High Voltage Bring- La prima (ufficiale) di Abt in FE

Il campionato di Formula E sembra non voler lasciare spazio a previsioni. L’appuntamento di Città del Messico era attesissimo sia per la fantastica gara di Santiago del Cile che l’ha preceduto, sia per la ricerca di conferme sull’andamento delle prestazioni e dell’evoluzione della classifica.

La vittoria perentoria (la prima valida nel campionato elettrico, dopo la squalifica nel secondo appuntamento di Hong Kong) di Daniel Abt su Audi ha scompaginato ancora una volta le previsioni della vigilia, ma ha permesso di delineare in modo più deciso la classifica iridata e di provare a prevedere l’evoluzione delle prestazioni da qui alla fine della stagione, in attesa del successivo ribaltone che in questo campionato è sempre dietro l’angolo.

La classifica piloti è quella se segue:

  1. Vergne                       81
  2. Rosenqvist              69
  3. Bird                             61
  4. Buemi                        52
  5. Piquet                       45
  6. Abt                             37
  7. Evans                        29
  8. Mortara                  28
  9. Turvey                     26
  10. Heidfeld                 21
  11. Lotterer                 18
  12. Da Costa               16
  13. Lynn                           9
  14. Lopez                        8
  15. Prost                         7
  16. Engel                        6
  17. D’Ambrosio          4
  18. Blomqvist             4
  19. Di Grassi               3
  20. Filippi                     1

L’unica conferma rispetto ai precedenti appuntamenti riguarda le prestazioni dei top driver rispetto alle seconde linee: come si può vedere infatti i migliori sono sempre a lottare per le posizioni di vertice, sia in gara che nella classifica di campionato.

A questi deve essere aggiunto il campione uscente Di Grassi, che ha vissuto l’ennesimo fine settimana da incubo in questa stagione, partito con una penalità in griglia di dieci posizioni per la rottura dei sigilli FIA che si era resa necessaria per riparare l’inverter danneggiato a Santiago; dopo il miglior tempo nelle prove libere il sorteggio nel primo gruppo di qualifica, con una pista estremamente sporca di polvere, ha impedito al brasiliano di far volare allo stesso modo la propria monoposto, con conseguente tempo che lo avrebbe comunque relegato a centro gruppo senza penalità ed in fondo alla griglia a seguito dell’arretramento previsto da regolamento. Nonostante le avversità sono arrivati i primi 3 punti della stagione, positivi per muovere la classifica, per lasciare alle spalle i problemi di affidabilità patiti nella prima parte del campionato (che dovrebbero essere definitivamente risolti con l’introduzione di una nuova specifica di inverter dal prossimo e-Prix di Punta del Este) ed infine per mostrare ancora una volta una grandissima velocità ed una ottima efficienza nell’utilizzo della batteria, qualità che hanno permesso a Di Grassi di agguantare un nono posto con partenza dal ventesimo, nonostante un errore durante il duello con Lopez, ed ottenere anche il giro più veloce della gara.

A questo punto il momento negativo per il brasiliano e per il team Audi sembrerebbe superato e c’è da giurare che entrambi gli alfieri della squadra degli anelli proveranno a mettere le mani sul titolo, nonostante 79 punti per Di Grassi e 44 per Abt non siano certamente pochi da recuperare in sole 7 gare al solidissimo leader di campionato Vergne.

Il francese da parte sua ha mostrato anche in questo fine settimana una grandissima maturità e costanza di prestazioni, armi che lo hanno issato in testa alla classifica nello scorso e-Prix e gli hanno permesso di mantenere la testa, ampliando il margine sul diretto inseguitore Rosenqvist, in questo appuntamento messicano. Il lavoro svolto finora dal pilota transalpino è stato egregio, la vettura non è mai stata quella da battere, ad esclusione della gara di Santiago del Cile, ma grazie all’ottimizzazione del pacchetto tecnico a sua disposizione riesce per ora a guardare tutti dall’alto della classifica, con numerosi buoni piazzamenti. Sfortunato il compagno di squadra Lotterer, autore di una gara solida che lo stava portando a concludere in settima posizione ad una manciata di secondi di distacco dal leader iridato ma fermato da un problema tecnico.

In via del tutto simile si sta evolvendo la stagione di Buemi, non più dotato di una vettura con la quale dominare le gare come accadeva nella scorsa stagione; anche il pilota svizzero si sta però adattando bene al ruolo di ragioniere: da questo punto di vista è stata esemplare la condotta di gara di sabato, quando ha lasciato sfogare i piloti più veloci cercando di proteggere la posizione nella prima parte di gara, consapevole di non possedere il ritmo per vincere. Il guizzo con il quale ha sopravanzato Vergne (grazie all’uso del FanBoost) mostra che la cattiveria per vincere le gare non è andata perduta, sempre che Renault riesca a fornirgli in questa stagione una macchina in grado di primeggiare. Con la sua condotta di gara Buemi si è portato a soli 19 punti dal leader Vergne, in piena lotta per il successo finale, dopo l’inizio disastroso di Hong Kong.

I due grandi delusi della tappa messicana sono il secondo ed il terzo della graduatoria iridata, Rosenqvist e Bird. Il primo, come anticipato nella presentazione di questo e-Prix, si è dimostrato velocissimo su questi tracciati con asfalto da circuito permanente, ha preso di prepotenza la Superpole e si stava avviando verso una facile vittoria, prima di subire il danneggiamento della batteria. A tale proposito si è scagliato contro Williams Advanced Engineering il team principal di Mahindra, Dilbagh Gill: “Ci sentiamo danneggiati e frustrati perché crediamo che ci sia stato un problema con le batterie dopo le qualifiche di Marrakech. Quel che è successo qui è difficile da digerire perché la nostra sensazione è che la batteria non sia stata controllata come si deve prima di esserci restituita: sembra che sia successo qualcosa a livello di celle, ma serviranno ulteriori verifiche”. Sicuramente Rosenqvist resta uno dei favoriti, se non il principale pretendente per portare a casa il campionato. Per quanto riguarda Bird, ancora terzo in classifica, l’inglese ha dovuto scontare una penalità di 10 posizioni in griglia come Di Grassi, per la sostituzione del cambio. Partito in diciannovesima posizione, la gara è stata tutt’altro che semplice e si è conclusa ben fuori dalla zona punti; ciò che maggiormente dovrebbe preoccupare il team DS Virgin è la mancanza di quella competitività mostrata ad Hong Kong, grazie alla quale Bird avrebbe potuto risalire il gruppo nell’arco della gara.

Merita attenzione infine uno dei piloti poco considerati in questa stagione, vincitore del primo campionato di FE: Nelsinho Piquet jr. Il pilota brasiliano sta conducendo una buona annata, a bordo della sua Jaguar che sicuramente è molto cresciuta rispetto allo scorso anno. Il divario da Vergne è ora di 36 punti, ma non è da escludere un finale di stagione simile a quello che lo portò a laurearsi campione, nel caso in cui il team cresca ancora nei prossimi e-Prix.

Nei giorni precedenti la gara di Città del Messico è arrivata una notizia certamente positiva per la categoria: nell’edizione dell’e-Prix di Monte Carlo della quinta stagione (maggio 2019), con le nuove attesissime vetture di seconda generazione, la gara si correrà sul circuito “lungo” adottato dalla F1. Viene quindi abbandonato il tracciato che si snodava solo nella zona del porto, saltando tutta la parte dalla salita del casino fino alla chicane in uscita dal tunnel.

Il prossimo appuntamento è per sabato 17 marzo (come sempre Prove Libere, Qualifiche e Gara in un’unica giornata) a Punta del Este, Uruguay, per concludere la prima metà della stagione.

Alla prossima!

MOTOGP 2018 – TEST LOSAIL

La stagione è dietro l’angolo e questi test servivano più a definire gli ultimi affinamenti, piuttosto che la ricerca di grandi modifiche e così è stato. A tener banco in questa tre giorni, son stati gli scoop di mercato, che hanno in parte pure lasciato di stucco molti addetti ai lavori:

-La prima bomba è stato l’addio di Tech3 alla Yamaha, con il team Francese che pare aver preso la direzione di Ktm, dove quasi sicuramente si porterà dietro anche Zarcò. Ancora non è noto a chi verranno fornite le Yamaha clienti.

-Altra bomba è il probabile rinnovo, per altri due anni di Valentino Rossi. Il pilota di Tavullia ha ancora una scintilla troppo accesa al suo interno e le prestazioni in sella non paiono dar segnali di un pilota prossimo a levare bandiera bianca, intramontabile.

-Il rinnovo di Marquez, per altre due stagioni (2019-20) con Hrc. Lo Spagnolo non ha intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione, per andare a ritoccare i record di VR46, anche se questa scelta forse potrebbe deludere le aspettative di molti che magari lo avrebbero preferito lanciato in una nuova sfida, a dimostrare che può vincere anche senza Honda. Prima o poi accadrà, chissà, resta il fatto che di certo non ha fatto una mossa sbagliata.

-la firma di Bagnaia con Pramac, una promozione nella massima serie avvenuta in maniera rocambolesca. La scorsa stagione ha debuttato alla grande in Moto2, forse questo contratto gli sarà da stimolo per una stagione simile a quella di Morbidelli? Lo scenario fa aprire dei dubbi nel team, con un Miller che è appena arrivato in scuderia e che non sta affatto sfigurando, mentre Petrucci pare avere un accordo da ufficiale con Ducati, stiamo a vedere.

Conclusa la parentesi di mercato, passiamo a una rapida descrizione di come siano andati i test, team per team:

Honda

La casa giapponese non è stata proprio efficacissima in questa tre giorni, con le moto che han mostrato qualche difficoltà nel passo gara e nella ricerca del tempo. Oddio, parlare di difficoltà sono parolone, quando un Marquez, nel secondo giorno, ha messo insieme un più che valido passo gara, con tempi che lo ponevano comodamente su uno dei gradini del podio. Pedrosa un pò più opaco, come pure Crutchlow, entrambi non proprio a loro agio. Questo tracciato non è mai stato il favorito per il team dell’ala. Marquez lamenta poco feeling con l’anteriore e una usura un pò elevata, mentre Pedrosa si è trovato a soffrire per la caduta del primo giorno, ma si è detto contento della costanza nei tempi. Sul piano del motore, pare che a Honda con il caldo abbia qualche problemino prestazionale.

Ducati

Il team di Borgo Panigale è ancora una volta in una situazione abbastanza strana, con Dovizioso quanto mai convincente, costante e veloce. Il Forlivese non ha mostrato il benchè minimo problema, risultando veloce nel giro secco ed il migliore assoluto nel passo gara, tanto che se si corresse oggi, vincerebbe quasi sicuramente avrebbe anche qualche chances di vincere (su richiesta di Aviator). Tutto il paddock è impressionato dal Dovi e la sua GP18, incorciamo le dita per AD04. Dall’altro lato del box, i campanelli d’allarme suonano alla grande, con un Lorenzo che è totalmente fuori bussola, con l’umore molto sotto i tacchi. Il Maiorchino è riuscito solo a stampare qualche giro secco discreto, ma nel passo gara è messo molto male, con un feeling sulla moto davvero molto basso. Onde evitare confusioni mentali, ha deciso di abbandonare le strade alternative, concentrandosi sul capire la GP18, viste le prestazioni del suo compagno di team, attendiamo e vediamo. Petrucci è sulla linea d’onda di Dovizioso, al momento il podio è alla sua portata. Bene anche Miller, seppur non ancora efficace al 100%.

Yamaha

I problemi del test in Thailandia, sono continuati anche su questo tracciato e non devono far ingannare i temponi sul giro secco del terzo giorno dei test. Tutte le Yamaha stanno avendo grosse difficoltà a scaricare la potenza e sopratutto sull’usura della gomma anteriore. Rossi riesce ad inanellare 8-10 giri ottimi, ma poi la gomma inizia a calare di brutto. é stata provata la soluzione con la gomma più dura, ma la prestazione ne risente troppo, quindi al momento la situazione è abbastanza seria. Vinales è messo forse anche peggio di Vale, con un passo gara da centro gruppo, forse persino da retrovie, con grosse difficoltà nella ricerca del setting. Lo Spagnolo inizia a pretendere sempre più delle modifiche alla moto che si discostano parecchio da quello che vuole il 46, del resto è dalla Thailnadia che chiede di tornare a una moto più simile a quella di inizio 2017. Zarcò continua la sua strategia di far temponi sul giro secco, come ad illudere che la 2016 sia la M1 che risolve tutti i problemi, ma se si analizza i suoi long run, la sua situazione è peggiore di quella di Vinales, da capire il perchè di questo modo di fare. (So di essere una voce fuori dal coro, ma ultimamente anche Sanchini è su questa linea di pensiero)

Suzuki

Rins e Iannone paiono essere davvero in palla, così pure la moto, che ha mostrato una ottima situazione sia per il passo gara che per quello da qualifica.  Resta qualche dubbio legato al fatto che qui Suzuki ha sempre fatto bene, tranne poi mostrarsi con grossi problemi in altri tracciati, ma le 3 sessioni di test, li hanno mostrati sempre abbastanza efficaci, tanto da porli forse in una situazione migliore a quella del team di Iwata.

Ktm

Il team ancora privato di Espargarò, ha proseguito i lavori di sviluppo con Smith e kallio, con lavori di continua piccola modifica. La moto 2018 pare aver trovato una costanza nel ritmo, migliorando di un 4 decimi la prestazione rispetto al 2017, tuttavia c’è ancora tanto da fare per arrivare nelle posizioni che contano.

Aprilia

L’arrivo della seconda moto per correre il 2018 pare aver dato fiducia ai due piloti, Sia Espargarò che Redding si dichiarano entusiasti e certi di poter essere nei primi otto, come posizione in griglia. La moto pare essere molto migliorata sotto ogni aspetto, ma i tempi non paiono rispecchiare molto qunato dichiarato dai piloti, ma si sa, restano pur sempre dei test.

Attendiamo ancora 2 settimane, “gas a martello e andiamooooo!!!!”

Saluti

Davide_QV

High Voltage Bring- 2018 Mexico City e-Prix

Ciao Ringers! Questo fine settimana torna il campionato di Formula E sul circuito ricavato all’interno dell’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico, per la quinta tappa della stagione.

Si arriva a questo appuntamento dopo l’entusiasmante gara di Santiago del Cile che, al netto di alcune polemiche sulle modifiche apportate alle cinture da parte del team Techeetah dominatore della gara, ha offerto tanti spunti di riflessione per il continuo della stagione. Dopo un terzo di stagione infatti sembra davvero impossibile azzardare ipotesi solide sul pilota o sul team favorito per la vittoria finale, vista la grande incertezza vissuta nei primi quattro appuntamenti. I protagonisti principali sono sempre gli stessi che si sono visti nelle scorse stagioni, ma sembra che di gara in gara possano cambiare continuamente gli equilibri; dopo Marrakech infatti Rosenqvist era considerato il grandissimo favorito per una fuga nel mondiale, mentre dopo Santiago è il team Techeetah a poter essere indicato come il più in forma, con Vergne in testa alla classifica e Lotterer che per la prima volta è riuscito a capire pienamente la macchina e lottare per la vittoria. La graduatoria in attesa della gara del Messico recita quanto segue:

  1. Vergne 71
  2. Rosenqvist 66
  3. Bird 61
  4. Buemi 37
  5. Piquet 33
  6. Mortara 24
  7. Evans 21
  8. Heidfeld 21
  9. Lotterer 18
  10. Abt 10

Visti i continui ribaltamenti di classifica non si può certo escludere alcun risultato; è chiaro che ormai il campione uscente Di Grassi può essere quasi certamente considerato fuori dalla lotta per il titolo, relegato ancora in fondo alla classifica con 0 punti a causa della scarsissima affidabilità della propria Audi. Il brasiliano potrebbe trovare un primo riscatto proprio in questo fine settimana, vista la velocità mostrata dalla propria vettura nell’ultimo appuntamento e considerata la gara dello scorso anno sul circuito di Città del Messico; il pilota Audi riuscì a compiere una rimonta eccezionale, grazie ad una ottima strategia che gli permise di sfruttare l’ingresso della SC, con una superba gestione di energia, che gli permise di tenere dietro tutti i rivali e portare a casa una vittoria che dopo pochi giri sembrava impossibile. Nel video seguente gli highlights dell’e-Prix della scorsa stagione.

Purtroppo per Di Grassi, questo fine settimana inizia già con la spada di Damocle di una possibile penalità di 10 posizioni in griglia, a causa della rottura a Santiago dell’inverter. Per la riparazione è stato necessario rompere i sigilli FIA sul componente e quindi è possibile, a discrezione del collegio dei commissari, un provvedimento simile a quello già scontato nello scorso e-Prix. Intanto i tecnici Audi sembrano aver risolto i problemi che hanno afflitto la vettura nelle prime uscite di stagione, ma per regolamento le modifiche non possono essere implementate prima di 30 giorni dalla presentazione delle nuove parti alla Federazione. Per questo motivo in Messico i tedeschi dovranno fare di necessità virtù ed utilizzare la configurazione che è stata impiegata fino a questo momento della stagione; l’evoluzione è rimandata all’appuntamento di Punta del Este del 17 marzo e c’è da scommettere che, vista la velocità finora mostrata, Audi sarà certamente protagonista. Per quanto riguarda questo fine settimana i tecnici sperano che l’asfalto poco sconnesso di Città del Messico possa permettere all’inverter di resistere alle sollecitazioni cui sarà sottoposto in gara per garantire a Di Grassi la prima bandiera a scacchi dell’anno.

Sicuramente tutti i piloti saranno costretti a prestare particolare attenzione alla tecnica di guida per ottimizzare l’energia a disposizione, visto che nell’arco della stagione questo è il tracciato che maggiormente presenta rettilinei; il più impegnativo per le batterie è quello di partenza, al termine del quale sarà certamente richiesta una lunga fase di coasting che potrà favorire i sorpassi da parte di chi, specialmente nelle fasi finali della gara, sarà riuscito a conservare una maggior quantità di energia.

Un altro aspetto determinante sarà quello del raffreddamento, non certo a causa delle temperature, previste intorno ai 20° C, quanto per la rarefazione dell’aria agli oltre 2000 metri di altitudine del circuito. Il motore delle monoposto elettriche non risentirà in termini di potenza di questa particolare condizione, ma la portata d’aria refrigerante sarà certamente inferiore rispetto a quella dei tracciati sul livello del mare. Questa condizione potrà quindi determinare gravosi problemi di affidabilità, per cui questa gara sarà ulteriormente decisiva per il team Audi, in funzione del proseguimento della stagione.

A proposito di affidabilità, l’e-Prix del Messico sarà compromesso per Alex Lynn prima che le vetture scendano in pista; il pilota Virgin è infatti stato costretto a sostituire il cambio, per la cui rottura aveva abbandonato anzitempo la competizione a Santiago: questa operazione gli costerà 10 posizioni di penalità sulla griglia di partenza di questo fine settimana.

Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è la condizione dell’asfalto. Il circuito, seppur caratterizzato da bassa rugosità, è pur sempre un vero e proprio autodromo, non si correrà quindi su strade aperte alla normale circolazione. I bump sono praticamente inesistenti a confronto con quelli che vengono incontrati dalle vetture di FE negli altri appuntamenti del campionato; da questo punto di vista, questo tracciato può essere paragonato a quello di Marrakech, dove Rosenqvist riuscì a sfruttare al massimo le potenzialità della Mahindra grazie ad una guida pulitissima che gli permise di beffare Buemi e Bird. Vedremo quindi se le sensazioni riguardo alla maggior efficacia del pacchetto indiano su queste tipologie di circuito sarà confermata in Messico.

Per quanto riguarda gli orari, la differenza di fuso fra l’Italia ed il Messico a inizio marzo è di sette ore; di seguito la programmazione:

Prove Libere 1: Live canale ufficiale YouTube Formula E ore 15.00

Prove Libere 2: Live canale ufficiale YouTube Formula E ore 17.30

Qualifiche: Live Mediaset Italia 2 e Eurosport ore 19.00

Gara: Live Mediaset Italia 2 e Eurosport ore 23.00

Buon e-Prix!

Test Barcellona 1 – Giorno 4

Ultimo giorno dei 4 previsti di una settimana di test molto travagliata per via del meteo e anche quest’oggi non ha fatto eccezione: molta pioggia al mattino (stavolta sfruttata per via delle temperature dell’asfalto superiori a quelle di ieri) che ha permesso ai team di provare gomme intermedie e full wet (nonostante l’asfalto nuovo risultasse parecchio scivoloso). A metà mattina si è asciugata la pista e i team hanno ripreso il consueto lavoro come nelle prime due giornate di test. 

Mi preme subito specificare (approfittando anche per fare un riepilogo generale) quali sono stati i programmi delle scuderie nella prima settimana, al contrario di molti altri giornalisti che sono passati dal “Red Bull vettura da battere (1° giorno), Ferrari suona la carica (2° giorno), Mercedes razzo (4° giorno)”, esaltando (o deludendo) tanti poveri tifosi ignari delle logiche seguite nei test. Quando si mettono in pista per la prima volta delle nuove vetture (a maggior ragione con delle temperature totalmente inutili per provare la prestazione), i team si occupano di testare:

  1. Testare l’affidabilità generale: principalmente si vanno a controllare (tramite una serie di sensori) il funzionamento di ogni singola area della monoposto, sia aerodinamico che meccanico; si controlla che le temperature rimangano stabili e che nel packaging non ci siano stati errori (il caso più eclatante è stata la scoperta, da parte di McLaren, di un errore nel fissaggio dello scarico che aveva provocato surriscaldamento del cofano, ora risolto) 
  2. Testare che combacino i dati: tutti i team hanno i dati delle prove al banco/galleria del vento. Vengono comparate (sempre tramite una serie di sensori) tutte le parti della monoposto, sperando che facciano il lavoro sperato o che siano adatte all’uso in pista (caso eclatante i deviatori sulle pance della Red Bull, perfettamente studiati in galleria, ma rivelatesi inadatti alle vibrazioni dei cordoli, quindi sono stati rinforzati e collegati alle pance tramite un tirante).

    Immagine FUnoAnalisiTecnica
  3. Fare prove di setup: una volta raccolti tutti i dati, i team iniziano a provare soluzioni differenti. Non tanto per aumentare le prestazioni, quanto per vedere come reagisce la vettura agli aggiustamenti (fondamentale il feedback con le sedi di produzione, soprattutto per i top team, nelle quali gira la vettura gemella sui banchi dinamici) attraverso dei long run con vettura carica/scarica di carburante. 

Fatto questo approfondimento fondamentale per aumentare la comprensione dei test, passo al consueto resoconto dei vari Team, come sempre partendo dall’ultimo nella classifica dei tempi.

Gli ultimi oggi sono stati i due alfieri del team Sauber-Alfa Romeo: penultimo e terzultimo tempo per Ericsson e Leclerc, che hanno girato rispettivamente in mattinata e nel pomeriggio. La vettura, ancora molto acerba, sembra dare numerosi grattacapi dal punto di vista del setup, ma i due piloti sembrano comunque soddisfatti: ricordiamo che, dopo due annate disastrose, Sauber ha iniziato a porre le basi per la crescita che, come sappiamo, in F1 non avviene dall’oggi al domani…

Avanti a Sauber (come prestazione generale del team) troviamo la Toro Rosso  Honda. Sorprendentemente (o quasi) in cima alla lista dei giri di giornata (ben 147 giri), la Honda stupisce tutti per l’affidabilità mostrata, dopo che i piloti ne hanno lodato la potenza e la guidabilità. Non sarà la PU da battere, ovviamente, ma un bel segno di crescita (e chissà RB nel 2019 cosa avrà intenzione di fare… a Maggio l’ardua sentenza) coadiuvata dalla “carta bianca” data dal team faentino, posto molto più tranquillo dove lavorare rispetto alla blasonata McLaren, per giunta con un campione come Alonso…

Nel gruppo di mischia troviamo il duo inglese Force India e Williams. Il primo team è alle prese con la comprensione della vettura, non aiutati dal meteo, soprattutto dal punto di vista aerodinamico, con i famosi rastrelli; il secondo invece è alle prese con i problemi di gioventù (non solo della FW41, dato che Stroll è stato autore di un’uscita, innocua, sulla ghiaia)…

Stranamente in questa parte della “classifica al contrario” troviamo la Red Bull. Oggi con Verstappen alla guida ha un po’ pasticciato: i problemi ai deviatori di flusso hanno costretto il team a correre ai ripari; un problema al cambio ne ha ulteriormente bloccato l’attività in pista e infine, ciliegina sulla torta, il pilota olandese si è insabbiato. Al termine della sessione comunque ha dichiarato “la macchina mi ha sorpreso positivamente, è un bel passo avanti”.

Davanti a Red Bull troviamo la Renault, sorpresa positiva dei test finora. Vettura che pare molto equilibrata e facile da mettere a punto, coadiuvata da una Power Unit che non fa i capricci al momento. Interessante (notavo oggi) la loro soluzione di inclinare il grosso scarico centrale di alcuni gradi per farlo soffiare sotto l’ala posteriore e aumentare (secondo i rumors) di 5 punti il carico in accelerazione. Per non sciogliere l’ala però sono stati costretti a rinforzarla con materiale metallico…

Altra sorpresa positiva di oggi la McLaren e la Haas, entrambe nella parte alta della classifica dei tempi e entrambe con molti giri alle spalle. Il team di Woking ha finalmente mostrato, dopo giorni duri, che anche loro riescono a far girare il Renault con ben 161 giri (cumulativi tra Alonso e Vandoorne) e una seconda prestazione assoluta che spicca, anche se con gomma Hypersoft. Il team americano invece ha iniziato (molto poco ancora) a tirar fuori quanto di buono c’era nella SF70H, dopo un inizio settimana deludente.

Passiamo ora alla tanto chiacchierata Rossa di Maranello. Dopo aver letto di tutto riguardo alle potenzialità della vettura, che per fortuna non è lunatica quanto i suoi tifosi (almeno non tutti), posso dire che anche oggi non hanno provato la prestazione, come dichiarato anche dallo stesso Vettel a fine sessione. L’obiettivo era cercare di compiere quanti più km possibili attraverso dei long run, testando l’affidabilità della unità motrice e il setup generale della monoposto, molto differente dalla mamma SF70H, soprattutto al posteriore (sospensione compresa). Ci auguriamo tutti un bel meteo ai prossimi test per vedere alla prova questo (a quanto si dice) gioiellino. E il fatto che si provino solo long run…

Dulcis in fundo (almeno per i tifosi Mercedes) troviamo solo solo in testa alla classifica Giggino Hamilton, autore di una bella “sparata” delle sue con gomme medie. 1.19.333 è il tempo che ha spaventato tutti, che, posso dirvi, ha valore tanto quanto i precedenti di Vettel e Ricciardo. Significa che la Mercedes non è la vettura da battere? Assolutamente no: restano sempre i favoriti, com’è giusto che lo siano i campioni in carica, ma aspettiamo i prossimi test per farci una minima idea a riguardo, dato che tante ancora sono le domande senza risposta…

Classifica dei tempi:

(fonte AutosprintLive)

Alla prossima settimana con i Test 2 sempre a Barcellona!

Chris Ammirabile

 

 

Test Barcellona 1 – Giorno 3

Terzo giorno di test a Barcellona all’insegna della stabilità meteorologica: sole, temperature intorno ai 28 gradi (asfalto) e poco vento hanno aiutato i team nei loro programmi di sviluppo. Ecco: così nel 2017. Dopo un anno esattamente l’opposto: Neve, freddo e pioggia al pomeriggio ci hanno permesso di vedere tanti pupazzi di neve ma praticamente zero attività in pista, a parte qualche giro “goliardico” di qualche pilota temerario.

Ho letto alcune polemiche per quanto riguarda la scelta dei team di non girare con l’asfalto bagnato, nonostante siano condizioni che troveremo durante la stagione a cui poi le scuderie (e piloti) si trovano impreparati. Anche in questo caso il motivo si può trovare ragionandoci un pochino: le Pirelli Cinturato sono sì gomme da bagnato, ma hanno un working range incompatibile con le temperature della pista (sotto i 5° gradi) e quindi impossibili da riscaldare e far aderire all’asfalto.

Un altro chiarimento da fare, che ho provveduto a compiere anche stamattina sul mio profilo Twitter (per questo seguitemi per avere qualche commento “live”) riguarda la polemica causata dai media spagnoli sulla decisione di alcuni team di non recuperare questa giornata di test direttamente venerdì. La lamentela nasce per vari motivi, per lo più “personali” che reali, e la scelta di opporsi va vista con un’ottica positiva (e non complottista), dato che i team Mercedes e Ferrari, autori dell’opposizione, avrebbero desiderato recuperare quelle giornate la prossima settimana, possibilmente venerdì e sabato, con un meteo clemente e temperature normali, per avere riscontri veri dalla pista e per evitare di girare soltanto per regalare titoloni ai giornali (nonostante la loro attività non si fermi comunque, dato che una seconda vettura continua a girare sui banchi dinamici).

Per gli amanti dei dati, ecco il riepilogo della giornata:

Agli amanti delle foto, invece, dedico una carrellata di immagini di questa memorabile terza giornata di Test!

A domani con l’analisi dell’ultima giornata dei test 1!

Chris Ammirabile

Life is racing, all the rest is waiting