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Bautista e la Ducati sanno solo vincere

Prima tappa europea del WSBK ma il risultato non cambia. Bautista e la Ducati sanno solo vincere e anche ad Aragon si confermano gli assoluti dominatori di questo inizio di mondiale.

Mondiale che sembra destinato ad una rapida conclusione a causa proprio dello strapotere del binomio italo-spagnolo e della mancanza di concorrenza che, per il momento, non può ambire neanche ad un successo parziale.

Troppo forte Bautista e troppo performante la V4 Panigale che, esclusa la superpole di Philip Island, ha monopolizzato le nove gare fin qui disputate e le ultime due superpole. Se Bautista è abbonato alla vittoria allora Rea lo è alla seconda piazza, 9 su 9 anche per lui e la speranza di difendere il titolo che si fa sempre più tenue. Dietro di loro tante battaglie ma ben poche minacce al dualismo che sembra dover calamitare le attenzioni degli appassionati per questo 2019.

Ma andiamo con ordine a vedere cosa è successo ad Aragon.

In Gara 1 Bautista parte subito forte e si capisce subito che la sua gara sarà un lungo assolo incontrastato in prima posizione. Interessante la lotta per il podio, con Rea che deve rimontare dalla decima piazza dopo una brutta qualifica e Davies e le Yamaha che cercano un posto al sole. Subito un brivido per Rea che si tocca con Reiterberger allo start e che vede il tedesco andare in terra schivato fortunatamente dalle altre modo , con Rea che riesce ad uscire indenne cominciando la sua rimonta.

Si forma dopo pochi giri un bel pacchetto di mischia formato da Rea, Davies, Sykes, Lowes, Cortese, Van der Mark. Sorpassi e controsorpassi rendono spettacolare questa lotta per il podio che col passare dei giri si restringe, causa la perdita di contatto dei vari Sykes, Cortese e Van der Mark. Anche Rea sembra dover rinunciare alla seconda piazza ai danni di Davies e di un consistente Lowes ma riesce a trovare inaspettate risorse negli ultimi due giri e a recuperare su entrambi chiudendo secondo. Terzo Davies che ha rischiato di vedersi soffiare il podio da un arrembante Laverty che nell’ultima esse prima del lungo rettilineo opposto ai box arriva troppo veloce, tocca Davies ed è costretto ad allargare la traiettoria e a cadere sullo sporco.

immagine da daidegas.it

Superpole race che vede Bautista scattare bene e chiudere il primo giro con già 1.6 secondi sugli altri. Lotta per il podio tra i soliti noti, Rea, Davies e Lowes ma che vede il gallese su Ducati sempre un po’ al gancio e mai davvero in lotta. Dopo una lotta corpo a corpo Rea la spunta di nuovo per la seconda piazza, lasciando Lowes al terzo posto. Quarto un anonimo Davies, gli altri a seguire più staccati.

Gara 2 ha sostanzialmente ricalcato il copione visto in gara 1: Bautista scatta bene e fa gara solitaria. Dietro lotta per il podio che vede la new entry Haslam, che ha evidentemente risolto i problemi di setup della sua Kawasaki. Davies sembra poterla spuntare e conquista un piccolo margine da difendere negli ultimi passaggi. Rea sembra dover abdicare ma prima si libera di Lowes, che finirà poi in crisi di gomme, poi di Haslam e, all’ultimo giro, complice un errore di Davies, riesce a conquistare la seconda piazza per un replay del podio visto in gara 1.

immagine da motociclismo.it

Bautista (186 punti) centra la nona vittoria di fila e sembra davvero imbattibile in sella alla sua V4 Panigale. Non fa altrettanto Davies (56 punti) che ha dato segnali di risveglio ma è ancora un passeggero della sua moto, incapace di adattare il suo stile di guida alla V4. Purtroppo per lui, la Panigale sembra una moto molto rigida all’anteriore, che sbacchetta molto in staccata e nervosa in accellerazione, caratteristiche indigeste per il gallese.

Bautista invece, con il suo stile da MotoGP, riesce a gestire bene la staccata, inserire di forza l’anteriore in curva, “spigolare” molto le curve e raddrizzare la moto per dare gas il prima possibile.

Rea (147 punti) e Haslam (74 punti) fanno quel che possono ma è evidente che la Kawasaki non è adeguata alla sfida che Ducati ha messo in campo. Lowes (100 punti) diventa sempre più consistente mentre ancora disperso Van der Mark (79 punti) la cui crisi non sembra avere fine.

Molto male anche Melandri (63 punti) che, reduce dalle scaramucce con Lowes a mezzo stampa, incappa nel peggio weekend della stagione in cui si è piazzato sempre oltre la decima posizione. Insomma, due passi avanti e tre indietro per il momento la sua stagione.

Discreta anche la prova di Sykes (39 punti) che ha riportato, seppur non costantemente, la BMW nella parte alta della classifica, così come Laverty (27 punti) sembra aver trovato molto più feeling con la V4 privata di cui dispone. Sandro Cortese (56 punti) comincia a impensierire seriamente il suo compagno di squadra ed è stato autore di un ottimo weekend.

Imbarazzante la Honda, con Camier (17 punti) che prova almeno a salvare la faccia, mentre Kiyonari (9 punti) sembra in perenne gita turistica.

Prossima tappa ad Assen dal 12 al 14 Aprile. Nel 2018 fu dominio Kawasaki ma è facile pensare che le cose andranno in maniera molto diversa quest’anno. Vedremo se il layout della pista, con molte curve da raccordare e rettilinei non lunghissimi, potrà permettere alla Kawasaki e Yamaha di lottare per la vittoria. Sarebbe già un gran risultato per chi, al momento, non ha ancora toccato palla in questo inizio di campionato.

(immagine in copertina da Motori.it)

Rocco Alessandro

2019 WSBK – GP SPAGNA

Terzo appuntamento stagionale per il mondiale superbike 2019. Si va in terra iberica, sul circuito MotorLand di Aragon, visto da molti addetti ai lavori come il vero banco di prova in cui misurare i rapporti di forza tra i contendenti al titolo.

Bautista e Ducati arrivano forti delle 6 vittorie a zero nei confronti di Rea e della Kawasaki, con l’obiettivo dichiarato di assestare un’altra mazzata alle speranze di riscatto del duo anglo-giapponese.

Le caratteristiche del circuito sembrano adattarsi bene alla rossa di Borgo Panigale, tant’ è che già nel 2018 Davies era riuscito a portarsi a casa gara 2 e a ben figurare in gara 1. Pensando alla potenza del 4 cilindri Ducati,  il lungo rettilineo opposto al traguardo fa già venire i sudori freddi a tutti quelli che non guidano una V4.

Ducati si presenta dunque in ottimo stato di forma, forte anche della giornata di test privati effettuati due settimane fa sul circuito spagnolo. Obiettivo del test (di cui non sono stati diffusi i dati) quello di permettere a Davies di acquistare quella confidenza con la V4 che lo possa portare ad essere competitivo come il compagno di  squadra.

Sembra siano stati fatte anche prove di motore in vista della riduzione del regime massimo di rotazione di 250 giri previsti nel caso si confermassero vittoriosi ad Aragon.

Davies è chiamato al riscatto come e più di Rea in quanto predilige il circuito spagnolo e ha l’obbligo di raddrizzare una stagione al momento molto sotto le attese.

foto da dueruote.it

Rea e la Kawasaki cercano un riscatto che probabilmente il layout del circuito spagnolo non potrà offrire ma, quanto meno, dovranno dimostrare di poter dare più filo da torcere e, con Haslam, di assicurarsi almeno due su tre posti sul podio.

Dalla loro possono contare sul fatto che nei test prestagionali sono andati molto forte e quindi contare su qualche dato in più che li possa guidare verso un setup adeguato per combattere per la vittoria.

Nervi tesi in casa Yamaha, con una “guerra” tra Lowes e Melandri, additato dall’inglese di essere scorretto e di portare lo sviluppo della moto verso una direzione inconcludente.

Melandri, seppur da “privato”, gode ovviamente di grossa considerazione e questo proprio non va giù a Lowes, che vorrebbe avere la priorità nelle indicazioni da dare nello sviluppo della moto.

L’impressione è che alla Yamaha non manchi una moto competitiva quanto un pilota in grado di fare davvero la differenza, in particolare si sente in questi inizio di stagione la “mancanza” di Van der Mark, apparso piuttosto incolore nelle prestazioni in pista.

Honda e BMW sono le cenerentola di questo mondiale, primi due Gp con poche soddisfazioni e tanti problemi e questo appuntamento spagnolo non sembra riservare un copione diverso. Honda punterà a ridurre i danni in attesa del Gp di Assen in cui potrà contare su 250 giri motore in più.

BMW  invece dovrebbe contare su un nuovo motore tanto atteso da Tom Sykes  e sperare che sia sufficiente per tornare ad essere competitivi.

In conclusione, è ufficiale il ritorno del team Ten Kate sotto l’effige Yamaha e con pilota titolare Loris Baz. Dopo che erano volati gli stracci a fine 2018 con Honda, il team olandese ha trovato l’accordo con la Yamaha che fornirà le stesse moto fornite al team privato GRT di Melandri. Obiettivo dichiarato la lotta per il podio. Si prevede un bel pacchetto di mischia di Yamaha in lotta per il podio, chissà se Lowes sarà contento…

Orari:

Venerdì 5 Aprile

10:20 SBK FP1

14:50 SBK FP2

Sabato 6 Aprile

10:40 SBK Superpole

11:35 Supersport 600 Superpole

14:00 SBK Gara 1

Domenica 7 Aprile

11:00 Superpole Race

12:10 Supersport 600 Gara

14:00 SBK Gara 2

(immagine in copertina da TuttoMotoriWeb.it)

Rocco Alessandro

WSBK – Bautista e la Ducati dominano a Buriram

Se qualcuno pensava che la tripletta servita dalla Ducati e Bautista a Philip Island fosse dovuta solo al particolare feeling che la moto e il pilota hanno sempre avuto col circuito australiano, allora ha dovuto fortemente ricredersi alla luce dei risultati nel GP di Thailandia sul circuito di Buriram.

Si può tranquillamente dire che tra la gara australiana e quella thailandese è stato fatto un copia/incolla: vittoria per Bautista in gara 1, superpole race e gara 2, con Rea sempre secondo e distacchi misurati con la clessidra.

In gara 1 l’unico momento in cui c’è stata lotta è stato il contatto in curva 3 in cui Rea ha dato il suo personale benvenuto allo spagnolo nella nuova categoria. Una volta ricompostosi Bautista si è riportato sotto e, superato Rea, si è involato finendo con 8 secondi di vantaggio. Dietro i primi due bella lotta tra Yamaha e la Kawasaki di Haslam, con Lowes finito terzo a 14 secondi.

Superpole race che finisce anticipatamente dopo 6 giri causa una bandiera rossa per un incidente tra Camier e Warokorn in curva 3. Rea prova a dare fastidio allo spagnolo ma dura poco al comando. Una volta in testa Bautista incrementa il vantaggio chiudendo con 2 secondi sulla coppia Rea/Lowes, ancora una volta bravo ad arpionare il podio.

Gara 2 che è stata la conferma del dominio Ducati in questo inizio di stagione, Bautista lepre fin dai primi metri e vittoria in tasca con 10 secondi su Rea che regola ancora una volta Lowes al terzo posto. Per il quarto posto lotta a tre tra van der Mark , Haslam e Melandri, arrivati in questo ordine, con Melandri che si è prodotto in pericolose e spettacolari sbacchettate in sesta marcia sul rettilineo che porta a curva 3.

Il totale recita un rotondo 6 a 0 rifilato alla Kawasaki e Johnny Rea, 124 punti a 98, un dualismo che con tutta probabilità caratterizzerà l’intera stagione.

Ma come è possibile che la Ducati abbia, in maniera apparentemente facile, spezzato il dominio Kawasaki che durava da 4 stagioni?

Le ragioni sono molteplici ma non così scontate:

-la V4 Panigale è una moto derivata dalla Desmosedici MotoGP ed è commercializzata come una factory da pista. Ci si aspettava una gran moto e così sembra essere.

– il regolamento SBK impone dei limiti al regime di rotazione dei motori, in modo da livellare i valori in pista per avere una maggiore lotta. Rispetto alla versione base, i regimi sono aumentati di un 3% del valore medio misurato dinamometricamente dei giri massimi in terza e quarta marcia, a cui si aggiungono 1100 giri/min al regime di potenza massimo della moto di serie.

Tradotto, Ducati ha il limitatore a 16350 giri/min, Kawasaki a 14600 giri/min e BMW a 14900 giri/min, per i nuovi modelli 2019.

Balza subito agli occhi come Ducati sia avvantaggiata ma molto dipende dal regime di base della moto di serie, che vede Ducati al top. Inoltre l’equilibrio fra costruttori è determinato da un algoritmo che mette insieme risultati, tempi sul giro, velocità massima, numero di piloti per marca, e altri parametri.

In base a questo algoritmo , ogni tre round, saranno incrementate o diminuite di 250 giri/min i regimi di rotazione massimi del motore. Da questo aspetto si capisce bene il perché la V4 sembra avere un allungo in rettilineo nettamente migliore della concorrenza. E’ possibile aggirare le limitazioni agendo sulla coppia motrice, cosa che ad esempio ha permesso a Rea di avere una moto molto competitiva nel 2018 nonostante fosse “castrata” di 1100 giri. Diventa molto importante studiare bene le curve di potenza e coppia di ciascuna marca.

– Bautista si sta rivelando il pilota adatto a portare al limite la V4 Panigale. Ce lo si poteva aspettare essendo pilota di gran talento e con grande esperienza sulle MotoGP e con maggiori strumenti per capire come sfruttare al massimo una moto con potenza inferiore.

Anche lo stile di guida da MotoGP, frenate di traverso, curve spigolate e necessità di raddrizzare la moto il prima possibile, stanno contribuendo al suo dominio. E dire che la V4 è ancora un moto con molti difetti, in particolare è ancora nervosa in staccata e fatica in accelerazione, oltre ad essere una moto molto “fisica” da guidare, aspetti che la rendono molto meno digeribile agli altri piloti Ducati, in primis Davies che sta ancora cercando di trovare una posizione di guida meno affaticante e un feeling maggiore.

In conclusione, Ducati ha messo in campo l’arma totale per riportare a casa l’iride, con un pilota che si adatta perfettamente alla moto. Kawasaki non parte battuta ma dovrà lavorare molto per avvicinarsi, ma ha risorse,un pilota all’altezza. e su una grande stabilità in frenata e un percorrenza di curva maggiore e più facile di Ducati.

La Yamaha sta facendo un bel progresso, forse avrebbe bisogno di piloti con qualcosa in più. Bmw in attesa di uno step di motore che possa farle fare il salto di qualità e Honda che si barcamena alla meno peggio in attesa della moto in “stile Ducati” che sta preparando per tornare a vincere.

Prossimo appuntamento round di Aragon 05/07 Aprile, pista con meno rettilinei e più curve in percorrenza che dovrebbero fare il gioco della Kawasaki. Vedremo se Bautista sarà d’accordo…

N.B: immagine in evidenza da motoblog.it, immagine podio da moto.it

Rocco Alessandro

2019 WSBK – GP THAILANDIA

La stagione 2018 del WSBK ha consacrato definitivamente la Kawasaki e Johnny Rea nell’olimpo della Superbike. Rea con 71 vittorie è diventato il pilota più vincente di sempre scalzando dalla prima posizione il mito “King” Carl Forgarty, fermo a 59 vittorie.

La stagione 2019 si apre con una serie di novità che promettono di rendere più interessante la contesa per il titolo:

  • Ducati presenta la sua prima moto a 4 cilindri, abbandonando il bicilindrico desmodromico, il mitico “pompone” che ha identificato un’era di corse in moto e creato una foltissima schiera di sostenitori accaniti.Questi ultimi probabilmente avranno vissuto l’evento un po’ come il lutto di una persona cara, tanto era forte l’identificazione con questa filosofia di intendere le due ruote ma ormai era giunto il tempo di un cambiamento radicale per avere la possibilità di lottare ad armi pari con le 4 cilindri nipponiche “addomesticate” dall’elettronica e contro un regolamento che penalizzava fortemente il due cilindri di Borgo Panigale. La V4 Panigale è stata voluta fortemente da Gigi Dall’Igna, modellata sullo scheletro progettuale della sorellona che corre in MotoGP e affidata a Chaz Davies e, new entry dalla MotoGP, Alvaro Bautista.

  • Il ritorno del team ufficiale Honda, affidata a Camier e Kiyonari, con l’obiettivo di fare esperienza e con la volontà di tornare a vincere con una nuova moto in fase di progettazione che sembra sarà creata secondo “l’esempio” Ducati, ossia una moto factory creata a partire dall’utilizzo in pista e poi omologata per la strada, con un costo che sarà ben più alto di quello a cui la Honda ha abituato negli ultimi anni.
  • Tom Sykes passa da Kawasaki al team ufficiale BMW. Nuova sfida per l’ex campione del mondo che si era visto “brutalizzato” da Rea negli ultimi 4 anni. Marco Melandri invecem trova in extremis un sedile sulla Yamaha del tea GRT Racing.
  • L’abbandono dell’MV Agusta che resta a competere nel mondiale Supersport.
  • L’introduzione di una sprint race, la “Superpole Race” che sarà disputata la domenica mattina sulla distanza fissa di 10 giri, con 12 punti al vincitore, 9 al secondo, 7 al terzo, 6 al quarto e poi a scalare fino al nono classificato. Inoltre la griglia di partenza delle prime tre file di gara2 sarà determinata dall’ordine di arrivo della superpole race.

I risultati del primo appuntamento della stagione a Philipp Island hanno rilanciato fortemente le ambizioni di una Ducati vogliosa di riprendersi il titolo. Tre vittorie di Bautista senza appello, con il campione uscente Rea giunto tre volte secondo ma staccato e mai davvero in lotta per la vittoria. Evidentemente l’esperienza di Bautista in MotoGP si è fatta sentire riuscendo a estrarre fin da subito il potenziale della V4. E pensare che lo stesso Bautista nei test, abituato alla potenza della MotoGP, si era sorpreso della relativa scarsa spinta del nuovo motore V4…

In difficoltà Chaz Davies, alle prese con problemi fisici e ancora lontano dal’essere in simbiosi con la moto. Positivo l’esordio di Leon Haslam come compagno di team di Rea, due volte a podio e di Melandri, a podio in gara 1. Yamaha si è dimostrata terza forza con buone speranze di avvicinarsi a Ducati e Kawasaki mentre Honda paga lo scotto dell’inesperienza e sa di dover lavorare ancora molto sulla moto. Esordio così così per Sykes che li lamenta di una BMW ottima di telaio ma deficitaria di motore.

Secondo GP di stagione in Thailandia, sul circuito di Buriram. Nel 2018 una gara a testa per Rea e Davies, ultima occasione in cui il nordirlandese ha mancato il podio. La pista sembra essere adatta sia a Kawasaki che Ducati, con quest’ultima che dovrà dare delle conferme dopo il trionfo australiano su una pista storicamente amica della rossa di Borgo Panigale. Dal canto suo Rea sarà ansioso di rivendicare il suo ruolo di pilota “alfa” che Bautista ha messo in dubbio. Davies dovrà cominciare a fare sul serio pena l’uscita prematura dalla lotta per il mondiale.

Di seguito gli orari del GP di Thailandia (ora locale Italia):

  • Venerdì 15/03

Prove libere SBK 04:30/09:00

Supersport 05:30/10:00

  •  Sabato 16/03

Prove libere 3 SBK/Supersport 05:00/05.35

Superpole SBK/Supersport 07:00/07:40

SBK Gara 1 10:00

  • Domenica 17/03

Warm Up SBK/Supersport 04:00/04:25

SBK gara superpole 07:00

Supersport gara 08:15

SMK Gara 2 10:00

Rocco Alessandro