MOTOGP 2022- QATAR POST GP

UNA DOMENICA BESTIALE – POST GP DEL QATAR

 

 È stato come su un campo di battaglia norreno, o nei territori della Mercia fate voi, soltanto che eravamo in pieno deserto a Losail. Tutti aspettavano il valoroso guerriero di rosso vestito che avrebbe domato le dune del Qatar cavalcando il suo Lupo rosso. Ma si sa in battaglia  nulla è scritto, nulla è come il fato lascia presagire. Ed ecco che, nel momento piú buio della battaglia con tutte le tre le punte di diamante del proprio schieramento, spunta dal nulla lui.

Come una Valchiria sul suo cavallo alato cinge la mano a guerrieri caduti e risolleva le sorti della battaglia portando in trionfo la vecchia GP21. Come il sole su un campo di girasoli…

 

 

IL GRAN PREMIO

Tutti aspettavano Bagnaia, pure Martin. Lo spagnolo ha sbagliato la partenza (dalla pole) e si è ritrovato molto indietro, mentre quella vecchia volpe di Marquez ne ha approfittato subito  portandosi in testa alla gara. Primi giri come sempre al cardiopalma  e poi il primo vero colpo di scena.

Premessa… Chi vi scrive è dai test di novembre che sente la puzza di quello che poteva accadere e siccome qualche pelo bianco sulla barba inizia a spuntare, ci aveva preso. Martin sará il primo dei problemi per Ducati, poi verrá Marquez. Martin fará implodere il Box Factory.

Come è andata a finire? Martin gli ha stampato una pole strepitosa in faccia, mentre Pecco ha cannato miseramente le qualifiche. Peggio ha fatto in gara che, col sangue agli occhi, ha azzardato un sorpasso sbagliando la staccata. Si è steso ed ha steso anche l’incolpevole Martin. Per fortuna che aveva rinnovato il contratto altrimenti finiva come con Iannone…

Se Bagnaia e Martin piangono, Jack Miller e Zarco non ridono. Jackass accusa problemi elettronici e Zarco chiude nelle retrovie si becca 10” da Bastianini. Luca Marini con una GP22 Ufficiale si becca 27 secondi (in 22 giri) dal vincitore che guida una Moto più vecchia della sua. È tutto bellissimo.

 

Tornando a Bagnaia, le cui dichiarazioni post gara sono peggio della gara stessa, viene in mente quella citazione tanto cara al suo maestro, quel “tira il culo arrivar dietro”. No perché se dici “Bastianini guida e basta mentre io faccio anche il tester” ti attiri tutta energia negativa da tiraggio di culo neanche fossi una ciminiera turca (che ho scritto???).

 

I Campioni del Mondo? Quartararo è scomparso, mentre Joan Mir  ha dato flebili segni di vita. Se Quartararo ha la scusante del motore poco performante ( 10 km/h rispetto alla Suzuki di Mir), il Campione 2020 ha toccato la high speed (357.4) piú alta del weekend. Ció non vuol dire che Suzuki ha il motore più performante di tutti bensì  che riesce ha scaricare perfettamente tutta la potenza a terra soprattutto in uscita di curva. Entrambe hanno chiuso 6^ (Mir) e 7^ (Rins).

 

Chi ride sotto ai baffi e quella ritrovata vecchia volpe di Marc Marquez che, nonostante la paga presa da Pol Espargaró , si porta a casa 11 punti nel peggior circuito esistente per lui. In HRC possono per il momento esser contenti perché  la moto funziona davvero. Quanti anni erano che non vedevamo i due Piloti HRC battagliare in testa alla gara? Da tanto.

La mia sensazione è che dal lato Marquez abbiano sbagliato la scelta della posteriore, sarei stato curioso di vederlo con la M dietro. Pura curiositá. Bellissima la gara di Pol che sembra aver finalmente trovato la quadra a questa moto. È in attesa di rinnovo, con Quartararo e Mir (oltre ad Acosta) che aspirano a quella sella serviva partire forte.

Se Ducati piange con un occhio solo, in Yamaha è una valle di lacrime. Quartararo si becca 10” mentre Morbidelli arriva a 6” dal francese. Dovizioso sembra un rookie mentre il buon Darryn Binder chiude ai piedi della zona punti arrivando subito dietro al Campione del Mondo Moto2 2021. Guidava una Moto3 lo scorso anno…

Nessuno dei piloti Yamaha è stato realmente competitivo in tutto il weekend. La ragione mi dice di aspettare perché siamo alla prima gara ma l’istinto mi sussura che sará una debacle clamorosa tanto quella Suzuki nel 2021.

 

Gioiscono sia in casa Aprilia che in casa KTM. Aleix Espargaró  ha svolto una gara perfetta, senza errori e sbavature e si è meritatamente preso il 4° posto dietro al fratello, ed ha dato oltre 20” di distacco al compagno di team Vinales. Sicuramente il lavoro di questo inverno ha pagato, adesso non resta che attendere anche Maverick. Brad Binder sfiora la vittoria e si conferma la vera punta di diamante del team Austriaco. Bisognerá capire se questa è una delle 5 gare all’anno che KTM disputa bene o se hanno finalmente trovato la quadra…

 

Prima gara dell’anno,  4 costruttori nelle prime 4 posizioni racchiusi in soli 2.2 secondi. Questa è la MotoGP odierna, da qualche anno a questa parte. Appuntamento al prossimo GP in Indonesia, a Mandalika sperando che l’asfalto tenga…

 

Francky

MOTOGP – Grand Prix of Qatar 2022

Siamo a Losail per il primo dei 21 gran premi di questa lunga stagione che terminerà il 6 novembre a Valencia.
La stagione più lunga di sempre ad emulare il calendario F1 e chissà se questo elemento contribuirà a sparigliare le carte in tavola. Carte in tavola che, comunque le si giri, tendono a evidenziare sfumature di rosso ( incrocio di dita d’obbligo).
Questa è anche la prima stagione senza Valentino Rossi in griglia. Per come sono andate le ultime stagioni si può pensare che dal punto di vista sportivo non sarà troppo traumatico. Dal punto di vista dello spettacolo invece chissà se i ricordi e il team VR46 saranno sufficienti per continuare a dipingere di giallo le tribune degli autodromi. Non saprei.

Credo sia sbagliato cercare un nuovo Valentino.  Piuttosto la griglia vede  tanti piloti italiani come ai bei tempi.  La vera scommessa è portare sul gradino più alto chi ha già dimostrato il suo valore e trasformare in campioni quelli che oggi sono belle promesse.

Questo primo appuntamento stagionale è stato preceduto dalle consuete sessioni di test invernali che hanno confermato il trend di fine stagione e mostrato forti velleità nella maggior parte dei team. Alla fine vincerà solo uno ma il divertimento si prospetta di alto livello.

Vediamo le squadre.

Yamaha

L’apertura spetta al team campione del mondo, la Yamaha ufficiale con la quale Quartararo ha meritatamente portato a casa il titolo 2021. Nonostante il titolo la moto aveva evidenziato carenze in termini di cavalli rispetto a praticamente tutte le altre marche. I test hanno mostrato che a Iwata hanno preso il problema sottogamba o comunque l’hanno sottovalutato rispetto alle attese del campione del mondo in carica creando malcontento già prima di iniziare. Vedremo se durante la stagione saranno in grado di tirare fuori qualche cavallo in più dal cappello.
La squadra ufficiale conferma il campione del mondo Quartararo e Morbidelli; quest’ultimo, dopo una stagione di problemi fisici, conta di riprendersi una posizione al top di griglia.
Il team satellite WITHU che rimpiazza il glorioso Petronas, schiera il debuttante Binder (un altro fratello in Motogp!) a fianco di Andrea Dovizioso. Dopo il rodaggio del finale di stagione scorso, per AD04 non è sicuramente più “tempo delle mele” e dovrebbe essere arrivato il momento di aprire il “gas”. Vedremo.

Ducati

Ducati ha terminato la stagione scorsa con una moto “perfetta” e quest’anno le hanno in pratica solo riverniciate aggiungendo qualche pennellata di nero ma conservando il meraviglioso rosso. In questa logica conservativa rientra anche la scelta di Bagnaia di scartare la nuova versione del desmosedici rinunciando a una manciata di nuovi cavalli in favore della perfezione di erogazione.
Ai due team ufficiali confermatissimi con Bagnaia e Miller a Borgo Panigale e Zarco e Martin in Pramac si è aggiunto il team Gresini con Di Giannantonio e Bastianini; quest’ultimo è stato protagonista di un finale di stagione che lascia ben sperare.
Debutta con la motorizzazione Ducati anche il team VR46 MOONEY e schiera a fianco del confermato Luca Marini un volenteroso Marco Bezzecchi. Dopo le figuracce legate a sceicchi improbabili e a sponsorizzazioni fantasiose ha il compito non facile di tenere vivo il ricordo del 46. Vedremo.

Honda

Honda negli ultimi tempi ha lavorato sodo per fornire una moto più addomesticabile anche da piloti che non siano Marc Marquez e forse questo cambio di strategia è la vera grande novità, un tentativo di rimediare all’impossibilità di schierare un team vincente senza il 93. Ma al di là dei buoni propositi anche i cordoli sanno che la vera grande questione (speranza) dell’annata riguarda il recupero di Marc dai problemi fisici che lo hanno accompagnato ormai per troppo tempo. I test sono stati molto promettenti e anche Marc è sembrato desideroso di cercare il limite (e l’asfalto) come ai bei tempi. Il team ufficiale ha confermato Pol Espargaro copiato anche dal team satellite LCR che ha confermato Nagakami e Marquez junior.

Aprilia

Aprilia sta facendo le cose per bene a passi nemmeno tanto piccoli. La moto ha sempre dettato il passo durante i test invernali e sembra arrivato il momento delle soddisfazioni per Aleix Espargaro e della rivincita (su se stesso) per Vinales. Il lavoro di Rivola & C. merita di essere ripagato dai risultati. Dita rigorosamente incrociate.

Suzuki

La Suzuki si presenta con i confermatissimi Mir e Rins. Le prestazioni dei test sono state buone, la moto sembra non essere il problema principale per questo team. La vera domanda è se il fresco ingaggio di Livio Suppo consentirà di porre termine alla vedovanza da Brivio. Sicuramente non è un innesto di poco conto. Vedremo.

KTM

Ktm schiera un team completamente nuovo sul fronte piloti, promuovendo i piloti di Moto2 alla classe regina. Raul Fernandez è sicuramente uno dei talenti più cristallini espressi dalla moto2 e si affianca a Remy Gardner che se ha il DNA del padre …
Un team da osservare a mio parere.

Buon campionato a tutti.

I principali orari della copertura televisiva di sky e di TV8 (orari fra parentesi)

SABATO 5 MARZO
Ore 9.25: PL3 Moto3
Ore 10.20: PL3 Moto2
Ore 11.15: PL3 MotoGP
Ore 13.30: Qualifiche Moto3
Ore 14.25: Qualifiche Moto2
Ore 15.20: PL4 MotoGP
Ore 16.00: Qualifiche MotoGP

DOMENICA 6 MARZO
Ore 11.00: Warm up Moto3, Moto2, MotoGP
Ore 13.00: Gara Moto3 (tv8 18,30)
Ore 14.20: Gara Moto2 (tv8 19,50)
Ore 16:00 Gara MotoGP (tv8 21.30)

 

 

Immagini dalle presentazioni dei team e dal web

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1973 (TERZA PARTE)

Cinque giorni dopo la tragedia di Williamson cominciano le prove libere del GP di Germania.

La Ferrari è ancora assente e ha raggiunto un accordo formale con Jacky Ickx, lasciandolo libero di agire in autonomia per evitare possibili pendenze giudiziarie.

Il colloquio avuto a Zandvoort con Phil Kerr non è stato solo un semplice e cordiale scambio di opinioni ma è sfociato in un accordo a partecipare all’undicesimo GP del campionato con la terza M23 ufficiale, il quarto telaio costruito e finora usato solo come muletto a Zandvoort. Ickx è un pilota che sul Nordschleife ha sempre fatto la differenza, ci ha conquistato l’ultima vittoria per la Ferrari con la “non travolgente” B2 e con una macchina come la McLaren potrebbe concedere il bis per la gioia di Phil Kerr e Teddy Mayer.

Il governo federale, su pressione delle aziende tedesche produttrici di tabacco, impone il divieto di pubblicizzare le sigarette durante il GP così BRM, Lotus, Williams e Embassy Hill devono togliere o coprire tutti i nomi dei loro sponsor da macchine, camion, tute dei piloti, abbigliamento dei meccanici, ecc. Possono rimanere visibili solo i loghi.

Cevert non si preoccupa eccessivamente.

Fittipaldi è ancora malconcio, la caviglia è ancora dolorante ma soprattutto ha a disposizione solo una 72E perché la R5 è stata rispedita a Hethel per completare le riparazioni. Peterson può contare sulle solite due vetture.

Con De Adamich convalescente, la Brabham fa rientrare il tedesco Rolf Stommelen e schiera ancora tre BT42. Gordon Murray ha aggiunto una piccola ala a sbalzo sopra al muso avvolgente per aumentare il carico aerodinamico anteriore.

Dopo la distruzione della 731 di Williamson, l’unica March ufficiale presente è quella sponsorizzata dalla LEC Refrigeration. David Purley è diventato un eroe internazionale, le sue foto fanno il giro del mondo ed è richiestissimo da tutti i media ma lui si schermisce, dice di aver fatto solo il suo dovere di uomo. Il suo atto generoso sarà poi premiato con la George Medal, seconda massima onorificenza civile del Regno Unito.

British racing driver David Purley (1945 – 1985) after his investiture at Buckingham Palace in London, 26th February 1974. He received the George Medal for bravery after his attempt to save fellow driver Roger Williamson from a burning car during the 1973 Dutch Grand Prix. He is pictured with his wife Jane. (Photo by J. Wilds/Keystone/Hulton Archive/Getty Images)

 

Manca anche la 731 di Lord Hesketh perché Harvey Postlethwaite la sta modificando nelle scuderie di Easton Neston per renderla ancora più competitiva.

Durante le prove del venerdì Howden Ganley esce di pista danneggiando la sua Williams tanto da renderla inutilizzabile. L’ex primo meccanico assunto dalla McLaren nel 1966 prende anche una brutta botta a un piede che lo convince a non rischiare e quindi permette a Pescarolo di continuare con l’altra macchina (anche perché il francese paga per correre e questo piace molto a Williams).

La pioggia rende ininfluenti le prove del sabato per cui la griglia di partenza è determinata dai tempi del giorno prima. Stewart è in pole position per la diciassettesima volta con mezzo secondo di vantaggio su Peterson. In seconda fila ci sono Cevert e Ickx, in terza il sempre più convincente Lauda e Reutemann. Le altre M23 di Revson e Hulme sono in quarta fila, staccate di 6 secondi da quella di Ickx. Fittipaldi non riesce a fare meglio del 14° tempo nonostante l’aiuto di un fisioterapista che cerca di sgonfiargli la caviglia.

Peterson fa pattinare troppo le gomme posteriori così Stewart prende subito il comando davanti a Cevert, Peterson, Ickx e Lauda.

Bildnummer: 00665057 Datum: 05.08.1973 Copyright: imago/Thomas Zimmermann
Jacky Stewart (Schottland) führt das Fahrerfeld vor Francois Cevert (li., Frankreich / beide Tyrrell-Cosworth) an; Jacky, Rennwagen, Bolide, Boliden, quer, Front, frontal, vorn, starten, Startsituation, Starterfeld, Teilnehmer, Teilnehmerfeld Großer Preis von Deutschland 1973, Formel 1 Weltmeisterschaft, F1, F, GP, WM, Vdia Nürburg Nürburgring Motorsport Grand Prix Herren Einzel Deutschland Totale Aktion Personen Objekte

 

Le due Tyrrell prendono subito un piccolo vantaggio sulla Lotus che, arrivata al ponte di Breidscheid, ammutolisce e si ferma per un guasto elettrico. La sfida per la vittoria finisce qui, dopo appena 10 km.

Alla fine del primo giro Stewart e Cevert hanno già 8 secondi di vantaggio su Ickx, Lauda, Reutemann e Revson.

Nel corso del secondo giro Lauda esce rovinosamente di pista nel tratto velocissimo di Kesselchen a causa della rottura di una sospensione e nell’urto si frattura il polso destro.

Con la coppia Tyrrell che continua a guadagnare terreno senza forzare e Ickx che li segue perdendo oltre 2 secondi al giro, l’unica lotta è quella per il quarto posto. Dopo il ritiro di Reutemann a metà gara per la rottura del motore, è Carlos Pace che gli subentra con la Surtees, seguito a distanza da Wilson ed Emerson Fittipaldi.

La gara più noiosa del campionato si conclude con la ventisettesima e ultima vittoria di Jackie Stewart, sempre più lanciato verso il terzo titolo iridato. Cevert lo segue come un’ombra per tutto il GP mentre Ickx completa il podio staccato di oltre 40 secondi e Pace è quarto dopo aver fatto segnare il giro più veloce della corsa.

Stewart ha ora 60 punti e Cevert sale al secondo posto con 45, dimostrando la superiorità tecnica e organizzativa della Tyrrell. Fittipaldi chiude al sesto posto dietro al fratello e segue con 42 punti, 18 meno di Stewart, quando ce ne sono ancora 36 da distribuire.

Dall’immenso campeggio del ‘Ring si passa a quello più ridotto ma ad altissima densità di Zeltweg.

La notizia della settimana è il ritorno della Ferrari dopo un mese di assenza impiegato a rifare quasi completamente la B3 voluta dalla FIAT.

Enzo Ferrari richiama in pista Mauro Forghieri che si mette al lavoro sulla 312B3/011 utilizzando gran parte delle conoscenze acquisite con la 312PB del 1973. Il radiatore dell’acqua anteriore viene sostituito con due radiatori lunghi e stretti, montati inclinati su ciascun lato dell’abitacolo, che prendono l’aria da sotto e la espellono dalla parte superiore delle fiancate.

Il serbatoio dell’olio, che prima era sotto all’alettone posteriore, è ora montato sul lato destro del motore (come sulla 312PB) e il relativo radiatore è sul lato opposto, spostando così due masse a peso costante tra gli assi delle ruote (sempre per quella cosa della riduzione del momento d’inerzia polare cercata da Forghieri).

Le due prese d’aria che alimentavano le bancate del 12 cilindri sono state sostituite da una presa d’aria alta molto simile a quella vista sulla 312PB guidata da Merzario e Pace.

Il muso è a forma di cuneo ed è sovrastato da un’ala a sbalzo a tutta larghezza. La geometria delle sospensioni è stata ridisegnata per adattarsi alla nuova distribuzione dei pesi e alla nuova aerodinamica. L’unica parte che non viene toccata è la monoscocca realizzata da John Thompson su progetto di Sandro Colombo. L’unico pilota è ovviamente Arturo Merzario che si è sobbarcato tutto il lavoro di collaudo in pista nell’afa agostana di Fiorano Modenese. Il comasco sfoggia un cappello da cow-boy con la scritta Goodyear. Mauro Forghieri torna a dirigere istrionicamente la squadra ai box.

La curiosità per il ritorno della Rossa è tale che anche Colin Chapman va a vedere le novità mentre Franco Rocchi lo guarda “storto”.

Lord Hesketh ritorna nel paddock insieme alle sue aragoste ma soprattutto con la March profondamente modificata da Postlethwaite. È stato montato un nuovo muso (soprannominato Silly Nose), più corto del vecchio e arrotondato ai lati sotto al quale sporge un lamierino di alluminio. I lati della monoscocca sono rastremati dietro alle ruote anteriori per migliorare il deflusso dell’aria del radiatore.

Contrariamente alle altre squadre l’alettone posteriore è stato spostato in avanti fino alle ruote posteriori e la geometria della sospensione posteriore è stata modificata in funzione della nuova aerodinamica.

Intanto James Hunt cerca di arrotondare le entrate.

Questa volta la March 731/1, l’unica a disposizione della squadra ufficiale, è pilotata da Jean-Pierre Jarier. Il francese sta dominando l’Euro F2 nel quale ha vinto 7 delle 9 gare che ha disputato su un totale di 12 e radio-paddock lo dà in partenza per Maranello per il 1974, spinto dalla Shell francese. La vettura è quella utilizzata da Purley (che questa volta rimane a casa) ripulita dagli adesivi della sua azienda di famiglia e con un muso simile a quello della March di Hunt ma con le fiancate solite.

Questa volta non ci sono problemi per i tabaccai perché lo sponsor del GP è la Memphis (insieme alla Texaco), marca di sigarette di proprietà del monopolio di stato austriaco.

Niki Lauda si presenta a Zeltweg con un tutore al polso destro, conseguenza dell’incidente del Nürburgring. L’austriaco vuole correre il GP di casa ma dopo pochi giri effettuati durante le prove libere si arrende al dolore e rinuncia.

A proposito di incidenti, i fatti di Silverstone e Zandvoort non possono passare inosservati. Nei giorni che precedono il GP si svolge un incontro tra la CSI rappresentata da Dean Delamont, la GPDA rappresentata da Denis Hulme e la FOCA rappresentata da Teddy Mayer. Al termine della riunione si decide che d’ora in poi tutte le griglie di partenza della F1 saranno composte sempre da file di sole 2 monoposto, indipendentemente dalla larghezza della pista, e che se la pista è bloccata o parzialmente bloccata oppure un’auto ha bisogno dell’aiuto di commissari, vigili del fuoco o mezzi di soccorso, il direttore di corsa deciderà se fare entrare in pista una pace-car, sull’esempio delle gare della serie USAC. I commissari dovranno sventolare le bandiere gialle e bianche, poi la pace-car entrerà in pista. Il primo classificato vi si dovrà accodare e la corsa sarà così neutralizzata fino a quando l’incidente sarà risolto. A chi sorpassa un avversario in regime di pace-car sarà applicato un giro di penalizzazione. Il direttore di corsa rilancerà il gruppo a sua discrezione sventolando la bandiera verde e la corsa potrà riprendere. Una nota inserita nel documento specifica che “la procedura non è applicabile al Nürburgring”.

Durante le prove libere vengono effettuate un paio di simulazioni dietro una Opel appositamente attrezzata.

Sempre per quanto riguarda la sicurezza, l’autopsia ha accertato che Williamson è morto per asfissia provocata dal fumo e dai gas scatenati dall’incendio così alcuni piloti montano sul casco un beccuccio sul quale si innesta un tubo flessibile che porta aria medica in caso di incidente.

La GPDA presenta un altro documento nel quale chiede agli organizzatori di impedire a giornalisti e fotografi di accedere ai box per salvaguardare la sicurezza di tutti. Ovviamente i rappresentanti della stampa non ci stanno e organizzano una manifestazione facendo muro davanti alle monoposto che stanno per entrare in pista. Hailwood è disorientato e si ferma, poi però arriva Regazzoni che con due sgasate e una sgommata sgombra la corsia box alla sua maniera. Bernard Cahier, presidente della FOPA e rappresentante Goodyear presenta le rimostranze della categoria direttamente a Max Mosley. La crescente popolarità della F1 è dovuta anche a stampa e fotografi, dal momento che la televisione non riesce ancora ad essere “competitiva” con la carta stampata.

At pit lane exit photographers show their bad mood about new working restrictions
A strike of the photographers in the pitlane kept the drivers away from their cars and IRPA president Bernard Cahier explains the situation to March boss Max Mosley

 

Emerson Fittipaldi si è ripreso completamente e piazza la 72E in pole position (la prima dell’anno per il brasiliano) davanti a Peterson, a dimostrazione dell’ottimo feeling tra l’Österreichring e la creatura di Chapman. In seconda fila ci sono le McLaren di Hulme e Revson e in terza Reutemann e la nuova B3 di Merzario che sembra più competitiva della versione precedente. Stewart è settimo davanti a Pace, Hunt e Cevert.

Questa volta Ronnie Peterson parte a razzo seguito da Fittipaldi che però viene infilato da Hulme all’interno alla prima curva. Revson invece rimane al palo con la frizione bruciata e Merzario si porta subito in quarta posizione.

L’exploit del ferrarista si esaurisce in fretta, prima superato da Stewart e poi raggiunto da Cevert che lo attacca alla curva Sebring ma il comasco chiude la traiettoria, l’urto è inevitabile e Cevert torna ai box con una sospensione piegata. Reutemann ne approfitta per passare entrambi seguito da Pace e ora Merzario deve guardarsi da Jarier che potrebbe essere anche il suo sostituto l’anno prossimo.

Hunt è subito fuori gara per la rottura dell’asta di comando delle farfalle del DFV mentre Hulme insidia la prima posizione a Peterson fino a quando il suo motore perde colpi. Il neozelandese rientra ai box al 13° giro e i meccanici trovano il cappellotto di una candela staccato, lo ripristinano e Hulme torna in pista ma ormai è quindicesimo.

Le Lotus ora sono tranquillamente al comando con Stewart che perde costantemente terreno, così al 17° giro Peterson lascia passare Fittipaldi per fargli recuperare più punti possibili in classifica.

Al giro successivo Pace supera Reutemann, sale al quarto posto e recupera terreno su Stewart dimostrando che quella del Nürburgring non è stata una prestazione casuale.

A 6 giri dal termine arriva il colpo di scena che in pratica chiude il Mondiale quando Fittipaldi si ferma nella parte alta del circuito a causa del distacco di un tubicino della benzina.

Ronnie Peterson vince il suo secondo GP davanti al felicissimo Stewart, tranquillizzato anche dai problemi al motore che hanno rallentato Pace negli ultimi 2 giri ma consentono al pilota della Surtees di salire per la prima volta sul podio.

La classifica iridata vede Stewart sempre più solitario al comando con 66 punti. La matematica concede ancora qualche possibilità sia a Cevert (45 punti) che a Fittipaldi (42) ma con sole tre gare da disputare il recupero del Campione del Mondo uscente è molto ipotetico. Nella Coppa Costruttori la Tyrrell mantiene 9 punti di vantaggio sulla Lotus.

Merzario si classifica settimo, doppiato. Dopo 15 giri il suo motore ha perso potenza e anche le gomme anteriori si sono degradate in modo abnorme. C’è ancora parecchio da lavorare.

 

La settimana seguente la nuova B3 effettua due giorni di prove a Monza. Il giovedì gira Merzario e il giorno seguente tocca a Ickx, segno che correrà il GP d’Italia. Intanto a Maranello “saltano” le prime teste. L’ing. Giorgio Ferrari è ufficialmente in ferie e il capomeccanico Giulio Borsari viene sostituito da Ermanno Cuoghi. Mauro Forghieri e Sandro Colombo sono entrambi presenti.

Il mercato-piloti è in pieno fermento.

Emerson Fittipaldi è molto vicino a firmare un sostanzioso contratto di sponsorizzazione con la Marlboro, azienda concorrente della John Player, per cui è molto difficile che possa rimanere alla Lotus ma non si sa quale sarà la sua prossima squadra dal momento che è molto improbabile che l’azienda di Losanna continui la sua collaborazione con la BRM.

Ickx è già fuori dalla Ferrari e dovrebbe essere sostituito da Regazzoni ma il ticinese dice che l’accordo è saltato. Pare infatti che la Goodyear stia spingendo per portare Revson sulla Rossa. Un altro possibile pilota dovrebbe essere Jarier che ha appena vinto l’Euro F2 con la March alzando la sua quotazione ma a Maranello c’è stata anche la visita di Lauda che però ha già firmato per rimanere alla BRM e ha anche un contratto con la Ford per correre nell’Euro Turismo con la Capri 2.6.

Infine, sembra ormai certo che Stewart si ritiri a fine anno e Cevert diventi il nuovo pilota di punta della Tyrrell.

Come ogni inizio di settembre la F1 arriva a Monza dove la Ferrari ha a disposizione tre 312B3 modificate a disposizione di Ickx e Merzario. Sono presenti ai box Forghieri, Rocchi, Colombo, Montezemolo e Ghedini. Cuoghi è il capomeccanico di Merzario e Borsari è quello di Ickx.

Jacky Ickx and Arturo Merzario, Monza 1973 (Photo by RDB/ullstein bild via Getty Images)

 

Lo scorso 25 aprile Cevert, Ickx, Reutemann, Beltoise, Ganley, van Lennep, Hailwood, Follmer, Merzario, Pace e Jarier hanno corso la 1000 km valida per il Mondiale Marche sul tracciato stradale (pole di Cevert con la Matra a 252,846 km/h di media). Ora quegli stessi piloti correranno sul circuito rallentato dalle chicane perché secondo la GPDA è più sicuro.

La prima vittima è Hunt che durante le prove valuta male l’ingresso alla prima chicane e danneggia pesantemente la March al punto che la squadra carica tutto sul camion e riparte subito per l’Inghilterra.

Dopo le prove del venerdì Frank Williams organizza una gara podistica sulla pista Junior alla quale partecipano anche piloti come Hunt, Ickx, Stewart, Revson e Wilson Fittipaldi oltre a meccanici e rappresentanti di molte squadre mentre Emerson dà il via con una bandiera verde. Alla fine è proprio Williams a vincere battendo la concorrenza di Hunt e di Bob Tyrrell, figlio di Ken. Il team manager si intasca il milione e mezzo di lire in palio (11.600 euro) più altri tre milioni ricavati dalle scommesse raccolte nel paddock. Decisamente un bel gruzzoletto.

Continua la serie di pole position per Ronnie Peterson che stacca di mezzo secondo le McLaren di Revson e Hulme, poi Fittipaldi, Pace (di nuovo!) e Stewart.

Merzario è settimo mentre Ickx è solo quattordicesimo.

Nonostante la prestazione deludente dei ferraristi e il mancato debutto di Vittorio Brambilla dovuto al ritiro della Tecno, il pubblico monzese riempie come sempre l’Autodromo Nazionale in ogni ordine di posti, numerati e non.

La partenza più veloce è di Peterson seguito da Fittipaldi che scavalca Hulme, poi Stewart, Revson e Merzario.

La prima chicane non viene percorsa alla partenza, come anche l’anno precedente, ma i piloti la devono affrontare all’inizio del secondo giro e il primo a farne le spese è Merzario che piega il bilanciere anteriore destro sul cordolo, rientra lentamente ai box e si ritira.

Stewart pressa Hulme per il terzo posto ma all’ottavo giro lo scozzese rallenta in seguito a una foratura e si ferma ai box per la sostituzione della gomma posteriore sinistra. Riparte ventesimo.

Jackie Stewart on Tyrrell-Cosworth 006, Italian GP 1973

 

Al passaggio successivo Hulme va in testacoda alla prima chicane dopo aver urtato il cordolo e si ferma ai box per verificare che non ci siano danni evidenti. Riparte ventunesimo.

Denny Hulme’s McLaren-Cosworth M23 slides sideways and retires after 53 laps of the Italian GP Monza 1973
Denny Hulme’s McLaren-Cosworth M23 retires after 53 laps of the Italian GP Monza 1973
Denny Hulme’s McLaren-Cosworth M23 retires after 53 laps of the Italian GP Monza 1973

 

Le Lotus si avvantaggiano come in Austria e hanno 9 secondi di vantaggio su Revson che precede Cevert, Pace, Reutemann e Ickx.

Jackie Stewart è impegnato in una rimonta impetuosa che lo porta al settimo posto al 33° giro dopo aver superato Ickx. Nello stesso giro la BRM di Lauda esce improvvisamente di pista alla staccata della Parabolica con un incidente dalla dinamica molto simile a quella in cui perse la vita Rindt. Fortunatamente Lauda esce illeso dalla vettura.

Il recupero di Stewart continua con i sorpassi di Hailwood, Reutemann e a 7 giri dalla fine Cevert lo lascia passare. Lo scozzese recupera 2 secondi al giro su Revson che però è troppo lontano per essere raggiunto.

Con Stewart in quarta posizione, tutti si aspettano che Peterson lasci passare Fittipaldi come in Austria per fargli recuperare 3 punti in classifica ma lo svedese non rallenta e dai box non viene data nessuna segnalazione per cui lo svedese vince il suo terzo GP e consegna matematicamente il terzo titolo iridato allo scozzese della Tyrrell.

Ickx è ottavo a un giro nella sua ultima gara su una Ferrari.

Sul podio Peterson festeggia con Chapman e Margherita Freddi. Fittipaldi è molto meno contento, si sente tradito e decide di cambiare squadra.

Dalla calura brianzola si passa al freddo autunno canadese. Il circuito di Mosport Park è tanto amato quanto odiato da squadre e piloti per via delle condizioni precarie dell’asfalto che riveste un tracciato meraviglioso. Questo non scoraggia il sempre numeroso pubblico che si accampa sui saliscendi fangosi.

La prima sorpresa del weekend è l’appiedamento di Regazzoni da parte della BRM in favore di Peter Gethin che manca dalla F1 esattamente da un anno. Il ticinese ha dato mandato al suo avvocato di chiedere a Stanley i soldi che doveva avere da tempo, soldi che finalmente arrivano ma il patron della squadra di Bourne informa il Clay che dovrà fare da spettatore per tutto il fine settimana. Con molta flemma, il suo cappello di tweed e l’abbigliamento ufficiale BRM il pilota svizzero incassa il colpo (e i soldi) e conversa con Caliri e Borsari.

La Ferrari porta una sola 312B3 per Arturo Merzario. Ickx è assente.

Chiusa la deludente avventura con la Tecno, Chris Amon viene ingaggiato da Tyrrell per avere un’opportunità in più nella corsa alla Coppa Costruttori che vede la squadra di Mr. Chopper in vantaggio di soli 3 punti sulla Lotus. Amon ha a disposizione la 005 sperimentale col muso piatto e i radiatori laterali.

Torna in F1 Jody Scheckter che manca dal caotico GP di Gran Bretagna nel quale ha provocato l’incidente che ha messo fuori uso 9 vetture e una caviglia (quella di De Adamich). Il giovane ed esuberante sudafricano, soprannominato “Young Bear” per via dei suoi modi molto simili a quelli di “Old Bear” Denny Hulme, ha nel frattempo vinto il remunerativo campionato statunitense di F5000. La sua McLaren ha il numero zero, già usato sia in F5000 che nella Can-Am. È la prima volta che questo numero appare in F1.

Gordon Murray continua a lavorare sull’aerodinamica della BT42 e porta in Canada una presa d’aria più ampia di quella usata finora. Inoltre tutte le tre Brabham montano un alettone posteriore che finora era stato usato solo da Reutemann in qualche gara. Si tratta di un’ala molto incurvata inventata da Robert Liebeck, ingegnere aerodinamico e aerospaziale della McDonnell-Douglas che garantisce una portanza elevata insieme a una bassa resistenza. Ovviamente l’ala è montata a rovescio rispetto all’aereo.

La scocca della March incidentata da Hunt a Monza è stata riparata ma il lavoro continua perché Postlethwaite sta realizzando una nuova monoposto Hesketh a Easton Neston.

Ronnie Peterson conquista l’ottava pole stagionale battendo il record ottenuto da Jim Clark nel 1963 quando ottenne 7 pole position (ma su soli 10 GP complessivi) sempre con la Lotus. Lo svedese rifila a Revson un distacco di un secondo e 4 centesimi, due centesimi in meno di Scheckter che è seguito da Reutemann, Fittipaldi, Cevert, Hulme, Lauda e Stewart.

Merzario esce di pista durante le prove del venerdì per la rottura della sospensione posteriore, sfonda tre file di reti e viene colpito sul casco da un palo di sostegno che gli fa perdere i sensi per qualche minuto ma senza ulteriori conseguenze. Il giorno dopo torna in autodromo e gira con la macchina riparata dai meccanici ma non va oltre il 20° tempo. Prima di partire per il Canada Arturo ha firmato per correre il Mondiale Prototipi 1974 con l’Alfa Romeo avendo capito che per lui non c’è più posto a Maranello.

La domenica mattina durante il warm-up piove e fa freddo e alcuni piloti escono di pista. Tra questi c’è anche Peterson che va a sbattere all’uscita della curva che immette sul rettilineo del traguardo.

La corsa parte con la pista bagnata ma almeno ha smesso di piovere. Tutti i piloti montano gomme da pioggia tranne Beltoise che tenta il colpaccio con le Firestone intermedie. Peterson prende subito la prima posizione seguito da Scheckter, Lauda, Reutemann e Fittipaldi.

Il primo a fare le spese della pista bagnata è Merzario che esce di pista nel corso del secondo giro danneggiando il muso della B3. Il comasco rientra ai box per sostituirlo ma non ce n’è un terzo a disposizione dal momento che ne aveva già rotto uno in prova per cui viene rimandato in pista con la sospensione anteriore al vento.

Lauda è scatenato sulla pista bagnata e al terzo giro supera Scheckter e Peterson e si porta per la prima volta in testa a un GP di F1 prendendo subito un largo vantaggio sugli inseguitori.

La B3 senza muso è inguidabile e Merzario torna ai box dove gli viene fissata una lamiera trapezoidale (con tanto di numero adesivo) per cercare di dare un minimo di carico aerodinamico all’asse anteriore.

Dopo 15 giri Lauda ha 23 secondi di vantaggio su Peterson che ora è seguito da Fittipaldi, Pace e Oliver che hanno superato Scheckter ma Peterson perde il controllo della Lotus e urta il guardrail con la ruota posteriore sinistra rompendo la sospensione e si ritira lasciando il secondo posto a Fittipaldi.

Emerson Fittipaldi signals Ronnie Peterson that he has a left rear puncture during the race

 

La pista si sta asciugando e le Firestone da bagnato si deteriorano in fretta costringendo Lauda e Pace a fermarsi ai box per sostituirle. L’austriaco viene rimandato in pista con le intermedie in ottava posizione. Ora Fittipaldi è primo seguito da Oliver, Cevert, Scheckter e Stewart.

Tra il 28° e il 34° giro anche i gommati Goodyear si fermano per montare le slick, così come Lauda che rientra per la seconda volta e monta le gomme da asciutto invece delle intermedie. Questo permette a Beltoise, partito proprio con le intermedie, di ritrovarsi in testa alla corsa.

Al 33° giro Cevert attacca Scheckter che però chiude la traiettoria proprio quando il francese gli è a fianco. La collisione è inevitabile, entrambe le vetture escono di pista e la Tyrrell si schianta frontalmente contro il guardrail. Cevert riporta una brutta botta a una caviglia che però non gli impedisce di raggiungere il sudafricano per prenderlo a pugni sul casco prima di essere fermato dai commissari di percorso. L’incidente provoca l’ingresso in pista dell’ambulanza perché Cevert, dopo aver scaricato l’adrenalina su Scheckter, si accascia al suolo per il dolore alla caviglia ferita e deve essere recuperato.

Secondo le regole appena approvate, la presenza di un mezzo di soccorso in pista prevede l’uso della pace-car e il direttore di corsa ne decide l’impiego, il primo nella storia della F1. La macchina è una Porsche 914 gialla guidata da Eppie Wietzes, pilota di F5000 e concessionario Toyota dell’Ontario.

La decisione del direttore di corsa è intempestiva perché in quel momento c’è molto caos tra le auto che si fermano per il cambio gomme mandando in confusione i cronometristi che devono stabilire in fretta chi si deve posizionare dietro alla pace car. In quel momento c’è Beltoise al comando, seguito da Oliver, Revson e Fittipaldi ma erroneamente viene indicato Howden Ganley e tutti si accodano a lui per 10 giri, dando corpo a una classifica completamente sballata. Fittipaldi è infatti bloccato dietro a Ganley e Stewart mentre Beltoise, Oliver e Revson si sono avvantaggiati di quasi un giro accodandosi al serpentone. Beltoise commette un errore nella fretta di accodarsi al gruppo e perde due posizioni in favore di Oliver e Revson.

Quando la gara riparte Ganley pensa veramente di essere al comando e si impegna allo spasimo resistendo a Stewart e Fittipaldi per 8 giri mentre nelle retrovie del gruppo (ma in testa alla corsa) Revson e Beltoise superano Oliver approfittando di un suo problema all’acceleratore.

Con Oliver alle prese con l’acceleratore che non funziona e Beltoise con le gomme finite, Revson ha vita facilissima e li stacca entrambi. Allo stesso modo Fittipaldi, che si è liberato di Stewart e Ganley e sta facendo giri veloci in sequenza, raggiunge entrambi e li supera a 2 giri dal termine convinto di essere al comando della gara, tanto che Colin Chapman lo saluta col lancio del cappellino nero. Ma il direttore di corsa non si muove.

La bandiera a scacchi viene sventolata parecchi secondi più tardi quando arriva Peter Revson che però ha già percorso un altro giro oltre agli 80 prestabiliti. Il podio viene celebrato subito con Revson, Fittipaldi e Oliver ma ci vorranno più di 3 ore per avere la classifica definitiva del GP più caotico di sempre. Peter Revson vince il suo secondo e ultimo GP di F1. La Lotus scavalca di un punto la Tyrrell nella Coppa Costruttori quando manca una sola gara alla fine del campionato.La bandiera a scacchi viene sventolata parecchi secondi più tardi quando arriva Peter Revson che però ha già percorso un altro giro oltre agli 80 prestabiliti. Il podio viene celebrato subito con Revson, Fittipaldi e Oliver ma ci vorranno più di 3 ore per avere la classifica definitiva del GP più

L’ultimo capitolo di questo Mondiale si scrive a Watkins Glen, un circuito dove si può trovare sempre una “fauna” molto variopinta.

Come da tradizione, alcune squadre schierano una macchina più del solito per incassare il ricco premio di partenza. John Watson sale sulla Brabham BT42 Pagnossin usata da Stommelen fino allo scorso GP, Jochen Mass ha a disposizione la terza Surtees e Brian Redman guida la terza Shadow.

Frank Williams iscrive la vettura n°26 per Tom Belsø ma quando il danese arriva al Glen trova la sua macchina impegnata per Jacky Ickx. La Marlboro ha infatti pagato lui e Williams per partecipare al GP statunitense, così Belsø manca il debutto per la seconda volta. Oltretutto Ickx salta la prima giornata di prove perché all’aeroporto si accorgono che ha il visto scaduto per cui deve aspettare che il consolato belga glielo rinnovi.

Frank Williams with driver, Jacky Ickx (BE), Williams FW05.. Ickx failed to qualify.. United States Grand Prix West, Long Beach, california, USA, 28/03/1976.

 

Regazzoni viene reintegrato alla BRM anche perché Gethin non è rimasto esattamente entusiasta della P160E. Clay ne approfitta per pubblicizzare sul suo casco il pub che ha aperto qualche tempo prima a Pregassona.

Durante le prove del venerdì la Ensign svolge delle prove aerodinamiche per cercare di migliorare il flusso d’aria verso l’ala posteriore. Mo Nunn toglie l’ingombrante air-scoop integrato nel cofano motore e si fa prestare una presa d’aria sia da Beuttler che da Hunt per capire come migliorare la propria monoposto.

Alle 11:50 di sabato, quando mancano 10 minuti al termine della sessione del mattino, François Cevert perde il controllo della sua macchina nel tratto in salita della Esse. La Tyrrell sbatte contro il guardrail sulla destra e rimbalza verso il lato opposto dove picchia di nuovo e si capovolge strisciando sopra al guardrail che taglia la vettura all’altezza dell’abitacolo. Scheckter è il primo a giungere sul luogo dell’incidente e vede ciò che non avrebbe mai voluto vedere. Arriva anche Beltoise, cognato di Cevert, ma Scheckter lo ferma per impedirgli di avere un orribile ricordo. Cevert muore sul colpo. Aveva 29 anni.

La sessione del pomeriggio si trascina stancamente. Amon e Stewart fanno qualche giro ma poi Ken Tyrrell decide di ritirare la squadra, in accordo con lo scozzese (e soprattutto con la moglie Helen) che chiude la carriera senza disputare quello che sarebbe stato il suo centesimo e ultimo GP.

Nessuno migliora il tempo ottenuto da Peterson il giorno pima per cui lo svedese porta a 9 il numero di pole position stabilendo un record che verrà superato solo nel 1988 da Senna con la MP4/4.

L’ultimo schieramento dell’anno vede Peterson e Reutemann in prima fila seguiti da Fittipaldi e da Hunt che è sempre più veloce con la March privata di Lord Hesketh. Merzario è undicesimo con l’unica Rossa. Ickx è solo 23° con la Williams.

La partenza di Peterson è come sempre perfetta e gira in testa alla prima curva seguito da Reutemann, Hunt, Fittipaldi, Hailwood, Hulme e Scheckter.

Merzario è dodicesimo e precede Ganley, Follmer, Jarier, Lauda, Watson, Oliver, Beuttler, Hill, Ickx e Revson che si è piantato in partenza e sta recuperando.

Al quarto giro Hunt supera Reutemann e si porta in seconda posizione in scia a Peterson mentre Fittipaldi sente delle vibrazioni all’anteriore e viene scavalcato dalle McLaren di Hulme e Scheckter e ora è sesto. Dopo 33 giri Merzario è risalito al settimo posto ma all’uscita della curva che immette sul rettilineo si rompe il supporto dell’ala posteriore della Ferrari. Il comasco effettua un 360 gradi e continua con l’assetto gravemente compromesso per altri tre giri, poi viene richiamato ai box dove gli montano un musetto senza ala anteriore per bilanciare la macchina. Riparte sedicesimo (terz’ultimo).

Dopo 40 giri Hunt è sempre attaccato al cambio di Peterson mentre Scheckter vive un brutto momento quando gli si attiva l’estintore di bordo posizionato sotto le gambe. Il sudafricano non perde la calma ma subito dopo gli si rompe una sospensione e va in testacoda. Fittipaldi blocca i freni per evitare l’incidente e spiattella le gomme anteriori, rientra ai box per il cambio e lascia la quinta posizione a Revson che ha recuperato dal 23° posto.

Il finale di gara vive sulla lotta di Peterson che per tutta la corsa non è riuscito a distanziare la March di Hunt. L’inglese fa segnare anche il giro più veloce al penultimo giro ma non riesce a portare l’attacco decisivo e conclude al posto d’onore con meno di 7 decimi di distacco.

Terza vittoria nelle ultime 4 gare per Peterson che chiude il Mondiale al terzo posto con soli 3 punti di distacco da Fittipaldi nonostante non abbia conquistato nemmeno un punto nei primi 5 GP per colpe non sue. James Hunt regala a Lord Alexander Hesketh il secondo posto in F1 e si classifica ottavo nella classifica piloti pur avendo disputato solo 9 GP su 15 con una F2 riadattata.

Con la settima vittoria stagionale (4 di Peterson e 3 di Fittipaldi) la Lotus riempie di adesivi l’alettone e vince la sua sesta Coppa Costruttori, tre delle quali con la Lotus 72.

Il giorno seguente, 8 ottobre, la Ferrari annuncia che Clay Regazzoni e Niki Lauda saranno i piloti ufficiali per il 1974.

Peter Revson non ha trovato l’accordo perché avrebbe voluto correre la Indy 500 e Ferrari non glielo ha concesso. Jarier invece aveva già firmato un contratto con la March e Mosley chiedeva una cifra spropositata per svincolarlo. Inoltre la Ferrari sta per interrompere la collaborazione con la Shell francese che spingeva per avere il proprio “protégé” a Maranello.

La firma di Lauda è arrivata in realtà nel weekend del GP d’Austria, quando si è presentato col tutore al polso, ma è stata tenuta segreta perché il viennese doveva ancora avere dei soldi da Stanley e ha preferito evitare spiacevoli complicazioni. I due nuovi piloti vanno subito a Fiorano per fare conoscenza con la B3.

Regazzoni guadagnerà 60 milioni di lire (467mila euro) e Lauda 20 milioni (156mila euro) al netto delle sponsorizzazioni personali, ovviamente. Regazzoni “arrotonda” lo stipendio grazie a un contratto pubblicitario con il marchio di pelletteria di lusso Etienne Aigner.

Entrambi i piloti diventano inoltre ambasciatori della Heuer firmando un contratto direttamente con Jack Heuer che collabora con la Ferrari fin dal 1971 avendo installato l’impianto di rilevazione dei tempi sulla pista di Fiorano.

La settimana successiva la squadra si sposta a Misano dove Lauda ha a disposizione due 312B3 per provare nuove gomme e sospensioni modificate. Regazzoni è assente perché impegnato a Brands Hatch per una gara di F5000. Lauda non conosce la pista e i tempi sono più alti di quelli fatti segnare da Merzario con la vecchia versione dotata di radiatore anteriore.

Enzo Ferrari assiste alle prove (è stato fra i promotori della costruzione dell’autodromo romagnolo) e annuncia che a Maranello si sta completando una 312P con la quale Lauda e Regazzoni correranno alcune gare del Mondiale Sport Prototipi.

Il nuovo organigramma della squadra corse di F1 per il 1974 prevede l’allontanamento di Sandro Colombo e il ritorno di Mauro Forghieri. Giorgio Ferrari e Giancarlo Bussi passano all’Ufficio Esperienze insieme a Giacomo Caliri, il quale comunque sarà presente alle gare. Ermanno Cuoghi è il nuovo capomeccanico di Lauda e Giulio Borsari, “perdonato” da Forghieri, guida la squadra di Regazzoni.

Le prove continuano a Vallelunga l’ultima settimana di ottobre alla presenza di entrambi i piloti. La macchina di Lauda ha la posizione di guida più avanzata di circa 10 cm e sembra avere più guidabilità.

Intanto Louis Stanley minaccia di portare in tribunale entrambi i suoi ex piloti; Regazzoni per aver provato la B3 a Fiorano in estate e Lauda perché ha un contratto di altri 2 anni con la BRM.

Sempre a proposito di beghe legali, Fittipaldi ha finalmente trovato la squadra per il 1974: la McLaren. Com’è noto da tempo, l’ex Campione del Mondo si porta dietro la grossa sponsorizzazione della Marlboro e della Texaco mentre la McLaren ha un’opzione di esclusiva per il 1974 con la Yardley che appartiene alla British American Tobacco ed è quindi concorrente della Philip Morris. Entrambe le parti (McLaren e Yardley) minacciano di trascinarsi vicendevolmente in tribunale. Inoltre, essendo Fittipaldi ancora sotto contratto con la John Player fino al 31 dicembre, scende in pista a Le Castellet per le prime prove con una M23 priva di sponsor ma con qualche riflesso rosso.

A metà novembre Regazzoni prova a Fiorano la 312P ’74 annunciata a Misano da Enzo Ferrari. Si tratta di una biposto col passo corto come la 312PB del 1972 ma con un’aerodinamica molto complessa alle spalle del pilota.

Le ultime prove dell’anno della Ferrari si concludono a metà dicembre, sempre a Le Castellet, ma Regazzoni esce di pista nella curva che immette sul traguardo e danneggia la B3 in modo tale da dover essere riportata a Maranello.

Intanto sul mondo incombe lo spettro della crisi petrolifera.

 

Giovanni Talli

F1 SEASON REVIEW: 2005

Finisce l’era Schumacher, inizia quella dei suoi eredi.

La FIA riscrive mezzo regolamento con il proposito non troppo velato di contrastare il “millenario” dominio Ferrari. La norma che si rivelò più efficace fu l’obbligo di disputare qualifiche e gara con lo stesso treno di gomme, forse la trovata più idiota mai congegnata dalla FIA [anno domini 2022]. La Bridgestone, che privilegiava la prestazione alla durata, o portava coperture dalla buona prestazione ma che reggevano giusto un terzo di gara oppure portava dei sassi indigesti che non volevano saperne di entrare in temperatura.

I rivali della Michelin gli saranno superiori in quasi ogni condizione di pista e di atmosfera. Tra le varie conseguenza, la più dannosa (e ovvia) fu che i piloti rinunciavano a darsi battaglia per preservare le gomme, e di conseguenza il numero di sorpassi si ridusse di un terzo. La FIA abrogò la norma a fine anno; del resto l’obiettivo era stato raggiunto.

17.06.2005 Indianapolis, USA,
Ralf Schumacher, GER, Panasonic Toyota Racing, TF105, Action, Track crashed at the last corner – June, Formula 1 World Championship, Rd 9, American Grand Prix, Indianapolis, USA, Practice – www.xpb.cc, EMail: info@xpb.cc – copy of publication required for printed pictures. Every used picture is fee-liable. © Copyright: Photo4 / xpb.cc – LEGAL NOTICE: THIS PICTURE IS NOT FOR ITALY AND GREECE PRINT USE, KEINE PRINT BILDNUTZUNG IN ITALIEN UND GRIECHENLAND!

Una trovata parimenti idiota ma almeno più efficace nel portare scompiglio fu la chiusura della pitlane durante la permanenza in pista della SC, con la conseguenza di favorire in modo inverecondo chi si era fermato poco prima. La capacità di questa regola di stravolgere il risultato finale vedrà gli esempi più nefasti negli anni a seguire (es. Germania e Singapore 2008), ma già quest’anno avrà modo di fare i suoi danni.

Le norme sulle qualifiche vengono riscritte un paio di volte nel corso dell’anno e perseguono l’idea del giro singolo (ora a due manche con somma dei tempi, stile sci) introdotto nel 2003. Lo stillicidio di proposte si concluse alla fine dell’anno, quando venne deciso il format di qualifica “a fasi”.

La trovata che però ebbe conseguenze a più ampio raggio riguardò i motori. Riprendendo un’idea dell’anno prima, ogni pilota è obbligato a usare lo stesso motore per due weekend di gare consecutivi (a meno di ritiri), pena la retrocessione di 10 posizioni sulla griglia di partenza. Restrizioni del genere fanno ridere paragonate a quelle attuali, dove tre motori devono farne venti, ma all’epoca fu una rivoluzione. A posteriori è stato il primo step del passaggio da una formula di velocità pura (come quella di fine ’90/ primi ’00) a una di gestione, come quella attuale. Vista in quest’ottica la lotta tra Alonso e Raikkonen assume quasi il valore metaforico di scontro tra epoche.

11.09.2005 Spa Francorchamps, Belgium,
Michael Schumacher, GER, Scuderia Ferrari Marlboro, F2005, Action, Track and Takuma Sato, JPN, BAR Honda crashed at turn 1 – September, Formula 1 World Championship, Rd 16, Belgian Grand Prix, Sunday Race – www.xpb.cc, EMail: info@xpb.cc – copy of publication required for printed pictures. Every used picture is fee-liable. © Copyright: R.Batchelor / xpb.cc

Grazie a tutte queste nuove idee, e a qualche modifica minore ma non trascurabile del regolamento tecnico (come l’altezza delle ali), la FIA ottenne il risultato epocale di spodestare Michael Schumacher e la Ferrari. A fine anno arriveranno solo terzi in entrambe le classifiche e senza il regalo di Indianapolis avrebbero concluso anche più indietro. Il problema principale della Ferrari furono le Bridgestone (anche perché non disponevano di scuderie competitive con cui incrociare i dati), come dimostra il recupero nel 2006, ma anche la F2005 aveva i suoi difetti, come il fondo che stallava, un’aerodinamica troppo conservativa e una cattiva integrazione tra le varie parti della macchina.

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Dopo anni passati all’ombra del Kaiser i protagonisti dell’annata finalmente sono loro due: Alonso e Raikkonen, i migliori talenti della generazione emergente. La Renault domina le prime gare ma poi viene raggiunta e superata in prestazione dalla McLaren. Alonso prima accumula un vantaggio ingente e poi gestisce il “tesoro” di punti, agevolato dal nuovo sistema di punteggio che minimizzava lo scarto di punti tra il primo e il secondo. Oltre al sistema di punteggio, Raikkonen fu ostacolato anche dall’affidabilità della sua macchina, che ebbe problemi in una gara su due, e da un Montoya se possibile più dispersivo del solito. La combo Kimi+Mp4/20 avrebbe vinto tutte le gare da San Marino in poi senza noie tecniche; se ci mettiamo il fatto che il finlandese non ha messo una ruota fuori posto in tutto l’anno e ha compiuto imprese rimaste negli annali, si capisce come mai il 2005 sia considerato il suo vertice sportivo.

Cionostante sarebbe ingiusto sminuire il valore della stagione di Alonso. Vero è che Raikkonen ha avuto come principale avversario la sua macchina, ma ad approfittarne c’era sempre lui, mai qualcun altro. Ha concluso a podio tutte le gare in cui ha visto la bandiera scacchi (tranne Montecarlo), per un totale di 15 volte su 18 partenze. Il “vincitore morale” resta il finlandese, ma il titolo di Alonso è stato conquistato con merito.

Inoltre l’ucronia “se Raikkonen avesse avuto una macchina più affidabile…” è indeterminata: durante la stagione Alonso ha sempre dovuto gestire un vantaggio considerevole in classifica, quindi il suo approccio è stato spesso conservativo. Come dimostrazione, a fine campionato, una volta chiusa la partita mondiale, mostrò una velocità paragonabile a quella del talento di Espoo. Va comunque detto che, malgrado fosse lui quello in gestione, lo spagnolo è stato quello che ha fatto più errori gravi (Canada e Ungheria), cosa che lo pone di un pelo sotto Raikkonen.

I loro compagni, i nuovi acquisti Fisichella (Renault) e Montoya (McLaren) non potranno nulla contro di loro, un po’ guai tecnici (soprattutto per Fisichella) ma anche per un discorso di preferenze in seno alla squadra e di adattamento alle nuove vetture.

 

[COURTESY OF CRASH.NET]

Gli altri concorrenti erano partiti bene (tanto che dopo le prime gare si prospettava una stagione come la 2003, cioè con tanti vincitori diversi e tante scuderie che ad ogni weekend si contendevano la vittoria) ma nessuno di loro riuscì a compiere il balzo di qualità necessario per lottare al vertice. Toyota e Williams conquistarono svariati podi nel primo terzo di campionato, ma regredirono e smisero di essere competitivi dal Canada in poi. La BAR (al netto della squalifica) sarà solo l’ombra della scuderia che l’anno prima lottava (vabbé) contro la F2004, per quanto Button a fine anno sarà quello col maggior numero di arrivi a punti consecutivi. Della Ferrari si è già detto. Si assiste al debutto di una scuderia inizialmente schernita ma che poi avrebbe assunto un’importanza capitale: la Red Bull.

Round 1: Australia

Fisichella domina un gp reso anomalo da un acquazzone durante le qualifiche.

[COURTESY OF MOTORSPORTCLAN.COM]

Fisichella schiva l’acqua durante il giro buono e conquista la pole, mentre tutti gli altri top player si beccano la pioggia e partono nelle retrovie. La Domenica scatta bene e va a vincere mantenendo la testa per tutti i 57 giri. Trulli parte accanto a lui ma il graining e una strategia sbagliata lo fanno scivolare fuori dai punti. Sul podio finiscono così gli unici due dei top team che riescono a schivare il tappo di Jacques Villeneuve, ovvero Barrichello e Alonso. Il brasiliano salva il weekend della Ferrari, ma si capirà molto presto che la Grande Ferrari appartiene ormai al passato. La Red Bull sogna il podio all’esordio con Coulthard ma alla fine si accontenta di un comunque ottimo quarto posto.

L’anno si apre in modo mesto per Schumacher e Raikkonen. Entrambi bloccati nel trenino capitanato da Villeneuve, il primo subisce lo speronamento della Williams di Heidfeld, comunque ben lontano dalle posizioni che contano, mentre il finlandese stalla sulla griglia di partenza (era decimo) e parte dai box. Terminerà ottavo.

Segnalo la mossa della BAR, che sfrutta un buco del regolamento: una volta constatato che le due vetture non sarebbero mai andate a punti, al penultimo giro fa rientrare Button e Sato per figurare come ritirati e pertanto beneficiare di unità propulsive nuove per il gran premio successivo. Il regolamento viene emendato prima del round successivo.

Round 2: Malesia

In questo segmento di stagione la vettura da battere è la Renault e Alonso ne da dimostrazione dominando la gara dalla pole senza neanche spingere fino in fondo.

2005 Malaysian Grand Prix – Sunday Race,
2005 Malaysian Grand Prix
Sepang, Kuala Lumpur. Malaysia. 20th March 2005
World Copyright: Steve Etherington/LAT Photographic
ref: 48mb Hi Res Digital Image Only

Ventiquattro secondi dopo, Jarno Trulli conquista il primo podio per la Toyota. Dopo tre anni di risultati inesistenti, la traversata del deserto per il team giapponese è finita. Oh, questo si diceva all’epoca, non sghignazzate.

La lotta per il terzo gradino del podio vede Fisichella, in difficoltà con l’assetto (brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP), tamponare Webber (Williams) con una manovra di difesa troppo ottimistica. Heidfeld ringrazia e porta a casa il primo podio stagionale per la scuderia di Grove. Bella lotta anche tra le Williams e Ralf Schumacher.

Gli altri sedicenti candidati al titolo sono andati male. Le due BAR chiudono dopo tre giri per l’esplosione dei motori Honda nuovi di pacca. Raikkonen seguiva il gruppetto dei primi prima che gli cedesse una gomma. La sua rimonta si fermerà a pochi decimi dalla zona punti. E le Ferrari?

[COURTESY OF REDDIT.COM]

It was a complete and utter disaster. Quando perfino Coulthard su Red Bull (scuderia messa in piedi in fretta e furia a tre mesi dall’inizio del mondiale ed edificata sul fallimeno Jaguar) viaggia regolarmente davanti a entrambe le Ferrari, più che un campanello d’allarme sono le campane di S. Pietro a Pasqua. Dopo le qualifiche le Ferrari si trovano al DODICESIMO e TREDICESIMO posto, davanti solo alle frattaglie dello schieramento. In gara il passo è inesistente; MSC chiuderà settimo solo grazie alle sfortune altrui (ma con qualche giro in più sarebbe finito preda di Klien e Massa) mentre Barrichello si ritira perché non riesciva più a stare in pista.

Le Bridgestone (secondo alcuni troppo dure, secondo altri troppo morbide, per tutti una sciagura) sono un caprone espiatorio, ma la realtà è che la vecchia F2004 ha mal digerito i nuovi regolamenti e soprattutto le nuove gomme. Si aspetta la F2005, ma non si sente parlare di tempi record al Mugello. Quando Brawn anticipa che le sospensioni saranno un’evoluzione di quelle vecchie (ricordo che le sospensioni sono l’elemento principale nella gestione delle gomme) si intuisce che l’annata sarà dura.

Round 3 – Bahrain

Alonso continua la marcia trionfale nel GP più caldo di sempre, per l’epoca, seppur con qualche rivale in più. Le McLaren mostrano una buona velocità ma partono troppo indietro per insidiarlo.

[COURTESY OF F1FANSITE.COM]

Prima del GP Montoya si infortuna alla spalla, ufficialmente durante un match a tennis, anche si vocifera di un incidente in moto. Lo sostituisce il sottovalutato Pedro De La Rosa. La Ferrari anticipa il debutto della F2005 ma non sembra essere la mossa risolutiva. Schumacher fa secondo in qualifica con poca benzina e la Domenica Alonso lo regola senza affanni finché un guasto all’idraulica pone termine alla gara. La strada per tornare al vertice sarà lunga. Ancora peggio va a Barrichello: qualificato ultimo per problemi tecnici, in gara mostra una convincente rimonta fino a quando non gli crollano le gomme. Concluderà fuori dai punti e doppiato. Per gli impallinati delle statistiche: Ferrari fuori dai punti per la prima volta da Brasile 2003. E’ dal 1999 che la nuova macchina non si rivela vincente all’esordio; qualcosa vorrà pur dire.

Al momento l’avversario più convincente della Renault è la Toyota, che con una strategia migliore per Trulli avrebbe potuto sopravanzare Alonso in occasione della seconda sosta. L’italiano conclude comunque secondo. Tirata d’orecchie per Raikkonen, che in qualifica è solo nono, dietro anche a De La Rosa. In gara le McLaren recuperano e, dopo qualche avventura tra le dune, concludono 3 e 5, il finlandese davanti allo spagnolo. Bella lotta tra De La Rosa e Webber e in generale grande weekend per Pedro, che non partecipava a una gara dal 2002 (per me resta uno dei piloti più sottovalutati degli ultimi decenni). Fisichella si ritira al secondo giro per guasto al motore. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP.

In entrambe le classifiche il distacco si fa importante. La Renault guida con 36 punti davanti a Toyota (25), McLaren (19), Williams (13), Red Bull (12, grande inizio di stagione) e Ferrari (10). Storia simile anche nella classifica piloti, con Alonso (26) già ben davanti a Trulli (16), Fisichella (10), e, quarto a sorpresa, Coulthard (9). Raikkonen e Montoya sono fermi a 7 e 8 punti.

Round 4 – San Marino

Alonso vince la terza gara consecutiva ma deve dar fondo al suo talento per negare la vittoria un redivivo Schumacher, mentre Raikkonen si ritira mentre conduce in testa (prima volta di troppe).

[COURTESY OF MOTORSPORTMAGAZINE.COM]

Dopo un inizio di stagione sonnacchioso, finalmente si assiste a quello che la F1 dovrebbe essere, ovvero una lotta al limite e corretta tra i migliori piloti al mondo. Il duello tra Schumacher e Alonso negli ultimi giri, con il tedesco molto più veloce dell’asturiano ma incapace di sorpassarlo (un po’ perché Imola è una sorta di Hungaroring con più fascino, un po’ perché l’asturiano non ha concesso il minimo spiraglio, un po’ per l’aerodinamica dell’epoca) è il passaggio del testimone tra il Kaiser e la nuova generazione.

Il resto della gara funse da preparazione al climax finale. Il tedesco sacrifica il Sabato (solo 14°, probabilmente per aver scelto gomme più dure) per rimontare grazie a una strategia perfetta, una velocità degna dell’anno prima e alcuni sorpassi piazzati nel momento giusto (spettacolare quello su Button prima dell’ultima sosta). La velocità del tedesco è testimoniata dal fatto che il suo gpv è stato di 1s più veloce della muta degli inseguitori (!!!).

Il dato in realtà è parziale, perché non si sa quello che avrebbe combinato Raikkonen. Partito dalla pole, nei primi otto giri aveva conquistato 3.5s di vantaggio su Alonso, malgrado 3 giri in più di benzina. Con questo ritmo sarebbe arrivato alla sosta con 10s di vantaggio, ma il cambio lo lascia a piedi dopo appena nove giri. Il risultato è che dopo quattro gare Raikkonen langue a 7 punti mentre Alonso è a 36; la rimonta pare già impossibile, ma il finlandese e la McLaren reagiranno.

Jenson Button conclude terzo dopo una lotta iniziale con Alonso. Anche la rinascita della BAR sarà effimera, ma per altre ragioni: durante le verifiche tecniche sulla sua macchina salta fuori una stanza segreta del serbatoio. Non sarebbe illegale in sé, se non fosse che 1) tale serbatoio supplementare non risulta sui disegni depositati ma soprattutto 2) perché consente di viaggiare sottopeso per buona parte della gara. Il serbatoio segreto infatti rimane vuoto durante il gp finché non viene riempito durante l’ultima sosta, così che la macchina possa rientrare nel peso minimo alle verifiche finali. La BAR le proverà tutte in tribunale ma con scarso successo. La FIA le toglie i risultati conseguiti nel 2005 e la squalifica per le due gare successive. La soffiata in realtà era arrivata mesi prima (già in Malesia c’era stata un’ispezione) e tutta questa storia pone un interrogativo anche sulle sorprendenti prestazioni del 2004.

Il podio va quindi ad Alex Wurz (nuovo sostituto di Montoya), che segna il record tra la maggiore distanza temporale tra due podi (il precedente risaliva al 1997). La Toyota perde terreno ma alla fine con il 5° posto di Trulli mantengono la seconda posizione in entrambe le classifiche. La Toyota manca il treno degli aggiornamenti e di fatto il mondiale per loro finisce qui. Fisichella si schianta al Tamburello al quinto giro per un malfunzionamento del controllo trazione. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP. La Ferrari sembra essere rinata, ma sarà un’illusione, frutto più di un errore di Michelin nella scelta delle gomme (e di alcuni problemi al motore di Alonso).

Round 5 – Spagna

Il pubblico spagnolo è in delirio per Alonso ma la gara vede l’affermazione incontrastata di Raikkonen e della McLaren.

[COURTESY OF MAXF1.NET]

La squadra ha ormai trovato la quadra e, senza errori o interferenze esterni, Raikkonen domina il weekend. Conquista la pole e scappa già dal via (che vede entrambe le Minardi restare piantate sulla griglia) con 13 gpv nei primi 17 giri (!!!). Alonso soffre di blistering e pensa più ad arrivare in fondo che a sfidare il finlandese . Concluderà secondo a mezzo minuto seppur confortevolmente davanti agli altri.

La corsa per il terzo posto viene vinta dal solido Trulli, che batte Ralf e Webber. Michael era della partita ma una doppia foratura lo induce a ritirarsi per motivi di sicurezza. Le battute si sprecano: andava troppo forte per le Bridgestone… Montoya era in rimonta dopo un brutto primo stint, ma alla prima sosta il sistema di rifornimento non gli versa neanche una stilla di carburante. Gli toccherà ripeterla il giro dopo; alla fine chiuderà settimo. Fisichella era in lotta con il compagno di squadra finché non gli cede qualcosa sull’ala anteriore. Si ferma a cambiarla e rimonterà fino alla quinta posizione, ma poteva finire sul podio. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP.

C’è voluto del tempo ma la McLaren è tornata, sebbene Alonso disponga ancora di un vantaggio oceanico.

Round 6 – Montecarlo

Raikkonen vince un gp ingiustamente poco ricordato mentre Alonso conclude giù dal podio per la prima volta in stagione.

[COURTESY OF PINTEREST.COM]

Era un noioso tranquillo gp monegasco finché Albers su Minardi non si gira al Mirabeau. Coulthard arriva sul luogo dell’incidente e inchioda, Michael Schumacher non reagisce in tempo e lo tampona. I tre bloccano la carreggiata e dietro di loro si forma fila di macchine stile GRA. L’ingorgo si risolverà in poche decine di secondi, ma il direttore di gara manda la SC per precauzione.

Alonso si trova nel posto giusto al momento giusto e rifornisce per arrivare a fine gara, mentre Raikkonen manca la finestra utile e ci rinuncia. Quello che sembrava una benedizione per Alonso presto si rivela un incubo: nell’arco di 10 giri Kimi gli guadagna 30s (!) e può permettersi di pittare senza perdere la testa della corsa, mentre i due della Renault vanno in crisi di gomme – alla fine i due gireranno fino a 10s (!) più lenti degli avversari. Fisichella (che aveva perso tempo ai box accodandosi al caposquadra) sarà sorpassato da tutti i piloti ad esclusione di Jordan e Minardi, mentre Alonso cede solo alle due Williams – ma tempo un paio di giri e avrebbe fatto la sua stessa fine.

2005 Monaco Grand Prix
Monte Carlo, Monaco. 19th – 22nd May.
Fernando Alonso, Renault R25 leads Nick Heidfeld, Williams F1 BMW FW27 and Mark Webber, Williams F1 BMW FW27. Action.
World Copyright: Lorenzo Bellanca/LAT Photographic
ref: 35mm Image 05Monaco03

La peculiarità della gara è illustrata anche dalle gare di Montoya e Ralf Schumacher, che arrivano quinti e sesti malgrado partissero ULTIMO e PENULTIMO! A Montecarlo! Segnalo anche la gara di Michael Schumacher: trovatosi quindicesimo dopo il tamponamento su Coulthard, recupera a suon di sorpassi (!) fino alla settima posizione. Le Sauber stavano battendo entrambe le Ferrari (a parità di motore), ma una manovra fratricida di Villeneuve le mette fuori gioco entrambe.

Raikkonen ha dominato nel vero senso della parola: oltre a fare la pole con più benzina di tutti e a passare tutta la gara in testa, ha neutralizzato le circostanze avverse, dando fino a 3s al giro agli altri, allo stesso tempo preservando la gomma alla perfezione.

Chi inizia ad avere qualche dubbio è Alonso. Il suo vantaggio è ancora rassicurante (49 punti contro i 27 del più vicino inseguitore, ora Raikkonen), ma la macchina ha faticato in Spagna e ha faticato ancor di più a Montecarlo. Più serrata la lotta nel WCC, con Renault (63) che non ha più tanto margine sulla McLaren (51), che ha superato Toyota (43).

 

Round 7 – Europa

Il campionato si stava mettendo bene per Raikkonen, così la sorte decide di rimettere a posto le cose. Il nomignolo “Culonso” si afferma a partire da questa gara.

A distanza di quindici anni questa gara è ancora una ferita aperta per tutti i fan di Kimi quindi sarò sintetico. Raikkonen piega un coriaceo Heidfeld (partito dalla pole, l’ultima del decennio per la Williams) e conduce la gara fino a un giro dalla fine. Dopodiché accade la scena più iconica del 2005. Prima dell’ultima sosta il finlandese aveva effettuato un bloccaggio e si era procurato un leggero flatspot all’anteriore dx. Di base era poca cosa ma la gomma iniziò a vibrare sempre di più (non era stato possibile sostituirla al pit a causa del noto regolamento) fino a quando la sospensione non si arrende agli stress e si disintegra in pochi metri. Raikkonen vola fuori pista, con la ruota che resta miracolosamente attaccata alla macchina grazie ai nuovi cavi di ritenzione. Questa gara mi insegnò il valore catartico delle bestemmie…

Certo, Raikkonen poteva fermarsi per cambiare la ruota. Ciò avrebbe significato perdere la vittoria. Il team ha corso un rischio e gli è andata male. Alonso ringrazia e ritorna sul gradino più alto del podio.

Questa gara la potevano vincere in tanti. Heidfeld ha scontato la strategia a tre soste, Trulli un drive through, comminatogli perché i suoi meccanici non lasciano in tempo la piazzola sulla griglia di partenza. Webber e Montoya si scontrano al via; il primo si ritira, il secondo resta bloccato nel traffico e concluderà solo settimo. Stessa sorte per le Ferrari (anche se Barrichello finirà sul podio). Coulthard porta in testa la Red Bull per i primi, storici, giri, ma il podio gli viene negato per una penalità per il maxi-tamponamento del primo giro. Fisichella parte dai box perché la sua macchina si spegne sulla griglia. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP.

Per le aspirazioni mondiali di Raikkonen, questa è una mazzata. Alonso prende il largo in classifica: ora ha più del doppio dei suoi punti, 59 contro 27.

 

Round 8 – Canada

Sei piloti diversi potevano vincere la gara, ma uno dopo l’altro vengono falciati dalla sorte o dall’imperizia. Raikkonen è il fortunato che emerge vincitore (suona strano).

[COURTESY OF REDDIT.COM]

In prima fila ci sono a sorpresa Button e Schumacher, ma il loro start è pessimo e vengono risucchiati dal gruppo. In testa si afferma Fisichella, scattato come un fulmine dalla quarta casella, mentre alle sue spalle Alonso morde il freno. L’italiano conduce fino al 33° giro, quando rallenta e si ritira per un problema idraulico.  Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP. Lo spagnolo prenderà il suo posto al comando, ma dopo sei giri compie uno dei suoi rari errori e si autoelimina sbattendo contro uno dei tanti muretti di Montreal. Ora Montoya è il nuovo leader, con 5s su un Raikkonen abbastanza opaco – anche da giovane si prendeva poco con il Gilles Villeneuve.

Michael Schumacher e Button stavano lottando per la terza posizione a mezzo minuto dai primi quando l’inglese esce largo dall’ultima curva e si spalma sul Muro dei Campioni. Entra in pista la SC, ma Montoya per un soffio manca la finestra utile per fermarsi, a differenza del teammate. Rimedierà pochi giri ancora dopo sotto SC, ma introduce la tradizione di ignorare il semaforo rosso all’uscita dei box e sarà squalificato. Alla ripartenza Schumacher incalza Raikkonen, che vincerà con un vantaggio risicato, nonostante una scivolata. Trulli era miracolosamente terzo quando al penultimo giro gli cedono i freni. Il suo posto sul podio viene raccolto da Barrichello, risultato altrettanto insperato dato che partiva dalla pitlane.

La Fortuna restituisce a Raikkonen l’infamia del Nurburgring. 59 punti contro 37.

 

Round 9 – Stati Uniti d’America

Bastano due auto per fare una corsa” (cit).

19.06.2005 Indianapolis, USA,
Michael Schumacher, GER, Scuderia Ferrari Marlboro, F2005, Action, Track leads The Start of the race – June, Formula 1 World Championship, Rd 9, American Grand Prix, Indianapolis, USA, Race – www.xpb.cc, EMail: info@xpb.cc – copy of publication required for printed pictures. Every used picture is fee-liable. © Copyright: xpb.cc

Bene o male la storia di USA 2005 la sapete tutti. La crisi si apre Venerdì quando si squarcia lo pneumatico posteriore dx di Ralf mentre percorre la famosa curva sopraelevata (seconda volta in due anni). Appare chiaro che le gomme portate dalla Michelin per Indianapolis non reggono le sollecitazioni di curva 13. La casa francese proporrà ogni soluzione possibile (portare gomme di un tipo diverso, obbligare i suoi team al cambio gomme ogni 10 giri, far percorrere la sopraelevata non a piena velocità, inserire una chicane prima o addirittura rendere l’evento non valido per il mondiale di F1) ma si scontrerà sempre contro il veto della Ferrari. In gara i gommati Michelin percorreranno il giro di formazione (in modo da garantire la presenza legale) poi imboccano la corsia dei box e si ritirano come da accordi.

Partiranno solo i gommati Bridgestone, ovvero Ferrari, Jordan e Minardi. La gara sarà la più ovvia possibile, anche se il duo ferrarista prova a elettrizzare la corsa rischiando un autoscontro dopo la prima sosta. Sul podio l’unico che ha qualcosa da festeggiare è Monteiro, che conquista l’ultimo podio della Jordan e il primo per un pilota portoghese. Rammarico per Raikkonen, dato che Alonso sembrava in difficoltà (solo sesto, dietro anche a Fisichella), ma quello che ha più da recriminare è Trulli, che aveva conquistato la seconda pole in carriera, in un tracciato dove tipicamente andava come un treno. Diverte osservare che Schumacher, malgrado la pessima Ferrari, disti solo quattro punti da Raikkonen.

 

Round 10 – Francia

Dopo un periodo opaco Alonso compie una prova di forza vincendo dalla pole e doppiando tutti i piloti giù dal podio. L’unico che poteva contrastarlo, Raikkonen, rompe il motore in prova ed è condannato a una gara nelle retrovie.

[COURTESY OF REDDIT.COM]

Alonso conquista la pole con un decimo su Trulli, ma in gara non c’è storia. Lo spagnolo scappa via mentre l’italiano rallenterà tutto il gruppo dietro di lui, in uno dei Trulli Train più celebri. Ciò favorisce Alonso ma paradossalmente anche Raikkonen: poiché il gruppo resta compatto nelle prime dieci posizioni, il finlandese, che era partito per una tattica a due soste contro le tre altrui, può scavalcarlo tutto (!) grazie ai giri di carburante in più (poi uno mi chiede perché sono contrario ai rifornimenti.). Alonso ora guida davanti a Raikkonen e Montoya (scavalcato anche lui al pit), ma il colombiano rallenta e si ritira per un problema all’impianto idraulico.

L’ordine d’arrivo vede pertanto Alonso trionfare (sempre in testa per tutta la gara malgrado ben tre pit stop) davanti a Raikkonen e Schumacher, quest’ultimo ben staccato. Button, quarto, è doppiato ma almeno conquista i primi veri punti della stagione per la BAR. Fisichella conclude sesto, attardato da una prima sosta problematica. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP.

La Renault non poteva sperare in un weekend migliore nella gara di casa. La McLaren era più veloce non ha saputo approfittarne.

 

Round 11 – Gran Bretagna

Dopo tanto tribolare Montoya conquista la prima vittoria in McLaren dopo un lungo duello con Alonso. Raikkonen è di nuovo costretto a rimontare dal fondo, sempre per lo stesso motivo.

2005 British Grand Prix.
Silverstone, England. 8th – 10th July 2005.
Juan Pablo Montoya, McLaren Mercedes MP4-20 leads Fernando Alonso, Renault R25 and Kimi Raikkonen, McLaren Mercedes MP4-20. Action.
World Copyright: Charles Coates/LAT Photographic
Ref: 35mm Image A21

Raikkonen rompe il motore nelle libere e il suo weekend parte già in salita. In qualifica Alonso lo beffa per soli 27 millesimi ma verrà arretrato di dieci posizioni. Il suo weekend sarà salvato da Montoya: il colombiano parte terzo ma brucia Button al via e Alonso verso le Becketts. Lo spagnolo è veloce ma gli strateghi McLaren battono d’astuzia gli omologhi francesi, così che Montoya può riesce finalmente vincere la sua prima gara stagionale. La fase di adattamento alla squadra e alla macchina è terminata, peccato solo per i punti buttati finora. Alonso può consolarsi sapendo di aver comunque allungato in classifica.

Raikkonen è stato l’uomo più veloce in pista anche in questa gara, ma la posizione di partenza lo ha notevolmente penalizzato. Negli anni 2000 i sorpassi a Silverstone non sono all’ordine del giorno (penso di averne contati due in totale) e Raikkonen resta bloccato nel solito “Trulli Train”, per poi scatenarsi a pista libera dopo le soste dei piloti che lo precedevano. A fine gara in Renault gli regalano il podio quando la macchina di Fisichella si spegne durante il pit stop facendogli perdere una decina di secondi e la terza posizione. Brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP.

Il campionato per Raikkonen si allontana e in futuro le cose non miglioreranno.

 

Round 12 – Germania

A casa loro” (cit.). Per l’ennesima volta Alonso approfitta dei guai McLaren e va a vincere davanti a Montoya, in rimonta dall’ultima posizione. Raikkonen si ritira per un guasto elettrico mentre era in testa.

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In qualifica il finlandese stacca di mezzo secondo tutti gli inseguitori e in gara si ripete: dopo 10 giri ha quattro secondi di vantaggio, dopo 20 ne ha 8. Avrebbe vinto la gara con mezzo minuto di vantaggio, se la sua macchina non avesse improvvisamente rallentato al giro 36. Un cedimento nell’impianto idraulico regala la gara ad Alonso. Lo spagnolo a questo punto deve solo gestire il mezzo minuto di vantaggio che aveva su Michael Schumacher per vincere la corsa, come puntualmente accade.

Il tedesco va in crisi di gomme e negli ultimi giri scivola da secondo a quinto. La seconda posizione sarà ereditata da Montoya al termine di un weekend ricco di emozioni. In qualifica stava conquistando la pole, ma nell’ultima curva scivola e si schianta contro il muro. Parte ultimo, ma nel primo giro approfitta delle numerose collisioni in curva 3 e si porta in undicesima (!) posizione. Due giri dopo diventa nono, e da quel punto in poi il grosso carico di benzina lo porta in zona podio. Senza l’errore in qualifica avrebbe vinto facilmente.

Button conclude a podio per la prima vera volta in stagione. Fisichella è quarto dopo la consueta sfortuna (al via subisce l’altrettanto consueto tamponamento di Sato). Il romano non è certo al livello di Alonso ma in questa stagione gliene stanno capitando di tutti i colori. Discorso simile per Trulli, che ha una gara così da incubo che merita di essere menzionata: al via rallenta per evitare una collisione davanti a lui. Viene tamponato e rimedia una foratura. Prova a rimontare, ma gli danno un drive through per aver ignorato delle bandiere blu. Alla fine gli cede anche il motore. Giornataccia. Gara movimentata anche per Villeneuve jr, che prende parte in tre (!) diversi incidenti: al giro 1, al giro 4 e al giro 27 (stavolta fatale per la sua gara).

Alonso ha 87 punti, 36 in più di Raikkonen. Mancano solo 7 gare, ovvero 70 punti al massimo. Se Raikkonen vincesse tutte le restanti gare (possibile), ad Alonso basterebbe finirgli sempre alle spalle per vincere senza problemi. E anche se Montoya si svegliasse e tornasse concreto e quindi Alonso finisse terzo in tutte quante, lo spagnolo manterrebbe ancora 8 punti di vantaggio.

Il mondiale è praticamente suo. Su 11 gare, Alonso ne ha vinte sei. In tre di queste ha approfittato del ritiro di Raikkonen mentre era in testa. Questo dato inquadra il campionato in maniera perfetta.

 

Round 13 – Ungheria

Un capolavoro strategico permette a Raikkonen di battere un Michael Schumacher in grande spolvero, mentre Alonso rompe l’alettone al via e resta a secco di punti.

31.07.2005 Hungaroring, Hungary,
Fernando Alonso (ESP), Mild Seven Renault F1 R25 and Ralf Schumacher (GER), Panasonic Toyota Racing TF105, both locking up under breaking for the first corner – July, Formula 1 World Championship, Rd 13, Hungarian Grand Prix, Budapest, Hungary, HUN, Race – www.xpb.cc, EMail: info@xpb.cc – copy of publication required for printed pictures. Every used picture is fee-liable. © Copyright: R.Batchelor / xpb.cc

Oltre al danno del ritiro, come beffa Raikkonen deve scendere in pista per primo nelle qualifiche magiare e quindi raccogliere tutto lo sporco del tracciato. Se è una seccatura in una pista normale, all’Hungaroring (alias Montecarlo con erba e ghiaia) suona come una condanna. In casa McLaren decidono quindi di minimizzare i danni cronometrici facendolo qualificare con poca benzina, preparandolo quindi a una gara ad una sosta in più ma evitandogli una partenza nella pancia del gruppo. Si qualificherà quarto; per capire l’effetto dello sporco, Montoya, con più benzina, è secondo. La sorpresa delle qualifiche è Michael Schumacher, che conquista l’unica pole della stagione con un margine di 8 decimi su Monty (cosa che fa supporre che vada per le tre soste anche lui). Un sempre veloce Trulli è terzo.

Raikkonen fa funzionare la strategia: allo start guadagna due posizioni e si mette subito alla caccia di Schumacher. Montoya, terzo, è il primo dei piloti su due soste e si mette in attesa degli eventi. La McLaren di Raikkonen è nettamente più veloce; in Ferrari si difendono come possono, ma alla seconda sosta il finlandese riesce a stare in pista un giro in più, quel che basta per sopravanzare il tedesco. Raikkonen gli prenderà 25s in 11 giri (!) e Schumacher deve dire addio ai sogni di gloria. L’incognita principale per il finlandese ora è il suo compagno di squadra, che con una sosta in meno minaccia di vincere. Il cambio però lo abbandona al 41° giro. Raikkonen vincerà con 35s di vantaggio su MSC, di un soffio davanti al fratello. I sogni di un ritorno della Ferrari sono durati un giro.

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La Renault non è mai stata competitiva e i piloti non hanno aiutato, tamponando al via una Toyota ciascuno. Concluderanno fuori dai punti e Raikkonen si rimette in pari dopo i problemi di Hockenheim. In quello che è stato uno degli start più incasinati dell’anno si registra anche lo spettacolare cappottamento di Klien, tamponato da Villeneuve.

Nota di colore: Chanoc Nissany nelle prove libere risponde alla domanda “cosa accadrebbe se prendessimo una persona normale e la infilassimo in una F1?”.

 

Round 14 – Turchia

Era un 1-2 McLaren fino a due giri dalla fine, dopodiché Montoya viene prima colpito da una Jordan e poi va per campi regalando la seconda piazza ad Alonso.

21.08.2005 Istanbul, Turkey,
Giancarlo Fisichella, ITA, Mild Seven Renault F1 Team, R25, Action, Track gets the lead from Kimi Raikkonen, FIN, Räikkönen, West McLaren Mercedes, PP4-20, Action, Track at the first corner – August, Formula 1 World Championship, Rd 14, Turkish Grand Prix, Istanbul Park, Turkey, Race – www.xpb.cc, EMail: info@xpb.cc – copy of publication required for printed pictures. Every used picture is fee-liable. © Copyright: R.Batchelor / xpb.cc

Esordisce nel mondiale il circuito dell’Istanbul Park, che resterà poco in calendario ma resterà ben più a lungo nel cuore degli appassionati. Alla partenza Raikkonen lotta con le due Renault e ne emerge vittorioso, mentre Montoya aspetterà le soste ai box per scavalcarle. Alle loro spalle la corsa è abbastanza movimentata, frutto delle rimonte di alcuni nomi illustri ma anche di un tracciato che esalta i duelli in pista.

La McLaren stava per conquistare l’agognata doppietta quando come prevedibile arriva l’imprevisto. A tre giri dalla fine Montoya doppia Monteiro sul rettilineo principale e quando arriva nella zona di frenata si riporta in traiettoria. Il portoghese della Jordan è troppo lento a reagire e tampona la McLaren. Malgrado uno spin e qualche gestaccio, Montoya è ancora davanti ad Alonso tuttavia non passa neanche mezzo giro e il colombiano, per via delle gomme sporcatesi nell’incidente, esce di pista in curva 8. Alonso ringrazia e lo infila. Ciò significano 24 punti di vantaggio anziché 22. Il mondiale non si chiude ma neanche si riapre.

 

Round 15 – Italia

Raikkonen rompe di nuovo nelle libere con le conseguenze che ormai conoscete. Montoya vincerà la gara, ma Alonso guadagna punti e piazza una seria ipoteca sul titolo.

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A nulla servirà la pole che conquista con benzina per una sosta in meno (!): il finlandese dovrà partire mezzo schieramento più indietro dello spagnolo. Almeno stavolta Montoya è concreto: parte primo, scatta bene e va a vincere malgrado un consumo anomalo delle coperture negli ultimi giri. Alonso prova a inseguirlo, ma tanto il secondo posto gli va bene lo stesso. Raikkonen parte 11°, resta bloccato nel traffico nei primi giri, ma poi, liberatosi della “serie B” grazie ai giri in più di carburante si scatena a pista libera. Nove giri dopo si ferma e riemerge secondo (!), un risultato comunque decente.

La gara sta andando fin troppo liscia: sulla posteriore dx compare una brutta striscia nera e per evitare eventi sfortunati è costretto a passare ai box per sostituirla. Riparte dodicesimo; tutto da rifare. Alla fine concluderà ai piedi del podio dietro a Montoya e alle due Renault. Senza un testacoda negli ultimi giri forse poteva attaccare Fisichella, ma è veramente l’unico cosa che gli si possa dire in tutta la stagione.

Niente miracoli per la Ferrari, che conclude fuori dai punti con entrambe le macchine. Per la seconda volta nella storia (terza con Indianapolis) arrivano al traguardo tutte le macchine che sono partite. Ma la gara è stata tremendamente noiosa, con tre sorpassi in tutto (di cui due di Raikkonen).

Round 16 – Belgio

Povero Kimi! Anche quando vince, perde lo stesso. Non importa cosa fa in pista, ci sarà sempre qualche evento fortuito che gli farà guadagnare meno di quanto gli sarebbe spettato.

Motorsport / Formel 1 : Grosser Preis von Belgien 2005 , Kimi Raeikkoenen ( FIN, McLaren Mercedes),
www.hoch-zwei.net ,
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Nel weekend Alonso dà l’impressione di averne meno non solo di Montoya e Raikkonen, ma anche di Fisichella, Trulli, Button, Michael e financo Ralf Schumacher. Saranno tutti (TUTTI) eliminati dalle circostanze.

Nell’ordine: Fisichella deve cambiare il motore (brutta cosa essere compagno di squadra di Alonso con Briatore TP), quindi parte dietro. Nei primi giri vola sulla pista bagnata ma all’11° giro vola fuori pista all’Eau Rouge. Ritiro, entra la SC. Ralf Schumacher emerge in seconda posizione dietro Montoya, ma butta la gara al pit successivo montando le slick quando la pista è ancora bagnata. Finirà ai margini della zona punti. Michael Schumacher e Trulli sbagliano la strategia sotto SC montando gomme da asciutto: il primo viene tamponato da Sato alla prima curva utile, il secondo passerà il resto della gara nelle retrovie finché, per evitare la Jordan di Monteiro che attiva per sbaglio il limitatore di velocità, finisce fuori pista a Les Combes (wtf?). Anche dopo la SC si ritrova nell’ultimo quarto di schieramento, ma a differenza degli altri riesce a rimontare fino al podio. Montoya, che cede la testa della corsa a Raikkonen dopo la seconda sosta, viene tamponato da Pizzonia in un maldestro tentativo di sdoppiaggio a pochi km dalla fine.

Alonso non brilla in nessuna fase (anzi, si passa parecchi giri dietro alla Sauber di Villeneuve senza neanche accennare una manovra) e finisce staccato di mezzo minuto da Raikkonen, ma conclude secondo e gli cede solo due punti. Continuando così, per Luglio 2006 Raikkonen lo avrà raggiunto. Forse.

Nota di colore: prima gara bagnata da Indianapolis 2003. Si registra il bellissimo sorpasso di Button su Villeneuve all’esterno di Pouhon, tanto bello quanto dimenticato.

Round 17 – Brasile

La McLaren ottiene la tanto sospirata doppietta con Montoya davanti a Raikkonen ma Alonso guasta la festa vincendo il titolo con due gare d’anticipo.

[COURTESY FROM ESSENTIALLYSPORTS.COM]

Il copione è simile quello che abbiamo già visto altre volte: Alonso si qualifica leggero e parte dalla pole, ma in gara viene infilato da Montoya e Raikkonen, che si involano indisturbati verso la vittoria. Schumacher sr insegue e stavolta riesce a inserirsi tra le due Renault in quarta posizione. Detta così sembra una gara mediocre, ma è stata una delle prestazioni migliori dall’inizio della stagione.

La notizia principale della giornata è che il risultato è sufficiente ad Alonso per laurearsi campione del mondo con due gare d’anticipo. Il 24enne sconfigge l’impero di Schumacher e conquista il record per il più giovane campione del mondo di sempre, battendo il trentennale primato di Emerson Fittipaldi.

Arrivo da un paese che non ha una tradizione in Formula 1 quindi non ho avuto l’aiuto di nessuno. Sono arrivato in F1 esclusivamente grazie ai risultati nelle categorie inferiori e agli sponsor che hanno creduto in me. Credo che questo titolo sia il massimo che possa raggiungere in vita mia, nella mia carriera, e per questo posso ringraziare solo tre o quattro persone, non di più.”

Per gli impallinati delle statistiche: prima doppietta McLaren da Austria 2000.

Round 18 – Giappone

La gara di Raikkonen a Suzuka consegna il finlandese alla Storia. Non solo vince partendo quasi ultimo ma lo fa nella maniera più epica di tutte: con un sorpasso incredibile all’ultimo giro sul leader della corsa.

[COURTESY OF RAPIDLEAKS.COM]

Le qualifiche furono l’ennesima beffa di una stagione martoriata. Uno scroscio di pioggia si abbate negli ultimi minuti e costringe il finnico, Montoya, Alonso e Schumacher sr a scattare nelle ultime posizioni. Come se non bastasse, nelle prove gli si era rotto anche il motore. Partirà 17°, appena davanti al compagno di squadra (18°). In pole c’è Ralf Schumacher su Toyota davanti a Button su BAR-Honda, per la delizia della popolazione locale.

Alla partenza Fisichella infila la BAR ed è secondo quando Barrichello e Sato collidono mentre escono fuori pista. Le due McLaren hanno un avvio movimentato: prima Raikkonen viene toccato da Montoya, che lo passa, e poi va sull’erba alla chicane finale. Perde del tempo, ma la cosa gli torna utile per evitare l’incidente tra Montoya e Villeneuve: il colombiano prova l’attacco in accelerazione nell’ultima curva, il canadese non lo vede e lo sbatte fuori pista. Montoya colpisce il muro e rimbalza in pista con una ruota in meno. Alonso approfitta della confusione e da 16° è già 8°, mentre Raikkonen è 12°.

Nei primi giri Alonso è più aggressivo di Raikkonen, ma parte del vantaggio va sprecato dietro a Klien, che deve sorpassare tre volte perché il primo venne considerato irregolare dalla direzione gara (la situazione fu simile a quella di Spa 2008). Il finlandese recupera qualche posizione, anche se in maniera meno spettacolosa. Ora i giovincelli si apprestano a dover risolvere il passaggio più difficile della gara: superare Schumacher. Il tedesco ha una macchina che in questo frangente gira fino a 3s più lenta, ma chiude ogni spazio e non lascia nessuna possibilità, creando un trenino alle sue spalle e permettendo a Raikkonen di raggiungere Alonso. Lo spagnolo al giro 25 si libera della zavorra di Kerpen con il sorpasso più bello dell’anno (all’esterno della 130R), ma si deve fermare poco dopo. Raikkonen e Schumacher continueranno per qualche altro giro e riemergeranno davanti ad Alonso.

[COURTESY OF REDDIT.COM]

I due giovani ripasseranno Schumacher e chiudono il gap con i primi. Ralf Schumacher ha dimostrato che la pole era frutto di un carico di benzina inesistente e ora comanda Fisichella. Inizia ad chiarirsi la differenza di strategie: mentre Alonso ha puntato su stint brevi all’inizio per sorpassare quante più macchine nel più breve tempo possibile, Raikkonen invece ne piazza due lunghi all’inizio e uno breve alla fine. La strategia di Alonso ha pagato nei primi giri ma a fine gara il vantaggio tattico passa nelle mani del finlandese, che va più veloce ogni giro che passa (questo è dovuto anche al fatto che, avendo sostituito il motore dopo le prove, Raikkonen all’inizio doveva ancora trovare la giusta confidenza).

Raikkonen sfrutta la benzina in più per scavalcare non solo il rivale ma anche Webber e Button (e trovarsi quindi secondo alle spalle di Fisichella), mentre Alonso dovrà sorpassarli in pista. Raikkonen vola e in dieci giri demolisce il vantaggio di Fisichella (20s!!!). Alonso sorpassa Webber con la penultima manovra memorabile della gara ed è sul podio, sebbene staccato di quindici secondi dalla coppia di testa.

Si arriva così al celebre finale. A due giri dalla fine Raikkonen è ormai addosso a Fisichella, il quale, comprensibilmente innervosito, tiene una linea difensiva all’ingresso della chicane finale. Questo gli nega una buona uscita sicché, malgrado una velocità di punta non elevatissima, Raikkonen riesce ad affiancarlo sul rettilineo e a superarlo all’esterno di curva 1 con un sorpasso rimasto nella storia.

Il box McLaren è in delirio, in pochi avrebbero scommesso su un epilogo del genere, data la natura della pista e l’assenza di SC effetttive durante la gara. Il rovescio della medaglia è che col ritiro di Montoya e il doppio podio della Renault, il Costruttori torna nelle mani degli avversari. Mai dire mai, comunque.

Round 19 – Cina

Alonso vince l’ultima gara senza aver bisogno di sfortune altrui. Raikkonen arriva alle sue spalle ma il comico ritiro di Montoya nega alla scuderia di Woking anche il WCC.

La scuderia da battere è la Renault, che blinda la prima fila con Alonso in pole. Non accadeva da Aprile. Raikkonen e Montoya fanno 3 e 5 ma con più carburante, pertanto la gara sembra aperta. Al via le due Renault restano al comando, però Fisichella blocca le Mclaren. La situazione si sblocca quando Montoya colpisce la copertura di una grata andata fuori posto (una cosa! ci fosse una cosa una andata per il verso giusto!). Sospensione e gara andata, SC in pista, strategia di Raikkonen vanificata e speranze per il Costruttori infrante. Qualche giro dopo la ripartenza, Karthikeyan si schianta in curva 13 (botto più grande della stagione) ed è di nuovo necessario l’intervento della vettura di sicurezza.

Scavalcato Fisico ai box, l’inseguimento di Raikkonen si conclude a 4s da Alonso, che vince per la settima volta in stagione. Terzo è Ralf Schumacher, favorito sia dal rimescolamento di strategie causato dalla SC che dal drive through comminato a Fisichella (per aver rallentato la fila dietro di lui in occasione della sosta sotto SC).

SHANGHAI, CHINA: Dethroned world champion Michael Schumacher gets out of his car after a dramatic collision in the warm up laps ahead of the Chinese Formula One Grand Prix at the Shanghai circuit 16 October 2005, which left his Ferrari’s front left wheel hanging off. World champion Fernando Alonso won an incident-packed Chinese Grand Prix to end his season in style and hand his team Renault the constructors’ world championship. AFP PHOTO/GOH CHAI HIN (Photo credit should read GOH CHAI HIN/AFP via Getty Images)

La Ferrari conclude una stagione pessima con una gara terrificante. Schumacher si scontra con Albers nel giro di formazione; cito Pino Allievi, “Uno zigzaga come se fosse il re della pista, l’altro tira la staccata nel giro di formazione…“. Partiranno dalla pitlane; la rimonta Schumacher tenta la rimonta ma finisce in testacoda dietro la SC mentre scaldava le gomme (giornataccia). Barrichello resta a galla nella prima metà ma sul finale le gomme accusano un tracollo così rovinoso che finisce dietro persino a Monteiro su Jordan (!!!) – per la prima volta in stagione, il primo dei gommati Bridgestone.

[COURTESY OF MINARDI.IT]

A fine 2005 avverrano tanti, piccoli, cambiamenti che accentueranno l’atmosfera fin de siècle. Le storiche BAR, Jordan, Minardi e Sauber a fine anno vengono vendute e andranno incontro ad alterne fortune (ora sono Mercedes (!), Aston Martin, Alpha Tauri e Alfa Romeo). La McLaren abbandona la storica livrea West (anticipando il ban del 2007 sulle livree sponsorizzanti tabacco) e la Williams concluderà la storica partnership con la BMW.  Si chiude l’era di Schumacher, si apre l’era dei suoi eredi.

[Immagine di copertina tratta da TuttoMotoriWeb.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

 

Life is racing, all the rest is waiting