IL PUNTO DELLA REDAZIONE

L’anno scorso il GP del sol levante, fu quello che si può definire “la gara della vendetta” di Max Verstappen. L’olandese con la sua Red Bull, ne veniva dalla cocente sconfitta di Singapore, per mano di un cazzutissimo Sainz (il suo rallentare di proposito, per far entrare in zona drs chi lo seguiva, per potersi a sua volta difendere è già storia ormai) il quale, interruppe la striscia positiva di vittorie consecutive del campione del mondo, gettando dubbi e discredito sul suo conto. L’olandese arrivò in Giappone con le palle che gli fumavano, deciso a sedare ogni tipo di polemica e dubbio nei suoi riguardi in primis e, sulla sua squadra in secundis. La partenza di quel GP fu avvilente, visto e considerato che allo spegnersi dei semafori, Verstappen (che aveva i due della McLaren che gli partivano immediatamente dietro), senza tanti complimenti, spostò sia Norris che Piastri rispettivamente a destra e a sinistra della pista, per arrivare primo indiscusso in curva uno e, andando a vincere in scioltezza il suddetto GP rifilando distacchi imbarazzanti (venti secondi a McLaren e quaranta a Ferrari, giusto per la precisione). Al destino si sa gli piace prendersi beffa dei suoi spettatori ed infatti, domenica prossima, si correrà proprio in Giappone dove Verstappen ne viene da una cocente sconfitta scaturita si, dal ritiro della sua RB20 e, di sicuro accelerata da Sainz che in Australia era decisamente in palla, nonostante stesse recuperando i postumi dell’operazione avuta. Che dire? Suppongo che proprio come l’anno scorso, il campione olandese riserverà a tutti lo stesso trattamento visto proprio in Giappone, solo che immagino ci saranno delle lievi differenze visto e considerato lo strepitoso stato di forma di questa Ferrari.

Non mi illudo e, ne tanto meno è mia intenzione illudere chi di voi sta leggendo questo mio scritto, a riguardo delle forze in campo: la Red Bull di Verstappen (sottolineo Verstappen, perché abbiamo visto che la RB20 di Perez è alla portata dei diretti inseguitori) è il “pacchetto” da battere e, una pista come quella Giapponese, si sposa benissimo con le caratteristiche della vettura del campione del mondo. Eppure come è stato già detto, i valori in campo non sono più quelli dell’anno scorso e, con una Ferrari che è seconda forza assoluta, il cui distacco da Red Bull si attesta in poco meno di mezzo secondo, sicuramente avremo un altro tipo di GP. L’appuntamento giapponese era ed è tanto atteso proprio perché finalmente si corre su una pista non atipica, dove il layout della stessa farà uscire fuori, come si suol dire, la bontà di ogni progetto e, con un a SF24 che porterà solo gli adattamenti del caso, avremo un’idea definitiva su come Maranello abbia lavorato quest’inverno. Nessuna squadra farà eccezione a riguardo naturalmente e, Mercedes, sarà osservata speciale considerando la disastrosa partenza con la quale ha iniziato questo mondiale: il 2021 era l’ultimo anno del regolamento che ha permesso ad Hamilton e Wolff di raggiungere l’olimpo della F1 e, nelle prime tre gare del suddetto anno aveva già la bellezza di centouno punti. Nel 2022 invece (con cambio regolamentare dunque) dopo le prime tre gare, AMG aveva solo settantasette punti, per trovarsi a cinquantasei nel 2023 e addirittura ventisei quest’anno. Cosa è successo alla corazzata anglo tedesca, che ha dominato in lungo ed in largo da quando è stato introdotto il regolamento motoristico turbo ibrido, tanto da potersi permettere un campionato nel campionato con Hamilton e Rosberg? Dopo il dominio AMG, tra il 2014 e 2020 (ben pianificato e sapientemente eseguito aggiungerei!), le figure chiavi e cruciali per la realizzazione di questo mastodontico progetto hanno lasciato o liberamente o, per sopraggiunti limiti di età, Brackley e tutta la baracca proprio in concomitanza con l’avvento dei nuovi regolamenti del 2022. Il responsabile di tutto ciò è proprio “quel” Toto, che vediamo ogni domenica di gara imbronciato e con lo sguardo perso nel vuoto verso il monitor, mentre guarda i suoi piloti arrancare dietro la Aston Martin. Elliot, Vowles, Cowell, Lowe, Serra, Brawn, Lauda e Costa sono i nomi eccellenti, che hanno contribuito alla grandezza della casa con la stelle a tre punte e che appunto, sono andati tutti via oppure si sono ritirati o passati a miglior vita. La Mercedes dal 2022 e cioè, da quando sono state introdotte le vetture ad effetto suolo, non riesce letteralmente a venire a capo della soluzione che meglio gli permette di affrontare ogni gara: dopo tre anni sono ancora alle prese con il “salteggio” per dirla alla Gene e, caso mai qualcuno non avesse dimestichezza con questo termine, mi riferisco all’irrisolvibile porpoising. Eppure fu lo stesso Toto che grazie al suo uomo (o dovrei dire donna visto che chi ha spinto tanto per la DT039, era una donna, nonché ex legale proprio di AMG) in seno alla Federazione, fece sollevare le auto da terra con l’unico risultato ottenuto che è stato quello di castrare definitivamente il progetto SF75, vincere un solo GP (Russell tra l’altro!) e soprattutto, mettere definitivamente le ali alla Red Bull di Verstappen. Nel 2026, sebbene cambieranno le motorizzazioni, di certo non cambieranno le altezze da terra dato che le monoposto ad effetto suolo rimarranno e, con questi chiari di luna che ci sono in quel di Brackley, non è affatto detto che la Mercedes di Toto sarà della partita con il nuovo cambio regolamentare. Il ritorno di Allison ha dato speranza al reparto tecnico in evidente affanno, per i motivi che sono stati sopra citati, vero è che come è stato già detto in passato l’uomo dei miracoli non esiste e purtroppo (per AMG), questa in F1 è una legge che vale anche per loro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti con Mercedes, che in Australia era addirittura dietro anche Aston Martin il che è veramente avvilente, considerando come la squadra di Mr. Stroll, stia palesemente arrancando in relazione al suo potenziale. Quello che non aiuta Wolff&Co. è il fatto che l’attuale dirigenza, non è più votata alla “causa F1”. Infatti quando AMG sbarcò in F1 come costruttore a trecentosessanta gradi, aveva puntato tutto sul 2014 e, addirittura aveva pianificato che per rientrare nelle spese investite, avrebbe dovuto vincere il mondiale per tre anni di seguito. Missione ampiamente compiuta direi solo che ora, con il nuovo CEO Olà Kallenius la musica è cambiata, tanto che addirittura si temeva che la stessa AMG potesse lasciare nuovamente la F1 come costruttore. Con la partenza di Zetsche, Toto ha fatto la cosi detta scalata aziendale , come si suol dire, solo che i risultati ottenuti sono stati sotto le attese. L’assenza di Niki Lauda ha pesato non poco nelle scelte politiche dell’azienda e soprattutto da parte di Wolff evidentemente e, lo sgambetto di Lewis alla sua stessa squadra che lo ha riempito di gloria e fama, ne è la prova. Indipendentemente da come la si può pensare su Hamilton e, di come attualmente ha iniziato questo mondiale (con prestazioni scialbe aggiungerei!), è un fatto che il sette volte campione del mondo è un valore aggiunto non indifferente, ed è stato un errore eclatante lasciarlo andare via (in questo Ferrari ha lanciato un segnale potente su che intenzioni tiene nel prossimo futuro). L’unica speranza di Toto è quella di firmare Max per il 2026, altrimenti si prevedono tempi di sicuro incerti. Di certo è che AMG passerà questo, ed il prossimo anno ad inseguire, se non rimedierà ai problemi progettuali entro la fine della primavera e, come ho sempre affermato, chi parte male nel 2024 sarà costretto al calvario anche l’anno successivo.

Buon GP del Giappone a tutti… AMG compresa.

Vito Quaranta