Il record di Mefistofele

Il primo tentativo avvenne la scorsa settimana, ma il record definitivo venne stabilito proprio oggi, novantacinque anni fà.

Era il 1922 e John Duff, che da lì a poco avrebbe preso parte all’avventura dei “Bentley Boys” vincendo la 24 Ore di Le Mans con la famosa auto inglese, stava gareggiando sul circuito di Brooklands, nel Surrey, con una Fiat SB4 da Gran Premio vecchia quasi di vent’anni. L’auto, di concezione ormai antiquata, disponeva di un motore a quattro cilindri da 18 litri che era costituito praticamente da due motori bicilindrici connessi tramite i blocchi motore, con trasmissione finale a catena. Ad un certo punto della gara accadde l’irreparabile: uno dei due blocchi motore esplose volando in aria attraverso il cofano motore, portando con sé i cilindri, il cofano stesso e tutte le altre componenti che sfiorarono Duff seduto al posto di guida.
L’auto era ormai inservibile e Duff accettò la richiesta fattagli da Ernest Eldridge, un pilota poco conosciuto che aveva gareggiato in qualche tentativo di battere il record mondiale di velocità, spesso con auto su ci erano montati motori aeronautici, di vendergli l’auto.
Eldridge sapeva già cosa voleva ottenere nel momento in cui acquistò il rottame della Fiat. La prima cosa che fece fu di dotarla di un motore aeronautico Fiat A12 a sei cilindri in linea, per una cubatura di 21.700 cc. Apportò anche una serie di migliorie al sistema di alimentazione adottando 4 valvole per cilindro così da raggiungere i 320 cv di potenza. Oltre a ciò installò nell’abitacolo un serbatoio di ossigeno con cui spingere ancora di più il motore.

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Lo chassis dovette essere allungato per ospitare l’enorme motore, e la leggenda vuole che per fare ciò sia stata usata una parte di un telaio prelevato da un autobus londinese rottamato.
La forma dell’auto guadagnò da questa modifica, risultando più allungata e con le ruote anteriori molto avanzate rispetto al radiatore, cosa inedita per le auto da record dell’epoca, mentre per il resto la meccanica rimase quella della originale SB4 con trasmissione finale a doppia catena e freni alle sole ruote posteriori.

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Il 6 luglio 1924 era il giorno della sfida.
Ad Arpajon, vicino Monthléry, si presentarono due squadre per aggiudicarsi il record mondiale di velocità sul chilometro lanciato: la casa francese Delage con un modello La Torpille V12 ufficiale affidato a René Thomas ed accreditato di una potenza di 320 cv, Ernest Eldridge invece con la sua Fiat SB4 Eldridge ribattezzata subito Mefistofele dagli spettatori francesi, a causa del rumore infernale prodotto dagli scarichi liberi.
In effetti per le persone presenti sul posto a quel tempo, la vista di quel mostro dipinto di nero doveva essere stata poco rassicurante: a parte il frastuono assordante, durante la marcia l’auto sprizzava fumo dal cofano motore e fiammate dagli scarichi, oltre a ciò aveva un incedere serpeggiante per via della potenza del motore sovradimensionato sia per il telaio che lo ospitava, sia per le sospensioni. Tutto ciò faceva sì che sembrasse che l’auto si sarebbe schiantata da un momento all’altro.
Nelle prove sostenute sul tracciato di Brooklands, la Mefistofele si era dimostrata veramente un demonio da condurre sui banking del tracciato britannico.
Ma anche sullo stretto rettilineo alberato di Arpajon, Eldridge dovette usare tutta la propria esperienza e tutta l’incoscenza di cui disponeva per tenere in strada quel mostro sbuffante.

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Vestendo solo maglioncini di lana senza né caschi né altre protezioni di sorta Eldridge, insieme al suo copilota e meccanico John Ames, si lanciò lungo la strada spingendo sull’acceleratore ed usando tutta la forza di cui disponeva per controllare il serpeggiare dell’auto che procedeva sempre più veloce. Nel frattempo Ames, oltre a cercare di tenersi aggrappato a qualcosa per non volare fuori dall’abitacolo, era impegnato a controllare la pressione del carburante tramite una pompa manuale e, allo stesso tempo, ad alimentare il motore con l’ossigeno contenuto nel serbatoio ogni volta che Eldridge lo richiedeva, dovendolo urlare a causa del rumore infernale.
Un giornalista presente sul posto definì una “vista terrificante” questa auto dall’incedere serpeggiante che richiedeva uno sforzo enorme per essere tenuta in strada.
Nonostante ciò Eldridge non alzò il piede ed alla fine delle due tornate ottenne la velocità media di 143,26 miglia orarie (230,55 km/h), che batté il record precedente.

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Alla Delage però sporgettero reclamo quando si accorsero che l’auto di Eldridge non disponeva di retromarcia, cosa che invece il regolamento prevedeva.
Il record non venne omologato ed il pilota britannico fu costretto a recarsi in una officina di Parigi per modificare l’auto.
Il momento era favorevole ai francesi. Lo stesso giorno René Thomas si lanciò all’inseguimento del record sulla sua La Torpille V12 ed alla fine dei due passaggi riuscì a batterlo: con la velocità media di 143,31 miglia orarie (230,63 km/h), il pilota francese divenne il nuovo detentore del record mondiale di velocità sul chilometro lanciato.

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Per celebrare il trionfo i transalpini portarono l’auto al principale showroom Delage a Parigi, agli Champs Elysées, dove venne messa in bella mostra.
Ma la vittoria dei francesi doveva scontrarsi con un Mefistofele…
Il 12 luglio Eldridge si presentò di nuovo ad Arpajon e questa volta l’auto dimostrò di poter andare anche in retromarcia, anche se in modo convulso e per poco tempo.
Sempre accompagnato dal fido passeggero e meccanico Ames che quantomeno doveva avere nervi d’acciaio come i suoi, Eldridge di lanciò di nuovo sul rettilineo tra le due file di alberi con l’auto che sbuffava, urlava, sparava fiamme e procedeva come un serpente impazzito passando da un lato all’altro della strada, con Ames che pompava carburante e mandava ossigeno al motore rombante.
La Mefistofele era più veloce che mai ed alla fine delle due tornate il fresco record di Thomas venne battuto: alla velocità media di 146,01 mph (234,97 km/h), Ernest A. D. Eldridge su Fiat SB4 Eldridge era il nuovo detentore del record mondiale di velocità sul chilometro lanciato.

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Il record di Renée Thomas e della Delage era durato 6 giorni.
Allo stesso tempo questa fu l’ultima volta che una strada pubblica venne usata per il tentativo di battere il record mondiale di velocità.
La Delage usata da Thomas per stabilire il record, 6 giorni prima, faceva ancora bella mostra di se nello showroom a Parigi, esposta insieme ad una targa che pomposamente pubblicizzava il titolo guadagnato, quando Eldridge arrivò e parcheggiò la Fiat dall’altra parte della strada proprio di fronte lo showroom.

Due mesi e mezzo dopo, il 25 settembre 1924 a Pendine Sands, nel Galles, il britannico Malcolm Campbell sulla sua Sunbeam Blue Bird battè il record di Eldridge con una velocità media di 146,16 mph (235,22 km/h): appena 0,15 mph più veloce di Eldridge.
Ma questa è un’altra storia.

PS: la strada di Arpajon usata per il tentativo è ormai stata seppellita sotto un’autostrada, ma le due contendenti di questa storia meravigliosa sono ancora visibili in due musei.

PPS: ad oggi gli esperti non sono ancora riusciti a capire quale fosse il meccanismo diabolico che faceva muovere la Mefistofele in retromarcia, dato che non ne è rimasta alcuna traccia.

Qualche video del mostro

https://www.youtube.com/watch?v=u1qvH085rKY

https://www.youtube.com/watch?v=vOizIt3uxc8

https://www.youtube.com/watch?v=a9Ki4s_gsCM

https://www.youtube.com/watch?v=8YUnphNoK2I