Il Re di Montecarlo

Nella sua piccolezza, il Principato di Monaco può vantare un record imbattibile per qualsiasi Paese con una  tradizione motoristica: è la sede del Gran Premio e del Rally più prestigiosi del mondo, le gare dei sogni per i rispettivi piloti delle categorie, due delle pochissime corse (a parer mio, assieme solamente a 24h di Le Mans e Indy 500) che valgono realmente come un campionato sia per i campionissimi che per le meteore, che rendono i plurivittoriosi dei metri di paragone. Solo un pilota è riuscito a vincere entrambe le corse, peraltro un monegasco , ovvero Louis Chiron che si aggiudicò nel ’31 il GP e nel ’54 il Rally, regalando alla Lancia la sua prima vittoria.

In F1, gara stregata per un campionissimo come Jim Clark, il metro di paragone è stato Graham Hill, che con 5 successi, era stato il primo Re di Montecarlo. Negli anni successivi, sono due i nomi che emergono dall’albo d’oro, piloti che hanno dato un qualcosa in più rispetto ad altri: Ayrton Senna e Gilles Villeneuve.

Paradossalmente per le prestazioni più incredibili per il brasiliano perlopiù non coincidono con una delle 6 vittorie, 1984 ma soprattutto 1988, un secondo e mezzo dato in qualifica a parità di macchina a Prost e 55 secondi fino al botto del Portier. Non ha vinto, ma da lì in poi si è capito chi era il migliore. E vale la pena ricordare il 1992: Mansell , che l’anno prima passò Prost all’uscita del Tunnel, dovette inchinarsi di fronte al muro eretto dal brasiliano, dopo 3 giri al cardiopalmo.

Per Gilles parla il 1981: se comunque nel 1979 e 1980 aveva dato spettacolo (nel ’79 il ritiro a conti fatti gli costa il titolo), in quell’anno Villeneuve è di un’altra dimensione. Il suo giro da qualifica, 2° a pochi millesimi da Piquet e davanti a tante macchine con un telaio migliore della sua 126CK e con l’erogazione progressiva dei motori aspirati, vale la Pole di Ayrton dell’88: il primo degli altri col motore turbo, Prost nono con la Renault, si beccò 1 secondo e due decimi mentre Pironi con l’altra Ferrari prese 2,5 secondi, diciassettesimo!!La gara poi è Storia nota….

Potrebbero bastare questi 3 per decidere chi è il Re di Montecarlo , ma se si fa una commistione col Rally, bè il nome che sta sul trono, a mio modesto parere, salta fuori da qui, dalle “Notti dei Lunghi Coltelli” del Turini. Più della F1, il Rally di Montecarlo ha alimentato le leggende dei piloti, e anche delle macchine.

4 per 4 

Per diversi anni, le 4 vittorie al Rally di Montecarlo erano più di un record, erano un’icona, una vetta quasi impossibile da raggiungere. Il primo a ottenere 4 successi fu il Drago di Cavarzere, Sandro Munari, nel ’72 con una Fulvia meno potente della Porsche e tre di fila tra ’75-77 con la meravigliosa Stratos.

Dalla fine degli anni ’80 ai giorni nostri, tanti grandi piloti lasciato il segno tra ps del Rally, con Tommi Makinen che eguaglia il record di Munari e Sebastien Loeb porta il record a 7 vittorie, senza dimenticare l’incredibile costanza di Sainz ( 12 podi su 15 partecipazioni, 3 vittorie e la pazzesca gara del 1993, 14° con una Delta col telaio storto dopo un incidente) e la velocità di Auriol (3 vittorie, con fantastica rimonta nell’ultimo giorno nel ’93 a Delecour) e la vittoria di Toivonen (dopo un incidente in un trasferimento) nell’86.

In mezzo a queste epoche, però, c’è stato un pilota che semplicemente è stato di una categoria differente, che ancora oggi, con tutto il rispetto per il record di Loeb, è irraggiungibile.

Un uomo che aveva due obiettivi: sfidare i piloti più forti sulla stessa e, vincere il maggior numero di volte il Rally Di Montecarlo. Come Munari e prima di Makinen, vinse 4 volte, ma a differenza di tutti gli altri vinse con QUATTRO MACCHINE DIVERSE, TRE VOLTE CONSECUTIVE CON TRE ARCHITETTURE DIVERSE, AL DEBUTTO SULLE RISPETTIVE VETTURE.

1980 Fiat 131 Abarth; 1982 Opel Ascona (motore anteriore, trazione posteriore) davanti di quasi 4 minuti a Mikkola sull’Audi QUATTRO; 1983 Lancia 037 (motore posteriore, trazione posteriore) davanti a Alen (7 minuti!!) e Blonqvist e 1984 Audi Quattro S2 (motore anteriore, trazione integrale) davanti ancora a Blonqvist e Mikkola compagni di team. E nell’85 fu l’unico a contrastare lo strapotere della 205T16 di Vatanen.

Per me, il Re di Montecarlo parla tedesco. Il suo nome: Walter Rohrl.