L’ANNO DELL’UNDERDOG – IL PAGELLONE DELLA STAGIONE 2022

Un altro anno è passato e una nuova infornata di giovani è stata messa sotto i riflettori e messa alla prova in ogni modo possibile. Ecco quindi i resoconti del consueto esperimento annuale: “Cosa succede se prendo una ventina di teeneager testosteronici e gli metto tra le mani una bestia da 620 cavalli?”.

Felipe Drugovich: 9

[COURTESY OF www.grandprix247.com]

Fughiamo ogni dubbio: Felipe Drugovich ha vinto il campionato di F2 2022 con merito e lo ha fatto nel modo più netto possibile. Ha preso il comando della classifica nel secondo weekend, con la pole e vittoria in Arabia Saudita, ed è andato in fuga con la doppia vittoria a Barcellona (un evento capitato solo cinque volte tra Gp2 e F2). A fine anno ha concluso con 101 punti di vantaggio su Pourchaire.

Il campionato di Drugovich e della MP Motorsport è stato gestito alla perfezione. Il pilota ha trovato il giusto bilanciamento tra velocità e controllo, ovvero ha sempre espresso la prestazione nel limite del mezzo. Non ricordo manovre azzardate o azioni imprudenti. Quando è stato possibile ha attaccato, altrimenti si è difeso, cedendo comunque il meno possibile. Anche nei momenti peggiori, a parte la Feature Race d’Ungheria, ha sempre mostrato il passo necessario per restare nella top 5 – a testimonianza di ciò, solo in due occasioni ha concluso una gara fuori dai dieci. Ha mostrato grinta in ogni situazione, cosa che gli ha permesso di guadagnare punti anche quando in teoria era più lento degli avversari – come nella parte centrale di campionato, tra Baku e Ungheria.

portrait, Silverstone Circuit, F12210a, F1, GP, Great Britain
Felipe Drugovich tests the Aston Martin AMR21

Il problema per Drugovich è che nessuno in F1 lo reputa un pilota interessante – non è un caso che abbia corso da indipendente per tutta la carriera, finora. Anche Aston Martin lo ha assunto come terzo pilota più per ragioni di pubblicità che non per reale interesse. Questo dato proietta più di un’ombra sul resto della griglia – sono stati arati da un pilota che non è sui taccuini di nessun team, quali aspettative possono avere? As far as I know, nessuno tra i vari TP di F1 ha infatti tenuto F2 di quest’anno in grande considerazione. Le due eccezioni saranno discusse in seguito.

[COURTESY OF formulascout.com]

La scuderia (che ha vinto il titolo squadre nell’ultimo appuntamento) merita un approfondimento. Dal 2019 la MP Motorsport, team storico ma dai risultati modesti, ha avviato un processo di rifondazione. Il lavoro di Paolo Angilella, Daniele Rossi e Mattia Oselladore ha portato la MP ad essere sui livelli della Prema nel giro di un triennio.

Per dimostrare questa affermazione basta guardare l’eccezionale consistenza raggiunta da pilota e squadra: nessun diverbio via radio, chiamate strategiche sempre corrette, mai un pitstop sbagliato, giri di qualifica eseguiti con traffico minimo, quasi nessun incidente in pista e zero problemi tecnici o infrazioni commesse durante tutta la stagione. Confrontate queste statistiche con quelle di tutti gli altri team e piloti e capirete quale è stata la vera forza della combinazione di MP e Drugovich.

E pensare che al termine del 2021, dopo la pessima annata in Virtuosi, Drugovich era sull’orlo di lasciare la F2. Era da un po’ che la F2 non si concludeva con una nota moraleggiante.

Théo Pourchaire: 7.5

[COURTESY OF lequipe.fr]

Il francese ha concluso secondo in campionato con ampio vantaggio sugli inseguitori, è stato l’unico ad interpretare il ruolo di antagonista di Drugovich e ha comunque spesso mostrato una velocità ottima e una gestione della gara molto matura. Perché allora reputare il suo anno un mezzo fallimento?

Alcune questioni sono evidenti. In qualifica paradossalmente è regredito rispetto all’anno passato. Spesso battuto dal teammate esordiente, in tutto l’anno non ha siglato una singola pole position e ha raggiunto la prima fila solo a Montecarlo. E’ stato più falloso del solito e alcuni incidenti gratuiti hanno pesato come macigni sul risultato – penso soprattutto allo schianto in qualifica in Olanda, ma anche lo scontro alla ripartenza di Baku e all’incidente nelle libere in Arabia. Per finire, in alcune gare è stato semplicemente scialbo, cosa che il rivale non è mai stato.

L’ultimo chiodo sulla bara è stata la mancanza di affidabilità. Il motore o il cambio lo ha lasciato a piedi in ben cinque occasioni diverse, tra cui due Feature Race. Sarò cattivo, ma ci vedo una sorta di giustizia divina: l’anno scorso la ART boicottò Christian Lundgaard (uno dei migliori piloti di F2 degli ultimi anni) perché qualcuno a Place de la Concorde voleva favorire la carriera del francese. Quest’anno suddetta carriera è stata frustrata dai motori che la medesima governance aveva imposto alla serie. Ci vedo un po’ di Karma.

Boutadate a parte, il 2022 è stato anche la dimostrazione degli effetti di una pressione eccessiva sulle prestazione. La Sauber aveva imposto a Pourchaire di vincere il campionato, mentre Drugovich era partito con pochissime aspettative – solo in MP probabilmente erano consapevoli del proprio potenziale. Inoltre il brasiliano non aveva nessun superiore cui rispondere degli eventuali fallimenti – sponsor a parte.

Per concludere, nell’arco di 10 mesi è diventato un ex-predestinato (come tanti prima di lui), ma dobbiamo tenere in mente che ha solo 19 anni (!); ha tutto il tempo di rifarsi. Il suo futuro non è chiarissimo – in un primo momento aveva negato la permanenza in F2 per un altro anno, ma poi ha rettificato. Non sarebbe il primo…

Liam Lawson: 6.5

[COURTESY OF racefans.net]

Se la posizione nella classifica finale è in qualche modo compatibile con le aspettative di inizio anno, il percorso  è stato piuttosto deludente. L’inizio di campionato era stato gagliardo: tre podi consecutivi, tra cui una vittoria, lo avevano issato in testa alla classifica.

Poi una ruota avvitata male in Arabia Saudita ha avviato una spirale di sfortuna: strategia distrutta dalla Safety Car a Imola, stallo in griglia a Montecarlo mentre partiva dalla pole, buttato fuori da Doohan a Baku. Nell’arco di cinque gare ha di fatto abbandonato ogni speranza di lotta iridata, il tutto con colpe minime da parte sua.

La serie nera è continuata durante l’estate, ma a pesare non fu la sfortuna quanto le prestazioni, nettamente inferiori a quelle del compagno di squadra Logan Sargeant. Al ritorno dalla pausa estiva ha recuperato la solidità di inizio anno e grazie ad alcuni buoni risultati, ha prevalso, per un punto, sulla turba di piloti in lotta per la terza posizione.

Il vero problema di Lawson, al di là delle situazioni oggettivamente sfortunate, è stata l’incapacità di sfruttare il pacchetto fino in fondo. Se in gara è abile ad arrampicarsi lungo il gruppo, tanto da aver conquistato un numero di podi paragonabile a quello di Drugovich, in termini di velocità pura è stato messo in ombra da Sargeant e da molti altri piloti. A differenza di altri colleghi è ancora nella Red Bull Academy, ma non ha ancora un contratto per il prossimo anno.

Logan Sargeant: 8

[COURTESY OF mult1formula.com]

Il fatto che Logan Sargeant sia stato l’unico promosso della F2 2022 non mi ha colto di sorpresa. Oltre a essere un grande lavoratore, è veloce e ha già molta esperienza.

Sargeant è uno che ha fatto la gavetta vera, correndo anche nell’European Le Mans Series. Non ha ancora vinto un campionato, ma dove ha corso è sempre stato tra i protagonisti: secondo nel campionato di F4 UAE nel 2017, terzo lo stesso anno in quello britannico, ancora terzo in F3 nel 2020 e con anche un gradino più basso del podio conquistato nel prestigioso GP di Macao del 2019, l’ultimo disputatosi con vetture di F3. Peraltro il titolo F3 del 2020 sarebbe stato suo se non fosse stato tamponato, senza colpe, nelle ultime due gare.

Passando all’anno appena trascorso, nell’arco della stagione è stato superiore a Lawson in qualifica (ricordo che è nelle qualifiche dove si esprime il potenziale velocistico dei piloti, mentre in gara l’importanza della macchina è maggiore), tuttavia in gara gli è mancata ancora un pelo di esperienza. Richiamando quanto dicevo prima, mentre Lawson ha ammesso di non essere riuscito a sfruttare il pacchetto al meglio, Sargeant è andato costantemente migliorandosi.

E’ infatti nella parte centrale della stagione che ha messo a segno i colpi migliori, tra cui le due bellissime vittorie a Silverstone e al Red Bull Ring. Dopo la pole al Paul Ricard sembrava costituire addirittura la minaccia maggiore per Drugovich. Ci pensò la frizione a ristabilire i rapporti di forza…

Il finale di stagione è stato invero sottotono, con alcuni weekend corsi in maniera cautelosa (come quello finale ad Abu Dhabi) e altri caratterizzati da incidenti evitabili, come a Monza e soprattutto a  Zandvoort. L’obiettivo comunque era diventato quello di conquistare la agognata SuperLicenza, pratica conclusa ad Abu Dhabi, che gli permetterà di correre per la Williams nel 2023.

Ayumu Iwasa: 7+
Race winner Ayumu Iwasa (JPN) Dams celebrates in parc ferme.
20.11.2022. Formula 2 Championship, Rd 14, Yas Marina Circuit, Abu Dhabi, UAE, Feature Race, Sunday.
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Il giapponese è l’oggetto misterioso del campionato. Partito come uno dei meno quotati del gruppo Red Bull, a fine anno è stato il migliore dietro Lawson, primo tra i rookie rossoblu.

Quello che mi lascia perplesso della sua stagione è stato l’alternanza di prestazioni maiuscole (come ad Abu Dhabi e al Paul Ricard, dove ha controllato tutta la gara dall’inizio alla fine, o in Bahrain, dove ha rimontato dalla 24a alla 8a posizione – NELLA SPRINT RACE e NELLA PRIMA GARA DI F2, una prestazione degna di Leclerc) a molte altre gare in cui in tutta onestà lo si doveva andare a cercare col sonar. Anche in queste occasioni comunque era sempre davanti al compagno di squadra – ok, Roy Nissany è uno dei più scarsi, ma ormai inizia ad avere un po’ di anni di esperienza. Di sicuro è il pilota che è migliorato di più dall’anno scorso (solo una vittoria in tutto il campionato di F3).

Dall’introduzione dei nuovi cerchioni nel 2020, la DAMS è stata piuttosto indecifrabile. Danno l’impressione di seguire un approccio diverso alternativo, unico, che li porta ad essere veloci in certe piste -di solito quelle ad alto degrado- e spesso impalpabili nelle altre. Per chiarire il suo valore bisognerà vederlo correre in un altra scuderia -o con un altro compagno di squadra.

Jack Doohan: 6.5
Jack Doohan (AUS) Virtuosi Racing.
30.07.2022. FIA Formula 2 Championship, Rd 10, Budapest, Hungary, Sprint Race, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Non sono un fan dell’australiano, che reputo un pilota “costruito” più che un talento naturale. Inoltre secondo le mie fonti  beneficia di più test dei rivali (un po’ come Pourchaire) cosa che falsa un po’ i valori velocistici relativi.

Quello che non si può falsare è il racecraft, la gestione della gara, che infatti è stata carente. E’ stato il pilota che più spesso si è qualificato tra i primi 3, ma ne ha sprecato due terzi con incidenti evitabili – in Bahrain rompe l’ala in lotta con Pourchaire, a Baku manda a muro Lawson, a Imola si scontra al via con Hauger etc. Un discorso simile vale per il team Virtuosi, che costruisce sempre auto molto veloci, ma non riesce a tenere a bada tutti i dettagli. Come nelle qualifiche in Arabia Saudita, dove lo hanno mandato in pista con troppa poca benzina, e nel pitstop di Abu Dhabi, dove una ruota montata male gli ha impedito di andare all’attacco del podio.

In ogni caso l’anno prossimo correrà ancora con Virtuosi, il che significa che sarà della partita, soprattutto con una gestione delle gare meno erratica da parte sua e del team. Mi riservo comunque di avere delle riserve.

Jehan Daruvala: 5
Jehan Daruvala (IND) Prema Racing celebrates his third position on the podium.
10.09.2022. Formula 2 Championship, Rd 13, Sprint Race, Monza, Italy, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Se hai fatto l’apprendistato in F2 tra il 2020 e il 2021 e per il 2022 hai pianificato di puntare al bersaglio grosso, allora ti conviene svenarti e correre per la Prema, la squadra che nel suddetto biennio ha vinto tutti i premi possibili.

Se, malgrado tre anni di esperienza nella serie e la militanza nel suddetto team, la posizione finale al termine del 2022 è la medesima degli anni precedenti, la deduzione logica è che il problema non era il team.

E’ dall’esordio in F2 che Daruvala attira un hype che non comprendo – tranne per gli indiani, per i quali Daruvala è oggettivamente il prodotto migliore della loro nazione. In tre anni, ma anche in questo, non ricordo guizzi particolari, al contrario delle pvttanate, poche ma presenti. Buona parte dei podi li ha conquistati nelle Sprint Race, grazie a qualifiche di solito concluse nella parte alta della top 10, poi convertite in prime file grazie al reverse grid di Gara-1.

Bisogna riconoscergli l’abilità di non mandare in vacca queste poche occasioni (qui sono serio) in virtù di un passo gara mai indecente e di una certa lucidità nella gestione gara. Il doppio podio con vittoria conquistato a Monza è stato il punto più elevato della sua carriera. L’occasione migliore di vincere una gara in modo non fortunoso era arrivata in Spagna, quando era diventato il primo dei piloti su gomme dure, ma una rottura improvvisa del motore gli ha negato la possibilità di mostrare il suo talento.

Enzo Fittipaldi: 6.5

[COURTESY OF racefans.net]

Costui mi rende inquieto. La mia stima nei confronti di Enzo Fittipaldi come pilota non è elevata -per dire, quando in passato guidava per la Prema che veniva soprannominato “Shittypaldi” dai propri stessi ingegneri. Ciononostante, dopo un inizio di campionato stentato ha messo sul piatto una striscia di arrivi a punti impreziosita da alcuni podi.  Spesso la fortuna ha giocato un ruolo determinante (come ad Imola) ma non sempre – come in Ungheria, dove aveva addirittura il passo per vincere. Il tutto correndo per la Charouz, un team costantemente sull’orlo del fallimento – infatti a fine anno finalmente la scuderia è stata acquistata da PHM.

La mia spiegazione è che il suo stile di guida si adatti bene alle Pirelli F2, quindi può massimizzare il suo potenziale, mentre colleghi potenzialmente più talentuosi incontrano difficoltà maggiori. Per capirci, Drugovich era stato uno di questi piloti, nei primi anni di F3/F2. Va riconosciuto che è cresciuto nel corpo a corpo, a inizio anno era senza speranza mentre nelle ultime gare sembrava un pilota normale.

Frederick Vesti: 6-

Esordire come compagno di squadra di un “predestinato”, peraltro per un team famoso per costruire gli assetti intorno al pilota scelto della scuderia, è una magra prospettiva. E infatti l’anno era iniziato in questo modo, con Pourchaire che con due vittorie in tre weekend si issava in cima alla classifica iridata, con il danese che in tutto andava a punti in un’occasione sola.

La storia per il danese si è sbloccata a partire dal weekend a Barcellona, dove ha conquistato il primo podio in carriera mentre il più quotato compagno di squadra ha sofferto per tutto il weekend. La buona forma è proseguita per il resto della stagione, spesso battendo Pourchaire in qualifica (highlight: la pole in Austria) e conquistando altri quattro podi, tra cui una doppia medaglia d’argento a Monza. E’ il primo pilota che riesce a sconfiggere la “maledizione del secondo sedile ART”, è sufficiente per attribuirgli la sufficienza.

Dennis Hauger: 5
Dennis Hauger #1 Prema Racing, during the pre-season test of the FIA Formula 2 Championship at Bahrain International Circuit, in Bahrain on March 2 – 4, 2022. // Dutch Photo Agency / Red Bull Content Pool // SI202203040394 // Usage for editorial use only //

Approdato in F2 con tutti gli occhi puntati addosso, in qualità dominatore della F3 del 2021, i risultati sono stati lontani dalle aspettative.

Dopo i consueti scarsi risultati nelle prime gare, ha azzeccato un weekend ad alti livelli a Baku, dove ha conquistato la vittoria dopo aver indotto all’errore Vips. Quello che sembrava il preludio per una stagione trionfale ha subito assunto i contorni di una clamorosa eccezione. Per il resto dell’anno è scomparso dai radar, continuando a lottare tra qualifiche scarse e overdriving in gara.

Negli ultimi round di stagione ha iniziato a mostrare delle prestazioni più compatibili con la macchina tra le sue mani, il che mi induce a non essere troppo severo nella valutazione, ma al momento sembra di un ordine di grandezza sotto Shwartzman e Piastri.

Non avevo grandi aspettative su di lui, non sono rimasto deluso.

Juri Vips: 4.5 (s.v.?)

[COURTESY OF thescore.com]

Nell’arco di pochi mesi è diventato Valsecchi senza passare per il titolo di F2.

Per quanto continui a reputarlo come il più dotato della griglia 2022, almeno in termini di puro talento, è andato storto tutto quello che poteva andare storto. A inizio stagione era veloce e non sbagliava, ci ha pensato il team a propinargli pit stop disastrosi ad ogni gara (almeno una vittoria e un podio persi in questo modo). Successivamente, forse innervosito dagli eventi, ha iniziato a fare errori grossolani nel tentativo di over-push, come testimoniano le tre uscite di pista (con conseguente ritiro) tra Imola, Spagna (SR) e soprattutto Baku, dove si schianta a tre giri dalla fine mentre comandava la gara.

Dopodiché scoppia il caso delle frasi razziste durante uno straming su Twitch (cui poteva e doveva prestare più attenzione) che compromettono quel che gli restava del futuro in Red Bull e in F2.

Il resto della stagione è piuttosto triste. La Hitech ha perso la velocità delle prime gare ma lui resta comunque poco incline a concretizzare. Conclude l’anno (e la sua carriera in F2) con una vittoria nella sprint race di Monza, mentre la successiva Feature Race descrive abbastanza bene la sua carriera.

Dopo una serie di sconvolgimenti (tra cui una bandiera rossa) era in sesta posizione ma con il passo giusto per vincere la gara. Entra in lotta con Lawson, arriva lungo alla Roggia e lo tocca, mandandolo in testacoda e rompendogli pure l’ala (è un buon riassunto anche della stagione di Lawson). Giustamente si è meritato una penalità, ma i giudici si sbagliano (!!!) e anziché dargli 5s di penalità sul tempo complessivo, gli assegnano 10s di stop &go (!!!). Terminerà, come ovvio, lontanissimo dai primi.

Vips sostiene che senza tutti gli errori, suoi e del team, poteva finire secondo nel mondiale. Questa sua affermazione mi trova d’accordo, e dà anche la misura di quanto poco il pacchetto sia stato sfruttato.

Richard Verschoor: 6+

Verschoor è uno di quei piloti talentuosi (come dimostra la vittoria a Macau nel 2019) che per ragioni a volte poco trasparenti guidano sempre per compagini che vanno dal mediocre allo scarso. Almeno quest’anno ha avuto abbastanza fondi per correre tutta la stagione, sebbene la Trident sia tra i peggiori team di F2.

Malgrado un avvio stupendo, con una vittoria di sprint race in Bahrain e un secondo posto a Jeddah, fino alla pausa estiva ha faticato ad andare a punti. Lo stint finale di stagione è stato invece positivo, con una striscia di nove arrivi a punti consecutivi, più di chiunque altro.

Gli altri:
Felipe Drugovich (BRA) MP Motorsport.
10.09.2022. Formula 2 Championship, Rd 13, Sprint Race, Monza, Italy, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Tendenzialmente scarsi. Marcus Armstrong (5.5) si è classificato 13° malgrado tre vittorie, il migliore dopo Drugovich e Lawson. Questo dato la dice lunga sulla consueta inconsistenza dell’ex FDA. Clement Novalak (4.5) termina 14° malgrado corresse per lo stesso team di Drugovich. E’ una delle dimostrazioni migliori del principio che le F2 premiano solo uno stile di guida e se non lo hai sei off the pace in ogni circostanza. L’esperimento di Cem Bolukbasi (4), il primo pilota arrivato in F2 partendo dagli e-sport, è naufragato nella prima metà di stagione. Lodevoli invece i tentativi di Ralph Boschung (6 di stima), che salta metà delle gare per un’artrite alle articolazioni del collo, e corre le altre contro il parere del suo medico, andando a podio a Imola e a Spa (!).

Signori, spero di avervi intrattenuto con i resoconti delle avventure dei giovani piloti. Ci aggiorniamo il prossimo anno, con i test del Bahrain ad aprire la stagione agonistica.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

Immagine di copertina tratta da motorsport.motorionline.com