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F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’AUSTRIA

Il mondiale F1 torna in europa per il primo dei quattro appuntamenti che porteranno alla pausa estiva dopo il Gp del Belgio. Vorremmo poter dire che saranno quattro tappe fondamentali per il mondiale e bla bla bla ma ormai, con entrambi i mondiali in ghiaccio e ipotecati dal duo Red Bull/Verstappen, tocca dirottare su altro le nostre (residue) attenzioni.

Cominciando dai padroni di casa, neanche a dirlo, che vorranno a maggior ragione segnare il territorio con una vittoria, magari con doppietta se Perez si riprende dal suo torpore estivo. La RB19 è un’arma totale su ogni pista e, salvo imprevisti, una vittoria lattinara è il minimo che ci si possa aspettare al Red Bull Ring.

immagine da ctcnews.ca

Po vabbè, al solito quel burlone di Marko ciurla nel manico affermando che sarà difficile, la Ferrari (Ferrari!? seriously?!) andrà forte eccetera eccetera… Vorremmo credergli ma su una pista piena di curvoni veloci, in cui le gomme soffrono forti sollecitazioni laterali e il turbo delle PU è messo sotto stress, viene diffcile pensare che la rossa possa avere qualche chance.

Proprio il gp austriaco del 2022 fu l’inizio della fine delle ambizioni Ferrari e l’ultima gioia prima della discesa nel baratro. Leclerc dominò la corsa ma Sainz fece esplodere la sua PU e da qual punto in poi è iniziata l’inesorabile discesa nella mediocrità di una monoposto in difficoltà con PU e carico aerodinamico. Non sappiamo cosa aspettarci dal gp di quest’anno anche se le previsioni non sembrano rosee. Ferrari si presenta con un nuovo fondo provato durante un filming day a Fiorano ma l’incognita più grande viene proprio dalla PU e dalla gestione delle gomme, due grossi handicap della rossa quest’anno. Il circuito di Montreal è un’altra cosa rispetto al Red Bull Ring e la resa della rossa potrebbe essere agli antipodi. Ma ormai non farebbe neanche notizia.

Anche Mercedes si aspetta molto dall’appuntamento austriaco nella valutazione complessiva della W14 versione B. in attesa di un corposo pacchetto di aggiornamenti previsto per la gara di casa di Silverstone, a Brackley dovranno valutare come si comporta la monoposto su una pista da curvoni veloci come il Red Bull Ring e capire se la rincorsa alla Red Bull e alla prima vittoria stagionale sta andando bene.

immagine da racingnews365.com

Intanto tiene ancora banco il rinnovo di Hamilton, quello con cui è un “dispiacere parlare di soldi” (Wolff cit), che sta ponendo delle condizioni al limite del ridicolo (bonus da 15 milioni di sterline per eventuale titolo mondiale aggiunto nello stipendio base anche senza la conquista dello stesso, rinnovo lungo e non 1+1, ruolo di ambassador Mercedes per 10 anni a fina carriera a 20 milioni l’anno…e magari anche una fettina di culo tagliata sottile). Ma si sà che tra amici un accordo si trova.

Aston Martin a parole arriva molto fiduciosa in Austria, convinta che gli ultimi aggiornamenti funzionano e sicura di essere della partita per un bel risultato. Alonso è bello carico e spera che prima o poi quelli davanti abbiano una giornata no per poter tornare alla vittoria che gli manca da un sacco di tempo. Ovviamente l’augurio di tutti è che si possa ripresentare il duello con Hamilton visto in Canada. Sarebbe troppo sperare che possa lottare con il 33 olandese ma chissà…

L’autarchica Alpine cercherà di continuare nel suo momento positivo e la rincorsa per entrare nel ristretto grupppo di chi lotta costantemente per il podio. In tal senso il recente ingresso di capitali grazie alla vendita del 24% delle azioni del gruppo è un ulteriore stimolo a far bene. L’unica pecca è che al momento il suo pilota immagine sia anche quallo più antipatico del circus, in attesa che Gasly ritrovi un pò di vèrve che da tempo gli manca.

Nel gruppetto delle cenerentola svetta senza dubbio la Williams, ormai abituata alla zona punti con Albon. Per continuità e risultati si fa preferire a tutte le altre che, un pò per monoposto davvero scarse un pò per piloti che stanno rendendo pochissimo, non riescono a uscire dalla mediocrità nella quale sono impantanate.

immagine da racingnews365.com

Pirelli porterà in Austria le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Un bel banco di prova per squadre come Ferrari che si sono rivelate più volte davvero poco gentili nella gestione del degrado.

Di solito il Red Bull Ring offre delle gare divertenti, con imprevisti e problemi tecnici che aggiungono imprevedibilità ormai sconosciute su altre piste. Ci sarà anche la sprint, per cui molto meno tempo per i team per cercare il setup ottimale delle monoposto. Vasseur ha dichiarato che è stato fatto un gran lavoro al simulatore in previsione di questa gara e si aspetta una SF-23 vincente a breve. Come vorremmo credergli.

*immagine in evidenza da redbullring.com

Rocco Alessandro

TSUNODA E LA FORMULA 1 VINCONO NELLA CATASTROFE DELL’EMILIA-ROMAGNA

C’è stato un tempo in cui lo show doveva proseguire a tutti i costi. Non importava se la morte avesse già gettato la sua ombra sul week-end, o se, addirittura, fosse presente a bordo pista. Si doveva semplicemente andare avanti. Altrettanto semplicemente, perchè essa fa parte dello sport, visto che, notoriamente, “motorsport is dangerous”.

Poi é arrivato quel week-end del 1994, e si è scoperto che la Formula 1 non può essere insensibile alla tragedia. Almeno a quella che colpisce i suoi massimi protagonisti, e cioè i piloti. E, così, i rischi sono enormemente diminuiti, ma ha continuato a prevalere la logica del non fermarsi mai, qualche volta con esiti comici (come ad esempio a SPA nel 2021) qualche altra con esiti nefasti (Suzuka 2014).

La settimana passata, la catastrofe che ha colpito la parte centro-orientale dell’Emilia Romagna ha messo di fronte il circus ad una scelta difficilissima: quella di rimanere fedele al paradigma del “the show must go on”,  oppure quella di avere rispetto per quello che stava succedendo a costo di fronteggiare una cospicua perdita economica.

E ha saggiamente scelto la seconda strada, l’unica francamente accettabile, a maggior ragione se si fa della “sostenibilità” la propria bandiera. Ha fermato tutto, fatto i bagagli e preso la direzione di Montecarlo. Non prima di avere doverosamente espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite da un evento che resterà nella storia della regione, anche concretamente con una donazione e la promozione di una raccolta fondi.

Mi piace pensare che questa scelta abbia in parte riscattato l’ignominia del 1994, quando venne nascosta una terribile realtà pur di continuare il week-end, e questo, come ben sappiamo, portò ad un’altra tragedia.

Ma nel week-end in cui non si è corso, e che quindi non rimarrà negli albi d’oro, c’è comunque stato un vincitore indiscusso, anche se non in pista. Uno che è spesso oggetto di ironie varie, per la sua incostanza, per i suoi errori e per i suoi team radio spesso infantili. Uno che, solo fra i suoi colleghi, ha preso in mano il badile e se ne è andato in giro per le vie di Faenza a dare una mano, assieme agli uomini della sua squadra. E, ne sono sicuro, non l’ha fatto per farsi vedere sui social, probabilmente se qualcuno non l’avesse notato e fotografato manco l’avremmo saputo. Non sembra infatti essere nelle corde del personaggio il volere apparire a tutti i costi. Molto probabilmente di lui non rimarrà grande traccia nei sopra citati albi d’oro, ma quelle foto in mezzo al fango gli faranno onore per sempre. Perchè vincere non è tutto

PS
Mentre il circus della Formula 1 decideva di portare rispetto rimettendoci dei soldi, e cercando di dare una mano, qualcuno di altrettanto seguito e adorato a livello mondiale prendeva una decisione contraria, quella di andare avanti come se niente fosse, ad una ventina di km di distanza dalle zone alluvionate. Ho letto tante giustificazioni in proposito, come ad esempio il fatto che la zona non fosse ufficialmente a rischio (neanche l’autodromo di Imola lo era), il fatto che si fosse lavorato tanto per preparare l’evento (pure il gran premio), il fatto che fosse tutto in sicurezza (idem) oppure, infine, il fatto che non si sarebbero tolte risorse per i soccorsi. Ecco, quest’ultima è una gravissima menzogna, perchè ovunque ci siano 50000 persone assiepate, ci sono forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici, paramedici, infermieri, mezzi di soccorso, ecc., in grande quantità. Lo prevedono le normative. E non mi si venga a raccontare che se non ci fosse stato quell’evento, questi non sarebbero comunque andati a pochi km da lì a dare una mano.
Questa situazione mette in risalto ancora di più la scelta del management della Formula 1, che noi qui spessissimo critichiamo pesantemente, d’essere andati oltre gli interessi del proprio business.

PS 2
Quella sopra è ovviamente solo una mia opinione, e preciso che non conosco il contesto in cui si è svolto il concerto se non per ciò che ho letto sui mezzi di informazione. Potrebbe quindi trattarsi di un giudizio parzialmente o totalmente ingeneroso nei confronti degli organizzatori e del boss. 

VERSTAPPEN DOMINA A MIAMI E IPOTECA IL MONDIALE

Con un trasferimento all’insegna della sostenibilità ambientale, il circo della Formula 1 si sposta in una sola settimana da Baku a Miami, per il primo dei tre gran premi in terra americana previsti dal calendario 2023.

Il circuito è stato appena riasfaltato, e questa non è una buona notizia per i piloti, che devono anche fare i conti con un accorciamento delle zone DRS che, a loro dire, renderà i sorpassi impossibili su un circuito che è già abbastanza insulso di suo e, nella sua assurdità, ricorda Dallas 1984, riasfaltatura tardiva compresa.

Si prospetta un week-end complicato per Leclerc, che sbatte sia nelle FP2 che nel Q3, quando pareva avere la pole a portata di mano. Chi ne fa le spese, a livello di posizione di partenza, oltre a lui, è Verstappen, che non riesce a marcare il giro veloce e si deve accontentare della nona posizione. In prima fila partono Perez e Alonso, con Sainz subito dietro.

Partenza tranquilla, con i primi che mantengono le posizioni. Al giro 4 inizia il calvario di Leclerc, che si fa superare da Magnussen e nel tentativo di ripassarlo si fa superare pure da Verstappen.

Il ritmo davanti é lento, e Perez mantiene 1 secondo di vantaggio su Alonso che ha un analoga distanza da Sainz. Al giro 9, Verstappen supera Russell e si porta in quinta posizione. Alla tornata successiva é la volta di Gasly.

Mentre Leclerc lotta con Magnussen (!), al giro 14 Sainz si fa sverniciare da Verstappen, che al giro successivo passa anche Alonso e si porta così in seconda posizione a 4 secondi da Perez.
Ma Max ha la gomma più dura, che non soffre il graining.

Al giro 18 Russell e Leclerc si fermano per montare gomme dure. Al giro successivo é la volta di Sainz, che era incollato ad Alonso. Ma il ferrarista entra troppo forte in pit lane e si becca 5 secondi di penalitá.

Al giro 20 la Red Bull ferma Perez, che aveva il compagno ormai attaccato agli scarichi. Al giro 25 è il turno di Alonso, che rientra subito dietro Sainz, ma impiega un solo giro a passarlo.

Al giro 33 Verstappen segna il giro più veloce, con gomme vecchie, appunto, di 33 giri. Nel frattempo, Leclerc viaggia in undicesima posizione lottando con il solito Magnussen. E Sainz si fa passare da Russell.

Al giro 40 Verstappen, che non si é ancora fermato, inizia a guadagnare su Perez. che sta tentando di tenere un po’ di gomma per il finale di gara e lottare con il compagno. Il quale al giro 46 effettua la sua sosta, e gli rientra dietro. Ma gli basta un giro solo per riprendere il comando, e la lotta per la vittoria finisce lì.

Al giro 54, Leclerc supera Gasly e ai porta in sesta posizione. Che peró Hamilton gli soffia il giro dopo.

Finisce così con l’ennesima doppietta Red Bull e l’ennesimo terzo posto di Alonso. Seguono Russell, Sainz, Hamilton, rimontato dalla tredicesima posizione, Lecler, Gasly, Ocon e Magnussen.

Fra due settimane la prima di tre gare distanziate di una sola settimana: Imola, Montecarlo e Barcellona. Il mondiale è già finito, i podi sono già scritti, non resta che sperare nella pioggia. Forse.

P.S.
Vasseur che parla di stesso passo di Aston Martin e Mercedes, fa più tenerezza che rabbia. Aveva ragione chi, dopo Baku, diceva che in realtà non c’era stato alcun miglioramento evidente. A Miami la Ferrari ha portato aggiornamenti, ma non è cambiato nulla, e Aston e Mercedes sono tornate davanti. Con l’aggravante che il suo pilota migliore, nel tentativo di tirare fuori dalla SF23 qualcosa di decente, l’ha sbattuta violentemente due volte, e si è preso le critiche, per questo. L’altro è riuscito a beccarsi l’ennesima penalità di 5 secondi, anche lui, probabilmente, nel tentativo di fare l’impossibile per mantenere il podio. Ad Imola, più che il sostegno dei tifosi, ci vuole un miracolo. Perchè gli aggiornamenti non funzioneranno, come non hanno mai funzionato negli ultimi 15 anni.

P.S. 2
Giova ricordare che la Haas viene progettata da un gruppo di tecnici ubicato dentro lo stabilimento di Maranello, e costruita qualche decina di km più in là. La speranza di chi ha organizzato l’operazione era quella di far andare un po’ più forte la macchina americana, non quella di fare andare più lenta quella italiana.

P.S. 3
Non ci sono più parole da spendere per Alonso, al quarto podio su cinque gare con la ex Force India. Uno che si guarda la gara del compagno sui maxischermi nei momenti di tranquillità. A Danica Patrick ieri ha detto  che alcuni team in passato non hanno avuto fiducia in lui. Uno di quei team se lo sta mettendo dietro costantemente, e di sicuro fa felice qualcuno che una decina di anni fa sosteneva che non fosse lui il problema della Ferrari. Una sua vittoria, a distanza di 10 anni dall’ultima, è solo questione di tempo. E sarà l’unica non Red Bull di questa stagione.

P.S. 4 (oggi razione doppia di p.s.)
Detesto dire “si stava meglio quando si stava peggio”, ma oggi vedere la presentazione dei 20 driver (che a 20 minuti dalla partenza avrebbero altro a cui pensare) e Wil.i.am (chi?) dirigere un’orchestra finta suonare quel ridicolo motivetto che dovrebbe sostituire l’unica cosa buona rimasta alla F1, la sigla iniziale, mi ha fatto rimpiangere i bei tempi nei quali a 5 minuti dalla partenza il buon Zermiani tormentava Piquet e compagni.

 

F1 2023 – GRAN PREMIO DI MIAMI

Pronti via dai muretti di Baku a quelli molto più glamour di Miami, sede del quinto GP stagionale sull’altisonante Miami International Autodrome (esticaxxi…)

Da un circuito cittadino all’altro il passo non è proprio brevissimo, dato che da quello di Baku a quello di Miami serve coprire circa 11mila chilometri ma se questo serve a soddisfare le masse adoranti del prodotto F1 si fa questo ed altro.

Considerando la tipologia di tracciato forse quello più felice di tutti è Checo Perez, che ha fatto doppietta a Baku nella sprint e nella gara domenicale e che conferma la sua predilizione per i tracciati cittadini, dato che 5 delle sue 6 vittorie in carriera sono state ottenute proprio su tracciati di questo tipo.

immagine da planetf1.com

Il “messicano che si godeva la vita, ma che ora lavora sodo” (Herr Marko dixit), ci sta provando gusto ad essere un reale pericolo per Verstappen e vorrebbe confermare questo ruolo a Miami. Qualcuno, forse preso dalla disperazione di un mondiale che sembra praticamente già avere un vincitore designato, gli dà più di qualche chance di poter combattere per il titolo. Difficile, molto difficile, di occasioni “alla Rosberg” ne capitano rarissimamente e in più temo che il 33 olandese voglia quanto prima rimettere le cose in chiaro.

Proprio l’olandese, sfortunato a Baku e che si è ritrovato nell’insolito per lui ruolo di “moralizzatore” delle entrate assassine altrui, proprio lui che della guida alla ‘ndo cojo cojo ne aveva fatto un motivo di orgoglio, dovrà rimettere i puntini sulle i e relegare il suo compagno di scuderia al ruolo di seconda guida che, volente o nolente, tutti nel team gli attribuiscono.

immagine da express.co.uk

Per Ferrari invece è il momento della riconferma dopo il parziale successo della tappa azera. Urge confermare i passi in avanti che si sono palesati soprattutto guardando alla monoposto numero 16 e proprio quì viene il dubbio che sì, la macchina è migliorata, ma il doppio podio di Baku va ad ascriversi in maniera preponderante ai piedi di Leclerc.

Sappiamo già che il grosso degli aggiornamenti arriverà a Imola ma sarà fondamentale fare una buona gara a Miami, fosse solo per far tornare nella lotta per le posizioni che contano anche Sainz, che in questo inizio di campionato è davvero “desaparecidos”. Intendiamoci, “the smooth operator” è un bel pilota quando le cose vanno tutte al posto giusto ed è un bell’asset. Pensare però che possa salire sullo stesso gradino dove si trova il suo team mate e Verstappen, francamente è utopia.

La novità introdotta da Mercedes a Baku è stata invece il lato oscuro di Russell. Non che Hamilton non lo conoscesse già, ma a farne le spese questa volta è stato l’ex principe degli stronxi Verstappen, costretto ad un remake in tono minore della famosa ramanzina di Senna a Schumi del lontano 1992. Ben venga tutto ciò sia chiaro, nel mondo sempre più platinato e politically correct del circus, ma la Mercedes così tanto annoiata di questo periodo (vero Toto?) ha bisogno di una velocità in pista ben più consistente di quella vista a Baku per contrastare il ritorno Ferrari e il green hornet Alonso.

Solo errori di setup per la W14 secondo Wolff a Baku, piuttosto convinto che a Miami con più sessioni di prova possano tornare ad essere più competitivi.

immagine da racingnews365.com

Anche in Aston Martin la trasferta asiatica è stata indigesta, con la verdona che ha dovuto cedere il passo a Ferrari, cosa impensabile fino a qualche settimana fa. La loro monoposto non si è adattata molto bene alle caratteristiche del tracciato e ne è venuta fuori una gara così così, buona solo per limitare i danni. L’obbiettivo è sempre cercare la prima vittoria in F1 e su un tracciato come quello di Miami le chance potrebbero essere più alte che altrove.

Il resto della truppa si barcamena tra problemi e prestazioni incolori, così se Alpine ha mostrato tutto ciò che per loro non va a Baku, Alfa Romeo che è partita col freno a mano tirato e aspetta Imola per un possibile step in avanti.

Una rediviva Mclaren a Baku cerca qualche punto pesante anche a Miami complice nuovi aggiornamenti mentre la Williams cercherà di tornare a punti. Alpha Tauri ha artigliato un punticino a Baku, siamo sicuri che Marko non sarà soddisfatto e comincerà a pensare che il team è pieno di messicani scansafatiche…

Sorpresa sorpresa Kevin Magnussen si ritrova nel ruolo scomodissimo che l’anno scorso aveva il suo team mate Mick Schumacher ovvero la zavorra del team. Se l’anno scorso era stato magico per il danese, questo 2023 invece è partito davvero male, tra incidenti e prestazioni incolori che hanno già spazientito il già poco sereno Steiner. Urge un cambio di rotta per non rischiare il posto.

Pirelli porterà a Miami le mescole C2, C3 e C4, quindi niente di azzardato per una pista che avrà come incognita la nuova riasfaltatura che contringerà le squadre a valutare bene il comportamento delle gomme nel proseguio del weekend di gara. Posto il fatto che al 99% la Red Bull non sarà minimamente toccata da questo aspetto, il grosso della battaglia per il podio tra Aston Martin, Ferrari e Mercedes si giocherà proprio sul fattore degrado. Personalmente vedo una Ferrari sfavorita ma chissà che Leclerc non si inventi qualcosa si analogo a quanto visto a Baku.

*immagine in evidenza da f1miamigp.com

Rocco Alessandro