Archivi tag: Micheal Van der Mark

REA TORNA A BATTERE…DUE COLPI

Si diceva che il round imolese poteva essere quello buono per Rea e la Kawasaki per tornare al successo dopo le 11 vittorie di fila del duo Bautista/Ducati e così è stato. E, con qualche sorpresa, non c’è stato neanche bisogno dell’aiuto della pioggia per detronizzare momentaneamente Bautista.

E’ parsa chiara la confidenza e la velocità del pilota nordirlandese sul circuito Enzo e Dino Ferrari, così come l’imbarazzo dello spagnolo, che si è beccato 9 decimi in superpole e che le ha prese anche dal team mate Davies, secondo in superpole a poco meno di due decimi da Rea e conscio di poter finalmente dire la sua per la gara.

GARA 1

E’ stata un po’ una gara come ne abbiamo già viste in questo 2019, solo che Rea e Bautista si sono scambiati i ruoli, con il nordirlandese a fare il vuoto fin dalle prime curve e Bautista che cercava solo di portare a casa un secondo posto neanche così penalizzante. Troppa la differenza di passo tra i due  e inutile prendere rischi inutili se non quelli minimi per portare a casa il secondo posto.

Poteva essere della partita anche Davies ma la sua V4 si è ammutolita di colpo dopo neanche un giro e mezzo quando era secondo e attaccato al codone delle verdona di Rea. I guanti lanciati furiosamente una volta tornato al box la dicono lunga sulla frustrazione del gallese in questo inizio di stagione.

Fatti i giochi per le prime due posizioni, il meglio della gara lo hanno offerto Razgatlioglu, Van der Mark e Haslam per la terza posizione. Il turco sembrava quello messo peggio negli ultimi ma con i denti è riuscito a resistere agli attacchi dell’olandese e dell’inglese per un impronosticabile terzo posto.

immagine da foxsports.it

Poteva andare meglio anche per Sykes che su una pista amica stava facendo una gran gara fino a quando il motore della sua BMW lo ha abbandonato quando era in terza posizione. Prima BMW al traguardo Reiterberger finito decimo.

Sesto Melandri con i soliti problemi di  setup che precede Lowes, Rinaldi e l’ottima wild card Zanetti. Fanalino di coda le due Honda.

Superpole race

Dopo un warm up con pista umida, fortunatamente la gara si è disputata in condizioni di asciutto, almeno in traiettoria, e il copione che doveva vedere Rea di nuovo mattatore è stato rispettato.

Alla partenza Davies riesce a sopravanzare Rea, con terzo Bautista. Sembrava essere l’occasione giusta per il gallese fino all’errore in staccata alla variante bassa, che gli ha fatto perdere due posizioni.

immagine da TuttoMotoriWeb.com

Una volta in testa Rea ha pensato a gestire la gara badando a non farsi impensierire dai due ducatisti alle spalle. Bautista cede il secondo posto a Davies dopo pochi giri e si accontenta del terzo posto mentre Davies prova a recuperare sul nordirlandese ma qualche rischio di troppo lo fa desistere.

Dietro di loro il duo Yamaha Van der Mark/Lowes, seguito da Haslam che ha accumulato ben quindici secondi di distacco dal compagno di squadra. Razgatlioglu settimo non replica la bella gara 1 seguito da Sykes partito dalla pit lane per montare in extremis la gomma da asciutto. Deludente Melandri, addirittura penultimo.

Gara 2

La gara che non ci doveva essere fin dal giovedì quando le previsioni davano pioggia battente…e così è stato. Quando i piloti sul podio della supersport erano alle interviste è iniziato a piovere con sempre maggiore intensità e non ha mai smesso. Partenza ritardata, giri di pista delle safety car che alzavano alti schizzi d’acqua al loro passaggio e le ultime valutazioni dei piloti hanno portato alla ovvia cancellazione della gara, cosa che era parsa chiara fin dal primo rinvio della partenza prevista alle 14.

La situazione sembrava compromessa per chi come me assisteva dalle tribune e la stragrande maggioranza dei piloti non ha potuto che prendere atto della pericolosità della pista, che con il bagnato e i muti troppo vicini in certi punti era davvero troppo pericolosa.

i due alfieri Kawasaki erano pronti a correre, Rea in primis che avrebbe avuto tutto l’interesse per guadagnare ulteriore terreno su Bautista, ma alla fine è stata presa la decisione più saggia.

Al netto dei problemi meteo, l’Enzo e Dino Ferrari si conferma una pista dove lo spettacolo è assicurato e dove i piloti possono ancora fare la differenza.

L’ha fatta Rea, supportato da un’ottima moto mentre Bautista ha pagato lo scotto di una pista poco conosciuta e una Ducati troppo nervosa e imprevedibile. Si può dire che Davies abbia finalmente preso le misure alla V4 e può guardare alla stagione con più ottimismo.

Ci si aspettava le Yamaha più in palla ma la pista le ha relegate fuori dal podio senza rappresentare mai una preoccupazione per Kawasaki e Ducati. Bravo Razgatlioglu che ha arpionato un podio di puro cuore in gara 1. Rimandate le BMW in attesa del nuovo motore previsto per il round spagnolo. Al solito non pervenute le Honda.

Peccato per Laverty e la sua caduta nelle prove del venerdì che gli ha rimediato la frattura di entrambi i polsi. Subito operato, restano incerti i tempi di recupero. In bocca al lupo al pilota irlandese di una pronta guarigione.

P.S: assistere alle gare dal vivo è tutto un altro modo di vivere la passione per il motorsport. Devo dire che, seppur mutilata dalla pioggia, vivere le gare della Domenica in tribuna è stato davvero una grande esperienza.

In primis perché consente di apprezzare tutte quelle piccole differenze tra i piloti e le moto che in tv non si colgono. Come ad esempio “l’urlo” del V4 Ducati, assolutamente il più bello di tutto il lotto e la “normalità” dei motori BMW e Honda, che sembrano davvero quelli di serie che si trovano in concessionaria.

Impressionanti le staccate a moto piegata in entrata alle Acque Minerali, con Rea che riusciva a girare più stretto di tutti e ad aprire prima il gas.

E altrettanto lo erano quelle dei piloti supersport alla variante bassa, comprese quelle della Herrera, unica rappresentante femminile della supersport. Riuscire a compiere anche un solo giro al ritmo della pilotessa spagnola basterebbe a farmi morire come un uomo felice.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

2019 WSBK – ROUND D’ITALIA

Dopo un lunga pausa di ben quattro settimane ritorna il mondiale SBK in una pista degna di questo nome, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Pista “vecchio stile” con sede stradale stretta, grandi staccate e con saliscendi da brivido, sarà il degno palcoscenico dell’ennesimo duello tra Bautista e Johnny Rea.

Lo spagnolo cercherà di allungare la stupefacente striscia di successi consecutivi che è arrivata ad 11. La scarsa conoscenza del tracciato potrebbe essere un handicap per lui, seppur mitigata dalla giornata di test di due settimane fa proprio per prendere confidenza con il circuito romagnolo.

Piccola digressione tecnica riguardo ad un particolare che è stato diffuso negli ultimi giorni, già rinominato il “segreto di Bautista”. Il “segreto” in questione è una pressione delle gomme più alta di quella minima imposta e utilizzata degli altri piloti in griglia.

Usare un pressione gomme bassa vuol dire maggiore impronta a terra e più grip, cosa che in passato è stata usata e abusata da tanti piloti. Esemplare il problema occorso a Van der Mark a Misano nel 2018 che ci ha rimesso una vittoria per un problema tecnico proprio a causa delle basse pressioni di gonfiaggio.

La scelta di Bautista dovrebbe essere penalizzante poiché dovrebbe portare meno grip e una moto più instabile in accelerazione. Invece si rivela una scelta molto produttiva se si pensa che una maggiore pressione delle gomme indurisce la carcassa dello pneumatico e rende stabile tutta la moto. Detta così sembra facile ma è probabile che la spiegazione risieda nelle caratteristiche intrinseche della V4, una moto molto “rigida” e che si guida con uno stile da MotoGP piuttosto che come una superbike.

In particolare una gomma più gonfia ha una forma più ovalizzata che dovrebbe favorire lo stile di guida di Bautista, che punta a “spigolare” molto la curva, ovvero frenare forte, piegare la moto in curva di forza e raddrizzarla il più velocemente possibile. Consideriamo anche che una gomma del genere tende meno a surriscaldarsi e ha un degrado minore dovuto alla minore impronta a terra.

Torniamo ai piloti parlando di Rea che cercherà finalmente di raggiungere quella vittoria che, dopo le abbuffate degli anni scorsi, sembra solo un lontano miraggio. Ad aiutarlo la consapevolezza che questa è una pista amica della Kawasaki, doppietta nel 2018, e dal meteo, con pioggia possibile nella giornata di Domenica che potrebbe rimescolare i valori in campo.

Per i due “scudieri” Haslam e Davies l’imperativo è cercare di rimanere nella scia dei loro team mate. Compito che sembra leggermente più facile per Davies, reduce anch’egli dal test privato ad Imola e dalla consapevolezza di avere una gran moto e una maggiore feeling di guida.

immagine da corriredellosport.it

Yamaha ha dato grossi segnali di risveglio ad Assen che necessitano di una conferma. Van der Mark proverà a mantenere alta l’asticella posta nella gara di casa così come Lowes che vede in Imola un ottimo territorio di caccia. Melandri ad Imola non ha mai vinto e non sembra essere questa l’occasione per rompere il tabù ma è sempre da tenere d’occhio, così come Cortese, ottimo in quel di Assen.

Curiosità per il debutto del team Ten Kate che schiera Loris Baz su Yamaha R1. Dopo lo storico divorzio da Honda, una nuova sfida per il “garagista” olandese che di sicuro punterà ad inserirsi quanto meno davanti al team GRT Yamaha.

La BMW avrebbe dovuto portare ad Imola un nuovo motore che dovrebbe portare qualche cavallo in più (rumors indicano 8-10) ma tutto è stato rinviato a Jerez e forse addirittura per Misano. Solo qualche aggiornamento di aerodinamica. Vedremo se servirà per avvicinare la vetta.

Per Honda non immaginiamo una gara diversa da quelle già viste fino ad ora. La stagione 2018 sarà di transizione e non si vedono all’orizzonte segnali che fanno intuire qualcosa di diverso

Come già accennato una variabile importante potrebbe essere il meteo: le previsioni indicano pioggia e temperature non oltre 15 °C per la giornata di Domenica. In occasione dei test privati la Ducati ha avuto modo di provare la V4 anche in condizioni di bagnato. Potrebbe essere un fattore determinante in ottica gara.

Ecco gli orari del weekend imolese:

Venerdì 10 Maggio

10.30 FP1 Superbike / 15.00 FP2 Superbike

11.30 FP1 Supersport / 16.00 FP2 Supersport

Sabato 11 Maggio

9.00 FP3 Superbike / 9.35 FP3 Supersport

11.00 Superpole SBK / 11.40 Superpole Ssport

14.00 Gara 1 SBK

Domenica 12 Maggio

9.00 Wup SBK / 9.25 Wup Ssport

11.00 Superpole Race SBK

12.15 Gara Supersport

14.00 Gara 2 SBK

15.15 Gara Supersport 300

(immagine in evidenza da romagnauno.it)

Rocco Alessandro

Bautista e la Ducati sanno solo vincere

Prima tappa europea del WSBK ma il risultato non cambia. Bautista e la Ducati sanno solo vincere e anche ad Aragon si confermano gli assoluti dominatori di questo inizio di mondiale.

Mondiale che sembra destinato ad una rapida conclusione a causa proprio dello strapotere del binomio italo-spagnolo e della mancanza di concorrenza che, per il momento, non può ambire neanche ad un successo parziale.

Troppo forte Bautista e troppo performante la V4 Panigale che, esclusa la superpole di Philip Island, ha monopolizzato le nove gare fin qui disputate e le ultime due superpole. Se Bautista è abbonato alla vittoria allora Rea lo è alla seconda piazza, 9 su 9 anche per lui e la speranza di difendere il titolo che si fa sempre più tenue. Dietro di loro tante battaglie ma ben poche minacce al dualismo che sembra dover calamitare le attenzioni degli appassionati per questo 2019.

Ma andiamo con ordine a vedere cosa è successo ad Aragon.

In Gara 1 Bautista parte subito forte e si capisce subito che la sua gara sarà un lungo assolo incontrastato in prima posizione. Interessante la lotta per il podio, con Rea che deve rimontare dalla decima piazza dopo una brutta qualifica e Davies e le Yamaha che cercano un posto al sole. Subito un brivido per Rea che si tocca con Reiterberger allo start e che vede il tedesco andare in terra schivato fortunatamente dalle altre modo , con Rea che riesce ad uscire indenne cominciando la sua rimonta.

Si forma dopo pochi giri un bel pacchetto di mischia formato da Rea, Davies, Sykes, Lowes, Cortese, Van der Mark. Sorpassi e controsorpassi rendono spettacolare questa lotta per il podio che col passare dei giri si restringe, causa la perdita di contatto dei vari Sykes, Cortese e Van der Mark. Anche Rea sembra dover rinunciare alla seconda piazza ai danni di Davies e di un consistente Lowes ma riesce a trovare inaspettate risorse negli ultimi due giri e a recuperare su entrambi chiudendo secondo. Terzo Davies che ha rischiato di vedersi soffiare il podio da un arrembante Laverty che nell’ultima esse prima del lungo rettilineo opposto ai box arriva troppo veloce, tocca Davies ed è costretto ad allargare la traiettoria e a cadere sullo sporco.

immagine da daidegas.it

Superpole race che vede Bautista scattare bene e chiudere il primo giro con già 1.6 secondi sugli altri. Lotta per il podio tra i soliti noti, Rea, Davies e Lowes ma che vede il gallese su Ducati sempre un po’ al gancio e mai davvero in lotta. Dopo una lotta corpo a corpo Rea la spunta di nuovo per la seconda piazza, lasciando Lowes al terzo posto. Quarto un anonimo Davies, gli altri a seguire più staccati.

Gara 2 ha sostanzialmente ricalcato il copione visto in gara 1: Bautista scatta bene e fa gara solitaria. Dietro lotta per il podio che vede la new entry Haslam, che ha evidentemente risolto i problemi di setup della sua Kawasaki. Davies sembra poterla spuntare e conquista un piccolo margine da difendere negli ultimi passaggi. Rea sembra dover abdicare ma prima si libera di Lowes, che finirà poi in crisi di gomme, poi di Haslam e, all’ultimo giro, complice un errore di Davies, riesce a conquistare la seconda piazza per un replay del podio visto in gara 1.

immagine da motociclismo.it

Bautista (186 punti) centra la nona vittoria di fila e sembra davvero imbattibile in sella alla sua V4 Panigale. Non fa altrettanto Davies (56 punti) che ha dato segnali di risveglio ma è ancora un passeggero della sua moto, incapace di adattare il suo stile di guida alla V4. Purtroppo per lui, la Panigale sembra una moto molto rigida all’anteriore, che sbacchetta molto in staccata e nervosa in accellerazione, caratteristiche indigeste per il gallese.

Bautista invece, con il suo stile da MotoGP, riesce a gestire bene la staccata, inserire di forza l’anteriore in curva, “spigolare” molto le curve e raddrizzare la moto per dare gas il prima possibile.

Rea (147 punti) e Haslam (74 punti) fanno quel che possono ma è evidente che la Kawasaki non è adeguata alla sfida che Ducati ha messo in campo. Lowes (100 punti) diventa sempre più consistente mentre ancora disperso Van der Mark (79 punti) la cui crisi non sembra avere fine.

Molto male anche Melandri (63 punti) che, reduce dalle scaramucce con Lowes a mezzo stampa, incappa nel peggio weekend della stagione in cui si è piazzato sempre oltre la decima posizione. Insomma, due passi avanti e tre indietro per il momento la sua stagione.

Discreta anche la prova di Sykes (39 punti) che ha riportato, seppur non costantemente, la BMW nella parte alta della classifica, così come Laverty (27 punti) sembra aver trovato molto più feeling con la V4 privata di cui dispone. Sandro Cortese (56 punti) comincia a impensierire seriamente il suo compagno di squadra ed è stato autore di un ottimo weekend.

Imbarazzante la Honda, con Camier (17 punti) che prova almeno a salvare la faccia, mentre Kiyonari (9 punti) sembra in perenne gita turistica.

Prossima tappa ad Assen dal 12 al 14 Aprile. Nel 2018 fu dominio Kawasaki ma è facile pensare che le cose andranno in maniera molto diversa quest’anno. Vedremo se il layout della pista, con molte curve da raccordare e rettilinei non lunghissimi, potrà permettere alla Kawasaki e Yamaha di lottare per la vittoria. Sarebbe già un gran risultato per chi, al momento, non ha ancora toccato palla in questo inizio di campionato.

(immagine in copertina da Motori.it)

Rocco Alessandro