Il serbatoio dei miracoli

Il gran premio di Catalogna è stato nettamente vinto da Jorge Lorenzo che ha preceduto, con distacco, Marc Marquez e Valentino Rossi. L’altro elemento significativo della giornata è che Andrea Dovizioso si è steso mentre sembrava essere parte attiva nella lotta per il podio assieme ai primi due.

Il gran premio dal punto di sportivo è tutto qui. Lorenzo dopo un paio di giri ha salutato tutti e se ne è andato, rincorso per un po’ da Marquez e guardato da lontano da Rossi. Dovizioso è caduto tutto solo salutando le speranze di campionato. Avevo premesso alla vigilia la necessità tassativa per lui che le cose NON prendessero questa piega. E invece…

La vittoria di Lorenzo al Mugello poteva anche passare in archivio come il ruggito di un leone ferito nell’orgoglio per il fallimento del progetto Ducati e per lo scaricamento ricevuto dall’amministratore delegato Domenicali.

La vittoria di oggi al Montmelò apre invece scenari che potrebbero essere pane per denti di drammaturghi famosi.

Sul fronte Lorenzo quello che aveva tutte le parvenze di un fallimento rischia ora di tramutarsi in una opera tragico comica fino alla fine dell’anno. Perché Lorenzo, dal Mugello, vive un momento magico in cui la moto da ostica è diventata docile e lo asseconda come se fossero un’unità atomica. Ma anche un pugno di ulteriori vittorie non cancellerebbe il rammarico di quello che non è stato, anzi amplificherebbe le recriminazioni per quello che avrebbe potuto essere. Diciamocelo, un campione come Lorenzo non può nascondersi dietro un serbatoio magico che dopo un anno e mezzo di delusioni si rivela essere la panacea per tutti i mali. L’unico modo per uscirne davvero a testa alta per lui sarebbe di vincerne tante da portare con sé in Honda anche il numero uno di campione del mondo. E bisogna ammettere che anche questo scenario oggi non è affatto utopistico.

L’ingegner Dall’Igna ha messo a disposizione dei suoi piloti una moto che oggi è al top delle prestazioni e salvo le due o tre piste che tradizionalmente potrebbero ancora essere ostiche sembrerebbe poter permettere la conquista del titolo.  In breve, da questo punto di vista Ducati ha mantenuto le premesse. Dove sta mancando è sicuramente dal punto di vista manageriale, le parole di Domenicali pre e post Mugello sono state clamorosamente inopportune e indicatrici di una mancanza assoluta di controllo. A partire dal modo in cui è stato scaricato Lorenzo per continuare con il contratto annuale(!)  di Petrucci. Quale ambiente si prospetta fino alla fine dell’anno in corso e per il 2019?  Sia chiaro che parlare dopo è di una facilità unica, ma sembra che oggi le ambizioni di Ducati rischino di essere mortificate non dalla mancanza di risorse ma dallo sperpero delle stesse.

In quest’ottica si inserisce Andrea Dovizioso che non contento del momento non fortunato che sta vivendo in pista, non contento della fiducia ricevuta da Ducati, improvvisamente dimentica di essere ancora “per strada”, dimentica l’umile lavoro (e l’intelligenza) che gli stava consentendo di arrivare dove gli altri arrivano per migliori doti naturali e si mette a parlare, parlare e togliere sassolini dalle scarpe che finiscono per diventare sistematicamente macigni sulla sua testa. Queste due cadute sono ferite che possono infettarsi fino a determinare una setticemia non più curabile, neanche con i soldi di un ricco contratto. Mi dispiace Dovi, ma devi tornare ai fatti, obbligatoriamente a dispetto di quel che è perduto.

Mi scuso, so che avrei dovuto parlarvi di più della gara e degli altri attori, so che dovrei parlarvi anche dei nostri ragazzini terribili che nelle classi inferiori stanno dando spettacolo approfittando anche della caduta dei “fenomeni” ma l’epilogo oggi mi ha amareggiato troppo.

Alla prossima.

Valther