BASTIAN CONTRARIO: PIOGGIA SPORCA

Così veniva chiamata la pioggia impura, radioattiva, immediatamente dopo il bombardamento nucleare su Hiroshima ad opera dell’esercito americano, che veniva raccontata nel bellissimo film del fù Tony Scott (fratello di Ridley… quello di Alien e del Gladiatore) e cioè “Black Rain”, la stessa pioggia che ha macchiato, sporcato a sua volta, il GP nipponico, conclusosi domenica scorsa, e che solo una giornata assolata di gara ha fatto dimenticare… a chi ha voluto dimenticare. La sveglia è alle quattro del mattino, per le prime prove libere del GP del sol levante e questo, lo è per me, come per milioni di abitanti del vecchio continente (ora più, ora meno) e, sebbene la levataccia sia stata amareggiata dalla solita bandiera rossa, ciò è niente rispetto a quello che abbiamo dovuto subire nelle seconde prove libere. Una leggera pioggia, roba davvero risibile, è stata sufficiente per tenere fermi per almeno quaranta minuti tutti i piloti nei loro caldi box, mentre milioni di telespettatori erano ormai svegli da ore davanti le tv, per non parlare degli eroici tifosi nipponici che assiepavano spalti e prati pagati profumatamente. Ad essere sinceri non sono solo gli appassionati giapponesi ad essere eroici, perché ormai questa è prassi comune trasformare un qualunque fan in valoroso, ogni qual volta sul circuito viene a piovere. Non posso e non voglio dimenticare lo spettacolo indecoroso che abbiamo dovuto assistere venerdì mattina, che poi è stato il non spettacolo di non avere nessuno in pista, per non rischiare di uscire fuori pista e quindi rompere la vettura. Perché è questo il vero problema dell’attuale “economica” ed “ecologica” F1 e cioè cercare di risparmiare più parti possibili di una monoposto, in maniera tale da evitare di sfondare il tetto massimo delle spese e, soprattutto, di evitare di incorrere in magre figure, come quelle di venire a sapere che Williams non ha scocche (o telai o chassis… ce n’è per tutti i gusti!) di riserva, come del resto Alpine (notizia avuta proprio durante il weekend nipponico). Nella opulenta F1, dove i piloti viaggiano in jet privati e sfoggiano a mezzo social, il conto salatissimo delle loro cene luculliane, la normalità è anche presentarsi ad un weekend di gara con due telai (uno per pilota) e se vai a sbattere pazienza, se ne parla al prossimo GP.

Le conseguenze sono inevitabili oltre che spiacevoli, visto e considerato che, come ho già detto, abbiamo le piste vuote se scende la pioggia e, soprattutto, abbiamo i piloti (beniamini delle folle) che si disabituano sempre di più a guidare sul bagnato, che poi è la prova del nove per ogni sportivo che si vuole appunto far chiamare pilota in generale e soprattutto farsi definire tale nella massima serie del motor sport, che è appunto la F1. Già in passato mi sono espresso su questo argomento, ricordando che lo stesso calendario della F1 era concepito in modo da presentarsi in quel determinato circuito proprio quando la probabilità di pioggia era più bassa. Solo che all’organizzatore “gli ha detto male” come si suol dire, questa volta, dato che ha dovuto incastrare la bellezza di ventiquattro GP, presentandosi in Giappone proprio quando inizia la primavera  e, gioco forza, la probabilità di pioggia è maggiore. A questo punto mi chiedo veramente a cosa servano le prove libere, visto che queste sono state già castrate dall’inutilità di uno spettacolo ampiamente bocciato, chiamato “Sprint Race” (che purtroppo inizieremo a vedere proprio nel prossimo GP che è quello cinese) e che vengono ulteriormente mortificate dall’assenza dell’azione in pista (quando piove appunto) se non concentrate negli ultimi venti minuti, con alcuni big che nemmeno si sono presi il disturbo di calarsi nella proprio monoposto. Mi viene da pensare che l’attuale F1 sia concepita in modo tale che tutto sia già pronto e standardizzato e che quindi, girare o meno, sia la stessa cosa. Intanto nelle FP3 tutti si sono affannati nel cercare di ricavare più dati possibili e gli è andata bene, perché poi pioggia sporca che inquinava l’asfalto non ce n’è stata più, solo mi chiedo cosa sarebbe successo se il manto stradale fosse stato funestato dal leggero scroscio che abbiamo visto venerdì scorso durante le seconde prove libere? Di sicuro avremmo assistito ad un valzer di monoposto e quindi di piloti che avrebbero avuto non poca difficoltà nel tenere la loro vettura in pista, soprattutto in una pista come quella di Suzuka, la quale,  in quanto tracciato vero e probante, non perdona nulla.

Paradossalmente (come al solito al destino non manca mai il senso dello humor) avere il GP giapponese in questo periodo dell’anno, considerando il momento storico del mondiale che stiamo vivendo, è stato un bene perché in quanto pista “meno equivoca” a differenza delle precedenti ultime tre, ogni squadra ha potuto saggiare il reale potenziale delle proprie vetture. Ne sa qualcosa la Ferrari di monsieur Vasseur che si è presentata con zero aggiornamenti (arriveranno solo ad Imola), salvo gli adattamenti del caso, avendo ragione della stessa pista e dei diretti avversari i quali di certo non sono stati i bibitari, bensì i rivali storici (i bei vecchi tempi che non ci sono più!) della McLaren. Quelli di Woking sapevano benissimo che Suzuka era tracciato a loro congeniale ed il colpaccio lo avevano fiutato, solo che i piloti papaya non valgono quelli rossi, che come ho affermato quindici giorni fa, sono la migliore coppia del lotto attualmente e la condotta di gara, alla quale abbiamo assistito, ne è la testimonianza diretta. La SF24 è vettura nata bene solo che non è perfetta come la RB20 ed infatti alcuni tracciati li soffre di più rispetto ad altri e quello di Suzuka è uno di questi. Se la Rossa ritorna dal Giappone con il massimo dei punti possibili, è solo merito dei piloti (e della squadra che dal punto di vista strategico sembra che inizi a funzionare), i quali hanno fatto la differenza su Norris e Piastri: ormai Carlos è divenuto pericoloso, perché sapendo che in Rosso non ha futuro, non ha più nulla da perdere e attualmente non ha limiti a quello che può fare, visto che si sta tenendo dietro costantemente Charles. La domanda è: fino a quando ci riuscirà? Già perché attualmente la vera difficoltà di Charles, è quella di “accendere” le gomme in qualifica (la SF24 è capricciosa da questo punto di vista) e, considerando la mostruosità sportivo agonistica che ha mostrato al mondo in gara, unico su una sosta mantenendo un passo che mi ha ricordato alcuni campioni del passato (tra l’altro uno di quei campioni ancora è in pista e se non fosse per lui la squadra per la quale corre sarebbe morta considerando il secondo pilota!), nel momento in cui colmerà questa lacuna non ce ne sarà per nessuno a partire proprio dal suo compagno di squadra e l’unico che lo potrà contenere è proprio l’insaziabile Verstappen, il quale a sua volta può contare su un mezzo irraggiungibile per chiunque al momento. Un vero peccato dover vedere un pilota come Charles, mortificato da anni, lottare per le briciole così come è un dannato delitto dover lasciare andare via questo Sainz! Fra due settimane si ritorna, dopo quattro anni, in Cina altro circuito vero, mastodontico e sicuramente interessante oltre che bello. Avremo la Sprint Race che “macchierà” il weekend di gara, speriamo che ci sia a questo punto anche la pioggia a sporcare la pista nel giorno della gara, perché sarà l’unica vera variabile imprevedibile di un GP già spoilerato al venerdì e scontato sin da ora, dove i piloti possono e devono ancora fare la differenza.

Vito Quaranta

 

LA FESTA E’ FINITA: VERSTAPPEN VINCE IN GIAPPONE

E’ aprile. Quarta gara del mondiale. E, in nome della sostenibilità, la Formula 1 fa tappa in Giappone. A Suzuka i ciliegi sono in fiore e splende il sole. Atmosfera un po’ diversa rispetto a quella autunnale e spesso umida che caratterizza da quasi cinquant’anni il GP del Giappone.

Quello che non cambia è il la musica. O, meglio, ritorna quella solita, con le Red Bull dominanti a monopolizzare la prima fila, e le Ferrari in difficoltà in qualifica ma con un passo gara promettente (?).

Si spengono i semafori e dopo sole due curve la gara viene subito sospesa. Albon decide che anche l’unico telaio buono rimasto alla Williams merita una ripassata, e lo pianta nelle gomme di curva 2 portandosi dietro Ricciardo. 

Si riparte da fermi dopo mezz’ora, e per i primi 10 giri non succede praticamente niente, con la parte alta della classifica che sostanzialmente non cambia.

I primi a fermarsi, sono quelli della Mc Laren, che montano la gomma più dura. A chiudere il giro delle prime soste è Verstappen, ma all’appello manca Leclerc, che resiste fino al giro 28, quando commette un errore nel tentativo di tenere dietro anche Perez.

Ma l’avere allungato così tanto il primo stint consente al monegasco di pareggiare la strategia con Norris, che era terzo al momento della prima sosta, restandogli davanti dopo la sosta che l’inglese effettua contemporaneamente a lui.

Al giro 30, Verstappen ha ben 10 secondi di vantaggio su Perez, che a sua volta ha 5 secondi di vantaggio su Sainz.

Al giro 34 Perez effettua la sua seconda sosta, e perde la posizione su Leclerc e Norris, che non si dovranno più fermare. Al giro successivo, si ferma anche Verstappen.

Perez si riprende subito la posizione su Norris, e si porta alla caccia di Leclerc, che riesce a superare senza tante difficoltà al giro successivo.

L’ultimo a fermarsi, al giro 36, è Sainz, che, da leader provvisorio, sprofonda in settima posizione. Che diventa subito la quinta superando Hamilton in pista e Rrussell che si è fermato ai box. Per prendersi il  podio, lo spagnolo deve ora passare Norris e Leclerc. Impresa che gli riesce senza troppe difficoltà.

Gli ultimi giri  vivono nel duello per la sesta posizione fra Alonso, Piastri e Russell. Ovviamente la spunta il vecchio marpione, al quale basta lasciare battagliare i due giovani dietro di lui.

Finisce così con Verstappen dominante, davanti a Perez, Sainz, Leclerc, Norris, Alonso, Piastri, Russell, Hamilton e Tsunoda.

Fra due settimane si corre in Cina, dove ci sarà anche la prima garetta. Come detto all’inizio, la musica è tornata la solita, ci sarà poco da divertirsi.

P.S. La regia che ci mostra solo i primi due tagliare il traguardo, e poi si sofferma sui folkoristici tifosi giapponesi è a dir poco scandalosa

P.S 2. Pare che in Williams volessero far ripartire Albon con la macchina di Sargeant. Ci fosse ancora il regolamento del 1984, l’avrebbero sicuramente fatto.

P.S. 3 Se Hamilton ha deciso di scappare dalla Mercedes c’è un motivo.

P.S. 4 Se Alonso ha lasciato l’Alpine c’è ugualmente un motivo

P.S. 5 Sistemata la statistica a Melbourne, e risolte le questioni interne, ora Verstappen le vincerà tutte fino alla fine.

P.S. 6 Leclerc deve iniziare a farsi delle domande, perchè il suo compagno licenziato gli sta costantemente davanti, e i suoi proverbiali errorini si stanno facendo sempre più frequenti. Ma, stavolta, non c’è più la scusa del cavare il sangue dalle rape. 

F1 2024 – GRAN PREMIO DEL GIAPPONE

Smaltita la sbornia da doppietta inaspettata? Oppure sbornia non e’ mai stata consapevoli che non si e’ trattato di una vera svolta ma di una vittoria figlia di una serie di episodi?

Comunque la pensiate arriva proprio al momento giusto una bella prova del nove, una pista che separa il grano dal loglio sportivamente parlando, il gran premio del Giappone sull’iconica (questa si) pista di Suzuka.

Eravamo abituati a vederlo molto piu’ tardi, a Settembre oppure Ottobre ma devo dire che il fatto che arrivi cosi’ presto e’ una bella notizia. In primis perche’ arrriva finalmente un circuito ‘vero’ dopo una serie di tracciati non proprio da ricordare e poi perche’ Suzuka e’ sempre una bella sfida, al limite, per piloti e team.

immagine da gpblog.com

Arriviamo da una roboante doppietta Ferrari in terra australe, davvero inaspettata e che, forse, sta facendo illudere in tanti, soprattutto quelli che seguono il circus via instagram. Intanto possiamo dire che con Verstappen in pista molto difficilmente si sarebbe arrivati ad un uno-due e che anche la vittoria di Sainz sarebbe stata una faccenda molto piu’ complicata.

Dobbiamo pero’ anche constatare che la Ferrari vista all’Albert Park e’ probabilmente la versione migliore da due anni a questa parte, dai tempi della ‘panciona’ del 2022 e questo vorra’ pur dire qualcosa. Veloce, affidabile e con una gestione del degrado gomma di primo livello, tutti aspetti che saranno messi a dura prova sul tracciato giapponese, quello dove ‘se vai forte a Suzuka vai forte dappertutto’.

il layout di Suzuka dovrebbe essere congeniale alle caratteristiche della SF-24, che si esalta sui curvoni veloci ma ancora di piu’ dovrebbe adattarsi alla Red Bull che da due anni spadroneggia con il 33 olandese.

Realisticamente la SF-24 deve puntare a riconfermarsi la seconda forza del mondiale, magari a distanza ravvicinata dalla Red Bull che invece dovrebbe riprendere il comando delle operazioni momentaneamente sfuggitole a Melbourne. Difficile che si possa an dare incontro ad uno scenario diverso da quello prospettato anche a frontre di un meteo incerto soprattutto per quanto riguarda la gara di Domenica. Sainz e Leclerc dovranno cercare di inserirsi in prima fila e tenere dietro in gara almeno Perez, vero punto debole della Red Bull attuale.

immagine da motorsportweek.com

Da tenere d’occhio anche la McLaren che al pari delle altre dovrebbe andare bene sui curvoni veloci di Suzuka mentre chi dovrebbe soffrire ancora e’ la Mercedes, affetta ormai da un porpoising cronico che ne limita molto le potenzialita’.  Aston Martin da temere soprattutto in qualifica mentre dovrebbero pagare qualcosa in ottica gara.

La cenerentole del gruppo dovranno presumibilmente lottare per le briciole, ovvero gli ultimi 2/3 posti che assegnano punti. Forse Racing Bulls si lascia preferire ma la situazione e’ molto fluida nel gruppone degli ultimi, non considerando la Alpine invece che, a dispetto di una piccola cura dimagrante e qualche upgrade dovrebbe comunque confermarsi l’ultima del lotto.

Ferrari non vince in Giappone da 20 anni e non sembrano esserci i presupposti neanche quest’anno a meno di eventi particolari come quelli visti in Australia. Il meteo incerto e il fatto che sono attese temperature non alte associate alle gomme Pirelli piu’ dure della gamma potrebbero introdurre la variabile graining che la rossa di Maranello ha gia’ dimostrato di saper ben gestire. In ogni caso sara’ un gran premio da seguire anche solo per la bellezza della pista e la curiosita’ nel vedere quali saranno davvero le differenza tra le varie monoposto, il vero primo test di stagione. Red Bull incalzata dalla Ferrari? Non succedera’, ma se succede…

immagine da f1sport.it

*immagine in evidenza da sportface.it

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

L’anno scorso il GP del sol levante, fu quello che si può definire “la gara della vendetta” di Max Verstappen. L’olandese con la sua Red Bull, ne veniva dalla cocente sconfitta di Singapore, per mano di un cazzutissimo Sainz (il suo rallentare di proposito, per far entrare in zona drs chi lo seguiva, per potersi a sua volta difendere è già storia ormai) il quale, interruppe la striscia positiva di vittorie consecutive del campione del mondo, gettando dubbi e discredito sul suo conto. L’olandese arrivò in Giappone con le palle che gli fumavano, deciso a sedare ogni tipo di polemica e dubbio nei suoi riguardi in primis e, sulla sua squadra in secundis. La partenza di quel GP fu avvilente, visto e considerato che allo spegnersi dei semafori, Verstappen (che aveva i due della McLaren che gli partivano immediatamente dietro), senza tanti complimenti, spostò sia Norris che Piastri rispettivamente a destra e a sinistra della pista, per arrivare primo indiscusso in curva uno e, andando a vincere in scioltezza il suddetto GP rifilando distacchi imbarazzanti (venti secondi a McLaren e quaranta a Ferrari, giusto per la precisione). Al destino si sa gli piace prendersi beffa dei suoi spettatori ed infatti, domenica prossima, si correrà proprio in Giappone dove Verstappen ne viene da una cocente sconfitta scaturita si, dal ritiro della sua RB20 e, di sicuro accelerata da Sainz che in Australia era decisamente in palla, nonostante stesse recuperando i postumi dell’operazione avuta. Che dire? Suppongo che proprio come l’anno scorso, il campione olandese riserverà a tutti lo stesso trattamento visto proprio in Giappone, solo che immagino ci saranno delle lievi differenze visto e considerato lo strepitoso stato di forma di questa Ferrari.

Non mi illudo e, ne tanto meno è mia intenzione illudere chi di voi sta leggendo questo mio scritto, a riguardo delle forze in campo: la Red Bull di Verstappen (sottolineo Verstappen, perché abbiamo visto che la RB20 di Perez è alla portata dei diretti inseguitori) è il “pacchetto” da battere e, una pista come quella Giapponese, si sposa benissimo con le caratteristiche della vettura del campione del mondo. Eppure come è stato già detto, i valori in campo non sono più quelli dell’anno scorso e, con una Ferrari che è seconda forza assoluta, il cui distacco da Red Bull si attesta in poco meno di mezzo secondo, sicuramente avremo un altro tipo di GP. L’appuntamento giapponese era ed è tanto atteso proprio perché finalmente si corre su una pista non atipica, dove il layout della stessa farà uscire fuori, come si suol dire, la bontà di ogni progetto e, con un a SF24 che porterà solo gli adattamenti del caso, avremo un’idea definitiva su come Maranello abbia lavorato quest’inverno. Nessuna squadra farà eccezione a riguardo naturalmente e, Mercedes, sarà osservata speciale considerando la disastrosa partenza con la quale ha iniziato questo mondiale: il 2021 era l’ultimo anno del regolamento che ha permesso ad Hamilton e Wolff di raggiungere l’olimpo della F1 e, nelle prime tre gare del suddetto anno aveva già la bellezza di centouno punti. Nel 2022 invece (con cambio regolamentare dunque) dopo le prime tre gare, AMG aveva solo settantasette punti, per trovarsi a cinquantasei nel 2023 e addirittura ventisei quest’anno. Cosa è successo alla corazzata anglo tedesca, che ha dominato in lungo ed in largo da quando è stato introdotto il regolamento motoristico turbo ibrido, tanto da potersi permettere un campionato nel campionato con Hamilton e Rosberg? Dopo il dominio AMG, tra il 2014 e 2020 (ben pianificato e sapientemente eseguito aggiungerei!), le figure chiavi e cruciali per la realizzazione di questo mastodontico progetto hanno lasciato o liberamente o, per sopraggiunti limiti di età, Brackley e tutta la baracca proprio in concomitanza con l’avvento dei nuovi regolamenti del 2022. Il responsabile di tutto ciò è proprio “quel” Toto, che vediamo ogni domenica di gara imbronciato e con lo sguardo perso nel vuoto verso il monitor, mentre guarda i suoi piloti arrancare dietro la Aston Martin. Elliot, Vowles, Cowell, Lowe, Serra, Brawn, Lauda e Costa sono i nomi eccellenti, che hanno contribuito alla grandezza della casa con la stelle a tre punte e che appunto, sono andati tutti via oppure si sono ritirati o passati a miglior vita. La Mercedes dal 2022 e cioè, da quando sono state introdotte le vetture ad effetto suolo, non riesce letteralmente a venire a capo della soluzione che meglio gli permette di affrontare ogni gara: dopo tre anni sono ancora alle prese con il “salteggio” per dirla alla Gene e, caso mai qualcuno non avesse dimestichezza con questo termine, mi riferisco all’irrisolvibile porpoising. Eppure fu lo stesso Toto che grazie al suo uomo (o dovrei dire donna visto che chi ha spinto tanto per la DT039, era una donna, nonché ex legale proprio di AMG) in seno alla Federazione, fece sollevare le auto da terra con l’unico risultato ottenuto che è stato quello di castrare definitivamente il progetto SF75, vincere un solo GP (Russell tra l’altro!) e soprattutto, mettere definitivamente le ali alla Red Bull di Verstappen. Nel 2026, sebbene cambieranno le motorizzazioni, di certo non cambieranno le altezze da terra dato che le monoposto ad effetto suolo rimarranno e, con questi chiari di luna che ci sono in quel di Brackley, non è affatto detto che la Mercedes di Toto sarà della partita con il nuovo cambio regolamentare. Il ritorno di Allison ha dato speranza al reparto tecnico in evidente affanno, per i motivi che sono stati sopra citati, vero è che come è stato già detto in passato l’uomo dei miracoli non esiste e purtroppo (per AMG), questa in F1 è una legge che vale anche per loro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti con Mercedes, che in Australia era addirittura dietro anche Aston Martin il che è veramente avvilente, considerando come la squadra di Mr. Stroll, stia palesemente arrancando in relazione al suo potenziale. Quello che non aiuta Wolff&Co. è il fatto che l’attuale dirigenza, non è più votata alla “causa F1”. Infatti quando AMG sbarcò in F1 come costruttore a trecentosessanta gradi, aveva puntato tutto sul 2014 e, addirittura aveva pianificato che per rientrare nelle spese investite, avrebbe dovuto vincere il mondiale per tre anni di seguito. Missione ampiamente compiuta direi solo che ora, con il nuovo CEO Olà Kallenius la musica è cambiata, tanto che addirittura si temeva che la stessa AMG potesse lasciare nuovamente la F1 come costruttore. Con la partenza di Zetsche, Toto ha fatto la cosi detta scalata aziendale , come si suol dire, solo che i risultati ottenuti sono stati sotto le attese. L’assenza di Niki Lauda ha pesato non poco nelle scelte politiche dell’azienda e soprattutto da parte di Wolff evidentemente e, lo sgambetto di Lewis alla sua stessa squadra che lo ha riempito di gloria e fama, ne è la prova. Indipendentemente da come la si può pensare su Hamilton e, di come attualmente ha iniziato questo mondiale (con prestazioni scialbe aggiungerei!), è un fatto che il sette volte campione del mondo è un valore aggiunto non indifferente, ed è stato un errore eclatante lasciarlo andare via (in questo Ferrari ha lanciato un segnale potente su che intenzioni tiene nel prossimo futuro). L’unica speranza di Toto è quella di firmare Max per il 2026, altrimenti si prevedono tempi di sicuro incerti. Di certo è che AMG passerà questo, ed il prossimo anno ad inseguire, se non rimedierà ai problemi progettuali entro la fine della primavera e, come ho sempre affermato, chi parte male nel 2024 sarà costretto al calvario anche l’anno successivo.

Buon GP del Giappone a tutti… AMG compresa.

Vito Quaranta