F2 BAKU 2021 – RELOAD

Guanyu Zhou ha avuto un pessimo fine settimana ma nessuno dei suoi diretti avversari è riuscito ad approfittarne. La classifica si è molto accorciata tuttavia il cinese resta leader in campionato. Ma proseguiamo con ordine.

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Ritorna Matteo Nannini, stavolta con la Campos, per sostituire un Gianluca Petecof in crisi di sponsor e di risultati.

Le prove libere sono movimentate da diversi incidenti e da un tracciato in rapida evoluzione. Juri Vips conclude la sessione davanti a tutti con addirittura 7 decimi (!) su un sorprendente Boschung, che anche qui si conferma al top con la Campos (una delle scuderie più scarse del campionato). Le UniVirtuosi paiono in difficoltà, con Zhou 12 e Drugovich 15.

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Le qualifiche confermano i risultati delle libere: le due Hitech davanti a tutti, con Liam Lawson che guadagna la pole dopo aver comandato per tutta la sessione, e Juri Vips secondo a un decimo abbondante. I top driver (ormai la definizione è quantomeno dubbia) sono compresi in un decimo… tra l’ottava e la dodicesima posizione a circa un secondo dalla pole: 8 Guanyu Zhou (guadagnata all’ultimo secondo), 10 Robert Shwartzman (Prema), 11 Felipe Drugovich (Uni), 12 Lundgaard (ART). Meglio di loro fanno i propri compagni di squadra, con Oscar Piastri (Prema) terzo e Theo Pourchaire (ART) quarto. Quinto e sesto sono Dan Ticktum (Carlin) e Marcus Armstrong (DAMS), che sembra sul pezzo. Continua a sorprendere Boschung, stavolta settimo.

Il rookie austriaco della Hitech sta dimostrando di avere la velocità per lottare per il campionato.

Robert Shwartzman (RUS) PREMA Racing.
05.06.2021. FIA Formula 2 Championship, Rd 3, Sprint Race 1, Baku, Azerbaijan, Saturday.
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Gara-1 è come al solito la più tranquilla del weekend, anche se è stata più movimentata delle altre viste finora. Per effetto della reverse grid parte in pole Shwartzman, secondo Jehan Daruvala (Carlin) e terzo Zhou. La partenza è lineare nelle prime posizioni, con Daruvala che perde la posizione a beneficio del cinese della UniVirtuosi, ma in curva 2 Drugovich manca di pochi metri il punto di frenata, abbastanza da innescare un tamponamento che mette fuori gioco i due contendenti al titolo Lawson e Piastri (più Alessio Deledda). Il brasiliano sarà punito con 10s di penalità.

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Dalla ripartenza alla bandiera a scacchi la gara vive l’assolo di Shwartzman, che prima scava un solco di quattro secondi e poi amministra fino al traguardo. Dopo tante prove opache o sfortunate, una prestazione del genere era necessaria, tanto per la lotta al titolo che per il proprio morale.

Più indietro si fanno largo Ticktum e Pourchaire, il primo a inizio gara e l’altro nella seconda metà. Sono gli unici a mostrare un passo simile a quello di Shwartzman, e alla fine concludono secondo e quinto. Sull’ultimo gradino del podio ci sale Zhou, che riesce a guadagnare su quasi tutti i diretti avversari. Quarto è Daruvala, un po’ deluso dopo la partenza dalla prima fila. Sesto è Boschung, che ormai non fa più notizia. Chiudono la zona punti Armstrong (che perde diverse posizioni) e Vips (che resta più o meno intorno alla posizione di partenza). Lundgaard e Drugovich restano a secco per l’ennesima volta in questo inizio di campionato.

Gara-2 si conferma di nuovo come la gara più caotica del weekend. Per effetto della griglia invertita, le prime file vedono un po’ di outsider: in pole c’è Bent Viscaal (MP) seguito da David Beckmann (Charouz), a seguire Vips e Armstrong. Piastri e Lawson partono in penultima fila.

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La prima metà di gara è confusionaria, come da tradizione a Baku: al via Zhou, tradito dalle gomme fredde, sbaglia in modo assoluto la frenata di curva1 e tampona Dan Ticktum. L’inglese ritorna in pista in ultima posizione, mentre il cinese deve abbandonare la corsa. Anche Pourchaire e Boschung si toccano, con il francese che ci rimette l’ala e si aggrega a Piastri e Lawson nel gruppo dei “rookie in rimonta”. Entra la SC ma alla ripartenza degli incidenti la costringono a rientrare dopo neanche un giro. Il copione si ripete una terza volta; nella mattanza restano coinvolti anche Lundgaard (come al solito sfortunato), Drugovich (come al solito casinista) e Armstrong (come al solito non concretizza).

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Alla ripartenza (giro 9) troviamo quindi Vips davanti Beckmann e Viscaal, dopo averli infilati nei pochi chilometri di bandiera verde disponibile. Shwartzmann è riuscito a passare dalla decima alla quinta posizione, mentre Lawson e Ticktum sono incredibilemente alle sue spalle. Il resto della corsa è tranquillo: Vips scappa, Shwartzman non riesce a recuperare sui piloti che lo precedono. La presenza di lunghi trenini che beneficiano di DRS e scia a quanto pare inibisce i sorpassi. La gara è più movimentata nelle retrovie, con Ticktum, Lawson, Piastri e Pourchaire che portano a compimento le proprie rimonte.

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La centesima gara della F2 è vinta pertanto da Juri Vips, che si prende la rivincita nei confronti di una carriera finora avara di risultati. Alle sue spalle hanno di che festeggiare anche Beckmann (primo podio) e Daruvala, che non lo si vede e non lo si sente ma alla fine ha segnato punti in quasi ogni gara. Hanno motivi di soddisfazione anche Shwartzman, Ticktum, Lawson e Piastri (che fa segnare il giro più veloce), che guadagnano su Zhou. Il cinese resta comunque in testa alla classifica, con 78 punti contro i 55 di Piastri e Pourchaire.

La Feature Race, come da tradizione quest’anno, è invece la gara più tesa. Finalmente i piloti partono secondo l’ordine della qualifica.

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Aitken e Nannini restano fermi sulla griglia di partenza e provocano l’annullamento della partenza e un secondo giro di formazione. La vera  partenza è molto movimentata: Lawson parte male e si fa infilare da Vips e Piastri e si trova costretto a difendersi da Pourchaire, che stringe pericolosamente contro il muro nell’accelerazione dopo curva 1.  Ciò causa un piccolo ingorgo alle sue spalle: Ticktum, Armstrong e Pourchaire arrivano appaiati in curva 4 e, come tutte le azioni in cui prende parte l’inglese della Carlin, si risolve in un incidente. Armstrong e Pourchaire (che peraltro si fa male a una mano) si ritirano, mentre Ticktum continua, al prezzo di un pit stop in più (che non vale come pit stop obbligatorio in quanto effettuato prima del sesto giro) e di una penalità di 10s da scontare.

Alla ripartenza dalla SC Lawson infila Piastri e si accoda a Vips, ma arriva anche per lui una penalizzazione di 10s per la manovra su Pourchaire (lì per lì era sembrata una pena eccessiva, ma in effetti stava per far schiantare Pourchaire contro il muro, quindi ci sta). Shwartzman finora non era riuscito a beneficiare del casino per guadagnare posizioni, compie una serie di sorpassi (sorpassando tra gli altri le due UniVirtuosi) e, dopo aver allungato il primo stint e piegato Boschung, si ritrova a pochi secondi da Piastri, secondo alle spalle di Vips.

Lawson sconta i dieci secondi al pit e riparte fuori dalla top 10, mentre Aitken e Ticktum, che montano gomme dure, si ritrovano a condurre la gara. Piastri guadagna la posizione su Vips grazie all’overcut, ma la perde dopo pochi chilometri per le gomme non ancora in temperatura.

Dopo questa lotta, i valori in campo si assestano. Una penalità di 5s comminata a Piastri sembra cambiare le carte in tavola, ma Shwartzman non sembra capace di colmare il gap dal compagno di squadra. L’unico sussulto proviene da Deledda, che da doppiato per un giro intero chiude la porta a Vips.

A una decina di giri dalla fine Ticktum e Aitken tornano ai box e negli ultimi giri si riportano in zona punti a forza di sorpassi. Nel frattempo Drugovich sorpassa Boschung ai piedi del podio, mentre negli ultimi giri Piastri si piazza in scia a Vips; conscio della penalità di 5s che pende su di lui, l’australiano evita azioni improvvide.

Finora non ho citato Zhou, e per una buona ragione: dopo aver stazionato nella parte alta della top10 nei primi giri, dopo la sosta il suo passo evapora e riesce a concludere davanti solo alle frattaglie dello schieramento.

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Vips diventa pertanto il primo pilota della storia della F2 (escludendo la Gp2) a vincere nello stesso weekend sia la Feature Race che la Sprint Race (per quanto l’operazione sia resa più semplice dal cambio di format). Secondo è Piastri, che sul traguardo ha più di 10s di vantaggio su Shwartzman (!!), quindi la penalità non influisce sul risultato finale. Drugovich copia la gara di Shwartzman e conclude quarto, davanti a Boschung, che è stato uno dei piloti più competitivi negli ultimi due appuntamenti. Alle sue spalle conclude Lawson, che riesce a concludere la gara in una buona posizione dopo la penalità. Stesso discorso per Ticktum, ottavo dietro al teammate Daruvala. Conclude la zona punti un malinconico Lundgaard, che contiene Lirim Zendeli (MP) negli ultimi giri.

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In classifica Zhou (78) conduce davanti a Piastri (73) e Shwartzman (66), che hanno chiuso in fretta il gap. A sorpresa, il quarto è Juri Vips con 63 punti, a dimostrazione di quanto azzeccare un weekend permetta di passare da comprimario a rivale per il titolo. Quinto è Ticktum con 60 punti; l’inglese in questo scorcio di stagione è stato il più veloce in assoluto, però in nove gare ha accumulato abbastanza incidenti da riempire una crash compilation di un paio di minuti. Rispetto agli anni dell’accademia Red Bull ha smesso di buttare volontariamente fuori pista i suoi colleghi, ma è ancora troppo irruento e soprattutto incapace di autocritica (basta ascoltare i suoi team radio dopo ogni contrasto: sempre colpa degli altri).

Sesto è Pourchaire con 55 punti, che per colpe non sue nell’ultimo round è rimasto quasi a secco. Nell’ultimo incidente pare essersi fratturato una mano, spero che si rimetta in tempo per Silverstone, visto che perdere un intero round sarebbe proibitivo per un pilota che aspira al titolo (e il giovanissimo francese ne ha tutte le possibilità). Daruvala è settimo con 53 punti, ma è frutto più della capacità di tenersi alla larga dai guai che non di una reale velocità. Non credo che Marko & co possano ritenersi molto soddisfatti delle prestazioni dell’indiano.

Menzioni finali per Lawson (50), che tra Montecarlo e Baku ha accumulato un certo credito con la fortuna (anche solo senza la squalifica in gara-2 a Monaco sarebbe insieme a Piastri e Shwartzman), Drugovich (41), casinista quanto Ticktum ma meno veloce; nelle poche gare percorse senza incidenti ha comunque mostrato una velocità che lo colloca nel gruppo di testa. Deve solo migliorare la costanza e evitare di compiere errori stupidi (anche lui potrebbe riempire una crash compilation niente male).

Titoli di coda per Christian Lundgaard: entrato da favorito, e considerato ancora tale dopo il Bahrain, sta subendo in pieno la “maledizione del secondo sedile ART”. Oltre a essere diventato di colpo lentissimo, in ogni gara gli succede sempre qualcosa. La lotta per il titolo per lui finisce qui, e temo che la carriera in F2 rischia di non durare molto di più se non riesce a dare un colpo di coda. Considerazioni simili per Marcus Armstrong, con la differenza che lui è già alla seconda possibilità.

[Immagine di copertina tratta da FiaFormula2.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya