessuno si aspettava un debutto del genere. Vediamo come si evolverà nelle prossime gare, ma pare promettente.

Domenica mattina si disputa la Feature Race, la gara lunga (32 giri) con il pitstop obbligatorio.

Hauger resta fermo sulla griglia di partenza e partirà dai box. Il weekend d’esordio del campione F3 non sta svolgendosi nel segno della memorabilità, a differenza dell’omologo di 12 mesi fa. Quasi tutti calzano hard, tranne pochi disperati su option, ovvero Calan Williams (12°), Armstrong (13°) e Iwasa (ultimo).

Il via ricorda quello di gara 1: i primi due partono lentamente, il terzo assume il comando delle operazioni mentre Boschung parte a cannone e di nuovo scala da sesto a secondo. Nelle retrovie Vesti viene toccato, si gira e  rende necessario l’ingresso della SC.

Alla ripartenza Vips sorprende il gruppo dando gas ben prima dell’ultima curva. Ne fa le spese Boschung, che si ritrova con il gruppo a pochi centimetri, senza scia e nessun feeling con le gomme. Nell’arco di una decina di chilometri scivola fuori dalla top 6.

Si mette in luce il comportamento anomalo delle gomme: le dure sono lente, difficili da mandare in temperatura ma sono anche le prime a raggiungere il cliff. Le morbide, al contrario, oltre a garantire un importante vantaggio prestazionale, sono più facili da gestire e durano anche più a lungo!

Tutti quelli che le montano stanno infatti guadagnando moltissimo: Per dire, Iwasa ha guadagnato 8 posizioni nel primo giro e durante l’ottavo ha già raggiunto la top ten (!!!), Armstrong si porta in top 5 dopo la ripartenza e dopo aver sorpassato Lawson e Pourchaire agguanta il podio virtuale. Nel gruppo di testa Lawson sembra il pilota più in difficoltà con le gomme e compatta il midfield alle sue spalle.

Drugovich ha perso cinque posizioni al via (lo scatto non era neanche male, ma in curva 3 è dovuto andare fuori pista e ha perso svariate posizioni) e non sembra in grado di rimontare, quindi al dodicesimo giro compie l’azzardo: rientra ai box e monta gomme soft, per affrontare i restanti due terzi di gara con le option (!). Dopo il classico giro di riscaldamento, inizia a girare di 2s più veloce del leader della corsa.

Vips è l’unico che non sembra soffrire le dure. Al momento conduce con 5s di vantaggio su Doohan e Armstrong ma la squadra preferisce richiamarlo immediatamente. La mossa già di per sé sarebbe azzardata ma si trasforma subito in un disastro: un meccanico non riesce a inserire correttamente l’anteriore sx e fa perdere più di dieci secondi all’estone. Tutto da rifare.

Seguono le soste degli altri. Pourchaire mette a punto l’undercut su Doohan, il quale, uscendo dai box, va lungo alla prima curva e pizzica la gomma di Pourchaire. Classico errore da debuttante. L’ala è rovinata e viene condannato a due pit stop nei giri seguenti (uno per cambiare l’ala, uno per montare gomme dure. Non chiedete).

Grazie all’undercut selvaggio Drugovich guida il gruppo, tuttavia ha gomme vecchie e nel futuro sarà una facile preda. Il brasiliano ne è consapevole e saggiamente non perde tempo (e gomme) in duelli inutili. Vips si è ritrovato in ottava posizione ma l’estone è ancora il pilota più veloce in pista. Fa segnare il giro più veloce e inizia la rimonta.

Iwasa resta l’unico pilota del gruppo a non essersi fermato ai box. La sua posizione è solo virtuale, ma questa immagine resta impressionante, dal momento che è alla sua prima gara lunga in F2. Si fermerà al 20° giro e riemerge in decima posizione, ma con gomme più fresche di tutti. In testa Pourchaire ha assunto il comando delle operazioni, ma su gomme option Lawson è rivificato e sta chiudendo il gap.

Nella parte bassa della top ten Nissany ha problemi di passo ma non è intenzionato a cedere un centimetro e ingaggia duelli assurdi con tutti quelli che provano a passarlo (manovre molto al limite della legalità, comunque). Dopo una schermaglia degna della Moto3 con altre quattro macchine, Fittipaldi tampona Verschoor, che si gira e stalla. SC in pista.

Diversi piloti ne approfittano per pittare e montare gomme nuove, ma succede l’impossibile. Non uno, ben due piloti (Hauger e Williams) ripartono con una gomma fissata male! La dinamica dell’incidente di Williams è ancora più particolare: riparte con la pistola attaccata alla gomma, ma non si stacca e si trascina dietro il baldacchino che fornisce l’alimentazione. La struttura inoltre funge da fulcro e lancia la macchina contro il muretto. Questi venti secondi di follia grazie al cielo non fanno male a nessuno, ma bastano per il direttore di gara per chiudere la pitlane. Considerando che almeno altri due piloti avevano sofferto di gomme montate male, direi che la lontananza dalle corse si è fatta sentire per i meccanici.

Drugovich, quello che più di tutti aveva da guadagnarci dalla sosta, da una parte resta fregato ma dall’altra i casini al pit prolungano il periodo di SC fino all’ultimo giro, quindi alla fine gli è andata anche bene.

Alla ripartenza i primi tre mantengono le posizioni, mente Drugovich limita i danni e cede due posizioni a favore di Boschung e Armstrong, entrambi con gomme nuove. Dietro di loro l’eccellente gara di Iwasa ha una conclusione tremenda: in un giro precipita dalla settima alla sedicesima posizione a causa di un problema al motore.

Malgrado la visiera fosse danneggiata dall’urto con un pezzo di gomma, Pourchaire vince davanti a Lawson, Vips (gpv), Boschung, Armstrong, Drugovich, Sargeant, Nissany e Doohan, che si prende un punto di consolazione. Daruvala conclude fuori dalla zona punti dopo una penalizzazione (per motivi che non ricordo e che non sono riuscito a ricostruire) ma in generale è stato mediocre per tutta la gara.

I piloti che reputavo i migliori sono anche stati i migliori in gara. Non sono più abituato a questo.

Che dire? La F2 l’anno scorso non ha offerto uno spettacolo grandioso ma quest’anno sembra promettere cose buone (grazie anche a un format più cristiano). I rookie sembrano già in grado di lottare con i primi, ma ormai non c’è più da stupirsi, il salto da F3 a F2 è diventato più gestibile rispetto al passato.

Il pilota più deludente paradossalmente è stato proprio il campione F3 in carica. Hauger non ha avuto molta fortuna ma mi è sembrato in balia delle circostanze per tutto il weekend.

[Immagine di copertina tratta da Motorsport.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya