LE REGOLE NON SONO REGOLE: VERSTAPPEN CAMPIONE DEL MONDO IN GIAP

Anche sulla pista più amata dai piloti, Suzuka, ad attendere il circus della Formula 1, c’è la pioggia, che lascia un attimo di tregua solo per la tiratissima qualifica, che vede Verstappen in pole per pochissimi millesimi davanti a Leclerc. 

Ma, come previsto, la domenica è un giorno da tregenda, e la memoria torna per un attimo a qualche anno fa. Un ricordo che viene scacciato (solo temporeneamente), perchè la partenza incombe.

Quando si spengono i semafori, Leclerc parte meglio di Verstappen, il quale, però, non molla all’entrata di curva 1, e si tiene la prima posizione. Le condizioni sono difficili, e il primo a pagare dazio è Sainz, che finisce contro le barriere rimbalzando pericolosamente in pista. Fortunatamente, tutti riescono a schivarlo, ma uno dei cartelloni pubblicitari divelti dallo spagnolo viene preso in pieno da Gasly. 

Tutti i piloti si lamentano delle condizioni difficilissime, forse anche per la strana scelta di partire con le gomme intermedie, e, con la macchina di Sainz da recuperare, la direzione gara non ha altra scelta che esporre la bandiera rossa.

La pioggia non diminuisce, ma, quando manca un’ora allo scadere del limite delle 3, Hamilton chiede via Twitter di potere ripartire per verificare le condizioni, e la Direzione Gara lo ascolta. Tutti in fila dietro la Safety Car, con gomme da bagnato estremo, per una gara sprint di 45 minuti. I piloti confermano che le condizioni sono molto migliorate. 

La gara ricomincia con una partenza lanciata, ma le condizioni sono già da gomme intermedie, e Latifi e Vettel sono i primi a montarle. Dopo due giri rientrano anche Verstappen e Leclerc. Ma la Red Bull fa furbescamente fermare anche Perez, e Leclerc è costretto ad attendere il passaggio del messicano prima di ripartire, perdendo così tempo prezioso.

Quando Alonso, brevemente in testa alla gara, si ferma ai box, Verstappen ritorna in prima posizione, e il suo vantaggio su Leclerc è ora di ben 5 secondi (prima della fermata ai box era meno di un secondo). E la distanza aumenta progressivamente perchè Charles viaggia oltre un secondo più lentamente del rivale olandese, ma anche di Perez che lo segue in terza posizione.

E così il ferrarista chiede di fermarsi ai box, ma il team lo informa che perderebbe 5 posizioni, e resta così in pista continuando a perdere terreno. Dietro i primi 3, Hamilton segue come un’ombra Ocon, ma non riesce a superarlo.

Chi ha montato un set di gomme intermedie nuovo, come Zhou, viaggia molto più veloce, ma mancano solo 10 minuti alla fine, e per i primi è troppo tardi per pensare ad un pit-stop.

Perez raggiunge Leclerc a 5 minuti dalla fine. Il monegasco si difende bene ma all’ultima chicane dell’ultimo giro va lungo, e rientrando in pista ostacola il messicano.

E la gara finisce così con Verstappen vincitore con oltre 25 secondi di vantaggio su Leclerc, sul quale pende però un’investigazione. Poi Perez,  Ocon, Hamilton, Perez, Vettel, Alonso, Russell, un ottimo Latifi, e Norris.

Trattandosi di Leclerc e non di una Red Bull, la penalità è istantanea, e Leclerc viene retrocesso in terza posizione. Questo, unito al fatto che la FIA ha considerato la gara a punteggio pieno, consente a Verstappen di laurearsi campione del mondo proprio in casa della Honda.

Ricapitolando, per far vincere a Verstappen un meritatissimo mondiale in casa della Honda, hanno:
1) Penalizzato un pilota istantaneamente per un’infrazione che normalmente comporta un warning
2) Interpretato il regolamento considerando gara piena laddove per noi comuni mortali è chiaramente specificato che il punteggio va in base al numero dei giri.
Vuoi mai annullare una festa quando tutto è già apparecchiato?

P.S. alla fine del primo giro Gasly rientra ai box per cambiare l’ala davanti. In quel momento viene mandata fuori la safety car, e, subito dopo, viene esposta bandiera rossa. A quel punto vengono mandati fuori i trattori per recuperare le due auto ferme in pista, quella di Sainz e quella di Albon. Nel frattempo, il buon Pierre cerca di recuperare sul gruppo, procedendo a velocità sostenuta. Gli si materializza davanti la sinistra sagoma gialla e, immediatamente, la memoria torna al 2014, scatenando l’ira del francese, che proseguirà anche dopo il rientro ai box. C’è però un problema: quando il pilota dell’Alphatauri ha incontrato i mezzi di soccorso, la bandiera rossa era già esposta. Il punto quindi è: bisogna proteggere i “cavalieri del rischio” anche da loro stessi? Se sì, meglio smettere di correre. Se no, bisogna anche accettare le conseguenze di eventi imprevedibili. Che, per inciso, possono accadere anche sull’asciutto, su certi circuiti la cui omologazione è piuttosto discutibile. Altrimenti, è meglio fare le gare al computer, lì non si corre alcun rischio, se non quello di rimanere fulminati.

P.S. 2 per mercoledì 5 aspettavamo il verdetto sulla questione budget cap. Mentre i media inglesi proclamavano che le voci di irregolarità della Red Bull erano infondate, la FIA ha deciso di rinviare la decisione a domani. Il che significa che non è proprio tutto a posto. Anche perchè se un certo team decide di aprire 6 (sei) società non è sicuramente per dare lavoro a più persone, o per fare del business con attività collaterali. Come al solito, nello scrivere il regolamento si sono dimenticati qualcosa di grosso. O, meglio, non hanno pensato che c’è qualcuno (sempre quello) che ne sa una più del diavolo. E sentire Binotto che dice “speriamo che venga spiegato con chiarezza quale è la situazione” fa un po’ ridere, pensando a quello che è successo a lui qualche anno fa.