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Crash! Boom! Bang!

C’era un’album dei Roxette che si intitolava così, ma visto cosa è successo alla curva 6 (Dry Sac) , sia in MotoGP, che in Moto2 (anche se meno di rilievo) ed anche in Moto3, direi che ci sta tutto come titolo.

Si stava assistendo a una bella gara, che seppur stava iniziano a prendere la piega del dominio di Marquez, che non si sa quale santo lo tiene in piedi quando passa sulla ghiaia lasciata da Luthi prima della 12, ci stava dando due Ducati molto in forma, con Dovi che pareva averne qualcosa di più..

Ma quando per una volta, il team di Borgo Panigale sta facendo un gran risultato a Jerez, ecco che arriva il patatrack, con Dovi che tira la staccata a Jorge, entrambi vanno lunghi, Pedrosa entra e percorre la curva come si dovrebbe fare, ma Lorenzo va a chiudere su di lui, si agganciano e cadono, coinvolgendo pure Dovizioso…madonne e santi che prima han tenuto su Marquez, son piovuti dal cielo a forza d’improperi dei Ducatisti.

Verrò tacciato di fastidio verso lo Spagnolo che guida la Ducati, ma quando vai in moto, impari da subito che se devi chiudere una curva e sei assieme ad altri, ti assicuri di non avere nessuno al tuo interno, quindi, per me l’errore è tutto di Jorge, che doveva valutare meglio la posizione di Pedrosa, rientrando da un lungo. Totale incolpevole Dovizioso e non attribuisco responsabilità a Pedrosa, visto che stava facendo la normale traiettoria, andando a infilarsi come fanno tutti in queste situazioni.

Un vero peccato per il team rosso, con un Dovizioso che ora si trova molto lontano in classifica, quando invece poteva limitare i danni, ma anche per Jorge poteva essere occasione di risollevare il morale, seppur stesse mostrando un considerevole calo delle gomme, che forse lo avrebbe portato fuori dal podio, ma fornendo una prestazione abbastanza convincente. Pedrosa, solito calimero, a cui non va mai dritta una.

Ma apriamo la parentesi Yamaha, team che anche sto anno ha mostrato le stesse problematiche del 2017, ossia quelle di una moto che con il caldo va in crisi di gomma, seppur in maniera meno grave dello scorso anno. Illogica la perseveranza di sviluppo delle moto 2017 e 2018, quando ancora una volta la 2016 risulta essere la migliore. A Iwata credo ci sia qualche grosso problema, perchè è davvero paradossale la situazione e lancia chiari ed importanti preoccupazioni per il proseguo della stagione. I due portacolori ufficiali han manifestato problemi per tutto il weekend, con Vinales addirittura costretto a guadagnarsi una posizione per il Q2 e una gara davvero opaca ed incolore. Le cadute di Crutchlow, Rins, Lorenzo, Dovizioso e Pedrosa, fan sembrare il risultato di Rossi decente, visti i problemi, mentre invece dev’essere un campanello d’allarme per lo sviluppo della M1. Non si venga a dire che la soluzione era quella di dare la ufficiale a Zarcò, perchè è bastato vedere che problemi ha avuto nei test con la 2017, per capire che il problema è intrinseco nella moto, sia come telaio, ma anche nell’elettronica.

Suzuki pare aver trovato la direzione abbastanza positiva dello sviluppo, peccato solo per la caduta di Rins, mentre Iannone è stato parecchio in costante nei tempi, giungendo si a podio, ma vale il discorso fatto prima per Rossi.

In Moto2 arriva la convincetissima vittoria di Baldassarri, che domina alla grande la corsa davanti a Oliveira e il leader di classifica Bagnaia. La situazione si fa rosea per i due Italiani, che si ritrovano ad allungare su Marquez, caduto a metà corsa, di una gara abbastanza anonima e scarsa di duelli.

Prima citavo dell’incidente alla curva 6, segnalando la staccata di Marini, che si prende dentro con Navarro, finendo fuori entrambi.

In Moto3 Canet pensa di giocare a boowling, piuttosto che correre in moto, sbagliando la staccata, perdendo il controllo della moto, finendo per stendere il leader di classifica Martin, Bastianini e Arbolino. Tutti e tre si stavano giocando alla grande la corsa, con Arbolino favoloso davanti, dopo esser partito 21esimo, davvero un peccato per lui.

Per quasi tutta la corsa, c’è stato un lungo plotone di 18/19 moto tutte in gruppo, con staccate e sorpassi ad ogni curva, davvero favolosa e a spuntarla è stato Oettel, davanti al nostro Bezzecchi, che ora è capo classifica della categoria, chiude il podio Ramirez. La stagione si fa in salita, per gli Italiani su cui si puntava maggiormente per il titolo, ma nulla è ancora precluso.

Attendiamo ora il prossimo weekend a Le Mans, per vedere come andranno le cose.

Saluti

Davide_QV

SPA-FRANCORCHAMPS 6 HOURS

Ed eccoci dopo una lunghissima pausa invernale alla vigilia della Super-season 2018-2019 del WEC. Questa prima tappa di Spa sarà estremamente importante poiché è l’unica prova prima di andare direttamente a Le Mans…ci sarà inoltre il debutto in gara di moltissime nuove vetture soprattutto in classe LMP1. Dunque un banco prova importante per verificare l’affidabilità e i veri valori in campo.  Dopo il prologo di Le Castellet, la FIA-ACO ha dato una stretta alle LMP1 private riducendo il flusso di carburante e la capacità di serbatoio. Il nuovo EOT (Equivalence of Technology) ora prevede un flussometro a 110 kg/h per LMP1 convenzionali contro gli 80 kg/h per la Toyota, 47,1 kg di carburante per stint contro 35,1 kg per LMP1-H, diametro per il rifornimento a 22,3 mm vs 20,4. Tutto questo fa sì che l’energia utilizzabile sul giro a Spa sarà di 106,4 MJ per i privati contro i 71,3 delle Toyota a cui si aggiungono 6,37 MJ del sistema ibrido. In pratica le nuove LMP1 hanno un 49% in più di energia sfruttabile dal carburante. Questo cambio di EOT è arrivato non senza polemiche, infatti dai tempi fatti dalle Toyota nel Prologo sembra una cosa assurda. Ufficialmente la Toyota ha dichiarato che i crono migliori sono stati ottenuti al di fuori del regolamento per testare la tenuta dei nuovi sistemi di raffreddamento, e una volta riportate le TS050 in condizioni regolamentari il miglior tempo, seppur sui long run, è stato di 1:38.1 mentre la Oreca R13 della Rebellion con Lotterer aveva fatto segnare un 1:37.0, comunque non in una vera simulazione di qualifica.  Questo insieme a tutti i dati raccolti dal test di 30 ore hanno prodotto la decisione a svantaggio dei privati. Vedremo…probabilmente nei circuiti normali la Toyota strapazzerà tutti, ma sarà dura a Le Mans, dove sui lunghi rettilinei le LMP1 senza ibrido dovrebbe avere un grande vantaggio. Per quanto riguarda quale delle nuove macchine sembra avere più chance di fare bene, per quello che si è visto, credo che la Rebellion con la R13 e l’SMP Racing con la BR1-Dallara siano i team più organizzati e con le vetture già a buon punto. Più dubbi invece sulla CLM di Bykolles e sulle ancora troppo acerbe Ginetta del team Manor. Comunque sia sarà interessante vedere cosa accadrà sulle Ardenne.

In LMP2 non ci sono nuove macchine e sembra di nuovo che le Oreca 07 siano un passo avanti anche alle Dallara. Il team più accreditato, ora a maggior ragione che non c’è più Rebellion, è sicuramente la Jota Sport (Jackie Chan DC) nonostante abbia rivoluzionato la sua line-up. Buon esordio però per Pastor Maldonado con il Dragonspeed, che nei test ha stampato il miglior tempo. Speriamo che il venezuelano capisca che nel WEC ci sono anche i compagni e no può scassare la macchina quando vuole. Particolare sarà il week end di Loic Duval, che cercherà di combinare DTM e WEC. Giovedì sarà a Spa per disputare le prove libere, poi in volo per Hockenheim dove inizia il DTM, la cui Gara-1 finisce alle 14.30 di Sabato…non appena scenderà dalla macchina (o dal podio) prenderà l’elicottero per arrivare in tempo a Spa pronto per effettuare il suo duoble stint, perché la gara del WEC finisce alle 19.30. In seguito ancora indietro ad Hockenheim per Gara-2 di Domenica…questo è essere un globetrotter!!

Altra gara attesissima è quella delle GTE Pro, con un record di 10 equipaggi full season e 5 costruttori. La Ferrari parte con i favori del pronostico, anche se Ford e soprattutto Porsche hanno mostrato un passo al Ricard che ha spaventato o quanto meno preoccupato gli altri. Sarà una gara tutta da scoprire per la nuova Aston Martin Vantage al debutto ufficiale appena prima di andare a Le Mans. I vertici del tema inglese hanno dichiarato che sarebbero soddisfatto di un risultato in top4…sarà dura. Il team BMW M-TEK sarà al debutto in gara, anche se la M8 ha già una buona esperienza sulle spalle dalle gare di Daytona e Sebring negli States. Aston Martin e BMW sembra che abbiano al momento due auto completamente opposte a livello di caratteristiche, anche se entrambe montano un motore turbocompresso e anteriore; infatti al Prologo le BMW erano molto veloci come top speed e in particolare sul lunghissimo Mistral, invece la nuova Vantage GTE è stata la più lenta in velocità fra le GTE Pro, ma ha mostrato un ottimo passo nel terzo settore, quello più guidato, del circuito francese. Per quanto riguarda i piloti sarà molto suggestivo il debutto di Gimmi Bruni in Porsche contro la sua ex famiglia Ferrari, dopo aver passato il 2017 lontano da WEC.

In GTE Am sembrano ancora favoriti i team che possono sfoggiare le “nuove” 911 RSR, ossia Proton, Project 1 e Gulf Racing; mentre ci sono le conferme delle 488 GTE per i team supportati da AF Corse. Quest’anno fra i nuovi team ci sarà il TF Sport, che dopo aver partecipato in ELMS la scorsa stagione, effettua il salto nella serie mondiale, proseguendo con la Aston Martin Vantage GTE vecchio modello.

Certamente la storia che catturerà maggior interesse da parte di media e appassionati, sarà l’esordio di Fernando Alonso in gara con la Toyota #8. Dopo gli ultimi anni difficili in F1, finalmente lo spagnolo potrà realizzare un suo grande desiderio da molto tempo ormai…correre con i prototipi e soprattutto partecipare e cercare di vincere la storica 24 Ore di Le Mans. Già anni fa era stato vicino a correrla, sia quando era in Ferrari che nel 2015 quando con la Porsche sembrava già fatta, ma Dennis si oppose. Con la tappa di Spa inizia la parte più fitta del calendario di Alonso, che lo vedrà impegnato in week end di gara o test quasi ogni fine settimana. Tutti sono curiosi di vedere le sue prestazioni in pista, in particolare nei confronti dei più esperti sui compagni di squadra, dato che di fatto è un rookie. In verità io sarei molto sorpreso di vederlo in qualifica…molto probabilmente saranno Buemi e Nakajima a qualificare la #8 e Kobayashi-Conway sulla #7. E anche come passo mi aspetto che sia più o meno al livello degli altri, ma più veloce di Lopez. In ogni caso, a meno di cataclismi o rotture, Fernando a Spa tornerà su un podio in una competizione mondiale FIA dopo quasi 4 anni…di sicuro farà bene.

A questo punto non ci resta che seguire la gara che vi ricordo è di SABATO.

Entry List / Spotter Guide

Orari

Aury

MOTOGP 2018 – GRAN PREMIO RED BULL DE ESPAñA

Arriva l’Europa e con il circuito di Jerez ci ritroviamo la prima cartina di tornasole per quello che sarà il proseguo delle stagione, esame importante per le speranze di tutti i team e piloti.

La pista è sempre stata teatro di grandi duelli e corse decise solo all’ultima curva, come nel tanto citato 2004 fra Rossi e Gibernau, ma senza scordare il 2013 fra Marquez e Lorenzo, ma sicuramente uno dei più bei sorpassi di sempre, è ad opera di Laverty su Melandri sempre all’ultima curva, ma in SBK (Scusate la divagazione)

Sul tracciato Spagnolo Ducati non è mai stata fra le favorite, nemmeno nell’epoca d’oro del funambolo Casey Stoner, tanto che l’ultima vittoria targata Ducati risale al 2006 con Capirossi (quando Elias stese Rossi alla prima curva). Honda e Yamaha han sempre fatto la voce grossa, indipendentemente dal pilota, quindi il pronostico è quanto mai complesso da farsi, seppur sempre a favore di Marquez.

Yamaha è chiamata a mostrare il suo valore, che difficilmente sarà quello della disfatta del 2017, ma stiamo attenti anche alla Suzuki, che con Rins e Iannone potrebbero stupirci alla grande.

Iannone, dal paddock circolano voci che possa arrivare uno scambio di selle fra lui e Lorenzo, con Pernat che da per molto probabile l’annuncio, da parte di Suzuki, già in questo weekend.

Nel frattempo invece arriva l’ufficilità che il prossimo anno KTM schiererà Zarcò, come ufficiale, assieme a Pol Espargarò.

Poco da segnalare per la Moto2, dove i nostri alfieri son chiamati a una corsa che ne confermi ancora il loro altissimo valore, mentre in Moto3 c’è attesa di vedere se qualcuno riuscirà a rendere difficile la vita a Jorge Martin.

ORARI TV

SKY

Domenica 6 maggio

11:00 Gara Moto 3
12:20 Gara Moto 2
14:00 Gara Moto GP

TV8

Domenica 6 maggio
18:00 Gara Moto3
19:20 Gara Moto2
21:00 Gara MotoGP

Saluti

Davide_QV

Il regno di Marquez nel Cota resta incontrastato

Il gran premio del Cota si è concluso senza sorprese per il vincitore: Marc Marquez dopo aver scherzato per qualche giro con un velleitario Iannone se ne è andato con il suo ritmo inarrivabile per tutti gli altri e ha fatto il vuoto per andare a conquistare il sesto(!) trionfo su sei edizioni in abbinata ad altrettante pole.

Non è stato in assoluto un gran premio memorabile per la spettacolarità e per i duelli in pista; segnalate le velleità di Iannone (bella prova la sua, concreto in tutto il weekend) e la ritrovata competitività di Vinales, dopo qualche giro alle spalle di Marquez si è formato un terzetto composto nell’ordine da Vinales, Iannone e Rossi che è arrivato fino al traguardo senza troppe emozioni.

Ci si aspettavano duelli negli ultimi giri ma il previsto maggior degrado delle medie rispetto alle dure non c’è stato o perlomeno non è stato tale da vivacizzare la lotta..

Alle spalle dei primi quattro, a poco più di un secondo, un gruppetto composto da Zarco, Crutchlow, Dovizioso e Pedrosa ha lottato per il quinto posto conquistato alla fine da un intelligente Dovizioso che ha preceduto Zarco. Crutchlow, vittima di una scivolata innocua, ha dovuto abbandonare le velleità di mantenere la leadership del mondiale.

Il settimo posto rende merito a Pedrosa autore di una impresa stoica a soli cinque giorni dall’operazione al polso.

E’ doveroso segnalare l’impresa di Rabat che con l’ottavo posto conquistato si è lasciato alle spalle, con la Ducati 17, le Ducati 18 di Miller e Lorenzo nell’ordine. Che brutta corsa quella di Jorge, al fondo non c’è mai fine.  Allo stesso modo anche la corsa di Petrucci è da dimenticare.

Nella classifica del mondiale Desmodovi ritrova la leadership proprio in uno dei  gp storicamente no per la Ducati, ma non bisogna illudersi, la classifica è comunque compattissima e occorrerà molto di più nei prossimi gran premi per continuare a mantenere le velleità mondiali come ha umilmente dichiarato Dovizioso stesso.

La pista ha zittito tutte le polemiche in quanto la superiorità di Marquez/Honda ha aumentato le distanza fisiche e diminuito la probabilità di “incontri ravvicinati”. Ottenere silenzio è sembrato essere l’obiettivo mediatico delle Dorna nel weekend e quindi questo segna un punto a favore ma il malumore da parte dei tifosi cresce e probabilmente serviranno misure più concrete. Non ho molta fiducia, personalmente.

In moto2 occorre segnalare la nuova vittoria di Bagnaia su Marquez mentre in moto3 l’imprendibile Martin precede uno stuolo di ragazzini arrembanti quasi tutti nostri.

Aviator

MOTOGP 2018 – Red Bull Grand Prix of The Americas

 

La MotoGp si sposta Nord America e porta con sé, dalla tappa in Argentina, valigie piene di stracci sporchi ancora da lavare. Sarà, a mio parere, un’impresa difficile riuscire a tamponare le tante polemiche senza che queste si allarghino a macchia d’olio facendo ulteriori danni.

Stracchi sporchi sono nelle valigie della Dorna che ha dimostrato una pessima capacità di gestione degli eventi ad iniziare dalla griglia creativa ideata per impedire a Miller una corsa in solitaria da leader dopo che questi era stato l’unico pilota ad azzeccare la scelta delle gomme slick in fase di schieramento per la partenza.  Per poi proseguire, in un effetto domino, con la mancata applicazione del regolamento in occasione del balletto in pista di Marquez dopo lo spegnimento del motore in partenza. Applicazione del regolamento che avrebbe comportato lo stop della procedura fino all’allontanamento dalla pista della moto numero 93 oppure, a frittata fatta, l’esposizione della bandiera nera allo stesso concorrente. Ma per la Dorna deve essere difficile applicare le regole se il reo è un top driver e si chiama Marquez.

Stracci sporchi sono nella valigia di Marquez che non contento della grazia ricevuta (“solo” un drive through) è stato protagonista di una gara di rimonta con obiettivo reale il podio, compreso il gradino più alto (grazie a una superiorità imbarazzante dimostrata in ogni occasione, dalle prove libere alle qualifiche). Ma in questa fase, preso da delirio da onnipotenza, ha iniziato a dare spallate in pista fino a buttare fuori pista Rossi.

Stracci sporchi sono nella valigia di Valentino Rossi che, sicuramente danneggiato dalla caduta a cui lo ha costretto Marquez, ha scelto di sfruttare l’occasione per rispolverare il vecchio copione della pressione psicologica sugli avversari, lasciandosi andare a dichiarazioni di dubbio gusto e rivelandosi lacunoso di memoria.

In questo contesto l’unica soluzione adottata al momento dalla Dorna è stato impedire a Marquez e Rossi lo scontro diretto in sala stampa e relegare il confronto in commissione sicurezza. Mah!.

Insomma si arriva in Texas con la sensazione che si vivrà un duello non solo sportivo.

Peccato.

Peccato perché il mondiale motogp, iniziato in modo avvincente a Losail lasciava (lascia) presagire una grande stagione con Ducati e Honda in gran spolvero …

Il COTA è uno dei circuiti più belli e suggestivi del motomondiale con un layout molto articolato; ma il Cota è anche e soprattutto la pista di Marc Marquez: qui ha vinto cinque volte su cinque tappe e la sua Honda lo ha sempre assecondato brillantemente. Sarà difficile che lo scenario possa essere diverso proprio quest’anno che la Honda 2018 sembra particolarmente competitiva fin dall’inizio stagione. E notizia dell’ultima ora, sarà della partita anche Daniel Pedrosa, incerto fino all’ultimo per l’operazione al polso subita in seguito alla caduta in Argentina, vittima di un sorpasso “duro” da parte di Zarco.

Le Yamaha, pur non avendo mai vinto, su questa pista ha storicamente buone prestazioni; Rossi troverà sicuramente altre mille motivazioni per essere fra i primi (oltre alle polemiche) e Vinales, dopo aver ritrovato il feeling con la moto e avere intravisto la luce in fondo al tunnel, vorrà sicuramente riscattare la caduta dell’anno scorso. Analogamente vorrà confermarsi fra i migliori anche l’astro nascente Zarco, sul podio in Argentina.

Per la Ducati e per le sue ambizioni il Cota è sicuramente una gara da vivere come protagonista; accantonata la tappa argentina con poche indicazioni positive per la guidabilità della moto (in parte imputabile alla rigidezza alle gomme Michelin) è assolutamente necessario riprendere la strada maestra e dimostrare che la moto 2018 ha risolto i problemi ormai cronici.

Dovizioso manifesta ottimismo mentre Lorenzo, al momento, sembra essere ancora nella fase di adattamento della scorsa stagione. Il poco feeling che trova con la moto fa da grancassa alle voci che lo vogliono in trattativa con Suzuki per il prossimo anno.

In Suzuki si stanno vivendo due situazioni contrapposte: da una parte Rins che si affaccia sistematicamente fra i primi e che promette battaglia già da Austin, dall’altra Iannone che si trova già in una situazione da ultima spiaggia.

Guardando le classi minori, mi fa piacere ricordare la “covata” di ragazzini superdotati che galvanizza la Moto3 rendendo le corse particolarmente intense e spettacolari. E in Moto2 come dimenticare Pasini che, vivendo una seconda giovinezza, fa da balia ai promettenti eredi di Morbidelli.

Oggi pomeriggio si accendono i motori.

Eufemisticamente mi verrebbe da dire che il Cota è in Texas, forse il posto più adatto a risolvere questioni irrisolte. Ma sportivamente, speriamo sia solo la passione a lavare via tutto.

Aviator

P.S. Ragazze fantastiche in griglia ad Austin!