MIT’S CORNER: LE NON-PAGELLE DI MELBOURNE

E anche la trasferta down-under per eccellenza va in archivio. Mi è sempre piaciuto il circuito di Melbourne, sin da quando è entrato a far parte del circus a metà anni 90. Sarà per le geometrie old style, per le titolazioni di molte curve a piloti mitici (c’è una Ascari anche qui!), sarà per la splendida cornice dell’Albert Park in cui è inserito, sarà per i tersi cieli australi che proprio a Melbourne permettono di spaziare lo sguardo, con un sapiente uso three-sixty della telecamera dell’elicottero, dal gelido oceano antartico passando per il moderno Business District pieno di grattacieli del centro cittadino fino all’infuocato e sterminato Outback, sarà per il fascino un po’ alieno che queste perlopiù disabitate terre generano, sarà per la segreta e intima eccitazione che l’orario antelucano in cui bisogna alzars… ah no.

Ecco, partiamo da qui.

Dopo anni in cui ho guardato il GP d’Australia in differita mi ritrovo ad alzarmi alla solita ora in cui mi alzo tutti i giorni e anziché guardare Rainews metto su Now e guardo un gp. Che strano, vero? Bello? Uhm… non proprio. La cosa più intelligente detta in questo week end è uscita dalle labbra di Checo Perez: orario totalmente assurdo per far correre un GP a Melbourne, in questo periodo dell’anno. Non c’era bisogno di consultare le oscure effemeridi di un astronomo rinascimentale per sapere che la combinazione di autunno australe e la latitudine negativa di Melbourne fanno tramontare il sole intorno alle 18 ora locale. Che poi, intorno all’equinozio, si sa che il tramonto è lungo… be’, è lungo come la quaresima! con il sole basso a emanare luce sempre più stanca prima di svanire oltre l’orizzonte.

Quindi perché far partire il GP alle 15 ora locale?

In questa acuta osservazione di Checo si trova l’humus su cui si innestano tutte le polemiche post-gp incentrate sulla non meglio precisata spettacolarizzazione dei GP che sta nei sogni bagnati delle dirigenze di LM e FIA, rispettivamente (e rispettosamente parlando).

L’ombra del sospetto di ricavare una audience live più consistente del passato per la visione del GP in Europa è più che fondata, tutti incuranti del fatto che i piloti avrebbero affrontato l’ultima parte del GP con il sole in faccia in tutto il tratto del circuito che va dalla curva 14, passando per il rettilineo d’arrivo, fino alla curva 5, cosa che, evidentemente, nessuno ha minimamente pensato di valutare. In queste condizioni nessuna visiera ultratecnologicamente polarizzata che i piloti possono montare sui caschi può nulla. Se poi a ciò  aggiungiamo gli ettolitri di testosterone e di adrenalina che tipicamente mandano in affanno i sistemi endocrini dei piloti nell’imminenza dello standing start allora si può spiegare, senza bisogno di ulteriori e complicate dietrologie, il caotico finale del GP.

Chiarisco subito il mio pensiero, opinabile eh! Per carità!, sulle decisioni della direzione gara nel finale: hanno sbagliato.

Hanno sbagliato perché l’incidente di Albon forse non richiedeva bandiera rossa (ma qui, onestamente, sono più incerto rispetto ai prossimi casi perché la massa di sabbia e detriti in pista era davvero tanta).

Hanno sbagliato perché dopo l’incidente di Magnussen hanno aspettato troppo per far uscire la SC.

Hanno sbagliato perché poi hanno aspettato troppo per mettere la red flag.

Hanno sbagliato perché a quel punto potevano tranquillamente, e regolarmente, far terminare la gara a punteggio pieno con classifica al giro precedente. Questa è la soluzione che avrei preferito visto che mancavano solo due/tre giri alla conclusione.

Hanno sbagliato perché una volta presa la (più che discutibile) decisione di far riprendere la gara con standing start allora dovevano tenere conto che di gara si trattava, sia pur con la classifica stravolta che la caotica ripartenza ha generato e, magari, comminando tutte le penalità del caso.

Hanno, infine, sbagliato a penalizzare Sainz in quel modo. Se, di fatto, non consideri quanto accaduto alla ripartenza come gara effettiva allora l’infrazione di Sainz è avvenuta in un momento di non-gara. La comminavi, perché probabilmente ci stava, ma la facevi scontare al GP successivo o con arretramento in griglia o scontandola al primo pit. E poi perché solo lui? Non mi pare che il gruppo abbia brillato per lucidità. Sainz, Gasly, Perez, Sargeant e Ocon (quest’ultimo, poco sorprendentemente, il più stupido di tutti) hanno fatto un bel po’ di danni là in mezzo. Forse il solo Perez passava indenne la forca della penalità ma gli altri sarebbero stati da penalizzare insieme a Sainz chi allo stesso modo per aver causato una collisione evitabile (Sargeant e Ocon) chi per rientro pericoloso (Gasly).

Si noti, infine, che la scellerata decisione di far ripartire di nuovo la gara con rolling start con classifica ricavata dalla griglia della partenza precedente non vedeva al proprio posto, per ovvie ragioni, le Alpine. Ma allora perché rimettere Alonso e Stroll al terzo e quinto (poi quarto per la penalità Sainz) posto? Che senso ha avuto tutto ciò?

Quel sole in faccia, del resto, lasciava intuire che quella ripartenza non sarebbe stata proprio lineare. Spettacolo o “spettacolo”? Spettacolo-senza-virgolette o spettacolo-con-le-virgolette? mi sono già posto questa domanda in un altro articolo del blog e la scelta dell’orario e della standing start a due giri dalla fine, in combinazione con le eufemisticamente opinabili dichiarazioni rilasciate dal presidente FIA durante la sprint della Motogp, lasciano intravedere l’amore per le virgolette che pare albergare nei cuori e nelle menti di chi comanda il Circus.

Oppure, lasciatemi divertire un po’, nessuno s’è reso veramente conto di aver assistito al primo Gran Premio Quantistico della storia! Schrödinger levati, che qui sono tutti più intelligenti di te! I giri dal 57 alla fine si sono sia corsi che non corsi. L’ordine di arrivo è quello ma è anche un altro. Sainz ha buttato fuori Alonso ma anche no. Stroll è andato per campi ma si è ritrovato anche in quarta posizione! E, udite udite!, Verstappen ha vinto pur rischiando di uscire al 48°  giro ma non ha vinto perché è uscito al 48°  giro!

GP Quantistico? E non-pagelle quantistiche siano! L’ordine quindi è puramente casuale!

RUSSELL

Bravo Giorgino! Rifila l’ennesimo smacco in qualifica ad Hamilton dove, peraltro, è l’unico insieme a Max a scendere sotto l’1.17. Parte in modo eccezionale uccellando un Max (a onor del vero nella sua inedita versione o’ cauteloso) nel più limpido dei modi alla prima curva. Conduce, e bene, per qualche giro sino alla SC generata dall’incidente di Albon e qui abbiamo il primo effetto quantistico della gara: Mercedes, intelligentemente,  decide di pittare George e lasciare fuori Lewis a portarsi dietro Verstappen! (……..Questi ultimi pittano al giro dopo in regime di SC ma si ritrovano nelle retrovie così George ha vita facile nel fare il vuoto e arrivare a cogliere la sua seconda vittoria in carriera davanti al sorprendente Hulkenberg!………)   ma la successiva red flag infrange i sogni di gloria del nostro il quale è costretto a ripartire a centro gruppo e poi non pago di tanta iella, mentre stava recuperando alla grande si ritrova pure il motore in fiamme che lo costringe a parcheggiare mestamente la sua AMG appena fuori l’uscita box generando la terza SC della giornata. Comunque la vediate il buon George è da applausi a scena aperta.

PEREZ

L’orribile, e più che evitabile, errore nel Q1 lo costringe a partire dai box da dove, onestamente, non è che faccia vedere delle gran cose a parte l’impressionante sorpasso su Piastri al 25° giro: pur avendo quest’ultimo DRS da Tsunoda si vede superare da Perez come fosse fermo! La RBR si conferma ancora una volta di un altro pianeta. Al di là di questo episodio, però, Checo pare avere un ritmo piuttosto irregolare perché (al netto che anche lui è rimasto vittima strategica della prima red flag) impiega molto, troppo tempo per riportarsi nelle posizioni che contano, Norris nello specifico, che supera solo al 43° giro. In realtà la sua condotta è molto strana perché alterna giri molto veloci (tra cui il fastest lap)  ad altri lenti. Onestamente non so il motivo. Il caos finale (………..lo vede sfruttare il suo QI alla grandissima! Si rende conto che il sole è troppo basso sull’orizzonte e che infastidisce tutti. Quindi prima del re-start Installa una visiera da fantascienza che gli fa calcolare al millesimo tutti gli spazi e in un giro supera tutti compreso Max, il quale girandosi alla penultima curva regala un insperato podio al sorprendente Hulkenberg!………..) gli regala un quinto posto di fatto non meritato. Il voto sarebbe largamente insufficiente, visto il missile che si ritrova a guidare, ma per aver imbroccato il commento più intelligente di giornata gli assegniamo il premio Schrödinger. Alla via così.

SAINZ

Bella la qualifica dove si dimostra decisamente più “ordinato” di Leclerc. Parte bene tenendosi lontano dai guai e infilandosi nel posto giusto per guadagnare una posizione. Sceglie, insieme a Russell, la pittata intelligente durante la SC post-incidente-albon ma tutto viene vanificato dalla bandiera rossa. Di lì in avanti la sua gara è faticosa e per aver ragione di Gasly deve trovare tutta la (poca?) cattiveria agonistica di cui è capace. Nonostante le esultanze dei commentatori (fatta eccezione, al solito, per Valsecchi che pur nel suo modo eccessivamente affannoso e ansiogeno c’azzecca più spesso che sovente) a me il suo ritmo è parso piuttosto scadente visto che non riesce né a scrollarsi di dosso Gasly né a impensierire Alonso. Forse l’unico lato positivo mostrato da Sainz, e da Ferrari, in questa gara è aver comunque retto decentemente sulle bianche. Mancando Leclerc non sappiamo se ciò sia stato dovuto ad una guida “sparagnina” da parte di Sainz o se ad altro. Tutto sommato la sua è una buona gara (……..che vede sfumare il podio a favore del sorprendete Hulkenberg solo a causa della penalità:  un quarto posto che dà comunque fiducia in vista della pausa pre-Baku…….…) che però rovina alla ripartenza finale finendo lungo alla prima curva quel giusto per impattare Alonso e prendersi la penalità (quantistica) che nella pagliacciata finale lo vede terminare ufficialmente ultimo. Mah!

HAMILTON

Se non fosse che prende paga da Russell in qualifica per l’ennesima volta. Se non fosse che la prima red flag l’ha favorito oltre i suoi meriti. Se non fosse che Alonso ha deciso di non impegnarsi troppo. Se non fosse che l’ultima SC e bandiera rossa l’hanno ulteriormente favorito. Se non fosse che… se non fosse che… e a forza di se non fosse che (………..potremmo dire che questa vittoria di Hamilton non sarebbe meritata ma siccome è là sopra al primo gradino del podio per la prima volta dal 2021, peraltro davanti al sorprendente Hulkenberg, allora l’applaudiamo e notiamo che in classifica mondiale è appena dietro a Perez………) si porta comunque a casa un secondo posto che sa di buono perché, in fondo, è comunque merito suo se sta lì e non altrove. D’altra parte la soddisfazione di superare Max (ripeto: nella sua inedita versione o’ cauteloso) all’inizio se l’è tolta e stava pure conducendo bene strategicamente perché tenendosi sotto DRS da Russell il duo Mercedes avrebbe potuto fare molto bene, sempre strategicamente parlando, e rendere molto ma molto difficile la vita a Max. Anzi no, mi contraddico (in fondo sono non-pagelle quantistiche, no?): oggi il suo merito è stato sfruttare i demeriti (e le sfortune) degli altri la qual cosa è testimoniata dal suo sorrisone in parco chiuso, decisamente inedito. Ma va bene così: verranno, per lui, tempi peggiori.

VERSTAPPEN

Dopo averlo più volte irriverentemente paragonato a Schumy oggi tiriamo fuori Prost. Il Max nella sua inedita versione o’ cauteloso è stata una novità che non mi aspettavo. Ad una qualifica un po’ difficile ma comunque sufficiente per la pole, grazie alla stupidaggine di Checo e ad un Leclerc disordinato, fa seguire una partenza molto cauta, in versione Prost per l’appunto, consapevole di avere il mezzo per non preoccuparsi troppo. Tuttavia, sarebbe stato interessante vedere lo sviluppo della corsa se non ci fosse stato l’incidente di Albon perché le due Mercedes si erano messe nella situazione migliore per provare ad infastidire Max con Russell a fare il ritmo, Hamilton a tenersi a distanza DRS che avrebbe potenzialmente impedito a Max di superarlo. Certo, quel che si è visto con Perez e Piastri farebbe pensare che alla fine non sarebbe cambiato nulla ma, in questo GP così pieno di what if, non si poteva dar proprio tutto per scontato. Fatto sta che dopo la prima bandiera rossa supera agevolmente Hamilton, si porta a distanza di sicurezza di una decina di secondi in un amen e per tutto il resto del tempo guida con il gomito fuori dal finestrino. Forse un po’ troppo perché al 48° giro (a proposito, sappiate che se scrivete un numero e, attaccato di seguito, una “o” minuscola Word trasforma immediatamente quest’ultima in   °   : non c’entra niente ma è la mia prima grande scoperta informatica del 2023) il nostro si distrae e (………finisce per campi! Lasciando via libera agli inseguitori e aprendo la strada ad un podio sul quale sale persino il sorprendente Hulkenberg!………) fa un po’ di off-road alla penultima curva, facendo correre un brivido sulla schiena di Horner! Poco male per lui che gestisce comodamente il resto della gara, caos vari compresi, che stravolge un po’ tutto tranne la sua facilmente prevedibile vittoria. O’ cauteloso!

ALONSO

Non vorrei apparire contro corrente per forza ma siamo già alla terza gara di seguito in cui, pur dovendo, e giustamente!, spellarmi le mani a forza di applausi per la old fox asturiana ho sempre l’impressione che avrebbe potuto fare meglio. Passi per la prima gara, in cui la sorpresa generale di questa Aston Martin straordinariamente competitiva, induceva una certa cautela per preservare il risultato altrettanto straordinario che si stava ottenendo ma nella scorsa gara e in questa mi è sembrato che Fernandello nostro potesse provare un ritmo migliore ma che non lo facesse perché riteneva non possibile raggiungere chi gli stava davanti. E se nelle prime due gare là davanti c’erano le RBR, quindi era comprensibile, un po’ meno comprensibile lo è stato a Melbourne in cui davanti a lui, e neanche molto distante per tutta la gara, c’era l’ondivago eptacampeao che negli scorsi due gp non sembrava certamente in grado di resistergli. Forse la mia impressione è sbagliata, ci mancherebbe, ma (…………lo zero rimediato in questa gara, sia pur per colpa di Sainz, fa molto riflettere sul fatto che con un po’ di coraggio in più, gettando il cuore oltre l’ostacolo come s’usa dire, si potrebbe ambire a risultati ancora più prestigiosi di quelli già eccellenti che Aston Martin sta ottenendo. Qui, ad es., se Alonso nell’ultimo re-start fosse stato davanti a Hamilton, anziché dietro, avrebbe colto un secondo posto facile facile e distanziare ulteriormente la Ferrari in classifica con Sainz quarto causa penalità che ha aperto il podio al sorprendente Hulkenberg……..) non vorrei che gli auspicabili miglioramenti che giungeranno a Baku, Imola o cmq nelle gare seguenti da parte dei competitor possano far mordere le mani a qualcuno in Aston Martin. Bene, benissimo, ma con, pur microscopica, riserva.

STROLL

Continua la sua anonima stagione. Vero è che nelle prime due gare soffriva per l’infortunio (e, fosse stato per me, non avrebbe dovuto correre) ma ora del tempo è passato e continua ad essere anonimo. L’unico suo guizzo è stato il dritto sulla sabbia dopo la ennesima red flag che solo la dea bendata ha annullato trasformandolo in un (……..quinto posto totalmente immeritato con davanti a sé Sainz penalizzato e il sorprendente Hulkenberg al primo podio della sua carriera………) quarto posto del tutto immeritato e arrivato del tutto casualmente. Peccato perché, a differenza del classico pilota pagante, lui qualche numero l’avrebbe anche: è veloce sul giro secco (ma si prende, per ora, le piste da Alonso 42enne) e sul bagnato se la cava molto bene. Aspettiamo ancora che dia segnali di essere nel 2023 e non più nel 2022.

GASLY

Eccellente qualifica che lo vede non soltanto nuovamente in Q1 dopo Gedda ma anche davanti a Ocon. Conduce una gara ottima agganciandosi al treno Sainz e non mollandolo più fino al caos finale (…….che vede solo il sorprendente Hulkenberg tra lui e il podio……..). Lo fa peraltro con una certa facilità che se da un lato mostra i progressi Alpine già intravisti a Gedda dall’altro testimonia che gli entusiasmi dei commentatori Sky per il ritmo di Sainz forse non erano poi molto fondati. Peccato per il pasticcio finale che lo priva, ingiustamente, di un risultato di grande rilievo ampiamente alla sua portata in questo finale.

 

MCLAREN

Bene Norris e Piastri, per la prima volta a punti nel suo gp di casa, oggi. A una qualifica disastrosa fanno entrambi seguire un GP abbastanza sorprendente in termini di ritmo, almeno rispetto alle aspettative. Direi che entrambi si sono mostrati pimpanti, in particolare Norris che, forse rinfrancato dalla decente competitività di McLaren su questa pista, ha mostrato i numeri di cui è capace cogliendo un sesto posto difficilmente pronosticabile alla vigilia, sia pur aiutato dal caos del finale (…….in cui solo il sorprendente Hulkenberg gli ha negato la gioia dell’insperato podio, dopo tutte le collisioni da cui era riuscito a uscire indenne……..). I segnali mostrati da questi team fanno pensare che ci sia ancora molto da ricavare da queste vetture e non si esclude che l’arrivo della più o meno auspicata nuova TDxx possa rimescolare un po’ di carte.

OCON

Sì, è vero, Gasly è uscito da quella curva un po’ incautamente, c’era un gran caos ecc. ecc. ma Ocon dove credeva di andare? Considerando che tutti i piloti di Formula 1 hanno riflessi eccezionali come ha fatto questo tizio a non rendersi conto che doveva frenare per evitare la collisione con Gasly? Per lui non ci sono universi alternativi in cui andare a pescare un risultato clamoroso: non c’è Schrödinger che tenga e gli assegniamo il premio di co…rmorano di giornata.

ALPHA TAURI

Bene Tsunoda, alle soglie del Q1 in qualifica e sempre combattivo in gara: il primo punto della stagione, sia pur frutto del caos finale, è ben meritato.

Male invece DeVries che continua a cedere vistosamente quanto inaspettatamente il passo rispetto a Tsunoda sia in qualifica che in gara. Anche oggi si è preso 3 decimi in Q e in gara girava a distanze siderali dal suo teammate.

ALFA ROMEO

Male, male, male Alfa Romeo in questo GP, dove però va distinto Zhou, comunque ottimo in gara e capace di prendersi i primi punti della stagione nel caos finale, da Bottas talmente impalpabile da trovarsi ultimo e doppiato prima dell’ultima bandiera rossa e ultimo, fisicamente parlando (11° di 12 considerata la penalità di Sainz), tra gli arrivati alla bandiera a scacchi.

WILLIAMS

Bene ma non benissimo Albon mentre stavolta molto male Sargeant. Il primo fa una qualifica eccezionale che lo issa all’8° posto in griglia. Purtroppo l’errore all’8° giro gli costa un brutto incidente e spreca un’occasione d’oro. Queste sono le occasioni che uno come lui deve sapere sfruttare se vuole rientrare nel giro di sedili importanti. E invece non l’ha fatto. Male senza discussioni Sargeant che si prende un’infinità in Q da Albon e conduce una gara anonima con errore, a mio avviso, penalizzabile come Sainz nella caotica ripartenza finale in cui butta fuori DeVries alla prima curva. Albon, comunque, conferma il progresso di Williams che non è più la cenerentola delle scorse stagioni e che può giocarsela a centro gruppo con una certa comodità.

MAGNUSSEN

Insolitamente anonimo il buon Kevin che oggi si è fatto vedere solo per il suo strano incidente che ha dato il la al caos finale. Onestamente non ho ancora capito se al 54° giro è andato a muro perché ha sbagliato lui (magari accecato dal sole in faccia) e a causa di ciò si è rotto cerchione e gomma posteriore dx oppure il contrario, cioè è andato a muro a causa della rottura di cerchione e gomma. Capire cosa è successo sarebbe importante, per ovvi motivi.

E veniamo agli ultimi due protagonisti.

Il primo è LECLERC sul quale non c’è molto da dire. Per una volta non è brillante in qualifica. Sabato ho avuto la netta impressione che non fosse concentrato, sempre impreciso, disordinato al punto tale da stare dietro a Sainz per tutte e tre le sezione di qualifica: molto molto inconsueto. Nelle interviste post Q ha detto che si stava più preparando per la gara che per altro ma, così fosse, ancora meno giustificabile diventa l’errore alla curva 3 che ha fatto su Stroll e che gli è costato la gara sin da subito. Dall’alto si vede chiarissimamente che anticipa la chiusura della curva andando ad impattare sull’incolpevole Stroll e da uno con la sua sensibilità in bagarre errori come questo non ce li aspettiamo. Se queste fossero pagelle gli dovrei affibbiare uno (……..straordinario voto fuori scala perché nonostante l’errore su Stroll ha poi saputo combattere da par suo per tutta la gara, sfruttando magistralmente tutte le imprevedibili circostanze di questo gran premio sino a issarsi sul primo gradino del podio, davanti al forse ancora più sorprendente Hulkenberg……..) zero e un paio di pacche sulle spalle di incoraggiamento sperando che a Baku (il cui particolare design non gli dispiace) possa tornare a far vedere di che pasta è fatto.

HULKENBERG

Nel gran premio quantistico per eccellenza, dopo aver giocato con lui per tutto l’articolo, posso finalmente spendere due parole più serie. Finalmente, infatti, il buon Hulk si dimostra consistente in gara oltre che in qualifica. Se nei primi due appuntamenti della stagione aveva mostrato che come piede non aveva perso molto durante il forzato riposo delle ultime stagioni ottenendo delle buone se non ottime qualifiche purtroppo non aveva mostrato granché in gara, eclissato dal sagace Magnussen, e facendo storcere il naso agli addetti ai lavori sulla scelta di Haas di puntare su di lui nel 2023. Oggi invece ha fatto una signora gara, direi strepitosa per il mezzo che si ritrova a condurre. Non solo si è tenuto abbondantemente lontano dai guai nelle varie situazioni ma ha anche tenuto un ritmo piuttosto importante che l’ha tenuto agevolmente nei primi 8 per tutta la gara. Nell’ultima ripartenza poi, mentre gli altri giocavano all’autoscontro, lui si è magistralmente infilato tra le linee andando ad occupare la quarta posizione che, con la penalità subita da Sainz, in un mondo “normale”, gli avrebbe fatto guadagnare, nel più improbabile dei modi, il tanto agognato podio che nella sua ormai lunga carriera, non è mai riuscito a centrare. Con Alonso buttato fuori da Sainz e con quest’ultimo penalizzato il podio se lo sarebbe assolutamente meritato se quel tratto di gara fosse stato considerato, per l’appunto, gara , e non una non-gara. Come ho scritto più sopra, infatti, una volta che la direzione gara ha deciso di far ripartire con standing start allora doveva considerare ciò che è successo dopo parte della gara, con tutti gli annessi e connessi. Del resto lo ha fatto per Alpine, no? Non ha rimesso Gasly al posto che occupava in quella griglia, no? E allora perché non considerare anche il buon Hulk in tutta questa complicata equazione?

E vorrei, sempre con Hulkenberg, tornare ancora più serio su un momento della gara che non possiamo lasciar passare sotto traccia. La dinamica dell’incidente di Albon è stata agghiacciante. L’incidente, svoltosi ad altissima velocità, non è stato pericoloso soltanto in sé, visto l’angolo di impatto con il muro avuto da Albon ma anche perché ha sollevato un enorme polverone che per qualche istante ha completamente annebbiato quella curva. E di lì stava sopraggiungendo proprio Hulkenberg. Se Albon fosse stato un metro soltanto più dentro la pista avremmo potuto assistere ad un incidente molto più terribile di quanto non sia stato in realtà, con Hulkenberg che non avrebbe potuto evitarlo, come invece è riuscito a fare ieri.

E con ancora in mente le immagini terrificanti di Antoine Hubert all’Eau Rouge quel maledetto 31 Agosto 2019, non voglio proprio giocarci con i what if e con le battute sul gran premio quantistico. Non mi voglio trovare in un universo alternativo in qui Albon si fosse trovato un metro più dentro la pista.

Questo sport è ancora terribilmente pericoloso e tutto quel discorso che ho fatto all’inizio sull’orario di partenza, sullo spettacolo e lo “spettacolo”, sull’intelligente commento di Perez e quant’altro volete sembrerebbe poca cosa rispetto allo scaldarsi degli animi per questa o quella scuderia o per questa o quella decisione della direzione gara. E anche se l’incidente di Albon non c’entra nulla con l’altezza del sole sull’orizzonte in quel momento (si era a inizio gara con il sole ben alto in cielo e in direzione opposta al suo tramonto) non si può dimenticare che fa tutto parte del pacchetto. Non si può dimenticare che tutto il GP, quando c’è in gioco la vita dei piloti (e non solo: leggo di uno spettatore ferito da un frammento della vettura di Magnussen), dev’essere innanzitutto pensato per allontanare il più possibile ogni evitabile elemento di rischio e poi, solo poi, pensato per lo spettacolo-senza-virgolette e ancora più poi per lo spettacolo-con-le-virgolette. Decidano quello che vogliono ma non osino neanche per un millesimo di secondo trascurare di considerare, o addirittura dimenticare, la sicurezza.

Ad maiora

 

Metrodoro il Teorematico