Archivi tag: Daniel Ricciardo

F1 2019 FRENCH GP: AN INTRODUCTION

Bisogna ammettere che Liberty Media/FIA sono davvero dei geni del male. Uno pensa che una vittoria di Vettel e della Ferrari in Canada possa riaccendere le speranze di avere un mondiale un po’ meno monocromatico rispetto a quanto visto fino a questo momento.

E in effetti la vittoria dei “rossi” arriva ma viene derubricata a secondo posto per una inflessibile eppure stolida decisione dei commissari di gara che puniscono Vettel per una manovra difensiva al limite che in altri tempi, quelli degli idoli dei piloti di oggi, sarebbe stata accompagnata da un banale commento quale “It’s racing…”.

La genialità (involontaria?) del dinamico duo LM/FIA sta proprio nell’aver creato un caso mediatico con inevitabile coda polemica e ricorsuale che ci accompagnerà per molto tempo. E fa arrivare i due protagonisti e relative squadre con una dose di tensione extra rispetto al solito. Più tensione, più interesse, più battaglia. Il tutto con il filotto di vittorie Mercedes ininterrotto da inizio stagione.

Il precedente dello scorso anno, tra l’altro, fa bene sperare il suddetto dinamico duo, quando Vettel centrò Bottas dopo lo start rovinando la sua gara e prendendo una penalità. Un eventuale “incontro ravvicinato” tra i piloti dei due team andrebbe tutto a favore di un’esacerbazione dei rapporti tra Ferrari e Mercedes e relativi sottoposti. Carey/Todt già si sfregano le mani…

immagine da it.eurosport.com

Al di là di queste vanesie speculazioni, il Gp di Francia potrebbe essere interessante giusto nelle fasi dopo lo start. Anzi, l’ottima prestazione Mercedes a Montreal fa capire quanto più la Mercedes sia migliorata nei suoi punti deboli rispetto alla Ferrari.

Vero che in Francia le rosse si presenteranno con qualche novità aerodinamica che anticipa un ben più corposo aggiornamento previsto per Silverstone, ma non sembra abbastanza per affermare che possano essere assolute protagoniste al pari di Mercedes.

Il menomato circuito del Paul Ricard è un circuito da medio carico, con tratti ad alta velocità (peccato per il rettilineo del Mistral troncato a metà da una chicane…), curve lente e una in appoggio ad alta velocità, con almeno tre frenate importanti. Il tutto necessita di una monoposto con bilanciamento aerodinamico, buona trazione e stabilità in frenata con rischio di bloccaggi.

La recente riasfaltatura ha reso il manto stradale più liscio e quindi più gentile nei confronti delle gomme, ma una grossa incognita saranno le temperature che potrebbero aumentare il degrado, considerando che sono previste temperature atmosferiche piuttosto alte.

Pirelli ha scelto di portare le specifiche C2, C3 e C4, in pratica medium, soft e ultrasoft in specifica 2018, sempre con l’obbiettivo di poter permettere ai piloti di minimizzare l’impegno nella gestione degli pneumatici in gara.

immagine da press.pirelli.com

Dal punto di vista del numero di set scelti, Ferrari e Mercedes si sono perfettamente copiati, seguiti da Gasly mentre Verstappen ha optato per un treno di C3 in più. Come successo in Canada, si proverà la possibilità di passare il taglio in Q2 con la C3 in modo da assicurarsi una gara con un solo pit stop. I team del mid-field si sono tendenzialmente orientati su mescole più morbide.

Importante sarà evitare di raffreddare le gomme anteriori nel lungo rettilineo del Mistral e di evitare il graining della gomma più sollecitata, l’anteriore sinistra. Rispetto a Barcellona abbiamo pressioni di gonfiaggio sensibilmente più alte, 0.5 psi in più.

Ancora una volta, l’occasione sembra ghiotta per la Mercedes e Hamilton per quanto riguarda la vittoria e l’incrementare ulteriormente il vantaggio di punti sull’immediato inseguitore Bottas.

Come già detto, Ferrari porterà qualche aggiornamento aerodinamico e la caratteristica di avere poco drag in rettilineo accoppiata alla potente PU potrebbe consentirle di avvicinarsi alle prestazioni Mercedes.

Red Bull dovrebbe portare aggiornamenti sia di motore che di aerodinamica, consentendole di avvicinarsi a Ferrari, in una situazione simile al Gp di Spagna. Renault si aspetta molto dal Gp di casa, in quanto farà esordire corposi aggiornamenti di aerodinamica che, secondo le aspettative, dovrebbe consentirle un bel salto prestazionale.

Binotto ha già messo le mani avanti affermando che questo Gp assomiglia molto di più a quello di Spagna che a quello canadese. Ergo, differisce ancora nel tempo una ormai sempre più improbabile riscossa ferrarista in ottica mondiale. Rumors indicano che a Silverstone ci sarà una Ferrari sostanzialmente diversa, con più carico e più drag, vedremo che frutti porterà tutto questo lavoro.

Dall’altra parte della barricata gli anglo-tedeschi non devono fare altro che proseguire nel lavoro che hanno già sapientemente messo in campo da quest’inverno. Sono stati cani da caccia l’anno scorso e sono lepri quest’anno, due situazioni che sanno gestire bene, per cui non ci si devono aspettare “regali” inaspettati.

Chiudiamo con una “curiosa” polemica aperta da Kubica nei confronti della sua squadra, accusandola più o meno velatamente di favorire le prestazioni di Russell a discapito delle sue. In questi casi il rischio di apparire ridicoli è alto e se non fosse per la specchiata professionalità del pilota polacco, sarebbe scontato bollare il tutto come una sciocchezza. In ogni caso è l’ennesimo aspetto negativo della stagione di Kubica, che, al di là della pochezza delle Williams sembra davvero aver poco da dire nella sua seconda parte di carriera in F1.

*immagine in evidenza da ilpost.it

Rocco Alessandro

 

Ad Hamilton la vittoria di Pirro, a Vettel un pugno di mosche

La coerenza non fa parte del bagaglio professionale di chi lavora in Formula 1. Ti comporti in un certo modo e si può fare, poi subisci lo stesso comportamento, protesti e magari ti danno pure ragione. Ma non ci fai una bella figura. Tu e chi ti ha dato ragione.

Il gran premio del Canada ha avuto un esito talmente surreale che non vale nemmeno la pena di fare la cronaca, meglio concentrarsi sull’episodio chiave: quell’errore di Vettel ad una ventina di giri dalla fine, quando stava cercando di portare a casa una vittoria fino a quel momento meritatissima, e che lo avrebbe aiutato ad uscire dal tunnel in cui si era cacciato ad Hockenheim lo scorso anno, e dal quale non era più riuscito ad uscire.

La pressione di Hamilton, il solito errore, il posteriore che fa il pendolo, la macchina che punta sull’erba e lui che riesce a tenerla, uscendo però largo. Lewis arriva da dietro, ha del margine, potrebbe alzare il piede ma furbescamente non lo fa, tenta di infilarsi fra la Ferrari e il muretto, ma pur avendo un risicatissimo spazio, alza il piede. E poi si apre in radio e protesta.

Torniamo indietro di 3 anni. Montecarlo 2016. Hamilton è braccato da Ricciardo, arriva alla chicane del porto, va lungo, la taglia ma non ha trazione, Daniel tenta di affiancarlo ma lui punta deciso verso il guard-rail e l’avversario, che in quell’occasione di spazio non ne aveva per niente, deve alzare il piede.

Due episodi del tutto simili, gestiti diversamente dai commissari. 5 secondi di penalità a Vettel costatigli la vittoria, niente ad Hamilton.

Ma la cosa più grave è quella che è successa dopo. Non tanto il comportamento di Vettel che non si presenta in victory lane, e poi va ad invertire i cartelli. Quello è spettacolo, una gustosa scenetta che fa di sicuro contenti i padroni del vapore. No, la cosa grave è l’atteggiamento di Hamilton che, intervistato da Brundle, dice testualmente “queste cose non si fanno”. No caro Lewis, queste cose si fanno, da sempre, in tutti i circuiti del mondo, le hai fatte anche tu. E allora dopo che la tua squadra ha vinto 6 gare, tu ne hai vinte 4 e il sesto mondiale è il tuo, indipendentemente dal fatto che tu abbia ragione o torto, devi stare zitto (e zitto lo deve stare anche il tuo team principal). Non perchè è giusto che tu stia zitto, puoi fare e dire quello che ti pare nella tua posizione di grandissimo campione, ma ti puoi anche permettere di non infierire sull’avversario, che già si è punito da solo, evitando di fare la figura dell’incoerente. Perchè dal prossimo gran premio tu e la Mercedes ritornerete a dominare e a stravincere.

Ma la penalità non deve trasformare Vettel in una vittima, perchè di scusanti non ne ha. Tutto si è generato per un suo errore. L’ennesimo errore. Dopo il capolavoro di ieri ha dimostrato una volta di più che quando si tratta di combattere corpo a corpo lui semplicemente non ne è capace. Appena sente la minaccia dell’avversario, e sa che la macchina non lo asseconda, non è in grado di metterci del suo per gestire la situazione. L’ennesimo errore nel momento topico gli ha portato via una vittoria che avrebbe tolto l’imbarazzante zero dal ruolino di marcia della Ferrari. E se quello zero c’è ancora è più per colpa del suo errore che della penalità.

E infine la FIA, maestra di incoerenza. Del precedente di Montecarlo 2016 e trattato diversamente ne abbiamo già parlato. Forse sarebbe meglio che si riguardassero un po’ di gare del passato, oppure qualche gara di qualche altro campionato. Probabilmente gli ex piloti che chiamano a supporto dei commissari devono vendicare un po’ delle frustrazioni che hanno subito da giovani. Perchè la penalità di oggi, come quelle viste in diverse occasioni nel recente passato, non trovano giustificazioni con un discorso di sicurezza. A maggior ragione se contemporaneamente si vedono macchine lasciate in pista come accadeva nel 1978 o marmotte che scorrazzano nel punto di massima velocità.

Due parole sulla classifica finale. Ottimo Leclerc sul podio, oggi doveva portare a casa la gara senza sbavature e lo ha fatto. Inesistente Bottas quarto, mai in lotta fin dalle qualifiche. Se questo è l’avversario di Hamilton per il titolo, possiamo già dare a Lewis la coppa. Inesistente anche il motore Honda, con Verstappen a quasi un minuto, non solo per la sfortuna patita nelle qualifiche.

Sesto ma doppiato Ricciardo, con una Renault parsa in timida ripresa, che piazza anche Hulkenberg settimo. Gasly ottavo e ancora insufficiente, Stroll nono, ottimo nella gara di casa, e Kvyat decimo chiudono la zona punti.

Gara da dimenticare per Haas e Alfa Romeo, per le quali è lecito pensare che il problema siano anche i piloti, viste le prodezze di Magnussen ieri e Giovinazzi oggi. E brutto week-end anche per la McLaren, con Sainz undicesimo e Norris ritirato per rottura della sospensione. Le Williams, come al solito, sono state semplicemente imbarazzanti.

Ora si va in Francia. Binotto ha detto che la macchina del Canada era fisicamente uguale a quella di Barcellona (il che non è una gran cosa per un team come la Ferrari), ma in Francia sono attese tante novità. Sarebbe bello rivedere una gara tirata come quella vista in Canada, in definitiva la lotta, anche se dagli esiti discutibili, esalta lo spettacolo e innesca discussioni come ai bei tempi. Ma è meglio non farsi tante illusioni.

 

Immagine in evidenza da sport.sky.it

F1 2019 CANADIAN GP: AN INTRODUCTION

Finita la prima parentesi di gare europee si torna oltreoceano per il Gp del Canada sullo storico tracciato di Montreal. Circuito che si può annoverare tra quelli di altri tempi, considerando gli obbrobri che l’attuale calendario (e quello del 2020…) propongono, con muri vicini alla pista e vie di fuga che non lasciano molto spazio all’errore.

Si viene dal vetusto ma ormai non così glorioso Gp di Montecarlo che ha portato una conferma e una sorpresa: la conferma è il perdurare dello stato confusionale al muretto Ferrari, che ha pensato bene di rovinare la qualifica e quindi anche la gara del beniamino di casa Leclerc. La sorpresa, considerando anche l’esito delle qualifiche, è stata la mancata doppietta Mercedes, che vede il filotto arrestarsi a 5 e lascia, stavolta è proprio il caso di dirlo, le briciole ad un Vettel che è un po’ come Lazzaro alla tavola del ricco Epulone.

Probabilmente la Mercedes ha voluto migliorare un po’ il suo karma lasciando che anche Lazzaro/Vettel mangiasse alla sua tavola, non sia mai che debba patire gli stessi tormenti di Epulone reo di aver ricevuto troppa grazia… C’è anche il sospetto che, considerando l’errore nel montare le medie a Hamilton dopo il pit stop, stiano provando a vincere le gare con un livello di difficoltà superiore autoimposto, se no diventa troppo facile e non si divertono più.

Lasciando da parte le facezie, l’approssimarsi al Gp del Canada non può che vedere la Mercedes ovvia favorita, a dispetto anche del layout della pista che dovrebbe adattarsi molto bene alle caratteristiche della SF90H. Dovrebbe perché, rispetto alla gara del Bahrein, sono passati quasi due mesi e la sensazione è che la Mercedes sia migliorata più che la Ferrari in questo lasso di tempo. Mettiamoci anche che è prevista l’introduzione di una nuova PU Mercedes con qualche cavallo in più e il gioco è fatto.

Il jolly della nuova PU la Ferrari se lo era già giocato in Spagna e le note di ottimismo per il Gp del Canada vengono, oltre che dalle caratteristica stop&go della pista, anche dalle indicazioni che i due piloti titolari hanno ricevuto dalle prove al simulatore fatte dopo l’ultimo GP. Sembra un po’ poco ma potrebbe anche bastare per avere una Rossa competitiva in Canada. Intanto una nuova ala anteriore che garantisce più carico arriverà solo dal Gp di Francia.

Per la Red Bull non sembra essere il GP del Canada quello in cui riporre grandi speranze di un ottimo risultato. In teoria i lunghi rettilinei dovrebbero penalizzarla ma non è detto che, soprattutto in gara, non possano rivelarsi un concorrente piuttosto ostico.

Pirelli ha scelto di portare le stesse mescole del GP di Montecarlo, ovvero C3, C4 e C5. Dato l’asfalto liscio del Montmelò e l’assenza di curve in appoggio ad alta velocità, è una scelta più che comprensibile.

immagine da formulapassion.it

I team hanno scelto tendenzialmente più treni di gomme C5 e C4, lasciando la C3 solo a qualche prova nelle libere. La Ferrari va in controtendenza rispetto agli altri team e sceglie un maggiore equilibrio tra set di C4 e C5. Probabile che voglia tenersi aperta la possibilità di provare più set di gomme, operare delle strategie alternative in gara e soprattutto cercare di superare al Q2 con la mescola C4. Nel mid-field Alfa Romeo, Sportpesa e McLaren molto sbilanciate su mescole C5.

Previsioni meteo al momento vedono un clima soleggiato con temperature non molto alte, con massime intorno ai 22°C che probabilmente consentiranno ai team di cercare la massima efficienza aerodinamica non avendo bisogno di aprire sfoghi sulle pance per far respirare maggiormente le PU.

Stabilità in frenata, trazione in uscita dalle curve e velocità di punta. Queste le variabili tecniche su cui si confronteranno i team. A questo si aggiungono i consumi che su questa pista sono importanti e la variabile safety car, che è storicamente molto probabile.

Necessario per la Ferrari un weekend “pulito”, in modo da sfruttare al massimo le caratteristiche della pista e valutare serenamente gli aggiornamenti di tipo meccanico introdotti a Montecarlo. E’ una delle occasioni (poche) rimaste per centrare almeno un successo parziale. Se così non dovesse essere rischia di vedersi sopravanzata anche dalla Red Bull, la cui PU sta dando prova di una discreta efficienza.

immagine da formulapassion.it

Hamilton ha operato il primo vero “strappo” in classifica nei confronti di Bottas e considerando che si va su una pista molto congeniale al pilota inglese, il distacco in classifica tra i due potrebbe dilatarsi. Proprio in questi momenti Bottas deve dare prova di solidità e di crescita, andando a colmare il gap quando molti fattori fanno ritenere il contrario.

Si sono scatenate molti rumors sul futuro prossimo di molti piloti, con Vettel dato addirittura per ritirato a fine anno e un possibile arrivo di Hulkemberg in Red Bull al posto di Gasly. Tutto smentito ovviamente ma, se per Vettel il possibile ritiro sembra davvero una sciocchezza, sui contatti Hulkemberg-Red Bull potrebbe esserci qualcosa di tangibile. Sarebbe, a posteriori, anche una sorta di “vendetta” in relazione all’ingaggio di Ricciardo operato da Renault.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

F1 2019 MONACO GP: AN INTRODUCTION

Come si fa a raccontare un’emozione? Quali parole sono degne di celebrare la vita di uomini che hanno saputo scatenare la passione di tanti altri e sublimare in poche, mirabili gesta la realizzazione dell’incredibile, dell’improbabile. Della gloria e della paura.

La vulgata comune vuole che Leggenda sia colui che riesce con la forza e la convinzione miseramente umane di avvicinare la bellezza, la perfezione e la semplicità che appartengono a categorie dello spirito che non ci è dato conoscere. La cosa più vicina al Soprannaturale di cui si può sperare di fare esperienza.

Niki Lauda ha rappresentato per tanti la cosa più vicina ad una divinità. Un uomo con tutti i difetti possibili ma anche, e soprattutto, la capacità di rappresentare un’ideale di vita, comportamento, intenzione. Un uomo dalla volontà ferrea al servizio della propria intelligenza e della propria passione per la velocità.

Lo chiamavano il computer ma quando mai si è visto un computer avere un’anima che ha saputo piegare alla propria volontà gli eventi, resistere al fuoco e alla sconfitta, tornare nell’abbraccio della sua macchina che lo aveva tradito e riprendersi quello che il Dio delle corse aveva deciso di togliergli. Ma soprattutto quale computer è riuscito a conquistare il cuore di così tanti appassionati di corse, quelli veri, quelli dei tempi dei “cavalieri del rischio”.

Se uno è stato Leggenda da vivo, allora non può che essere Immortale nel momento in cui la terra gli è lieve. Lauda ora è Immortale e sarà sempre al volante di quella macchina rossa, dentro la quale un computer riusciva a catalizzare emozioni che nessun uomo sarà mai capace di eguagliare.

Con questo stato d’animo ci si approssima a quello che viene definito come il GP più anacronistico del mondiale, il Gp di Montecarlo, dove l’Immortale ha trionfato nel ’75 e nel ’76.

Ci si arriva con una Mercedes a punteggio pieno, 5 doppiette in 5 gare e la sensazione che a Montecarlo potrà essere per loro solo un po’ più complicato ottenere una vittoria che comunque rimane come opzione principale.

Addetti ai lavori dichiarano da tempo che invece potrebbe essere il terreno di caccia ideale per la Red Bull, in virtù di una predominanza del grip meccanico e aerodinamico sulla potenza della PU,  ma è una speculazione che andrà verificata in pista e potrebbe non essere suffragata dai fatti.

immagine da f1world.it

Per Ferrari invece tanti punti interrogativi e poche certezze, se non quella, assolutamente nefasta, di un progetto SF90H che potrebbe avere delle mancanze di base tali da rendere il 2019 una lenta agonia. Quadro piuttosto fosco e al quale la Scuderia sta cercando di porre rimedio sbloccando ulteriori fondi per lo sviluppo aerodinamico (ma non per una nuova sospensione anteriore a quanto pare…) e cercando di trovare la quadra tra i dati in pista e quelli al simulatore.

La sensazione è quella che si debba sperare più in qualche successo di tappa che nella lotta per il mondiale e, viste come sono andate le cose in queste prime gare, sarebbe già un grosso risultato.

Montecarlo è una pista che è entrata nell’immaginario di ogni appassionato di motorsport ma rischia di essere una gabbia di asfalto e guard rail per queste elefantiache monoposto. Rimane il rischio di lasciare il segno sui margini di queste stradine strette ma è davvero l’ultimo motivo di suspence rimasto. Chissà se la pioggia non possa aggiungere un po’ di imprevedibilità ad una gara che si prospetta piuttosto noiosa.

Pirelli ha portato le mescole più morbide del lotto; C3, C4 e C5, ovvero le supersoft, ultrasoft e hypersoft del 2018. Isola assicura che non ci saranno problemi di graining e che la C5 potrà essere sfruttata la massimo del suo potenziale.

immagine da formulapassion.it

Le scelte dei team sono ovviamente orientate ad un utilizzo pressoché esclusivo della gomma C5. Ferrari in questi termini “esagera” e sceglie di portare un solo treno di C4 e C3, come Red Bull e Renault. Le altre hanno scelto un treno di C4 in più con la Williams unica con tre treni di C4.

Come detto è un circuito atipico in cui sarà fondamentale avere un buon grip meccanico e, contrariamente a quanto si pensi, anche aerodinamico soprattutto nelle curve più lente dove si farà la differenza. Chi riuscirà, soprattutto in qualifica, ad essere agile in queste curve e a far funzionare nella maniera ottimale le gomme avrà fatto buona parte del lavoro. Motivo per il quale la Mercedes più che la Red Bull sembrano essere ancora favorite.

Le altre scuderie? Sportpesa potrebbe essere la sorpresa del weekend, considerando la predilizione per i circuiti cittadini. Qualche difficoltà in più per le monoposto con problemi a mandare in temperatura le gomme, come Haas o con un concetto di ala anteriore outwash come Alfa ma il rebus sarà svelato solo dalla pista.

In termini di lotta per il mondiale, questo GP sembra essere una buona occasione per Hamilton per allungare sul compagno di squadra Bottas, che non ha mai offerto prestazioni significative aul Principato.

In casa Ferrari, Leclerc vorrà imporre la sua velocità in casa e, probabilmente, certificare una superiorità più volte avvertita in pista nei confronti di Vettel. Verstappen è abbonato ai muri del Principato ma con un weekend “pulito” può lottare per la vittoria. Ricciardo ritrova una pista amica ma non sulla macchina giusta; è d’obbligo dimostrare di valere lo stipendio che è riuscito a ottenere.

*immagine in evidenza da sport660.wordpress.com

Rocco Alessandro

F1 2019 SPANISH GP: AN INTRODUCTION

Chiusa la primissima parte del mondiale con le gare extra-europee, la F1 torna in Europa per entrare in quella che sarà una fase molto importante del campionato. Prima tappa sarà come di consueto il GP di Spagna sul circuito del Montmelò, che ha ospitato anche i test pre-stagionali e che non dovrebbe avere segreti per i team dato l’enorme numero di giri e di dati che sono stati già raccolti quest’anno e in quelli passati.

Il tracciato catalano è da sempre considerato quello “definitivo” per valutare la competitività delle monoposto. E’ evidente che dopo queste prime gare, questo tipo di valutazione non vale nello specifico per i test pre-stagionali che davano una Ferrari in grande spolvero e una Mercedes apparentemente in difesa. Come ben sappiamo la realtà delle gare è stata ben diversa con 4 doppiette Mercedes e una Ferrari la cui principale caratteristica sembra essere quella di “incompiuta”.

Ma non limitandoci solo a Ferrari e Mercedes, facciamo un piccolo bilancio di questa prima parte di campionato per tutte le scuderie del mondiale:

  • Mercedes: basterebbe dire che una partenza lanciata da 4 doppiette nelle prime 4 gare non c’era mai stata nella storia. Team solidissimo, Bottas in grande spolvero e una monoposto che sembra aver risolto il suo più grosso cruccio della stagione 2018, la gestione delle gomme. E quando erano quasi battute ci hanno pensato le magagne degli altri a regalarle la vittoria. Al momento imbattibili sia per meriti propri e anche per (grossi) demeriti altrui.
  • Ferrari: la grande illusione dei test si è palesata nelle prime gare del 2019. Macchina veloce ma a tratti, con problemi di affidabilità che sono costati una vittoria in Bahrain, una gestione delle gomme pessima in gara e Vettel non ancora a suo agio con la vettura. Unica nota positiva la velocità mostrata da Leclerc. Ma il bilancio è fortemente negativo e francamente è tutta farina del loro sacco.
  • Red Bull: a sorpresa l’aspetto più critico della monoposto non sembra essere la PU Honda ma la parte telaistica. Praticamente un ossimoro rispetto alla situazione vista negli ultimi anni. Aspetto molto positivo la estrema (forse anche troppo) gentilezza nei confronti delle gomme, che la rendono un bel problema in gara. Verstappen sembra aver compiuto un ulteriore maturazione, Gasly sembra invece semplicemente inadatto e mal supportato dalla squadra.
  • McLaren: solo il dato di fatto che sono i migliori motorizzati Renault dice molto. Finalmente un bel salto di qualità dal punto di vista del telaio e della meccanica della monoposto che non sembra soffrire eccessivamente dell’inadeguatezza della PU Renault. E, altra sorpresa, il debuttante Norris che sta facendo vedere i sorci verdi a Sainz. Sembra evidente che in McLaren è andato via lo spagnolo sbagliato.
  • SportPesa Racing Point: vecchio team con nuovi capitali e un inizio di stagione corso in difesa, proprio in attesa delle gare europee e dei primi importanti sviluppi tecnici. Nelle ultime stagioni sono stati il team che, considerando i mezzi economici a disposizione, ha maggiormente incrementato la competitività della monoposto ed è evidente che ci contano anche per questa stagione. Perez è una garanzia, Stroll se si corresse solo a Baku sarebbe da punti sempre.
immagine da motorbox.com
  • Alfa Romeo: è stata anch’essa principessa nei test e cenerentola in gara, con problemi dovuti soprattutto a qualche noia a carico della PU e centralina degli iniettori. Inoltre qualcosa dai test è stato perso per strada in termini di velocità. La roccia della Alfa Romeo si chiama Raikkonen, a punti in tutte le gare anche quando è stato costretto a partire dalla pit-lane. Giovinazzi invece sembra e si sta rivelando l’anello debole di una scuderia con forti ambizioni.
  • Renault: la più grande delusione di questo inizio di mondiale. Scuderia ufficiale che subisce l’onta di vedersi sopravanzare da un team cliente che monta la stessa PU. La monoposto sembra soffrire degli stessi problemi del 2018, con l’aggravante di un Ricciardo che non si sta rivelando un valore aggiunto. Tanti soldi spesi e ancora nessun risultato degno di nota.
  • Haas: la “ferrarina” soffre degli stessi problemi della sorella maggiore, non manda in temperatura gli pneumatici. E come la Ferrari avrebbe potuto raccogliere più di quanto non abbia fatto anche a causa di un Grosjean di cui si fatica a capire l’utilità in griglia di partenza.
  • Toro Rosso: il sospetto che venga usata come cavia per aggiornamenti aggressivi della PU Honda a beneficio della Red Bull è sempre presente ma almeno offre, soprattutto in qualifica, degli sprazzi di competitività ammirevoli. Contrariamente alla aspettative Albon sta reggendo il confronto con Kvyat ma serve qualcosa in più da parte del team per trovare il passo soprattutto in gara.
  • Williams: sarebbe da “no comment” una scuderia che, nonostante esperienza e la PU Mercedes ha sbagliato completamente macchina, avvicinandosi ad essere una vera e propria chicane mobile. Addirittura si sono dovuti rivolgere al passato remoto nelle vesti di Patrick Head per cercare la soluzione ad una parte dei loro problemi. Russell sembra un ottimo pilota ma la monoposto non ne esalta certo il talento mentre Kubica non sembra poter avere più voce in capitolo in questa F1.

Tornando alla gara, sul circuito catalano servirà una monoposto che sappia generare un elevato carico aerodinamico, abbia un buon grip meccanico e un’ottima trazione. Ma il focus principale sarà quello di centrare la  finestra ottimale di temperatura delle gomme. Tutte caratteristiche che fanno della W10 la logica favorita della gara.

Pirelli porta in Spagna le mescole più dure a disposizione: C1 hard, C2 medium e C3 soft. La riasfaltatura del 2018 dovrebbe aver abbassato l’abrasività nei confronti delle gomme. Se C1 e C2 daranno buone indicazioni di durata e performance nelle prove libere è probabile che saranno utilizzate in gara cercando una sola sosta, con la C3 relegata alla sola Q3.

immagine da circusF1.com

Come si può ben vedere Ferrari sceglie di portare più set di C3 rispetto a Mercedes e Red Bull. Anche tra piloti dello stesso team ci sono differenze nel numero di set a disposizione. Unico team a portare 3 set di C1 è la McLaren mentre tra i top team la Red Bull è quello più sbilanciato verso mescole C1/C2.

Rispetto al 2018 le pressioni sono invariate al posteriore, 20.5 psi, e aumentate di 0.5 psi all’anteriore, 22.5 psi. Il meteo prevede giornate prevalentemente soleggiate e temperatura intorno ai 23/24 °C.

Rumors indicano che la Ferrari potrebbe anticipare l’evoluzione della PU portando la seconda specifica in un ottica di un programma “aggressivo” di sviluppo della vettura, anche accollandosi qualche rischio in più in termini di gestione delle componenti sul lungo periodo. Questo deve essere visto come un aspetto positivo da parte dei tifosi del Cavallino che quanto meno vedono una squadra che mostra coraggi nel reagire ad una situazione difficile. Previsti anche aggiornamenti aerodinamici, meccanici e una nuova benzina.

La Mercedes invece deve solo continuare quello che ha iniziato nelle prime gare, ovvero sfruttare le debolezze dei rivali e cercare di mettere in pista la migliore versione possibile della W10. In questa ottica probabile il va libera allo sfruttamento pieno della PU, limitata fino ad ora da problemi di raffreddamento.

Da tenere in considerazione la Red Bull per la gara data l’ottima gestione delle gomme fin qui mostrata e i possibili aggiornamenti che potrebbero avvicinarla al duo Mercedes/Ferrari e che Marko definisce “molto promettenti”.

(immagine in evidenza da motorbox.com)

Rocco Alessandro